Eretico di SienaLa domenica del villaggio: un film, Madama Butterfly, Gentiloni - Eretico di Siena

La domenica del villaggio: un film, Madama Butterfly, Gentiloni

- 11/12/16

In questa domenica cruciale per le sorti di Mps, il blog si butta sulla Cultura (ma in qualche modo saremo ANCHE sull’attualità); si parte con la recensione del film “è solo la fine del mondo” di X. Dolan; dipoi una riflessione, che parte da uno scoop, sulla Madama Butterfly, riproposta in settimana alla Scala. Terzo argomento, una salutare rinfrescata storica sul Patto Gentiloni, ed un commento sull’aristocrazia che torna al potere.  Dulcis in fundo, gli estremi della presentazione del romanzo ereticale “Scene da un matrimonio”.

Buona lettura, dunque!

UN FILM SULLA POLVERIERA FAMILIARE

Alcuni dialoghi sono portati fino all’estenuazione (come spesso accade nei film quasi tutti girati in interni), forse non tutto il materiale psicologico è gestito alla perfezione dal regista (stiamo parlando di un autore 27enne!), ma l’ultima fatica di Xavier Dolan è comunque meritoria.

Le asprezze, le incomprensioni, la rabbia trattenuta a stento (e non sempre) in una famiglia, vengono alla luce nel momento in cui l’artista della famiglia – lo scrittore gay, il mediano dei tre figli – torna a casa, dopo 12 anni di assenza volontaria. Gravemente malato, va per salutare i familiari (in primo luogo la madre), ed a vedere i luoghi dell’anima, nonché per annunciare la sua imminente dipartita da questa valle di lacrime; ce la farà, o meno, a dire il così difficile da dire? Questo quesito lo lasciamo – come è giusto che sia – agli spettatori futuri.

Certo, la famiglia che Dolan ci squaderna davanti agli occhi è una autentica polveriera di pulsioni (spesso negative), pronte ad arrivare alla violenza verbale ed a quella, a stento trattenuta, del cazzotto (il fratello dello scrittore, l’intrattabile Vincent Cassel, è aggressività allo stadio puro: il complesso di inferiorità viene fuori, nel finale).

Un film con tanta plausibilità psicologica, nonché ben poco natalizio, dunque: e già questo è un bel regalo, no?

 

LO SCOOP SU MADAMA BUTTERFLY

Uno dei capolavori di Giacomo Puccini, Madama Butterfly, è tornata agli onori della cronaca culturale per la Prima di Sant’Ambrogio alla Scala. In primo luogo, i dati Auditel dimostrano che se la Rai osasse qualcosa dal punto di vista culturale, in qualche caso ci guadagnerebbe anche come share; oltre a ciò, è stata fatta piena luce su uno dei misteri su cui generazioni di melomani, e non solo, hanno dovuto scervellarsi: perché mai, nel 1904, la Prima di quest’opera pucciniana fu clamorosamente fischiata alla Scala? Lo studioso Dieter Schickling (musicologo di chiara fama), sul Sole Cultura di domenica scorsa, svela finalmente l’arcano: si trattò di un autentico agguato che la famiglia Sonzogno (editore concorrente della Ricordi, che editava le opere pucciniane) seppe mettere in atto. Tutto ben organizzato. Se poi ci mettiamo che anche negli States l’opera non poteva essere ben vista ( il protagonista maschile, Pinkerton, è presentato come un puttaniere che va a fare shopping sessuale nel Giappone di fine Ottocento, aperto da poco agli stranieri), il tutto assume contorni ben definiti: durante la vita dell’autore (cioè per i venti anni successivi al 1904), Madama Butterfly non fu mai più riproposta alla Scala.

Eh sì, gli artisti – anche i Sommi – qualche volta devono fronteggiare anche queste angherie indirette, che diventano però ferali. In “coscienza di artista”, però, Puccini era sicuro di avere agito bene (devo le virgolette ad una lettera privata riscontrabile nel Museo pucciniano di Torre del lago, segnalatami dall’amico Antonio Batelli): e tanto basti…

 

GENTILONI PREMIER: L’ARISTOCRAZIA TORNA AL POTERE…

Ci occupiamo dell’incarico governativo a Paolo Gentiloni senza minimamente entrare nel merito dell’attualità politica, come uso di questa rubrica cultural-domenicale; però un paio di cose almeno da sottolineare, esulanti appunto dall’hic et nunc, ci sono davvero.

In primo luogo, il Nostro è discendente di quel Vincenzo Ottorino Gentiloni che fece il celebre Patto (non scritto, eh…) con Giolitti ed i liberali giolittiani, nel 1913, per cercare – con pieno successo, in quel caso – di sbarrare la strada ai socialisti, nell’anno in cui si votava per la prima volta con il suffragio maschile aperto a tutti. La paura fece novanta, ed il Non expedit di Pio IX del 1874 (già attenuato una decina di anni prima) fu mandato in soffitta, per sempre.

Come corollario del Patto, i cattolici gentiloniani brandivano un eptalogo, con sette richieste: fra le quali, difesa totale delle scuole private cattoliche, e lotta intransigente contro il divorzio. Ognuno faccia le sue riflessioni, ad un secolo di distanza…

Seconda ed ultima considerazione: con Paolo Gentiloni, torna a fare il Premier un aristocratico, uno che vive nel Palazzo avito nel cuore di Roma. Certo, un nobile con un percorso ben diverso da quello della nobiltà dell’ancien regime: un aristocratico passato per le occupazioni scolastiche, per l’onda lunga del 1968, poi per la sbornia ambientalista degli Ottanta (con Rutelli e Realacci e financo Chicco Testa!); ma pur sempre nobile, per Zeus: e giustamente – sia consentita solo questa chiosa – un aristocratico non può essere sottoposto alla defatigante prova delle urne, no?

Ps Mercoledì 14, alla libreria Senese alle 18, grande kermesse di presentazione dell’ultimo romanzo ereticale “Scene da un matrimonio”. In grande forma, introdurrà Vincenzo Coli; Sofia Rossi leggerà tre o quattro brani scelti, e poi – dopo la conclusione dello scrivente – ci sarà ovviamente spazio per interventi degli astanti. Visto che oggi, per molti, la presentazione di un libro è una scusa per ingozzarsi a sbafo, lo diciamo subito: non è previsto alcun rinfresco, alla fine della serata!

Ps 2 Martedì, grande puntata de “Il martedì dell’eretico”: finestra su Mps, con gli ultimissimi sviluppi e qualche retroscena; più doppia intervista: al pentastellato Luca Furiozzi, e ad Antonio Degortes. A 360°, come si diceva una volta…

14 Commenti su La domenica del villaggio: un film, Madama Butterfly, Gentiloni

  1. Marco Burroni scrive:

    Commento alla chiosa, che mi pare una caduta di tono: qualsiasi governo che ottenga la fiducia delle camere è legittimo, la sciocchezza di un presidente del consiglio eletto dal popolo non mi pare degna di un “partigiano della costituzione” come te.
    Sarebbe il caso invece di tirare le orecchie ai rappresentanti che tu hai eletto e che non riescono a far nominare un presidente del consiglio più consono ai tuoi valori.

    Riguardo al Ps 1 una domanda: il libro uscirà anche in formato ebook?

    • Eretico scrive:

      Caro Marco,
      a parte il fatto che era una battuta, so bene che il buon Gentiloni non doveva certo essere eletto dal popolino (anche perché non sarebbe mai stato eletto!), l’ho scritto solo per rimarcare il fatto che il neopremier – pur essendo di fatto un politico di professione – voti ne ha sempre presi pochini: vedasi le Primarie romane, for example.

      No, il libro NON uscirà in formato digitale: e non solo perché siamo partigiani sfegatati del cartaceo (pur essendo blogger…), ma anche perché i dindini – pochi o tanti che ne scappino fuori – stentano ad arrivare, dal 2.0. Provare (con un e-book) per credere!

      Grazie davvero a Carlone (Bsg) per la presenza, e auguri per la nuova avventura!

      L’eretico

  2. Anonimo scrive:

    Ciao Raffaele . Cercherò di venire . Per me che sono a dieta è un bene che non ci sia il buffet . Buon libro a tutti

  3. Anonimo'50 scrive:

    Condivido in pieno il ritratto del soggetto.un soggetto chre in 30 e passa anni non si e’ mai preso di petto con nessuno nei dibattiti televisivi ( e’ ufficiale ) definirlo “uomo di gomma” credo sia un complimento . Uomo che si e’ adattato a tutte le stagioni : dal 68 alla stagione dei verdi ne abbiamo visti di simili soggetti che hanno cavalcato l’onda del momento con leggiadria ,leggerezza e compassato distacco cosi’ come si conviene alla sua schiatta e quel tanto di puzza sotto il naso
    ( perche’ il popolo puzza ) . Bel capolavoro questo referendum , ne vedremo delle belle!!!!!!!

    • nomi e soprannomi scrive:

      A proposito del neo premier citato in queste ore sui giornaloni (fiorentino escluso troppo renziano per osare ):Cipria, Biscottino, Moviola . ah già! dimenticavo il soprannome: Gentiloni

  4. Edoardo Fantini scrive:

    Ecco un’altra notizia di storia d’Italia che ci dà il Prof. Raffaele Ascheri: le elezioni del 1913 furono tenute con il suffragio politico maschile aperto a tutti. Sarà vero? No che non è vero, difatti nella Gazzetta Ufficiale n.176 del 29 luglio del 1913 fu promulgato il testo unico della legge elettorale politica, che individuava come elettori tutti coloro (la legge riporta proprio “coloro”, in realtà le donne erano escluse perché per consuetudine non avevano mai votato e fino al 1925 non poterono farlo, anche se il diritto a loro concesso quell’anno riguardava esclusivamente le amministrazioni e non il Parlamento) che avessero compiuto 30 anni, oppure 21 anni ma avessero fatto il servizio militare, conseguito la licenza elementare e pagassero almeno tasse annuali per almeno 19,80 lire. Di fatto erano il 9,4% della cittadinanza italiana. Ovvio che quel 9,4% fosse riferito a tutta a la popolazione italiana, comunque come si vede bene nel 1913 non per i tutti i maschi ci fu la possibilità di votare.

    • Eretico scrive:

      Ben conosco – ed umanamente capisco – l’innalzamento adrenalinico del dottor Fantini nello scrivere di questo (presunto) errore storiografico ereticale; gli rispondo volentieri (qui chiudendo il tutto, dunque lasciando senz’altro l’ultima parola all’illustre Fantini), dicendo che sui manuali di testo scolastico-universitari (nonché su Wikipedia, basta controllare) si usa scrivere che il Suffragio universale maschile fu effettivamente introdotto nel 1913, come scritto nel blog.
      Indubbiamente, Fantini ha ragione (ma non c’entra con quanto scritto da noi) che c’erano vari paletti ostativi, anagrafici e non solo; ma basti fare presente che ancora oggi, ovviamente, esistono paletti simili, per quanto inferiori (con relativa differenziazione fra Camera e Senato). Purtuttavia, si parla senza problemi di suffragio universale (maschile e, dal 1946, femminile), no?

      L’eretico

      • Edoardo Fantini scrive:

        Fumosa, a dir poco, risposta dell’Eretico, tuttavia mi piacerebbe sapere com’è che il sottoscritto è a conoscenza della legge elettorale del 1913 e non è pagato per insegnare storia, a differenza di tutti gli stipendiati per divulgarla ma che non ne sanno abbastanza visto ciò che scrivono sui manuali di testo universitari, Wikipedia. Eretico compreso, naturalmente…

        • Eretico scrive:

          L’assist è troppo ghiotto, caro il nostro Fantini! Diciamola una volta per tutte: il Fantini conosce la Storia MEGLIO, MOLTO MEGLIO di tutti i docenti (scolastici ed accademici) dell’orbe terracqueo italiota.
          Io proporrei, vista l’evidente ingiustizia del non essere pagato nonostante il cotanto sapere, che qualche Università gli desse finalmente una laurea honoris causa, e lo assumesse in pianta stabile. Ci batteremo affinché ciò accada…

          Concordo con il Giaguaro, e domani in trasmissione ne parlerò.

          L’eretico

          • Edoardo Fantini scrive:

            Se ci fai caso, Eretico, qualsiasi notizia invio ai lettori è riscontrabile, visto che ogni volta indico i documenti, leggi, date. Tutto è reperibile in rete oppure al circolo giuridico, a disposizione di un curioso come me e lo sarebbe anche per tanti docenti stipendiati dallo Stato che evidentemente tali ricerche non eseguono. Sarebbe bello che un’ Università mi assumesse? Più che bello sarebbe utile, ma non accadrà…

        • A.B. scrive:

          Caro Fantini, conoscere a menadito la storia italiana dalla nascita in quel di Predappio dell’amor suo alla funesta dipartita sulle sponde del lago di como nel 1945, non è una qualità da professore, quanto piuttosto da concorrente di lascia o raddoppia. Nonostante ció, come ho gia scritto, aspetto trepidante insieme a lei la nascita (o la crescita, potrebbe non mancare molto) di un nuovo duce che spazzi via lo schifo nel quale stiamo sprofondando, grazie anche all’infestazione di buoni maestri che sta trasformando l’italia in un paese da burla.

          • Edoardo Fantini scrive:

            Caro A.B. il punto di questa discussione non e’ relativo alla vita del Duce ma ad una legge del 1913, di quando cioe’ il fascismo non era iniziato eppure nel raccontarla vi si nota la totale mancanza di puntualita’. E non solo nei giochi del tipo Rischiatutto e’ richiesta la risposta esatta ma anche agli studenti interrogati a scuola. Permetti che dovrebbero essere formati meglio dai loro docenti? Ti sembra che, almeno relativamente al Ventennio,cio’ accada…?

  5. Il giaguaro scrive:

    Milano,venerdì 12 dicembre 1969,ore 16,30 ( mi pare),salone delle contrattazioni della Banca Nazionale dell’Agricoltura: scoppia la bomba di Piazza Fontana.
    Dodici morti,molti feriti.
    Fu subito coniata l’equazione:Piazza Fontana=Strage di Stato.
    Fu l’inizio della stagione delle stragi e di tutti gli attentati che per anni insanguinarono la nostra povera Italia.
    Ormai è Storia:fu il 1° tentativo di destabilizzare l’Italia ed arrivare alla messa in mora delle garanzie costituzionali.
    Va riconosciuta la fermezza ed onestà politica di Aldo Moro che si oppose sempre ad una simile deriva ed infatti gli costò la vita dieci anni dopo.
    Eretico,spero che nel tuo prossimo martedì saprai inserire un pensiero per questa tragica data.

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