Eretico di SienaRossi: un libro, per un non eroe - Eretico di Siena

Rossi: un libro, per un non eroe

La notizia del momento è ovviamente l’uscita del libro, molto atteso, sulla morte di David Rossi, scritto dal bravo giornalista del Fatto Davide Vecchi, e presentato ieri – in una straripante cornice di pubblico – a Palazzo Patrizi. Un libro di cui non si può non scrivere, e a noi non piace certo tirarci indietro: anche perché ci sono vari aspetti, di contorno all’evento, che davvero non si possono sottacere, dopo ciò che è accaduto ieri pomeriggio.

Buona lettura a tutta, dunque!

IL LIBRO DI VECCHI

Avendolo ricevuto materialmente, come cartaceo, ieri pomeriggio poco prima della presentazione, ho letto solo alcune parti de “Il caso David Rossi Il suicidio imperfetto del manager Monte dei Paschi di Siena” (Chiarelettere, euro 13): martedì sera, nella mia trasmissione (Siena tv, ore 20), potrò parlarne con maggiore dovizia di particolari, senza alcun dubbio.

Come del tutto prevedibile, è un libro a tesi, che – sulla base ovviamente del tanto materiale disponibile – parte dall’assunto che l’inchiesta della Procura della Repubblica di Siena sia stata assolutamente non esaustiva, per un motivo o per l’altro (inutile – qui ed ora – entrare nei dettagli, molti dei quali peraltro già noti da tempo); noto con molto piacere che la pista del DEPISTAGGIO MEDIATICO orchestrato in città, con clamorosi riverberi nazionali (dal Corriere della sera in giù), anche se non approfondita, viene comunque pienamente enunciata da Davide Vecchi, e – sperando che il tutto prosegua, in ogni sede – la cosa mi piace sottolinearla in positivo, sin da subito. A martedì, dunque, per il resto.

I GRILLINI

La serata – va detto per completezza – era ANCHE un esplicito, dichiarato incontro politico, con sala richiesta dai pentastellati senesi, tutti presenti: cosa più che legittima, visto che tra chi preferisce abbuiare politicamente e chi desidera cercare di fare uscire qualcosa di simile alla verità, io starò sempre con i secondi. E senza l’attivismo grillino – con sparute eccezioni altre – dal punto di vista politico, il buio sarebbe arrivato da tempo, sulla scottante e drammatica vicenda.

C’è comunque un però, da affrontare, eccome se c’è: non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca; nel senso che se da una parte si fa di tutto per fare luce su quel 6 marzo, non si può continuare al contempo a tacere sul ruolo pubblico svolto da David Rossi negli anni di Antonveneta, in pratica fino al 5 marzo o giù di lì. Nessun gruppo politico lo può fare, a maggior ragione se lo possono permettere i grillini; non si può urlare contro l’opacità e l’arroganza delle banche (di Mps in primo luogo), e permettersi in sincrono ambiguità, e non da poco, su un alfiere di primissimo piano di quella stessa opacità, vita natural durante.

E qui ed ora, purtroppo, si arriva dritti dritti alla cosa più amaramente spiacevole della serata (peraltro ampiamente prevista e preannunciata da queste colonne): l’implicita – ma in qualche caso del tutto esplicita – celebrazione della figura di David Rossi.

ROSSI COME IMPASTATO? NO DI CERTO…

Che la riabilitazione anche pubblica post mortem la provi la famiglia, è nella natura delle cose (non tutti si chiamano Impastato, per dirne una), e la accettiamo; ma che qualcuno (Michele Taddei, ieri presentando il libro in questione) arrivi a paragonare David Rossi ad Ilaria Alpi o a Giulio Regeni, questo davvero esonda di gran lunga dalla personale capacità di accettazione delle cose. E non si venga a dire che non era una comparazione sulle singole figure, ma solo sul modo di condurre le indagini (che sarebbe un autentico, sesquipedale sfondone: la Alpi e Regeni sono stati ammazzati in uno Stato straniero, nel loro sforzo di documentare contesti scomodissimi, solo per dirne una o due). Anche questo, è accaduto ieri sera a Palazzo Patrizi.

Ho citato la famiglia Impastato non a caso, avendo presentato giusto stamattina – alla Cecco Angiolieri – il libro del fratello di Peppino – martire mafioso – Giovanni, che gira per le scuole d’Italia per parlare della drammatica vicenda (doppiamente drammatica) della sua famiglia. Il fratello Peppino – quello del film “I cento passi”, per capirsi – fu massacrato su ordine del boss Tano Badalamenti, il 9 maggio del 1978 (il medesimo giorno in cui venne ritrovato il cadavere di Aldo Moro).

Alla fine, arrivano le domande dei ragazzi (tutte assai pertinenti, dunque brave le colleghe che li hanno preparati); penultimo, arriva un ragazzo:

“Le sembra che la vicenda di suo fratello Peppino Impastato si avvicini a quella di David Rossi?”, chiede, respirando l’aria che tira in questo momento in città (fortunatamente Giovanni Impastato non conosce il caso, e tutto finisce qui, senza bisogno di inerpicarsi in penosi distinguo).

Pensavamo (ed anche speravamo, in tutta sincerità) non ce ne fosse più alcun bisogno; credevamo che, almeno sul ruolo pubblico di David Rossi, non ci fosse più da discutere; ma ci sbagliavamo (capita, e bisogna ammetterlo): forse è arrivato il momento – oltre che di eccepire su chi indaga – di ricordare come andassero effettivamente le cose, Mussari regnante.

Per filo, e per segno; con nomi e cognomi: affinché, certe domande, non possano più neanche passare per l’anticamera del cervello di un ragazzo (e a maggior ragione di un adulto)…

51 Commenti su Rossi: un libro, per un non eroe

  1. Laura scrive:

    Concordo: David Rossi faceva parte integrante del groviglio armonioso; ne aveva assunto anche i toni minacciosi quando qualcuno osava contestare; usava il potere che gli aveva attribuito Mussari per condizionare l’informazione. Quindi non c’è proprio nessun eroe da celebrare. Per me, oltre al dolore umano per questa morte violenta, rivendicare la verità su indagini che appaiono a molti lacunose, può essere una speranza di conoscere le scomode verità sulle operazioni finanziarie che hanno distrutto la banca.

  2. manunta scrive:

    Alla memoria di rossi come dici ,ci pensera’ la famiglia alla quale comunque va’ solidarieta’ , e non ostracismo da appestati come invece e’ successo in citta’.

    impastato? alpi? chi propone certi paragoni ,e’ da oscar per l’ approssimazione,e da nobel per l ‘ ignoranza
    Loro si battevano per divulgare l esistenza di un sistema ,mafioso di controllo del territorio,nel caso impastato.
    E di un sistema internazionale dietro a traffico d armi ,rifiuti tossici , col cappello della cooperazione internazionale l alpi.
    Paragonarli a chi di un altro sistema (finanziario politico massonico) e’ stato attore partecipe ,e che secondo me ,e’ stato eliminato quando ha mostrato segni di essere l anello debole di una catena di omerta’, e’ roba fuori dalla realta’.
    Quando sai troppo , e anziche mantenere calma e omerta’ manifesti paura ed agitazione , e dici addirittura( email a viola) di voler rendere dichiarazioni spontanee, a proposito , a nessuno in procura era venuta l idea di interrogarlo? ,il braccio destro di Mussari , l uomo delle pubbliche relazioni, la sua ombra ,e di fronte ad un Mussari muto sicut tomba , a nessuno in procura era venuta l idea di sentirlo come ,informato dei fatti ?
    Ma pensa un po’ .
    In un clima di omerta totale l unico che tentennava non l hanno chiamato,diceva io so tutto del sistema siena ,io son stato accanto anche ad un ex sindaco ,io degli intrecci finanza politica posso spiegare molto, ma non l hanno chiamato come informato dei fatti,saranno stati in altro occupati.
    Poi Francesco casomai ci dira’ che ne pensa, a gia’ ma lui legge le sentenze ,e con quelle e’ a posto .

    Regeni ……. altra storia , caro Raffa ,neanche lui lo mescolerei con la alpi .
    Troppo poco chiaro cosa facesse in egitto ,o meglio chi lo stesse, forse a sua insaputa usando ,cambridge ha lunga tradizione di collaborazione con mi5 , tuttora ex direttori di mi5 che li hanno studiato ,vanno li a tenere conferenze , la prof. che gli aveva commissionato la ricerca ,ha strani legami con ambienti dei servizi britannici , fulvio grimaldi ,ed altri hanno scritto interessanti e documentati articoli su tale vicenda, forse regeni non era consapevole di chi lo stava usando ,certo ,a me, paragonarlo alla alpi , pare molto azzardato.
    C era di mezzo il piu grande giacimento di gas al mondo , e contrasti tra l eni e la bp . chi vuole si documenti . le versioni del gruppo de benedetti socio dei rotschild a me poco convincono.

  3. francesco scrive:

    Ho comprato il libro e sono a pagina 21 un pò attonito. A me sembra che il bravo giornalista non abbia letto la sentenza di archiviazione. Il sospetto sulla chiamata al numero 4099009 è stato ampiamente superato con la dettagliata relazione della referente TIM: si tratta di una chiamata di rimbalzo al numero di SOS ricarica! Come è possibile che il giornalista alla stesura del libro non avesse contezza di quanto appurato in sede di archiviazione? Forse mi sbaglio ma a questo punto il libro non mi pare aggiornato piuttosto costruito su dubbi in parte già fugati. Non vorrei che la pubblicazione dell’ordinanza abbia scombinato tutto.

    Ps
    sbaglio oppure oggi si è parlato poco della presentazione? Chissà perché

  4. Silvia Tozzi scrive:

    Per me, è importante la ricerca su chi siano i responsabili della morte di David Rossi, perché se è vero che lui ha speso fino all’ultimo le sue energie nel mondo arrogante e opaco del potere bancario, lo ha fatto -credo- con passione professionale. Che gli va riconosciuta, per distinguere una figura come la sua dalla parte veramente oscura di quel mondo, verosimilmente legata alla sua morte. Davanti alla difficoltà di far luce su questo, anche la magistratura arranca.

    • Eretico scrive:

      Carissima Silvia,
      permettimi di dissentire in toto da ciò che scrivi, per una volta: Rossi non era uno che lavorava in un ambiente opaco ed arrogante; era LUI,David Rossi in persona, che rappresentava personalmente l’arroganza del Sistema Mps e del Sistema Siena (come scritto molto opportunamente da Laura Vigni).
      Speravo di non doverlo più scrivere, ma il mutato clima di questi giorni – di cui do conto nel pezzo di cui sopra – mi costringe a farlo…

      L’eretico

  5. Anonimo scrive:

    Se proprio si vogliono fare collegamenti (e personalmente non sento questa esigenza) forse sarebbe più appropriato parlare dei ponti di Londra..
    La versione “impastato” fa comodo a chi affronta il tema da un punto di vista professionale (giornalisti di inchiesta/iene) creando empatia con il pubblico (soprattutto extra moenia) e soprattutto al senese “medio” che di questo sistema (ormai crepuscolare) ha fatto parte (in maniera più o meno stringente) e ne ha tratto benefici (il più delle volte sproporzionati ai propri meriti/capacità): si quieta la coscienza e ci si sente anche un po’ vittime

    • manunta scrive:

      Paragone molto piu calzante ,finanza massoneria ,un banchiere ,finto suicidio, ponte dei frati neri .

      • Anonimo scrive:

        Riborda,è tornato il tuttologo!
        Deve avè trovato le piazzole piene zipille ed è riapprodato in val di merse…ora ci tocca una tiritera di commenti sul blog e,visto che a Firenze ‘un ce lo vogliono,ci tocca puppaccelo a noialtri!
        Alei:serviti nel coscio!

        • manunta scrive:

          Meglio mi sento ,ero in pensiero , rieccolo ,sarai contento ora ,la vicenda rossi sta virando sull unico tema che sembri conoscere e prediligere,come del resto molte vaccine del tuo stampo, proprio per questo l hanno fatta sterzare in quella direzione , conoscono bene i senesoti come te.
          travesta orge festini , chiacchericcio da contradaioli briachi a veglia.
          Devi esse uno dei meglio rappresentanti della categoria.
          occhio ai pruni di notte si vedon male.

  6. Paolo Panzieri scrive:

    Penso, con tutto il rispetto che si deve ai defunti ed attribuendo comunque ad entrambi la massima buona fede ed i più alti ideali, che, invece di recarsi in Somalia o in Egitto, Ilaria Alpi e Giulio Regeni avrebbero potuto rimanere benissimo in Italia ed indagare in loco su mafia, politica, malaffare e magari volendo anche su qualche sindacato nostrano ….
    Non c’è bisogno di andare a cercare guai in Africa: l’Africa ormai è qui … e volendo anche i guai.

    • giacobbe scrive:

      Ggentile panzeri
      Le parole che ha scritto non le fanno onore…sono certo sia stato un refuso o un hackeraggio, come spesso accade a me!
      Lei sa bene qual’è il mestiere del giornalista, e so che lo distingue da giornalaio ( degno di rispetto se dentro un’edicola) e un leccanatiche.
      Cordiali saluti

      • Paolo Panzieri scrive:

        Sinceramente, Giacobbe, non ho capito il suo appunto.
        Proprio perché riconosco il valore del giornalista, del ricercatore in questione (e pure del suo giornalaio anonimo) mi sarebbe piaciuto che avessero fatto il loro lavoro in Italia dove credo ci sia tanto ma tanto bisogno.
        Forse con un pochino ma pochino meno rischio ….
        Tutto qui il senso delle mie poche righe, probabilmente fraintese.

        • giacobbe scrive:

          Gentile panzeri,
          Dopo aver riletto il suo post e la sua risposta al mio, devo riconoscere che ha ragione, e dunque mi scuso per l’istintiva e non ragionata estrazione: sarebbe stato meglio che i due Giornalisti , e i loro Collaboratori, fossero rimasti in italia, anche , e soprattutto, se la pista di indagine e di inchiesta portava all’estero! Meno rischio, più riconoscenza!
          Però, mentre scrivo, mi sorge un quesito… e se nella stanza mps con rossi ci fosse stato un giornalista, di siena, che voleva indagare sui torbidi affari di quella gestione, che fine avrebbe fatto?

  7. francesco scrive:

    Manunta vedo che mi chiami in causa ancora una volta.
    Non mi sottraggo al tuo invito e ti rispondo senza stizza o livore alcuno.
    Il sentimento di rispetto per il defunto e la famiglia è totale ed immutato. La tragedia qualunque sia la causa non doveva consumarsi: è chiaro che umanamente il povero Rossi in quei giorni era scosso e turbato come dicono i familiari e non doveva essere lasciato solo; c’erano i segni di una emotività compromessa.
    Non propendo né per l’una né per l’altra ipotesi ma come scritto in altro post ho letto un documento che non ho trovato così lacunoso o artefatto come ufficiosamente si vociferava. La cosa mi soddisfa o mi gratifica? No affatto, non faccio il tifo per alcuna squadra e non partecipo a schermaglie. Valuto di mia esclusiva iniziativa quello che leggo senza condizionamenti e ti garantisco che le novelle non me le raccontano più dall’età di 10 anni.
    Venendo al punto: mi pare di capire che il povero Rossi custodisse informazioni scottanti scomode o fosse a conoscenza di situazioni grigie di un retrobottega opaco e che ciò sia la probabile causa di morte per opera di terzi. Te la faccio io una domanda a questo punto. Stante questa tesi ,che posso tranquillamente accettare , perché non si è recato dai magistrati nei mesi o addirittura negli anni precedenti consapevole di tutto quel torbido? Non è dovere del cittadino comune qualora abbia la sensazione di qualcosa di anomalo riferire all’autorità giudiziaria?
    Cordialmente

  8. Eretico scrive:

    Cari lettori/commentatori,
    prendo di nuovo la parola (e per oggi basta!), per un paio di cosette:
    1) scoop dei nazionali (Meucci), su Abbadia isola, storia che…odora di denaro lontano un miglio nautico, ma essendoci di mezzo la Curia, si tratta senz’altro di pregiudizio negativo, eh;
    2) mi segnalano su Fb un polemicissimo attacco di Davide Vecchi allo scrivente: a parte il resto, evidentemente Vecchi non ha letto questo post, in cui gli riconosco non pochi meriti, in attesa di completare la lettura del suo libro, e di parlarne a lungo – come appunto scritto – martedì in tv. Se Vecchi avesse letto, si sarebbe accorto che la polemica con Taddei che paragona Rossi a Regeni ed alla Alpi è calibrata esattamente al contrario di come scrive lui: leggere per credere; poi insinua che io lo attaccherei (dove, quando, di grazia?), perché non mi ha chiamato a presentare il libro stesso: io ho sic et simpliciter dato la mia disponibilità – che rinnovo, tra l’altro -, e credo che presentazioni polifoniche siano la migliore garanzia per tutti, a partire dall’autore in persona: ma ognuno faccia come gli pare, ci mancherebbe; infine, mi accusa di essere “superficiale” (ognuno pensi con la sua testa, magari dopo avere letto), e soprattutto conia un nuovo – quanto al sottoscritto – aggettivo: “stanco”; beh, lo rassicuro che – toccando una cosa binaria che si trova sotto gli addominali – non sono mai stato così intellettualmente attivo come in questi mesi.
    Dunque ribadisco tutto, augurandogli di uscire assolto dal Processo che lo vede coinvolto: Processo ingiusto, a mio modo di vedere, come ho scritto e detto in tv (se uno legge, se uno guarda). E quanto al fatto che il suo libro si basi su atti giudiziari, chi sarebbe così idiota da metterlo in dubbio? Esattamente come i miei: e sotto Processo a cagione della Procura di Siena (e non solo per diffamazione, proprio per il materiale giudiziario su cui scrivere), purtroppo, ci sono andato ben prima di lui…

    L’eretico

  9. Paolo Panzieri scrive:

    Vorrei scrivere soltanto due parole di bassissimo profilo sul provvedimento di archiviazione che tutti dovremmo leggere per capirci almeno qualcosa.
    Alla fine il GIP (che rispetto agli ormai tristemente famosi festini ha un alibi decisivo: non era a Siena all’epoca dei fatti) afferma un principio assolutamente incontrovertibile, ma che non tutti pare abbiano del tutto compreso: la locuzione “aldilà di ogni ragionevole dubbio” (e qui di dubbi evidentemente ce ne sono diversi per non dire tantissimi) invocata – pare – dai legali dei familiari (non abbiamo però a disposizione le carte processuali) si attaglia alla sentenza di condanna e non già al rinvio a giudizio.
    In questo caso, invece, ci dovrebbero essere prove tali da consentire alla pubblica accusa di sostenere il successivo processo.
    E qui evidentemente non ce ne sono: non c’è – allo stato – neppure un potenziale colpevole … ergo non si poteva provvedere altrimenti.
    Ricordiamoci sempre, infatti, che processualmente quello che non può essere rigorosamente dimostrato non esiste.
    I miei due centesimi per la discussione.

  10. investor scrive:

    Manunta,
    analisi condivisibile, paragoni improponibili. Solo una postilla che, forse, considerando il tempo che è passato, non ci ricordiamo. Nel corso delle indagini, a proposito di intrecci politica e finanza, gli investigatori hanno a più riprese richiesto l’autorizzazione intercettare un lungo elenco di telefoniche eccellenti. Richieste sempre respinte.

  11. Investor scrive:

    Francesco,
    sul tuo dubbio: la procura ha solo messo online una ordinanza depositata a luglio, e siccome una ordinanza è pubblica dal giorno del deposito, è dunque da luglio che l ordinanza è disponibile per chi ne fa richiesta.

  12. Antonella Eleonora Buscalferri scrive:

    Devo rivolgere i miei complimenti a Raffaele che,con la pacatezza dovuta racconta la storia drammatica di un giovane giornalista chiamato a svolgere ruoli più grandi di lui, con patti d’alleanza scellerati e sordidi, da cui è rimasto irrimediabilmente travolto,
    La sua lunga e ignobile agonia urla vendetta al cielo per una città che non seppe
    e non volle capire ciò che ormai da anni, silenziosamente si svolgeva la costruzione di un potere che fabbricava la Verità, sostituendo, attraverso la menzogna sistematica, un vero e proprio mando fittizio a quello reale.
    La sottocultura dell’avere a tutti i costi e la cupidigia dei servi ne erano il cemento.
    David Rossi è stato parte integrante di questa scellerata storia italiana.

  13. VEDO NERO scrive:

    Caro Eretico credo che alla cena per il decennale dell’Antonveneta sarete molto pochi. Ci potevo esser anch’io, ma per me qualunque stravizio come una cena sarebbe molto pericoloso per la mia salute, ci sarò comunque moralmente. Ma chi verrà sarà un numero molto limitato, pochi ne saranno degni, troppi concittadini sono stati coinvolti direttamente o indirettamente nel famigerato groviglio armonioso. Quanta gente ha pianto lacrime di coccodrillo col caso Rossi, che, con tutto il rispetto per i morti, non è stato certo un martire. Anche lui poteva denunciare prima tutti gli intrallazzi della Banda Bassotti Mussari e compagnia, invece…. E quanti nel pubblico a sentire Taddei hanno avuto tanti favori e tuttora ne godono gli effetti. Senesi omertosi e pecoroni. A giro quanti cartelli “Insieme ci siamo riusciti”, pagati da noi, ci ricordano della buona (sig) gestione Valentini. Propaganda parallela. L’altra sera passando alle 23,30 vicino all’Antiporto, ne ho visto uno affisso al muro ed io gli ci ho scritto sopra a lettere cubitali “BUGIARDI”, ma il giorno dopo il foglio era già stato coperto da un altro intatto. Sono stato censurato. Comunque almeno LA NAZIONE oggi ha dato la notizia con le dovute proteste di alcuni esponenti politici, meno male. Ma ci vuole la bocciatura di questa classe politica alle prossime elezioni comunali, aria nuova, più pulita!

  14. Carlino scrive:

    Eccoci… ora ci mancava il Sardo a dire la sua…

    • Eretico scrive:

      Caro Carlino,
      in effetti la novità del fine settimana è senza dubbio alcuno la trovata di Antonio Degortes, con la sua idea di registrare a sua volta Le iene, che erano andate da lui ad intervistarlo; aspetto di vedere cosa inseriranno nella puntata di stasera i giornalisti di Italia 1, con i quali ho parlato in settimana: prima di giudicare la puntata, aspettiamo, no?
      Ieri ho anche parlato a lungo con Davide Vecchi: non una telefonata facile, forse neanche fruttuosa; ma parlarsi fa sempre bene, o almeno dovrebbe…
      Fino a martedì in trasmissione, sull’argomento Rossi (libro e Iene, con annessi e connessi) passo e chiudo…

      L’eretico

  15. Romolo scrive:

    Non mi sembra che a Palazzo Patrizi ci sia stata la celebrazione di David Rossi, ma semplicemente un altro passo verso verità, giustizia e responsabilità su TUTTO il disastro MPS. Non a caso questo passaggio, umanamente il più drammatico, per qualcuno potrebbe avere delle ricadute inaspettate sui procedimenti Antonveneta, derivati, contratti spariti e ritrovati, insomma su tante vicende ancora oscure. Mi sembra anche che la figlia Carolina, con grande maturità e lucidità, abbia detto che è pronta a qualsiasi verità, anche scomoda, purché questa sia finalmente fatta.
    Detto questo non ho problemi ad ammettere che il ruolo di David, sia quando era con Piccini, ma soprattutto dopo con Mussari, è difficilmente difendibile in certi aspetti, pur in qualche modo legati al suo lavoro. Si era indubbiamente creato molti (finti) amici interessati e molti nemici. Con il sottoscritto, dopo anni di amicizia goliardica – David è stato in Balia insieme a Roberto Ricci con Francesco Pasquini Principe nel 1983, ovvero l’anno dopo al mio Principato, in un periodo fantastico della Goliardia Senese -, i rapporti si erano molto raffreddati, probabilmente perchè ero uno dei pochi che ovunque, soprattutto in Assemblea MPS, ha contrastato apertamente sia l’operato di Mussari che quello di Profumo, e relativi CDA di MPS. Aggiungo che questo tipo di atteggiamento non ha riguardato solo David, ma anche tanti altri dipendenti e Dirigenti MPS, tra cui amici, in enorme imbarazzo con il sottoscritto.
    Nessuno quindi si scorda queste cose, soprattutto chi, come me, ha fatto parte delle Liste Civiche Senesi, molto informate e attive, e molto critiche, sui fatti di quei tempi.
    Ma tra quanto detto e quanto poi accaduto a David, anche per la tragicità dei fatti, apre in tanti, sicuramente in me, sentimenti e pensieri del tutto particolari; prima di tutto perchè, oltre ad essere un Senese e contradaiolo, e aldilà dei suoi pregi e dei suoi difetti, e della mia amicizia con Antonella, lo consideravo sempre un amico in Goliardia, cosa che per me ha un enorme valore, comunque e per sempre nei confronti di tutti i Goliardi. Poi proprio per il dubbio che la sua scomparsa potrebbe essere stata una grande limitazione nella ricerca di verità e responsabilità sul disastro MPS, sul quale, a detta di molti, David poteva avere conoscenze specifiche su aspetti di vario tipo.
    Sul 5 Stelle posso solo dire, anche per averle vissute in prima persona, che non è esistita e non esiste alcuna volontà di strumentalizzazione, ma solo, come DNA del Movimento, ricerca di trasparenza e giustizia a 360°. Daniele Pesco e Giulia Sarti sono anni che si impegnano, anche nell’ombra, esclusivamente per la loro qualità di persone oneste e sensibili, non certo per calcoli politici o per ricerca di visibilità personale, cose che sembrano accadere ora per altri. Pur riconoscendo grandi meriti e grande forza alla famiglia, soprattutto ad Antonella e Carolina, e ai professionisti Goracci, Scarselli e Norelli, probabilmente senza l’aiuto dei detti parlamentari l’inchiesta non sarebbe stata riaperta nel novembre 2015. Mi fermo qui.

  16. Simone Poli scrive:

    Caro Raffaele

    ho letto prima il libro di Vecchi e poi l’ordinanza che ha disposto la seconda archiviazione.

    Dico subito che il lavoro a firma del giudice Malavasi non è affatto superficiale.
    Un esempio fra i tanti.

    Nell’ipotesi della colluttazione preventiva c’è anche la ferita sulla testa provocata con un corpo contundente.

    Ebbene (pag.45) “…al di là degli aspetti medico legali, è evidente che se la ferita a tutto spessore di cui si discute fosse stata provocata prima della caduta, certamente avrebbe lasciato delle tracce ematiche, in particolare macchie da gocciolamento o da contatto, che non sono invece state rinvenute, né sulla finestra , né all’interno dell’ufficio (nonostante i tre sopralluoghi), né nei luoghi prossimi, ove Davide Rossi potrebbe essere stato trascinato, come l’opponente vorrebbe dedurre dai graffi sulle calzature.”

    Non ci sono tracce di sangue sulla “camicia bianca immacolata” come riferito dal personale del 118.

    Certamente rileggerò l’ordinanza.

    Nel frattempo c’è questa improvvisa urgenza di scrivere.
    Devo fissare alcuni pensieri guida e riconoscere nuovamente la statura del tuo impegno.
    E’ doveroso.

    Mi soffermo soltanto sulla paura.
    Quella di Rossi avrà delle conseguenze sul comportamento emotivo.
    Questa paura sarà un elemento centrale in molte testimonianze.

    Allora osservo i tre casi possibili.

    Ti puoi sentire minacciato dalla follia umana che è presente, si manifesta e può colpire.
    Ma non sarebbe saggio.
    Non sarebbe plausibile.
    Non sarebbe verosimile in chi ha saputo gestire altre pressioni derivanti dall’esercizio del dominio.
    Rossi che ha paura della vita non è credibile è semplicemente inverosimile.

    Ti puoi sentire minacciato da un segreto che devi custodire.
    Da una complicità – seppur involontaria – che non riesci a sciogliere a superare.
    Puoi sentire il peso del favoreggiamento o l’incubo dell’equivoco, ben peggiore.
    Ma è credibile che a quei livelli non si risulti convinti del proprio operato ?
    Si può benissimo sbagliare (in buona fede) ma chi è che si angoscia così per un errore causato dal troppo lavoro, o dall’abuso delle proprie risorse o dal mancato rispetto dei propri limiti ?

    Chi annuncia per questo il proprio suicidio ?

    Se fosse invece un segreto a contenimento della vanità, quel segreto ti avrebbe fatto stare bene. Avrebbe nutrito la tua forza, la tua solitudine.
    Tutti confermano che Davide era riservato ma nessuno può sostenere che fosse anche immune dalla vanità del potere. Altrimenti avrebbe allevato una Siena informata (e qui hai perfettamente ragione, Raffaele).

    Infine ti può minacciare un errore se sei un insicuro.
    Ma l’errore si può rimediare, anzi l’errore ci rende simpatici, umani.
    La letteratura è piena di errori e la letteratura ci aiuta a capire gli altri.

    Il giornalismo lo sappiamo ha un altro compito.
    Il giornalismo se la deve vedere con la verità.
    E’ il mestiere che giudica tutto attraverso il racconto della realtà.

    Quanto sono soli i giornalisti !

    Quando sei nell’isola della tua coscienza esiste solo il baratto della stima reciproca.

    Ripetersi : sono capacissimo di sbagliare da solo !
    È già un buon segno di autonomia.

    Quello che mi piace quando sbaglio è ringraziare chi me lo fa notare.
    Ma quanto è bello essere al centro di una simile attenzione.

    Si dice che in politica questo sentimento sarebbe un indice di debolezza e pertanto.
    E pertanto, dico io, continuo a pensare lo stesso che in politica la più grande benedizione sia il rispetto dell’avversario. O meglio, poterlo rispettare.

    Ehi ! non sto forando la barchetta comune, non voglio affogare insieme a te (so nuotare), ma dobbiamo decidere per dove remare. E’ il minimo collaborativo.

    In altre parole.

    Il potere reale lo esercita chi fa la produzione dei beni e dei servizi, chi ha le materie prime, chi sa fare la trasformazione, chi valorizza le risorse naturali che ha (senza distruggerle) ; in breve : chi lavora.

    Chi non ha questo lavoro da scambiare -in teoria- potrebbe avere una moneta.
    Potrebbe battere una moneta qualsiasi e crearsi da solo la ricchezza che non ha (e che adesso sappiamo non corrispondere più nemmeno all’equivalente in oro).

    Puoi avere questa moneta, la tua moneta, ma se io non riconosco il tuo potere d’acquisto, resterà carta straccia. Questa moneta non avrà corso di validità. Non sarà credibile, affidabile.

    Ebbene la moneta del giornalismo senese soffre terribilmente il cambio.

    Quello che non riesco a capire è come sia potuto accadere il blocco totale della professione. Il blocco di quell’imperativo : informare.

    Per un giornalista la verità è il minimo sindacale.
    Raccontarla è già una competenza evoluta.

    Richiedo quindi per l’ennesima volta : come mai nessuno ha stigmatizzato, redarguito, incidentalmente storto la bocca o se si vuole banalmente osservato che così non si fa (si cambia mestiere) quando è avvenuta la censura totale operata dalla Nazione sulla manifestazione di Ampugnano ?

    Era forse il sintomo di una paura tremenda ?
    Era forse una forma di suicidio professionale ?
    Un’incredibile abdicazione del quarto potere ?

    La prima manifestazione di massa contro il volere del “sistema Siena”.
    Prima ancora di tutto il resto.
    Prima ancora della sua grande imprudenza (acquistare qualcosa senza sapere cosa).

    E’ un buco nero dell’informazione dove sono caduti tutti i paletti della necessaria distinzione.
    Tu hai il tuo ruolo, io il mio.

    Non era uno scoop , era evidente : c’erano migliaia di persone.

    Ed è per questo che riformulo la domanda precisa : chi può esibire quale iscritto all’ordine un “segno” di disappunto scritto sulla censura di Ampugnano ?

    Io non posso farlo perché ero tra i manifestanti.

    • manunta scrive:

      Poliiiii!!!! c era pieno di fazzoletti di carta imbrattati di sangue nel cestino del! ufficio del rossi, e a nessuno e’ venuto in mente di refertarli e di farli analizzare ,ma di che cristaccio ragioni?.
      ma come fai a non capi’ una semplice( sega) cosi?
      ma perche’ vuoi avvalorare il Durante dopo settecento anni?
      Ma che sete davvero sodi come le sorbe?
      Poli t hanno assunto al comune?
      Che di’ , semmai .
      A leggerti uno capisce tante cose su’ siena , e sui senesi , sei da portare alla mostra di verona ,esemplare che riassume tutte le principali caratteristiche della nota razza…..
      boia, poli nemmeno a ingegnassi cosi , come esci te al naturale.

      • Simone Poli scrive:

        19,02 – 19,43.

        41 minuti.
        E’ il tempo intercorso fra l’ultima chiamata di Antonella Tognazzi, con risposta diretta di Davide Rossi, e la caduta.

        In questo lasso di tempo , presumibilmente senza che Rossi abbia mai perso conoscenza (non essendo stato oggetto di interventi tali da renderlo inconsapevole) – e comunque senza un grido né un lamento- l’assassino avrebbe dovuto nell’ordine :

        1) convincere Rossi che lui non è un pericolo, farsi ricevere senza appuntamento, passare inosservato dai suoi colleghi ;
        2) far scrivere di suo pugno i tre biglietti (senza resistenza alcuna) ;
        3) tamponare le sue ferite (lasciando i fazzoletti a disposizione degli inquirenti) mentre Rossi aspetta di capire cosa gli sta succedendo ;
        4) tamponare in altra ipotesi le ferite superficiali procurate al Rossi (senza un grido, una voce fuggita, in silenzio assoluto) ;
        5) sollevare un corpo cosciente per poi lasciarlo cadere verticalmente (senza resistenza alcuna) mentre sarebbe stato più comodo e sicuro spingerlo di sotto ;
        6) ripulire e riordinare infine la scena del delitto (lasciando proprio i fazzoletti con il suo sangue);
        7) uscire indisturbato (dopo essere entrato senza essere visto).

        Tutto questo mentre il fantomatico numero di telefono (attaccapanni per tutti i vestiti dell’imperatore) è riferibile al servizio di ricarica TIM – una simile triangolazione avviene dopo la telefonata del giornalista Tripaldi (22,28) – come documentato in atti.

        La pietra miliare tuttavia è immaginare, immaginare soltanto, che l’assassino così professionale da simulare un suicidio dissimulando la propria presenza sul luogo del delitto (un assassino mago) per l’appunto, sia stato così sprovveduto dopo da rispondere al telefono della vittima.

        Nemmeno Mandrake.
        E in effetti sarebbe servita un’ipnosi collettiva per i colleghi che non hanno sentito nulla e non si sono accorti di niente.

        Non aggiungo altro.

        Possiamo ipotizzare un coinvolgimento diretto dei colleghi, che ripeto non si sono accorti di nulla ?
        Fra cui un caro amico di famiglia ?

        Lo stesso che riceve una chiamata allarmata di verifica dal parte di Antonella Tognazzi (motivatamente preoccupata) .
        Verifica dello stato emotivo, verifica di un turbamento effettivo al centro di numerose e concordanti testimonianze.

        Sul merito delle preoccupazioni -in particolare dopo la perquisizione subita- si è inferito che probabilmente la causa scatenante potrebbe essere sia la fine del prestigio che la fine di una supposta immunità.
        Verosimile.

        Il movente inoltre resta sconosciuto (in entrambi i casi).

        Si rimprovera agli inquirenti di aver proceduto sposando una tesi (e senza tener conto della necessità di procedere comunque e sempre come si dovrebbe procedere di fronte a un omicidio).
        Questa carenza collettiva può stupire (per le successive mancanze) ma non integra in nessuno modo la prova opposta.

        Resta il fatto che gli elementi di prova della parte opponente (la famiglia) non hanno potuto/saputo produrre un’indagine che potesse portare al processo.

        Infine la tesi che il procedimento sia stato volutamente compromesso, deviato o peggio insabbiato per coprire un omicida è per me totalmente offensiva.

        Possiamo fare un dibattito pubblico , se vuole, così avrò il piacere di conoscerla.

        Per il resto esistono i concorsi pubblici.

        • manunta scrive:

          poli ti leggo ora ,e come al solito:

          poca ciccia ,solo o.s.s.i. ,li conosci?
          Svelti ed efficaci.
          Con un boncitto poi ,sveltissimi , gente affidabile , veri professionisti .
          41 minuti? ce n’era d avanzo ,sai poli loro non lavorano pel comune di siena, hanno altri ritmi ,e altra efficenza

          • Simone Poli scrive:

            Nella seconda ordinanza di archiviazione è specificata l’assenza di qualsiasi narcosi.

            Loro hanno altri ritmi, dice Lei.
            Loro hanno un’altra efficienza, aggiunge Lei.

            Sorvolo sui paragoni e rinnovo l’invito ad un dibattito pubblico.

            Quello che Lei non spiega è l’assenza totale di una voce, di un lamento, di un urlo.

            41 minuti in un ambiente dove non ti conosce nessuno sono un’eternità.
            Dove non ti conosce nemmeno Davide Rossi , ovviamente.

            Pertanto Lei sostiene che l’assassino è un dipendente MPS, o no ?

  17. Diego scrive:

    Raffaele, alla tua riflessione, che condivido, vorrei aggiungere che il libro, ancorché ben fatto, lascia il tempo che trova. Non ho ancora finito di leggerlo, ma di certo non aggiunge nulla a ciò che si sa e si dice da anni a Siena. Inoltre è scritto ricalcando lo stile del grande Lucarelli. Insomma, sulla vicenda Rossi, Vecchi non ha fatto certo il giornalista di avanguardia, piuttosto “il Lucarelli de’ noantri “, il che è abbastanza risibile. Io penso che si tratti piuttosto di un opera di marketing. Fortuna ha voluto che ne abbiamo parlato anche Le Iene, con due servizietti che, anche in questo caso, sapevano di poco. L’unica novità di cui bisogna dare atto alle Iene è l’intervista di Piccini. Mi sembra, ma correggimi se sbaglio, che è la prima volta che un personaggio di primo piano del sistema a cui tu ti riferisci, parla del caso Rossi. Per quanto riguarda l’altra sera, mi ha dato molto fastidio vedere la sala così piena: non è possibile che una cosa così grossa, per i senesi esista solo perché ne parlano Le Iene. O forse perché Piccini ha sdoganato il caso Rossi? Sarebbe anche peggio. Naturalmente si tratta di riflessioni personali, che però volevo condividere con te. Ti abbraccio.

    • Capita Harlock scrive:

      La mia opinione è un’altra: la novità dei servizi delle Iene non è l’intervista a Piccini (il quale sapeva benissimo di essere registrato…)ma l’essere arrivati ad intervistare 2 figure di spicco come Mussari e soprattutto Amato. Non mi risulta che nessun giornalista fino ad ora avesse fatto domande dirette a coloro che “gestivano” una parte importante del Potere ed avevano precisi contatti con il povero Rossi. Così come non sono mai state fatte domande dirette a tanti altri protagonisti del groviglio armonioso senese, tipo Vigni oppure a Minucci dopo lo scandalo sulla Mens Sana…giornali e tv locali ci propongono sempre le solite sviolinate ai potenti di turno, le solite chiacchere sulle partitine del calcio e del basket o del Palio nel periodo estivo. Eccezione fatta per Siena TV con Daniele Magrini, Raffaella Ruscitto e Raffaele Ascheri, onore a loro ed ai blogger che in questi anni di buio totale ci hanno tenuto informati.
      Mi associo ad Antonella Buscalferri che ha fatto gli elogi all’Eretico per come ha saputo inquadrare la complessa vicenda di David Rossi inserendola nel contesto generale di quel periodo particolare vissuto da Siena, apprezzo meno certi commenti in cui si dice che Ilaria Alpi e Giulio Regeni dovevano starsene in Italia o quelli in cui si dice di “accontentarsi” della sentenza del GIP perchè non c’è un potenziale colpevole. Le indagini delle Procure e le successive sentenze dei Giudici dovrebbero servire a dare delle risposte, non ad alimentare dubbi.

  18. Senesediritorno scrive:

    Su SIENA E …LA MORTE DEL MONTE….su Siena Tv ..da non perdere!!!!

    Mi permetto di segnalare (dopo averla vista e rivista per un totale di 3 volte)la puntata del 13.10 u.s. di LA TELA DEL RAGNO, trasmessa da Siena Tv (e presente su YouTube) a cura di una bravissima Raffaella Ruscitto con interventi assolutamente da non perdere e sui quali riflettere svolti da Maurizio Montigiani e -sopratutto- da ELIO IANNUTTI e FRANCO FRACASSI autori del libro MORTE DEI PASCHI: CHI HA UCCISO LA BANCA DI SIENA.
    Ė -a mio parere- una puntata da antologia che riceve densità straordinaria (anche perché riepiloga in una chiave interpretativa tanto inconfutabile quanto inconfutata e accessibile a tutti) dagli apporti degli autori soprammenzionati, dalla testimonianza appassionata e -direi- addolorata di MAURO AURIGI nonché da Letizia Giorgianni che interviene su Banca Etruria.
    Non volerla guardare significa girare la testa per non voler sapere, capire e riflettere

      • Senesediritorno scrive:

        Grazie a Lei per l’impegno che profonde
        Non sono un azionista rovinato né un obbligazionista decurtato, ma la Sua battaglia è (dovrebbe essere!) meritevole di rispetto e gratitudine da parte di tutti i senesi

        • Anonimo scrive:

          Siccome da anni girano leggende metropolitane messe in giro da Salvini e c. su clienti presuntamente rovinati da mps, farei presente che di azionisti rovinati od obbligazionisti decurtati in mps non ce ne sono, fatte salve minime eccezioni dipendenti piu dalla loro dabbenaggine che da colpe specifiche di banca, banchieri o bancari. Questo ad onor del vero grazie all’intervento statale con il c.d. imminente “ristoro”.

          • A.B. scrive:

            Caro Anonimo, come lo definirebbe lei l’aver speso 4000 euro in azioni MPS ritrovandosi un controvalore attuale di venti sonanti euroni (e non mi risponda coglionaggine, che tanto già lo so)? Cosa intende lei per rovina? Come può con tanta sicumera dire che nessuno è stato rovinato con le azioni del MPS? Mi incuriosisce molto il suo commento, mi fornisca qualche ulteriore ragguaglio.

          • Anonimo scrive:

            Risposta semplice: se 4000 euro sono tutto o quasi il tuo patrimonio, sei un coglione (detto con simpatia e senza offesa). Se non lo sono, non sei rovinato.

          • A.B. scrive:

            Risposta del menga. Mi aspettavo una disquisizione tecnica che supportasse le curiose convinzioni che ha pensato bene di divulgare, non un battutone da zelig circus. La mia curiosità è svanita, molto rumore per nulla.

  19. Luca scrive:

    Ganzo il Degortes! Dalla Sardegna con furore! Aiooo…

  20. Adriano Fontani scrive:

    Paragonare David Rossi a Peppino Impastato? NON BESTEMMIAMO, per favore: questa è un’inaccettabile profanazione.

  21. Alberto prisco scrive:

    Buongiorno Professore,
    Immedesimandosi nella figura di Giovanni Impastato, cosa avrebbe risposto alla domanda del rgazzo da lei citato?
    lei si sente un po’ un outsider cioè uno che col proprio mezzo di informazione va a fondo su le notizie da lei trattate o si definisce un blogger che fornisce delle informazione più da un punto di vista generale per non entrare in gineprai molto ardui e forse anche pericolosi?

  22. Anonimo scrive:

    Che schifo. Ora tutti vogliono la loro fettina di pubblicità.
    Vediamo persone che hanno avuto incarichi in MPS senza averne alcun diritto parlare a vanvera e fare dichiarazioni di certezza assoluta sulla morte, non suicidio, del povero Rossi.
    Altri che dicono solo ora, o inventano, gossip di vario genere.
    Altri, tanti, troppi che vorrebbero dire di essere stati tra i pochi ad aver paralto di Antoneveneta nel 2007.
    Che città è diventata Siena, dove viene ancora dato spazio dai giornalisti a questi soggetti? Ma un pò di filtro a questi bugiardi o affabulatori?
    P.S. – noi dipendenti che a quei tempi potevamo seguire in Intranet le assemblee sappiamo bene chi c’era nel 2007 – 2008 – 2009, e si merita di venire a cena. Non dovreste essere più di 4 o 5.

  23. Alberto prisco scrive:

    Buongiorno Professore,
    Immedesimandosi nella figura di Giovanni Impastato, cosa avrebbe risposto alla domanda del rgazzo da lei citato?
    Lei si sente un po’ un outsider cioè uno che col proprio mezzo di informazione va a fondo su le notizie trattate o si definisce un blogger che fornisce delle informazione più da un punto di vista generale per non entrare in gineprai molto ardui e anche pericolosi?

  24. Carlino scrive:

    Ma il Sardo con quale titolo era entrato nella stanza dei bottoni di MPS? Ma allora il capello se lo fa staccare oppure no?

  25. Anonimo scrive:

    Io leggo leggo e rileggo tutti gli articoli di questo eretico che è sempre pronto a bacchettare questi -secondo lui- potenti a prendere per il c…..perfino gli avvocati di questi personaggi senza apportare alcunché di costruttivo senza portare prove ma le prove pian piano escono – una assoluzione di qui una altra di la’, una condanna che da 7 diventa 3 e poi alla fine chissà… parliamoci chiaro è normale a certi livelli avere potere essere influenti e che in molti ti stendono il tappeto…ma noto negli articoli fatti per lo più a presa in giro una specie…..di…. diciamo la verità di invidia …. che l’eretico voglia Prendere il posto di costoro…. probabilmente replicherà che lui è puro casto e vergine …. ma le vergine oggi non esistono più ….

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