Eretico di SienaLa domenica del villaggio: Dayan, Totti-Buffon, Cadorna - Eretico di Siena

La domenica del villaggio: Dayan, Totti-Buffon, Cadorna

Questa domenica, consueto appuntamento con la rubrica culturale del blog, con tre stimolanti argomenti: a 50 anni esatti da quel 5 giugno 1967, siamo a discettare di una Guerra di importanza capitale, nella geopolitica del Medio-Oriente, e non solo di quello: la Guerra dei 6 giorni; poi, una proposta a proposito di Luigi Cadorna, Comandante in capo dell’Esercito italiano durante la Grande guerra, sulla scia di un libro appena uscito; infine, una riflessione sull’idolatria calcistica – da Totti a Buffon -, nuovo fenomeno (o quantomeno, sempre più forte) di paganesimo applicato alla società dei consumi.

Buona lettura a tutti, dunque!

LA GUERRA DEI 6 GIORNI

Ore 7,10 del 5 giugno 1967 (50 anni fa, domani): lo Stato di Israele – guidato dal Comandante di Stato Maggiore Rabin e dal Ministro della Difesa Dayan – lancia la fulminea Operazione Focus, che coglie clamorosamente di sorpresa l’esercito egiziano (pure avvertito dai sovietici, sin da maggio, dei preparativi bellici israeliani): è l’inizio della Guerra dei 6 giorni, la Guerra che cambiò il Medio Oriente, in senso filoisraeliano, e stimolò un inesausto spirito revanscista da parte araba, che non mancherà di palesarsi a breve (Guerra di Yom Kippur, solo sei anni dopo).

Nell’immaginario collettivo, si staglia, fra tutte, la figura di Moshe Dayan, con il suo occhio nero-bendato, che diventa una sorta di icona imperitura dell’implacabilmente vincente militarismo israeliano; ma l’autentico eroe dell’operazione, sul campo, fu Mordechai Hod (“Motti”, il suo nickname), comandante della missione aerea che in buona sostanza distrusse – e la distrusse a terra! – la gran parte dell’aviazione egiziana, pomposamente enfatizzata dal bluffatore Nasser. Eh sì, perché la Guerra più breve del XX secolo, invece che 6 giorni, potremmo dire che sia durata 6 ore, o forse addirittura 3: il tempo, per l’appunto, che l’aviazione israeliana guidata dal capitano Hod frantumasse quella egiziana, che doveva rappresentare (sic) l’élite del fronte panarabo comprendente anche la Siria e, obtorto collo, la Giordania (che in pochi anni – incredibile a dirsi – perse il controllo su tutti e tre grandi luoghi sacri dell’Islam: La Mecca e Medina, a favore della dinastia Al Saud, prima; poi, appunto in seguito alla Guerra dei 6 giorni, financo Gerusalemme Est). Alla fine, l’11 giugno, Israele – che allora ancora non aveva vent’anni – aveva conquistato il triplo della sua originaria estensione (circa 25mila km quadrati, contro gli 8 iniziali!). E aveva presentato al mondo straordinarie figure di uomini di Guerra – laici, anzi laicissimi – che in futuro sarebbero divenuti straordinari uomini di Pace, Rabin pagando con il suo stesso sangue questa scelta.

Come sempre accade in Guerra, la prima vittima fu la verità fattuale: nel mentre l’Egitto perdeva il conflitto, nelle prime ore di quel 5 giugno, migliaia e migliaia di cairoti scendevano in Piazza ad esultare ed a cantare vittoria. Nasser, infatti, diffondeva inusitati peana di vittoria: oggi, nell’era della comunicazione digitale, NON sarebbe possibile, quantomeno in quelle dimensioni, raccontare una simile mistificazione. In compenso, il nodo di Gerusalemme Est non è stato ancora risolto, e 50 anni sono trascorsi, quasi, invano: questo perché la Guerra dei 6 giorni fu il più straordinario successo politico-militare dello Stato di Israele, voluto e perseguito da una élite laica, ma aprì indubbiamente le porte, per eterogenesi dei fini, a quella parte tradizionalista ed ultraortodossa che oggi infesta lo Stato in questione, anche perchè vellicata dalla peggiore politica che Israele abbia mai avuto: ancorché – bene sempre ricordarlo – democraticamente eletta…

CANCELLARE CADORNA, PLEASE!

Ogni volta che una voce, a maggior ragione se autorevole, si aggiunge alla propria, lo scrivente non può che rallegrarsi: un volume appena uscito – e che entrerà a pieno titolo nel vastissimo carnet delle estive letture -, infatti, ripropone con forza un’idea che ogni tanto viene lodevolmente offerta ad un’opinione pubblica certo a tutt’altro interessata: cancellare Vie, Viali e Piazze intitolate a Luigi Cadorna, cioè a colui che – per ottusità mentale e totale disprezzo delle altrui vite – mandò a morire – tra l’altro inutilmente – migliaia e migliaia di fanti italiani, fino alla disfatta di Caporetto, dopo la quale venne finalmente sostituito con Armando Diaz; il quale Diaz – pur in un contesto di guerra quasi totale – seppe un minimo rasserenare il rapporto fra alti gradi e soldati, come risaputo.

Il volutamente provocatorio titolo del libro in questione (“A Caporetto abbiamo vinto”, di Stefano Lucchini, Rizzoli), ha il merito di porre la questione (ne scrive Alfredo Sessa sul Sole di domenica scorsa); ricordando anche che ad Udine – ove era il Comando supremo italiano fino, appunto, al dì della disfatta di Caporetto – sin dal novembre 2011 si è provveduto in tal senso. Meglio tardi, che mai: non sarebbe forse il caso di iniziare anche altrove?

TOTTI-BUFFON: PENOSO PSICODRAMMA

Domenica scorsa, addio fra le lacrime di Francesco Totti, l’ottavo Re di Roma (il problema è che, dopo la Monarchia, iniziò la Repubblica, sic), con psicodramma annesso (il “pupone” ha paura del futuro, poverino: qualcuno uno  scambio con lui, credo che forse lo farebbe…); ieri sera/notte, scene isteriche in tribuna, a Cardiff (sui fatti di Torino, si veda il Ps 2), ma poi parla – ispiratissimo, pregno di saggezza – Buffon: definito, in un crescendo turibolare, “grande uomo anche nella sconfitta”, “un eroe che non si piega” e amenità varie. Una domanda ai lettori, perché la memoria può ingannare: ma ai tempi di Zoff, Gentile, Scirea e via dicendo, era così accentuata questa idolatria dell’uomo (su quella verso il calciatore in campo, nulla quaestio)?

Sappiamo bene, e spesso lo abbiamo rimarcato, che c’è in giro un vuoto valoriale ed una crisi di rappresentanza, in tal senso: dai politici, siamo passati ai nominati che fanno politica previa genuflessione ai loro ducetti; dai filosofi/scrittori/intellettuali, siamo passati a considerare maestri del pensiero occidentali cuochi e minestrai vari; a livello musicale, infine, ormai anche Baglioni potrebbe fare la figura del cantautore impegnato, al giorno d’oggi…

Almeno, però, si raccomanderebbe un minimo di senso della misura: i puponi e gli ex scommettitori, applaudiamoli sul campo (quando lo meritano); non ne facciamo eroi, per piacere: quantomeno, per rispetto di una Nazione che, purtroppo, ne annovera davvero moltissimi. Molti dei quali non morti di vecchiaia, tra l’altro…

 

Ps 1 In attesa di recensirlo – sia in tv che sul blog -, registriamo con soddisfazione (e la sua sarà anche maggiore!) che l’ultimo libro di Duccio Balestracci (“La battaglia di Montaperti”, Laterza), è approdato alla prestigiosa recensione del domenicale del Sole 24 ore; chapeau ulteriore, dato che il libro di Balestracci ha più spazio, in pagina, della recensione del libro di Burke sul Re Sole…

Ps 2 Abbiamo ricordato la Guerra dei 6 giorni, dunque abbiamo discettato di Israele; alla luce dei fatti di Torino di ieri notte, che dire? Come hanno già scritto un paio di appassionati lettori, difficile non pensare a quell’evento che si tiene nel Campo un paio di volte (almeno) all’anno. In attesa di tornare sul delicatissimo argomento, ricordiamoci da dove veniamo, come italiani: non certo da una Storia come quella di Israele. Loro sono abituati e forgiati, a vivere immersi nella paura; noi proprio no, o comunque non più da anni. Calma e gesso, dunque; senza farsi prendere da alcuna fobia o paranoia, occhi bene aperti, però…

14 Commenti su La domenica del villaggio: Dayan, Totti-Buffon, Cadorna

  1. Cecco scrive:

    Quanti Cadorna abbiamo ancora nei posti chiave, ancorati a vecchie logiche politiche di appartenenza ed economiche, in attesa di una Caporetto per essere sostituiti. Le targhe non vengono rimosse perché rappresentano bene quello che siamo, e vedrai che tra i commenti troverai ancora qualcuno che difenderà l’operato e l’onore dell’ottuso generale. Quanti paralleli possiamo fare con il presente!

  2. VEDO NERO scrive:

    Sono completamente d’accordo sul cancellare ovunque, piazze, vie e viali, il ricordo del macellaio Luigi Cadorna. Se era per lui avremmo perso la guerra. Riguardo Totti e Buffon io ci farei il cambio ad occhi chiusi, sia per i milioni, sia pensando a compagne come la Blasi e la D’Amico. Comunque vada i due hanno avuto delle splendide consolatrici (magari anche ora mentre io sto scrivendo i due potrebbero essere sotto le rispettive dolci cure consolatorie). Sono altri i veri drammi di tanta gente comune di cui ci dovremmo occupare in questi tempi di recessione e vuoto mentale e morale.

  3. Paolo Panzieri scrive:

    L’Operazione Focus (o Operazione Moked) condotta dalla Heyl Ha’Avir, l’aereonautica militare Israeliana, annientò in poche ore con attacchi preventivi a sorpresa le aviazioni Egiziana, Siriana, Giordana ed in parte Irakena, sulla carta molto più potenti, in gran parte a terra, o comunque senza alcuna possibilità di poter reagire efficacemente.
    Una operazione da manuale, stile Pearl Harbour …. senza le navi.
    Si salvarono soltanto gli F-104A Giordani, nuovi di pacca, che furono ridislocati altrove, probabilmente dagli stessi americani che li avevano appena forniti e che erano evidentemente a conoscenza dell’attacco.
    L’aviazione Israeliana all’epoca parlava quasi esclusivamente Francese ed i suoi Ouragan, Mystere, Super Mystere, Magister e Vautour eliminarono i MiG e gli altri aerei Russi o Inglesi degli avversari.
    Ma la vera star, quella che si conquistò in un colpo il palcoscenico mondiale, fu senza dubbio il Mirage.
    Questo aereo, come predetto dal suo costruttore Marcel Bloch alias Marcel Dassault, nome di battaglia partigiano adottato poi nel dopo guerra, fu veramente nell’occasione un “miraggio” per i suoi competitori e con la sua caratteristica ala a delta avrebbe dominato i cieli ed i mercati di mezzo mondo per gli anni a venire.
    Vero che mancò il confronto con l’F-104 e che in qualche caso si trovò a mal partito contro i vecchi Hawker Hunter Giordani o Irakeni, ma per i MiG-21 sovietici non ci fu praticamente partita.
    Fu soltanto grazie agli istruttori Indiani, i quali insegnarono agli Egiziani come impiegarli, che nella successiva guerra del Kippur del 1973 i MiG-21 furono in grado di essere quasi alla pari degli Israeliani, nonostante costoro nel frattempo avessero a loro volta schierato il superlativo F-4E Phantom.
    Ma questa, come si suol dire, è un’altra storia …..

    • Eretico scrive:

      Ringraziamo l’avvocato Panzieri per il suo contributo da esperto militare, che arricchisce il contenuto ed il valore del mio pezzo (della parte sulla Guerra dei 6 giorni, almeno).

      E per quanto off topic, importante anche la segnalazione di Quello di Gracciano.
      Ho pubblicato anche un commento sull’eterna disfida Firenze-Siena; ma vi chiedo, si potrebbe scrivere d’altro? Mi appello alla clemenza dei lettori-commentatori…

      Domani, puntata ricca, in tv e sul blog: caso Pian delle fornaci, dopo l’inquietante attacco del Sindaco ai Consiglieri di opposizione Campanini e Giordano; poi un’intervista a Giuseppe Alessandri, autore del libro sul Mostro di Firenze, infine il caso di Marco Soldani, il 55enne cui è stata diagnosticata – secondo la testimonianza della sorella -, al Pronto soccorso, una lombosciatalgia, mentre aveva una setticemia, che l’ha poi portato alla morte.

      L’eretico

      • Paolo Panzieri scrive:

        Da ragazzo avrei voluto fare il pilota … gli aerei restano una delle passioni della mia vita. Lieto che il mio modesto contributo un po’ tecnico sia stato apprezzato. Mi prenoto per il Kippur!

  4. Biagio di Montluc scrive:

    Ancora una volta, eccellente pezzo, caro Eretico! Impeccabile la sintesi dell’importantissima Guerra dei sei giorni. Tutti ad attendere il commento sagace di A. B…
    Su Cadorna, non solo concordo in pieno, ma vado oltre: di fronte a figure come quella, dove sono rintanati, i “XXV aprilisti” di riporto? Giusto, non ci pensavo: siamo nella Grande guerra, ancora non si può esercitare il proprio antifascismo (col culetto caldo caldo)

  5. Caramellato del Buti II scrive:

    Mi associo ai complimenti per l’ERetico formulati da Biagio, ed anche io aspetto a gloria A.B. (ben vengano i guastatori, sale del dibattito, ma magari un po’ più argomentati).
    Una sola domanda: alla luce dei fatti di Torino Piazza San Carlo, non c’è da avere paura davvero per il Palio? Essendo ormai, da parte dell’amministrazione comunale (più i palcaioli e i bottegai sparsi), solo un grande business, si farà come sempre finta di niente, e si spera nel buon Dio…

    • Nardellon de'Nardelloni(fu Renzie) scrive:

      Attenti a i’Manunta,piùcheartro!

      E’capace di picchiavvi tutte le prime file delle vostre Contradine,lui che quando era giovine ha TIRATO(parecchio…)di bosse ed è un nerboruto facchino dell’Isolotto.

      Fatelo restà nel contado,co’arco e frecce fa meno danno lì che sulle lastre.

      Addio bescioliniiiii,vò a innaffia’le scalinate,ho da fa l’erba alle Cascine sennò la un si vedano le UOME che ci garban tanto,poi c’ho da penZA a i’carcio in costume dove la noi si fa giocà diversi extracomunitari,visto che i cittadini di Fiorenza la preferiscano truccassi,mettessi la minigonna e andà su i viali!

    • A.B. scrive:

      A lei rispondo, signor Caramellato (bono!!). Mi si puó dire qualsiasi cosa su provenienza geografica od idee politiche, eccessi di garantismo o cerchibottismo, mi si puó dire che otto volte su dieci si è in disaccordo con me (come ha scritto a suo tempo l’eretico) o anche dieci su dieci, meglio ancora, ma che io non argomenti i miei eventuali distinguo proprio no, non me lo si puó dire. A volte troppo Caramellato (bono!!!) puó portare ad eccessi glicemici, i primo sintomi sono gli stati confusionali.

  6. quello di gracciano scrive:

    off topic. Stamani,dopo che sabato scorso mi era giunta via Pec il conteggio della definizione agevolata di una cartella Equitalia (la famosa rottamazione),mi reco con i miei 200 eurini in via Sprugnoli per pagare e chiudere la vertenza. Dopo essere partito da Colle e essermi fatto i miei 20 minuti di attesa l’impiegato mi dice che sono già il secondo che viene ma loro non hanno ancora il programma abilitato a riscuotere la definizione agevolata. Ovviamente sulla comunicazione c’era scritto che si poteva pagare presso gli sportelli. E comunque,per Zeus,mettici un cartello che dice che non puoi riscuotere! W RENZI E W L’ITAGLIA!

  7. A.B. scrive:

    Mi associo ai complimenti di Biagio e del Caramellato (bono!!!) per il bel pezzo domenicale dell’Eretico.

  8. Andrea Pagliantini scrive:

    Non c’è paese, anche il più piccolino e disperso per lo stivale che non abbia un cippo, una targa, un monumento, una lapide di marmo, un viale di cipressi o di lecci a ricordo dei caduti nella Grande guerra.
    Gli attacchi ignobili privi di tattica, di logica, di totale disprezzo per la dignità umana di Cadorna sull’Isonzo (le famose spallate) dove in pochi metri i sassi spogli venivano imbevuti del sangue di contadini analfabeti mandati all’abbattimento da quel mangiatore di savoiardi a colazione….. questi attacchi, questi morti, meritano il rispetto di un colpo di martello sulle targhe delle vie che danno “lustro” al Grande Generalissimo.

    • VEDO NERO scrive:

      Sono totalmente d’accordo. ma cosa ci vuoi ricavare da un paese come il nostro che, a proposito di assassini, ci ha ammorbato della melassa ipocrita nel ricordo di Falcone e Borsellino, eroi indiscussi da rispettare e da non dimenticare e non stravolgerne il ricordo con false parole di circostanza. Bella iniziativa è stata fatta dalla Cassazione – mica un circolo amatoriale o una società sportiva- in loro ricordo; certo, si chiede la scarcerazione e arresto domiciliare a Totò Riina adducendo la scusa che è ormai vecchio e malato e quindi se ne chiede una morte dignitosa in mezzo ai suoi cari. Tutto questo considerando quanto male e morti poco dignitose ha causato nella sua vita. Bel ricordo e rispetto per Falcone e Borsellino e tutti i martiri che sono morti nel combattere la mafia e altre organizzazioni criminali. E poi considerate il precedente, quanti altre anziane ‘buone’ persone, ora all’ergastolo e carcere duro, chiederanno di morire a casa, essendo, o fingendo di essere, vecchi e malati alla faccia delle loro vittime ormai da molto lontane dai loro familiari. Questo è un paese senza speranza, triste a dirlo. Tornando a Siena, con questa giustizia italiana dubito molto di un buon esito del caso della nostra Banca e del caso Rossi, tutte le persone oneste saranno zittite o addirittura incriminate (una c’è già; la vedova di David Rossi).

  9. Anonimo scrive:

    Ma il Buti vi paga? Io preferisco il Pierini!

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