Eretico di SienaLa domenica del villaggio: Russia-Italia, Faber, Presidi - Eretico di Siena

La domenica del villaggio: Russia-Italia, Faber, Presidi

Eccoci giunti al consueto appuntamento cultural-domenicale del blog; menu composto as usual da tre argomenti principali, più tre Ps d’ordinanza: si parte con una riflessione geostrategica sui rapporti fra Italia e Russia, dopo la brevissima – ma significativa – visita di Putin a Roma; poi, spazio alla musica ed alla poesia, con una bella serata all’insegna di Fabrizio De André; per l’Angolo del prof (che per ora non va per niente in vacanza, eh!), come tacere sullo scempio dell’ultimo concorso per Dirigente?

Domenica essendo, buona lettura a tutti!

ITALIA-RUSSIA: I LEGAMI PARTICOLARI

Vladimir Putin, in settimana, ha fatto la sua toccata e fuga a Roma (significativamente iniziata in Vaticano: Putin va dal Papa – per la terza volta, dopo il 2013 ed il 2015 -, ma il Papa ancora non va a Mosca, non a caso); a differenza della recente visita del dominus cinese Xi Jinping, questa non è una visita che preoccupi o innervosisca più di tanto il Commander in chief Donald Trump.

Ma è proprio da qui, che si vuole partire: evidenziando come si stia riproponendo, a livello geopolitico, una situazione molto simile a quella della Guerra fredda, ma con attori politici molto differenti. Durante la Cold war, infatti, l’Italia era un caso davvero particolare: dopo il 18 aprile 1948, era saldamente filoamericana, però aveva al suo interno il più votato Partito comunista dell’Europa centrale, cosa che la rendeva – da parte degli States – una osservata specialissima, con tanto di ingerenze a dir poco border line.

Oggi, a trent’anni dalla caduta del Muro berlinese, l’Italia continua ad essere una anomalia: sempre filoatlantica, ma con il Partito sovranista – dunque filorusso – più forte dell’Europa occidentale. Ci piace l’originalità, inutile nasconderci, e non disdegniamo i due padroni (a questo giro, anche due e mezzo, vista appunto la Cina): siamo o non siamo la Patria dell’et et?

UNA SERATA PER FABER

Nella deliziosa cornice del cosiddetto “Giardino segreto” nell’area verde di Camollia (ingresso da Via del romitorio), l’altra sera si è tenuto un happening in memoria di Fabrizio De André, affidato ad un gruppo (Princesa quintet) che non conoscevamo affatto, ma che abbiamo avuto modo di apprezzare assai. Marco Vigni, alla batteria; Marco Grassiccia, alla chitarra; Fabio Rugi, al basso; Daniele Caratelli, alla fisarmonica, nonché all’occorrenza vocalist (con una voce calda, che ricorda non poco quello del tributato), infine le due donne: al flauto, Federica Privitera, mentre alla voce – nonché a condurre le danze, introducendo ogni canzone – Stefania Mazzieri.

Si fa male, a cercare di aggiungere qualcosa al già scritto su Faber (il bel volume “Genova è mia moglie La città di Fabrizio De André”, con prefazione di Dori Ghezzi, scritto da Patrizia Traverso e Stefano Tettamanti per Rizzoli, ci pare di averlo già segnalato, ma, se del caso, repetita iuvant); tanto per scegliere fiore da fiore, ci ha colpito, l’altra sera, la intensa interpretazione da parte dei Princesa quintet de “La ballata dell’amore cieco (o della Vanità)”, uno dei (tanti) capolavori del giovane Faber (uscì nel 1966).

Quella canzone in cui una donna, vanitosa e crudele all’ennesima potenza, spinge il suo uomo prima ad uccidere la mamma (facendosi portare il suo cuore come grandguignolesca prova), e poi a togliersi lui stesso la vita, per soddisfare il di lei desiderio di vedere un uomo morire per lei. Straordinaria canzone, con testo di rara crudeltà e cinismo (ripreso da “Cuore di mamma” di Jean Richepin); se qualche cantante la riproponesse oggi, come minimo verrebbe accusato di misoginia…

L’ANGOLO DEL PROF: LA FARSA DEL CONCORSO PER PRESIDI

Aveva forse la scuola italiota necessità di un altro scandalo nazionale, per non farsi mancare alcunché? Forse no, eppure c’è riuscita in pienissimo, chapeau: il Tar del Lazio ha di fatto annullato – lo scorso 3 luglio – il concorso per la selezione dei nuovi Dirigenti (leggasi Presidi), ad orali – che seguono gli scritti – già abbondantemente iniziati. Da non crederci.

Un’inchiesta de L’Espresso (Elena Testi, 16 giugno) aveva fatto capire con chiarezza che sarebbe andata a finire così, e che qualcosa non quadrasse si era subodorato da tempo. Intoppi informatici, anonimato non garantito, Ministero cieco (ovviamente), e via discorrendo.

Ovviamente chi, fra i colleghi, si era preparato ed aveva studiato con dedizione, rischia di trovarsi con un pugno di mosche in mano (anche se l’italico buon senso qualche via di uscita la prenderà, ma sarà sempre al ribasso); per stare solo al Senese – secondo il Corriere di Siena odierno -, 12 scuole su 35 rischiano di non avere Dirigente a settembre, cosa che significa una “bella” reggenza per l’anno prossimo (per i non insiders: Preside non unico, ma in compresenza con altre scuole).

La Magistratura è al minimo storico di credibilità dai tempi della P2; ora – qualsiasi toppa si metterà – anche questo concorso per Presidi non potrà non essere inficiato, a livello di credibilità complessiva. Due caposaldi del vivere democratico boccheggiano, a livello di credibilità.

Passano gli anni, si avvicendano i Governi, ma l’Italia resta la medesima: sappiamo fare meglio la pasta e la pizza, che selezionare gli accessi ai posti di responsabilità. Non ci stupiamo più, e da tempo, della fuga dei cervelli; ci meravigliamo, più che altro, di chi resta…

Ps 1 Vittoria, ampiamente annunciata, di Antonio Scurati allo Strega, in settimana; la sua biografia-romanzo di Mussolini non l’ho ancora letta, ergo non entro nel merito. Di certo, posso dire solo una cosa: ho avuto, una decina di anni or sono, la possibilità di scambiare 4 chiacchiere con Scurati, già allora autore piuttosto di grido; di quei pochi minuti ho un ricordo non gradevole: Scurati me lo ricordo infatti come persona del tutto autoreferenziale, sfacciatamente chiuso nel culto di se stesso (non è automatico, nemmeno per gli autori di successo commerciale e di critica: mi viene in mente per esempio Marco Malvaldi, uno che non fa pesare il proprio appeal). Ma di certo, quanto a Scurati, sarò io a ricordare male, e sarà stata solo l’invidia nei suoi confronti, a farmi dare questo giudizio negativo.

Ps 2 Ci ha lasciato Ugo Gregoretti, autore poliedrico di grande e soprattutto di piccolo schermo; aveva una passione per una tv letteraria e colta (trentenne, aveva esordito con un reportage sulla Sicilia dei gattopardi, che sarebbe bello venisse riproposto, in mezzo alla asfittica programmazione estiva). L’Italia gli deve molto, come a chiunque abbia provato, con i proprio mezzi, ad elevarne il livello culturale medio; temiamo dunque che verrà dimenticato assai presto, purtroppo…

Ps 3 In California, terremoto di magnitudo Richter 7,1: neanche un morto! Va bene che l’epicentro era lontano dai centri abitati, ma vi ricordate L’Aquila? Beh, lì – nell’aprile di dieci anni or sono – siamo stati su magnitudo 6, ed è venuto giù un centro storico. Morto, forse per sempre: ma qui si aprirebbe un’altra, tristissima, pagina.

13 Commenti su La domenica del villaggio: Russia-Italia, Faber, Presidi

  1. Anonimo scrive:

    Caro professore
    Per capire la geopolica attuale dobbiamo mettere dei punti fissi.
    1) Con l’introduzione massiccia dell’informatica ( Il lavoro svolto dalle macchine), i lavoratori manovali non ci vogliono più. Per lavoratore manovale si intende, l’operaio, l’impiegato, l’insegnante, la burocrazia politica…insomma quelli che il compuer e la moderna telecomunicazione può sostituire.
    2) Quindi ogni stato cerca di mandare via queste bocche da sfamare. sia neri, bianchi o gialli, per liberarsene. Compreso i fondi delle galere.
    3) Questo non è razzismo, o una questione umanitaria ma pura sopravvivenza individuale.
    Ecco che le vecchie ideologie sono cadute su questo , prima il socialismo ed ora il liberalismo inglese. Prendono il posto i vari Trump, Putin, I Salvini perché sono gli unici che parlano al popolo. La classe media ed operaia che vive nelle periferie delle grandi città ha un disagio reale, al momento soffocato. Ma non durerà. Questa popolazione vuol sopravvivere e per sopravvivere non vuole nessun estraneo che possa assorbire anche una minima risorsa. Quindi parlare di umanità accoglienza non fa altro che aumentare l’odio.
    Ora è ripartita una crisi gigantesca che colpirà in modo particolare l’Europa, e non sopravviverà. Poichè non ha istituzioni forti, come Cina, Russia, E Stati Uniti. I diritti umani e civili non riempiono la pancia e la pancia degli europei è già vuota.
    Ecco professore spero di averti avvertito, si sta attraversando un mare ignoto che non ci sono precedenti nella storia, e tutti gli amici europei qui con me, condividono

    • Eretico scrive:

      Caro anonimo,
      oltre ad altro che ora non ho proprio il tempo di affrontare, permettimi almeno di nutrire i miei igienici dubbi sul fatto che i docenti siano dei “lavoratori manovali”, come tu scrivi: sarà un riflesso corporativo da insegnante, ma insomma, dai…

      L’eretico

      • anonimo scrive:

        Caro Professore
        Non la volevo offendere. Per manovale non intendevo il classico manovale e il muratore, ma tutti coloro che già da ieri potevano essere sostituiti. Un esempio:
        andiamo a considerare l’infrastruttura per il suo posto di lavoro.
        1) occorrono una serie di misura di sicurezza. Impianto elettrico, idraulico, antiscivolo, rimozione barriere per endecap, antisismico, antincendio. Visita asl, visita pompieri, con relative uscite di sicurezza e pompe antincendio. Condizionamento aria con pulitura filtri…ecc, ecc. Inoltre vigile all’uscita ed entrata e a volte qualche poliziotto antidroga. E che non succeda niente, altrimenti interviene la magistratura con cause decennali. In più il trasporto pubblico o privato. La collettività spende una fortuna e il risultato?. Disoccupazione e fuggire all’estero.
        Si potrebbe già fare ; ogni suo studente sta a casa sua. Collegato in video conferenza e si risparmierebbero tutte quelle spese. Ma sarebbe sempre un sistema datato perché la comunità deve pur pagare il suo stipendio che sinceramente è veramente guadagnato. Invece si può mettere una macchina che risponde a tutti i quesiti. Detta temi, problemi, insegna l’economia e la legge, la fisica e la matematica….ecc
        Ecco questo è il futuro e non mi dica dei i rapporti umani. Perché ci sono i social che viaggiano a pieno ritmo e credo che lei come insegnante ne sappia qualche cosa. Potrebbe uno stato fermare l’informatica, ma rimarrebbe talmente indietro che finirebbe da se. E nemmeno una guerra nucleare può fare niente perché questo sistema è nato cosi robusto da prevedere anche questo evento.
        Quindi professore non rimane altro che adeguarsi, come del resto è successo in altre epoche storiche.

        • Eretico scrive:

          Caro Anonimo, per intanto nessuna offesa, ci mancherebbe altro: hai con pacatezza esposto il tuo punto di vista, niente di più; quanto alla sostanza delle cose (argomento stimolante assai): sono il primo che dice-scrive da anni che il docente non dovrebbe fare l’assistente sociale (come pure gli viene di continuo richiesto, purtroppo, dal combinato disposto di taluni genitori e taluni Presidi), o cose simili. Ma un minimo di rapporto umano nel processo formativo penso ci possa ancora stare bene; per essere ancora più concreti, e terra-terra: se una macchina, in teoria, potrebbe in effetti fare una lezione frontale (magari perfino meglio di certi pessimi docenti, sic), come potrebbe però valutare i ragazzi?

          L’eretico

          • anonimo scrive:

            Certo professore
            Il docente deve fare il docente, verificare l’apprendimento. Saper modulare la macchina in modo che se uno non apprende in un modo dire in un altro. La macchina può dire la stessa cosa, sia con voce diversa, o lingua o in mille modi diversi ed con ritmo diverso. Cosa impossibile all’uomo. Il docente coordina.
            Una cosa dobbiamo dirti come gruppo siamo un po’ invidiosi della carica che ricopri nella biblioteca. Ci piacerebbe a noi tutti. Compreso quella ruvida di Economista di Basilea. Lei sa tutto compreso quello che succede nella Germania. Ma nella cultura rimane indietro, meno male che ci pensa la professoressa francese.
            Oggi ci ha raggiunto anche lo storico Serbo. Chissa cosa inventeremo, ti farò sapere.

    • Marco Burroni scrive:

      Analisi chiara e precisa, che però ha un grosso difetto: è assolutamente priva di un riscontro con la realtà.

      Faccio un esempio? In Giappone, il paese forse più automatizzato e informatizzato del mondo, c’è non solo piena occupazione ma addirittura carenza di manodopera, e ogni anno il governo è costretto a concedere sempre più visti di lavoro a cittadini stranieri.

      Altro esempio? In Germania, il paese più ricco e industrializzato d’Europa, c’è piena occupazione, al punto da avere bisogno di sempre più immigrati.

      E gli Stati Uniti, il paese della Silicon Valley, di Apple e della Microsoft? Dopo la crisi del 2009-2010 sono tornati ad avere piena occupazione, e, ricordiamolo sempre, TUTTI gli abitanti degli USA ( tranne i nativi sopravvissuti…) sono immigrati, tanto per ricordare che non ci troviamo di fronte “ad un mare ignoto” e che la storia dell’uomo è storia di migrazioni e spostamenti di popoli.

      E da dove si emigra invece? Principalmente da paesi che l’automazione non sanno nemmeno cos’è…

      Mi pare quindi che quello che dici non stia in piedi e sia un’accozzaglia di luoghi comuni che non resistono al minimo riscontro con la realtà, con buona pace dei tuoi “amici europei”

      • Anonimo scrive:

        Caro Marco Burroni
        Se ti informi con i media italiani hai perfettamente ragione.
        Noi siamo un gruppo di persone dj tutti i paesi Europei. E ciò che pensiamo
        E diciamo è frutto di esperienze personali. Per esempio parli della Germania bene ti faccio rispondere dalla grande Economista di Basel.
        ” mister Burroni deve andare in Germania e fare esperienza e poi parlare”
        Almeno i politici per dire ciò che dicono, prendono un sacco di soldi.
        Ma tu Marco che ci guadagni?
        Allora si deve stare con i piedi a Terra. Tanto per dire il Giappone e congelato e va avanti in una deflazione che è paurosa.

        Si sente dire assurdità che la Russia ha dato dei fondi alla lega. Ma la Russia se vuole mettere in ginocchio l’Europa. Basta tagliare il gas.
        Caro Marco guarda meglio.

  2. Un docente scrive:

    Scusate se mi intrometto fra l’anonimo e l’Eretico-collega, ma vorrei stare più sul concreto (quello di docente è uno dei pochi mestieri che si salveranno dalla robotizzazione del mondo del lavoro, almeno spero). Il problema dei Presidi di oggi è che sono al 90% allineati, proni e supini, a tutto ciò che i genitori (i peggiori: quelli che vanno a fare gli avvocati dei figli, o che li mobilitano direttamente, gli avvocati) fanno, dicono e vogliono. Questo è uno dei principali mali della scuola italiana, o italiota come direbbe l’Eretico.

  3. mah...boh scrive:

    Ma si sono mai visti nella Pubblica Istruzione concorsi che non fossero farse?

    • Eretico scrive:

      Cara “Mah…boh”,
      in effetti la tentazione di dirlo-scriverlo c’è, eccome, ma non vogliamo mica generalizzare, eh?!?
      Caso personale: quello che feci io una ventina di anni or sono per entrare a scuola, in quel di Lucca; scritto, a scelta, su Petrarca o Svevo (scelsi il secondo), con gente intorno a me che non mi pareva copiasse, almeno dove ero io (certo, poi andai – dopo le 3 ore – al bagno, e vidi un “vecchio” – probabilmente mio coevo odierno – ansimante, che mi chiedeva, disperato, la data di nascita di Svevo stesso, sic); poi, orale con sei Commissioni sorteggiate in loco ed al momento (con numeri della tombola, giuro!): a me andò piuttosto male, perché c’era un Presidente maledettamente fissato sulla Pedagogia (per me, autentica pseudomateria), ma il resto lo feci molto bene. Insomma, un esame da considerare nell’ambito del decoro, complessivamente. Mah…boh…

      L’eretico

  4. Marianna scrive:

    Concordo sul fatto che nella scuola di oggi vige uno strapotere dei genitori ( di solito i peggiori) che svolgono perennemente la funzione di avvocati difensori dei figli ( di solito i peggiori)

  5. Marco Burroni scrive:

    Al di là di tutte le polemiche recenti credo che il vero problema della scuola italiana è che vive nel passato: l’ultima riforma organica é quella che Gentile fece nel ’22 e che a sua volta seguiva la falsariga della riforma Casati del 1859. Da allora molta acqua é passata sotto ai ponti, sono state introdotte molte, troppe novità che hanno lasciato il tempo che trovano ma nessuna riforma vera e propria ( solo aggiustamenti “cosmetici”). Invece una riforma seria dei cicli , delle materie e della didattica sarebbero indispensabili per educare gli studenti a capire il nuovo secolo.

  6. manunta scrive:

    sete roba da museo fate prolassare le gonadi ai bovi( che un l hanno)

    sicche’ aete del miracolosogeno , sete imbarsamati piu’ di tutanhankamon , tanto vi dovevo.

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.