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La domenica del villaggio: Mps alla Comunale…

Questa domenica, dobbiamo obtorto collo rinunciare alla rubrica culturale del blog, e vergare qualche commento (suddiviso in quattro paragrafetti) sull’incontro di ieri pomeriggio alla biblioteca Comunale, per la presentazione del libro – curato da Massimiliano Angelini – “Mps: cronaca di un disastro annunciato”. Ospiti dell’evento, la giornalista televisiva Annalisa Bruchi e il giornalista-scrittore Aldo Cazzullo (Corriere della sera).

Tantissima gente presente, moltissimi interventi dal pubblico, nonché qualche polemica, come era prevedibile.

PUBBLICO DELLE GRANDI OCCASIONI

Iniziamo dal dato numerico, oggettivamente incontrovertibile (in questo paragrafo, scrivo da Presidente): ieri pomeriggio, pubblico delle grandissime occasioni, alla biblioteca degli Intronati (nonostante un pomeriggio-serata che invogliava non troppo ad uscire da casa); solo la presenza dello scrittore multiforme Marco Malvaldi e la presentazione della traduzione catulliana a cura di Alessandro Fo, infatti, avevano fatto sì che così tanta gente restasse in piedi, dunque andando ben oltre la tripla cifra quanto a sedie a disposizione (ci dispiace davvero per chi non ce l’ha fatta a sedersi, ma così è).

Va da sé che è la dimostrazione – e questa è ovviamente cosa buonissima e giustissima – del fatto che l’argomento Mps, pur obliviato a livello nazionale (Caso Rossi a parte), a Siena ancora tiene banco: e di questo ci rallegriamo, visto che certo pienissima luce non è stata fatta, su vari passaggi cruciali (a partire da Antonveneta, come tutti ormai sanno).

SUL LIBRO…

Al curatore Massimiliano Angelini – il quale, prima dell’evento, mi chiedeva un mio parere personale sul libro -, lo scrivente ha risposto, a caldo, quanto ribadisce, a freddo, in questo momento: il libro non è niente di più e niente di meno di ciò che ci si poteva attendere. Essendo targato esplicitamente “Associazione Pietraserena”, infatti, non avrebbe potuto che privilegiare una ricostruzione dell’opposizione a chi ha devastato banca Mps (fino a portarla via da Siena, per ora come proprietà) dal punto di vista soprattutto di Romolo Semplici e dei suoi più vicini collaboratori: francamente, era cosa che ero più che certo che sarebbe accaduta, e a libro aperto si è avuta piena conferma.

Ciò detto (poi si tornerà su questo punto), scrivendo di nuovo da Presidente, resta il fatto che il volumetto era – lo diciamo per gli eventuali critici – da presentare: perché l’interesse pubblico è evidente e palese (e per l’appunto più che confermato dalla debordante presenza di pubblico); perché la documentazione è, fino a prova del contrario, inoppugnabile, ed infine perché la introduzione di un opinionista-scrittore del Corriere della sera come Aldo Cazzullo (autore di un reportage in città nel gennaio 2012) le ha conferito una motivazione in più per la pubblica presentazione nel più prestigioso (non per merito del Presidente) dei luoghi cittadini possibili.

LA SELEZIONE DEL MATERIALE…

Resta, però, una considerazione da fare: questo libro (autoprodotto, come peraltro anche i miei: ma adesso non mi pare che le case editrici locali si tirino indietro sul Monte, no?) è di difficile definizione. Non è certo un saggio; non è una non fiction novel, non avendo taglio narrativo; non è, a dirla tutta, neanche giornalismo di inchiesta, perché – salvo che ci sia sfuggito qualcosa, si capisce – non c’è alcunché che non fosse già stato detto-scritto.

Trattasi di una pubblicazione cartacea della copiosissima documentazione accumulata dall’Associazione Pietraserena nel decennio in oggetto (2008-2018), con un minimo di contestualizzazione: e andrebbe pur bene così, tra l’altro l’originalità del volume restando tutta, all’interno di quello che è una sorta di genere letterario (“montepascheide”?). Il fatto è che – e qui scrivo da blogger, non da Presidente: ieri essendomi morso il labbro per dovere istituzionale, come era sacrosanto che fosse, in quel luogo ed in quel momento – nel momento in cui si chiede la collaborazione della collettività (cosa buona e giusta), tra l’altro cercando anche di lanciare un crowfunding specifico per l’opera, poi però bisogna essere aperti fino in fondo al contributo di tutti coloro che vogliano impiegare tempo ed energie all’uopo.

Allo scrivente – lo dico subito – era stato richiesto un contributo di scrittura: ma la assoluta mancanza di tempo, nonché il ruolo istituzionale pro tempore ricoperto (che giustamente impedisce di pubblicare su cose senesi), lo hanno fatto subito desistere; non si può però non notare come nel libro, per esempio, manchi del tutto il dibattito (tentativo di…) del Consiglio comunale fra il 2008 ed il 2011 (cambio della guardia fra Cenni e Ceccuzzi), cioè nel cruciale periodo subito dopo Antonveneta. Cosa segnalata con determinazione dall’augusto padre, il quale aveva inviato materiale importante, che poi non è stato preso in considerazione.

Ci sono, insomma, figure importanti che restano del tutto ai margini della ricostruzione (Vittorio Stelo, Marco Falorni, financo – va scritto, per onestà intellettuale – Pierluigi Piccini, che era il leader assoluto delle Liste civiche 2006-2011), ed anche quella dell’avvocato Luigi De Mossi: si può ovviamente essere in sintonia o meno con il suo operato da Sindaco, ma il suo ruolo – come peraltro Romolo Semplici benissimo sa – è stato ben superiore a quello che un cittadino e lettore potrebbe evincere dalla lettura del libro in oggetto. E se il volume vuole essere un libro che fa il punto fino in fondo su quegli anni, certe figure ed il loro ruolo sarebbero state da evidenziare nella luce dovuta.

GLI INTERVENTI DEL PUBBLICO

Quasi record di pubblico, record invece sicuro di interventi (una dozzina): bene così? Tornando a vestire i panni del Presidente più che del blogger: sì e no;  si è infatti ahinoi evidenziata l’incapacità di quasi tutti di tenersi sui 3 minuti offerti (dispiace togliere la parola – come all’avvocato Falaschi -, ma come lui sa: dura, sed lex), tra l’altro senza poi formulare alcuna domanda al termine dell’intervento, come invece richiesto dalla prassi e dal galateo del luogo, giacché gli interventi dovrebbero essere al servizio degli oratori presenti e degli spettatori, non di se stessi. Senza che alcuno si offenda, a parte Stefano Guerrini che ha parlato stando nei tempi, il semprepresente Simone Poli che ha formulato una sua domanda (intelligente), e Laura Vigni che ha fatto un intervento toccante – diciamo fuori classifica -, forse il migliore di tutti è stato Mauro Aurigi: il quale si era diligentemente segnato per parlare; per poi, a sorpresa, rinunciare…

Ps 1 Siena Tv, ore 21 di lunedì 25 febbraio: consueto appuntamento con “Il lunedì del villaggio” (che dalla prossima puntata del 2 marzo andrà in onda il sabato invece del lunedì, sempre alle 21), dedicato alla figura di Mario Verdone (con intervista al figlio Luca), ed alla scomparsa del grandissimo attore Bruno Ganz.

Ps 2 “Pianetà diversità – Per una memoria del manicomio di Siena” (Franco Angeli editori), è lo stimolantissimo libro – raccolta di saggi brevi ed interventi -, curato ed in larga parte scritto dalla professoressa di Storia della Medicina Francesca Vannozzi: questo è il libro che si presenta domani pomeriggio – lunedì 25 febbraio, ore 17,30 -, alla Comunale (ultimo appuntamento di questo febbraio denso assai); inaugurato nel 1818 e chiuso nel 1999, l’Ospedale psichiatrico San Niccolò è stato un luogo medico-antropologico essenziale per la storia cittadina, e in questo volume sono analizzati i suoi alti ed i suoi bassi (coercitivi, come si potrà ben immaginare), tenendo presente tutto il discorso sulla psichiatria in Italia (il 1968 di Franco Basaglia, con uno dei pochi risultati positivi di quella temperie nel lungo periodo), e non solo. Oltre allo scrivente, interverranno Andrea Friscelli e Francesca Vannozzi.

 

32 Commenti su La domenica del villaggio: Mps alla Comunale…

  1. Mario Ascheri scrive:

    Grazie del ricordo, Raffaele, e dei commenti equilibrati! In effetti avevo messo in guardia in FB che per non aver richiesto collaborazioni a chi come me aveva persino mandato dei testi per il libro, Pietraserena doveva avere imboccato una strada molto ‘personale’: della Memoria dimezzata/parziale. Non a caso un amico mi ha chiamato chiedendo se avevo letto la Romoleide! Romolo ha comunque pienamente valorizzato il lavoro svolto in assemblea MPS e fuori, dopo esser riuscito ad avere sempre buone presenze nelle tv, nazionali e locali. Complimenti! Meno commendevole è invece nel non aver consigliato il raccoglitore dei materiali di tener conto di quanto altro a disposizione c’era, cioè tantissimo, per cui non è neppure chiaro se sia stato più meritevole lui o qualcuno dei (pochi, ma non pochissimi) altri ‘resistenti’ alla cupola. Insomma, così non si dà un’idea reale dell’opposizione che c’è stata al Sistema di quegli anni e in un certo senso la si ridicolizza: Pietraserena aveva partecipato alle Liste civiche tramite Libera Siena, perché non irrobustire la lista che aveva almeno avuto un consigliere (in effetti non voluto da Pietraserena)? In realtà, il libro non giova neppure all’idea spesso avanzata di creare un largo movimento di senesi: la frammentazione politica c’era e così semplicemente si rafforza.Bel risultato! Altro discorso è da fare se Romolo voleva dar conto della sua competenza bancaria (buon candidato per…?): qui attendo il giudizio di chi ha sempre seguito da vicino e con grande impegno quelle vicende anche prima del 2008 (termine a quo molto arbitrario nella storia della disfatta del MPS, che va almeno ricondotta allo statuto della Fondazione e al dramma Piccini nel PDS): i leghisti della prim’ora Maurizio Montigiani, Francesco Giusti, poi l’avv. Luigi De Mossi, Mauro Aurigi, alcuni 5 stelle, giornalisti esperti come Pino Mencaroni (il cui libro è per me sempre il più affidabile) e autori senza nome del cittadinoonline, Pino di Blasio ecc. sapranno comparare il suo apporto da quello altrui, di Sestigiani ecc. Spero che i co-consiglieri delle LCS più coinvolti, Piccini, Falorni, Stelo, Campopiano e il FI Massimo Bandini vogliano intervenire. C’erano già vari libri sul MPS ma la storia della crisi – da prendere dagli anni ’90 – resta ancora da scrivere e così non è possibile. Raffaele, libro del gennaio 2012, quello sì segnò una svolta, e lo dico nonostante il conflitto d’interesse ma per dovere di storico. Tanti altri presero coraggio dopo, meglio dopo le dimissioni di Mussari che paga e pagherà come si vedrà, ma per tanti altri che hanno continuato tranquillamente, dopo essere stati nella sua corte, ad operare in città da posizioni importanti. Già, che sciocco, persino il curatore del volume, l’unico che ha messo la faccia in un libro unilaterale, purtroppo, ha raccordi ben palesi a quel livello: evviva la libertà! Ma all’origine ultima della brutta storia di un’operazione politico-culturale a mio avviso di storico non riuscita, c’è Bruno Valentini che aveva promesso di fare piena luce sul dramma MPS…ma solo in campagna elettorale, beninteso. Il Libro bianco promesso e tante volte richiestogli quando ancora si sperava in qualche sua discontinuità non è mai arrivato, naturalmente, e non arriverà da lui neppure ora, che pure avrebbe il tempo per lavorarci: o sono troppo pessimista?

  2. Paolo Panzieri scrive:

    “Infandum, [regina], iubes renovare dolorem”(Montepascheide LIBRO II vv. 1-13).
    Non leggerò questo libro come non ho letto gli altri di questa dolorosa saga: l’identità dell’assassino (inteso in senso politico collettivo) ormai è nota.
    Una domanda semmai: se “il disastro” era effettivamente “annunziato”, Aldo Cazzullo all’epoca dov’era?
    Troppo facile adesso.

  3. Hannibal scrive:

    Siete solo invidiosi e livorosi: Romolone deve essere il primo, l’unico ed il solo ad avere combattuto contro il Sistema Siena, chiaro?

  4. il santo scrive:

    Volevo starmene in silenzio. Ho scelto di non venire alla presentazione per non mettere in imbarazzo te e continuare a dire ai due che mi stanno sulle palle. Se lo trovo “usato” forse lo leggo. Perché da quello che mi dicono mancano molte cose nel libro. Tante persone o sono state messe ai margini oppure non sono state menzionate. Indubbio dire che il vero difensore del monte dei paschi sia quello a cui venivano scritti gli interventi da leggere alla riunione dei soci da Pierluigi Piccini, dell’altro non parlo perché è arrivato con la piena dell’Ombrone all’ultimo momento. MI dispiace che gente come Montigiani e Giusti manco siano state chiamate in causa eppure ci hanno rimesso parecchio. Lasciamo perdere anche noi blogger che sappiamo bene tante storielle dei due. La più esilarante mi è sembrata la Vigni, da OSCA! Infatti si commuove dopo 10 anni eppure lei e il fratello avevano la Buscalferri come referente che a me personalmente di fronte ad un’ampia platea mi disse: “Che ne devo sapere io di Banca, sono medico!” Ecco la signora Vigni magari due lacrime le poteva fare all’epoca, sarebbe stata più credibile, lo sai chi mi è sembrata? La Fornero di noi altri!!! Saluti a tutti

  5. In effetti in tutta la serata e nell’intero primo commento non essere neanche menzionato mi affligge moltissimo.
    Tutti a primeggiare scordandosi perfino di chi più di me come Roberto Boccanera ha compiuto gli unici atti concreti, tutto il contorno sono stati solo battibecchi e giravolte tipiche della politica sempre poi sconfitta.
    C’è da raccontare cosa sta succedendo adesso e cosa accadrà a luglio, altro che Antonveneta… parlare del passato è facile, dedurne le mosse per il futuro è il valore aggiunto!

  6. manunta scrive:

    seneide ifigeniaca

    malata e secca la vecchia ricca vigna
    le sale a siena ora mi paion piene
    di chi lava con lacrime la rogna

    e vergine ora d esser sostiene
    chi sbaldraccava sgoduriosamente
    dopo che ricucir s’ e’ fatta lei l imene

    sienina disquisisce dottamente
    e vergini con i candidi manti
    piangono ora ininterrottamente

    e si commuovon tra’ sospiri e pianti
    rotte di dietro e ricucite avanti

    nella citta’ d arsiccio e cazzaria
    la tradizione rispettata sia

    • manunta scrive:

      I’ protocollo de’ savi di sien
      (con un finale un’ po’ cazzarieggiato/ o si potrebbe dire cazzullato)

      lo dissi e se un l ho detto lo pensavo
      dice ora il savio dalla lunga vista
      lo dissi mentre alla greppia ci mangiavo

      lo dissi mentre sceglievo dalla lista
      lista di piatti opulenti e ricchi
      di cui tutti facevano richiesta

      savio pare che sia chi lesto ficchi
      il muso dove c’ e’ bona minestra
      il savio a sien di legno c ha gli specchi

      il savio mangia a manca com a destra
      il savio mangia rutta e digerisce
      e dopo poi s affaccia alla finestra

      e per la gente vana disquisisce
      la vana gente che giammai capisce
      nemmeno se gli berci nell orecchi
      ai vani sol garban i salame/lecchi
      e i billi nculo duri come stecchi

  7. presso di me il diluvio scrive:

    ascheri papa’.. mai pensato di essere irrilevante? Come la sfilata di 30 neofascisti nel centro di siena, con alla testa un omino con fascia tricolore, o i fatti della FOndazione piccolomini, su cui ascheri figlio nulla ha scritto.. è questione di priorità…

    • manunta scrive:

      senese Noe’ parlo’ e uno gli rispose

      Fattela l arca e vedi se galleggia
      e dopo fatti anche i pediluvio
      hai perso roba dopo la scoreggia?

      era di quella roba i tu’ diluvio?
      colata fin’ a piedi dalle gambe
      emessa da’ sfinterico vesuvio

      siena di genti ha certo le piu’ strambe
      mancava quel che nvoca ira divina
      diluvi ed eruzion lo son entrambe

      la tua pero’ era piu’ da latrina
      il vulcanismo tipico a sienina

    • Rosa Bianchi scrive:

      24 novembre 2018
      SALA STORICA DELLA BIBLIOTECA COMUNALE DEGLI INTRONATI
      VIA DELLA SAPIENZA, 5 – ORE 12.00
      TAVOLA ROTONDA Bianca Piccolomini Clementini, una donna della Repubblica.
      INTRODUCONO
      Raffaele Ascheri Presidente Biblioteca Comunale degli Intronati
      Paolo Gheda Presidente Fondazione Bianca Piccolomini Clementini
      P.S.: Per testimonianza diretta di una delle Figlie ancora vivente, prima del referendum la Madre le riunì per ricordare loro il dovere di votare per la monarchia.

      • Eretico scrive:

        Cara Rosa (forse invece maschietto?), e allora?

        La figura della Piccolomini Clementini non ti pare forse degna di essere ricordata? Pare a me, da laicissimo, quindi figuriamoci a te, che sarai donna pia e devota…
        L’incontro è stato anche interessante, tra l’altro. Questo è approfondimento storico, il resto è cronaca, vedremo se giudiziaria; la Biblioteca si occupa della prima cosa, non del secondo aspetto. Se non ti è chiaro, mi dispiace per te.

        L’eretico

        • Rosa Bianchi scrive:

          Cosa ci sarebbe di errato o scorretto nella mia precisazione ?
          Io direi nulla. Perchè così risentito ? Mica è stata contestata l’iniziativa, esprimevo perplessità sul “donna della repubblica” per una che invitò a votare monarchia.

          • Eretico scrive:

            Cara Rosa (cioè Roso…),
            nessuno ti contesta di avere sbagliato alcunché (basterebbe rileggere): e benissimo la precisazione su “donna della Repubblica” (mai contestata, anche questo).
            Il risentimento – peraltro, caro Roso, davvero minimo – è solo di fronte all’evidente, pur se implicita, tua critica all’iniziativa della Comunale dello scorso novembre, in sé inattaccabile: se poi facciamo a prenderci in giro, continuiamo pure.
            Come ben sai, non solo non mi tiro indietro affatto: mi ci diverto anche (i lettori non so, ma, nel caso, si arrangeranno)…

            L’eretico

          • Paolo Panzieri scrive:

            Indipendentemente dal voto al referendum sulla Repubblica, mi permetto di dubitare fortemente che il fine ultimo dell’opera di questa grande donna (ne parlo in senso strettamente laico), che ha speso la vita ad aiutare ragazze madri ed orfani, possa soltanto lontanamente essere rappresentato dall’istituzione a pagamento(!) di una cattedra universitaria sebbene a lei dedicata.
            Ad occhio, infatti, non credo gliene sarebbe potuto importare di meno …
            Se poi il destino cinico e baro dovesse veramente farla vincere – come taluni sembra prevedano – addirittura al presidente della fondazione che la paga, forse quella grande donna si rivolterebbe nella tomba.
            Non sarebbe, comunque, più consono impiegare tali ingenti somme semplicemente per proseguirne il lavoro?
            Del resto ci sono in giro molte più persone bisognose di cibo e di cure piuttosto che di una cattedra ….
            Il Vescovo, per quanto di competenza, poi che dice?
            Gli aspetti della vicenda sono molti ed interessanti.
            Quindi, per favore Raffaele approfondiamo per bene questa storia, come sai fare tu.

          • Eretico scrive:

            Caro Paolo,
            per quanto concerne il Vescovo Buoncristiani – come sai, nostra autentica guida spirituale -, lui è da tempo schierato contro il professor Gheda (sic); quanto a me, posso auspicare che il succitato professore – chiamato in causa dalla stampa, e dall’urgenza dei fatti – provi a fare piena chiarezza sul tema.
            Come ben sai (a differenza di Roso, che mi pare uno che si interessa SOLO del caso in questione, di tutto lo scibile cittadino), io ho deposto la penna al chiodo, per quanto concerne il giornalismo investigativo: su Mps scrivo giusto perché c’è stato il libro presentato alla Comunale, la Sanità l’ho abbandonata (magari scrivo di Salute), di politica meno che mai (se non di quella nazionale, stimolantissima); mi resta solo da continuare – quando mai ne avrò il tempo materiale – il Caso-Rossi (per ora, Procura di Genova aspettando).

            L’eretico

  8. Hannibal scrive:

    Il Montigiani ha ragione da vendere: lui e il Giusti si sono dati da fare per anni sul Monte, e oggi che al potere c’è la Lega non sono neanche in Consiglio comunale. Da non crederci. Ma meno male che Romolo c’è (non in Consiglio, ma nei cuori di tutti gli oppositori)…

  9. Mario Ascheri scrive:

    il ‘diluvio’ deve prendere atto che parlavamo di passato non di presente!
    per il resto, gli dico anche che non si può essere onnipotenti (io ammetto che ormai seguo pochissimo la politica nazionale: avrò l’età giusta?) come Chi può addirittura provocare i diluvi! se è un signore, mi scriva in privato e gli chiedo consigli!
    Sto piuttosto leggendo, caro Maurizio, un diario del Dopoguerra di un ufficiale ultradecorato al merito per operazioni al fronte e poi per non aver collaborato nel lager (poi anche riconosciuto da Pertini come Difensore della libertà): ebbene, l’unica sua amarezza nella gioia per la vittoria antifascista fu di vedere come tanti seppero far rendere la medaglietta di resistenti…
    Ora basti. Ecco come ho chiuso il libro nel mio post in Facebook di oggi:
    MPS: LIBRO DI PIETRASERENA
    Comparsa la mia recensione nel blog
    L’ERETICO di Siena che aveva messo un post equilibrato:lho commentato con un po’ di storia, per non cambiare!
    Il curatore era nuovo a lavori del genere, molto delicati: senza un comitato redazionale era impossibile; peraltro libri così oggi sono sottoposti nel mondo Smart a giudizi preventivi di referees.
    Per me la questione è chiusa. Non è tempo di polemiche e perdite di tempo.

  10. Mario Ascheri scrive:

    ho caricato questo post in Facebook
    Fondazione BIANCA PICCOLOMINI

    Mi era colpevolmente sfuggito l’articolo di Sonia Maggi (adesso capisco un cenno criptico apparso in L’eretico di Siena), ma la Nazione di oggi riprende il discorso, mi porta con i piedi per terra, e ovviamente pone problemi di serio approfondimento!
    Come chiedemmo per la chiusura della Pinacoteca, che vedo finalmente ripresa da Sena Civitas, anche ora chiediamo una conferenza stampa chiarificatrice al prof. Paolo Gheda.
    Una Fondazione privata non è la Fondazione con responsabilità verso la città come quella MPS – che ha di regola nascosto le sue scelte, anche gravissime, dietro la formale ‘privatezza’ giuridica – né ha i fondi della MPS, ma è legata a Siena da un figura importante come famiglia e come movimento cattolico impegnato in prima persona nel sociale.
    Come non si fa spesso (avete sentito la sconsolante Gabanelli ieri?), anche qui bisogna che sia chiaro il discorso costi-benefici: come lo ha articolato la Fondazione?
    Avere cattedra a Bologna farà chiedere nel mondo chi è stata Bianca Piccolomini, ma basta un discorso generico di questo tipo?
    Ci mettiamo in attesa, come è successo tante volte: e speriamo non inutilmente. Anche perché io ed altri abbiamo collaborato a incontri culturali di buon livello organizzati – come mai prima – dalla Fondazione e abbiamo quindi un diritto ‘morale’ alla trasparenza della Fondazione (cui abbiamo collaborato gratuitamente, com’è ovvio), il cui impegno culturale collaterale non ci era parso scandaloso di per sé: con poco impegno (pane e salame!) tanta risonanza…

  11. Anonimo scrive:

    Non sono venuto, forse colpevolmente, in Biblioteca perché avendo visto i salti del fiocco politici fatti con disinvoltura dal curatore dell’opera ed alcuni comportamenti passati di Semplici, ritenevo non ne valesse la pena.
    Sottoscrivo in pieno l’intervento del Santo per quanto riguarda l’atteggiamento della vigni. In questo blog avevo tempo fa ricordato il comportamento, le responsabilità e le giustificazioni della Buscalferri (poi me ne pentii quando seppi che purtroppo aveva serissimi problemi di salute) evidenziando le responsabilità di tanti, come la Vigni ed il fratello, che adesso si commuovono e piangono lacrime di coccodrillo.
    Disarmante anche il fatto che siano stati del tutto dimenticati, come tu dici, personaggi come Giusti e Montigiani che per la loro attività hanno subito gravi ritorsioni e spesso sono stati dileggiati anche da chi dichiarava di pensarla come loro. Se poi l’obiettivo è quello di riciclarsi politicamente dopo aver scelto molto recentemente strade che in quel momento portavano vicini al potere politico cittadino o di passare alla storia, allora ben venga il lavoro presentato.
    Non vorrei insistere, ma continuo a ripetere che l’allarme lanciato sulla Fondazione Piccolomini mi sembra da non sottovalutare. In piccolo (anche se due milioni tanto piccoli non sono) mi sembra si stia ricalcando i comportamenti della casta che è riuscita a distruggere la città. Se quanto denunciato è vero sarebbe il caso di parlarne approfonditamente

    • Massimiliano scrive:

      Caro Anonimo, sarebbe buona educuazione che, quando si fanno affermazioni come le sue, si abbia il coraggio di metterci la firma e possibilmente la faccia. Il sottoscritto è e rimane un uomo libero di pensiero. E, per sua informazione, senza tessere in tasca. Da sempre. Ciascuno merita una risposta, basta sapere a chi indirizzarla.

      Aggiungo poi, utile da ricordare per tanti, il noto manifesto sulla comunicazione in rete:

      1)Virtuale è reale :dico e scrivo in rete solo cose che ho il coraggio di dire di persona.

      2) Si è ciò che si comunica. Le parole che scelgo raccontano la persona che sono: mi rappresentano.

      3) Le parole danno forma al pensiero: mi prendo tutto il tempo necessario a esprimere al meglio quel che penso.

      4) Prima di parlare bisogna ascoltare: nessuno ha sempre ragione, neanche io. Ascolto con onestà e apertura.

      5) Le parole sono un ponte: scelgo le parole per comprendere, farmi capire, avvicinarmi agli altri.

      6) Le parole hanno conseguenze: so che ogni mia parola può avere conseguenze, piccole o grandi.

      7) Condividere è una responsabilità :condivido testi e immagini solo dopo averli letti, valutati, compresi.

      8)Le idee si possono discutere. Le persone si devono rispettare. Non trasformo chi sostiene opinioni che non condivido in un nemico da annientare.

      9) Gli insulti non sono argomenti: non accetto insulti e aggressività, nemmeno a favore della mia tesi.

      10) Anche il silenzio comunica. Quando la scelta migliore è tacere, taccio.

  12. Otrebla scrive:

    Montigiani non lo so… ma Giusti un qualche incarico/interesse pare quasi avercelo, visto il suo pressoché maniacale impegno con cui quotidianamente su Facebook si adopera per sostenere, appoggiare e apologizzare l’attuale amministrazione, attaccando e bannando come non ci fosse un domani ogni voce anche minimamente non allineata.

  13. …io abito a Monteriggioni! ¯\_(ツ)_/¯

  14. manunta scrive:

    perche’ percio’ ma’ si ma’ so’ (na’ sega) ( sport nazionale senese)

    casco’ dal monte un poro cittone
    cadde picchio’ i capino resto’ scosso
    dopo se lo fascio(‘) con attenzione

    funno i compagni coi vestito rosso
    a fallo cascare, e dopo s’e’ saputo
    ch’erano rossi,negarlo io non posso

    i citto giudizio poco ha sempr avuto
    di tutte gniene facevan sempre bere
    con i bicchiere a canna e coll imbuto

    le maltiture rosse ora son nere
    i citto casca perche’ un vol vedere

    poi beve tutto quello che gli danno
    e sempre casca in terra o nell inganno

    ungaretti mi fa’ una sega , W Belli, che vi farebbe bene leggilo, ma’ voi
    torbi rimbischeriti lagnosi e con accademiche velleita’ , si sa’ siete
    autolesioniste e docili fibre del universo, sicche’ giu’ co’ ungaretti
    e coll imbuto ( armeno cercate d evita’ d usallo pe’ l olio di ricino)

  15. Daria gentili scrive:

    Premetto che non ero alla presentazione del libro, per cui mi attengo a quello che hai scritto tu.
    Ritengo sia giusto che Pietraserena si conceda un ‘occasione autocelbrativa in quanto negli anni passati è stata, insieme a pochi altri, fondamentale nell’opposizione al sistema che ha distrutto la Banca.
    Mi ricordo di aver aderito a suo tempo all’associazione ed alle iniziative della stessa, in quanto vi si faceva bene comune di quel sentimento di rivolta morale contro quelli che stavano distruggendo la Banca.
    Allo stesso tempo, visto che l’opposizione era costituita da pochi, è sbagliato non ricordare tutti quei pochi. Indistintamente.

  16. Uno non del Pd scrive:

    E ROMOLON ROMOLON ROMOLON, ROMOLON ROMOL ROMOLONE, ROMOLON ROMOLON ROMOLON…ROMOLONE, ROMOLON! Finalmente chi sa dare il giusto riconoscimento all’eroico oppositore del Sistema Siena..ROMOLON ROMOLON ROMOLON…

  17. Quello di San Marco scrive:

    Scusate, ma avete mai visto tanta indignazione per le iniziative della Fondazione MPS quando c’erano i soldi? E sui compensi attuali, ridicolmente diminuiti? Come mai Siena si è improvvisamente svegliata su una singola questione di una Fondazione che nulla ha mai avuto, a quanto risulta, dalla città? Sento puzza di bruciato: il nuovo presidente deve aver pestato troppi piedi nobili. Dicono ad esempio che Massimo Bianchi, inquilino della Fondazione già nel suo consiglio, sia stato sfrattato! I 130mila euro all’anno che costerà se ben capisco la cattedra bolognese è meno di quanto il comune di Siena spende per mantenere le bici di fatto per gli studenti universitari, come ha esplicitato l’ingenuo Valentini in una interrogazione. Perché non le paga l’università? Nessuno ne parla. La città continua a dormire tranquillamente per il resto. La Martinella attacca per il presunto desiderato consumo di territorio della nuova maggioranza, esaltando come al solito il Valentini questa volta per il suo proclamato ‘nessun consumo del territorio’. Ma, scusate, chi è che ha autorizzato l’enorme scuola della GSK nel bel verde accanto alla grande villa cinquecentesca? Avete sentito voi, che dire, Italia Nostra che si è tanto agitata per molto meno a Palazzo Diavoli? Perché Valentini non ha proposto con la Provincia la ex-caserma dei VV. del Fuoco alla GSK negandole il consumo del suolo? Altra perla che passa nel silenzio tombale. L’Arpat lamenta il disinteresse della Regione, ma voi che le avete visto fare a Siena? Neppure rilevazioni dell’inquinamento nel Centro storico risultano mai comunicate. E l’inquinamento acustico? Non mi convincete. C’è sempre del marcio a Siena e l’eretico passato alla colta vita barzantiana non è buon segno. Ha capito forse che non c’è niente da fare?

    • Anonimo scrive:

      Condivido molte delle cose scritte. Non sono a conoscenza delle vicende che riguardano Bianchi. Questo però non significa che il fatto della Fondazione Piccolomini non sia grave, se quanto scritto (con i relativi sospetti avanzati) è corretto. 130.000 euro all’anno sono pochi? Di certo rispetto ai miliardi del Monte sono briciole, ma sai con 130.000 euro all’anno quante cose si possono fare e quanti senesi si potrebbero aiutare? E cominciano davvero ad essere tanti in difficoltà!

    • Grazia Brogi scrive:

      Gentile Signor di San Marco,
      una volta tanto che siamo in tempo, agiamo e salviamo i beni di un ente destinati ad aiutare le persone bisognose di Siena.
      La Madre Bianca Piccolomini certo non avrebbe voluto che i suoi lasciti fossero impiegati per pagare un lauto stipendio (più di 7.000 euro netti al mese) ad un docente di storia, anche se religiosa. Questa donna ha fatto tanto per le persone bisognose della città istituendo l’Opera Santa Regina e la manifattura di Via S. Bandini per insegnare un mestiere, fin dall’inizio del secolo scorso, a centinaia di ragazze madri. Nel suo testamento dispose che i suoi beni fossero usati per sostenere i bisognosi e così deve essere.

  18. manunta scrive:

    ineluttabilita’

    senesi appartamenti multi…vani
    con lavandini in pietra serena
    affittansi zona rocca salimbeni

    all intronati sala quasi piena
    d eroi d aruspici e di sibille
    che vaticini fecero su’ siena

    ne son spuntati ora piu’ di mille
    mancava solo i divin otelma
    o chi lesse l futuro nelle stelle

    tutti si contendevano la palma
    dell io lo dissi ma’ non fui creduto
    in quella sala ch era quasi colma

    empita fino all orlo coll imbuto
    da chi giudizio poco assai n’ avuto

    se imbuto usi co’ attenzione e calma
    si pole empire i fiaschi colla melma

    melma argillosa fa’ bene alla pelle
    e carnagion rinnova e fa’ piu’ belle

    candido derma di que’ fondoschiena
    che dopo quarcuno lesto poi ripiena

    ad esser come sempre stolti e vani
    cervelli restan voti e ‘mpiti l’ani

    meno ermetico di cosi…… W Belli
    Attenzione alla struttura ,l’ ordine delle rime e’ a can che si morde la coda.
    uroborus , ma’ pe’ voi semplifico.
    Reiterazione della lastraiol pietraserenica natura ad libitum ,a prescindere dai ritmi .

  19. manunta scrive:

    V’ Annunzio

    senesi andate e’ tempo di migrare
    la mandria che facea come li struzzi
    d altro color si vuol ripitturare
    sperando di poter empire i buzzi
    dai paschi rossi scese verso il mare
    verdi di bile e pieni di bozzi
    dopo che l’ monte videro ruinare
    verdi maltiti da’ improvvisi cozzi
    con quel che sempre vollero ignorare
    pittura ve la potete risparmiare

    tra’ r/intronati e cervelli rozzi
    talento siena c ebbe a battezzare
    natura sua e i naturali mezzi
    che sempre seppe ben adoperare
    come narrava lo scomodo Tozzi
    siena d essere tu vana mai l abbozzi

  20. Quello di San Marco scrive:

    cari amici,
    sapete cosa ha fatto negli ultimi anni la Fondazione? io no, però sono un curiosone per cui vorrei che S.E. l’Arcivescovo, anche con il Suo Economo illustre notoriamente esperto di cose economico-sociali, si presentasse ai giornalisti a spiegare la gestione passata e quella attuale in modo comparativo per noi poveri cristi in modo da far capire la Sua Alta Preoccupazione.
    Se poi le due Eccellenze vorranno anche dirci come usano i soldi della Curia per i poveri saremo anche più contenti.Tanto per evitare la monomania che mi sa un po’ pilotata

  21. Silvia Tozzi scrive:

    Condivido Le parole chiare di Grazia Brogi sull’eredità morale e l’impegno concreto di Bianca Piccolomini. A Siena molti ricordano le opere messe in piedi dalla sua congregazione, senza proclami e senza mai chiedere un sostegno pubblico. Speriamo che sia ancora possibile trovare le forme giuste per continuarle senza tradirne lo spirito.

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