Eretico di SienaLa domenica del villaggio: "Corrispondenza", Bowie e Brueghel (con tre Ps) - Eretico di Siena

La domenica del villaggio: “Corrispondenza”, Bowie e Brueghel (con tre Ps)

- 17/01/16

Consueta domenica cultural-bloggeristica (mentre infuria la polemica politica in città, ma ne scriveremo martedì): la recensione dell’ultimo film di Giuseppe Tornatore, ” La corrispondenza”; la splendida mostra bolognese sui Fiamminghi, in particolare sulla dinastia Brueghel, nonché una riflessione sulla morte del cantante David Bowie.

Più un sano tris di Ps culturali, che ci sta sempre benone.

Buona lettura a tutti, dunque!

 

BRUEGHEL A BOLOGNA: UNA MOSTRA MEMORABILE

 

In mostra, nel bel palazzo patrizio Albergati (che ospitò financo lo Zar Nicola I di Russia, come da lapide all’ingresso), c’è in primo luogo la dinastia dei Brueghel, fondata dal capostipite Pieter Brueghel il Vecchio nel cuore del 1500, per arrivare fino a Ambrosius Brueghel (fine Seicento). Quattro generazioni di pittori, uno più bravo dell’altro.

E c’è anche lo splendore dello stile Fiammingo in quanto tale: così meravigliosamente attento ai dettagli; così eccezionalmente laico, se comparato al periodo coevo in Italia (pur non mancando, ovviamente, alcune tematiche sacre, mutuate dal visionario Bosch); così reattivo nel cogliere la gioia e la vitalità della Natura e del vivere in campagna (anche d’inverno, stagione amata assai da molti esponenti della suddetta dinastia, e vivamente ricreata).

La mostra è davvero ricca, incastonata sui due piani del palazzo Albergati; inaugurata il 2 ottobre, sarà in loco fino al 28 febbraio (13 euro biglietto intero, con audioguida compresa).

Talmente ricca e variegata, che non si sa donde iniziare, per raccontarla…una chicca assoluta, però, va data subito: sapete cosa sia la “tulipomania”? Trattasi dell’infatuazione collettiva che catturò molti europei nel XVII secolo a favore del tulipano, importato dalla Turchia. Il prezzo di un bulbo pregiato, salì ad un certo punto così in alto, da provocare la prima grande crisi finanziaria della storia dell’Occidente, attivando speculazioni di ogni genere, e facendo crollare il prezzo del prodotto.

Nell’ultimo periodo bruegheliano, anche di questo c’è traccia, grazie alle sontuose nature morte floreali…

 

“LA CONFESSIONE”: UN FILM DOLENTE

Una storia d’amore, anzi d’Amore: dunque complessa, difficile, inquieta – ed a tratti inquietante -, tormentata. Una relazione adulterina fra un sessantenne accademico, docente di Astrofisica, ed una sua studentessa che, per campare, fa la stunt-woman, forse anche per esorcizzare un incidente stradale in cui, con lei al volante, il padre perse la vita.

Una storia d’Amore 2.0, tutta giocata su chat, Skype e Sms: ma non solo e non tanto per la lontananza fra i due (quantomeno nella diegesi filmica), bensì per la morte di lui! Il quale, però, continua a farsi vivo dopo la morte, con doni vari e videomessaggi…

Grande, grandissimo sentimento da parte del maturo accademico – che vuole continuare ad esserci, con la donna, anche post mortem -, oppure solo grande egoismo e desiderio di controllo, sempre e comunque? Forse entrambe le cose, sembra volerci dire Giuseppe Tornatore, autore di soggetto, sceneggiatura e ovviamente regia dell’opera.

Opera ambiziosissima, capace di porre al centro i massimi sistemi (l’Amore, la Morte, la relazione fra i sessi); certo, con una seconda parte che perde un po’ di verosimiglianza, questo decisamente sì.

Ma indubbiamente il film merita di essere visto (magari poi per criticarlo): quando c’è Tornatore, il biglietto vale la pena pagarlo. Poi metteteci la musica di Ennio Morricone (capace di accompagnare, in modo suadente, i due amanti dall’inizio alla fine), e due attori del calibro di Jeremy Irons – dolente ed accattivante come ai tempi del “Danno” – e di Olga Kurilenko, e non resta che aspettare il buio in sala…

 

DAVID BOWIE: BRAVO ARTISTA, MOLTO SOPRAVVALUTATO

In settimana, se ne è andato David Bowie, lasciando giustamente nella costernazione i suoi tantissimi fan all over the world. Lo diciamo subito, per evitare gli isterismi dei talebani che pare abbiano invaso la Rete per tacitare chiunque dissentisse dalla santificazione automatica dell’artista: l’uomo aveva grandi qualità canore (ci mancherebbe!), un genuino e poliedrico talento istrionico (fu anche mimo ed attore), nonché una sua personale creatività a livello di vestiario, di look (peraltro non certo rarissimo, nei Settanta).

Alcune canzoni, indubbiamente, sono degne di particolare nota (penso a “Space oddity”), e sono state capaci di resistere agli anni, rectius ai decenni: bravo artista, dunque, capace di preparare artisticamente la propria morte (pensate a “Lazarus”).

Per la nostra impostazione desanctisiana dell’artista, però, Bowie merita in pieno gli onori delle armi, ma non si può e deve inserire nel novero dei Sommi cantori della musica leggera degli ultimi decenni; lasciamo stare le sue simpatie nazistoidi, tralasciamo il suo percorso biografico “accidentato” a livello di droghe, e teniamo il punto: in una carriera così lunga, i capolavori non sono poi così tanti.

Che riposi in pace, dunque; come non si deve fare di qualunque vittima un martire, così non è necessario fare di tutti i validi e longevi cantanti dei modelli di Arte ed in definitiva di Vita. Così è, anche se non vi pare…

 

Ps 1 Se ne è andato uno degli attori-cult di Pier Paolo Pasolini, Franco Citti, colui che fu il pasoliniano Accattone. Aveva ottanta anni (classe 1935); dopo il primo film, fu Edipo, cannibale (in “Porcile”), Satana (“I racconti di Canterbury”), ser Ciappelletto (nella versione pasoliniana del “Decameron”), un autentico demone (ne “Il fiore delle mille e una notte”), ed altro ancora (“Mamma Roma”).

Aveva la faccia della borgata, le rughe del fango, e PPP – neorealista sui generis – lo scelse per questo, affrancandolo dalla pristina vita.

Ps 2 Oggi, Sant’Antonio abate. Stimolantissimo intervento di Marino Niola (Repubblica  odierna, pagg. 36-37); rappresenta l’anacoreta che sa resistere alla tentazione (da cui la special partnership con il maiale, simbolo ed “icona della debolezza congenita della carne”). A proposito di Brueghel il vecchio, Niola ricorda lo stupore di Flaubert – nel 1845 – davanti all’opera del maestro fiammingo, rappresentante l’eremita tentato dal demonio.

Con Sant’Antonio, infine, si apre il Carnevale. Ma oggi – che è Carnevale tutto l’anno e la Quaresima non esiste più – ha ancora senso il Carnevale? Credo che avremo modo di riparlarne…

Ps 3  Da Repubblica di mercoledì scorso: il 20% degli italiani NON legge un libro o entra in un teatro nell’arco di un anno (al cinema, magari va, immaginiamo a vedere cosa); dati tristissimi, sebbene prevedibili.

Oggi l’ignoranza non ha più alibi di nessun genere, a differenza di ciò che è stato per secoli e secoli: se uno non legge, se uno non si documenta, è un ignorante. E tale – bando al politicamente corretto – lo si può tranquillamente chiamare…

 

10 Commenti su La domenica del villaggio: “Corrispondenza”, Bowie e Brueghel (con tre Ps)

  1. VEDO NERO scrive:

    Mentre leggo questo blog si sta consumando un’altra stazione della Via Crucis della Banca e per Siena. Le peggiori previsioni (-14% in Borsa) si stanno avverando siamo alla resa ed i colpevoli di questo sono ancora0 tra noi tranquilli e con il malloppo al sicuro. Vorrei sapere cosa pensano gli omini degli orti e donnine della cooppe al sempre più vicino viaggio senza ritorno del Monte da Siena. Domani con la speculazione si prevede facilmente un rialzo, ma sempre inferiore alla perdita odierna, tre passi nella fossa ed uno fuori. Torno ai ps, onore a Citti, è sempre Carnevale (per Siena è la Passione senza Pasqua), l’ignoranza domina il mondo e non vedo vie di uscita, il potere dell’informazione deviata è diffusa ovunque e non credo alla favola delle nuove tecnologie (pc, tablet, wi-fi e simili) perché se non ci sono le idee valide non influenzate dalla moda del momento tutti questi media non servono a nulla. La regola principale è pensare con la propria testa e leggere sempre e di tutto perché come disse qualcuno: conoscere è potere.

  2. VEDO NERO scrive:

    A me Bowie non è mai piaciuto, mi spice che sia morto, ci mancherebbe, ma mi ha sempre annoiato con i suoi travestimenti.

  3. Eretico scrive:

    Caro “Vedo nero”, concordo praticamente su tutto.
    Compreso sulla fine di Mps (su questo blog anticipata da 3 o 4 anni): ma dell’attualità torneremo ad occuparci domani sera.
    Con uno scooppino che dimostrerà (pur non essendocene grande bisogno) l’inanità assoluta di questa Giunta.

    L’eretico

  4. Marco Burroni scrive:

    Mi spiace Eretico ma questa settimana non sono assolutamente d’accordo: ” La corrispondenza” a me è sembrato il peggior film di Tornatore, l’idea di fondo è molto originale ed interessante, ma la realizzazione è tremenda. Nel film non si salva praticamente niente, dalla regia alla sceneggiatura, ma la parte peggiore sono i dialoghi al limite della comicita involontaria.
    David Bowie: anche se non sei d’accordo in realtà lui era veramente una delle menti più geniali e lucide della musica contemporanea.
    Dici che ha scritto pochi veri capolavori? A me non pare, Bowie anzi ha creato molte delle mode musicali degli anni ’70 e ’80, dal glam rock al soul alla trilogia berlinese che anticipa la new wave, a “let’s dance” che anticipa un certo pop patinato anni ’80. E che dire poi della sua capacità di unire alla musica l’aspetto visivo ( oggi si direbbe multimediale…). Insomma, un artista a tutto tondo che merita tutti gli onori che gli sono tributati post-mortem.
    Riguardo poi alle “simpatie nazistoidi” forse ti confondi con qualcun altro.

    • semplici8 scrive:

      Concordo in pieno su Bowie, aggiungerei che ha letteralmente salvato la vita a due artisti straordinari come Lou Reed e Iggy Pop.

  5. Fede Lenzi scrive:

    Su Bowie (BOVI, come direbbero a Siena): AMEN. Immagino già domattina i lettori del blog, alla Croce del Travaglio, a dirsi, quasi di nascosto: a’ letto? All’Ascheri un li garba BOVI! Caro Raf, de gustibus… ci mancherebbe, ma davvero sentivi la necessità di dirci che non ti garba? Se non ti garba non ti garba, come a me per dire non sono mai garbati Vecchioni o Pino Daniele, ma perché sarebbe sopravvalutato non lo capisco. Anche i Rolling Stones hanno fatto dischi pippa. Ma poi le loro canzoni, dell’uno o degli altri, accompagnano le nostre vite, e quando la loro voce si spegne ci sentiamo parecchio più soli. Poi ce lo dici chi ci metti nel novero dei Grandi Cantori? C’è anche qualche ballabile?
    Dai, aspettando lo scooppino di domani:
    https://www.youtube.com/watch?v=9KWVtcAxKYA

  6. Poveri a partita iva scrive:

    Caro Eretico, in Italia non si va abbastanza ai musei? non si va al cinema? Non si vanno a vedere le mostre? Scusi tanto ma chi se lo puó permettere? Andare a Bologna significa prendere un mezzo, andare a firenze (sig) prendere il treno, andare a bologna, eventualmente un taxi, pagare i biglietti, e fare il percorso a rovescio. Ma quanto ci costa? Andare in auto? Tra la benzina e le autostrade (aumentate!)… Con 2 figli agli studi no possible.
    Quindi blablacar ben venga, film su internet anche e libri solo sul kobo. Infatti ho potuto leggere solo sua sanità perché l’ ho scaricato dal suo sito. Non ho capito perché gli altri sono solo cartacei e non li pubblica in modo digitale. Sarebbe meglio che farseli prestare da chi li ha già letti.
    Buona giornata

    • Eretico scrive:

      A “Poveri a partita Iva”:
      poni un problema giusto, sacrosanto: quello dei costi, spesso non indifferenti, delle fruizioni culturali.
      Su questo, in parte ti dò ragione: in particolare, con il “bonus cultura” renziano (i 500 euroni annui), un professorino è decisamente avvantaggiato, rispetto ad altri, per la fruizione culturale (anche perché poi dovrebbe veicolarla, giorno dopo giorno).
      Ciò detto, ritengo che – non sarà il tuo caso – tante volte si privilegi ALTRO rispetto alla Cultura. Da parte mia, solo le spese sanitarie sono intangibili: sul resto, si potrebbe tagliare a favore della suddetta fruizione culturale. A scuola, con i ragazzi, lo vediamo cotidie: per gli smartphone non si taglia, per una manciata di euro per un museo in più sono discussioni…

      A Fede Lenzi e Marco Burroni: mi aspettavo le critiche, e queste sono garbate ed argomentate. Resto, ovviamente, della mia idea su BOVI…

      L’eretico

  7. valgrassi scrive:

    giunto alle ultime pagine di “2019”, mi sorprendo che ti sia piaciuta “La Corrispondenza”. Ti sarei grato se mi comunicassi la tua email privata, ho una domanda su Siena e confido che mi potresti aiutare.
    Keep on trucking!

  8. Eretico scrive:

    La mia mail privata (non è la prima volta che la pubblico) è la seguente:
    raffaeleascheri@hotmail.it

    “La corrispondenza” ha sicuramente molti punti deboli (che mi pare di avere evidenziato, no?), ma è film capace di affrontare tematiche forti: al giorno d’oggi, mi pare già un bel risultato, no?

    L’eretico

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