Eretico di SienaLa domenica del villaggio: sport e politica, Bargagli Petrucci, un film (e 5 Ps) - Eretico di Siena

La domenica del villaggio: sport e politica, Bargagli Petrucci, un film (e 5 Ps)

Ricco menu, anche per questa domenica, della rubrica culturale del blog: si parte con i rapporti fra sport e politica (ed economia), più attuali che mai; poi, un’anticipazione di ciò che si dirà nella mia introduzione al pomeriggio dedicato alla figura di Fabio Bargagli Petrucci (martedì, ore 17,30, Sala storica della Comunale); dipoi, una recensione del (pessimo) film “Le verità” di Kore Hirokazu, con Catherine Deneuve e Juliette Binoche. Saltata la rubrica scolastica (visto quanto scritto in settimana), troverete un aggiornamento sulla chat “Shoah party” fra i Ps di ordinanza.

Buona lettura a tutti, domenica essendo, dunque!

SPORT, POLITICA ED ECONOMIA: UN TRIS MORTIFERO

Uno dei tanti libri che avrei voluto scrivere e ho invece lasciato nel cassetto (per ora, dai; a proposito, fra qualche settimana in uscita il mio romanzo sulla scuola, ma ne riparleremo, con inevitabile dovizia di particolari), sarebbe stato incentrato sui rapporti, spesso davvero incestuosi, fra sport e politica, nonché economia; tematica evidentemente di clamorosa ed ineludibile attualità, a dirla tutta. Solo qualche esempio, fra i non pochi degli ultimi giorni in giro per il mondo: i calciatori della Nazionale turca che, a Parigi, fanno a fine partita il saluto militare per omaggiare l’invasione turca della Siria a maggioranza curda (almeno fino a questi giorni); oppure, i tifosi bulgari che offendono platealmente, e a favore di telecamera, i giocatori di colore dell’Inghilterra (a dimostrazione della complessità del razzismo: come scritto tante volte, nessun contesto è razzista in Europa, quanto gli Stati dell’Est).

La storia più significativa, a nostro avviso, è però un’altra: il clamoroso dietrofront della Nba, cioè del grande basket statunitense, di fronte alle rimostranze cinesi. Il Direttore generale degli Houston Rockets, Daryl Morey, con un tweet d’ordinanza del 4 ottobre, aveva scatenato l’inferno, osando dare il suo appoggio alle rivendicazioni dei giovani, e non solo, di Hong Kong contro Pechino (“Fight for freedom, stand with Hong Kong”). Il mondo, è venuto giù (ne scrive, e bene come di consueto, Marco Palombi sul Fatto economico di mercoledì, pag. 15): Morey è stato sconfessato a tutti i livelli, financo il monumento Lebron James gli ha dato del mezzo scemo (“Credo che Morey sia poco informato sulla situazione”, ha scritto James, che invece deve essere da par suo un espertone di geopolitica, eh). La Cina, da sola, grazie all’accordo con il gigante del web Tencent tv (1,5 miliardi di dollari), annovera quasi un miliardo di potenziali spettatori-fruitori della gloriosa Nba.

Se possiamo dunque trarre una lezione da questo piccolo, grande evento: gli Usa continuano, latu sensu, a colonizzare l’immaginario altrui, a creare modelli di riferimento per le masse extrastatunitensi; ma, a palese differenza di prima, il potere contrattuale ora ce l’hanno (anche) altri. Una Nazione, in particolare…

QUANDO IL NAZIONALISMO FACEVA RIMA CON CULTURA: FABIO BARGAGLI PETRUCCI (1875-1939)

Il movimento nazionalista è qualcosa di molto più complesso ed eterogeneo di quanto è entrato nella vulgata comune: basti dire che esiste un “nazionalismo umanitario”, per esempio, di dimensione europeo (Rousseau stesso stesso viene a questo filone ascritto), oppure che il demiurgo di quello italiano da molti storici viene considerato un certo Giuseppe Mazzini (nazionalismo repubblicano, toh…).

Pur non essendo d’accordo su tematiche fondamentali della corrente più nota a livello italico (quella dannunziana e corradiniana, che si affaccia sulla scena nazionale agli albori del XX secolo), in particolare sul protezionismo economico e sull’esaltazione della guerra (in qualche occasione, esaltazione davvero in quanto tale: Corradini era interventista nel 1914 a fianco della Triplice Alleanza, poi dell’Intesa), non a caso anche fior di socialisti furono attratti dalle idee nazionaliste.

Idee e pose di cui il futuro Podestà di Siena Fabio Bargagli Petrucci (1875-1939: coetaneo di Federigo Tozzi, e ad una comparazione fra i due, in Comunale, tre minuti saranno dedicati) fu la punta di diamante, in Siena e non solo; ciò che si vuole evidenziare in queste poche righe, sono soprattutto le qualità intrinseche, lo spessore culturale, l’autonomia di giudizio dell’uomo. E dunque, tornando all’hic et nunc, come non farsi una domanda, meramente comparativa: la Destra italiana – dopo l’abbraccio mortifero del Nazionalismo di Corradini e Bargagli Petrucci con il Fascismo (correva l’anno 1923) – ha avuto ovviamente alti e bassi, ma in questo secolo post 1923 non ha saputo caratterizzarsi certo per la levatura intellettuale della sua nomenklatura media (con le poche eccezioni del caso). Solo un caso dovuto al Fato, o c’è, forse, di più? La risposta (forse giusta) ce l’abbiamo, ma la daremo in altra sede.

Beh, è una delle tante domande che potranno essere fatte dal pubblico martedì prossimo in Comunale, dopo che lo scrivente, Marco Falorni (autore di una pregevole biografia di FBP, datata 2000 per Il leccio), il buon Gabriele Maccianti nonché Benedetto Bargagli Petrucci avranno detta la loro sull’insigne concittadino, nell’ottantesimo della sua scomparsa.

UN FILM DA EVITARE, IN TUTTO E PER TUTTO

Letta con attenzione la recensione – soprattutto descrittiva del plot – di Roberto Escobar sullo scorso domenicale del Sole, in tutta franchezza i 3 asterischi su 5 – pur non indicando, certo, un capolavoro – ci avevano convinti ad andare a vedere “Le verità”, coproduzione franco-nipponica, diretta da Kore-Hirokazu; il cast indubbiamente sembrava essere di assoluto livello: la Deneuve (girovita assai generoso, ormai, ma sempre la Deneuve); Juliette Binoche, volutamente in tono dimesso; un Ethan Hawke, infine, a tratti giullaresco,  ed in un ruolo peraltro poco più che ancillare.

Film, invece, da evitare, per la sua scontatezza di fondo, nonché per la sua intrinseca noiosità: 107 minuti di noia e prevedibilità allo stadio puro. Si spera sempre di essere sul punto di cambiare marcia, ed invece si resta sempre in seconda, massimo in terza; la vicenda è per l’appunto la quintessenza della mancanza di originalità, a livello di sceneggiatura: tutto ruota attorno alla vicenda esistenziale di una brava attrice 73enne, ormai sul viale del tramonto, con rapporti alquanto problematici con la figlia, oscurata dalla grandeur materna (toh, che originalità, eh!?!), figlia (la Binoche) a sua volta sposata con un attorucolo da quattro soldi con problemi di alcol (un autentico colpo di genio autoriale, potremmo definirlo); poi, verso la fine dell’opera (neanche buffa), le tensioni madre-figlia si sciolgono, il non detto (ma subito capito da un qualunque normo-spettatore) viene svelato, e via tutti felici e contenti, a godersi l’inverno parigino.

Piano lungo sull’allegra brigata che fa una passeggiata en plein air, e si parte con i titoli di coda. Essendo certo arduo l’intentare una class action contro la monotonia, la prevedibilità ed in definitiva la bruttezza di un film, non resta che un consiglio: evitarlo, per risparmiare tempo e denaro…

Ps 1 20 ottobre 1219, 8 secoli or sono: incontro fra Francesco d’Assisi ed il sultano d’Egitto Malek, durante la quinta crociata. Come ben ricostruito da Ernesto Ferrero (“Francesco e il Sultano”, Einaudi), la vittoria di Francesco fu il dialogo, l’incontro (che peraltro non portò a niente di concreto); ma resta un falso artistico-storico, sullo sfondo: nessuna “prova del fuoco”, quel giorno. L’undicesimo affresco giottesco nella Basilica superiore di Assisi la raffigura, ma la prova del fuoco per decretare quale fede fosse quella vera (prova cui il Sultano non si sarebbe sottoposto), sic et simpliciter non ci fu.

Ps 2 Aggiornamento lampo sulla chat denominata “The Shoah party”, di cui ci siamo occupati in settimana: intervistata la benemerita madre dalla Nazione (Laura Valdesi), resta del tutto confermato che tutte le altre famiglie interessate dalla devastante chat (senesi e non) hanno preferito provare a lavare i panni (luridi) in casa; speriamo siano in possesso di lavatrici potentissime.. .

Ps 3 Uscita una magnifica traduzione della “Germania” di Tacito, da parte di Dino Baldi (per Quodlibet, pagg. 368, euro 15), di cui scrive Nicola Gardini sul domenicale scorso del Sole (“De origine et situ Germanorum”, titolo originale). Per capire come si costruisce il nemico contro cui una collettività deve mobilitarsi, c’è già tutto: con la particolarità, che Tacito incarna la Roma imperiale, ma rimpiange sotto molti aspetti quella repubblicana, cui la sua Germania di allora – con il peculiare coraggio ed il culto della libertas – così tanto assomiglia.

Ps 4 Una calda ed una ghiaccia, per concludere; partiamo dalla ghiaccia: ore 12,37 odierne, lo scrivente, in piena insulinoresistenza, cerca invano di farsi largo – in Diacceto – fra un gruppone di turisti (russi, credo); dopo tre o quattro civili “scusate” di ordinanza, del tutto inutili,alla fine – ammettendo la caduta di stile, non presidenziale, sic – ci si abbandona, davanti a due armadi umani che non fanno passare (ma la colpa è ovviamente di chi non gli dice alcunché), ad un “ma ti levi dai c….ni!”; ordinaria amministrazione, se non fosse che si sente, alle spalle, la femminile, e senesissima, voce della guida dire la sua: “eh, se andavi a correre in campagna era meglio”. Complimentoni, complimentoni, complimentoni…

Ps 5 La calda, che è meglio per tutti; la free library della Fortezza (bastione della Madonna) sta riprendendo vigore: da 3 libri (domenica scorsa), a circa una quindicina i volumi presenti stamattina (dai classici russi, a Federico Moccia: tutto fa brodo, dai). Continuiamo così, c’è spazio per tutti: anche per Moccia.

11 Commenti su La domenica del villaggio: sport e politica, Bargagli Petrucci, un film (e 5 Ps)

  1. Uno di Via delle Vergini scrive:

    Nel Ps 5, come sempre l’Eretico tocca un nervo scoperto: la colpa della situazione ingestibile che si viene creando in certe ore in determinate zone del centro storico è essenzialmente delle guide turistiche, che io ho sempre sentito lamentarsi (anche giustamente) di quelle che vengono da fuori Siena, ma che poi spesso si comportano da padroncini e padroncine con i loro gruppi di turisti (che fanno guadagnare loro, qualche ristoratore e venditore di souvenir e basta).
    Il Comune potrebbe mettere dei cartelli di ammonimento, ma se poi una guida non dice che in quelle vie le persone abitano (poche o tante), non serve a niente.

    • Anonimo scrive:

      Veramente i grandi gruppi fanno guadagnare anche la Siena Parcheggi, e quindi il Comune, dato che l’attracco con prenotazione costa 130 € il primo giorno (160 € senza la prenotazione)

  2. La sfinge scrive:

    Caro Eretico, ma che fai, dai le pinte ai turisti in visita, guarda che ora non sei più il bordellotto di contrada, hai un ruolo istituzionale: insomma, vergognati, e parecchio!

  3. manunta scrive:

    Ma che robe vai a vederti al cinema?
    La sceneggiatura di codesto troiaio pare stesa a quattro mani dal duo
    defilippi/d urso.
    Da’ retta al tato vai a vede’ ” panama papers” di soderbergh, oldman streep da dieci
    ( banderas irriconoscibile zeppato di botulino)
    Oooh comunque mettersi a fa’ footing a mezzogiorno sulle lastre di domenica
    e’ roba che un si pole senti’.
    Alzati a un ora decente e vai a cerca’ du’ funghi pel bosco,salita discesa
    piegamenti pe’ scansa’ i rogai ,meglio der callistenic.

  4. leonardo scrive:

    alla fine dei conti purtroppo il risultato finale è che in media SIAMO VERAMENTE DA BUTTARE NEL CASSONETTO, per la grande maggioranza, nessuno rispetta niente e nessuno. Bisognerebbe isolarci e spedirci solitari in ogni stella, almeno forse capiremmo che viviamo e possiamo essere felici perchè siamo tutti qui sulla terra

  5. anonimo scrive:

    Caro professore
    Ieri mattina sono arrivato da Basel, ed ho preso posizione sulla via maestra Volterrana. Con la mia dolce metà e certi amici Europei. Lo spettacolo paesaggistico è da pittore , con i colori autunnali fa impallidire la Provenza che si trova sullo stesso parallelo. E la fa sembrare la sorellina stracciona. D’ altra parte la campagna Fiorentina, ricca di rinascimento cede il passo a questo panorama struggente e indefinito, dove domina il silenzio. Ma è un silenzio che parla al cuore e alla mente e rasserena l’animo di chi vive nelle burrascose e infide città del nord Europa. Dove la decadenza è arrivata al limite del non ritorno. Fortunatamente ci pensa l’ Inghilterra a scalpellare questa Europa delle Elite, che con i suoi rimandi della brexit riesce a far impazzire i Tedeschi, che vista la loro intransigenza e tirchieria riusciranno a trascinare tutti quegli che gli stanno vicini in un disastro economico. Come hanno sempre fatto da copione. Grazie Inghilterra sei la nostra liberazione. D’altra parte la guerra moderna è fatto non dalla destra contro la sinistra. Ma dal popolo sovrano contro l’Elite. E in Italia ora trovo al poter potere l’Elite contro il popolo. Certo io dovrei appartenere all’Elite. Ma non è così. Io appartengo al popolo e desidererei vedere alle prossime elezioni la mia terra liberata.
    Colgo l’occasione per salutare manunta e tutto del blog. Il più libero ed educato di tutti.
    Rimarrò una ventina di giorni e rietrerò in tema sugli argomenti da te proposti.

    • Roberto scrive:

      Caro anonimo elvetico, non ho le tue certezze, ma a me pare che i tedeschi giustamente se ne freghino altamente delle pantomime di Boris, e mi pare che le preoccupazioni siano tutte dalla parte della perfida Albione. Il mazzo di carte è nelle mani degli isolani, ma mi pare che le hanno talmente ingarbugliate, che non sanno più come venirne fuori. O forse in Svizzera ( terra per eccelllenza rifugio delle ricchezze usurpate dalle élite e dalle mafie sanguisughe dei propri paesi natii) arrivano notizie diverse?

  6. manunta scrive:

    Anonimo, un ti struggere troppo che fa’ anche caldo ,stai all ombra,
    un avesse a rimane’ di te artro che una silente macchia d unto sull argilla.

    elvezia

    chi un ti conosce non ti prezia
    chi c’e’ emigrato e li si sazia
    torna n toscana e le palle strazia

    vive e lavora in infide citta’
    chi solo al busco lui ama pensa’
    poi torna n toscana pe’ villeggia’

    e li si lamenta delle burrasche
    ma l primo pensiero e’ riempi’ le tasche
    ……….
    o no???

  7. manunta scrive:

    Volterra??

    silenti colline intorno volterra
    sol gesso alabastro e poggi d argille
    i grani mietuti rivolta la terra

    le terre so’ gnude c’e’ poco a coprille
    son meglio i poggioli della val di merse
    di penna e di pelo di bestie n ha mille

    con vegetazioni delle piu’ diverse
    dal faggio alla sughera nun manca niente
    e nebbie giu n basso e colline terse

    te ervetico gustati il loco struggente
    che parmi che strutta tu c abbia la mente

  8. anonimo scrive:

    Caro Manunta
    Riempir le tasche…. Certo quando partii dalla mia terra, partii con grande dolore. Perché qui o sei di loro o muori di fame. E sono uno dei pochi che hanno fatto fortuna. Non ho mai nascosto che prima o poi tornerò definitivamente. Quello che ho detto sulle città del nord e vero. Vai viverci sei mesi e racconta la tua esperienza!!!!!
    Riguardo alla bellezza della Val di Merse non ho dubbi. Ma qui è un’altra cosa. Abbiamo con noi una signora di Amburgo, che ha vissuto una vita burrascosa. E si unita al gruppo. Qui si sente serena. Anzi l’anno passato abbiamo incontrato un signore che sapeva dove era nato Papa Lino il successore di Pietro. Era nato nella campagna di Volterra che a suo dire questa città era Etrusca come Roma. Ma molto più antica. E uno di questi giorni la porteremo sul luogo.
    Caro manunta mi sembra una storia magari da prendersi in considerazione!!!
    Dato che il papa attuale non sa nemmeno che era esistito.
    Una cosina per Roberto
    Gli inglesi scalpellano bene le fondamenta di questo carrozzone, che potrebbe anche crollare

    • Roberto scrive:

      Più che gli inglesi, che, salvo sorpresissime, ormai prima o poi si toglieranno dai cosiddetti, ( tra l’altro credo che nessuno come loro abbia tratto soprattutto vantaggi grazie la loro entrata e permanenza a mezzo servizio nella UE), quelli che stanno picconando sono i paesi ex-comunisti, guarda caso anche loro tra quelli che hanno tratto maggiori vantaggi e continuano a trarne. Per me sarebbe un bene se anche questi se ne andassero via. Anzi fossi al posto dei paesi storici fondatori della UE, farei di tutto per cacciarli. Quanto a noi, quando prima o poi avremo un governo Salvini-Meloni (perché li si andrà a parare) ne vedremo delle belle, che le pantomime pietose cui stiamo assistendo in UK saranno acqua fresca.

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