Eretico di SienaDare voce ai putiniani? - Eretico di Siena

Dare voce ai putiniani?

Dare voce ai giornalisti russi filoputiniani – gli altri sono all’estero, o sottoterra -, ovvero censurarli tout court? Questo è il dilemma, che pone in tutta onestà una miriade di problemi connessi; di una minima parte dei quali, proviamo ad occuparci in questo pezzo, sapendo di lasciare fuori – per ragioni di tempo e di spazio – non poco di ciò che ci sarebbe da dire…

 

IL PROBLEMA ITALIOTICO: STAMPA IN CADUTA LIBERA

In primissimo luogo, una cosa va premessa: che in Italia siamo messi giornalisticamente assai maluccio, non è una novità, ma certo le cose vanno a peggiorare, non a migliorare; 58esimi al mondo, nonché in caduta libera (la caduta, quella sì che è libera, senza problemi o autocensure). In ciò, si concorda con chi lo sostiene con ardore, Travaglio compreso: lezioni agli altri, da parte italiana, è difficile darle.

A livello metodologico, non si può che ripetere ciò che è stato detto da molti: l’importante sarebbe che l’intervistato – che sia un Lavrov, ovvero una Nadana della situazione – venisse fatto intervenire, senza fargli trasformare il tutto in un autentico comizietto propagandistico. Più facile a dirsi, che a farsi: ed è proprio qui, però, che si gioca la professionalità dell’intervistante, inutile girarci intorno.

La spesso citata intervista, targata CNN, di Christiane Amanpour al portavoce del Cremlino Peskov, per esempio, è un caso di scuola: ma quello – anche per le succitate classifiche internazionali sulla qualità giornalistica di un Paese – è in effetti quel che si dice un altro mondo; noi, è Retequattro che abbiamo, e ce la teniamo: e ci manca anche Emilio Fede, dai…

 

PUTIN CHIEDE SCUSA PER LAVROV

L’intervista di Lavrov – questo va detto – entrerà comunque nella Storia, forse non solo della televisione: più che una intervista, è stato un comizio, su questo non c’è dubbio e lo abbiamo già scritto. L’importante sarebbe chiamare le cose con il proprio nome.

Ma il fatto che uno come Putin – che se mette sotto uno in macchina, va subito a controllare se questo ha provocato danni al parafango, dopodiché gli tira un calcio – prenda il suo telefono e chiami il Premier israeliano Bennet, è un portato diretto del programma di Retequattro, e già questo basterebbe per giustificare quanto scritto nell’incipit del paragrafo; in più, ha il potere di ricordare che la Russia è la culla dell’antisemitismo contemporaneo: è la Patria dei “Protocolli dei savi di Sion”, creati dalla polizia segreta zarista (Ochrana), e ci riporta alla mente che – se l’Armata rossa ha liberato Auschwitz (non certo per filantropia, peraltro) – , solo il provvidenziale ictus a Stalin salvò gli ebrei russi da un nuovo pogrom che era già alle porte, in quell’inizio di 1953.

Ergo, se è stata una pagina discutibilissima a livello giornalistico, l’intervista – se così la possiamo chiamare, in effetti con una certa qual generosità – di Giuseppe Brindisi al Ministro degli esteri russo Lavrov può già essere considerata una intervista storica, pronta a finire sui manuali di Historia: per le sue ricadute sul qui ed ora, non certo per la qualità giornalistica, però.

A proposito, visto che si parla di Storia: fino a questa guerra, non usava la par condicio fra aggressore ed aggredito, o fra democrazia e dittatura; non risulta, per dire, che a Radio Londra venisse chiesto – per la succitata par condicio – il parere illuminato di Goebbels, eh…

 

IL PROBLEMA SONO GLI ITALIANI, NON I RUSSI (E DOBBIAMO INVADERE LA DALMAZIA!)

In definitiva, crediamo di potere dire questo: premesso che la questione della presenza dei giornalisti russi nella tv italiota è problema serio, perché fa parte della cyberguerra mossa da Putin all’Europa (ed è iniziata da una decina di anni, non certo dal 24 febbraio); aggiunto che è uno scotto da pagare alla democrazia, cioè a ciò che ci rende concretamente ben diversi dalla Russia; aggiunto ancora che ciò che dice l’analista Nathalie Tocci  (La Stampa di ieri, pag. 29), è condivisibile (“Falso e vero vengono messi sullo stesso piano, e la meglio la ha chi interrompe, urla e la butta più in caciara. La disinformazione vuole esattamente questo”), bisogna dire che la sfasatura mediatica più devastante non è per l’appunto quella dei russi – specie se presentati per quello che sono, vale a dire spesso stipendiati dai vari Ministeri putiniani -, bensì i non pochi opinionisti italiani i quali – senza ovviamente avere il coraggio di dirlo – sono oggettivamente a favore degli obiettivi putiniani.

Attaccano il mainstream, facendo finta di non accorgersi che in maggioranza – sondaggi alla mano – ci sono proprio loro; usano un dosaggio di vittimismo che fa venire il latte alle ginocchia, presentandosi come gente che rischia qualcosa a seguito delle proprie idee, sic.

In più, nel dibattito pubblico, si stanno piano piano sgretolando – man mano che i sondaggi antiaiuti agli ucraini crescono – passaggi fattuali fino a metà aprile ancora non scalfibili; può per esempio capitare – capita anzi sempre più spesso – di sentire impunemente dire che questo “è solo il secondo tempo della guerra”, essendo stato il primo ciò che è accaduto nel Donbas dal 2014 (dando di ciò la colpa – fra l’implicito e l’esplicito – all’Ucraina: che ha certo le sue responsabilità, che ha imposto norme contro i russofili e russofoni, ci mancherebbe). Primo tempo colpa dell’Ucraina, secondo tempo della Russia: ergo, pari sono, no?

Ma se sull’operato nel Donbas dal 2014 – colpe ucraine, colpe russe – si può discutere all’infinito, sull’annessione della Crimea, come la mettiamo, a livello di Diritto internazionale e non solo? Ce la caviamo dicendo che “storicamente la Crimea era russa”?

Se del caso, invece di fare tanti dibattiti sulle armi in Ucraina, teniamoci pronti: bisogna andare a riprenderci quanto prima la Dalmazia, che anche un certo Dante Alighieri considerava “italiana”. Se i russi erano legittimati a raccattarsi la Crimea, noi allora lo siamo con la Dalmazia: e a spaccare le reni ai croati, di certo in prima fila vedremmo bene tutti i filoputiniani d’accatto di questi due mesi e mezzo. Giornalisti compresi…

Ps Per avere le idee magari un po’ più chiare su cosa sia effettivamente la Russia putiniana, la biblioteca Comunale organizza per martedì prossimo (17,30, Sala storica), un incontro-conferenza per presentare il libro (pubblicato l’anno scorso, ma più attuale che mai) dell’analista geopolitico senese Alessandro Fanetti ( “Russia: alla ricerca della potenza perduta”), già recensito illo tempore sul blog.

Lo scrivente ne parlerà con l’autore, con modalità e tempistiche ben diverse da quelle dei talk show; e se qualcuno poi vorrà intervenire, ci sarà la possibilità di farlo.

17 Commenti su Dare voce ai putiniani?

  1. Alberto Bruttini detto "il Cacaccia" scrive:

    Ancora una volta hai ben sottolineato il perché ti seguo da così tanti anni.

  2. Holden Caulfield scrive:

    Segnalo questo splendido articolo di Paolo Rumiz, che dimostra come si possano fornire spunti di riflessione senza ricorrere a beceri ed irridenti dileggi nei confronti di coloro che non capiscono i contesti ed ignorano la complessità delle cose.

    Il racconto. Requiem per l’Europa, un continente schiacciato fra due mondi https://www.repubblica.it/cultura/2022/05/05/news/ucraina_raconto_paolo_rumiz_requiem_per_leuropa_continente_schiacciato_fra_due_mondi-348270992/?__vfz=medium%3Dsharebar via @repubblica

  3. Picasso scrive:

    Caro eretico hanno appena messo fine a tutte le schifezze che hai contribuito ad alimentare in questi anni. Alla fine la giustizia ha chiarito che tutte le cose che hai detto erano frutto della tua invidia. Auguri

    • Eretico scrive:

      Caro Picasso, credo tu faccia riferimento alla clamorosa sentenza di Milano, la quale ribalta in toto il pregresso giudizio che ci era andato davvero pesante contro Mussari e Vigni: non so se il tuo sia livore autentico contro di me, ovvero amarezza sincera per ciò che è accaduto oggi, ma tanto è.
      Le sentenze, comunque, vanno rispettate: in settimana prossima, anyway, qualcosina si scrive, ci mancherebbe altro…

      A Casmar: Lavrov non è stato invitato, giacché mi pare abbia diversi impegni in questo momento; il 9 maggio, poi, c’è da festeggiare, e il giorno dopo ci sarà da smaltire…

      L’eretico

      • Chicchero scrive:

        Il processo lo aveva bello e fatto questa città. Il fatto che determinati personaggi con o senza simbolo di partito, godano ancora di parecchio consenso fa capire come di fatto i membri di quel sistema erano già stati in qualche modo assolti.

      • Anonimo scrive:

        cattivoni questi magistrati del primo grado che se la sono presa con un povero agricoltore nullatenente e con un disoccupato meridionale…
        È evidente che mps è sempre stato ben gestito e che i 20 miliardi bruciati sono dovuti alla crisi alla recessione e alla scarsa professionalità degli impiegati.
        Per fortuna abbiamo comprato Antonveneta, almeno oggi abbiamo una forte presenza in nord est, nessuno ringrazierà mai abbastanza ĺ’ex governatore di Bankitalia per avercelo consentito.
        Massima solidarietà a questi novelli Enzo Tortora perseguitati dalla magistratura, per Mussari proporrei il reintegro in Abi.

      • Picasso scrive:

        Basta vedere di fianco la serie di libri che hai pubblicato . Alla luce delle sentenze solo una montagna di calunnie dettate da quello che tutti sappiamo. Comunque aspetto con ansia l articolo. Spero che tu abbia una buona dose di maalox in casa. Buon WE

        • Eretico scrive:

          Ah, ecco, ora è chiaro: i miei libri sono “solo una montagna di calunnie”; peccato che tutti coloro cui fai riferimento, a seguito delle varie querele da loro fatte, non siano riusciti a dimostrare alcuna falsità, in quegli stessi libri: ma tu, caro Picasso, sei senz’altro più bravo di loro. Grazie per il WE, spero fruttifero anche per te…

          A Viscione: pur non essendo “socialista”, lo so bene, e gli ucraini – stanno ben certo – staranno sempre più sulle palline, non ci vuole molto a capirlo.

          A Vedo nero: ho dovuto censurare il tuo commento, quella espressione (B. B.) è da querela: e non mi pare proprio questo il momento di prenderla, sic…

          L’eretico

    • Daria gentili scrive:

      Per me la notizia è positiva – al momento, perché c’è sempre la Cassazione – solo per la Banca, che, oltre al danno irreparabile già subito, corre il rischio di vedere aumentare ancor di più anche quello relativo al contenzioso giudiziale legato a queste operazioni.
      Per il resto faccio mie le parole del sindaco e di alcuni movimenti civici, per cui l’eventuale assoluzione dal reato non potrà mai cancellare le le responsabilità storiche e morali del disastro compiuto.

  4. casmar scrive:

    “Lo scrivente ne parlerà con l’autore, con modalità e tempistiche ben diverse da quelle dei talk show; e se qualcuno poi vorrà intervenire, ci sarà la possibilità di farlo.”….
    Lavrov interverrà in teleconferenza ? Qualcuno lo ha invitato ?

  5. Gp scrive:

    La ‘intervista’ a Lavrov è un indiscutibile scoop mondiale, tra l’altro fino a prova contraria non siamo in guerra. Dimostra che malgrado tutto una differenza tra noi e la Russia esiste ed è a nostro vantaggio. La ‘qualità’ delle domande non mi stupisce in quanto è la stessa riservata a tutti i ns politici in tutti i talk show (esclusa Meloni e m5stelle fino al Conte1) ed è emblematica del nostra brillante 58esimo posto

  6. Paolo Panzieri scrive:

    Brindisi – piaccia o no – ha fatto uno colpo mondiale e tutti gli altri giornalistoni italiani (perché all’estero sono più sportivi) ci hanno sformato tantissimo.
    Un loro collega di seconda fila scelto al posto loro … un’infamia.
    Per quanto riguarda i nuovi censori del mainstream è evidente l’involuzione delle ormai sedicenti democrazie occidentali verso un modello stile Ciccio Kim.
    A RAI 3 però è concesso (Report uber alles) mandare in onda filmati di pura propaganda filorussa (da notare che personalmente non ci vedo nulla di male) senza colpo ferire.
    Circa la qualità delle domande all’intervistato, quelle sdraiate procurate da Casalino al Camaleconte mi parevano senz’altro peggio, quelle invece che normalmente riceve Draghi possono essere considerate dello stesso livello di quelle poste nell’intervista incriminata.
    Dal Green Pass anticontagio ai condizionatori anche lui di stupidaggini ne ha sparate ormai a raffica … del tutto impunemente.
    Riguardo al diritto internazionale devo ammettere che potremmo anche dire che non esiste. In realtà – nella sostanza – da sempre è solo il diritto del più forte.
    Con quale diritto l’URSS nel 45 si tenne il pezzo di polonia occupato nel 39 insieme ad Hitler e oggi ereditato dall’Ucraina?
    A quale titolo sempre l’URSS nel 45 si prese Konigsberg, una città tedesca, le ha cambiato nome in Kaliningrad e la Russia la mantiene anche adesso nonostante ormai i molti chilometri di distanza?
    Stessa cosa per una serie di isole Giapponesi, un pezzo di Romania, oggi Moldova e chi più ne ha più ne metta …
    Se Putin riesce ad occupare tutto il Donbass ed il sud dell’Ucraina evidentemente intende fare lo stesso.
    Per la Crimea, invece, la cosa è leggermante diversa perché sembra che quando fu donata da Kruschev (Ucraino) all’allora Repubblica Socialista Ucraina, non fossero state rispettate tutte le formalità costituzionali sovietiche (e pensare che in URSS erano così attenti …) e quindi tale donazione sarebbe giuridicamente nulla.
    Una circostanza abbastanza irrilevante visto che il diritto, come detto, alla fine purtroppo è solo quello del più forte.
    Chiudo con la Dalmazia, un territorio abitato da italiani (ancora negli anni 80 lungo la costa, nonosante tutto, c’era ancora chi parlava veneto) che abbiamo completamente e senza un reale motivo abbandonato due volte: la prima a quel macellaio di Tito e la seconda quando abbiamo consentito senza colpo ferire che fosse spartito tra Slovenia e Croazia, diluendo così in questi due nuovi stati definitivamente ogni loro residua speranza di rappresentanza.
    Ma se c’è qualcuno che ancora oggi inneggia all Foibe o comunque fa finta di non vedere o in quache modo giustifica il disastro istriano-dalmata del dopo guerra, si capisce subito il perché di quella politica e pure delle censure che si vorrebbero seguitare ad imporre, pur dopo aver cambiato apparentemente casacca.
    Ridotto all’osso il problema italiano è sempre lo stesso: il grande deficit di cultura democratica soprattutto di chi espressamente si autodefinisce tale.

  7. Viscione scrive:

    comunque, aldilà di essere pro o contro Putin, se si fa un giro sui vari social, quelli che criticano il presidente ucraino sono molti più del previsto

  8. Pierpaolo scrive:

    Ma il parlamento in Italia a cosa serve? Tanto ci sono Draghi e il PD che decidono per tutti! Viva la democrazia occidentale! Tanto l‘ Italia andrà sicuramente in default! Poi chi si ringrazia? Letta? Il PD? Draghi? Robertino sbirulino? Mi raccomando Eretico continua a sostenere il simpatico popolo Ucraino altrimenti poi gli scikke ti fanno la ramanzina… PS Io in Ucraina ci sono stato per lavoro e francamente sapere che rischiamo di fare il tonfo per salvare quella gente…mi provoca un potente effetto centrifuga nella zona del cavallo! Mi raccomando continuate ad ascoltare gente come Tocci, Severgnini, Giannini, Calabresi, etc etc…

  9. Holden Caulfield scrive:

    Chissà cosa ne pensano quei geni dei bloggers complessisti, in attività o in pensione, dell’ insistenza con cui Svezia e Finlandia chiedono di entrare nella NATO. Quando c’era da gestire il covid erano il non plus ultra, gli unici che ci capivano qualcosa, oggi invece saranno senz’altro diventati tutti strulli. Probabilmente sarà stato un effetto collaterale del vaccino…

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