Eretico di SienaLa domenica del villaggio: la Fallaci, un film, il Latino (e Ravel) - Eretico di Siena

La domenica del villaggio: la Fallaci, un film, il Latino (e Ravel)

Appuntamento domenicale consueto, per la rubrica culturale del blog (in ascesa costante come quantità di lettori, bene così): si parte con la recensione di una pietra miliare del giornalismo italiano, nel 50esimo anniversario del 1968 (di cui riparleremo, ovviamente), e di Oriana Fallaci in particolare: “1968 – Dal Vietnam al Messico. Diario di un anno cruciale” (Rizzoli, 462 pagine, 20 euro spesi davvero benissimo); poi un film, che ci sta sempre più che bene: “The party”, sulfurea commedia britannica, che più british non si può; dipoi, una riflessione – non certo nuova, ma di cogente attualità – sul Latino e sulla sua importanza nel 2018. Si conclude con tre Ps, il primo dei quali è più che doverosamente dedicato ad Emilio Ravel, giornalista televisivo che ha contribuito, da par suo, a creare l’orgoglio-Rai.

Buona lettura a tutti!

LO STRAORDINARIO ’68 DI ORIANA FALLACI

Mentre tanti giovanotti giocavano, nell’Italietta democristiana, a fare i rivoluzionari – in attesa di sistemarsi in posizioni di comando, spesso lacché padronali -, durante il 1968 Oriana Fallaci girava in lungo ed in largo il mondo, da professionista della notizia: sempre boots on the ground, sempre sulla notizia, rischiando financo la pellaccia (in Messico, come i più attempati ricorderanno).

Aveva 39 anni, l’Oriana: forse gliene sarebbero bastati anche meno, per rendersi conto che giocare alla Rivoluzione è ben diverso dal farla per davvero; in ogni caso, aveva già esperienza e maturità da vendere. E scriveva bene, davvero bene: in quasi 500 pagine del libro (“Oriana Fallaci- 1968 Dal Vietnam al Messico. Diario di un anno cruciale”), non c’è mezza foto, se si esclude quella in copertina, con la giornalista a mezza figura, sigaretta sulla sinistra. Eppure, la Fallaci fa entrare il lettore nella giungla vietnamita, nell’America sconquassata dagli attentati a Martin Luther King ed a Bob Kennedy, nell’India dei santoni…capacità, meravigliosa, di descrivere – con stile rapido, sintetico, quasi a schizzi – i luoghi, le persone. E di ascoltare, di intervistare; perché la Fallaci, in quel 1968, aveva almeno due grandi doti, che negli ultimi anni di vita aveva perduto, purtroppo: la capacità di ascoltare, di comprendere simpateticamente anche l’Altro, anche chi è dall’altra parte della barricata, senza soprattutto fare generalizzazioni brutali ed indiscriminate come quelle, indecorose, contro tutto l’Islam in quanto tale, post 11 settembre 2001; in più, la Fallaci era laica, intensamente laica: diffidente di ogni chiesa, e capace di prendere in modo magistrale in giro un santone indiano di grande successo, sputtanandolo con il semplice seguirlo, braccandolo (dorme due ore per notte, come dice? No, appena sale in macchina inizia a ronfare, pretendendo per sé tutti i posti posteriori; si ciba solo di erbe, come dice? Non sembrerebbe proprio, a starci insieme per pranzo…).

Ad ormai 12 anni dalla morte, in seguito a lunga malattia, sarebbe davvero il caso che ogni città avesse una Via/Piazza a lei meritoriamente dedicata, e che magari, in occasione dell’inaugurazione, qualcuno prendesse in mano questo libro – o altri -, e ne leggesse qualche passo, in rigoroso e rispettoso silenzio; intitoliamo Vie alla Fallaci, dunque: non per quello che ha scritto negli ultimi anni, NONOSTANTE quello…

“THE PARTY”, UN PICCOLO CAPOLAVORO DI FILM-TEATRO

Dopo alcune prove non troppo convincenti, la regista e sceneggiatrice Sally Potter ha confezionato un’opera che è la quintessenza della commedia-drammatica: “gruppo di famiglie laburiste in un interno”, la potremmo chiamare. “The party” è questo, dunque; con l’ambiguità semantica presente sin nel titolo: il “party” comunemente inteso, ma anche il Partito laburista, del quale la padrona di casa diventa Ministro della Sanità ombra, perché il buon vecchio Labour è dato all’opposizione, forse per sempre (magari anche per motivi meramente anagrafici: l’unica coppia con figli – peraltro in arrivo, ed in modo comprensibilmente assai travagliato -, è la coppia lesbica)…

Impianto del tutto teatrale (si esce dalla modesta casa del party solo per accedere al cortile attiguo, non oltre), suadente black and white autoriale stile “Manhattan” (coerente con il vinile usato a piene mani dal padrone di casa, un intellettuale, specializzato in Letteratura classica, che predilige Coltrane, Gerswhin e musica classica), i due ingredienti del piccolo capolavoro sono la eccellente recitazione del cast tutto (con un Bruno Ganz-Gottfried, guaritore di origine tedesca in vena di freddure, su tutti), e la sceneggiatura: che mette in scena un calibratissimo crescendo, un climax in cui quasi tutti diventano diversi da come si sono presentati nei primi minuti del film; fino al colpo di scena finale, da applausi sinceri.

L’ANGOLO DEL PROF: LA RIVINCITA DEL LATINO (ET ALIA)

Oltre tremila studenti si presenteranno ad aprile, in varie parti d’Italia, ai test certificanti le conoscenze basiche dell’antico idioma, sul modello degli esami Cambridge: se vincenti, otterranno crediti per la Maturità, e per gli esami di Lettere, nonché per i futuri colloqui di lavoro. Un giovane potrà infatti legittimamente – senza essere preso per i fondelli – inserire, accanto alle lingue vive, la conoscenza della lingua morta per antonomasia, che pare faccia la sua bella figura all’interno di un Curriculum vitae (espressione latina, eh) che faccia da apripista per carriere manageriali. Ne parla Ilaria Venturi su Repubblica di mercoledì 14 febbraio, per la precisione, con intervista al professor Maurizio Bettini (“è una garanzia per la flessibilità del lavoro”, dice Bettini, mentre Isabella Covili Faggioli- Presidente dell’associazione dei direttori del personale – sbandiera la capacità del Latino di aiutare nel “problem solving”: ti pareva che non si usasse un’espressione inglese, al posto della sovrapponibile italiana?).

Calma e gesso, non c’è da cantare vittoria o chissà quale peana: questi 3mila sono un po’ come gli Spartani di Leonida (loro erano 300), un avamposto di “secchioni” (nel senso migliore del termine, sia chiaro), che elitariamente hanno fatto una scelta in controtendenza, rispetto all’imbarbarimento culturale in voga tra i giovani odierni, prodromico all’inevitabile analfabetismo di ritorno teorizzato con acutezza da Tullio De Mauro. Ma tant’è: una rondine non fa certo primavera, ma meglio una rondine di un avvoltoio, no?

Per quanto concerne l’attualità più cogente, fatta di violenze da parte di genitori ed anche di ragazzi verso i docenti, che dire? Niente di nuovo (rispetto agli ultimissimi anni), e comunque ne sto scrivendo nel romanzo-denuncia sulla scuola in fase di gestazione: romanzo che proprio all’interno di una scuola come tante è ambientato. Fra qualche mesetto, chi vorrà, leggerà…

Ps 1 Emilio Ravel ci ha lasciati; classe 1933, entrato in Rai ventenne, ha collaborato con il gotha della Rai: Ugo Gregoretti, Carlo Mazzarella (grande giornalista, da riscoprire), Andrea Barbato, Brando Giordani di cui era diventato una sorta di alter ego autoriale con “Odeon” (1976, rubrica culturale del neonato Tg 2), e poi “Colosseum”; ma non sono mancati documentari di sana divulgazione, come per esempio “Il tumulto dei Ciompi”, per i 500 anni dal drammatico evento (1478-1978). Con Cesare Gigli, che se ne è andato all’inizio di questo 2018, se ne va un altro senese di valore, che aveva creato ed innovato in Rai: senza turn over alcuno, duole davvero dire. Sarebbe bello, in conclusione, che la sua Selva ricordasse degnamente Ravel, facendone conoscere il tantissimo di extra-Palio che ci ha lasciato, e sarebbe altresì gratificante che a Roma lo si facesse conoscere anche per la sua passione, genuina ed autentica, di conoscitore e divulgatore del Palio. Sperando di non chiedere troppo, questo è quello che per Emilio Raveggi (in arte Ravel), ci sentiamo di augurarci.

Ps 2 Ci ha lasciato anche il grande storico Giuseppe Galasso, alla manzoniana età di 88 anni; napoletano verace, sempre vissuto nella sua città, scrigno di Storia e straordinario palcoscenico antropologico, Galasso veniva dalla lezione crociana della concezione della Historia come impegno e continua tensione etica. Ricorda il suo allievo Luigi Mascilli Migliorini – in un bellissimo pezzo, sul Domenicale del Sole 24 ore odierno – che alla domanda sull’utilità della Storia, lui era solito rispondere che essa serve all’azione nel presente: chiuso un buon libro, non ci resta che passare proprio all’azione. Partito da maestro elementare, è diventato un accademico di rango europeo, e la sua Legge sulla tutela ambientale (1985) resta davvero una pietra miliare: ed è curioso – o forse non troppo? – che sia venuta da un uomo, radicatissimo in luoghi in cui la sensibilità ambientale – per così dire – stentava e stenta ancora a decollare. L’Italia tutta gli deve molto, più di quanto gli stessi italiani sappiano.

Ps 3 Presentazione di un’opera prima facie stimolante, mercoledì prossimo nella Sala storica della biblioteca comunale (ore 17,30): si parla del libro “Storia del lavoro in Italia. Il Medioevo: dalla dipendenza personale al lavoro contrattato” (Castelvecchi, 2017), a cura di Franco Franceschi. Oltre a Franceschi, saranno presenti Roberta Mucciarelli, Roberto Barzanti, Luca Molà e Maria Elena Cortese (ex compagna di Liceo dello scrivente, nonché molto più brava dello stesso, a scuola…). Visto che di lavoro scriveremo, a breve (anche se non medievale), un’occasione da non perdere.

15 Commenti su La domenica del villaggio: la Fallaci, un film, il Latino (e Ravel)

  1. Mefistofele scrive:

    Complimenti all’Eretico non solo per la scelta di scrivere sulla Fallaci, ma per averne scritto in questo modo: molti benpensanti hanno preso la Fallaci come un vessillo anti-islamico (in quel momento correttamente), come se decenni di carriera pregressa – tra gli anni Sessanta ed il 2001 – non fossero esistiti. Questo contributo fa giustizia di questo scempio.

    • AGNOSTICO scrive:

      Per me ha scritto bene anche dopo il 2001. Il fatto che dei terroristi islamici, nominando a sproposito motivi religiosi, minaccino l’Occidente e disprezzando la Sua cultura, mentre certi nostri politicanti buonisti dimostrino una totale sudditanza alle loro presunte rivendicazioni, da ragione pienamente alla Fallaci. Molto ha contribuito la richiesta di perdono, a senso unico, del Papa Giovanni Paolo II; le Crociate non furono crudeli solo da parte dei cristiani, fu una cosa reciproca. Da allora acqua ne è passata tanta, noi, con alti e bassi, siamo progrediti socialmente; loro, i mussulmani, sono rimasti più o meno allo stesso livello se non regrediti. La Fallaci con la sua denuncia della loro crescente presenza nel mondo occidentale ha previsto tanti di quei problemi che ora esistono in Italia per l’immigrazione incontrollata di tutti questi pseudo-profughi, solamente clandestini, che girano in Italia con il beneplacito di tutti quei buonisti di cui il prossimo mese auspico una bella batosta al voto. Ovviamente non ce l’ho coi veri profughi, ma con tutti i furbacchioni che si stanno accodando con scopi di destabilizzare la nostra società. Più controlli alla fonte di partenza e più aiuti dall’Europa.

  2. anonimo scrive:

    Caro Professore
    Credo propio che il Latino non risolva nessun problema. E credo che anche la scuola vada riformata. Non si possono tenere i giovani fermi per ore ore in un aula a sentire delle nozioni che propio non gli interessano. O insegnare loro quello che la classe dirigente vorrebbe che diventassero. Cioè devrebbero diventare quello che non esiste più? Forse sarebbe meglio smetterla con questa ipocrisia.
    Vuoi un esempio della potenza di internet?se usato come si deve….
    Tempo fa decidemmo io,una professoressa francese di storia e un geologo di stabilire il percorso di Sigerico. E trovammo che la strada esisteva dal tempo degli Etruschi. E che venne
    adoperato il percorso collinare anche in inverno fino al 1600. E il percorso di fondo valle inizio’ ad essere utilizzato in estate dal 1200. Causa il terreno alluvionale.
    La professoressa Francese volle fare una visita agli scavi di Poggiobonizio. E rilevo’ che la città si dipanava sull’asse est-ovest. Cerco degli indizzi e seppe che era stato stato trovato nei il tesoro gotico di galognano. E gli parve assomigliare all’arte Tracia.
    Inoltre San francesco nel suo viaggio passando da Arezzo, Firenze, Pisa. Ritornò
    Dal tragitto di Sigerico, dormendo a Badia a Coneo e poi arrivò a Pian dei Campi, San Lucchese.
    Rientrando non da Siena, ma da qualche altra via.
    La professoressa fece venire un cartografo antico suo amico. E questo stabili. Un collegamento, da Saragozza, Vada Volterrana, volterra, Arezzo, Citta di Castello, Ancona, Zara Seraievo,Varna. Il cartografo è un Olandese e con il computer traccia una linea retta fra due città antiche e poi prolunga i semmenti. Queste città si formavano nei nodi di incrocio importanti. Ecco il tesoro di galognano era stato fatto da un artigiano ostrogoto proveniente dalla Tracia. Le cartiere di Colle erano collegate con quelle di Fabriano. E San francesco quande arrivava in Val d’Elsa , veniva da Arezzo e dormiva presso i monaci Benedettini-Vallombrosani di Badia a
    Coneo. Queste ricerche sono state possibili perche esiste internet. Che può raggruppare persone e cose apparentemente senza nessun collegamento. Questa è la scuola futura caro professore.

    • sabrina pirri scrive:

      Gentile anonimo, Lei parla di Internet e collegamenti tra le discipline. Ha pienamente ragione, ma forse Le sfugge quanto la didattica del latino sia molto cambiata nel tempo, proprio per tener conto delle sfide del presente. I docenti di latino sanno usar Internet per la ricerca didattica, la LIM e gli altri strumenti nel lavoro in classe, e il registro elettronico per la valutazione e le comunicazioni scuola-famiglia. Meno di una settimana fa, presso il “Galilei” si è svolto un convegno proprio su queste tematiche di scottante attualità. Cordialmente Sabrina Pirri

    • Giulia Rivalta scrive:

      Ringrazio sentitamente l’anonimo. Leggere il suo commento mi ha dato contezza di quanto lo studio del latino sia, effettivamente, ancora indispensabile!

    • AGNOSTICO scrive:

      Sono pienamente d’accordo. L’internet è una cosa neutra come una macchina che se la guidi bene non hai problemi in caso contrario vai fuori strada. Demonizzare internet è appunto come dire che l’auto è la causa principale di tanti morti in incidenti invece di chi la guida. Internet usato bene è un grandissimo strumento di ricerca ed avanzamento culturale; si puo’ interagire in tempo reale anche con persone lontanissime ed i dati e le informazioni sarebbero utilizzate e confrontabili più velocemente rispetto a pochi anni fa. Si creerebbe insomma un circolo virtuoso, con un progresso sociale e culturale sempre più veloce. L’altra faccia della medaglia è che manca una base per tutto questo, la scuola dovrebbe essere riformata ci dovrebbe essere più controllo delle informazioni fornite da persone non raccomandabili e altre contromisure. E qui sorge il problema che lo Stato dovrebbe spendere di più per l’istruzione e per una maggiore educazione dei giovani introducendo di nuovo materie come l’educazione civica, ingiustamente trascurata da troppo tempo. La reintroduzione del latino? Potrebbe anche essere, io non l’ho mai studiato, ma tanti ragazzotti del classico con toni un po’ spocchiosi li ho sentiti pronunciare con in mano il loro inseparabile I-phone, frasi come: “speriamo che non piove/che viene, pensavo che non c’eri” e tante altre chicche grammaticali. Meritocrazia ci vuole chi non studia deve dimenticare il sessantottino “sei” politico. Fine.

  3. Silvia Tozzi scrive:

    Caro Anonimo, perché vuole contrapporre internet al latino? Ci vuole una buona preparazione sia per riversare nella rete informazioni valide e sensate, sia per navigare e valutare quello che ci si trova dentro!

    • anonimo scrive:

      Cara Silvia
      La professoressa Francese conosce bene il latino e se l’ha usato profondamente in queste nostre ricerche. E che conoscenza approfondita. Se è fatta inviare da Parigi
      la vita di San Francesco tutta in latino e in pdf. In una notte l’ha letta tutta ed ha trovato il viaggio del Santo a Compostela. Ed a compostela Francesco si ammalo’.
      Dovendo rientrare, il viaggio di ritorno abbiamo ipotizzato che fosse rientrato via mare. Perche impossibile rientrare via terra. E gli unici porti possibili erano quelli Pisani. E vada Volterrana aveva una via che andava ad Ancona. Ecco Francesco sbarcò. Percorse la via maestra Volterrana, dormi’ a Badia a Coneo. E da li prese verso Est verso Arezzo. Passando per Poggiobonizzo. Chiaramente questo è un indizio, per ritrovare la strada dei due mari. Ecco la profesoressa ha utilizzato bene il latino.
      Invece sono molto scettico verso una gara che non porta a nulla, per far dire guarda come sono bravo. E far contento anche qualche organizzatore. Era questa la mia critica.
      Mentre internet si riferiva al tenere dei giovani in un aula a sentir cose che ha loro non interessano più. Meglio trovare qualche strada altrimenti con queste nuove
      faranno da se . Non è detto che sia sempre innocuo.

  4. Ghino di Tacco scrive:

    Gentile Raffaele,

    non ti pare che in tutta questa bruttissima campagna elettorale ci sia, almeno per Siena, un grande assente ?
    Oltre ai grandi “presenti”, sono particolarmente sbalordito dell’assenza del MOVIMENTO 5 STELLE locale, sia nelle candidature che negli eventi.
    Non ricordo quale giornalista stigmatizzò l’assenza dei volti noti del 5 stelle locale ad un gazebo di qualche domenica fa davanti piazza Salimbeni: quale è la strategia ?
    Una forza politica data per favorita non solo sullo scenario nazionale ma anche locale può permettersi di non avere neanche un candidato locale? Può permettersi di non fare campagna elettorale? Insomma, Raffale, sempre ben informato e attento, potresti spiegarci cosa c’è dietro?
    Sorprendono i nomi in lista che, più del Leonardo Franci (consulente ABI di Bucine), non ce n’è neanche uno senese. E quel Migliorano Luca, spuntato dal nulla, sconosciuto, dal profilo facebook imbarazzante e totalmente vuoto di contenuto, come si può candidarlo al parlamento? magari è un piccolo genio nascosto ma se l’immagine pubblica rispecchia la persona, non gli avrei affidato neanche il magazino della bocciofila di taverne!
    Chiudo qui, con uno stimolo per una tua riflessione:quale gioco sta giocando il M5S locale? Non sembra strano che, con la vittoria vicina, rinunci così platealmente alla battaglia?

  5. cherubino scrive:

    Sulla Fallaci farei notare un particolare che più volte mi è venuto all’orecchio, parlando dei suoi libri e consigliandoli in alcuni casi al mio interlocutore, e che mi piacerebbe sottoporre all’Eretico: più che per l’anti islamismo delle sue ultime opere, molti spesso si rifiutano di leggere o approfondire i suoi libri per le sue idee politiche destrorse.
    Ora, al di là dell’ignoranza, mi è sempre suonato strano che nella vulgata un personaggio come la Fallaci sia percepita come un’autrice di destra, lei che se di certo non era di idee comuniste, al più accarezzava l’Azionismo.
    A mio parere gli ambienti culturali sinistrorsi, hanno sempre avuto a noia che un tale personaggio, che non ha mai nascosto il suo partecipare alla resistenza, non si sia mai piegata alla “religione” comunista…

    • Eretico scrive:

      A Cherubino: concordo pienamente con te!
      Nel 1968, la Fallaci non era certo destrorsa, e tantomeno lo sarà ai tempi della dittatura greca, come risaputo: ma la “Chiesa-rossa” non le ha mai perdonato, per l’appunto, il suo non essere dichiaratamente del Pci. Ripeto: totalmente d’accordo con te, e ti ringrazio per il contributo.

      Così come ringrazio la Preside (sacerdos semper sacerdos) Pirri e Silvia Tozzi, per i loro interventi, che coniugano Internet ed il beneamato Latino.
      Quanto a Ghino di Tacco, pur essendo la campagna elettorale dei pentastellati un evidente off topic rispetto al pezzo domenicale: sono sconcertato anche io (come peraltro già scritto), per l’assenza di un minimo di rappresentatività locale, e ancora di più per l’assenza di combattività: uno come Padoan, lo dovrebbero andare a contestare,financo a ricorrere, ogni singola volta che si presenta nel Senese. Boh…aspettiamo le Amministrative: curiosissimo di vedere chi candidano!

      L’eretico

  6. quello di gracciano scrive:

    off topic. Non so come è finita la storia del portone senza numero civico nel centro di Siena ma….incredibile…ce n’è uno anche a Colle e la proprietà è….la stessa….o comunque collegata.

  7. VEDO NERO scrive:

    Internet è uno strumento utilissimo se ben utilizzato. Per il latino non mi pronuncio. Il problema è alla base, la scuola deve essere riformata e devono essere cancellate definitivamente le scorie sessantottine. Un ritorno alla meritocrazia non guasterebbe, chi non studia o si comporta male deve essere anche bocciato, se ritenuto opportuno dagli insegnanti. Quest’ultimi devono riavere quell’autorità tolta, come detto, dalle stupide chimere del ’68. I genitori facciano il loro dovere e non gli avvocati difensori, a priori, dei loro figli bulletti. Facciamo lavorare in pace gli insegnanti. Ad ognuno il suo ruolo.

    • Eretico scrive:

      Caro Vedo nero,
      parole da scolpire, e sul marmo carrarino (specie sulla meritocrazia e contro i genitori “avvocati difensori”): ma illusorie, purtroppo, non più perseguibili. Questa è la tragedia della scuola di oggi: chi ci lavora, ben lo sa…

      L’eretico

  8. Rudi scrive:

    Sottoscrivo tutto quello che ha scritto la Fallaci dopo l 11 settembre. Per sua fortuna si è persa il peggio che è venuto fuori postmortem (Isis, bataclan, Nizza ecc.) Ha azzeccato tutto quel che è successo dopo. Condivido che ogni città debba dedicargli vie e piazze di rilievo.

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