Eretico di SienaLa domenica del villaggio: gli anziani, il carcere, Fanfani (e 5 Ps) - Eretico di Siena

La domenica del villaggio: gli anziani, il carcere, Fanfani (e 5 Ps)

Appuntamento con la consueta rubrica cultural-domenicale in pieno stile “lenzuolata” (quasi scalfariana, se è concesso), a questo giro: c’è molto arretrato da smaltire – relazionando sugli impegni alla Comunale, e non solo su quelli -, dunque diamoci sotto ben bene. 5 Ps, infine, guarniscono i tre argomenti forti del pezzo.

Domenica essendo, buona lettura a tutti, dunque!

CURE PALLIATIVE, MALATTIE ONCOLOGICHE E VECCHIAIA…

Lo scorso 22 febbraio, nella Sala storica della Comunale, si è tenuto uno stimolantissimo incontro – organizzato da benemeriti centri cittadini della Terza età -, centrato sulla malattia oncologica e sulle cure palliative; le istituzioni erano presenti con l’Assessore Francesca Appolloni (alla Sanità, servizi sociali e politiche della casa), nonché con lo scrivente. Erano poi presenti Vanna Galli (anima della Quavio), ed il dottor Marco Brogi, che ha tenuto una relazione sulla recentissima Legge sul trattamento di fine vita (Legge 219, del 2017, in Gazzetta dal gennaio 2018): una Legge avanzata, anzi avanzatissima, che ci rende orgogliosi: purché sia applicata fino in fondo, sempre nell’ottica – laica, per Zeus, laicissima – che la vita è della persona, ed è la persona che ne deve disporre come meglio crede.

Lo scrivente, oltre a porgere i saluti di rito, ha messo sul tavolo due punti, in particolare: il primo, concernente il fatto che non dobbiamo mai dimenticare che, da alcuni decenni, stiamo vivendo – da questo punto di vista, prettamente demografico – una autentica “età dell’oro” dell’umanità (soprattutto nel mondo occidentale): mai l’essere umano ha avuto una speranza di vita così lunga (in pratica, raddoppiata rispetto a circa un secolo or sono). Come accade a chi vive in posti molto belli, e tende ad assuefarsi alla beltade che lo circonda, senza magari degnare neanche di mezza occhiata i capolavori che lo circondano, così noi – che abbiamo la ventura di vivere all’interno della succitata Golden age – dobbiamo cercare, almeno ogni tanto, di ricordarcelo: anche perché certe conquiste non sono irreversibili, eh. Così come la speranza di vita è raddoppiata, può anche tornare a scendere (vedasi la Grecia).

Secondo punto: mai si è vissuto così a lungo, mai però si è svilita la funzione social-relazionale dell’anziano, mai i vecchi sono stati così poco ascoltati; in questo senso, i grandi classici della Latinità ci dovrebbero insegnare: i vecchi non solo vanno difesi, vanno ascoltati. Viviamo invece in un contesto gerontocratico, in cui pochissimi vecchi – non sempre con merito – detengono posti di comando, mentre i tantissimi che non comandano neanche a casa loro, spesso non hanno alcuno che si abbeveri alle loro parole. Recuperare la filiera dei rapporti intergenerazionali, dunque: cerchiamo di farlo, tutti.

IL PIANO CASA DI FANFANI, 70 ANNI DOPO

Il 28 febbraio del 1949 fu varata la legge che istituiva il noto Piano casa fanfaniano (detto anche “Ina casa”); a distanza di esattamente 70 anni, un primo bilancio si può crocianamente fare, sine ira ac studio. Va da sé che l’abusivismo non fu certo debellato, e che ovviamente c’è chi si arricchì a dismisura; resta il fatto che quel tipo di intervento voluto da un economista di provincia (a noi ben vicina…) fattosi politico, pur contestato dalla Sinistra e dai sindacati (che oggi, per un identico provvedimento, uscirebbero con le bandiere!), ebbe un suo impatto positivo: era la continuazione, certo in salsa italico-democristiana, del keynesismo applicato al mattone, ed in parte del corporativismo fascista.

Ma il fatto di costruire – in un momento in cui la pressione demografica e l’inurbamento lo rendeva necessario – fino a circa il 10% del patrimonio edilizio dell’Italia uscita dalla guerra (comprese scuole ed altri edifici di pubblica utilità), fu il segnale giusto nel momento giusto (non a caso còlto anche da intellettuali – urbanisti ed ingegneri – di simpatie non democristiane).

Il Fanfani antidivorzista, il Fanfani delle camarille democristiane non ci piace per niente (lo lasciamo alla Boschi, che tanto lo apprezza anche per questo); il Fanfani del Piano casa (che andrà avanti fino al 1963, inizio del Centrosinistra al Governo, e fine del periodo ascensionale del boom economico), invece, ci sembra – pur con tutte le cautele del caso – possa e debba essere rivalutato.

L’ANGOLO DEL PROF: UNA LEZIONE IN CARCERE

Invitato tempo addietro dalla professoressa Giolitti che in loco (e non solo) insegna, ben volentieri lo scorso giovedì mi sono recato a fare una sorta di lezione in musica (accompagnato dai bravi cantores del Coro di San Miniato), dedicata alla Grande Guerra; il tutto si è svolto nel piccolo teatrino del carcere di Santo Spirito, di fronte ad una trentina di detenuti (attualmente ce ne sono circa il doppio, “ospitati” nella struttura). Era dai tempi di “Mery per sempre”, che l’avrei voluto fare: nel prendermi, per un’oretta, il ruolo che fu di Michele Placido (docente in un carcere palermitano), ho provato una profonda soddisfazione interiore. Una di quelle cose che – come dice un famoso spot – non hanno prezzo.

E – per restare alle citazioni cinematografiche -, quando i coreuti senesi, ad un certo punto, hanno intonato “‘O surdato ‘nnamurato”, ho visto più di uno commuoversi, di commozione autentica, ed ho pensato al finale di “Orizzonti di gloria”, giusto a proposito di Grande Guerra: invece della giovane e bionda preda di guerra tedesca, in questo caso c’erano degli arzilli settantenni senesi, a cantare. L’effetto sui carcerati, però, era davvero paragonabile a quello prodotto sui reduci francesi: il canto –  la musica, le parole – ha, senza alcuna retorica, la capacità di innalzare l’uomo in ascolto. Compreso chi scrive, ovviamente.

Ps 1 Il grande attore Giulio Brogi ci ha lasciato, nei giorni scorsi; e ha finito alla grande, con una partecipazione ad un Montalbano televisivo. Ma i cinefili lo ricorderanno in film-cult dei Taviani (“San Michele aveva un gallo” su tutti, a nostro parere), e non solo; a noi, piace anche ricordarlo come l’Enea dello sceneggiato di Franco Rossi (anno 1971). E a proposito di Eneide, si legga il Ps 4…

Ps 2   Il 27 febbraio 1989, trent’anni or sono, moriva, ad 85 anni, l’etologo austriaco Konrad Lorenz, Premio Nobel per la Medicina nel 1973 per i suoi studi sull’imprinting genetico delle oche; figura controversa per la sua adesione al Nazismo, resta non solo il fondatore dell’Etologia scientifica, ma anche il propugnatore di talune idee – molto criticate allora – continuamente avvalorate dal principio di realtà: sia sulla nefasta mollezza educativa verso i giovani, che sull’esistenza di una dose di insopprimibile aggressività dell’essere umano. Aggressività che si deve cercare di canalizzare attraverso forme di compensazione tipo quelle sportive, senza però negarne l’esistenza. Francamente, analisi ineccepibile, se si vuole guardare in faccia ciò che si ha davanti.

Ps 3 1869, 1 marzo: il chimico russo Dmitrij Mendeleev pubblica la sua celebre Tavola periodica degli elementi (ora riconosciuta anche dall’Unesco, che finalmente dà spazio anche alla Scienza), la quale dà inizio alla Chimica ed anche in un certo senso alla Fisica. Che anni formidabili, quelli: in un decennio, si pubblica “L’origine della specie” di un certo Charles Darwin, e la succitata Tavola. La conoscenza di ciò che ci circonda, ogni tanto, subisce delle accelerazioni vertiginose: questa di metà del XIX secolo è davvero una di quelle.

Ps 4 “Il sabato del villaggio”: stasera, sempre in prima serata su Siena tv, è partito il programma culturale della rete, spostato dal lunedì al sabato ( visibile in repliche varie, e sul sito di Siena Tv); siamo partiti con una autentica chicca: la presentazione della prima traduzione in volgare dell’Eneide virgiliana, per l’appunto (prima metà del XIV secolo, così per ridere), a cura della dottoressa Rossella De Pierro. Una delle tante meraviglie conservate all’interno della biblioteca Comunale degli Intronati, per la prima volta mostrata in televisione.

Ps 5 Lo scrivente saluta i lettori fino al prossimo fine settimana: con la scuolina, ci si butta in Normandia, dalle parti di Caen; la rievocazione del D-Day (fra le altre cose) ci attende. Come è ben facile prevedere, se ne relazionerà, con dovizia di particolari, a tempo debito. Per i commentatori del blog, sempre così attivi e pugnaci, nonché numerosi: calma e gesso, armatevi di sacrosanta pazienza. Si pubblicano i commenti con la dovuta calma, per capirci.

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