Eretico di Siena"La Casta di Siena", 10 anni dopo (ed il Fiorenzani, con Ps) - Eretico di Siena

“La Casta di Siena”, 10 anni dopo (ed il Fiorenzani, con Ps)

Esattamente 10 anni or sono (1 dicembre 2007), arrivava nelle librerie senesi un libercolo dalla copertina gialla che fece abbastanza discutere; ed oggi – a distanza di 10 anni esatti – crediamo sia più necessario che mai raccontare alcune cosette a proposito di quel passaggio mediatico-politico. Alcune cose forse molti non le sanno proprio (ma l’ignoranza – specie quando si assumono certe posizioni pubbliche – non è tollerabile); ad alcuni altri, di certo, non farà piacere ricordarle.

Per questo motivo, dunque, non auguriamo buona lettura a tutti (o quasi), come di consueto; dedichiamo questo articolato pezzo a chi in quel momento ci fu, in qualunque modo, vicino, mentre speriamo con tutto il fegato che vada di traverso a qualcun altro…

IL TERREMOTO CASTISTA: 1 DICEMBRE 2007

Certo, la scelta della data non fu casuale o neutra, anzi: fu scelto in modo ponderato, il giorno; la celebrazione liturgica del Santo Patrono Ansano, ovviamente officiata da chi possiamo immaginare (e che neanche nominiamo), c’entrava, eccome se ci entrava.

Alla conferenza stampa (se così la possiamo chiamare) di quel Sant’Ansano, fra gli altri, erano presenti due giornalisti: Gennaro Groppa del Corriere di Siena e Francesco Meucci della Nazione (di cui NON era certo Caporedattore, come invece oggi); il tutto si svolse in una cantina-enoteca tra Porta Salaria e la Costarella, gestita da un non senese che, forse, non aveva capito fino in fondo che tipo di libro sarebbe stato presentato a casa sua, quando andai a fissare l’evento qualche giorno prima. I due cronisti presero diligentemente i loro bravi appunti, ma il giorno dopo NON uscì un solo rigo, sull’evento e sul libro in questione, e così per molti giorni a seguire (la volontà di scrivere ce l’avevano, credo proprio): né la stampa cartacea, né quella radio-televisiva, dovevano in alcun modo pubblicizzare il libro (facendo in realtà un grosso favore all’autore, perché il clima underground fu fortissimo, e in due settimane le 1500 copie della prima edizione furono esaurite). Ma la paura che certe cose sul Groviglio armonioso uscissero, era stolidamente più forte di ogni altra cosa; dopo un mesetto, visto il successo non preventivabile del libro, partì finalmente l’attacco che non poteva più essere differito oltre, con il combinato disposto tv (Canale tre: “conversazione” tra Franco Masoni e Bisi Stefano, con toni sprezzanti e di aperta derisione dell’opera), nonché editoriale al veleno sul Corrsiena del Gran Maestro del Grande oriente d’Italia (che mi accusava di essere un “maestrino” che aveva copiato il suo giornale, sic: allora perché la paura e la censura preventiva, di grazia?); La Nazione, invece, sceglieva la linea Monti-Riffeser (già testata per la manifestazione contro Ampugnano): silenzio, silenzio, silenzio. Oscuramento totale. Potrei fare altri esempi, ovviamente, ma mi fermo qui per ragioni di spazio: satis est.

Chi c’era dietro questa strategia del silenzio (scandalosa e schifosa, ma ormai l’omertà locale esiste solo a proposito del Caso-Rossi, no?), attuata in modo chiaramente pianificato e concertato, così come la dura stroncatura del libercolo, una volta aperti i rubinetti della polemica?

Forse – non è da escludersi -, lo stesso Spirito Santo che, un anno e mezzo prima, aveva dato fuoco alla Curia, magari; o forse chi gestiva tutta la comunicazione del Groviglio armonioso, a 360°, in piena e sistematica sinergia con Rocca Salimbeni.  Chissà, chissà: magari qualcuno fra gli “ultras della Verità” coagulatisi nel caravanserraglio creato ad arte attorno al Caso-Rossi (di cui ha scritto Carlone Regina ieri sullo Stanzino digitale), potrebbe darci una dritta (o una storta), chissà: mumble, mumble, mumble…

LA LEGGENDA: DIETRO IL LIBRO, IL PICCINI

Fra le varie leggende cittadino-senesote che si diffusero a partire da quel Sant’Ansano del 2007, la più suggestiva fu certo quella secondo la quale Pierluigi Piccini – da un anno dominus della valida opposizione civica al Pd targato Cenni – fosse il SUGGERITORE occulto del mio libro. Colui che, da dietro e nell’ombra, tesseva e tirava le fila, mandando avanti il giovane scrittore di inchiesta (reduce, allora, da un apprezzato lavoro in cui si sbugiardavano le false apparizioni medjugorjane, anticipando Papa Francesco, wow).

Non si parlava ancora – sbagliando! – di fake news, ed io il blog ancora non lo avevo creato, dunque non potei neanche smentire la bufala totale. Lo faccio dunque oggi, a dieci anni di distanza, nel modo più categorico e perentorio: la prima volta che sentii Piccini al telefono (lui chiamante), fu qualche giorno DOPO il 1 dicembre 2007. Sfido ovviamente chiunque a dimostrare il contrario.

Sienina, davvero terra fertile ed ubertosa, quanto a leggende e suggestioni metropolitane: nel 2007, come nel 2017…

I GUAI GIUDIZIARI

Dopo qualche mesetto, arrivarono i (prevedibilissimi) guai giudiziari, affrontati insieme al Superavvocato Luigi De Mossi, iniziato a conoscere giusto in quel periodo; meno prevedibile, per esempio, che un Giudice (dottor Cavoto) scrivesse, in una sentenza concernente il gestore di questo blog – a Processo contro Acampa Giuseppe ancora del tutto in corso – che l’economo della Curia era stato ASSOLTO (prima della fine del Processo, lo ripetiamo), e via con tutta una serie di amenità giudiziarie, per le quali speriamo prima o poi qualcuno paghi.

Per intanto, un’autentica, effettiva e conclamata vittima del Sistema Siena, ricordata nel libro stesso (cui infatti non si poteva dare voce, mentre nel libercolo noi gliela demmo, raccontandone per filo e per segno la drammatica vicenda), il professor Franco Nardi (l’archivista della Curia), NON ha avuto Giustizia in nessun Processo, né alcuno si è mai premurato – nonostante le insistenze di questo blog – di ricordarne come sarebbe sacrosanto le peripezie (anche mediatiche). Che bello, che aria di pulito ci sarebbe stata in città, se il Comune si fosse ricordato di uno che sicuramente è stato vittima di un errore (poi, con onestà, ammesso e rimediato dalla Procura della Repubblica): invece tutte le istituzioni hanno sempre fatto finta che il professor Franco Nardi non esistesse. Espunto dal dibattito pubblico, sic et simpliciter.

Beata quella comunità che non ha bisogno di eroi, diceva qualcuno, autorevolmente; e dannata all’ennesimo grado – ci permettiamo di aggiungere -, quella che, invece, se ne costruisce di fasulli…

Ps 1 Ho polemizzato con Pier Paolo Fiorenzani non so quante volte, dai tempi del “passo dell’alpino” su Antonveneta, fino a martedì scorso, dedicandogli la ironica clippe di Faccia da schiaffi (un memorabile Enzo Jannacci); francamente non ho però capito fino in fondo il senso del durissimo attacco ad personam, contro di lui, da parte grillina: perché non ha saputo dare spiegazioni alla sua frase sugli “orgiastici e pervertiti”, o perché ha manifestato dubbi sulla tesi omicidiaria, o per altro ancora? In ogni caso, Fiorenzani pare volere un confronto pubblico con i grillini, sull’argomento: e gli facciamo gli auguri, in questo senso. Per quanto ci riguarda, è di circa un mese fa la proposta di un incontro plurale e polifonico sul caso-Rossi: senza alcuna risposta di sorta da alcuno, peraltro…

Ps 2 Penultima udienza del Processo Tognazzi-Vecchi, stamattina: ne parleremo a tempo debito, nel programma speciale che stiamo preparando (se non ce la facciamo prima di Natale, si fa dopo, a gennaio); in ogni caso, sentiti oggi Valentino Fanti e la Pieraccini, la sintesi potrebbe essere la seguente: Fabrizio Viola messo malino (non perdiamo certo il sonno, per questo), in più un duro colpo alla tesi complottistica-omicidiaria, giacché la segretaria si è limitata a ribadire quanto affermato davanti alle Iene, dicendo però che altro NON sa. Tanto rumore, per quasi nulla: e quel quasi, era ciò che la Pieraccini aveva già detto alle Iene.

Ps 3 Mi segnala un attento lettore della rassegna stampa curata dal Comune, che il pezzo titolato “Istituzioni vittime di vili intimidazioni” (riferito al Prefetto Gradone ed al Pm Natalini), ieri, è stato inserito fra le notizie della vita di Contrada: refuso banale, o altro?

Ps 4 Lunedì prossimo, in Tribunale, tutti gli occhi saranno puntati sull’Udienza preliminare sui fatti contradaioli, ben noti, dell’agosto 2015; ma in contemporanea ci sarà anche l’udienza finale del Processo contro il professor Giovanni Grasso, che osò mettere in dubbio le virtù taumaturgico-universitarie del Magnifico Angelo Riccaboni (nel frattempo approdato al Cda di banca Mps, come scritto). Noi ci saremo, lunedì mattina, per entrambi gli eventi: ne scriveremo sul blog, ne parleremo martedì sera in televisione (Siena tv ore 20).

Ps 5 Venenum in cauda: il pianista di Sarteano, Danilo Mariani, alla fine ha messo davvero (seppure certo involontariamente) nei guai il leader – con Renzi – del prossimo Governo. Berlusconi Silvio ieri è stato infatti rinviato a Giudizio dal Gup Malavasi per “Corruzione in atti giudiziari”, perché secondo l’accusa avrebbe pagato il succitato Mariani per indurlo a dare una versione edulcorata delle “cene eleganti” in villa. E vai…

11 Commenti su “La Casta di Siena”, 10 anni dopo (ed il Fiorenzani, con Ps)

  1. VEDO NERO scrive:

    Speriamo bene Eretico che si faccia luce definitivamente sull’affare Antonveneta, ma il fatto di nominare un politico, che nel 2007 si sposò a Siena con una Caltagirone, come Presidente della Commissione d’inchiesta sulle banche, è come mettere la volpe ad amministrare il pollaio dove con altri ci ha fatto un banchetto e poi indaga su chi è stato. Ottima la nomina a ‘faccia da schiaffi’ di PPF, non c’è più pudore trai nostri politici. Speriamo che la povera vedova Tognazzi venga scagionata, ma la vedo brutta. A forza di citare in giudizio il Berlusca a qualcuno comincia ad essere anche simpatico. Tutte queste pulzelle vittime per niente forzate a fare certe cose non mi hanno mai convinto. Mi ricordano tutte quelle attrici pseudo vittime che ora hanno inguaiato il regista Brizzi, mi sanno tanto di ipocrite, come i gatti prima …..ano e poi piangono. La denuncia doveva scattare quando il fattaccio, così per dire, è avvenuto, non dopo anni di carriera alle spalle.

  2. Biagio di Montluc scrive:

    Caro Eretico, un pezzo vibrante, tra passato e presente, se ho colto bene certe allusioni all’oggi. In effetti, a parte il Pd come partito, a livello personale gli unici rimasti in sella dieci anni dopo La Casta di Siena sono Buoncristiani ed Acampa, se non mi sbaglio. Sul Processo Tognazzi-Vecchi, ho letto sul Corriere di Siena che la tanto sbandierata dalle Iene segretaria Pieraccini, a parte la storia delle mail che era già venuta fuori, non ha saputo aggiungere niente di niente sui contorni della vicenda. Mi auguro che la gente inizi a pensare con la sua testa anche su questo drammatico caso: meno sensazionalismo, più ragionamento sui fatti.

  3. anonimo scrive:

    Caro Professore
    Capisco la buona volontà di aver visto la crisi sistemica già nel 2007. E quello che è capitato a Siena è stato l’effetto. Chi come me si trovava all’estero, allora a Zug era a conoscenza di quello che sarebbe accaduto e che molti si sarebbero rotte le ossa.
    E che chiaramente avrebbe pagato Pantalone.
    Vorrei precisare che la crisi di sistema è tutta in piedi e l’effetto si vedrà nel 2018 con il rincaro delle materie prime. Quindi occorerebbe guardare un poco al futuro, invece che al passato. Tenendo presente che chi è al potere non ha idee, altrimenti le avrebbe adottate. L’unica idea che predicano per matenersi al potere è che tornerà
    il fascismo. Lasciamo perdere, perché il fascimo non tornerà più.
    Basta guardare l’ultima finanziara che non solo non risolve nulla, ma peggiora il tenore di vita. È uno sperpero di risorse pubbliche non finalizzate a niente.
    Vedrai che nel 2019 il popolo si lecchera’ nuovamente le ferite.

    • Anonimo scrive:

      Il rincaro delle materie prime nel 2018 sarebbe un’ottima notizia, perchè confermerebbe il trend di ripresa economica.

  4. Hannibal scrive:

    “Vedrai nini, chissà perché non l’avranno sentita la segretaria Pieraccini, quella le sa per davvero le cose, chi l’ha ammazzato il povero Rossi”, sentii da tre persone diverse, la mattina dopo la puntata delle Iene. Ieri mi pare invece di capire che sia arrivata la ringambata totale: ha detto quello che aveva già detto davanti alla telecamera, poi stop, niente più. Fine delle trasmissioni..c’è un assassino che gira indisturbato per Siena, occhio…

    • manunta scrive:

      nini? ringambata? o che siamo in riva d arno?
      Quel che e’ detto e’ detto , di piu’………
      Occhio dice hannibal, appunto, occhio, che magari non sia uno solo.
      Rossi non era un fuscellino , media corporatura, difficile maneggiarlo come un bambolotto per uno solo……….

  5. investor scrive:

    Quel primo dicembre del 2007, a 9mila km da Siena, il fatto del giorno, almeno per noi, non era cosa stesse accadendo lì ma una telefonata che aveva dell’incredibile. Era uscito un libro dal titolo La casta di Siena, di un tale Ascheri. Pervasi da una fiammata di buon umore, davanti a un riso al curry e calamari all’aglio e pepe, senza aver ancora letto una pagina del libro, aprimmo una birra e brindammo..al tappo che saltava… Insomma in Indocina lo abbiamo saputo in tempo reale. Fortunatamente, talvolta, le buone idee camminano da sole. Spesso anche velocemente.

  6. Lucio scrive:

    Hannibal lo trovo veramente eccessivo, per una vicenda comunque la si voglia giudicare drammatica, per la famiglia in primo luogo. Però il problema sollevato da Hannibal esiste e pesa come un macigno: più passa il tempo, più cresce il sensazionalismo di quello che l’Eretico chiama il “caravanserraglio”, e più si capisce che tanti che sembrano avere chissà cosa da dire a favore di telecamera, più o meno nascosta (Fiorenzani e Piccini sui festini, la segretaria Pieraccini sull’evento Rossi) quando vanno davanti ad un magistrato, a Siena come a Genova, al massimo ripetono ciò che hanno già detto davanti alle telecamere, senza aggiungere una singola virgola. Non parlo della lettera anonima, perché lì siamo al di là: uno in punto di morte, che potrebbe quindi tirare fuori di tutto di più, fare qualunque nome, alla fine della missiva scrive che sono stati i “poteri forti”. Verrebbe da essere sarcastici come Hannibal, ma io voglio portare sempre e comunque rispetto ad una famiglia molto provata. Grazie dell’ospitalità, mi scuso per la lunghezza.

  7. Simone Poli scrive:

    Caro Raffaele
    grazie per il tuo impegno. Grazie di nuovo.

    Grazie per il prezioso lavoro intellettuale che hai svolto e che svolgerai.
    Grazie per lo sguardo giornalistico sempre meno acerbo, sempre più diretto, sempre più curato.

    Grazie soprattutto per la prima e fondamentale virtù che hai dimostrato di avere: la mancanza di autocensura.

    Non è poco, credimi.

    Qualunque amministratore pubblico che si rispetti pagherebbe oro per avere una simile sentinella.

    Una costante verifica sull’operato di chiunque (non ci sono santuari).
    Un lavoro di analisi e di ricerca sul contesto sociale.
    Informazioni, pensiero critico, passione.
    In una parola : cittadinanza.

    Nel tuo caso si tratta di un lavoro che non è assolutamente assimilabile al primo rutto che risale.
    Non è una posa superficiale e priva di rispetto.
    Semmai riflette il risultato finale e necessario di una lunga digestione (che tecnicamente è anche un lavoro di merda – come sa bene chi accetta il conflitto generato dalla sola verità – ma indispensabile per alimentare il senso di giustizia e di legalità o se vuoi banalmente la democrazia).
    Oppure la politica (per chi la ama commestibile).

    Un’opinione pubblica informata correttamente, con attento scrupolo sulle fonti e verifica permanente dei fatti, ha bisogno della buona fede adottata come unica stella polare.
    Per intenderci la buona fede felice di essere corretta in caso di errore.

    Io questo lo considero il patrimonio collettivo più importante.

    L’unità di base parte da qui.
    Chi non riconosce questo dovere/diritto si pone fuori dalla comunità libera e responsabile.

    Detto questo colgo l’occasione anche per farti un estratto verbale estremo su quattro ore di interventi (8 minuti l’uno) a cui ho assistito durante il vertice nazionale della Fondazione Caponnetto tenutosi ieri nell’Oratorio Cateriniano a Bagno a Ripoli.

    Lo faccio perchè non ho visto cronache sull’evento.
    E io sono all’antica, quando parlano magistrati , forze dell’ordine, parlamentari, avvocati, cittadini : parla la Nazione.
    Ogni singolo individuo è un diamante.

    E’ il mio limite, lo so, il mio richiamo della foresta.
    Ancora più accentuato in questo caso.
    Non sono molte le fondazioni che hanno come scopo la propria estinzione.
    La propria fine (lascio alla logica il perché).

    Ebbene :

    – la forza della mafia è lo stipendio sicuro –
    – gli strumenti di indagine sono una ferrari a cui manca la benzina e la benzina è il processo –
    – una donna nel gruppo di fuoco delle stragi, ma nessuno ne parla; non se ne parla perché le donne non hanno un ruolo militare in cosa nostra e quindi la provenienza è altro (Giarrusso) –
    – unità per le garanzie processuali, giusta. Divisione per gli obiettivi d’indagine –
    – inconcepibile essere accusati di fare troppo. Dobbiamo iniziare a lamentarci per quelli che fanno poco o addirittura ostacolano (realizzando il nemico invisibile dentro le istituzioni) –
    – estero su estero, la mafia è tradizione e innovazione (ora gli basta un click) mentre noi siamo fermi alle rogatorie che puntualmente ci portano su conti già svuotati –
    – il ruolo delle banche e delle finanziarie –
    – il riciclaggio con le opere d’arte –
    – le vittime di mafia troppo tempo senza aiuti e risarcimenti nonostante il patrimonio illegale confiscato alle mafie –
    – mafia sistema integrato, antimafia sistema isolato (Lumia) –
    -capitali mafiosi alla conquista dell’Europa.Ormai la partita è europea (Lumia)-.

    Una donna nel gruppo stragista (detto da un parlamentare della Commissione).

    Un saluto affettuoso.

  8. Eretico scrive:

    Caro Simone,
    grazie davvero per i complimenti (come ringrazio l’ottimo Investor), che so sinceri e genuini (anche eccessivi: qualche volta l’autocensura l’ho dovuta usare, specie in questi ultimi tempi…); e grazie, ancora di più, per la tua sintesi sull’incontro di cui sopra: un contributo off topic che è a me graditissimo, così come credo e spero per i tanti lettori del blog.

    La notizia domenicale (Alessandro Lorenzini, Corrsiena) è che domattina Danielito Magrini, Davide Vecchi ed Antonino Monteleone saranno ascoltati in Procura, a Siena: mattinata intensa, quella di domani (udienza dal Gup per i fatti palieschi, Processo a carico del blogger Giovanni Grasso sull’Università); mattinata che cercherò, almeno in parte, di documentare martedì sera nella mia trasmissione…

    In giornata, infine, pubblicherò la consueta rubrica cultural-domenicale, per gli interessati.

    Buona – laicissima, financo paganeggiante – domenica, l’eretico

    • Simone Poli scrive:

      Caro Raffaele
      volevo lasciar correre (non è importante effettivamente) ma ci ho ripensato.

      Sento proprio il bisogno di specificare perchè la mia opinione non è eccessiva.

      Primo : non ho scritto che hai l’esclusiva.
      Secondo : sappiamo bene che l’autocensura è spesso l’accettazione di una censura, esplicita o dissimulata.
      Terzo : non volevo vellicare il tuo narcisismo, era un doveroso riconoscimento.

      Capisco perfettamente la ritrosia e l’imbarazzo che ti hanno procurato le mie parole (che ripeto sono soltanto una presa d’atto).
      E’ tipico dell’intelligenza trovarsi a più agio nella sfida di una critica.
      Ma non era una lode : era una constatazione.

      Non trovo altre parole : in questo caso siamo di fronte a una testimonianza.

      Io sono testimone – semplicemente – che non hai padroni.
      Che è la tua coscienza a comandare.

      Soppesare, valutare, approfondire una notizia in attesa delle doverose verifiche – non dell’opportunità – ma della conformità al reale è un preciso dovere per ogni persona.
      Figuriamoci per chi deontologicamente ne ha bisogno.
      Si fonda qui ogni affidabilità e qualsiasi credibilità.

      In altre parole se per autocensura intendi che hai dovuto accettare la censura altrui : non ci credo.
      Se ti riferisci invece a una sospensione, a una prudenza (forse eccessiva, questa si), alla necessità inderogabile di verificare la notizia secondo verità o verosimiglianza – e non certamente secondo la convenienza di qualunque parte – beh quella non è autocensura: quello è scrupolo, il benedetto scrupolo che si deve avere quando in nome dell’opinione pubblica potrebbe avvenire la fine di una reputazione.

      E’ un potere tremendo quello di dire le cazzate.

      Se uno non se la merita -la notizia- (se cioè siamo di fronte a un falso) la prudenza è necessaria e benedetta.

      Dunque, in altre parole, io testimonio che hai rispetto per le persone ma non ti fai zittire dalle loro minacce.
      Anzi.

      Tutto questo perchè non credo di essere stato eccessivo.

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