Eretico di SienaLettera (chiusa) agli animalisti - Eretico di Siena

Lettera (chiusa) agli animalisti

- 07/12/18

Un pochino in ritardo – spero giustificato dai tanti impegni, soprattutto alla Comunale – si entra finalmente in medias res, cioè a parlare dell’evento di domenica, la manifestazione animalista contro il Palio: al di là del DOVE sia (ieri, spostamento da Piazza Amendola al Parco Unità d’Italia, cioè al Parco urbano per i più), va da sé che il problema è soprattutto la cosa in sé.

La battaglia culturale della città sarà lunga, qualunque cosa accadrà domenica; ma – se ben condotta – potrebbe non solo salvaguardare l’evento-Palio (non così a rischio, nonostante tutto), ma anche sbugiardare un piccolo nucleo di estremisti di una causa sacrosanta, che annovera ben altre figure. Due piccioni con una fava, per dirla tutta.

Buona lettura a (quasi) tutti, dunque!

LETTERA (CHIUSA) AGLI ANIMALISTI

Molti, in questi ultimi giorni, hanno portato avanti le legittime difese della comunità senese, di fronte all’evidente attacco della componente animalista che marcerà su Siena (sic) domenica prossima; riteniamo dunque del tutto inutile e pleonastico aggiungere una ulteriore voce in tal senso, rispetto ad un coro cittadino piuttosto nutrito.

Semmai, ci preme fare un amaro passo in avanti, che cerchiamo subito di spiegare nel modo più chiaro possibile: Siena ha di fronte a sé una occasione storica, che va ben al di là della difesa della propria Festa e delle proprie tradizioni (o meglio: potrebbe appunto prendere due piccioni con una fava). Siena può cercare di affrontare di petto (che non vuol dire da “pettoni”) un problema che riguarda un orizzonte ben più ampio dell’intra moenia; difendendo se stessa, può fare un favore a chiunque creda che, fra animali ed animali-umani, ci sia ancora una certa, ontologica differenza, e quindi una conseguente gerarchia di diritti, tale da riverberarsi su tutto il resto.

Non è dunque tanto una questione da Repubblica di Siena – tanto angusta quanto anacronistica -, è davvero ben di più: è la sottolineatura, chiara e forte, del rifiuto della filosofia dell’antispecismo, quella inqualificabile visione del mondo per la quale un ragno, un cane o un cavallo devono avere gli stessi diritti di un umano (peraltro, il rischio-zero non esistendo, in alcuna attività, neanche per l’umano…).

Un acuto osservatore delle cose paliesche come Paolo Neri – tanto più autorevole e credibile, nel panorama cittadino, in quanto capace di criticare dall’interno le innumerevoli storture culturali e mediatiche del Palio di oggi, a partire dall’eccesso di attenzione verso tutti i Paliotti non senesi e verso i fantini – ha detto cose, sagge e provocatorie ad un tempo, sul Corriere di Siena odierno (intervista di Alessandro Lorenzini): non entriamo sul tema, un po’ freudiano, se si possano definire gli animalisti “repressi” ed “invidiosi” dell’evento paliesco senese (chissà…), ma di certo l’espressione usata a proposito del “profumo di Sant’Uffizio” che promana dalle loro prese di posizione, per l’appunto vagamente inquisitoriali, mette l’accento proprio sul punto in cui è cosa buona e giusto metterlo.

Esiste, eccome se esiste, l’animalismo serio, intelligente e documentato; ne vogliamo fare un esempio, fra i fortunatamente tanti? Il filosofo francese Frédéric Lenoir, che ha dato alle stampe un libro che in Francia sta avendo un grande successo (“Lettera aperta agli animali (e a chi li ama)”, ora uscito in Italia per La nave di Teseo che ne ha acquisito i diritti); Lenoir si è battuto contro la macellazione rituale, tradizione degli ebrei e dei musulmani, che fa morire le bestie fra sofferenze atroci, e insieme ad altri ha fatto in modo che in Francia gli animali passassero – a livello di status giuridico – da “beni mobili” a “esseri sensibili”, con ben maggiori diritti (bel pezzo sul Venerdì di Repubblica della scorsa settimana, a firma di Giulia Villoresi, sul libro in oggetto).

Ma non per questo Lenoir rinuncia a farsi un bel pollo arrosto, di cui dice di andare matto; né tantomeno lo studioso francese arriva all’idiozia di mettere sullo stesso piatto della bilancia un essere umano ed un cane-gatto-farfalla-cavallo. Chapeau a Lenoir, dunque, e chapeau all’animalismo che tutti vorremmo: noi per primi.

Questi sedicenti animalisti portano invece serio e prolungato nocumento ad una causa – quella, per l’appunto, dei diritti degli animali – che lo scrivente non reputa giusta, reputa sacrosanta: ottima – per fare un altro esempio – la pubblica denuncia delle condizioni “disanimali” degli allevamenti industriali, con uno spazio vitale di un metro quadro per bestia (e dunque – sia detto per inciso – merito a chi alleva la cinta, che attende la macellazione allo stadio semibrado); mentre nel caso senese – come scritto non sappiamo più quante volte – il problema è che a favore dei cavalli si fa TROPPO, non TROPPO POCO.

Questi animalisti, per farla breve, stanno ai difensori seri dei diritti degli animali, agli etologi di rango e di solidi studi, esattamente come Asia Argento sta al Metoo e ai sacrosanti diritti delle donne vessate: se ne ergono a paladini, ma danneggiano (non si sa neanche se rendendosene appieno conto) la causa per cui si mobilitano. Chapeau anche a loro: al contrario, però…

33 Commenti su Lettera (chiusa) agli animalisti

  1. Un fan dell'Eretico scrive:

    Dieci minuti pieni di applausi all’Eretico per questo pezzo, cari signori: infatti la questione è proprio questa, oggi difendere il Palio, anche per chi non ne è appassionato, vuol dire volere bene all’animalismo serio. Mentalità GLOCAL nel pieno senso della parola.

  2. Un animalista come pare a me scrive:

    Posso anche condividere certe cose scritte dall’Eretico, perché certi eccessi di certo animalismo danno fastidio anche a me che pure ho due gatti e un cane. Però vorrei sapere che noia danno cento o duecento persone che, Costituzione alla mano, vengono a Siena (a spese e rischi loro) a manifestare a favore dei diritti degli animali. Il Palio non è certo a rischio, visto che questo Governo è il più filo-Palio che ci sia mai stato nella storia della Repubblica. Ma di che si parla, per Zeus come scriverebbe il gestore di questo blog?

    Grazie della ospitalità.

    • Renmar scrive:

      è vero, è una minoranza, però è una minoranza con la quale non è possibile ragionare e che non sa altro che offendere e insultare….e gli devo ospitare a casa mia?

      • Giacomo rossi scrive:

        Più o meno come certi commentatori di questo blog!
        E casa tua? Non mi pare che il territorio nazionale, pubblico, sia casa tua o sua o mia!
        Concordo pienamente con bruttini, ma non posso reprimere una manifestazione, pacifica, costituzionale dunque legittima.
        Potrei ridire sulla scelta, iniziale, del luogo.
        Ma grazie a salvini, alla Gelmini, ai consiglieri della lega ed agli assessori i manifestanti sono stati spostati in sito più idoneo.
        Personalmente avrei optato per il parcheggio della Mans sana…però anche pescaia va bene!

  3. alberto bruttini detto Cacaccia scrive:

    si parla di buona fede, animalista come pare a te.
    Qualcuno di loro sarà senz’altro convinto di quello che fa e di quello che dice, ma io non ricordo la Brambilla incatenata al cancello di Annabella di Pavia, o animalisti a dimostrare contro Amadori e presentare firme contro l’abolizione dei circhi o degli zoo (pardon “bioparco”).
    Né tantomeno si sono mai presentati a Palermo per manifestare contro le corse su strada dove muoiono parecchi cavalli poco più che puledri.
    Sarebbe lungo l’elenco delle cose che potrebbero fare a difesa degli animali ma evidentemente è più comodo e crea molta più visibilità attaccare il Palio.
    Per come la vedo io possono tranquillamente manifestare contro Siena, il Palio e tutti i Contradaioli ma, per piacere, cercando di non offendere perché siamo, come spesso suggerisce Manunta, parecchio permalosi.

  4. Daria gentili scrive:

    Concordo in pieno con Neri. Gli animalisti non chiedono come persone normali il semplice rispetto delle loro idee, ma sono, per lo più, dei fondamentalisti, che pretenderebbero di imporre agli altri il loro modo di vivere.
    Concordo altresì sul punto in cui si evidenzia che Siena potrebbe diventare una piccola Irlanda del cavallo. Perché no, proprio del mezzosangue!

  5. Simone Poli scrive:

    Caro Raffaele
    questa manifestazione cerca una visibilità gratuita per chi nulla sa e nulla vuole conoscere.

    Non è un giudizio sprezzante.
    Basta ragionare.

    Questa mobilitazione è un’ attività inconsapevole che offende soltanto loro (a ben pensarci).

    Tuttavia rimane l’amarezza per la violazione di domicilio (puoi essere nobilmente indifferente, ma ti stanno cacando nel salotto).

    Vorrei passare pertanto il sale del paradosso costituzionale sulle sacrosante ferite.
    Perchè come sempre c’è tanta lucidità nell’ironia.

    Ecco il piano di battaglia.

    Se la Repubblica riconosce i diritti inviolabili dell’uomo (e qui hanno preferito un termine diverso da persona…) ; se cioè ci si inchina a questo potere precostituito (della persona) che va oltre il diritto positivo di qualunque maggioranza e possiamo dirlo di qualunque potere costituente e costituito ; se cioè a fronte di questo si pone realmente e temporalmente l’equazione Palio uguale Siena, Siena uguale Palio (comunque la si giri) e su questo punto non si registra nemmeno un disaccordo , un sottotono, una disarmonia : chiunque manifesta a Siena contro Siena viola il buon senso.
    Addirittura la logica.

    La prova diabolica ?
    Si trovi un senese contro il Palio.

    Ma la questione, al di là dei diritti inviolabili in salsa senese e della battuta sui medesimi , resta evidente nella sua semplicità.
    Se conosci la realtà evolutiva del cavallo a Siena ti stupisci dell’adorazione non della supposta violenza.
    Nemmeno di quella colposa, eventuale, insita in ogni rischio accettato.

    Domani chiedo l’autorizzazione per manifestare a Roma contro i romani.
    E non scatterà il TSO.

    Ecco una cosa equilibrata.
    Mi conoscono, era una provocazione.

    Alla fine, considerando tutto, possiamo dire che come Repubblica riconosciamo anche il diritto alla stupidità.

  6. Giacomo rossi scrive:

    Complimenti alla giunta x il trenino!
    Veramente appropiato x una città come SIENA, nel pieno della sua tradizione; consentirà ai turisti di girare per le vie del centro senza perdere tempo in negozi, musei o monumenti.
    Basta con i turisti che girano a piedi e intasano le vie principali.
    Domani magari passa anche da pescaia.
    Grande idea. Chissà perché non ci hanno pensato prima.
    Cambio di passo! Siena ai senesi!

    • Daria gentili scrive:

      Ah ah ah ….mancava il contestatore, che, come il cavolo a merenda, propone una critica al trenino per bambini nel contesto di un articolo dedicato agli animalisti.
      Il famigerato trenino per bambini che ha attirato le feroci critiche anche dei martinellati.
      Che,per caso, il sig.rossi e i martinellati, si conoscano?

      • Giacomo rossi scrive:

        Forse Lei sig.ra non ha capito!
        Constatato il netto miglioramento della città, ne esalti le virtù di una giunta che in poco tempo hatrasformato la città da una banlieu al primo capoluogo di provincia d’Italia ,senza statuti speciali, x benessere!
        E cittadini disperati i felici!
        Forza eavanti

        • Daria gentili scrive:

          Ho capito, ho capito!
          È così tanto che ho capito, che nello stesso momento in cui tu eri flashato dal trenino per bambini ( visto stasera, in piazza della Posta strapieno di bambini) io ero flashato dalla notizia del quasi fallimento della Sansedoni spa portata in questo stato comatoso da amministratori illuminati che, forse, ti sono noti.
          Tu sapesse come ho capito!!!!

          • Giacomo rossi scrive:

            Mi spiace per la sansedoni, ma sono sicuro che il nuovo sin da o e la sua giunta sapranno risolvere i problemi, con l’aiuto di tutti x il bene delle comunità.
            Chi ha sbagliato in passato ora è all’opposizione, scarsa, è dunque ci sono i presupposti per tornare ad essere una gemma nel panorama nazionale ed europeo.
            Rimbocchiamo i le maniche e a lavoro , come sta facendo , alla grande , il direttore della biblioteca…se tutti prendessero il suo esempio saremo a buon punto
            Forzaecoraggio.

    • Otrebla scrive:

      Da non fan di De Mossi (né del Valentini peraltro…. io -come si dice- sto coi frati e zappo l’orto) affermo invece che questo villaggio di Babbo Natale in fortezza, trenino compreso, è una delle (poche) cose buone fatte dalla nuova giunta fino ad ora.
      Perché a Montepulciano, per vedere quattro baracchine di legno, vengono da tutta Italia e in ogni città ormai viene fatto qualcosa del genere e a Siena si era rimasti alla stantia pista di pattinaggio….?
      A chi un gli va bene dico di portare pazienza, tanto tra non molti giorni finirà.

  7. Paolo Panzieri scrive:

    Fa impressione e stride pure un po’ che in questa parte di mondo si pensi (giustamente) ai diritti di tutti, anche a quelli degli animali, mentre altrove non hanno diritti neppure gli esseri umani ….
    Ma di questo si preferisce parlare il meno possibile.
    Meglio scatenare battaglie animaliste; non si offende la sensibilità di nessuno né si corre alcun rischio.
    Almeno evitiamo, però, le esagerazioni.
    Per quanto attiene i cavalli in particolare se non ci fossero gli ippodromi per i purosangue, il palio ed i paliotti per i mezzosangue chi li alleverebbe ancora?
    L’esercito da tempo non ha più truppe di cavalleria e l’agricoltura non ha più bisogno di animali da tiro …
    Senza le corse il cavallo rischierebbe di fare la stessa fine dell’ asino, che si è quasi estinto, soppiantato dall’Ape e dalla Panda 4 x 4.
    Tuteliamoli al massimo, quindi, ma facciamoli correre.
    Anche per la loro stessa sopravvivenza come specie.

    • Eretico scrive:

      Stimolante la riflessione di ampio raggio diacronico dell’avvocato (che mercoledì pomeriggio alle 17,30 si esibirà alla Comunale con il suo libro “A causa mia”), riflessione che mi trova sostanzialmente concorde: se non corre (visto che gli altri usi li ha persi), il cavallo nel XXI secolo che fa? Diamo il reddito di cittadinanza anche a lui?

      E grazie a Manunta per i link, che rappresentano sempre un autentico valore aggiunto rispetto al corpus del pezzo.

      Buona – laicissima, financo paganeggiante – domenica a (quasi) tutti, l’eretico

    • A.B. scrive:

      Avvocato, meglio non avventurarsi sui diritti negati agli esseri umani ed alle conseguenze che comportano in termini di migrazioni. Si finirebbe anche a dover parlare dei nostri doveri. Non mi pare nè il tempo nè il luogo. Parliamo di cavalli che è meglio.

      • Paolo Panzieri scrive:

        Dai paesi totalitari, che calpestano i diritti umani ogni giorno (Iran, Cina, Arabia Saudita, Corea del nord …) invece non migra proprio nessuno.
        I migranti stessi semmai portano con sé a loro volta esportandola una cultura e/o una religione che spesso nega gran parte dei diritti che l’occidente invece ha faticosamente ha conquistato e che non dovrebbe assolutamente mai rinunciare a difendere.
        Ma è proprio di questo che non è conveniente parlare perché con quegli stati e con questa mano d’opera a basso costo (per tacer di tutti gli altri utilizzi paralleli ….) qualcuno fa soldi a palate ….
        Meglio parlare di asini, cavalli e muli.
        Questo è proprio quello che stride.

        • A.B. scrive:

          Intanto per non sentirci da meno abbiamo incominciato anche noi a calpestarne un po’, se tutto va bene poi magari riusciremo anche ad arrivare al totalitarismo. Io avevo menzionato solo i cavalli, caro avvocato, gli asini ed i muli li ha aggiunti lei. Coda di paglia?!?

        • manunta scrive:

          Avvocato, scusi , parla di manodopera straniera a basso costo?
          In un suo precedente commento se non sbaglio si dichiarava fruitore ,per la sua oliveta( della pregiata varieta’ seggianese) dei servizi di una cooperativa di kurdi, dichiarando,se non sbaglio, di risparmiare grazie ai loro servizi.
          Per caso erano kurdi iraniani?

          Parliamo di cavalli, meglio.

          ps.
          A fornicchiaia oggi raccolte le ultime olive ,da’ un oliveta smacchiata, ripulita, e potata, da’ toscani.

          Saluti.

        • Roberto scrive:

          Su Iran e Cina avrei qualche dubbio.

        • Paolo Panzieri scrive:

          Argomento pesante, mi sono infilato in un discreto vespaio … lo ammetto. Ma andiamo per ordine.
          Il neo-totalitarismo che avanza – scusami A. B. – io non ce lo vedo proprio. Semmai noto una globalizzazione selvaggia che ha desertificato interi distretti industriali dei paesi occidentali, arricchendo soltanto la finanza internazionale, cui adesso c’è una certa, inevitabile reazione. Gli asini ed i muli sono stati citati in quanto animali affini ai cavalli. Nessun doppio senso stavolta.
          Sulla manodopera a basso costo, caro Manunta, mi riferivo soprattutto ai coglitori di pomodori (o di carciofi) e simili, totalmente e rigorosamente in nero. I Kurdi di cui parlavo, assolutamente non strutturati in cooperativa (men che meno sociale), sono tutti dipendenti assicurati ed in regola. Qualcuno potrebbe addirittura affermare che siano un esempio di integrazione…. Di certo fanno un lavoro che – almeno da quelle parti – quasi nessun autoctono fa più. Comunque hai ragione: sono effettivamente e comunque anche loro manodopera a basso costo, probabilmente utile (per non dire necessaria), anche viste le condizioni che tu proponevi. Gli olivi di famiglia – a scanso di equivoci – sono affittati però ad una azienda italiana.
          Cina ed Iran, se non erro,Roberto, sono le nazioni con il maggior numero di esecuzioni al mondo e né gli iraniani né i cinesi mi risulta siano trai migranti sui barconi. Volevo soltanto contestare il facile, ma a mio avviso forviante, parallelismo tra negazione dei diritti e migrazione. Nessuno, infatti, riesce a fuggire da un regime …
          La Cina – è vero – meriterebbe tutto un discorso a parte, siamo perfettamente d’accordo.
          Allo studente, invece, suggerirei di approfondire il parallelismo tra violazione dei diritti umani e mancata tutela dell’ambiente. Vedrà significative coincidenze. Difficile che chi non tutela gli esseri umani difenda la natura o gli animali ….
          E vorrei pure aggiungere, con l’occasione, che i diritti sono l’approdo di una civiltà, che non possono essere gratis perché innanzi tutto una società deve poterseli permettere economicamente e che talvolta vanno difesi anche e soprattutto da quelli che sembrano esserne – apparentemente e solo a parole – i paladini.

          • Uno studente scrive:

            Alcune coincidenze certo ci sono. Ciò che non comprendo è questa sorta di pregiudizialità tra difendere gli uni e gli altri, entrambi e autonomamente non è possibile? E poi le faccio notare la contraddizione: ragionando a contrario, gli animalisti si battono per i ‘diritti’ degli animali, dunque è poco probabile che non si battano anche per quelli degli uomini. Dunque sono un passo avanti?

          • Paolo Panzieri scrive:

            Perché pregiudizialità? Direi piuttosto asimmetria …
            Viviamo in un mondo asimmetrico. Molto asimmetrico.
            Ed a qualcuno di certo fa parecchio comodo così.

    • Uno studente scrive:

      Una gerarchia di valori davvero grandiosa. A questo punto direi di smetterla di parlare di tutela dell’ambiente, dal momento che in certe parti del mondo i diritti umani sono violati.

  8. Il Giaguaro scrive:

    si,parliamo di cavalli che è meglio, magari anche di trenini tipo Follonica ma anche di Las Vegas…
    Perché di treni veri, di quelli belli,moderni,veloci ,elettrici,comodi a Siena non passeranno mai.
    Perché parlare di cose sgradevoli tipo fallimenti (Sansedoni ?)non si addice a chi vanta nobili natali( a Siena quasi tutti provengono da possedimenti nel contado…).
    Si,meglio i cavalli.
    Allora giochiamo un po’:offro da bere al primo che indovina cosa occorre per avere un cavallo ( sono tre semplici cose),via alla gara.

  9. Filippo G scrive:

    Perché non considerare allora il palio senza fantini (con grande risparmio di soldi, magari da usare a vero scopo mutualistico), oppure l’uso di cavalli da traino, più lenti ma più robusti, quindi meno soggetti a incidenti gravi? Perché mancherebbero imprevedibilità, rischio, adrenalina, in fondo, dunque, il bello del palio. Non nascondiamoci dietro il paravento del rispetto senese per i cavalli: di fatto si usano per diletto, inteso come qualsiasi attività non sia necessaria alla sopravvivenza biologica degli esseri umani (la sopravvivenza culturale è un’altra faccenda).
    Tra i lavori sull’animalismo da indicare (nel senso proprio dell’indice) come “seri”, cito allora Hal Herzog, il cui voluminoso saggio “Amati, odiati, mangiati” (Bollati Boringhieri) ruota intorno al concetto che la coerenza nei confronti degli animali è impossibile. È una contraddizione, anche quella senese, ma non una delle peggiori, né delle più importanti.

    Quanto al merito dell’antispecismo, il vero problema è se ricavarne un indirizzo etico o meno: dare uguali diritti a persone e animali sarebbe assurdo, oltre che impossibile, ma dal punto di vista puramente oggettivo/descrittivo, la mia vita non vale certamente più di quella di un lombrico e di uno gnù, a meno, naturalmente, di non credere ai vecchi con la barba che scagliano fulmini e ai capelloni che la domenica mattina si trasformano in ostie.

    E comunque, per quanto riguarda i problemi del palio (che per chi scrive, senese e battezzato, potrebbe anche essere abolito domattina, insieme alle contrade), trovo che stiano nelle persone, più che negli animali: nell’arroganza di quegli ominidi che spingono via (con grande piacere) i turisti che intralciano l’avanzata dei cortei; nell’etilismo dilagante dei repressi che dopo il decimo negroni non aspettano altro che urlare “torna a casa tua” al primo passante non senese, ovunque sia casa sua; nell’idea che tre marcette fasciste, un fazzoletto e una calzamaglia formino una “cultura”. E sarebbero migliaia i comportamenti da elencare, praticati da quegli esseri antropomorfi che si chiamano “senesoni”: il palio e le contrade, oggi, rappresentano un problema perché contribuiscono a rendere invivibile la città per quelli a cui legittimamente non interessano. Lasciando perdere “omìni degli orti e donnine della coppe” (la generazione, cioè, dei miei defunti nonni; soprattutto quando mi guardo intorno, mi mancano sempre di più).

    Sarebbe bello se l’eretico scatenasse la sua grinta, solitamente ben usata contro il sistema politico che ha governato Siena prima che il suo avvocato fosse eletto sindaco, contro il vuoto culturale e il provincialismo di questo paesello, ma lo scopo di questo articolo, come al solito, è quello di vittimizzare sienina, che invece è brava, bella e culturalmente avanzata anche sul tema dei diritti animali. Applaudiamo. Evviva noi, abbasso gli altri. (as usual)

    • Eretico scrive:

      Caro Filippo, ti rispondo, visto che mi hai tirato in ballo: scusa, ma se ti sembra che “lo scopo di questo articolo, come al solito, è quello di vittimizzare Sienina, che invece è brava, bella e culturalmente avanzata anche sul tema dei diritti animali”, credo che tu non abbia compreso il senso del pezzo, tutto qui; e anche che tu abbia saltato parecchi pezzi pregressi di questo blog, nonché svariati libri dello scrivente: cosa che – se uno vuole criticare – non può permettersi di fare, ahimè…

      L’eretico

      • Filippo G scrive:

        Invece, caro Eretico, conosco abbastanza il tuo lavoro da sapere che, come si dice, lo studente è bravo ma certe volte non si applica, e preferisce far divertire la classe piuttosto che dare l’esempio.
        Con affetto.

    • Alex scrive:

      Filippo per me è un “concentrato” di sciocchezze e banalità.

    • Beppe scrive:

      Caro Filippo, per quanto il tuo scritto contenga riflessioni interessanti, essendo di Siena ti dovresti oramai essere accorto che il contradaiolo è sempre meno a casa sua e sempre più prigioniero tra le sue mura. Te lo dovrebbero dimostrare i 357 giorni l’anno in cui i residenti di Pantaneto sono ostaggio degli zozzi incivili che ci bivaccano fino a notte fonda, te lo dovrebbero dimostare i sudici incivili che si laureano e festeggiano con botti e stelle filanti insozzando le vie della città, te lo dovrebbero dimostrare i figuri che si presentano nelle feste di contrada per mettere a soqquadro quel che trovano, te lo dovrebbero dimostrare gli animalisti alle porte, te lo dovrebbero dimostrare i turisti che si affollano alle porte dell’oratorio di contrada per fotografare la benedizione del cavallo e se gli dai una pinta ti rispondono anche, etc….Insomma, tutto concorrerebbe a dimostrarti che è sempre più difficile riuscire a mantenere una sana identità al contrario di quel che dici. Segno che te la tua città oramai la conosci anche poco. Oramai siamo davvero sempre più fenomeni da baraccone. E anche quello che ti urla contro è diventato un po’ come l’oste dell’osteria la parolaccia che ti fa più sorridere che paura. Anche perchè di senesi coi coglioni ce ne so’ rimasti pochi. Oggi abbiamo tutto tropo da perdere. E questo non è un incitamento alla violenza. Solo rassegnata osservazione.

  10. manunta scrive:

    Caro Filippo , non credo che molti di quelli che
    nelle contrade cantano:

    noi siam corrente elettrica
    corrente molto forte
    passim
    cazzotton e legnate nel groppon

    sappiano la versione originale quale era e quando e da chi veniva cantata
    L ho spiegato a piu’ d un contradaiolo, suscitando il di lui stupore.

    Visto che ti dichiari lastraiolo battezzato, dovresti esserne cosciente.
    Trattasi solo di ignoranza vaccina e mancanza di fantasia.

    Su di una sola cosa concordo con te.
    Siena potrebbe trovare maggior orgoglio per la propria identita’ dal conoscere la propria storia e cultura, che non dalla conoscenza delle “epiche” imprese
    di bachicche e del gobbo saragiolo.

    Basterebbe ,forse,riflettere su’ quando e perche’ il palio ha iniziato ad assumere il ruolo di religione civica per cominciare a viverlo con minor totalizzante foga integralista.( E su’ tale questione il Raffa potrebbe, volendo ,anche organizzare una serata)

    Del resto gli animalisti ,potrebbero fare la stessa identica cosa e smettere di rompere i coglioni (a siena e altrove)sventolando un etica ridicola, assurda,totalizzante e pretestuosa.

    Per quanto riguarda i gollettoni che a volte i turisti doddi si chiappano
    quando si comportano come se fossero in visita ad uno zoo safari, son cose che gli servono a meglio capire il clima e lo spirito di siena in quei giorni, se non lo sanno lo imparano.
    Se invece che nei giorni del palio, venissero a siena per vedere il sm della scala ,o la pinacoteca(sperando che rimanga aperta) ,certo non gli
    succederebbe.

  11. nadia scrive:

    per simone poli: senesi “contro” il palio ci sono, pochi, ma ci sono, stanno in dispsrte per i fatti loro e sono i migliori – per filippo g.: non ti abbattere, hai perfettamente ragione, ma scordati di essere compreso dai senesi e non, vedi manunta, colti, dotti e laureati che scrivono sul blog, perchè per un loro difetto, che la cultura non può colmare,non hanno la sensibilità ed intelligenza che dimostri, immagino sei un ragazzo giovane e fa piacere sapere che ci sono concittadini come te. grazie

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