Eretico di SienaLa domenica del villaggio: Dante, Norimberga, Azzeccagarbugli - Eretico di Siena

La domenica del villaggio: Dante, Norimberga, Azzeccagarbugli

Eccoci al consueto appuntamento con la rubrica cultural-domenicale del blog; ad aprirla, la recensione all’ultima fatica letteraria di Aldo Cazzullo, penna di punta del Corriere della sera; dopodichè, una riflessione sul Processo di Norimberga, che iniziò giusto 75 anni or sono; dipoi, la ormai consueta rubrichetta manzoniana: siamo al Capitolo III (ne mancano solo 35, suvvia). Per completare il tutto, un paio di Ps di varia umanità…

CAZZULLO, DANTE E L’EQUIVOCO SANESE

“A riveder le stelle – Dante, il poeta che inventò l’Italia” (Mondadori, euro 18), è l’ultimo libro del giornalista Aldo Cazzullo, editorialista ed inviato del Corriere della sera (sul Corriere di oggi, financo uno e trino: tre pezzi a sua firma in un sol giorno, manco in Via Solferino avessero redazione sguarnita…). Come prevedibilissimo – e come in questo blog anticipato mesi or sono -, con l’appropinquarsi del settecentesimo anniversario della dipartita del Sommo (1321), è partita la fiera dei dantisti; per ora, i primi due sono un giornalista (Cazzullo, per l’appunto), e uno storico – ormai più dedito alla divulgazione che alla ricerca -, vale a dire Alessandro Barbero. Che siano due non specialisti a pubblicare su Dante – lo diciamo subito -, non solo non ci scandalizza affatto, anzi ci rallegra assai: a parte le dovute eccezioni (fra le quali il professor Santagata, scomparso la settimana scorsa), i dantisti usano spesso un linguaggio autoreferenziale, che rende il leggere del poeta fiorentino – che già facilissimo non è -, almeno a tratti, pesante (nonchè impossibile per quel 70% di  italiani, i quali sono analfabeti di ritorno). Ben vengano le contaminazioni, le ibridazioni antispecialistiche, dunque (a chi Dante lo mastica un pochino meglio, invece, consiglio vivamente la pagina 4 del domenicale del Sole 24 ore odierno, con tutti gli aggiornamenti sulla “officina dantesca”, a cura dei dantisti professionali)!

Leggendo il libro di Cazzullo – che ha, giustappunto, il dono, apprezzabilissimo, di farsi leggere -, ed andando naturaliter a soffermarci sul Capitolo dedicato al rapporto fra Dante e Siena (Capitolo 22: “Dante al Palio – Dove i senesi sperperarono grandi ricchezze, ma a sorpresa il grande poeta fiorentino li tratta meglio degli altri toscani”), non possiamo però non notare che Cazzullo – nel tentativo di attualizzare la cantica infernale, legandola quindi alle vicende montepaschine – offre al lettore, nel complesso, un giudizio non molto corretto; nel senso che, nell’Inferno, i senesi da Dante sono di fatto quasi ignorati (infatti, l’autore cita soprattutto Griffolino d’Arezzo – alchimista e falsario -, nel Capitolo di cui si discetta), essendo, la cantica infernale, quella massimamente  fiorentina; la cantica senese per eccellenza, invece, è assolutamente quella purgatoriale, con figure quali Provenzan Salvani e, ancora di più, quella Sapìa sanese della quale tante volte ci siamo occupati in passato. Cazzullo si limita a scrivere dell’Inferno, nel suo libro; ma, nel momento in cui si arrischia a volere dare un giudizio sul rapporto fra Dante e Siena, un’omissione così clamorosamente evidente non si può, e non si deve, sottacere.

NORIMBERGA, UN PROCESSO CHE HA FATTO SCUOLA

Il 20 novembre del 1945, a Seconda guerra mondiale finita (in Europa, ovviamente) da soli 6 mesi, iniziò il Processo più celebre del Novecento, e forse non solo del Novecento: a Norimberga, fu processato il gotha del terzo Reich, esclusi coloro che erano fuggiti – non pochi, purtroppo, non pochi -, e quelli che si erano dati la morte, a partire da Adolf Hitler stesso.

Fiumi di inchiostro sono stati spesi, su questo evento: giudiziario, evidentemente, ma anche storico tout court. Certo, il Processo lo gestirono le potenze vincitrici (poteva forse essere il contrario, di grazia?); certo, ogni potenza vittoriosa cercò di fare risaltare, enfatizzandoli al massimo grado, i suoi meriti nell’avere sconfitto il Nazismo; certo, ed infine, su non pochi passaggi (in primissimo luogo il Patto Molotov-Von Ribbentropp del 23 agosto 1939, a dir poco imbarazzante per i sovietici, sic), si glissò (poteva forse essere il contrario, ci si chiede nuovamente?).

Resta il fatto che, pur con tutti i difetti ed i limiti, il Processo fu un Processo: gli imputati ebbero modo e tempo per difendersi (qualcuno, come Goring, anche di fare l’istrionico mattatore), oltre ad avere assistenza legale. Molte furono le condanne a morte, ma ci furono anche assoluzioni e condanne relativamente leggere (Albert Speer, per esempio). Fosse stato per Stalin, sarebbero stati passati per le armi, senza tanta burocrazia giudiziaria e perdite di tempo. Inoltre, passò il principio che i crimini di guerra non vanno in prescrizione: quantomeno quelli degli sconfitti, va bene; ma fino a quel 20 novembre 1945, non c’era di sicuro, questo – sebbene parziale – concetto. Si consiglia, a tal proposito, l’esaustivo pezzo di Tonia Mastrobuoni (Venerdì di Repubblica del 13 novembre, pagg.34-35-37).

Una puntatina conclusiva sulla virtual history, che ogni tanto – ci insegnano gli storici anglosassoni – fa assai bene all’animo: se Adolf Hitler – che si uccise perchè terrorizzato dal finire, chiuso in gabbia come un animale, a girare l’URSS come trofeo staliniano di guerra – avesse saputo che ci sarebbe stato un regolare processo, a favore di tele e cinecamere, si sarebbe ucciso lo stesso? Ed ancora: ve la immaginate una Norimberga, con il Fuhrer a cercare di giustificare se stesso ed il proprio operato?

PROMESSI SPOSI 4.0, CAPITOLO III: L’AZZECCAGARBUGLI E GRAMSCI

Il Capitolo III del capolavoro manzoniano è quello dell’incontro fra Renzo e l’Azzeccagarbugli (ma anche quello di frate Galdino che va in cerca di noci, eh); la scena si svolge fra il pomeriggio e la sera dell’8 novembre, ovviamente 1628. Su suggerimento di Agnese, Renzo – capponimunito – si dirige a Lecco (prima trasferta del romanzo, per lui), per conferire con questo leguleio di provincia, che dovrebbe – il condizionale è davvero d’obbligo – aiutarlo nel dipanare la matassa che si è venuta a creare con la minaccia di don Rodrigo. L’incontro – è cosa risaputa -, non darà i frutti agognati.

L’Azzeccagarbugli è descritto in modo davvero impietoso, dal Manzoni: forte con i deboli (Renzo, nel caso di specie), debole – ed untuosamente servile – con i forti (don Rodrigo primus inter pares); pronto ad usare – come don Abbondio – il “latinorum”, per fare bella mostra delle sue conoscenze giurisprudenziali, con un uso quindi classista della lingua ciceroniana. “All’avvocato bisogna raccontare le cose chiare; a noi tocca poi a imbrogliarle”, dice al villano, in una frase divenuta celebre. E ancora, per chiarire meglio il tutto: “Chi dice le bugie al dottore, vedete figliuolo, è uno sciocco che dirà la verità al giudice (perorazione della falsa testimonianza, eh)”.

A questo punto – e non sarà l’ultima volta che lo faremo – bisogna tirare di mezzo Antonio Gramsci, il quale sui Promessi sposi ha davvero frainteso tante cose, nelle note che vergò – nel carcere fascista in cui era rinchiuso -, fra il 1932 ed il 1935. La straordinaria grandezza morale ed intellettuale della sua figura, non esime dal dire che sul Manzoni, da parte di Gramsci, il velo dell’ideologia prevale sulla verità testuale. Per il pensatore sardo, Manzoni in soldoni tratta dall’alto in basso, aristocraticamente, gli umili del romanzo, da Renzo in giù; e non ci sarebbe popolano che non viene preso in giro o canzonato, prima o dopo.

Tornando al Capitolo III, che dire però dell’avvocaticchio di Lecco? Preso in giro dall’inizio alla fine, a partire dalla toga sgualcita (e nel Capitolo V, lo descriverà – nel palazzotto di don Rodrigo a banchettare – come un mezzo alcolizzato, con tanto di naso vermiglio); possiamo dire che un invitato ai banchetti sardanapalici del signorotto locale – insieme al podestà ed al conte Attilio – sia un personaggio umile, di grazia? Eppure, il Manzoni su di lui infierisce, prendendolo in giro e sferzandolo dall’inizio alla fine della descrizione.

 

Ps 1 23 novembre 1980, Irpinia: sono trascorsi ormai 40 anni, da quel devastante terremoto (che in Giappone avrebbe fatto un terzo scarso dei danni), la cui ricostruzione – è cosa nota – fu gestita dallo Stato in disinvolto tandem con la Camorra. Tristezza che si somma a tristezza, purtroppo.

Ps 2 Domeniche dell’austerity: il 2 dicembre del 1973, ci fu la prima domenica senza circolazione di macchine private (le targhe alterne arrivarono solo in seguito). La crisi petrolifera, seguita alla guerra dello Yom kippur, portò a questo. Ho ritrovato documentazione davvero curiosa, a tal proposito, curando un lavoro in due puntate che, a dicembre, chi vorrà vedrà, su Siena Tv: lavoro – di cui daremo ovviamente maggiori ragguagli – il quale prova a comparare i 55 giorni del sequestro Moro (1978), ed il periodo del lockdown da Coronavirus fra marzo e maggio. Con tutte le clamorose differenze del caso, elementi in comune ci sono.

Per intanto, una domanda che da stamattina ci frulla nella mente: queste domeniche mattine di lockdown soft, in questo novembre 2020, non assomigliano forse un po’ a quelle? Sì e no; nonostante i disagi, quelle del 1973 e 1974 furono anche un’esplosione di vitalità e creatività. La gente si riappropriò delle strade. Oggi, purtroppo, le cose sono assai diverse, per tanti motivi che sono davanti agli occhi di tutti. E dei quali continueremo a parlare, anche in settimana.

 

34 Commenti su La domenica del villaggio: Dante, Norimberga, Azzeccagarbugli

  1. Vedo nero e basta scrive:

    Sull’Azzeccagarbugli, come dissi in precedenti blog, vedo una bella similitudine con i nostri politici a cui piace inserire tante parole inglesi (l’avvocatuccio manzoniano usava il latino) al posto di equivalenti e più chiari corrispettivi italiani per nascondere la fuffa dei loro discorsi, tanto fumo e poco arrosto. Il terremoto dell’Irpinia? Ancora diversi dormono nei prefabbricati post terremoto, i soldi spariti nel nulla. La storia purtroppo si sta ripetendo per molti altri luoghi colpiti dal terremoto a cominciare dall’Umbria e gli Azzeccagarbugli politici contemporanei continuano a pontificare senza risultati pratici e non pochi di loro sperano anche di guadagnarci qualche mazzetta. Riguardo a Gramsci ed ai suoi commenti sui Promessi Sposi, sono d’accordo col tuo parere, l’ideologia ha preso il sopravvento sulla critica testuale, anche una persona colta come Gramsci puo’ sbagliare qualche volta. A proposito di quest’ultimo una considerazione che esula dagli argomenti di questo blog, ma collegata con la crescente generale ignoranza di ritorno; è stata aperta in fondo alla Lizza (ora Piazza Gramsci) una parafarmacia con l’insegna “Ai Gramsci” come se il nome non fosse un cognome, ma un oggetto declinato al plurale. Qualcuno di sicuro ha preso un gramscio, anzi un granchio o no? Se lo sapesse il dotto sardo di sicuro si rivolterebbe nella tomba. Dante ed i senesi sotto sotto gli eravamo simpatici, consideriamo che era stato molto amico del nostro Cecco Angiolieri (esistono degli aneddoti che raccontano le loro scorribande viziose nella campagna presso Campaldino prima della nota battaglia). Poi per troppa differenza di carattere, volutamente, si erano persi di vista. Troppo serio e rigido il fiorentino, troppo scollacciato e cinico il senese.

    • Anonimo scrive:

      “Ai Gramsci” è vero, fa ridere (o piangere), ma io l’ho sempre sentito dire, soprattutto dalle persone più anziane. Un po’ lo stesso discorso che vale per l’opera Ernani, come ricordava Momo Giovannelli in un suo sonetto:
      “Ora… per di’ la verità, per dire,
      tutti questi gra’ Ernani so’ uno solo”

  2. Burchiccio scrive:

    Che uno ch abbia l nome di cazzullo
    Scriva per il corriere della sega
    Si pole facilmente assai capillo

    La cosa io direi non fa’ una piega
    Si tratta di dantesco contrappasso
    E tutto torna tutto cosi si spiega

    Par evidente il legame ‘l nesso
    Di solferino la penna di punta
    Ci piglia per la mano e porta a spasso

    Belle le sa’ e meglio le racconta
    E nome omen grandi le cazzate
    Su’ Dante e su’ sienina se le inventa

    Almeno cosi pare al sor manunta

  3. Burchiccio scrive:

    Francesco Guicciardini diceva: «Le cose passate fanno luce alle future, perché el mondo fu sempre di una sorte, e tutto quello che è e sarà è stato in altro tempo; e le cose medesime ritornano ma sotto diversi nomi e colori; però ognuno non le riconosce, ma solo chi è savio e le osserva e considera diligentemente».

    Fumo nell occhi e chi sta a pigliallo
    Venga da destra venga da sinistra
    Sia nero rosso verde oppure giallo

    Il Guicciardin lezione c amministra
    Cambia nel tempo sempre la stagione
    E l vento lo dirige chi l orchestra

    Gli fa’ cambiar color e direzione
    Non se n accorgon le pecore matte
    Ma l omo se non e’ troppo coglione

    Il vento fumoso che nell occhi batte
    S’ uno si gira mettendosi di spalle
    Le cose che n passato furon fatte

    Le puo se vole, ben consideralle
    Oppure nvece se l’e’ un citto strullo
    Se ne puo fare raccontar di balle

    Da gente come un certo sor cazzullo
    Che te le nfila in capo nome omen
    Come s infila per l appunto..’i billo

    Vaia cazzullo taci su’ dante che fai meglio figura

  4. casmar scrive:

    Ottimi gli spunti, Caro Eretico ! vorrei commentare due cose:
    BARBERO: grande intrattenitore, i suoi interventi spopolano su Youtube…. ma mi lascia perplesso (o carico di invidia): come fa un serio studioso a occuparsi dei più disparati argomenti, dai dinosauri agli ufo, documentandosi e portando idee originali ? Di solito uno studioso si specializza, ma forse sono rimasto al Salvatorelli, a Giorgio Spini, a Denis Mack Smith. Il mondo della ricerca, anche storica, è evidentemente cambiato e non solo per via degli innovativi mezzi tecnologici.
    HITLER: non credo che il quesito ereticale in salsa Virtual History si possa porre. Hitler, specie dopo l’attentato del luglio 1944, era ormai l’ombra di se stesso: la sua figura faceva comodo a ufficiali e gerarchi, era ormai solo l’elemento unificante e giustificativo di un regime giunto al crepuscolo. Dipendente da psicofarmaci e gravato da numerose patologie, non sarebbe stato in grado emotivamente di reggere il confronto con una corte di un tribunale militare e con giornalisti indipendenti

  5. Burchiccio scrive:

    Bada Raffa, con tutto il rispetto

    Mi vien di fare considerazioni
    Sul parallelo c oggi ci proponi

    Manzoni il sapon di Guicciardini
    Mi par che l abbia poco adoperato
    Ne’ su’ sciacqui e risciacqui fiorentini

    Invece Gramsci col su’ quarto stato
    Come si pole facile capire
    nell avvenire era proiettato

    Chi mira avanti a ‘i sol del avvenire
    Senza tenere conto del passato
    C’ auto e c’ ara’ molto da patire

    Speranze e prevision gramsci ha cannato
    Il su’ radioso sol all orizzonte
    Parrebbe piu’ che sorto tramontato

    Invece pare sia spuntato un conte
    Ma non il conte duca o il conte zio
    Ad intortar le genti nostre tonte

    c’e’ un conte che e’ devoto a padre pio
    E un altro che di nome fa’ speranza
    Che poi di quella vorrei dire io

    Della speranza nella provvidenza
    C aveva in grande conto i sor Manzoni
    Scusatemi pe’ questa mia insolenza

    Pe’ credici bisogna, mi perdoni
    Di logica e giudizio esse’..castrato
    Come de’ manzi grossi, ossia….manzoni

  6. Vedo nero e basta scrive:

    Riguardo Hitler e Norimberga penso che per lui sarebbe cambiato poco perché se fosse rimasto vivo avrebbe rischiato di essere linciato dai soldati russi prima di essere preso in consegna dai loro superiori. Avrebbe rischiato di fare la fine del suo amico e mentore Mussolini, a capo all’ingiù. Nel caso, invece, che fosse stato processato sarebbe stato sicuramente condannato a morte per impiccagione. Non aveva scampo, per evitare umiliazioni e dolore ha scelto il suicidio in compagnia della sua bella Eva Braun.

  7. Uno di passaggio scrive:

    Sul terremoto dell’Irpinia vorrei aggiungere una nota che in pochi sanno o ricordano.
    L’amministrazione provinciale di Siena, realizzò e gesti’ in maniera esclusiva, con il lavoro dei propri dipendenti ed amministratori, un villaggio di prefabbricati completo di urbanizzazione per il ricovero dei senza tetto nel comune di Calitri(AV). La stessa amministrazione che da lì a pochi decenni avrebbe durato fatica a tagliare l’erba delle panchine stradali locali. Siccome in rete non si trovano notizie in merito, sarebbe interessante approfondire l’argomento consultando l’archivio cartaceo di quella amministrazione, così per metterlo a confronto con quello che poi è diventato l’oggi.
    Complimenti e buona vita.

  8. Francesco barellini scrive:

    buonasera.
    come va?

    una semplice puntualizzazione riguardo il terremoto irpino.

    la magnitudo di quell’evento fu 6,9 della scala Richter.

    nel 1995 la prefettura di Kobe fu sconvolta da un evento di magnitudo 6,8 che piallo’ molte zone della città omonima con oltre 6000 morti.

    saluti
    fb

    • Eretico scrive:

      Caro Francesco,
      su questo hai ragione di certo, ma è altresì vero – e non c’è certo bisogno di questo blog per farlo sapere – che in Giappone un pochinino più avanti che da noi sono, quanto a prevenzione antisismica; pare addirittura – ma forse è una leggenda metropolitana – che nelle scuole facciano le esercitazioni antisismiche A SORPRESA, mentre noi siamo adusi avvertire tutti i ragazzi, uno per uno, sic (e i mitici banchi del tandem Azzolina-Arcuri? Dal punto di vista del terremoto, sarebbero stati una tragedia nella tragedia…).

      Quanto alla parafarmacia “Ai Gramsci” (da Vedonero), che dire? Hai ragione da vendere, io ormai non mi meraviglio più di niente, dopo Fedez consulente governativo.

      Grazie anche per il suggerimento sul lavoro della Provincia nel 1980, in Irpinia: altri tempi, evidentemente.

      L’eretico

  9. Burchiccio scrive:

    Nella presente nostra situazione
    Considerando bene certi aspetti
    Qualcuno vede una grand occasione

    Che sian casuali o meno certi effetti
    A davos tra un pochin decideranno
    Se e come l mondo qualchedun resetti

    Il covid e’ un occasione ,piu’ ch’ un danno
    Dicono quelli dei fondi monetari
    E grandi cambiamenti ci saranno

    Novo programma cambian gli scenari
    Oddio parrebe si torni all antica
    Dimorte plebi e pochi proprietari

    E la democrazia ,che che si dica
    Sara’ cassata perche’ l e’ evidente
    Che va buttata via dentro l ortica

    I popolo senza posseder niente
    Sara’ mansueto bono e poi contento
    E chi della ricchezza e’ possidente

    Pochini, molto men dell un per cento
    Infine potra’ far quello che vole
    Sarebbe questo i novo/vecchio assunto

    Chi pole puo’e chi non puo’ non pole
    Io sono io e voi nun sete n cazzo
    D un gran marchese eran le parole

    Parrebbe che si torni a quell andazzo
    E se qualcun contro di cio’ protesta
    Considerato sara’ lui pe’ pazzo

    Parrebbe quindi chiara e manifesta
    La situazion che huxley ci narrava
    A me mi pare che sia proprio questa

    Chi a ventotene in esilio stava* *gramsci
    Non prevedeva certo tale piano
    Che per conoscerlo abbisognava

    D ave’ un fratello ai circolo fabiano
    Che poi sarrebbe andato anche nell onu
    D aldo i fratello di nome giuliano

    Sicche’ meglio leggere i romanzi distopici, che fassi prolassare le gonadi a leggere i quaderni d un poro illuso, ch annunciava i sorgere di’ sol dell avvenire.
    Meglio leggere un fiorentino vero di quelli d una volta ( guicciardini,machiavelli,dante),se si vuol capire come l’e’ andata,la va’ e l andera’, che uno speranzoso ingollaostie sciacquatore di panni in arno.
    I Fiorentini ( degni di tal nome ,sicche’ pochi e punti ora)son crudi veraci e indigesti, ovvero reali.
    Le illusioni le lasciano ai bischeri.(manzoni ,gramsci)
    Le favole agli affabulatori con la voce da topogigio (barbero)
    Le vane cantate da taverna dado e troie ,alle bestiole (cecco)
    Amenne vangelo.

    • Eretico scrive:

      Caro, scoppiettante, Manunta: domani per te direi riposo, suvvia; diamo spazio a tutti (non che tu lo neghi agli altri, ma oggi 4 commenti su 5 sono tuoi, quindi vediamo di cercare di equilibrare il tutto); ti dò anche i compiti a casa, a questo giro: giovedì mattina (prima che registri il programma, dunque), scrivi cosa pensi della comparazione fra il lockdown di marzo ed i 55 giorni del sequestro Moro. Se vuoi e la cosa ti garba, ovviamente…

      L’eretico

      • Michele scrive:

        Lo stesso parallelo, alcuni mesi fa, lo fece l’ottimo Purgatori in una trasmissione mi pare su LA7

        • Eretico scrive:

          Giustissimo, caro Michele; però Purgatori si fermò con il chiederne conto a Mieli e Veltroni (sic), e poi rimandò in onda la sua peraltro ottima ricostruzione del Caso Moro. Comunque, per “riscaldarsi”, consiglio a chi voglia di rivederla…

          L’eretico

          • Burchiccio scrive:

            Purgando gli scenari per davvero
            S evita d ascoltare Grassi …Gero
            Chi s accontenta d una trasmissione
            Chi legge gl atti d una commissione
            Atlantide scomparsa sott i mari
            Oppure nvece ..atlantici scenari
            L anomala reale strana honda
            O il mito con atlantide che affonda

          • Eretico scrive:

            Manunta non ce l’ha proprio fatta, a prendersi un giorno sabbatico…

            Gero Grassi è una voce importante, sul Caso Moro (se questo Manunta voleva dire), in ogni caso figuriamoci se con la mia trasmissione si vogliono dare nuove piste: è solo un affascinante lavoro comparativo, questo sì, fra i due momenti.

            Nel frattempo, è morto Maradona: ne scriveremo, ovviamente, nei prossimi giorni.

            L’eretico

  10. Burchiccio scrive:

    Bada Raffa tanto pe’ continua’ a sacrileggiare

    Siccome m’e’ sortito ventotene
    Sarebbe bene ricorda’ i modelli
    C hanno forgiato le nuove catene

    Forse l intenti non erano quelli
    O forse qualchedun era alterato?
    Altiero si faceva gli spinelli?

    un sara’ stato mica spinellato?
    Che fantasie e grand illusioni
    Sian conseguenza del che avea fumato?

    Sto Ipotizzando mi si perdoni
    Che l risultato sia stato diverso
    Da certi intenti che l erano buoni

    Con gli spinelli il cervello terso
    Si sa’ e’ difficile da conservare
    A ventotene qualchedun s’e’ perso?

    Chissa’ che un fosse tutto un accanare
    Di poi ognuno le chiappava belle
    Uno vedeva i sol dell avvenire

    L altro d europa vedeva le stelle
    E allucinati non si son accorti
    Che dei padron son stati le stampelle

    Era meglio dagni i vino dico io.

  11. Paolo Panzieri scrive:

    Chissà perché il Manzoni finisce sempre per essere attuale.
    Forse sarà la peste del nuovo millennio?
    L’altro giorno la fila di fronte al panificio per un attimo pareva trasformarsi in assalto ai forni, mentre gli addetti della Misericordia in tuta NBC, che portavano via una bara di acciaio fino all’ambulanza, altro non erano che i nuovi monatti …
    Forse i famosi DPCM a raffica? Come le Grida del Governatore spagnolo; pari protervia, pari inefficacia.
    Però, a ben vedere, c’è anche qualcosa di nuovo.
    Qualcuno ha fatto carriera: l’Azzeccagarbugli nel frattempo ha conquistato il potere assoluto.
    Giuseppi uber alles, non solo in proprio, ma anche e sopratutto come personificazione della ottusa burocrazia che ci governa.
    Insomma la caricatura di un avvocaticchio di provincia è diventata la caricatura del potere costituito.
    E poi dicono che non si va a migliorare …

  12. Burchiccio scrive:

    Allora buffo , ovvero , sorte fori questo vigano’ che si raccomanda a trump, fa’ il tifo sfegatato per ciuffobello , ce lo pitta come l omo della provvidenza il catechon che tien a bada l anticristo, ci notizia su’ questo grande reset ,sicche’ che di’, tonfa tutto il massmediume a metterci in guardia contro questi millenaristi allucinati negazionisti neonazi.
    Poi uno va sul sito ufficiale del FMI e legge questa bella dichiarazione della sora Georgeva, direttrice del FMI ,al forum di davos fatta il 20 giugno scorso

    https://www.imf.org/en/News/Articles/2020/06/03/sp060320-remarks-to-world-economic-forum-the-great-reset

    Che comincia cosi’:
    My thanks to His Royal Highness the Prince of Wales and to Professor Schwab for bringing us together.

    E finisce cosa’ :
    So, now is the moment to step up—and use all the strength we have—to turn the page. In the case of the IMF we have a one trillion-dollar financial capacity and tremendous engagement on the policy side.

    This is the moment to decide that history will look back on this as the Great Reset, not the great reversal….

    Ora, carlino lasciamolo perdere,dato che la su’ mammina ancora non gli vuol dare le chiavi di casa, non mi pare il caso di prenderlo sul serio.

    Invece questo prof. Schwab ,che di davos HA le chiavi di casa, mi pare un ometto che dice cosine interessanti,poi oltre che dirle le scrive anche, nero su’ bianco in certi bei libretti dai titoli inequivocabili, quali:

    , The Fourth Industrial Revolution, Shaping the Future of the Fourth Industrial Revolution: A Guide to Building a Better World, e Covid-19: The Great Reset.

    Ci sarebbe, dice schwab questo progettino white oak , quercia bianca, ovvero rovere , che NON prevede di far mettere ,come uno potrebbe pensare ,il parque’ di rovere ai pavimenti per star piu’ caldi coi piedi.
    No no, prevede invece di far mettere roba nel capino ,per star freschi coi cervelli.

    https://scenarieconomici.it/il-creatore-del-great-reset-vuole-delle-scansioni-celebrali-sui-viaggiatori-lombroso-ha-vinto-su-tutta-la-linea/

    Gli incisi in grassetto all interno del link, son pari pari parole e idee
    di questo prof. Schwab,tipo:

    “Anche attraversare un confine nazionale potrebbe un giorno richiedere una scansione cerebrale dettagliata per valutare il rischio per la sicurezza di un individuo”. 
    Oppure:
    “I microchip impiantabili attivi che rompono la barriera cutanea del nostro corpo” cambieranno il modo in cui ci interfacciamo con il mondo “e ci costringeranno a” mettere in discussione cosa significhi essere umani

    Come cita l articolo linkato , sembra un idea presa da “minority report” un filmino distopico di qualche anno fa’ tratto da un romanzo di Philip K Dick.
    Insomma , per l ennesima volta, Raffa te con Manzoni e Gramsci ai tuoi ragazzi gli sei poco d aiuto, oltre che fargli prolassare gonadi e ovaie prematuramente, anzi direi , prenaturandoli tapiatapiocamente gli fai confusione nel capo, pari pari come faceva il Mascetti,ti stai ispirando a lui come pedagogo di riferimento?
    Scusa e’,ma se questi due, uno (Manzoni)invitava a sperare nella provvidenza(stile Vigano?), l altro padellava le previsioni e gli scenari futuri(Gramsci), ma di che se ne fanno i tuoi allievi?

    Ora, io anagraficamente , capisco che dover riconoscere d aver creduto a un monte di cazzate grosso piu’ dell ararat per decenni ,possa esser destabilizzante , ma appare sempre piu’ evidente che avere un testa soda come Gramsci o un biasciaostie come Manzoni come guide porti a poco.
    Fai una cosa , cambia programma , romanzi distopici ,film tratti da quelli,
    e paralleli col presente.
    Poi fai la stessa cosa con i quaderni di Gramsci e chiedi ai ragazzi cosa ne pensino,ovvero ,chi ha mostrato di non averci capito una sega?
    Chi invece ha immaginato e previsto bene?
    Fai giudicare a loro, senno’ servi a poco .
    Poi potresti fargli conoscere le storie personali di certi scrittori( orwell ,huxley,dick) e magari emergerebbe che non eran dotati solo di fantasia casualmente preveggente, ma che.. cio’ che avevano sentito in giro in certi “giri” poteva esser raccontato solo in forma di romanzo….distopico
    E’ un ipotesi didattica, da abbinarsi ai soliti …fiorentini di cui sopra,
    Dante Machiavelli Villani Guicciardini Boccaccio , quelli son boni semper.
    Ma… se gli fai leggere l ugurgeri,quinto sennato et similia, poi non lamentarti se vengon fuori come li descrisse…… Il Tozzi.
    Saluti

  13. Burchiccio scrive:

    Premessa obbligatoria necessaria
    Metafora Mattiolica Burchiesca
    Pe’ risvegliar l acume e la memoria
    Sperando che la cosa mi riesca
    D alberi e legni narrera’ la storia
    E della veramente nova tresca

    Che l omo e sua natura vole fotte
    Ed i cervello trasformallo n botte

    Saranno vuote ma di poi ripiene
    Sicche’ non son le botti di diogene

    I leccio scalda e illumina la notte
    Ma notte di ragione lesta arranca
    L idee saranno solamente indotte

    usa’ l cervello l omo troppo stanca
    e del bon uso non v’e’ garanzia
    Vi si rimedi con la quercia bianca

    La meglio soluzione che ci sia
    La rovere innestata dentro ‘l leccio
    Questa potrebbe essere la via

    Nessun per quest innesto c abbia cruccio
    Un legno bono solo per il foco
    Un legno duro ovverosia legnaccio

    Col qual di bono ci si puo’ far poco
    A parte illuminare la ragione
    Che dal cervello or fara’ trasloco

    Sicche per questa nuova situazione
    Hanno pensato i saggi ben edotti
    La quercia bianca e’ adatta alla mansione

    Ci vengon le migliori delle botti
    Di poi vanno riempite e zipillate
    Botti barricche tini e barilotti

    Con la white oak.. buonissimi prodotti

    E Burchiello mi direbbe , bravo , cheddi’ supa’ facea i legnaiolo, come
    I Logli del resto. Io poi,

    Sia chiaro i legni bene li conosco
    Ci so’ fa’ l archi pe’ tira’ gli strali
    Nun c’e’ una pianta di pe dentro i bosco
    Di cui non sappia i nome i beni e i mali
    Figliol di contadin di sangue tosco
    Le rime le mi vengon naturali

    E le saetto lesto e poi preciso
    Diritto n faccia ovverosia ni viso

    Via e ghiri protestano, voglion che gli accenda la stufa ,pe’ scardassi
    sotto le tegole vicino i comignolo, tra un po’ anderanno a dormi’ pe’ tutto l inverno ,a primavera noltrata riappariranno vispi.
    Voi? Artro che irpinia, quest inverno vi sisteman tutti una volta per tutte. A primavera vi metteranno tappo e zipolo.

    • Vedo nero e basta scrive:

      Tu parli di Orwell Huxley e Dick, tutti prevedono un futuro distopico, peggiore di come stanno andando le cose nel mondo reale. Potrebbe andare anche peggio. Non so se hai mai visto la serie dei film “Terminator”, le macchine che programmate a migliorarsi automaticamente, conquistano il mondo e considerano gli umani, i loro inventori, ormai inutili ed imperfetti. La cosa porta alla eliminazione quasi totale della razza umana. Queste fantasie catastrofiche mi sono nate nato vedendo recentemente un servizio su “Leonardo” in cui si parlava di costruzione di androidi sempre più simili a noi con la possibilità futura di sostituirci nei lavori, dai più pesanti a quelli più intellettuali, con un miglioramento autonomo con sempre meno errori nel seguito delle loro esperienze lavorative. Penso che tutto questo sia apparentemente bello, ma potrebbe essere un’arma a doppio taglio perché molte persone saranno sostituite da questi robot perfetti, ma privi di empatia con esiti molto foschi a lungo andare. Altra cosa la tua antipatia per i senesi non ti vuol passare, ma pensa che anche Guiccirdini e machiavelli nonostante la loro intelligenza non riuscirono a cambiare le sorti dell’Italia divisa da potenze straniere. Solo Lorenzo il Magnifico avrebbe forse cambiato il corso della storia, aveva una visione politica di un’Italia in un cedro modo unita contro lo straniero. Purtroppo morì troppo presto. Poi devi riconoscere (sarà molto difficile per te) che Firenze scelse Carlo V, una Spagna trionfante, mentre Siena scelse la Francia, potenza perdente. Il vostro alleato vincente il nostro perdente, ma ambedue potenze straniere. Comunque fosse andata saremmo sempre stati schiavi dello straniero e divisi per secoli. Machiavelli forse ci aveva visto giusto ad elogiare il Borgia col suo “Principe”, ma le cose andarono in un’altra maniera. Invece di un esagitato e spregiudicato come il Borgia ci sarebbe voluta una mente superiore, più diplomatica, come il “Magnifico” Medici, purtroppo giù morto da diverso tempo. Opinione personale, forse un po’ semplicistica?

      • Burchiccio scrive:

        Trattasi di altro, guarda ,( oddio se vedi nero magari guardare ti serve a poco), si tratta di chi crudamente e realisticamente descrive la natura umana , di come la conoscenza di tal natura sia sfruttata da chi detiene il potere ed ignorata da chi lo subisce.
        Crudo realismo,Machiavelli Villani….Tozzi, vane e pompose illusioni
        Ugurgeri
        Quanto ai tre che scrivi: prevedono un futuro peggiore di come stanno andando le cose.
        Dagli tempo alle cose…..stanno andando, dagli il tempo di ..arrivare.
        Sul prevedere poi , cogli l accenno messo in rima, prevedere?
        O forse averle sentite enunciare?
        Orwell non era solo un pittoresco socialista andato volontario in spagna,
        chi e’ stato il suo progessore ad eton?
        Huxley non era solo uno scrittore distopico, che conoscendo jung e hoffman passava le serate a ingollare mescalina e lsd traendo allucinate fantasie messe poi in forma romanzata.
        Vatti a vedere chi era suo fratello , chi frequentava e a quale istituzioni venne messo a capo.

  14. Enea scrive:

    Forse, alla luce delle evidenze, converrebbe rinominare il blog….manunta, burchicchio…oppure sperare che apra un blog suo, dove possa discettare, polemizzare, sonettare, offendere, pontificare ecc…
    No, forse e’ meglio che scriva qui, dove qualcuno ( qualche volta) lo legge .
    Io, personalmente, preferisco ascoltarlo…molto meglio… . Sul blog spesso lo scorso via come un ruscello montano

  15. Enea scrive:

    Scorro…Non scorso….la fretta maledetta! Ma il tempo è poco…

    • Burchiccio scrive:

      La fretta tanta ed il tempo poco
      chi scorre limpido e ch s impaluda
      Chi dice chiaro chi commenta fioco

      Chi poco o nulla par che concluda
      Chi svelto move mani e cervello
      Chi piccolomo di vano trasuda

      e te mi pari abbonato a quello
      Nelle paludi tutto marcisce
      Ma l acqua bona sta’ nel ruscello

      Tra rospi topi tafani e bisce
      Ti vedrei bene caro l mi enea
      Sicche’ dimorto poco mi stupisce

      che come al solito non hai un idea
      Ristagni nvece che scorrere lesto
      E la tu acqua non c’e’ chi la bea

  16. Beppe scrive:

    Il mio parere

    Lo riconosco che sono ignorante
    rispetto a tante menti illuminate
    che di cose ne sanno proprio tante,
    sul passato sono documentate

    e citan tanti autori. Nonostante,
    il mio parere, se mi perdonate,
    ve lo spiattello proprio sull’istante.
    Non serve rivangà cose passate,

    e se facevano così e cosà,
    e questo e quello si sono sbagliati,
    e piangere su questa umanità,

    noialtri non si pòle cambià niente
    finora bene o male siam campati,
    pigliassela un è punto conveniente.

    25 Novembre 2020

    • Burchiccio scrive:

      E’ certo meglio esser incosciente
      Quattordici righine rimeggiate
      Pe’fare l inno all esse un deficente

      Belle le scrvi e meglio l hai pensate
      A siena i bianconero dice n fondo
      Lo stato nel qual vi barcamenate

      o cecco che voleva ardere i mondo
      O beppe che ci campa e l’ e’ contento
      Ecco i ritratto vostro a tutto tondo

      Chi vani vi chiamo’ quindi pertanto
      V aveva misurato e ben pesato
      Dell anima di Tozzi intendo…il pianto

      https://youtu.be/RTctUHMFwb0

      Ascoltatela beppe,

  17. Uno di passaggio scrive:

    Vado molto fuori tema, il padrone di casa mi perdonerà.
    Una piccola nota per quelli che in Italia ancor oggi vogliono il Mes o sperano nel recovery fund del 20222222.
    Oggi il tesoro ha emesso asta di 6 miliardi di euro per titoli di debito semestrali, BOT, la richiesta è stata di oltre 13 miliardi di euro, 2,2 volte l’offerta, il rendimento -0,518. Ecco, dunque la dimostrazione lampante che quello che ci manca non è sicuramente la liquidità. Per riaprire ospedali aspetteremo il recovery fund di next generation architettato da coloro che nel 2011 ci hanno costretto a chiuderli.
    Scusate e state bene se potete.

  18. Vedo nero e basta scrive:

    Fuori tema, ma da dire. L’ignoranza di ritorno anche imbecillaggine, sta facendo danni. E’ stata danneggiata ancora la piccola biblioteca posta in Fortezza ad uso e consumo di chi vuol leggere un libro e magari contraccambiare lasciandone un altro. Io vorrei vedere cosa ha nella testa il responsabile di questo atto vandalico. Forse si crede anche importante, per cosa lo sa solo lui; è solo un frustrato. Da certa gente non nasce nulla di buono, fanno male solo a se stessi, condannati a rimanere soli nella loro totale demenza. Tanto verrà messa un’altra mini biblioteca anche più bella, la cultura non si ferma mai. Quella persona pensi invece al rischio che corre se stavolta verrà colta in fragrante. Occhio bello.

    • Eretico scrive:

      Come si diceva una volta, la madre degli imbecilli come è? Lo sappiamo tutti…

      Grazie della segnalazione, caro Vedo nero, vedremo di attivarci.

      L’eretico

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