Eretico di SienaLa domenica del villaggio: uno scrittore, un pittore, l'Europa (e 5 Ps) - Eretico di Siena

La domenica del villaggio: uno scrittore, un pittore, l’Europa (e 5 Ps)

- 26/03/17

Menu settimanale, per la rubrica cultural-domenicale del blog, all’insegna dei consueti tre argomenti forti, conditi da una manciata di Ps: una riflessione sullo scrittore e polemista Carlo Cassola; la presentazione di una Mostra dedicata ad un grande, e misconosciuto, pittore cinquecentesco, Sebastiano del Piombo; infine, l’Europa: come non scrivere qualcosa, dopo averne fatto una autentica overdose in questa settimana?

Buona lettura a tutti, dunque!

 

CASSOLA, UN INTELLETTUALE LIBERO

Doppio anniversario, il 2017, per Carlo Cassola: un secolo dalla nascita, trent’anni dalla morte, che lo colse nel ritiro di Montecarlo (non nel Principato: Montecarlo in Lucchesia…). Ne avevamo già scritto, in questa rubrica, ma ci pare doveroso riparlarne.

Un intellettuale libero – scrittore e polemista, magari oggi sarebbe un blogger di spessore -, ed in quanto tale scomodo, da lasciare il più possibile solo, visto come una sorta di mezzo paria dalla comunità intellettuale che ha sempre il vento in poppa: non apparteneva a nessuna delle due Chiese, né a quella cattolica, né a quella marxista (l’unica tessera, quella azionista, potete immaginare durata quanto a lungo).

Quando uscì quello che diventerà il suo romanzo della vita (“La ragazza di Bube”, poi portato sul grande schermo da Comencini, con una eccellente Claudia Cardinale ad interpretare Mara), vinse lo Strega (1960), ma poi il successo di pubblico e, appunto, la non adesione ai canoni zdanoviani applicati su scala italiota, ne fecero un bersaglio appetibile all’ennesima potenza per gli sperimentali (sic) del Gruppo 63 (con scivolone anche pasoliniano), che paragonarono la sua letteratura – sommo spregio, illo tempore – a quella di una Liala qualsiasi.

Mirella Serri – sulla Stampa libri di ieri – ci informa dell’uscita del carteggio fra Cassola ed il suo collaboratore Angelo Gaccione (nel periodo fra 1977 e 1984, pubblicato da Tra le righe libri, a cura dello stesso Gaccione e di Federico Migliorati): l’ultimo Cassola, infatti, si adoperò moltissimo sul tema del disarmo. Pur di cercare di fare giungere il suo messaggio a più persone possibili (ed ai giovani, in primo luogo), non esitava a passare da Lotta continua al Corriere della sera, fino a fare risorgere (pagando di tasca, vista appunto la non appartenenza alle due Chiese di cui sopra) un periodico-mito, L’Asino, che era stato un faro anticlericale e pacifista (al suo fianco, un giovanissimo Francesco Rutelli, quando ancora aveva degli ideali in cui credere).

Morirà, Cassola, in solitudine, forse neanche tanto splendida; ma restando uno dei pochissimi esempi di intellettuale impegnato senza scheletri nell’armadio. Ammirazione e gratitudine a Lui, dunque: che se le merita tutte.

SEBASTIANO DEL PIOMBO, FRATE PER INTERESSE

Inevitabilmente destinato ad un cono d’ombra, stritolato fra Raffaello e Michelangelo (di cui fu amico, almeno fino ad un certo punto), il veneziano Sebastiano Luciani, in seguito detto “Del piombo”, resta comunque un artista di eccelso livello. Un Salieri, stretto fra due Mozart, potremmo dire.

Marco Carminati – sul Domenicale del Sole 24 ore del 19 marzo – recensisce una Mostra di questo grande (sebbene non grandissimo) autore, alla londinese National Gallery (fino al 25 giugno).

Nato nel 1485, morto a Roma nel 1547 – all’inizio di quel Concilio i cui temi aveva, in vita, come preannunciato -, di Lui si può sottolineare soprattutto un fatto: per merito e per buona sorte, ebbe non uno, ma due straordinari mecenati.

Il primo, il senesissimo banchiere Agostino Chigi (su cui l’augusto padre ha tenuto conferenze stimolanti), lo portò a Roma, visto che – ci dice il Vasari – aveva fama di valente pittore e di bravo musicista (suonatore di liuto, in particolare): molto di ciò che abbellisce la Farnesina, è farina del suo sacco.   A proposito di sacchi, dopo il Chigi ebbe come straordinario protettore Giulio dei Medici, futuro (dal 1523) Clemente VII. E con Lui, in quel di Castel Sant’Angelo, visse le fasi più drammatiche di quel devastante Sacco del maggio del 1527, in cui i lanzichenecchi di Carlo V misero letteralmente – con un quid pluris di rabbia luterana – a ferro e fuoco la Città eterna.

Clemente VII, ad un certo punto, gli offrì di diventare Guardiasigilli papale (cioè di “piombare” i documenti, da cui il “Del piombo”): stipendio fisso, ma obbligo di farsi frate. E frate fu, pare senza tanti problemi. Quantomeno, allora, gli artisti e gli intellettuali (e non solo loro…) non avevano bisogno di arrampicarsi sugli specchi, per giustificare talune scelte di vita…

 

L’EUROPA, DA PIO II A JUNKER…

Ben lungi da chi scrive, l’usare questo argomento in modo furbescamente ricattatorio (come alcuni hanno fatto e faranno): certo è che la Pax europea – perdurante dal 1945, e pienamente in vigore – non può essere considerata solo un qualcosetta di accessorio. Sì, c’è stata la Guerra civile in Jugoslavia (ben lo sappiamo), ma è pur stata una Guerra civile, per la quale la colpa dell’Europa è stata semmai di vergognosa omissione (vedasi il caso olandese a Srebrenica).

Pensata, fra i primissimi, da Enea Silvio Piccolomini – lo ricordava spesso Jacques Le Goff -, l’idea di un’ Europa unita fu a dir poco lungimirante, anche perché un Continente sempre più povero di culle – meno di un settimo degli umani sono europei! – non può che tendere ad includere (cum grano salis, si capisce).

Più di settant’anni di pace, senza appunto che si intravedano guerre intraeuropee alle porte: sembra poco? Quanto all’annosissimo dibattito sull’Euro (meglio che ci sia stato, o no? Ci ha impoveriti o arricchiti?), ci sono motivi seri e pregnanti da un fronte e dall’altro (certo inizialmente, a livello di forza monetaria, hanno ceduto più i tedeschi che non gli italiani…).

La gravissima crisi del 2008 non nasce certo in zona Euro, anzi; ed origina dal risparmio privato (housing bubble da denaro facile, Greenspan docet, come scritto alcune domeniche or sono); di certo, l’austerity europea non ha funzionato. Non c’è dubbio alcuno. Ed il Welfare State ognun per sé, condito dal fallimento, da subito, della sacrosanta idea di un Esercito condiviso, hanno aggiunto fallimenti a fallimenti. Ma vogliamo davvero buttare il bambino, con l’acqua sudicia?

Ps 1 Lo scorso 18 marzo, è morto il grande leopardista, professor Lucio Felici, 82 anni; proprio su questa rubrica, mesi fa avevamo recensito una sua stimolantissima lezione-incontro, agli Intronati, coordinata da Roberto Barzanti e con interventi di Antonio Prete. Fino alla fine, ha diffuso il verbo leopardiano, e di questo gli siamo più che grati.

Ps 2 In settimana, ci ha lasciati anche Tomas Milian, nella sua Cuba. Attore capace di passare dal cinema autoriale di livello, al trash “poliziottesco”, divenendo ovviamente molto più noto per il secondo genere (o sottogenere che dir si voglia). Di certo, aveva saputo caratterizzare da par suo quel sottogenere trash, che inevitabilmente, poi, lo aveva reso un po’ schiavo del personaggio.

Ps 3 Sul Domenicale Sole 24 ore di oggi (molto ricco), stimolantissimo intervento della Mastrocola CONTRO don Milani e la sua distorta – pur in buonissima fede – idea di scuola: da non mancare, in attesa di parlarne e scriverne ancora.

Ps 4 Dopo un paio di lutti (sopra gli ottanta, comunque), una buonissima notizia: trovato finalmente l’elisir di lunghissima vita, soprattutto per quanto concerne il sistema cardiocircolatorio. Dall’analisi della vita quotidiana degli indigeni Tsimane, nella foresta amazzonica (versante boliviano), ecco la ricetta: niente fumo; 6 ore al giorno di esercizio fisico; quanto alla dieta: riso, mais e pirana a pranzo/cena. Se loro non mangiano gli indios, gli indios mangiano loro: elementare, no?

Ps 5 Lunedì 3 aprile (ore 18, libreria Senese), presentazione del libro biografico sulla vita di Ettore Fontani, significativa figura di senese, tra Otto e Novecento (contemporaneo del conte Chigi-Saracini). Ne parleranno lo scrivente, Enrico Toti – per il versante ocaiolo, ma non solo -, ed il professor Daniele Pasquinucci, grande conoscitore della Siena del tempo.

32 Commenti su La domenica del villaggio: uno scrittore, un pittore, l’Europa (e 5 Ps)

  1. anonimo scrive:

    Caro Professore
    Il messaggio di don Milani trascende dalla professoressa intesa come insegnante lavoratrice.
    E un prete molto colto e dotatato di un intuito e capisce che nella realtà dei poveri stanno per entrare dei mezzi che avrebbero resa quasi inutile la forma grammaticale. E La poesia di altri tempi e perfino la ricchezza materiale proveniente da una struttura economica datata. Io fin da quando conobbi le sue scritture, lo considerai un veggente. Insomma uno che vedeva nel futuro.
    In effetti se oggi l’insegnante ha dei problemi con il suo lavoro, non è stato Don Milani. È il crogiolo dei mezzi informatici che sta mettendo alle corde un sistema di insegnamento che non è strutturato per i tempi di internet. Quindi professore buona fortuna.

  2. Tersilio scrive:

    Non è certo questa l’Europa che volevamo ,l,Europa delle lobby dei poteri forti ,,non è certo questo che aspettavamo ,ammettiamo di averci messo del nostro ma nessuno ha cercato di darci una mano,anzi tutti,altro ,semmai ci hanno dato bastonate su bastonate,trovando governi per loro veramente disponibili e malleabili,chi protestava era un populista ,così co poche soldi si sono fatti scempio delle nostre aziende ,lasciandoci sempre più in mutande.u

    • anonimo scrive:

      Caro Tersilio
      Vorrei dirti che esiste una Europa delle lobby ed ha fatto molto male. Ma riguardo ad essere rimaste in mutande in molti sono le mancate riforme del welfere.
      Quindi colpa della politica nostrale. Per esempio se ha suo tempo fosse stato introdotto un reddito di cittadinanza, si sarebbero fatte fallire quelle industrie decotte. I soldi non sarebbero finiti nei paradisi fiscali. Ed i sindacati non avrebbero difeso le cause perse. Sarebbero nate industrie di qualità.
      Caro Tersilio il reddito di cittadinanza costa poco, libera le persone dal bisogno e quindi anche l’imprenditore e il politico sarebbero stati di qualità.
      Speriamo che il cinquestelle faccia il reddito di cittadinanza. Ma non darlo a tutti, solo a chi è cittadino italiano e residente da almeno quidici anni. Chiaramente per evitare abusi occore discriminare tutta questa immigrazione. E smettiamola con il razzismo semplicemente non serve più.

    • anonimo scrive:

      Scusami Terzilio
      Non avevo finito di spiegare beme. Il reddito di cittadinanza deve essere discriminatorio. Quindi non deve Essere l’Europa a fornirlo. Ma vi deve essere una discriminante nazionale o meglio regionale. Perche a livello europeo avrebbe dei costi infiniti. E i politici finirebbero di dare la colpa all’Europa. Comunque con il tempo la cosa viene da se. Anche perché i tassi sottozzero della B.C.E. non arrivano alle famiglie e al momento i prestiti finiscono in speculazione. L’unica strada rimane di dare il denaro alle famiglie sotto forma di reddito di cittadinanza, con la discriminazione suddetta e forse riprenderanno i consumi.

      • Anonimo scrive:

        Sai quanto reddito di cittadinanza l’Italia ha distribuito nel tempo tra LSU, finti forestali, furbetti del cartellino, pensioni di pseudo invalidità, pensioni baby, vitalizi etc…. Tutto quello che poteva essere succhiato ormai è stato succhiato. Siamo il terzo paese più indebitato al mondo, puoi dare qualcosa a qualcuno solo togliendo ad altri.

        • aonimo scrive:

          E’ proprio per codeste ragioni che va istituito il reddito di cittadinanza. Il cittadino deve essere legato ad una legge precisa e che vale per tutti quelli che si trovano in quella posizione.
          Quindi non nascono imprese inutili, non si è soggetti agli umori politico-sindacali, per meglio ai ricatti.
          Ecco perchè i destri ed in particolare i sinistri odiano i cinquestelle. Ma si mettano l’animo in pace dato vinceranno con oltre il 40 per cento.

    • Anonimo scrive:

      Bella fila di frasi fatte Tersiliuccio. Le lobby e i poteri forti non li ha certo inventati l’Unione Europea, pensa che operano praticamente in ogni paese al mondo…

  3. Biagio di Montluc scrive:

    Ancora una volta non perdibile la rubrica domenicale, caro Eretico!
    Fra i molti spunti, grazie per il faro sul Del piombo, di cui certo poco si sa. Certo non è Michelangelo e non è Raffaello, ma chissà se i due non ci fossero stati..ma forse, non avendoli come modelli, non sarebbe arrivato alle sue vette neanche lui…
    Per la presentazione del libro sul Fontani, cercherò di venire, sperando che si parli poco di Palio (difficile, capisco) e tanto del periodo in cui il sor Ettore visse.

  4. Cecco scrive:

    ….da ragazzo mio Padre mi diede un estate al mare due libri….il taglio del bosco e la ragazza di bube….le ricordo ancora dopo tanti anni! Penso anche che Cassola non sia stato valorizzato come si deve; personaggio vissuto anche nella vicina Maremma precisamente a Grosseto.

    • Tersilio scrive:

      secondo il mio parere è veramente così Carlo Cassola non è stato apprezzato come meritava ,non ne capisco il motivo anche perché i suoi romanzi sono veramente belli e interessanti, magari con troppa toscanità dentro forse sarà questa la causa di tutto? Ma non dimentichiamoci anche del nostro Federigo Tozzi scrittore di elevato livello ,e non apprezzato abbastanza nonostante i suoi stupendi romanzi ,per il Tozzi penso che una delle cause sia stata la sua morte precoce ,quando probabilmente era in un momento dove poteva ancora dare il meglio di sé come scrittore.

  5. giacobbe scrive:

    Ho letto l’articolo della mastrocola e , forse per l’incedere inesorabile dei giorni, ne faccio mie le argomentazioni.
    Da operatore del settore, e dunque esperto, colgo un impoverimento e unasemplificazione all’interno della didattica scolastica.
    Auspico una vera e giusta rielaborazione della metodologia pedagogica, x la formazione critica dei giovani

  6. giacobbe scrive:

    Ho saputo delle lamentele delle sedicenti sentinelle in piedi in merito al loro spostamento da piazza del campo, nel giorno della celebrazione del giovane capodanno senese, a piazza del monte. Discutibili. Ma non ho capito su cosa vegliavano eretti…sull’imu mai pagato dal clero? Sull’indottrinamento a scuola? Sull’8×1000? Sui ricavati delle indulgenze plenarie? Sull’inquisizione? Sul’appoggio al regime fascista(e nazista)? Sulla capitalizzazione e ridditizzazione del culto?… o sulla pedofilia sottaciuta delle , e nelle, sagrestie?

  7. quello di gracciano scrive:

    Tutti a scagliarsi contro Razzi che si fotografa con Assad..anche la Littizzetto…sempre più prona al potere… Poi girelli su internet e vedi le foto di Assad con Veltroni ricevuto con tutti gli onori al Campidoglio quando il maistatocomunista era sindaco. E’ lo stesso Assad di oggi.

    • Eretico scrive:

      Carissimo, davvero ben scritto!
      Il doppiopesismo sinistrorso è una delle cose che più indispettiscono persone che – quorum ego – ai sinistrorsi il voto lo darebbero, ma…

      Nel frattempo, visto il finale della trasmissione della schutzen Gruber (si scherza, eh), noto che Mario Monti sia sul marco-euro, che sulla pax europea, concorda totalmente, in tutto e per tutto, con lo scrivente.
      C’è da essere gratificati, o da preoccuparsi?

      L’eretico

      • A.B. scrive:

        Il doppiopesismo è trasversale, è a sinistra come a destra, in terra come in cielo, tra le stelle (magari 5). Io invece non tollero le decontestualizzazioni, magari quando venne ricevuto al Campidoglio Assad il giovane veniva visto come una speranza per la Siria di emendarsi dalle durezze paterne, poi i fatti hanno dimostrato tutt’altro. Facile giudicare a posteriori. Come giudicare allora gli agiografi di Putin, campione di autoritarismo e oppressore di chi canta fuori del coro (e per giunta blogger!!!)? Questo non è doppiopesismo? Si spara su Renzi perchè autoritario e si inneggia a Putin, speranza dell’occidente. Anche questo è doppiopesismo di sinistra?

        • Eretico scrive:

          Caro A.B., certo che il doppiopesismo è anche destrorso, figuriamoci. Ma resta il fatto che il politically correct è più cosa di sinistra, caviar gauche o meno.

          In ogni caso, questo blog NON ha mai – dicasi mai – inneggiato a Putin, e se tu lo avessi letto in altri anni (2011-2012, per esempio), sapresti che quando il blogger Navalny arringava la folla in Piazza Bolotnaja, noi – per quello che poteva contare – eravamo con lui.

          L’eretico

          • A.B. scrive:

            Caro Eretico, la parte di commento su Putin riguardava i nostri politici, nulla di riferibile a te.

    • anonimo scrive:

      È propio così come hai detto
      Solo un particolare che Assad a vinto, in particolare perché aiutato da gente coerente
      I Russi e Iraniani, ed ora gli Italo-europidi, razza in estinsione che fanno?
      Vendono democrazia, ma a gente che non arriva a fine mese o è disoccupata che se ne fa? Credimi che alle prossime elezioni vincono i cinquestelle e ti dirò con oltre il 40 per cento. Ma non vincono per meriti. Ma per l’incolmabile demerito degli altri.
      Guarda io non vado a votare di norma. Ma la prossima ci vado e voterò cinquebstelle. Perché non hanno portato i vitalizzi a pensione normale come tutti gli altri cittadini.

  8. L.A. Confidential scrive:

    Un altro punto di vista.
    Ho letto gli interventi sulla situazione della “Giustizia” a Siena pubblicati su questo blog, rispetto ai quali vorrei rappresentare la mia diversa opinione/esperienza (sia pure a scoppio ritardato).
    Senza dubbio mi ha colpito l’intervento del Proc. Capo Dr. Vitello e quello del Cons. Ordine Avv. Panzieri, nei quali si rivendica, con sincerità, l’impegno profuso per il ripristino della buona pratica della giustizia in questo tribunale e il risanamento dell’arretrato che l’affligge.
    Tuttavia, senza dissentire sul fatto che nella magistratura vi sono figure che, persino con ardore, dedicano moltissimo di sé alla loro attività e neppure sul fatto che anche gli Avvocati senesi si impegnano per restituire dignità alla loro funzione, ritengo piuttosto che il geom. Grisanti abbia colto il segno, perché quel che resta e quel che conta fondamentalmente è il servizio che viene assicurato al cittadino.
    Le cause civili hanno una gestione e una durata inenarrabile. Le pratiche pendenti da oltre 15 anni, già segnalate al consiglio giudiziario, senza nessun effetto, sono ancora lì, in attesa della pronuncia finale.
    Le funzioni giudiziarie vengono affidate irrevocabilmente -anche- a persone che non hanno la qualifica e, spesso, neppure la capacità di sbrigare le cause (almeno nella scuola i supplenti sono insegnanti formati!), a brava gente che, però, a volte non è in grado di scrivere una sentenza neppure dopo tre anni.
    Si parla dell’origine dell’arretrato per andare a parare sulle carenze dell’organico, senza mai fornire e partire da un dato basilare: il numero delle sentenze annualmente pubblicate per ciascun giudice.
    Le cause penali vengono trattate dopo 3 o 4 anni dal fatto-reato e, alla fine, anche i reati gravi come il saccheggio di una banca con conseguenze sulla vita di milioni di persone, sul loro lavoro e sui loro risparmi, passano al vaglio di un rituale che non è in grado di risarcire ciò che è stato sacrificato.

    • Paolo Panzieri scrive:

      Rispetto ogni punto di vista.
      Il numero di sentenze pubblicate per ogni Giudice, però, è un dato che oggi è disponibile, come il numero di cause assegnategli.
      Con i magistrati togati al completo, gli onorari (c.d. supplenti), che pure hanno retto – piaccia o no – il Tribunale durante i lunghi periodi di grave scopertura dell’organico, potranno essere impiegati finalmente in modo più appropriato.
      Non mi risulterebbero cause ultradecennali pendenti.
      I tempi cambiano, per fortuna …
      Si può continuare con le consuete, pur giustificate, ma inutili, giaculatorie, oppure rimboccarsi le maniche e provare a migliorare le cose.
      Anche pochino per volta…. quasi da “miglioristi”, in senso non spregiativo stavolta.
      Gli Avvocati stanno facendo la loro parte.
      Non possiamo che migliorare, il nostro Tribunale tornerà agli antichi fasti.
      Ci sono tutte le premesse.

  9. Tersilio scrive:

    Quello che è intollerabile è questa incoerenza e arroganza della sinistra, ciò che fanno loro è tutto benfatto,quello che fanno gli altri è solo spazzatura, infatti guardiamo i risultati dei loro 4 governi non eletti da nessuno ,disastro totale ,solo chiacchiere e nulla di concreto, non parliamo poi di Siena ,distrutta da sessant’anni di governi di sinistra, dimenticavo ,ma per caso è colpa dei cinque stelle anche questo ,visto che siete cosi bravi nel dare la colpa agli altri?

    • Anonimo scrive:

      Tersilio in Italia i governi non sono MAI eletti, siamo una repubblica parlamentare. Studia invece di 5stelleggiare (neologismo sinonimo di sparare ca….).

      • A.B. scrive:

        Ben scritto, non è possibile difendere la costituzione più bella del mondo per poi contestare il vincolo di mandato, che ne rappresenta uno dei punti cardine.

        • A.B. scrive:

          L’assenza di vincolo di mandato, la mattina presto scrivo ancora peggio del solito.

        • bankor scrive:

          Si cari, tuttavia la repubblica parlamentare costruita dai Padri costituenti prevedeva una legge elettorale proporzionale pura se invece con il maggioritario(premio di maggioranza) si vota per una coalizione dove viene indicato espressamente il nome del presidente del consiglio le cose cambiano notevolmente per cui in caso di crisi e caduta di governo nominare un nuovo presidente del consiglio diverso da quello che aveva permesso alla tal coalizione di raggiungere un premio di maggioranza diventa una pratica contraddittoria, politicamente scorretta e soprattutto profondamente contro democrazia.

          • A.B. scrive:

            Per questo siamo rimasti così, in mezzo al guado, perchè ci piace vivere di contraddizioni. Comunque anche il vincolo di mandato, come il doppiopesismo, è un problema trasversale. Mi pare che le defezioni, tra diaspora di centro-destra, scissioni d’alemiane e cadute dalle stelle (sempre le solite cinque), facciano pari e patta. Il vincolo di mandato è intimamente correlato con un modello di democrazia autoritaria, nella quale sono destinati a durare solo quelli proni al volere di chi gestisce la sala dei bottoni, a qualunque livello essa si trovi (nazareno o casaleggio associati che sia). Puó non piacere (e non piace anche a me) il trasformismo opportunista dei nostri politici, ma l’alternativa è peggiore e comunque quanto vediamo nelle aule parlamentari (purtroppo uso il plurale) non è che lo specchio del nostro derelitto paese.

  10. bankor scrive:

    “la sacrosanta idea dell’esercito condiviso”
    Dunque, professore, dopo il successo della creazione di una moneta senza stato Lei auspicherebbe la nascita dell’esercito condiviso, sempre sullo stesso filo controintuitivo eurista permanente. “Le nazioni sono un pericolo per la garanzia di pace dei popoli, serve una super nazione”…”le differenze di lingua, cultura, politiche economiche, fiscali e del mercato del lavoro sono grandi serve una moneta comune”….in definitiva “Nel mondo globalizzato le singole nazioni europee sarebbero come foglie al vento dunque serve la moneta comune, l’esercito comune e la super nazione”, come per le grandi pareti servono grandi pennelli.

    • foloso scrive:

      Ma l’Unione degli Stati Europei , quindi una federazione di stati, non potrebbe essere una soluzione migliore rispetto all’attuale Europa?

      • Bankor scrive:

        Certo sempre con la stessa logica controintuitiva:
        l’Europa non funziona dunque occorre più Europa

        • foloso scrive:

          Al contrario…meno Europa….più federazione europea

          • bankor scrive:

            si ricalcando l’esempio della più importante unione di stati del mondo, potremmo declinarlo anche con il più unione e meno nativi, perseguendo quel melting pot privato di radici culturali solide tanto caro all’unione paneuropea teorizzata da Kalergi

  11. bankor scrive:

    Appunto, tu la pensi come chi ha voluto “mettere al sicuro le decisioni politiche dal processo elettorale” decisioni politiche che nella declinazione del più europa(sempre nel concetto controintuitivo per cui totale fallimento economico e sociale ma che comunque va percorso fino in fondo) significano riforme che risolvano la distribuzione tra lavoro e capitale sempre a favore di quest’ultimo.
    Insomma in un futuro sempre meno remoto assisteremo pure al ritorno dei Lanzichenecchi, magari inviati in Grecia a saccheggiare il Partenone o perchè no a ristabilire l’ordine anche a casa nostra quando la gente esasperata da qualche “riforma” scenderà in piazza. Chi vivrà vedrà, stia pur certo che mentre il senatore Monti sarà in rada sul britannia i Lanzichenecchi verranno per noi tutti e anche per Lei.

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