Eretico di SienaLa domenica del villaggio: Tucidide, Scienza, cancro (e gragnolata di Ps) - Eretico di Siena

La domenica del villaggio: Tucidide, Scienza, cancro (e gragnolata di Ps)

Eccoci giunti all’appuntamento cultural-domenicale del blog: si parte con un argomento che concerne la Storia, l’attualità geopolitica e il futuro del globo, cioè i rapporti fra USA e Cina, e per farlo partiremo però da uno storico del V secolo a.C., un certo Tucidide; poi, Sanità: giusto qualche parola su una cosa davvero scandalosa, che concerne il sistema sanitario nazionale (sulla pelle dei cittadini); per la rubrichetta scolastica, scriviamo di Scienza: del rapporto fra materie umanistiche e scientifiche, e di come descrivere ciò che è accaduto lunedì scorso in città. Dopodiché, svariati Ps, as usual.

Buona lettura davvero a tutti, domenica essendo!

LA “TRAPPOLA DI TUCIDIDE” PER CAPIRE l’OGGI

Graham Allison, Direttore dell’Harvard Kennedy School’s, è uno dei teorizzatori della cosiddetta “Trappola di Tucidide”, secondo lui – pur con tutte le forzature possibili – chiave di volta per comprendere l’attuale scenario geopolitico. In buona sostanza, cosa ci ha insegnato Tucidide con la sua “Storia della Guerra del Peloponneso”? Che quando c’è una grande potenza (nel V secolo a.C., la polis spartana) che si sente minacciata da un’altra in evidente ascesa (Atene), il conflitto è inevitabile, con l’una che assoggetterà l’altra (ma indebolendosi essa stessa, come accadde alla vittoriosa Sparta, costretta ad elemosinare l’aiuto persiano per vincere contro i cittadini ateniesi).

Oggi, secondo Allison, siamo di fronte ad una Sparta del XXI secolo (gli States di Donald Trump, del quale ci apprestiamo a seguire le vicende nel big tuesday del Midterm), e l’Atene odierna (ovviamente, la Cina del novello Mao, Xi Jinping).

In un’intervista di venerdì a Repubblica (pag. 35, di Anna Lombardi), l’autore parla del suo ultimo saggio, campione di incassi in USA (“Destinati alla guerra: possono l’America e la Cina sfuggire alla trappola di Tucidide?”, uscito in Italia da Fazi, pagg. 518); alla fine, Allison si dichiara ottimista, perché la Storia lo conforterebbe: “in quattro casi sui sedici analizzati (di potenziali trappole di Tucidide, Ndr), non c’è stata guerra”. Per poi aggiungere: “Governare è un’arte: servono cultura ed idee”.Beh, think positive, not negative: certo che – numeri alla mano, ed ancora di più considerando le riflessioni di Allison sull’arte del governo mondiale – qualche dubbio viene…

I FARMACI ANTITUMORALI? CON CALMA, CON CALMA…

Dobbiamo alla rubrica di Daniela Minerva (“Periscopio”, su Repubblica-Salute dello scorso 30 ottobre) due notizie: una confortante ed una, a dir poco, deprimente; quella che conforta è che, sulla base di quanto accaduto al recente Congresso europeo di oncologia svoltosi a Monaco di Baviera, la corazzata USA resta tale, ma anche l’Europa e financo l’Italia stanno muovendo passi da gigante, nella cura contro il cancro (senza facili ottimismi, però).

La seconda, fa invece cadere le braccia (per non aggiungere altri organi): si viene infatti a sapere che, a fronte di criteri ferrei per rendere disponibile un farmaco antitumorale, in media in Italia, rispetto alle altre Nazioni, si aspettano due anni ad introdurlo. “A pensar male si fa peccato, ma certo così, ritardando i farmaci, si ritardano le spese”, scrive la Minerva. Sperando che abbia preso un abbaglio totale, per davvero: perché il cancro, di solito, va avanti, senza aspettare i tempi della più o meno furbesca burocrazia sanitaria.

L’ANGOLO DEL PROF: SPIEGARE LA SCIENZA

L’Italia sta cedendo, dal punto di vista idrogeologico: lo vediamo in queste ore (Veneto, Sicilia et alia), l’abbiamo visto, su scala ridotta ma non troppo, a casa nostra: e proprio oggi cade l’anniversario dell’alluvione fiorentina del 1966 (tragedia immortalata da Franco Zeffirelli, la cui Fondazione ripropone in questi giorni il tutto al pubblico); che cosa può/deve (rectius: dovrebbe) fare la scuola, di fronte a questa emergenza che si è ormai cronicizzata?

Sulla Stampa di ieri, il Direttore Maurizio Molinari – nella sua rubrica dedicata alle lettere dei lettori – invita caldamente la scuola a farsene carico, inserendo la Cura del territorio come nuova materia di studio: dice bene, anzi benissimo, pur evidentemente non sapendo che mettere mano all’orario nazionale (nel senso della determinazione delle ore) è un tabù scolastico quasi intoccabile, e che soprattutto – tra Scienze e Geografia – lo spazio per parlare di queste tematiche già c’è. Il problema è, as usual, la volontà e la preparazione dei docenti.

Nonché il fatto che l’impostazione crocian-gentiliana dell’impalcatura scolastica italiana ancora, almeno in parte, persiste (scritto da un docente di humanities: con anche Geografia da insegnare, però). Agli inizi del Novecento, un grande intellettuale italiano, Federico Enriques, provò a proporre un’integrazione sempre più stretta fra materie scientifiche ed umanistiche: fu scornato in pubblico da molti, da Croce, primus inter pares, in giù (“ingegni piccoli”, gli scienziati, per il Benedetto nazionale: correva l’anno 1911).

Da allora, in questo secolo lungo, molto è stato fatto, forse più a scuola ed all’università che in altri ambiti, da questo punto di vista: certo è, che moltissimo resta da fare. Chi si fa avanti, per esempio, nel cedere ore di insegnamento proprie, a favore della nuova disciplina magari denominata Cura del territorio?

Ps 1 Oggi è il 4 novembre, centenario della fine della Grande Guerra (per l’Italia), con vittoria annessa: noi – come i lettori abituali ben sanno – non abbiamo certo aspettato la ricorrenza, per scriverne/parlarne pubblicamente. Quanto alla biblioteca Comunale, segnalo che – dopo l’incontro molto partecipato dello scorso 10 ottobre -, il 27 novembre lo scrivente e Gabriele Maccianti ne parleranno ancora, facendo una sintesi ragionata delle più di trenta pubblicazioni locali uscite in questi anni. Di più: segnaliamo che dopodomani, 6 novembre, alle 17,30 a Palazzo Patrizi, questa volta a cura dell’Accademia degli Intronati, Laura Vigni ed il professor Labanca forniranno, da par loro, una sintesi conclusiva della storiografia sull’argomento, e sul caso senese in particolare.

Ps 2 Restiamo alla Comunale con un altro Ps, saltato per colpa nostra domenica scorsa (mea culpa, mea maxima culpa): il 29 novembre – come sempre nella Sala storica, alle ore 17,30 – si terrà, in occasione della recente canonizzazione, la presentazione del libro “Paolo VI – Profetico maestro” (Cantagalli editore), di monsignor Alfredo Pizzuto, con intervento di padre Claudio Bottini, esperto, fra le altre cose, della figura del neo-Santo. Un appuntamento da non mancare: per conoscere meglio una figura certamente straordinaria, con le tante luci e qualche ombra (della quale – capirete con quanta tristezza e mestizia – ci faremo carico noi…).

Ps 3 Ancora sulla biblioteca Comunale, per dire che il prossimo giovedì pomeriggio, 8 novembre, nell’ottica di cercare di avvicinare il più possibile la Chirurgia pediatrica alla cittadinanza tutta, ci sarà un incontro – con l’avallo anche del Consorzio per la tutela del Palio – aperto alla cittadinanza, alla presenza dei medici, del personale sanitario tutto nonché di Letizia Pini: al centro, la figura del bambino ospedalizzato. Per cercare di rendere meno onerosa possibile la sua permanenza in loco.

Ps 4 Siccome non pubblicizziamo solo gli incontri della Comunale, eccoci a suggerire un incontro extra-moenia, che promette bene assai, e su un argomento tanto complesso quanto delicato come quello degli attuali adolescenti (i cosiddetti millennials): problema che va affrontato con rigorosa competenza, da chi cioè certe tematiche le studia ed analizza da anni, invece che da stregoni che si improvvisano esperti. Giovedì alle 18 al Santa Maria della Scala, quindi, lo psicoterapeuta Luciano Di Gregorio, coadiuvato dalla giornalista Antonella Leoncini e dal professor Costante Vasconetto, presenta il suo “Genitori fate un passo indietro” (Franco Angeli editore).

Ps 5 Domani, lunedì 5 (alle 17,30, nella Sala storica della biblioteca), inizia l’intensissimo novembre della Comunale, infine: con un appuntamento non perdibile, dedicato ad una sorta di nume tutelare degli Intronati stessi, Federigo Tozzi; il quale può ovviamente piacere o meno, ma è autore che un senese di cultura non può permettersi di ignorare. In questa ottica, in quella cioè di fare conoscere di più Tozzi, legandolo direttamente ai suoi luoghi (con itinerari non tutti scontati, tutt’altro), ci viene incontro la studiosa Laura Perrini, con il suo “Per mano a Federigo Tozzi Sei itinerari senesi” (Betti); insieme allo scrivente, ne parleranno l’autrice e Mariangela Colella. Il tutto, corredato da immagini d’epoca, nonché dalle letture di Paola Lambardi.

Ps 6 Concludiamo, con la pubblicizzazione del nuovo programma dello scrivente su Siena Tv: si parte il 12 novembre, nel prime time del canale novanta ed in streaming.

Mutuando il titolo da questa stessa rubrica cultural-domenicale, si chiamerà “Il lunedì del villaggio”, e sarà un tentativo di parlare di Cultura, ed anche di tematiche non facili, con un tono adatto al pubblico medio, mescolando linguaggio alto e basso, che vuol dire proporre paludati accademici insieme a gente molto meno paludata. Non mancheranno le sorprese, date retta…

6 Commenti su La domenica del villaggio: Tucidide, Scienza, cancro (e gragnolata di Ps)

  1. Paolo Panzieri scrive:

    La teoria della trappola di Tucidide è già fallita una volta all’inizio degli anni ’90 quando l’URSS si è dissolta senza combattere dinanzi agli USA, che con Ronald Reagan (un altro presidente all’epoca molto contestato) l’ha piegata economicamente e senza scampo e fallirà (spero) ancora.
    Inoltre se gli USA – piaccia o no – seppure con tutti i loro difetti, contraddizioni e problemi possono essere accostati ad una polis dell’antichità quella può essere soltanto Atene, mai Sparta.
    Un impero economico eminentemente marittimo con le portaerei al posto delle triremi.
    Non a caso, poi, all’epoca in Russia si facevano le Spartachiadi le squadre di calcio in ambiente comunista si chiamavano Spartak Moskva, piuttosto che Sparta Praga … insomma un militarismo apparentemente senza limiti come a Sparta.
    Quindi, anche ai giorni nostri mi parrebbe molto difficile, se non si travisano strumentalmente le cose, avvicinare gli USA a Sparta e soprattutto la Cina (col suo comunismo capitalista, apparentemente un osssimoro) ad Atene.
    Semmai mi parrebbe più appropriato, nonostante tutto, il contrario.
    E considerato che le guerre moderne serie non si combattono più sul campo di battaglia ma sui mercati internazionali è lì che si parrà la virtute del capelluto Trump.
    Dubito fortemente, però, che la possa mai spuntare la Cina, però, perché essendo creditrice degli USA, avendo acquistato gran parte del loro debito pubblico, a differenza di quanto avviene in Europa, quello forte è il debitore, mai il creditore.
    “Aronne Piperno, non ti pago” diceva il Marchese del Grillo.

    • Eretico scrive:

      Caro Paolo,
      Sparta è da Allison accomunata agli USA in quanto potenza detentrice da più tempo di una leadership, svincolandola da tutto il resto delle comunque improponibili differenze tra i XXI secolo dopo Cristo ed il V a.C.
      La Cina – come ben sai – fino alla fine dei Novanta non era neanche proponibile, come potenza mondiale: poi, qualche passettino in avanti l’ha fatto, va riconosciuto, obtorto collo o meno…

      Quanto a Silvina, concordo in pieno: basterebbe – come scritto decine di volte – fare un po’ di sana Storia delle Religioni, come già si fa a Storia ed anche a Geografia.

      Molto bello e partecipato, infine, l’incontro su Tozzi alla Comunale: appena si sa quando Siena TV – che lo ha ripreso – lo manderà integralmente in onda, i lettori del blog ne saranno edotti.

      L’eretico

  2. Giovanni scrive:

    Giusto un pensiero sul Sistema Sanitario Nazionale: eccellente fino ad ieri, buono ancora oggi ma sottoposto a continui tagli, quasi fosse il bancomat al quale attingere per ogni necessità governativa, anche nella nuova finanziaria targata Lega-M5S nessuna novità, nessun soldino previsto per il personale, quello in uscita non può essere rimpiazzato integralmente (date le vecchie finanziare targate PD+tecnici). Nessuna politica di rilancio, si vivacchia nella speranza che il paese non sprofondi, ci si riempie la bocca con le eccellenze (frutto della genialità dei singoli e dell’impegno di qualche anima volenterosa) che non sono però il frutto di una seria programmazione. Eppure il SSN ancora sembra reggere (ma per quanto?) e per di più ci dicono gli economisti è un moltiplicatore di PIL (e allora investiamoci sopra sia per la nostra salute che per quella dell’economia) ma i nostri governanti, come del resto i passati, sono troppo timorosi e navigano a vista senza nessuna progettualità che non sia quella dichiarata con gli slogan da perenne campagna elettorale. Che ti devo dire: quella dei farmaci antitumorali mi sembra solo la punta dell’iceberg in un sistema pubblico nel quale sembra non voler credere più nessuno: governanti e governati compresi . Buon pomeriggio.

  3. Silvina scrive:

    L’insegnamento della religione cattolica è presente, nella scuola pubblica italiana, fin dall’asilo. Alle elementari le ore sono addirittura 2, contro una (o due, non ricordo bene) di scienze. Non mi sembra difficile dire quale dovrebbe essere la materia da sacrificare per lasciare spazio a Cura del territorio.

  4. Erano più capenti i democristiani in genere sulla laicità dello Stato, ma poi finivano per essere troppo timorosi, non del cielo, ma del Vaticano e quindi supinamente, mai si sarebbe potuto tollerare (da trattati) la scomunica delle ore di religione dalla scuola italiana.
    Non che avere un prete a insegnare religione nelle scuole faccia male alla salute,ma una visione più generica sulla storia delle religioni avrebbe un pochino più senso.
    Materie come musica, storia dell’arte,educazione civica, storia, geografia, l’idioma e perinfin le antanate cipressate del Carducci,che tanto hanno fatto male al paesaggio toscano, possono creare cittadini migliori.
    Con l’andamento attuale e con il becerismo eletto a rango di dirigenza, non si può neanche lontanamente parlare di laicità, perchè andrebbe tutto in vacca e in magliette a difesa delle “nostre origini e tradizioni che devono essere difese dai barbari”. Già!
    E per stare sul culturale, mi permetto di segnalare una notevole mostra presentata sabato scorso dall’Augusto Padre e da Giuseppe Ciani: “Alba Etrusca”,di Renato Ferretti, nella sala Olmastroni di Palazzo Patrizi, fino al 17 novembre.

  5. ghigo scrive:

    Ecco un tema interessante per “l’Eretico”. La Laicità. Signori, vi siete mai chiesto cosa “studiano” i vostri figli a scuola?
    Il consiglio è di andare a sfogliare qualche libro di scuola (uno a caso) e cercare il legame (se lo trovate o meglio se lo volete vedere)
    tra “Cultura” (intesa in senso universale come conoscenza) e “Cristianesimo”.

    L’intento dell’ora di religione non dovrebbe essere quello di dare la Fede a chi non ce l’ha (e non la vuole), ma piuttosto di dare una base “culturale” per capire questo legame che molti modernisti “illuminati” non vedono o forse non vogliono vedere…

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