Eretico di SienaFerdinando, Tommasina, Manolo - Eretico di Siena

Ferdinando, Tommasina, Manolo

Eccoci giunti all’appuntamento settimanale con la cronaca (a 360°, as usual) senese: tre personaggi – i più diversi l’uno dall’altro, all’insegna della bloggeristica varietas – a farla da padroni: Ferdinando Minucci, Tommasina Materozzi, Manolo Portanova.

IL PATTEGGIAMENTO DI FERDINANDO IL MINUCCI

Alla fine, dunque, patteggiamento è stato: 4 anni, più quasi altrettanti milioncini di euro da risarcire; questa, in sintesi, la pena finale del patteggiamento, per colui che, da dominus assoluto della Mens sana basket, veniva osannato da giornalisti, politici, imprenditori e umanità varia locale, fino al momento della caduta in disgrazia: sic transit gloria mundi, come disse il Silvio nazionale di Gheddafi (che ha fatto una fine ben peggiore di Minucci, va detto…).

A questo punto, diciamocela tutta: ci fosse qualcuno che dicesse, ora e adesso, “ebbene sì, siamo stati i corifei – per anni ed anni, non per qualche settimana – di una personcina con qualche minimo difettuccio, suvvia”: ed invece, niente di niente. Perché il buon Ferdy aveva saputo – come i più intelligenti attori del Sistema Siena – lusingare e vellicare l’animo del senese, che dantescamente – lo dobbiamo ammettere, obtorto collo – si nutre e si pavoneggia di proiezione di grandezza. “Siena trionfa immortale”, si diceva in continuazione; “la 18° Contrada che domina l’Italia”, scodinzolavano in molti, senza farsi troppe domande (anche perché conoscevano sin troppo bene le risposte). E quando lo scrivente gli diceva qualcosa, loro che rispondevano? “Eh, ma quello vince…”.

Nel Canto XXIX dell’Inferno – lo ricordavo proprio in settimana al ristorante Cane e gatto -, Dante ricorda tal Griffolino d’Arezzo, che aveva fatto credere a tale Albero senese (forse figlio del Vescovo, sic) di potergli insegnare a volare, prendendolo letteralmente per il sederino. Albero c’era cascato in pienissimo. La vendetta di Albero fu tremenda, con il povero Griffolino arso vivo. E proprio da quell’episodio, l’Alighieri prende spunto per la celebre intemerata contro la vanità dei Senesi (la prima, per la precisione). Qualcuno che può, faccia arrivare i giornali di oggi a Dante (in Paradiso, si presume)…

W TOMMASINA (CON POSTILLA)

Ieri pomeriggio, in Fortezza medicea, Tommasina Materozzi ha presentato la sua autobiografia, intitolata “La politica è donna. Memoria di una ragazza ribelle”; una autobiografia della 83enne Tommasina, pasionaria del Femminismo senese e militante, oggi, del Pd. Non a caso, tante le femministe di lungo o lunghissimo corso presenti al partecipato evento, e non pochi i militanti piddini (facciamo – anche sul blog – gli auguri al convalescente Alessandro Orlandini, che ha avuto un incidentino di bicicletta nei giorni scorsi).

La Materozzi ha ripercorso – intervistata da Christel Radica – alcuni passaggi della sua esperienza di militante: l’importanza dello studio e della scuola (la licenza media presa con le 150 ore, con la ferrea determinazione di quando si pensava che solo con il Sapere si potesse aggrapparsi all’ascensore sociale); la lotta per le battaglie delle donne (in un’ora, non ho sentito nominare una sola volta il Dl Zan: come molte femministe serie, Tommasina ci pare un po’ diffidente di certe derive recenti, e speriamo non dipenda dal mio ritardo nell’arrivare); incalzata dall’ottimo Simone Poli, in un intervento in cui da amico le chiedeva del perché dell’autocensura sulle vicende MPS nel libro, lei ha risposto che ammetteva l’autocensura, cagionata da un evento, per lei, troppo doloroso.

Venenum in cauda, una nota poco piacevole la dobbiamo pur segnalare, in margine all’incontro di cui si sta scrivendo; un paio di mesi or sono circa, la Materozzi mi aveva telefonato per propormi di organizzare questo evento in Fortezza, sapendo che molte di queste presentazioni al bastione San Domenico le organizza lo scrivente. Io le avevo dato immediata disponibilità (cosa che non sarebbe mai successa in altri contesti politici, in cui se non si era di una parrocchia, col cavolo che si parlava in ambiti comunali: ma questo è un altro discorso), e si era concordata la data del 17 giugno; la Materozzi aveva avvertito che sarebbe stata una presentazione dell’Udi (Unione donne italiane), come da mail che conservo, ma niente di più.

Dopodichè, ci eravamo dati per l’appunto appuntamento a ieri pomeriggio, come si usa fare per ogni presentazione; peccato che – all’ora di pranzo del giorno stesso -, navigando su Internet, io venga a sapere che l’incontro è stato anticipato dalle 18 alle 17, e di non essere neanche scritto fra i relatori, neanche come introduttore. Nessuno mi ha informato di niente, né tantomeno mandato l’invito che invece era stato opportunamente preparato.

Visto che era allo scrivente che ci si era rivolti per la disponibilità dello spazio (che poi è gestito da “Vivifortezza”, cui io comunico gli eventi), francamente pare essere un comportamento che si commenta da solo.

Ancora devo capire, a più di 24 ore dall’evento, perché ciò sia accaduto: e in tutta franchezza, non avendo ricevuto alcuna comunicazione – di chiarimento e di scuse – dall’autrice o da altri, inizio anche a pensare malino. Ma tant’è: W Tommasina, meno W la scorrettezza!

LE SCHERMAGLIE DI MANOLO

Giornata importante – sapremo solo in seguito se decisiva o meno -, quella di ieri sul fronte delle indagini sul presunto stupro della ragazza ad opera di Manolo Portanova, dello zio e di altri due amici (di cui uno minorenne): copie forensi dei cellulari, per cristallizzare il tutto. La novità già emersa – che prima non era così chiara – è che filmati dell’evento ce ne sono, e per l’appunto più di uno.

In attesa del prosieguo delle indagini e della decisione del Tribunale del riesame, che aggiungere su questa storiaccia (perché tale è, comunque vada a finire l’iter giudiziario)?

Siccome pare proprio che la ragazza non stia psicologicamente troppo bene – cosa possibile, ma francamente difficile, dopo un rapporto felicemente consenziente -, sarebbe stato bello, a più di 15 giorni dall’evento comunque traumatico, un gesto di vicinanza, fra i giovani e fra le famiglie: meglio se sincero, al limite anche insincero, perché in ogni caso significativo. Se questo c’è stato fuori dai riflettori mediatici, ce ne rallegriamo assai, e facciamo i complimenti a chi ne è stato l’organizzatore; se non ci fosse stato – come purtroppo temiamo – ci sia consentito dire che siamo alle solite, ai familiari che pensano solo al destino dei loro golden boys e se ne fregano delle persone che, comunque, proprio benissimo non stanno. Beppe Grillo, insomma, non ha certo creato niente, ma ha ulteriormente legittimato un certo comportamento: quindi, siamo nel tipico caso all’insegna del “di male in peggio”.

Mala tempora currunt, sed pejora parantur…

11 Commenti su Ferdinando, Tommasina, Manolo

  1. Vedo nero e basta scrive:

    Il Minucci Ferdinando? Ho avuto la sfortuna di averlo conosciuto personalmente. una persona da poco, super raccomandato dal vecchio PCI, borioso, ignorante, presuntuoso ed altri difetti. Paradosso; a quei tempi disprezzava chi seguiva la Mensana di Cardaioli. Buffo il destino. Io non gli avrei dato nessun anno di carcere, ma gli avrei prosciugato il suo conto corrente e l’avrei voluto destinare ai sevizi sociali al Campansi per una decina di anni. Poi poteva anche essere perdonato. Suoi compagni di pena il Mussari ed il Vigni. Che carcere, ma levargli quello a loro più caro; i soldi!

  2. Vedo nero e basta scrive:

    Questi sinistrorsi perdono il pelo, ma non il vizio. Ancora la polverina della censura all’opposizione gli è rimasta ancora addosso. Spero che l’unica innocente di questa faccenda sia la vecchia bandiera PCI Materozzi, forse all’insaputa della mancata convocazione dell’Eretico. Che ci sia lo zampino di quelle femministe moderne post-comuniste, un po’ birichine?

  3. Gp scrive:

    Con tutto il rispetto, di Tommasina Materozzi ricordo solo l’appartenenza al partito che ha distrutto la città negli anni in cui è stata distrutta. La sua legittima volontà di non parlare di mps non mi invoglia a leggere il libro per colmare la mia lacuna.
    A proposito di Mps vorrei segnalare che è saltato fuori un derivato che obbliga la banca a pagare 1000000000 (un miliardo) ad AXA in caso di vendita dell’istututo

    https://www.google.it/amp/s/www.ilparagone.it/banche-mercati/mps-axa-ad-morelli/amp/

    In pratica Morelli avrebbe firmato con Axa DOPO la ricapitalizzazione a ns spese del 2017 (quando tra l’altro la partecipazione dei francesi nella banca era scesa allo 0.038) un contratto del genere e poi è andato a fare il dirigente proprio in AXA!
    Sono soldi pubblici, tantissimi! Il Cda che dovrebbe fare gli interessi dello Stato dov’è? Collegio sindacale? Revisori? Commissione europea? Magistrati? Politici locali e non? Va tutto bene?
    La banca è tuttora in balia di dirigentucoli infedeli che in caso di cessione andrebbero a casa, e che tentano di arraffare l’arraffabile, nell’assordante silenzio della proprietà e degli organi di controllo e vigilanza.
    Solo per esempio:

    https://www.google.it/amp/s/www.gazzettadisiena.it/monte-dei-paschi-di-siena-una-storia-italiana/%3famp (ricordo, sempre con soldi pubblici)

    • CFO scrive:

      Non è un derivato.
      È una clausola a tutela degli attuali partner di Axa in caso di cambio di proprietà del Monte.
      La banca la inserisce spesso nei contratti di finanziamento quando eroga prestiti alle aziende.

      • Gp scrive:

        Il sole 24 ore che ha dato la notizia ha parlato di ‘opzione put’. L’opzione put è un derivato. Se hai notizie diverse da altre fonti condividilo pure.
        Indipendentemente dalla forma è vergognoso, si sono mangiati più del 20% della ricapitalizzazione quando già sapevano che lo Stato avrebbe dovuto cedere la partecipazione

  4. Il resiliente scrive:

    Ben vengano certi atti ufficiali a futura e condivisa memoria.
    Il problema attuale però è trovare una nuova via che permetta a questa comunità di stare dignitosamente al mondo.
    Come strade bianche è la classica del nord più a sud d’Europa l’imperativo è evitare che Siena diventi la città più al nord del meridione italiano.

  5. Anonimo veneziano scrive:

    ?..vorrei solo ricordare che quando i sinistrosi rovinavano siena, i destrorsi facevano come i ladri di Pisa….chi non lo sa perché ‘un ci veniva, lo posso capire; ma chi c’era lo dovrebbe sapere! Sennò siamo in malafede….se ne salvano due o tre..quattro al massimo!

  6. Daria gentili scrive:

    È stato il fantasma delle feste dell’Unita di non antica memoria aleggiante negli areati bastioni…..che ti ha magicamente allontanato dall’evento.

  7. Luca scrive:

    Ma un bel girotondo col francesino quando verrà organizzato?

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