Eretico di SienaLa domenica del villaggio: un tour della Normandia (e qualche Ps senese) - Eretico di Siena

La domenica del villaggio: un tour della Normandia (e qualche Ps senese)

- 10/03/19

Si torna a scrivere, dopo più di una settimana dall’ultimo post; e si parla del tour in Normandia, effettuato – da domenica a venerdì scorsi – con i ragazzi della Cecco Angiolieri, e con le valenti colleghe (Cambi, Fanetti, Filippone, Pannini: in ordine rigorosamente alfabetico!); ci siamo mossi sulle orme dello sbarco in Normandia, in prossimità del 75esimo anniversario del prossimo 6 giugno. Ci sarebbero da scrivere svariate lenzuolate di cose, ma ci limitiamo a 3 soli passaggi: cercando di fare conoscere un po’ di più – a chi non la conosce – una terra affascinante, e magari anche a fare sorridere, almeno un pochino.

Nel frattempo, a Sienina, ne succedevano di cotte e di crude: c’è stato l’anniversario del suicidio di David Rossi, nonché la presentazione del Master universitario organizzato dal fratello (ne scriveremo ancora); c’è stata, soprattutto, la segnalazione della Corte dei Conti sui Bilanci comunali valentiniani (anni 2015-2016), quei tredici milioni di euroni che ovviamente azzopperanno gli investimenti comunali futuri.

BASSA NORMANDIA: UN MUSEO ITINERANTE

Se c’è un posto al mondo in cui il turismo bellico è capillarmente diffuso e radicato, ebbene questo è la Bassa Normandia, di cui Caen è il centro principale: autentica città martire dell’operazione Overlord (quella del celebre sbarco del d-Day, 6 giugno 1944), distrutta – a seconda delle fonti consultate – fra il 35 ed il 70% dai bombardamenti degli stessi liberatori anglo-americani, questo luogo è pieno di musei-memoriali (e financo di cimiteri di guerra, compreso uno di soldati tedeschi, con valenza museale), fioriti come funghi; capofila di questi, è certo il Memoriale di Caen, inaugurato da Mitterand nel lontano 1988 (Memoriale che, meritoriamente, è di fatto un Museo della Storia del Novecento tutto, squadernando ai visitatori un PRIMA dello sbarco, ed anche un DOPO, cioè la Guerre froide, la guerra fredda, senza mancare di offrire al pubblico la visita del bunker del Comando generale nazista in loco). Ogni Museo, poi, accompagna il tutto con video molto ben fatti, e didatticamente eccellenti.

In certi casi – lo diciamo senza ipocrisie – si ha anche l’impressione di una microstoria che si parcellizza fino a diventare una sorta di feticismo del dettaglio (si veda, per esempio, il Memorial Pegasus, con un Museo tutto quanto incentrato solo e soltanto sulla liberazione di un singolo ponte – ancorché certo importante – da parte degli inglesi, la notte fra il 5 ed il 6 giugno: evento tale, da meritare una sezione di un Museo, non un Memoriale!); detto questo, chapeau – è davvero il caso di dire – ai normanni, che hanno dimostrato come perfino la Storia contemporanea può essere spunto e stimolo per solleticare e sollecitare un turismo di qualità, comunque con numeri importanti, dando tra l’altro il giusto riconoscimento a coloro che – da stranieri – vennero a liberare quelle terre.

I messaggi fondamentali che arrivano dai siti visitabili sono essenzialmente questi: l’accento sulle vittime civili francesi, spesso misconosciute (20mila, nel complesso, con un esodo di circa 150mila persone), nonché sul trascuratissimo ruolo dei canadesi, che sbarcarono a Juno beach (non ci furono solo gli americani e gli inglesi, suvvia); e il fatto che il D-day del 6 giugno fu solo l’incipit, di quella “Battaglia di Normandia” che durò dal 7 giugno al 29 agosto (sin dopo la liberazione di Parigi, che è del 26 agosto!), giacché è in questo periodo che si sono concentrati più morti e più macerie.

Quanto al turismo bellico – come detto anche ne “Il sabato del villaggio” di ieri sera (sul sito di Siena Tv già visibile), c’è da riflettere, e non poco, sull’asse Normandia-Siena.

Due proposte, fra tutte (non essendo praticabile da noi la strada della Storia contemporanea, per mancanza di eventi eclatanti): la temperie fra Guelfi e Ghibellini (un bel Museo su Monteaperti, ma anche sulla battaglia di Colle, per sana par condicio), sarebbe una autentica perla; oppure – e perché no, al precedente esempio abbinabile, come diacronica prosecuzione – un Museo sulla Guerra di Siena: essendoci di mezzo la Francia e la Spagna-Impero, nonché figure come Carlo V solo per dirne una, ci sarebbe di sicuro anche il dovuto appeal internazionale. Competenze ed energie non mancano, in tal senso, in città: pensiamoci, fra tutti. Prendere esempio dalla Normandia, capofila europeo in tal senso, potrebbe essere una chiave di volta per rafforzare un certo tipo di turismo, nonché per lasciare alla città un qualcosa di solido e durevole.

IL CONTADINO NORMANNO…

Trovandoci nella  terra del caratteristico “bocage” – il tradizionale paesaggio rurale della Normandia -, e del camembert, poteva forse mancare una sosta da un allevatore-coltivatore, adattosi – con genuina passione – a fare anche il pedagogo? Ecco che l’ultimo giorno effettivo, giovedì scorso, la truppa scolastica si è recata in una tipica fattoria normanna, in cui si trovano alberi da frutto (mele, soprattutto), animali (maiali, pecore, vacche, comprese ovviamente le famose vacche normanne, con gli occhi ben cerchiati di nero), e non manca lo spazio per ospitare turisti che vogliano trascorrere qualche giorno nel cuore del suddetto bocage normanno. Il proprietario è un settantenne brioso che sa massimizzare (lo diciamo complimentandoci per il suo pragmatismo contadinesco) i profitti del suo tempo: oltre al beneficio economico per la lezione-visita, mentre i ragazzi mangiano il pranzo al sacco, conoscendo evidentemente bene i giovanotti di oggi, passa con un ampio contenitore di plastica e raccoglie tutti gli avanzi degli studenti (panini anche interi, per dire), dicendo che, poi, li darà in pasto ai maiali (gli avanzi, non i ragazzi…); tanto i suini sono onnivori, no?

Interessante osservare una cinquantina di ragazzi del XXI secolo alle prese con questa esperienza: tutti ovviamente incuriositi, molti di loro affettuosi e simpatizzanti con pecore e maiali, senza farsi mancare carezze e il piacere di toccarli, o di dare loro da mangiare; quando, però, siamo entrati in una capiente stalla piena di vacche normanne, camminando sul fieno pregno di urina e soprattutto di letame delle mastodontiche bestie, allora l’atteggiamento generale è cambiato…

Il rapporto fra i giovani (ed anche gli adulti) e gli animali, forse, non è mai stato, nella storia dell’umanità, così forte ed intenso, con collegato merchandising; ma, evidentemente, vorremmo che gli animali fossero inodori e non sporcassero (senza tra l’altro immaginare che ogni città occidentale, fino a circa un secolo or sono, aveva le sue strade anche principali che puzzavano proprio come quella stalla normanna). Peccato che, fra tutti i sensi, l’olfatto sia quello che lascia meno traccia, per i posteri e per gli storici. Entrando in una stalla di vacche normanne, ne abbiamo avuta l’ennesima prova.

UNA NOTTE AL CHARLES DE GAULLE…

Grazie allo sciopero dell’8 marzo contro gli abusi e le violenze sulle donne (motivazione sacrosanta, ma del tutto fuori luogo nelle modalità intrinseche), la truppa della Cecco Angiolieri è dovuta rientrare in anticipo (e grazie al Dio degli aerei si è trovato un volo venerdì alle 6,50, altrimenti saremmo ancora in Normandia); peccato però che, invece che da Orly, si sia partiti a quell’ora dal Charles De Gaulle, arrivando poi a Malpensa e non a Pisa come previsto, sic.

Fatte un paio di ore di pullman da Caen al Charles De Gaulle nottetempo, verso le una di notte siamo arrivati al principale aeroporto francese; ragazzi ovviamente frenetici e galvanizzati (loro) dalla mezza nottata da passare in loco. Ad un certo punto – finalmente allontanatosi una sorta di maledetto robot che puliva lo spazio in cui ci si era sistemati, producendo un inquinamento acustico bestiale -, all’interno di una struttura a quell’ora quasi deserta, ecco che lo scrivente – mentre rimetteva mano alle sue carte – si gira, e si trova di fronte ad una scena che avrebbe fatto felice Galeano: creato un pallone (?) fatto di carta e tenuto insieme dallo scotch, era stata organizzata una partitella, con ragazzi scatenati a correre dietro a questa pseudo pallone. Felici di farlo. Una scena che fa capire come il correre dietro ad una palla, nel modo più informale possibile che ci sia, sia cosa ancora attrattiva, per i ragazzetti di oggi: forse – nonostante il montante pessimismo sulle nuove generazioni – non tutto è perduto…

Ps 1 Alessandro Benvenuti è il nuovo Direttore artistico dei teatri comunali; nel dargli ovviamente il benarrivato (un paio di anni fa l’avevamo recensito per la sua performance ai Rinnovati con “L’avaro”), ed augurandoci una futura, proficua collaborazione tra teatri e biblioteca, che aggiungere? Beh, nella scelta delle persone da collocare in ambito culturale, il Sindaco ha occhio, dai (ora vorrei-dovrei mettere la faccina giusta, ma non ne sono capace…).

Ps 2 A proposito di Sindaci, non piacendoci infierire sugli ex potenti ed essendo domenica, non scriviamo alcunché sulla clamorosa bocciatura della Corte dei conti sui Bilanci comunali del 2015-2016; solo una considerazione: a nostro modo di vedere, una volta tanto da parte di Valentini sarebbe stato meglio fare un accenno di autocritica (come per l’urbanistica a Monteriggioni, a prescindere dall’esito giudiziario), ed evitare pappardelle facebookiane all’insegna dell’arrampicata sugli specchi.

Ps 3 10 marzo 1302: un certo Dante (Durante) Alighieri viene condannato all’esilio (per “baratteria, frode, falsità, dolo, malizia, inique pratiche estortive, proventi illeciti, pederastia”: fonte, il Libro del Chiodo, presso l’Archivio di Stato fiorentino). Tanto per ricordare, eh. E chissà, tutto preso dall’intensa attività politica fiorentina che lo assorbiva così profondamente, se Dante avrebbe trovato lo stesso il modo ed il tempo per scrivere quell’opera divisa in tre parti…

Ps 4 Sono vent’anni che ci ha lasciato don Vittorio Bonci; mi ricordo che in quell’inizio di primavera del 1999 ero a Lisbona, quando arrivò la notizia, e a questo giro ero appena tornato – dopo la succitata, intensa, nottata di viaggio – dalla Normandia, quando venerdì sera la Selva lo ha meritoriamente ricordato (in qualche modo, lo faremo anche alla Comunale, statene certi).

Era un predicatore carismatico, il Donvi; tante volte me lo sono immaginato – invece che sul sagrato del Battistero ad arringare i selvaioli – in qualche Stato del Sud degli States, con un coro gospel dietro e la gente che lo ascoltava, ballando, davanti. Mi ricordo una cena: c’era la Robur dei primi anni Novanta, ospite nella Selvina; Totò De Falco, indimenticato bomber di quella squadra, professandosi con orgoglio mangiapreti, disse a chi aveva davanti – dopo avere assistito alla performance di don Vittorio – che con un prete come lui, sarebbe andato a Messa tutte le domeniche. Detto questo, detto (quasi) tutto…

 

24 Commenti su La domenica del villaggio: un tour della Normandia (e qualche Ps senese)

  1. Anonimo scrive:

    Credo che sia giusto spendere anche due parole su evento sportivo – le strade bianche – che si sta finalmente rivelando anche alla cittadinanza (fino a pochi anni fa, pur con eccezioni, un po’ freddina) a un tempo una corsa tecnicamente straordinaria e un’altrettanto grande finestra pubblicitaria sulla città e sul territorio. Sabato, finalmente, un gran pubblico ha fatto da cornice sia nelle strade del centro sia sui punti nodali del percorso al passaggio della corsa.
    Come tutti, spero vivamente che l’amministrazione comunale si faccia sentire con la direzione di Raisport, affinché mai più si debbano sentire commenti sulla “tragica curva di San Martino” (Pancani) e i “poveri cavalli” (De Luca). Anziché parlare di un evento (il Palio) del quale nulla sanno forse era meglio se i due cronisti segnalavano ad Alessandro Petacchi (modesto commentatore tecnico) di non storpiare (per due ore!) il cognome del vincitore (Julien Alaphilippe e non Alan Philippe!)
    Detto questo, spero che tutte le amministrazioni del senese si adoperino, per quanto è possibile, a premere su Raisport ad ampliare la diretta. Gli ultimi 50 km sono troppo pochi. La corsa meritebbe la diretta integrale; e se non è possibile perlomeno dall’ingresso dello stupendo settore di San Martino in Grania (quindi al passaggio da Monteroni d’Arbia).
    E sarebbe necessaria anche una camera fissa in via Santa Caterina.
    E molto altro si potrebbe fare.
    Infine, spero che la città, in qualche modo, renda il giusto merito all’inventore dell’evento, Giancarlo Brocci.

  2. Roberto scrive:

    Non sono mai stato un fan di Valentini, ma ho letto sul Cittadino la sua versione e mi pare non si tratti di una arrampicata sugli specchi, bensì di una spiegazione abbastanza chiara di quello che è nella sostanza il rilievo della Corte dei Conti, e che non si tratta di un buco vero e proprio. Comunque mi pare che il tuo astenerti dal commentare le cose sul Comune di Siena sia un po’ a senso unico. Se ci si astiene, ci si astiene sempre.

    • Eretico scrive:

      Caro Roberto,
      immaginavo che qualcuno avrebbe rilevato quanto da te, per l’appunto, notato: e mi pare infatti di avere fatto di tutto, fuorché infierire (il “codardo oltraggio” non mi è mai piaciuto); giacché perfino i martinellati – pur cercando di ridimensionare il tutto, come è legittimo cercare di fare – hanno chiaramente scritto che una gran figura il Valentini non ce l’ha fatta in questa vicenda, almeno un sobrio e sommesso Ps ci poteva stare, suvvia.

      A Paolo Panzieri, sulle Strade bianche: penso che tu abbia scambiato l’Anonimo commentatore con lo scrivente, non fosse altro perché io di quell’argomento non ho scritto tout court…

      L’eretico

  3. Paolo Panzieri scrive:

    Oltre a quanto magistralmente riportato dall’Eretico in positivo, mi permetto di riferire l’eco di numerosi problemi di non poco conto, verificatisi ad amici e conoscenti (non al sottoscritto, che ha la fortuna di vivere Siena praticamente on foot) in dipendenza di questa fantasmagorica corsa: code chilometriche, percorsi bloccati, viabilità alternativa inesistente.
    Infatti, è bene ricordarlo agli irriducibili che popolano anche questo blog: le pregresse amministrazioni non ci hanno lasciato soltanto delle casse comunali desolate, ma soprattutto una viabilità, forse se non da terzo, addirittura da quarto mondo e comunque indegna per una città così piccola e per di più – in passato – così benestante.
    Quindi, più per provocazione che altro, in queste condizioni forse per la popolazione residente sarebbe meglio non farne di niente, oppure, se proprio non se ne può / vuole fare a meno, forse sarebbe meglio diramare un’allerta almeno arancione: state a casa e non vi muovete se non in caso di assoluta necessità.
    Per l’anno prossimo speriamo in meglio.

    • Simone Poli scrive:

      Egregio Avvocato

      la fantasmagorica corsa è stata oggetto, fin da subito, di facili profezie.

      1) Farà da volano alla conservazione del territorio, nostro valore aggiunto.

      2) Il moltiplicatore andrà addirittura calmierato per non scadere nella paccottiglia.

      3) Un passa parola così potente ed efficace, fra ciclisti, non si era mai visto e sperimentato. L’accelerazione partecipativa è solida e strutturata nonché destinata a durare nel tempo.

      4) Chi sperimenta il percorso e tutte le strade limitrofe conferma il magnetismo. Nella maggior parte dei casi non si vede l’ora di tornare. Noi non lo capiamo : ci viviamo tutti i giorni.

      5) Adesso tutto è a portata di gamba, con le bici a pedalata assistita e con gli ultimi capolavori della tecnica.

      6) Non rimane che pensarla, organizzarla e renderla fruibile tutto l’anno per i cicloturisti. Qualcuno ci verrà in ferie o nei fine settimana.

      7) Mai dimenticare una verità significativa : questa corsa piace da morire ai professionisti – è durissima – e Cancellara l’ha vinta tre volte.

      Ultima considerazione : è già un fatto economico ma sta diventando un fatto sociale, di conversazione che si alimenta di racconti epici, smargiassate ed emulazioni. E’ un formidabile scarico di tossine, una santa fatica che gratifica. Buon umore, incontri, incontri, e ancora incontri. Sento tanti arrivederci all’anno prossimo.

      Fra le immagini che mi è capitato di contemplare (i ciclisti si salutano anche senza conoscersi per il solo fatto di condividere la stessa passione) se proprio devo sceglierne una come emblematica, scelgo l’abbraccio fra Masotti e Cancellara alla fine della sua ultima corsa : vinta come se fosse la corsa della vita (forse perchè in corrispondenza alla dichiarata fine della sua carriera).

      Aveva detto : smetto , spero di finire in bellezza.

      E’ stato un abbraccio che la dice lunga sul legame fra corsa e territorio.
      Una forza gioiosa e meritata.

      • Paolo Panzieri scrive:

        Caro Simone,
        giustissimo, e mi pare di aver dato atto all’anonimo, pur scambiandolo per l’Eretico (un Eretico anonimo? chissà ..) di tutti i lati positivi della corsa sulle strade bianche.
        Il problema è che – in prospettiva – visto lo stato comatoso delle “strade nere” cioè asfaltate, per poterci permettere manifestazioni simili, senza pregiudicare ogni collegamento urbano, bisognerà finalmente mettere mano alla viabilità cittadina. Tutto qui.

    • Gabriele Maccianti scrive:

      Sono l’anonimo del primo intervento “ciclistico”, anonimo solo perché ho dimenticato di digitare il nome. Premesso che ognuno ha il diritto di pensarla come vuole (ci mancherebbe altro …) e che personalmente che seguo il ciclismo fin da quando ero bambino (e quindi non sono terzo, ma “schierato”), mi rimane difficile capire come si possa continuare a fare gli schizzinosi – in una città che subito colpi pesantissimi negli ultimi anni – con una manifestazione sportiva (di elevatissimo valore, tra l’altro) che fa grande pubblicità alla città e al territorio e porta anche denaro in bassa stagione. Che poi si debba cercare di limitare i disagi è giusto, ma suvvia, è un sabato l’anno … penso che il gioco valga la candela.

  4. alberto bruttini detto Cacaccia scrive:

    potrebbe valere la pena, forse, organizzare una gita al cimitero di Pontignano ove è sepolto il mitico Donvi;
    dare un’occhiata in giro per rendersi conto di quali personaggi riposino in quel non immenso cimitero e poi, magari, parlarne, seppure brevemente, un pomeriggio alla Comunale.
    Ave

  5. Marianna scrive:

    La stagione teatrale 2018- 2019 dei Rinnovati si sta per concludere. Il bilancio dei nove spettacoli di quest’anno ( uno in più dei soliti otto, ultimo e inutile tentativo del buon Valentini di ingraziarsi il pubblico del teatro) è, a mio parere, molto positivo. Il lavoro di direzione artistica è stato svolto dalla Fondazione Toscana Spettacolo onlus che ha lavorato in questi anni a livello regionale risultando il miglior circuito interdisciplinare italiano, primo nei punteggi per qualità artistica e risultati ottenuti.
    La nuova amministrazione ha fatto la scelta, assolutamente legittima, di uscire da questo circuito affidando la direzione artistica all’ottimo Benvenuti.Senza alcun pregiudizio sarebbe però interessante sapere, se c’è una differenza di costi in conseguenza della decisione.Il giudizio artistico, naturalmente, lo rimandiamo alla fine del prossimo anno dopo aver visto gli spettacoli scelti dal nuovo direttore artistico.

  6. Mario Ascheri scrive:

    GLI STRANI DIBATTITI SELETTIVI DI SIENA…
    Buffo come un mio post di FB di due giorni fa su un problema di non poco conto non abbia suscitato alcun interesse…intellettuali, maggioranza, minoranza, media, nessuno ha qualcosa da dire sulla mancanza di cattedre Unesco a Siena? Abbiamo 4 siti e il presidente dell’ass. nazionale dei Comuni con sito!
    Il link diretto è
    https://tuttoggi.info/unistranieri-oggi-perugia-la-riunione-delle-cattedre-unesco-italiane/435003/

  7. Otrebla scrive:

    La proposta del museo sulla Guerra di Siena (ma anche Montaperti) mi sembra un’ottima idea. Spero vivamente che prima o poi qualcuno la prenda seriamente in considerazione.

  8. manunta scrive:

    Off record ,scusate se divago dalle docte disquisitio sui potenti quadricipiti del cancellara eroe del velocipede che non piu’ ci fara’ sognare ,sul pave’ sulle cote’ di fiandra o sul aspro sterrato chiantigiano , scusate se tralascio il giusto omaggio al mitico pretonzo da commemorare , e se non dibatto sul doveroso tributo alle guerresche virtu’ del astimbergh dell agliano e del bigozzi.
    Ma’ marzo col tempo instabile consiglia di star attenti alle rappresure
    e ai mal di Gola n

    https://m.jpost.com/Arab-Israeli-Conflict/Syria-vows-to-attack-Israel-unless-it-withdraws-from-the-Golan-Heights-582858

    Insomma pare che l vice ministro degli esteri siriano ,abbia consigliato
    ai confinanti e occupanti vicini di lasciare il golan da illo tempore occupato ,o quantomeno di non insistere con l insediamento dei coloni ,come fosse territorio ormai loro.
    Mettendo inoltre in guardia gli osservatori onu e la loro responsabile kristin lund su’ possibili azioni militari nella zona in questione.
    Pare dice che la knesset la pensi altrimenti , dicon loro che il noto paese ,vanta diritti storici sul Golan.
    Quali siano non e’ dato a noi gentili saperlo, da sempre si sa’ che son loro, gli eletti, ad intrattenere rapporti privilegiati con tale yhave'(aka kuros sabaoth)
    che, pare dice, gli abbia promesso mari e monti ,quindi le alture( del golan) son incluse.
    Ma’ voi un vi date pena , son bischeratine a petto del rimembrar l’ eroica e storica vittoria che madonna ipertiroidea da voi all epoca venerata vi propizio’,
    si sa’ chi c ha accanto il dio degli eserciti ,o almeno uno/una della famiglia ,parte sempre avvantaggiato.

  9. manunta scrive:

    Co’ Benvenuti aete fatto un be’ chiappo.

    Poi quarche doddo ara’ da buba’ visto che un e’ di sienina, vedrai se aete genti spompe e vi tocca pesca’ ni’ vicano di pelago invece che ne’ vostri
    fiumi che tanto li vi c’e’ rimasto artro che pesci gatto.
    I Benve l’e’ di Pelago e non(come i malinformati riportano) di pontassieve da sempre luogo di genti torbe, Pelago paese di’ Ghiberti di Jacopo da Diacceto,di’ Benve e di mima’.
    Vediamo se con lui se’ capace di combinacci quarcosa di vivo’ ,invece
    che chiama’ sempre i tu cittoni lagnosi, che a fine serata c’ e’ da tirassi su’ le palle pe’ non pestassele.
    Ora tiri fori i prete della selva si vai falla con le su’ frasi epiche la prossima serata. vana
    pinchelloni!!!

  10. Mario Ascheri scrive:

    per montaperti per anni ho tentato con il Comune di CB…ora la ho solo accennata nel libro strenna di Natale. Ho proposto a vari americani di parlarne per farci un grande film: gli ingredienti ci sono tutti! La Guerra di Siena avrebbe bisogno di una esposizione ampia, generale, comprensiva di Montalcino, e non solo dei fatti bellici.

  11. Daria gentili scrive:

    È veramente triste quando da compresi, si finisce per essere compatiti.
    Questo per una persona normale, figuriamoci per un politico !!
    Il Valentini mi sembra abbondantemente su questa strada, chi gli vuole bene dovrebbe consigliarli un po’ di prudenza dialettica

    • Riccardo Bertoccini scrive:

      Signora Daria Gentili,
      Del Valenti i ce ne siamo liberati, finalmente,e la suafossasela sta scavando da solo ! Non so che senso abbia continuare a tirarlo in ballo! Potrebbe sembrare una questione personale e non u senso civico.
      Sarebbe invece il momento di analizzare quanto ha fatto ( niente!) E quanto intende fare( non sappiamoancora) l’amministrazione che abbiamo votato, se non continuare quello che ( contestato in campagna elettorale) il suo Valentini ha iniziato!
      I proclami hanno avuto l’esito sperato, ma se non si inizia a ” voltare pagina” la pazienza potrebbe esaurirsi.
      Fino ad oggi solo marchette alla parte più estrema, tante multe e niente più.
      Abbiamo votato il cambiamento….lo vogliamo vedere: per adesso molta delusione!

      • Daria gentili scrive:

        Il Valentini non lo chiamò in causa io, si chiama in causa da solo. O i rilievi della Corte dei conti non lo riguardano?
        Presumendo che lei lo conosca, avrebbe a mio avviso fatto bene a consigliargli di dare le dimissioni, una volta persa la corsa da Sindaco. Questo per il bene dell’opposizione stessa.
        Il problema, a mio avviso, è che dopo aver fatto 10anni il sindaco a Monteriggioni, 5 anni il sindaco a Siena ed una vita da sindacalista, si perde l’abitudine alla vita normale, al lavoro per chi lavora ed ……alla pensione per chi fortunatamente l’ha già raggiunta.

        • Riccardo Bertoccini scrive:

          La sua risposta, cara Daria, mi fa pensare che il suo sguardo sia annebbiato da un livore personale, come temevo, verso il singolo e non mosso dal senso civico….
          Dato per politicamente defunto l’ ex sindaco, mi chiedo dove siano finiti nostri voti, in quale cambiamento, quali prospettive….ad oggi il nulla! Se non la continuazione di quanto fatto in passato!
          Diamo altro tempo, ma non troppo…altrimenti ci sentiamo presi in giro.
          Noi elettori adesso dobbiamo spronare questa amministrazione a dimostrare di saper cosa fare e d avere quello x cui l’abbiamo votata( oltre ad accontentare lestremadx!) Il part-time si fa a lavoro, non nelle cariche pubbliche votate dai cittadini!
          Ps. Non so dove abbia estrapolato che io conosca Valentini….non vorrei che fosse confusa…

          • Daria gentili scrive:

            Mi diverte leggere la martinella, dove il direttore del blog, che, mentre per quanto mi riguarda a volte mi ha censurato, insieme ad altri 3 o 4 nostalgici, che ogni tanto alternativamente commentano, se le canta e se le suona.
            Se non erro mi è sembrato che lei sia, ultimamente proprio in merito al buco, uno di quei tre o quattro……da qui ho desunto la conoscenza con il Valentini.
            Se non è così, riporti il mio pensiero ai martinellati, che sicuramente lo conoscono.

  12. manunta scrive:

    http://www.firenzearcheofilm.it/

    Ovvero 13/17 marzo festival internazionale film e documentari
    archeologici artistici storici.

    mattina pomeriggio sera cinema “la compagnia” via cavour 50/r firenze

    Vi farebbe taaanto bene n areste taaanto bisogno
    certo la storia del saragiolo e bachicche attra robina .
    O chesso’ le massime e le predicozze del prete selvaiolo , semmai.

    Insomma, se aete voglia di sorti’ dalla bolla di vetro rotta tribbiata ma’ che quarcuno ( dimorti, poravvoi) crede di potella porta’ magari a colle pe’ struggila in fornace e falla risoffiare, sortite da i’ poggiolo ventoso e venite a ravversavvi.
    pinchelloni meta’ prezzo, andate a nome mio ,vi fanno lo sconto.
    Non importa esibiate documenti ,basta la faccia ( basta e avanza)
    eretico se passi fatti vivo . ( te porta i documento ,sei ambrone, conta
    i dna no la residenza)

  13. alberto bruttini detto Cacaccia scrive:

    Potrebbe essere una cosa interessante la creazione del museo su la Guerra di Siena mentre non vedo cosa potrebbe essere esposto nel museo su Montaperti visto che Francesco di Agnolo detto Barbicone, che capeggiò la rivolta del 1371, oltre a gettare dal loggione del Palazzo Comunale alcuni governanti disperse anche tutti i documenti che andavano dal 1250 al 1290.
    Praticamente su Montaperti esiste una sola certezza, la data, che risulta dai “viari” fiorentini che terminano il 3 settembre 1260 con l’arrivo alla Pievasciata.

    Riprenderò a breve, ora devo andare

    Ave

  14. manunta scrive:

    Aprendo un po’ lo sguardo( e uscendo dalla famosa bolla di vetro spazio temporale senese) , poi volendo, potrebbe anche emergere che in realta’ lungo l arbia si ebbe solo l atto finale di una vicenda che nacque a seguito di conflitti interni fiorentini, i banditi e manente scelsero di fermarsi a siena , manente non solo aveva a firenze agenti che furono molto attivi nel fomentare la “scavallata” settembrina fuori stagione in terra senese, ma era tra i ghibellini italiani forse il piu influente e ascoltato da’ manfredi, fu’ lui a convincere i torbi senesi che a primavera volevano sdegnosamente mandare indietro il centinaio di cavalieri tedeschi inviati da manfredi a siena, offesi per la scarsezza numerica del contingente.
    Fu’ lui a fomentare( avvinandoli prima, ben bene) la sortita tedesca di camollia, che si concluse con lo stendardo imperiale dei tedeschi catturato ,gettato nella merda, e poi sventolato dai fiorentini a presa di culo sotto le mura.
    E fu’ a seguito di quell oltraggioso episodio che manfredi pochi mesi dopo
    invio’ un contingente ben piu’ numeroso a siena.
    Fu sempre manente a trattare tramite i suoi agenti rimasti a firenze il tradimento di bocca degli abati, e ,si badi
    bene, pur avendo passato i 50 anni ,manente era in prima fila sull arbia,
    e non rimpiattato sul poggiolo a pregare la madonna dagli occhi grossi come
    molti suoi coetanei…senesi fecero quel giorno.

    E voi ,cari vani pinchelloni nemneno una strada gli avete intitolato.
    solo il comune di castelnuovo berardenga l ha fatto.
    Firenze Empoli Verona ,perfino Brindisi ,Ostia, ecc. ecc. ,ma’ la vana
    e ingrata sienina no, forse siete ancora traumatizzati da’ quando quel pettone di salvani fu’ zittito a empoli? basto’ una frase a muso duro per fargli fare una borsata di merda nei calzoni, e abbassa’ l orecchi.
    Ecco i criteri di lettura storica a siena,occhi miopi strabici strabuzzati ipertiroidei, come quelli dell icona a voi tanto cara.
    Non a caso la storia di siena la devon scrivere i foresti, dal cronista d Ancona , all Ascheri padre.
    Cerreto il tamburino….poravvoi

    Villani cronache libro sesto, cacciata dei ghibellini da firenze cap. LXV
    ricbiesta di sostegno a manfredi (fatta dai fiorentini) cap. LXXV
    montaperti , cap LXXIX
    Borsata di merda nelle brache di salvanino al congresso d empoli cap. LXXXII

    Oltre alle vane ugurgeriche pubblicazioni ,Villani lo trovate anche alla comunale entrando sulla destra ,quasi a fondo sala scaffale basso.
    Forse mancano cronache senesi di montaperti ,proprio per non dover
    raccontare come realmente ando’.
    Si sa’ a sienina la realta’ fa’ sempre girare i capino(voto come le zucche)
    dall altra parte.

    Strada o piazza a manente !!! ingrati!! capace che una l intitolerete
    anche al pretonzo selvaiolo prima che a manente, e fareste bene……
    seguireste la tradizionie.
    Ghibellini voi? leccapreti salmodianti che un siete altro voi caterina e i misogeno bernardino.
    i Ghibellini corretti ad acquasanta.
    i Comunisti col funerale in chiesa.
    di certa gente a siena ce ne’ tanta
    se ne potrebbe fa’ una bella stesa
    sienina tace oppur solo millanta
    per siena la realta’ pare sia pesa
    sprofonda e vien poi sotterrata
    e sul tufino mai vien raccontata

    scavi in corso anche alla comunale?

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