Eretico di SienaLa domenica del villaggio: Pétain, docenti, Malvaldi (e Ps a catinelle) - Eretico di Siena

La domenica del villaggio: Pétain, docenti, Malvaldi (e Ps a catinelle)

Eccoci al consueto appuntamento domenicale con la rubrica culturale del blog: si parte con la Storia, in particolare con la più che controversa figura del Maresciallo Philippe Pétain; dopodiché, qualche parola sul freschissimo libro di Marco Malvaldi, che lunedì alle 17,30 in punto (l’autore deve salutarci alle 19) verrà presentato dallo scrivente alla biblioteca Comunale; per la rubrica scolastica, infine, una riflessione su un dato esemplificativo della scuola odierna: quello cioé concernente l’età media dei docenti, sic;  poi, nei Ps, varia umanità, as usual.

Buona lettura a tutti, domenica essendo, dunque!

EROE O TRADITORE: CHI ERA PETAIN?

Oggi, 11 novembre, è il giorno della fine della Grande Guerra, per la vittoriosa Francia (la tanto bistrattata Italietta di allora si era anticipata al 4 novembre, come risaputo); molte polemiche ha suscitato Macron, ricordando in modo positivo la figura del Maresciallo Philippe Pétain: l'”eroe di Verdun”, nell’immaginario francese, fino a quando nel 1940 – assumendo ad 84 anni il ruolo di dominus nella Francia collaborazionista (circa 2 quinti del territorio complessivo) – diventerà per molti connazionali, soprattutto ex post, il traditore della terza Repubblica transalpina.

“Eroe o vergogna nazionale, le due guerre di Pétain”, titola Repubblica di venerdì (pagina 43), a firma di Bernardo Valli, il migliore fra i grandi vecchi del quotidiano romano. Invece della “o”, ci permettiamo di segnalare una miglioria: che consisterebbe, molto semplicemente, nell’inserire una buona, cara, vecchia “e”. Pétain fu prima un eroe di guerra, non solo perché il suo esercito vinse a Verdun, ma anche perché – quantomeno rispetto ad altri generali coevi – dimostrò un tratto di umanità verso la truppa (era più un Diaz che un Cadorna, per capirsi, pur in un contesto di gerarchia iperrigida); poi, dopo, diventò un Quisling, certo, un collaborazionista del Nazi-power: con ombre enormi soprattutto nei confronti degli ebrei (si pensi al rastrellamento del Velodromo, 16-17 luglio 1942), e non solo verso di loro.

Pétain – come e più di altri, non c’è dubbio – rappresenta dunque la complessità della Storia, ed il dramma delle scelte individuali di fronte alla stessa; possibile che non si possa dire, passata da tempo la crociana boa dei 50 anni, che una stessa persona può essere stata eroica in un contesto, e miseranda in un altro?

MALVALDI E LEONARDO DA VINCI…

Uscito il 6 novembre, stiamo procedendo a tappe forzate a leggere le trecento pagine de “La misura dell’uomo” (Giunti), l’ultima fatica dello scrittore pisano – giallista, ma non solo questo – Marco Malvaldi, che domani presenteremo alla biblioteca Comunale al pubblico senese.

L’eclettico autore (classe 1974) ha cambiato ancora una volta genere, almeno in parte: si resta al giallo (essendoci una morte misteriosa di mezzo), ma siamo in una temperie storica inedita, per Marvaldi, cioè la Milano del 1493, quella di Ludovico il Moro, cui offriva il suo genio (di cervello in fuga) un certo Leonardo da Vinci. Sullo sfondo, molto altro: per esempio, l’imminente discesa in Italia del Cristianissimo Re di Francia Carlo VIII, diretto trionfalmente verso l’aragonese Napoli. Per la trama, trovate altrove on line, e poi è un giallo, quindi troppo dire non si deve (e c’è la presentazione agli Intronati, no?); a noi resta solo da aggiungere che Malvaldi – autore intelligente ed autoironico – premette che il suo NON è un romanzo storico, in modo da essere inattaccabile su quel fronte.

Lo stile è asciutto ed essenziale, con dialoghi assai serrati (già pronti per una proposizione in chiave televisiva, si potrebbe pensare), e non mancano i colpi a sorpresa; a suo modo, e senza dirlo, “La misura dell’uomo” è un romanzo ambizioso, una sorta di riproposizione de “Il nome della rosa”, ambientato circa un secolo e mezzo dopo: inevitabile che sia così, confrontandosi con un contesto come quello descritto, ed ancora di più con una figura come quella di Leonardo.

Scommessa ambiziosa, dunque; riuscita? Per quello che si è letto di Malvaldi in passato, diremmo di sì, soprattutto perché l’autore non ha tradito se stesso, portando la sua cifra, ironica e disincantata, anche nella Milano di Ludovico il Moro.

L’ANGOLO DEL PROF: LA VECCHIAIA DEI DOCENTI ITALIANI (SIC)

Dal dato pubblicato sul Sole 24 ore di domenica scorsa, l’età media del docente italiano è di 51 anni e qualche spicciolo (leggasi mese); non è certo una grande novità, ma almeno fissa con chiarezza la questione: dire che è necessario svecchiare, in linea di principio, è tanto sacrosanto quanto scontato.

Anche per un semplice motivo, spesso tralasciato: il docente di oggi non ha più, in classe, gli stessi ragazzi che si trovavano di fronte i nostri predecessori. Non solo perché nativi digitali (non di rado, webeti: Mentana dixit), ma anche perché gli attuali insegnanti si trovano sempre più spesso a confrontarsi con figli, di genitori per i quali il patto educativo spesso è declinato in siffatto modo: colui che è mio figlio, ha sempre ragione. Docenti più giovani –  si presuppone più energici e motivati – forse sono più adatti a fronteggiare l’attuale, devastante, combinato disposto di genitore-figlio (magari con contorno di avvocato, per non farsi mancare niente): o almeno, così ci piace pensare, e soprattutto sperare…

Ps 1 Segnaliamo volentieri che il Museo di Storia naturale dei Fisiocritici fa delle aperture pomeridiane in questo mese di novembre (oltre a quelle fisse della mattina, dal lunedì al venerdì, 9-14); i pomeriggi del 14, 21, 22, 26, 28 e 29, con orario 15-19, sarà possibile visitare il tutto. Sempre ricordando di avere un piccolo (ma neanche troppo!) gioiello scientifico in casa, cosa che dovrebbe riempire di maggiore orgoglio tutti.

Ps 2 Venendo dalla Scienza alle humanities, martedì 13 novembre (ore 17,30, a Palazzo Patrizi), si inaugura l’Anno accademico di un’altra eccellenza senese, l’Accademia degli Intronati (è il 494esimo, così per ridere); per l’occasione, ci sarà un incontro con l’effervescente scrittore Luca Scarlini, che presenta – insieme a Roberto Barzanti, ovviamente – il suo “L’ultima regina di Firenze” (Bompiani).

Ps 3 Quanto agli appuntamenti della settimana, come non concludere con la biblioteca Comunale? Oltre allo special event con Marco Malvaldi di cui sopra, mercoledì 14 (inizio alle 16,30) ci sarà un incontro di ambito sanitario nell’ambito della Giornata mondiale della prematurità, per saperne di più su questa tematica di indubbio interesse; giovedì 15, infine, alle 17,30, Mario e Raffaella Ruscitto (pater et filia), presentano il loro romanzo “Le quattro vite di Caterina” (edito da Pascal; e Caterina non è la Santa, come già scritto)), con interventi di Annalisa Coppolaro Nowell e dello scrivente.

Ps 4 Ennio Morricone, ieri 10 novembre, ha compiuto 90 anni: e non c’è molto altro da commentare. diremmo. Noi abbiamo festeggiato riascoltando qualche autentica perla del suo immenso, straordinario repertorio di colonne sonore: fra le quali – pur nell’estrema difficoltà della scelta – per noi la migliore in assoluto è quella di “Mission”; pensate che, illo tempore, stava quasi per riuscire a convincerci a dare l’8 per mille alla Chiesa cattolica (sottolineo per l’appunto il “quasi”).

Ps 5 Per restare alla Musica, Freddie Mercury; Il Giornale di ieri (Sara Frisco, pag. 34) ci parla del grande successo al botteghino USA del film biografico su di lui (“Bohemian Rhapsody”); film in cui, però, la sua nota bisessualità è nascosta, o meglio camuffata: per motivi di cassetta, evidentemente. Come in “Troy”, ove il Pelìde Achille ama Briseide con tutto il cuore e la passione, mentre per lui Patroclo è solo compagno d’armi e cugino. Come no, come no…

Ps 6 Parte dunque domani, lunedì 12 novembre (Siena Tv,ore 21, canale 90) la nuova trasmissione ereticale, intitolata “Il lunedì del villaggio” (il piccolo, grandissimo recanatese mi perdonerà una volta di più); tentativo di raccontare la Cultura in tutte le sue sfaccettature, senza apparire troppo autoreferenziali e – peggio ancora – monotoni e financo noiosi. Fra le altre cose, si parlerà del Conte Guido Chigi Saracini alla Grande Guerra (poteva mancare Gabriele Maccianti?), e il momento più forte sarà di certo un’intervista in Piazza del Campo con lo storico Franco Cardini, che parla di Bernando di Chiaravalle ma anche di molto altro. Inizierà infine una visita – che si snoderà in svariate puntate – della meravigliosa biblioteca degli Intronati, quasi tutta da scoprire (anche e soprattutto le parti non accessibili al pubblico). Ad accompagnare lo scrivente in questo variegato percorso culturale, Gabriello Lorenzini: che parlerà di tante cose (amor di Patria, cinema, umanità varia), ma rigorosamente non di Palio…

8 Commenti su La domenica del villaggio: Pétain, docenti, Malvaldi (e Ps a catinelle)

  1. Quello di Ognissanti scrive:

    Gabriello Lorenzini, alias Colonnino!?! Credo che ci stupirà, certo vederlo insieme a Franco Cardini…

  2. Un fan dell'Eretico scrive:

    E infatti ci ha stupito: sentire Lello discutere, dicendo anche cose non banali, sul Conte Chigi Saracini, sul cinema e su altro, mi ha stupito. Complimenti all’Eretico, che ci ha dato una versione inedita di una figura che dimostra una complessità diversa da quella che tanti pensavano.

  3. manunta scrive:

    ps 6 .

    E sete messi di pe’ ridere.
    vai chiappatevi cardini( mezzo senese e con questo mi spiego molte cose) e dateci du’ colonnini di resto.
    L eretico pagano, a fa’ l apologia di s bernardo in compagnia del grande
    storico, che dice lui fecion bene i crociati ad andare a difendere i pellegrini in terrasanta, semmai si vai .

    Chiedigli al grande storico se sa’ quel che successe all assedio di ma’ rrat al numan , o leggiti amin malouf al riguardo.
    La diatriba tra i cronisti dell epoca ,sull episodio verte tra due versioni.
    1) i crociati afflitti da carestia per il grano guasto si mangiaron gli arabi .
    2) Dice, no i crociati eran bravi, si limitarono a sbuzzarli( l arabi) per cercare le monete d oro che l arabi avevano ingoiato per non farsele trovare.
    Cardini ocaiolo? tenetevelo ,
    cardini alto quant un panchetto e col buzzo a cocomero che declama che lui a montaperti sarebbe stato in prima fila…….
    Si vai e ci duravi dimorto.

    Poi umorismo involontario, il Raffa pensa di far un complimento al cardini
    dicendo che e’ stato il consulente storico ,della serie televisiva ” i medici”, e cardini(vergognandosi delle cazzate storiche all interno della serie) che chiosa, no guarda, io non ho responsabilita’ , praticamente ha messo il nome per dare una patina di attendibilita’ alle cagate e agli strafalcioni storici dei quali la serie era infarcita.
    Ovvero ,ci metto il nome busco poi ,faccian loro come vogliono.
    Grande storico, un’ c’e’ che dire.

    Sai i che’? vo a mangiammi du’ mazze di tamburo in padella grosse come
    du’ rote di bicicletta, condite col olio di recenza.

    s.Bernardo? ma vadanculo lui templari e cistercensi.

    ps. cardini mezzo senese, si proclama ghibellino e apologizza le crociate e s bernardo.
    Reclama che sarebbe stato al fianco di manente a montaperti, e, poro bozzolino, pare abbia scordato che manente era cataro.
    Cardini quindi ,senese pieno, ovvero ghibellino, ma anche biasciaostie.
    porannoi.
    Come esordio….. che t ho a di’
    ma’ aspetta ,un’ e’ finita,n arriva un altro e declama :
    Il conte chigi era bravo , ando’ a fare l autista in guerra, le fucilate le sentiva da lontano, e come il gatto di casa non voleva staccassi da sienina.(narra il grande storico)
    Poi arriva tarpanino, e conclude, io so’ patriota viscerale, sarei andato
    in guerra (la I g.m.) pero’ nelle retrovie.(che di’, mica bischero)

    Riporannoi

    • Eretico scrive:

      Non siamo riusciti a piacere al buon Manunta, e ce ne dispiace con sincerità. Cercheremo – come peraltro sempre – di fare meglio (alla prossima puntata c’è Marco Malvaldi: che non gli piacerà lo stesso, poi è anche pisano!).

      Chissà, magari in una prossima puntata ci sarà lo stesso Manunta, ospite della puntata: allora le critiche su cosa verteranno? Si arriverà, se del caso, a criticare se stessi?

      L’eretico

      • Paolo Panzieri scrive:

        Premetto che da appassionato di storia medievale ho sempre apprezzato molto Franco Cardini, anche quando di è cimentato nel romanzo storico con “l’avventura di un povero crociato”, ma il commento al vetriolo del nostro critico televisivo preferito qui sopra – non ti offendere Raffaele – è semplicemente fenomenale. Sto ancora ridendo …
        E del resto aver messo il proprio nome nella produzione di quella specie di falso polpettone fiorentino paludato, senza poter incidere per nulla, soltanto per un pugno di euro, come ha detto il Cardini stesso, mi è parsa una grandissima caduta di stile ed effettivamente grida vendetta.
        Quindi la bordata di fischi (diciamo così) è ampiamente meritata.
        Con buona pace, però, di San Bernardo, dei templari, dei cistercensi e pure del Conte Chigi imboscato …. devo dire che a me la puntata è comunque piaciuta. Non è per nulla facile parlare di cultura senza trascendere nell’autocelebrazione e schiacciare lo spettatore sotto una montagna di noia!

  4. Giovanni scrive:

    Anche chi opera in sanità tra po’ino è più vecchio dei propri assistiti. A forza di assumere poco e di aumentare l’età pensionabile il pubblico impiego è diventato una specie di club degli anziani.

  5. manunta scrive:

    No no a me caro Raffa la puntata e’ piaciuta ,e dimorto.
    Un autentico spaccato italiota.
    Sicche’ ripeto, porannoi(italiani) come siam messi.
    E grazie per avercelo ricordato.

    Aggiunge lo scorbutico controstorico:

    Oggi ,son secoli uno e mezzo
    moriva un certo gran barone
    omo, no anzi, escremento lezzo
    di mezz europa egli fu’ padrone
    jam

  6. manunta scrive:

    scusate ,dita pien di rovi ,riattacco, controstoria di quelle che cardini un le racconta, panzieri grazie, se fai gli sconti ti terro’ presente alla prossima querela..

    Almanacco controstorico.
    15/11/1868

    Oggi son secoli uno e mezzo
    moriva un certo gran barone
    omo,no anzi, escremento lezzo
    di mezz europa egli fu’ padrone
    james de rothschild certo i meglio pezzo
    fece milardi due partendo da un milione
    la su’ cittina na’certa carolina
    sposo’ edward sassoon ,altra latrina

    sassoon si loro, i rotschild d oriente
    quelli che finanzionno i cinque stelle
    imparentati co’ rotschild d occidente
    e insieme ancor ne studian delle belle
    i pentalfati gente assai dormiente
    son il prodotto per l’ italia imbelle
    e in marcia del gerontofilo francese
    dei rothschild e’ un’ delle meglio imprese.

    Fanno e disfanno , con l indebitamento
    ma’ la storia ufficiale non li tratta
    l italia unita fu’ per lor finanziamento
    sicche’ a questa nobil antica schiatta
    vada l italico ringraziamento
    giustizia e verita’ dunque sia fatta
    Cavour dai rothschild fu’ lui finanziato
    son loro i veri padri dello stato

    Vai Raffa, colle pompose boiate del mezzo ocaiolo , t ho rimesso in pari.

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