Eretico di SienaMercoledì scolastico: Vademecum per i genitori (I) - Eretico di Siena

Mercoledì scolastico: Vademecum per i genitori (I)

- 20/11/13

Riprendiamo la consueta rubrica del mercoledì sulla scuola, affrontando (in due puntate) il delicato, delicatissimo rapporto fra genitori e scuola: arrivare al tanto decantato “patto educativo” è davvero cosa ardua, in certi casi.

Negli ultimi giorni ci sono stati episodi davvero piuttosto gravi, con genitori (in un caso, uno era un poliziotto!) che hanno verbalmente, e non solo, aggredito il docente, reo di avere messo in dubbio che l’elaborato del figlio fosse farina del suo sacco. Che i genitori abbiano, in linea generale, un atteggiamento diverso rispetto a quello, spesso reverenziale e supino, tenuto dai loro genitori, è un dato di fatto. I docenti lo vedono, lo sentono, lo respirano: in sé, non sarebbe certo un male. Come per tutti i lasciti sessantottardi, però, siamo passati dalla padella alla brace: ben venga un atteggiamento diverso da quello tenuto 40 anni or sono, giacchè sarebbe anacronistico e fuorviante non vedere che la società stessa è cambiata drasticamente, rispetto ad allora; nello stesso tempo, però, alcuni atteggiamenti genitoriali (fortunatamente non certo di tutti!) sono da censurare, e spesso i Presidi-manager sono silenti complici di certo debordare genitoriale.

Vediamo quindi di mettere certi puntini sulle i, con questo Vademecum del genitore-modello, scolasticamente parlando: i giudizi sui docenti, i genitori li danno eccome (in qualche caso, anche dimostrando non poca perfidia, e non parlo per cosa vissuta di persona), quindi anche noi possiamo prenderci una salutare rivincita, no?

1) SIAMO DOCENTI, NON CONFESSORI. Temibilissimo è l’atteggiamento del genitore che, appena arrivato, sente di scaricarsi la coscienza, come (immagino) il peccatore con il confessore. Consiglio ai colleghi: fare sfogare per non più di 2 minuti d’orologio, poi prendere in mano la situazione, anche in modo semibrusco. Altrimenti si sforano i tempi.

2) SIAMO DOCENTI, NON ASSISTENTI SOCIALI. Va da sé che si deve tenere conto di tutto il contesto in cui il ragazzo/a si muove, ci mancherebbe; ma noi siamo pagati (poco) per insegnare, non per altro. Dobbiamo essere attenti osservatori delle relazioni in classe, per esempio, e parlare di ciò con i genitori. Questo sì. Molto altro, però, non possiamo fare. Consiglio ai colleghi: non destinare al metacognitivo – salvo casi specifici – più del 20,30% del tempo dell’incontro.

3) SIAMO DOCENTI, NON SEMPRE A DISPOSIZIONE. Arriva un genitore fuori orario, o senza appuntamento (ove esista, come nella mia scuola)? Nel modo più gentile possibile, salvo casi eccezionali (genitori residenti lontano dalla scuola, può capitare), il genitore va spietatamente liquidato. Consiglio ai colleghi: per dire di avere fatto cosa buona e giusta, l’operazione di eliminazione del genitore non deve durare più di un minuto, un minuto e mezzo al massimo. Altrimenti, tanto vale parlarci come se avesse un appuntamento.

4) SIAMO DOCENTI, UN PO’ DI RISPETTO, PLEASE! Premesso che ovviamente vale la regola della reciprocità assoluta, censurabilissimi sono alcuni comportamenti genitoriali, durante i colloqui: vi assicuro, molto più frequenti di quanto forse si pensi. Ne cito due: l’uso, spesso malcelato (per non dire altro), del chewing gum; il suono del cellulare (anni fa, se ben ricordo, assistetti al mio record: quattro chiamate in un colloquio!).

Il prossimo mercoledì, daremo qualche altra norma per il nostro semiserio (più serio, che semi) Vademecum del genitore (scolasticamente) perfetto.

Postilla: non vorrei, con questo pezzo, avere intimidito i genitori che devono venire a conferire con lo scrivente (ricevo il venerdì, dalle 10,30 alle 11,20): venghino, genitori, venghino…

18 Commenti su Mercoledì scolastico: Vademecum per i genitori (I)

  1. anonimo scrive:

    La controriforma cristallizzò la Chiesa, dopo sono state fatte tante riforme ma nulla è stato agile come prima, il sessantotto cristallizzò la scuola, sono state fatte tante riforme ma tutto è stato molto più immobile di prima.
    Risultati, chiese vuote e tanti disoccupati.

  2. Nunzio Filogamo scrive:

    Pagato poco?????????????con i tempi che che corrono,un po’ d’ore la mattina,due compiti corretti il pomeriggio,Natale,Pasqua,feste comandate a casina,e d’estate lo show dei 2 mesoni a girellino!ma di che parli eretico?

  3. Magico Vento scrive:

    Caro Eretico, visto che tratti il delicato rapporto genitori-docenti colgo l’occasione per un quesito: la premessa è che ho avuto sempre molto rispetto per la scuola come Istituzione tanto è vero che non ho mai visto di buon occhio l’intrufolarsi sempre maggiore dei genitori nell’affaire scolastico con risultati che in qualche caso vanno verso la quasi delegittimazione dell’Istituzione scolastica medesima. Per cui ti chiedo: ma un genitore che affida suo figlio all’istituzione scolastica e parla con i professori si dallo stesso scalino ma con quella forma di rispetto che ritengo dovuta e che è servita anche a mio figlio nel rapporto con i propri insegnanti è un personaggio d’altri tempi? No perché io, salvo per un caso all’elementari – dove tra l’altro non intervenni personalmente ma mandai a colloquio uno psichiatra infantile di fiducia – fino ad oggi mi sono sempre comportato così.

  4. MaxVinella scrive:

    Un tempo i docenti, specie quelli di liceo, godevano di un prestigio sociale oggi inimmaginabile e riuscivano facilmente a mettere in soggezione i genitori degli alunni, quasi sempre di cultura ed istruzione inferiore.

    Oggi questo rapporto si è quasi del tutto ribaltato : i docenti sono considerati spesso degli sfigati, ridotti ad insegnare perchè privi di altri e meglio remunerati sbocchi professionali ed i genitori degli alunni, spesso affermati professionisti o ricchi imprenditori, si sentono legittimati a trattare i professori come ottusi burocrati non all’altezza di educare e trasmettere conoscenza alla loro preziosa prole !!

  5. wolf scrive:

    Ti rispondo solo per il punto 2. Premetto che non è personale, mi a figlia è ormai grande e fortunatamente non ha mai avuto problemi scolastici. Specialmente gli insegnanti di scuola media, pur non dovendo essere assolutamente assistenti sociali (men che mai nei confronti dei genitori), sono quelli che hanno a che fare con i ragazzi nel momento più difficile della loro giovinezza, hanno dei cambiamenti immani a tutti i livelli da quello fisico a quello scolastico, quindi provare ad interpretare i loro disagi mi sembrerebbe doveroso in quanto non sempre a casa sono così interpretabili, probabilmente anche per la pigrizia mentale dei genitori. A quella età c’è chi il salto la fa a 11, chi a 12 ecc. quindi almeno essere capaci, di capire bene le mancanze ed un suggerimento ai genitori per risolverle mi sembrerebbe opportuno, se non doveroso. Oppure trovare la soluzione ai problemi proprio non ti piace? (o non ti riesce?)

  6. anonimo scrive:

    E poi vedi Eretico, una delle cose che ferma la scuola sono i brevetti e i diritti d’autore. Allora questi dovrebbero durare massimo dieci anni. Poi basta, in maniera che se fra tante cianfrusaglie scritte c’è qualcosa da riprendere possa essere ripresa senza incorre in sanzioni. Invece si deve girare sempre intorno a vecchi ferrivecchi. Con sempre le solite teorie politiche fallite del marxismo e del liberalismo.

  7. ofelia scrive:

    devo dare ragione al primo anonimo: gli insegnanti , rispetto ad altre categorie di lavoratori, hanno molto di più…non lavorano 40-45 ore a settimana senza alcun tipo di ferie, anche se comandate dalla società….il loro non è un lavoro meccanico, tutt’altro….quindi si lamentino poco, sono fortunati e la mia mamma ha insegnato 35 anni nelle scuole, quindi un poichino so anche io come funziona…..

  8. ofelia scrive:

    …insomma, quello che vorrei far passare è: lamentiamoci poco…noi giovani per lavorare dobbiamo “fuggire”, chi rimane a Siena e lavora in questo modo è già fortunato…oggi le scuole offrono comqune posti di lavoro “agiati” rispetto ad altri…e poi,caro ascheri, che significa “guadagno poco”? tra i 1300 e 1500 eurini al mese (se nn sbaglio, vero?) ti sembra poco?! io nn arrivo a 900,00 e meno male che non ho ancora “famiglia” altrimenti sarebbe un gran casino…..

    • Eretico scrive:

      Ringrazio molto Anna G. per i complimenti, e ad Ofelia dico semplicemente questo: so bene che rispetto a tanti giovani iperprecari e del tutto sottopagati (come ovviamente sono stato anche io), quella cifra è tanta roba. Il mio era un discorso comparativo rispetto ad altre professioni, a cui si accede in modo diverso, per così dire.
      Quanto alle ferie, cara Ofelia, si vede che leggi poco il blog: ho più volte presentato ciò come un privilegio della categoria. Controllare per credere.
      Wolf: io ci provo, a risolvere. Spesso senza riuscirci.

      L’eretico

      • Wolf scrive:

        su questo ci credo i genitori sono roba da pazzi nel difendere i figli anche quando non ne hanno nessun motivo, io ho avuto esperienze nello sport e in contrada, spesso sono loro che rovinanno i ragazzi, ma non sempre.

  9. Anna G scrive:

    Ho letto sul Santo l’articolo relativo a tua figlia. La curiosità mi ha spinto a cercare su internet ed ho trovato uan foto ed un video. Naturalmente tantissimi complimenti e un’osservazione: ti assomiglia in modo impressionante!

  10. ofelia scrive:

    ok sul privilegio…almeno un docente che nn nega l’evidenza…..ma te dici giovani sottopagati “come sono stato anche io”…e perchè ora che sei? “vecchio”?? andiamo, sei un “fortunato” della società, certo hai “faticato” per arrivarci, ma insomma: lavori a Siena, sei pagato nella media, per andare a lavoro non devi prendere treno o macchina per (es) centinaia di km, non hai (presumo) capetti che quando possono vigliaccamente cercano anche di metterti le mani dove vogliono loro ( e se li guardi male, non sei furba, sei una “scemetta”…) insommma, caro ascheri,lamentiamoci poco…e buone lezioni..io intanto mi consolo con shakespeare………….

    • Anna G scrive:

      Mi sembra di essere tornata indietro di almeno cinquant’anni, quello che dovrebbe essere più o meno normale (un lavoro che ti sei guadagnato con merito e fai perchè lo hai scelto – così recita un articolo della Costituzione no?) oggi è considerato un privilegio. Sei fortunato se hai uno straccio di lavoro, non importa se gli stipendi sono fermi a tre o quattro anni fa, ritenute che te lo rimangiano mezzo, ma magari averlo. Stiamo perdendo tutti i diritti che faticosamente i nostri avi si erano conquistati e non si vede un cavolo di segnale che possa farti sperare che qualcosa cambi

  11. giovanni scrive:

    Gent.le Professore. Mi spiace che lei, mi auguro con ironia, fornisca indicazioni così rigide sul rapporto genitore/docente. Mi spiace soprattutto che il sentimento dominante che emerge dal suo scritto sia quello della sfiducia e della difesa a prescindere, come se genitori e docenti non possano che essere gli uni contro gli altri armati. Sicuramente la sua professione è difficile e la sua responsabilità grande, in positivo nella formazione dei ragazzi, ma anche in negativo quando invece di formare si lasciano lacune che poi non si potranno colmare, e non mi riferisco a lei in questo caso. Come Lei può ritenere che la sua professionalità e competenza siano inadeguatamente retribuite, così vi sono suoi colleghi che, con il suo stesso stipendio, secondo il giudizio di molti guadagnano anche troppo.. comunque non sta a me entrare nel merito e poi ogni lavoratore è portato a ritenere di non essere ben pagato, persino quei “manager” che pur fallendo ottengono premi o buone-uscite.. Tornando alla pax armata, genitori e docenti hanno ruoli diversi, scusi la banalità, e punti di vista diversi che auspicherei fossero complementari non antitetici. Certo il docente deve rispondere al bisogno formativo dell’alunno, ma ne intercetta la crescita e spesso la indirizza, non può e non deve sostituirsi al genitore, neanche quando il genitore, più o meno velatamente, “scarica” sul docente la sua apprensione o la sua inadeguatezza, neanche quando la sua cultura è superiore a quella del genitore. Così come il genitore non dovrebbe rifare tutto il corso delle elementari e delle medie assieme al proprio figlio/a. Perché da questa parte della barricata è questo che a volte succede. La scuola di oggi, così piena di nozioni, materie e docenti, almeno nella mia esperienza, non è in grado da sola di assolvere al suo compito e sono i genitori, a casa, a doversi sobbarcare molto spesso il peso dei compiti, delle spiegazioni, dei chiarimenti, non certo di sostituirsi ai docenti, ma sicuramente di aiutarli.. Mi sono in tal senso chiesto se la scuola di oggi tiene conto di quegli alunni che per vari motivi non possono avere un supporto familiare in tal senso. Mi chiedo poi se il mondo dell’informatizzazione abbia spazzato via anche il dubbio, visto che pochissimi prendono in considerazione l’ipotesi che non tutti sono in grado di prendere un appuntamento per un colloquio tramite un computer. Nessuno ha la formula magica, i docenti hanno il diritto di difendere la loro dignità e ricordare le loro competenze, soprattutto in un tempo in cui l’educazione, intesa anche come buone maniere, si è persa, ma credo che rispetto ed umiltà siano elementi da difendere e perseguire, anche con l’esempio, partendo dal principio che tutti possono sbagliare, noi per primi. L’autorevolezza viene riconosciuta, l’autorità imposta. Invito tutti ad un sforzo di comprensione, visto che l’obiettivo comune è quello dell’educazione e della crescita dei ragazzi, fermo restando le competenze di ognuno, auspicando una miglior collaborazione ed una fiducia maggiore tra genitori e docenti. Ai posteri l’ardua sentenza..

  12. Fede scrive:

    C’ho amici a Siena che mi dicono sempre che un fo una sega, e anche in Francia, dove insegno, ogni tanto c’è qualche fronda che se la prende con i prof. E’ stata fatta una ricerca da un istituto indipendente, di quanto lavori un prof in media fra casa e scuola, e il risultato è 43 ore virgola minuti a settimana. Aggiungo che alla scuola media in Francia non è come in Italia. Qui ci passano davvero tutti, e non è difficile ritrovarsi davanti piccoli banditi. Non voglio fare la vittima, ci mancherebbe, ma verso il nostro mestiere spesso manca quel rispetto che ci sarebbe ampiamente dovuto. Non facciamo niente di eroico, e conosco un pacco di colleghi che fanno da quindici anni la stessa lezione, ma è comunque un lavoro faticoso, spesso molto scoraggiante, e se non ci fossimo noi vorrei vedere la gente dove li terrebbe i figlioli! Venendo dalla disastrata Sienina bella ho imparato che un lavoro è un lavoro, punto, e devo dire che il mio neanche mi dispiace.

  13. Edoardo Fantini scrive:

    Io in vita mia non ho mai assistito ad un licenziamento di un insegnante: perché sono tutti bravi o perché il Ministero che li assume e li paga non controlla la qualità del loro lavoro? Lavorare non è difficile, il difficile è farlo bene, ma la scuola che pretende una certa qualità dagli alunni, che infatti vengono bocciati se immeritevoli, perché rivolge solo a loro la sua severità e non punisce anche i suoi stipendiati se le sono indegni?

  14. ex cathedra scrive:

    Malpagati,troppo pagati; oberati di lavoro, nullafacenti;classe dirigenti, no poveri sfigati che non hanno trovato di meglio da fare; faro per le nuove generazioni, al contrario: vittime di genitori arroganti e col suv ‘spaccaNapoli’. Tutto e il contrario di tutto ed il bello è che, secondo me, l’insegnante sta dentro tutto questo come il tuorlo nell’uovo. Perchè ci sono insegnanti troppo pagati per lo scarso impegno che ci mettono e altri sottopagati per lo sforzo profuso; docenti che hanno scelto con convinzione di salire in cattedra rinunciando magari a carriere più lucrose e altri che con il ‘concorsino’ a sanatoria si sono ritrovati, immeritatamente se pur legittimamente, una piccola guarentigia a vita e così via elencando.
    Spesso, però, dimentichiamo un aspetto dal quale non si può prescindere: che la scuola(intesa come insieme di persone, professionalità, regolamenti, leggi, leggine, riforme e controriforme ecc)non è mai riuscita, almeno negli ultimi 40 anni, a reggere il passo con i mutamenti della società nella quale è inserita ( mutamenti, ammettiamolo senza falsi moralismi, quasi sempre in peggio)incapace di proporre, se non a livello individuale, modelli alterativi virtuosi capaci di far breccia nei discenti e nelle famiglie, contrastando così la deriva etica che ci sta travolgendo.
    Perchè dunque meravigliarsi se le aule sono sempre più infestate da inconsapevoli teppistelli strafottenti , potenziali furbetti di domani? Perchè meravigliarsi se il genitore dà per scontato che la colpa degli scarsi risultati del pargoletto sia l’inadeguatezza del docente anzichè interrogarsi su quanto sta accadendo in casa propria? Perchè meravigliarsi se sempre più docenti, stretti come sono tra regolamenti che li caricano di responsabilità improprie, presidi che si voltano dall’altra parte e da bravi manager pensano solo al (ricco) 27 del mese e a non avere guai con la giustizia (ogni bocciatura ha già in tasca il suo bravo ricorso al Tar); perchè dunque meravigliarsi, dicevo, se sempre più docenti appaiono timorosi e demotivati?
    Gli utili e divertenti suggerimenti offerti dall’Eretico assomigliano a un piccolo manuale di sopravvivenza, se pur limitato al rapporto docente-genitore: salveranno gli insegnanti ma non salveranno la scuola.
    Segnalo un piccolo fenomeno di costume. Se chiedete ad un qualsiasi agente assicurativo vi dirà della crescita esponenziale del numero di polizze assicurative sottoscritte dagli insegnanti contro la responsabilità civile per quanto può accadere agli alunni affidati allo loro custodia in orario scolastico (il classico schiaffo mollato durante la ricreazione da un ragazzotto ad un coetaneo). Perchè se un tempo questi episodi si concludevano con una bella lavata di capo in presidenza e magari una nota sul registro ed un’informativa ai genitori, oggi è più proabile ritrovarsi in un’aula sì ma di tribunale.
    Davvero un bel progresso.

  15. maestro di vita scrive:

    io faccio il maestro di italiano e a me mi sono belle rotto i coglioni di essere preso per il culo dai babbi e le mamme che pensano di averci tutti dei geni in casa.

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