Eretico di SienaRegalo di Natale (e tre Ps)... - Eretico di Siena

Regalo di Natale (e tre Ps)…

- 25/12/16

In primo luogo, auguriamo buon Sol invictus a tutti i lettori, anche a coloro che – eredi di cotal festività pagana e politeista – oggi saranno andati a Messa (ieri sera, un bel giretto in Cattedrale anche per lo scrivente, tra l’altro…).

In secondo luogo, veniamo al sodo: come regalino di Natale, per ritemprarvi nello spirito dell’orgia culinaria odierna, abbiamo pensato ad un Capitolo del nuovo romanzo “Scene da un matrimonio”, che sta molto piacendo a chi lo legge (ci sembrano sinceri, coloro che ce lo dicono…). Non sapendo che Capitolo scegliere, ci siamo affidati al Caso, con una sorta di rudimentale sorteggio (pilotato?): è uscito un Capitolo relativo alla formazione adolescenzial-sessuale del protagonista maschile, il macellaio Altero (da pagina 29 a 33, per la precisione).

Buona lettura a tutti, dunque!

 

ALTERO, RAVACCIANO: TANTI SCAPACCIONI E POCHE RAGAZZE…

Forse, arrivati intorno alla cinquantina, non siamo nient’altro che ciò che – nel bene e nel male – siamo stati da giovani, nient’altro cioè se non la summa di ciò che abbiamo fatto (o NON fatto) da adolescenti; di certo, conoscere la gioventù e l’adolescenza di Altero sembrerebbe confermare questo assunto.

Nato e cresciuto in un quartiere popolare e proletario dell’immediata periferia senese, Ravacciano, era stato giovane negli intensissimi Settanta; a Ravacciano – come da molte altre parti, anzi di più – c’erano i ragazzotti che le davano (le botte), e coloro i quali le prendevano (sempre le botte): il giovane Altero rientrava nella seconda categoria. Ma quello, in fin dei conti, sarebbe potuto essere un bell’apprendistato, un biglietto da visita per forgiare un carattere forte.

Di certo, invece, non era stato granché formativo l’apprendistato con leragazze. Che allora, a Ravacciano, si dividevano – a plateale differenza di oggi, in cui vige ormai l’indistinto – in due marcate categorie, agli antipodi l’una dall’altra: coloro che la davano, e coloro che no.

C’erano quelle che – senza nemmeno sapere bene di cosa si trattasse – respiravano l’onda lunga del 1968, ed erano aperte, disinibite, insomma sveglie (risparmiamo un quarto aggettivo, tanto prevedibile quanto inessenziale e sessista); poi c’erano quelle che, invece, erano ancora in qualche modo ancorate alla Casti connubi di Pio XI (1931), anche loro ovviamente senza sapere cosa fosse: quelle, per capirsi, con cui era impossibile anche solo pensare di arrivare fino in fondo, fino al matrimonio. Quelle – per essere ancora più concreti – che era un miracolo se ti mettevano la mano dentro i pantaloni (senza aprirli del tutto), quasi sempre lasciando l’onore dell’eiaculazione all’attività solitaria, e solipsistica, dell’imberbe maschietto.

In mezzo ai palazzoni non così brutti come detto e scritto da qualcuno, con una gran bella vista sulla basilica di San Francesco dall’altra parte della vallata, Altero era nato e cresciuto; svezzato dunque a suon di scapaccioni sia dai più grandi che dai coevi, non era tipo da sfogarsi vigliaccamente con i più giovani, come avrebbe potuto e come, in effetti, altre vittime, nel quartiere, erano solite fare.

I lunghi pomeriggi – soprattutto in primavera ed estate – trascorrevano nell’oratorio dell’Alberino, tra preti post-conciliari, partite di calcio in mezzo alla polvere che si librava nell’aria, e ovviamente chiacchiere – tante, tantissime, estenuanti – sulle ragazze; inizialmente, Altero falliva perché si era messo in testa di cercare ragazze davvero belle, magari addirittura più grandi di lui. Dopo un po’, iniziò invece a pensare di fallire per mera sfortuna: la ragazza x, si era appena messa con un altro, porca miseria; la ragazza y, si era appena lasciata con il suo ex, ma ne era ancora, inevitabilmente, coinvolta, porca miseria. Questi incastri sentimentali sembravano essere rivolti tutti quanti contro di lui, porca miseria.

Alla fine, verso i 17 anni, abbassata inesorabilmente la cresta dopo le tante delusioni, iniziò una sorta di pesca a strascico: cercava una ragazza, fra le tante in giro, purché fosse una ragazza, per l’appunto; in quanto tale, senza pretese di sorta: poteva essere belloccia di fisico e bruttina di faccia, o graziosa quanto a lineamenti  e un po’ scadente di fisico. Purché ragazza, sarebbe andato bene praticamente tutto.

E qualcosa, ovviamente, andando a strascico, trovò; iniziò ad uscire con Laura – che non gli piaceva più di tanto, anzi quasi per niente -, e che era ritrosa fuor di maniera: durò molto poco, e gratificò anche meno di poco; poi, trovò Serena, che aveva un gran bel corpo, ma una faccia un po’ – anzi parecchio – deturpata dall’acne, un acne evidentemente persistente ed ineliminabile.

Sarebbe stata una ragazza da letto, invece era un’altra adolescente da passeggiata e baci, baci e passeggiata: e questo Altero non lo sopportò per molto; di passeggiatine pomeridiane, condite da lunghe chiacchieratine sulle panchine, riguardo la scuola ed i programmi televisivi, si era francamente stufato.

Dipoi, per alcuni mesi, uscì con Domitilla, che gli garbicchiava un po’ di più, e con la quale si sarebbe potuto anche sperare di arrivare fino in fondo, magari: dopo l’altare, però, secondo il di lei parere: solo dopo l’altare, non prima…

Per concludere, arrivato ai diciotto anni, trovò Giusy, studentessa meridionale di Giurisprudenza – siciliana, per la precisione -, che gli piaceva davvero tanto, e con la quale FINALMENTE scoprì la gratificazione del primo rapporto completo; gli piaceva, Giusy, e gli sarebbe piaciuta anche se non gli si fosse concessa, figuriamoci avendogli detto sì. Aveva un paio di anni più di Altero, e si faceva chiamare Giusy da tutti, ma il suo autentico nome, preteso dal padre Carmelo – all’anagrafe di Alcamo -era Giuseppina Maria Carmela. Triplo nome che preferiva bypassare, a Siena soprattutto, con il suddetto Giusy…

Altero ne era preso alla follia, ma dopo una settimana dal primo rapporto, lei, dalla sera alla mattina, lo lasciò, lo scaricò senza tanti discorsi, facendolo sprofondare nella più grave delle prostrazioni.

Aveva conosciuto la cattiveria delle femmine – diceva il giovane per consolarsi, e agli amici per giustificarsi -, ed era affranto all’ennesima potenza; in effetti, con un po’ di ragione: Giusy – cioè Giuseppina Maria Carmela – era andata con lui solo per scommessa con due sue amiche e coinquiline, anch’esse siciliane, che insinuavano che lei – pur con i suoi fianchi prorompenti e le sue labbra carnose, di cui tanto era solita vantarsi – non sarebbe riuscita a trovare, entro un mese, un verginello senese da svezzare, da fare entrare nel mondo degli iniziati al sesso.

L’aveva trovato, invece, eccome se l’aveva trovato; non solo: come prova, aveva anche di nascosto registrato una sua confessione, in cui lui si apriva teneramente, con l’ingenuità dei diciotto anni, ammettendo di avere scoperto proprio con lei il piacere del sesso, per la primissima volta in vita sua, dopo tanta snervante attesa e delusioni molteplici.

Ottenne dunque la sua prima volta, ma anche l’umiliazione dell’abbandono e dello scherno condiviso, quantomeno nella cerchia delle amiche di Giusy: e meno male che, ancora, non esistevano i social…

Ps 1 In un Natale che ripropone la drammatica questione della convivenza con l’Islam, suggerisco di informarsi sulla straordinaria figura di Sadik Al-Azm (1934-2016), intellettuale arabo, innamorato della cultura araba e nello stesso tempo criticissimo dell’Islam. C’è un pezzo, davvero stimolante, di Sebastiano Maffettone sul Sole Cultura di domenica scorsa, a tal proposito.

Ps 2 Da vedere “Florence” di S. Frears; per la bravura di Meryl Streep (fuoriclasse assoluta, sposata ad uno Hugh Grant che fa sempre, immancabilmente, la stessa parte), ma non solo: è il dramma di una persona incapace nel canto (ma ricchissima), cui nessuno osa dire che tale è. Meditate, gente, meditate…

Ps 3 Ricordato, colpevolmente, solo da pochi: esattamente un secolo or sono (dicembre 1916), Grazia Deledda vinceva il Nobel per la Letteratura, prima ed unica donna a farlo.

22 Commenti su Regalo di Natale (e tre Ps)…

  1. Edoardo Fantini scrive:

    PS 3, l’Eretico è quindi fra i pochi che ricorda i 100 anni del Nobel alla Deledda ricevuto, scrive lui, nel dicembre del 1916. Ma un motivo c’è se i più non rammentano il secolo trascorso: la Deledda fu premiata nel 1926, non nel 1916. Probabilmente per festeggiare tutti gli altri aspetteranno ancora dieci anni, l’Eretico no lo fa stasera…

    • Eretico scrive:

      Chapeau di Santo Stefano, caro Fantini: 1926! Tratto in clamoroso inganno da un lungo articolo della brava Elisabetta Rasy sul Sole 24 ore Cultura del 18 dicembre, in cui appunto di dicembre 1916 si scriveva: non come alibi, ma per chiarezza verso i lettori del blog.
      Pensa che soddisfazione, caro Fantini, oggidì: sbugiardato il blog, ed Il Sole 24 ore insieme!
      Hai davvero preso due piccioni con una fava…

      L’eretico

      • Edoardo Fantini scrive:

        No Eretico, non è una soddisfazione mia bensì ma una mortificazione della cultura: aprire bocca e spararle su questo o quell’argomento senza timore di sbagliare, quindi di informare male, è purtroppo una cosa che accade ogni giorno e con disinvoltura. E la cosa accadrà ancora chissà quante volte se il metro di giudizio comune è come il tuo che difatti consideri “brava” questa Elisabetta Rasy.

      • Dato che il datologo e’ del territorio e non delle lastre
        Magari due colombacci con un colpo
        Torrenieri. Torreneri
        Ora mi spiego tante cose……
        Sicché non è colpa sua trattasi di influenza toponomastica

        Saluti al dottore.

  2. Con le fihe sete tutti da ripetizioni, no discussion sete tutti roba da famiglia ,a parte quando vi riesce di falle avvinare ,se poi vince i cavallone
    Allora i meno scemi che si so tenuti a trincare qualcosina combinano ma rischiano la
    Sgattinata sur più bello e poi i giorno dopo si provano a riaccostare la
    citta in questione che ovviamente un si ricorda più una sega da come l’aveva
    bella sti brodi ci restano anche male.
    Se uno poi c’ha la citta in un altra. Contrada quando il di lei cavallone
    Vince comincia a pesticciare fori dalla cena sperando(invano) di scampalla
    Ma se la. Citta e’ addirittura dell avversaria vanno in depressione alla
    N potenza ,che cominciano a rimuginare terrorizzati sulle ultime leticate
    E sulla quasi certa rappresaglia ,che i contradaioli(ma solo i meno scjaborditi li sfruttano) sti conflitti li sanno
    A mappatura totale è le fomentano tra un bicchiere e un costoleccio.
    C’è gente che poi va a vedere se ci so rimaste le ditate d’ unto nelle zone
    Prossime alla passera ma di solito tale opera e invano praticata ,dato che le vostre donne di solito all igiene intima ci tengono .(verificato di persona)
    Oltretutto come si dice da noi sulla passera le ditate e artri segni non Lasc iano tracce riscontrabili.
    Io un l’ho letto i tu’ libro ma ti è vi omaggio di una testimonianza da reporter indipendente che magari. Vi fate du risate che di solito avete (urtimamente assai parecchio) i musi lunghi fino in terra ,e magari per questo alle vostre fihe basta fagni fa du risate pe poi rimbecchivvi a mostro
    Chme pe’ la famiglia sete da podio alle olimpiadi.
    Pe le fihe da legapro.
    Ma c’è delle eccezioni poche pe fortuna nostra de labronici e de ruspanti maremmani che vi siamo grati della vostra atoscanita’
    Permalosi e ammusoniti ma da n’do sete arrivati?
    Quando le turiste tornano da sienina a chiedergli come era ti rispondono:
    Bella ma la toscana (e i toscani ) e meglio
    Ma dato che ora i noto cadavere e stato imbucato sarà meglio pe voi davvi una mossa che i turismo sarà a volte fastidioso ma c’ha sempre i su’ vantaggi economici e non ,gnamo mezzi toscani basta depressione .

  3. Ps: io alle vostre cene in contrada ovviamente mai stato ma co’ le. Vostre donne si è loro la raccontano così, non in pubblico ovviamente ma nell’intimità .
    Che c’è da divertirsi dopo, oltre che durante, sicché continuerò la frequentazione poi magari vo’ da Virzì e allora …..
    Artro che libri salaci ma comprensivi.
    Ma sara tutta pubblicità per la promozione del turismo sicche ….
    Vi toccherà titolammi anche quarcosa.

  4. Se un cavi attesa moderazione vol di che sei un altero e mezzo
    O che sei a tribbiatti dalle risate
    Tertium non datur

  5. luca francardelli scrive:

    buongiorno a tutti
    capisco che quello che scriverò è completamente al di fuori del post e dei suoi commenti e tanto l’Eretico giudicherà se pubblicarlo o meno.
    Volevo solo scrivere per ricordare Carlo Castellani, goliardo nella vita e nel lavoro. Ha saputo trasmettere a molti di noi che hanno avuto la fortuna di lavorarci insieme il gusto della battuta a tutti i costi, del riuscire a filtrare la vita attraverso le lenti ( lasciamo stare dove le prendeva) della leggerezza e dell’ironia. Insomma un grande.
    Scusate il fuori tema ma quaggiù a Campostaggia c’e’ un gran vuoto dentro di noi e ora che è passato dall’altra parte della siepe ci sentiamo tutti un po più soli.

    ad maiora

    • Eretico scrive:

      Caro Luca, benissimo venga il ricordo del dottor Carlo Castellani, molto conosciuto a Campostaggia, a livello professionale, e a Siena per l’attaccamento alla Robur e per la sua rinomanza di goliardo. Il gusto per la battuta (“a tutti i costi”), certo, non gli mancava: e questo, non può non piacerci…

      L’eretico

  6. Se era uno che vi faceva fa du risate fatelo santo ,che aveva capito meglio
    Di Bernardino di cosa necessitate.

  7. bankor scrive:

    Il super avvocato, oggi intervistato dallo spaghetto liberista di radio 24, sembra non condividere la scelta d’intervento dello stato nel salvataggio del mps, evocando un metodo di salvataggio bancario uniforme per tutta l’Europa. Ecco il punto, un metodo uniforme, e quale? Eppure dovrebbe saperlo l’avvocato che le banche tedesche sono state ricapitalizzate nel 2012 con 256 MILIARDI di euro pubblici un minuto prima dell’approvazione delle leggi riguardanti l’unione bancaria europea( bail-in), e che l’Italia sempre nel 2012 ha interamente versato la propria quota di 14.2 miliardi di Euro( garantendo per ulteriori 100 miliardi) per l’attivazione del programma ESM che ha permesso alle banche tedesche di recuperare il 90% dei crediti prestati alle banche commerciali spagnole necessari al finanziamento dell’enorme deficit commerciale. Fé mi maremma disfecemi libero mercato, il monte dei paschi dal 1936 al 1996 istituto finanziario di diritto pubblico, in quel preciso momento coincedente con la sua trasformazione in S.p.a. il suo patrimonio netto superava i 14.000 miliardi di lire, poi è arrivata la quotazione in borsa e “la politica non equilibrata” è così che gli spaghetti liberisti definiscono i fallimenti dei mercati.

  8. Licione scrive:

    NOBEL PER LA LETTERATURA……

    Propongo : Stefano Bisi autore di.

    Mitra e compasso: storia dei rapporti tra Massoneria e Chiesa da Clemente XII a Benedetto XVI

  9. Roberto scrive:

    Ogni tassello si sta incastrando al p posto giusto per comporre il quadro che potrebbe essere quello di una guerra che sembra si stia combattendo all’interno della BCE . I falchi tedeschi sono da sempre contrari al QE di Draghi. All’interno del comitato di vigilanza della BCE sono loro che comandano e innalzano l’asticella su MPS ogni volta che pare si giunga ad una soluzione. Dopo ogni aumento di capitale, hanno sempre fatto venire fuori senza mai nessun comunicato ufficiale, che era insufficiente; quando sembrava che forse si poteva giungere al reperimento degli ultimi 5 miliardi necessari non a risolvere un problema attuale di insufficienza di capitale, ma a superare eventuali scenari catastrofici disegnati per gli stress test, e la banca aveva chiesto 20 gg, non li hanno accordati, contribuendo così a scatenare la fuga dei correntisti di dicembre, mettendo in ulteriore difficoltà la banca, e a far scappare definitivamente gli eventuali investitori privati. Allora, appena lo stato ha detto che provvederà lui a ricapitalizzare la Banca, hanno detto che 5 mld non bastano e ne servono 8,8. Senza dare una spiegazione plausibile, se non di un generico peggioramento (guarda caso scatenato proprio dai messaggi da loro inviati al mercato). Non potrebbe essere che così facendo stanno cercando i mettere in difficolta tutto il sistema bancario italiano, che probabilmente non è solidissimo, ma che una campagna così mirerebe oggettivamente ad indebolire? Vogliono costringere lo stato a metterci più soldi possibili per appesantire il debito pubblico, scatenare le reazioni negative delle agenzie di Rating e precludere così a Draghi la possibilità di continuare a comprare titoli di stato italaiani? Buttandoci alla fine fuori dall’euro? Non so se è così, ma i tasselli vanno tutti nelle caselle giuste. Prossimo tassello? Unicredit. Vedremo, e spero di sbagliarmi del tutto.

    • La pantomima la sanno fa bene ,Draghi difensore del sistema bancario italiano?
      Ma che è lo stesso del testo unico 1993
      Che anticipo di 6 anni l abolizione del Segal glass act che Billo d’oro
      Clinton regalo’ agli americani come ultimo atto del secondo mandato?
      Draghi cinquina di ur lodges Edmund Burke ,Pan Europa,Compass star rose,Three
      Eyes,Der Ring?
      Boia un patriottone ,si vai ora ci pensa lui a sistemavvi.

      • L’asticella e’roba fine e appuntita da noi si dice roba da c..i
        Ma se la punta e’ fatta bene e ve la arzano dimorto c’è da trovaccisi
        Impalati come allo spiedo
        Malamerenda?
        Corsi e ricorsi storico economici?

  10. Luigi De Mossi scrive:

    Per il Sig. Bankor
    ho letto le sue osservazioni, puntuali e legittime, e noto:
    1- il concetto che volevo esprimere (forse non ci sono riuscito per i tempi del tipo di trasmissione)era che il piano del tesoro doveva essere complessivo senza fare distinguo su tutto il territorio nazionale (se non siamo ancora divenuto una colonia tedesca). Questo per evitare interventi in più tempi e trattamenti differenziati.
    2- il disequilibrio politico si riferiva al fatto che quando la banca era ancora un istituto di diritto pubblico la politica aveva la sua voce e si faceva sentire ma non c’è mai stato uno strapotere a favore di una sola parte: come lei sa la democrazia è proprio questo: un equilibrio fra posizione (ed interessi) diversi.
    3- per quello che riguarda la nostra città la mia opinione è che si deve passare da una difesa del Monte inteso come società bancaria (ormai del tutto perduta)a una difesa dei posto di lavoro dei dipendenti (anche quelli che il management non vuole più , leggi Fruendo, nonostante le sentenze che dicono il contrario – qui ho un interesse professionale preciso sia chiaro -,) della sede cittadina e la tutela del risparmio che spesso coincide con quello dei senesi ma non solo. Riguardo alla difesa dei dipendenti e della sede è interessante notare che la Fondazione (unico soggetto che avrebbe una seppure flebilissima voce in capitolo) ha dichiarato di aver venduto altre azioni del Monte senza colpo ferire.
    4- in merito al liberismo lei ha colpito nel segno, sono un liberista convinto ma estremamente pentito in merito alla privatizzazione delle banche. Se la privatizzazione deve portare alla sorte del Monte viva gli istituti di diritto pubblico e soprattutto via la Banca D’Italia di Baffi e Sarcinelli.
    Cordialità.
    Luigi De Mossi

    • bankor scrive:

      Illustrissimo,
      credevo che lei si riferisse ad una armonizzazione, nei fatti, degli interventi in sede Europea invece il suo ragionamento, se non ho capito male, riguarda il diverso trattamento imposto alle banche regionali italiane, che dire ha ragione da vendere, in quel frangente è stata applicata alla lettera la legge, ma diamo tempo al tempo, siamo solo all’inizio, vedrà che il programmino da colonia prevede troika e dieta priva di grassi( amato 1992 elevato n volte).
      Il tempo inizia a stringere (Trump ha detto stop l’euro a 1 dollaro non quadra ), se potessimo contare su calibri quali quelli da Lei citati, avremmo già ricapitalizzato le nostre banche con moneta sovrana, certo questo avrebbe danneggiato i creditori esteri, si capisce, prestare euro e ritrovarsi Lire, tuttavia questo è il mercato (che glielo dico a fare domandi a giannino): se tu presti troppo e continui a deflazionare seghi il ramo sopra il quale stai seduto e in questo frangente, visto che l’euro ti ha enormemente avvantaggiato impedendoti di rivalutare nonostante l’enorme surplus commerciale accumulato negli anni, il minimo che ti può capitare e vederti rimoborsati i crediti con moneta svalutata, ma questo vaglielo a spiegare ai tedeschi.
      Avvocato, la stimo moltissimo non mi deluda, chi avrebbe mantenuto l’occupazione a Siena, il mercato e jpm?

      Cordiali saluti e grazie per la risposta.

  11. Luigi De Mossi scrive:

    Caro Sig. Bankor,
    concordo con tutte le sue ulteriori osservazioni.
    Per quanto riguarda la tutela dell’occupazione( o l’affidamento che ogni persona normale fa sui contratti che ha sottoscritto, compresi quelli di lavoro)la JPM e il mercato non fanno prigionieri. Piuttosto, come lei ben sa, in una società sono i soci che devono e possono dire la loro nelle sedi deputate. Quindi questo compito sarebbe dovuto toccare alla Fondazione tramite i propri consiglieri e/o direttamente in assemblea; è superfluo dire che la Fondazione non incideva neppure quando superava il 50%.
    Eppure una volta si diceva che i voti in Consiglio ( e in assemblea)non si contavano ma si pesavano…
    Cordiali saluti ed al piacere di leggerla su argomenti meno tristi.

    • Scusi il ritardo avv. Ma la leggo piuttosto accondiscendente verso i dip
      Mps ,mi perdoni la malignità, ma la un sarà mica a curare già un eventuale
      Ritorno elettorale ,viste,e sentite le sue dichiarazioni di scesa in campo
      La sera del 28/12?
      No, sa com’e’,tanto per sapere.
      Ma son malignità di certo ,o che ,semmai

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