Eretico di SienaVacanze autarchiche (III): Subiaco, foreste, "Trashcattolicesimo" (e 2 Ps) - Eretico di Siena

Vacanze autarchiche (III): Subiaco, foreste, “Trashcattolicesimo” (e 2 Ps)

Seconda ed ultima puntata da Subiaco, cercando di isolare tre luoghi simbolo della seconda parte della vacanza: si parte con una riflessione su Subiaco stessa e sulla sua gente; poi, la scoperta di un Santuario dedicato alla Santissima Trinità, che ci ha fatto coniare l’espressione “Trashcattolicesimo”; infine, qualche noterella sui Monti Simbruini, che a tutti raccomandiamo vivamente.

SUBIACO, IL LUOGO DEL CALORE RELAZIONALE

Certo, si potrebbe scrivere della Rocca abbaziale (poi commenda cardinalizia, anche per Rodrigo Borgia, che vi fece nascere Lucrezia), la quale è il simbolo del paese che domina, dall’alto (con affaccio stupendo verso i Simbruini, nonché sul monastero di Santa Scolastica); oppure della chiesa romanica di San Francesco, in fondo all’ingresso della cittadina (i Francescani dovevano stare ben di sotto, eh, rispetto ai “cugini” Benedettini); oppure, ed ancora, del ruolo di Papa Pio VI – il Papa che venne anche a Siena, presente in Sant’Agostino al tempo della “horribil scossa” del 1798 – come munifico sponsor della Subiaco moderna, cui è dedicato financo un Arco di Trionfo proprio all’ingresso di Subiaco.

In fin dei conti, però, ciò che più mi ha stupito – risiedendo da foresto una settimana in loco, nel bel Palazzo Moraschi, ormai adibito ad albergo – è tutt’altra cosa: il calore della popolazione. Sarà che visitatori, specie adesso, non se ne vedono tantissimi, sia pure; però resta il fatto che una tale gentilezza ed una siffatta apertura uno, in tutta franchezza, non se la aspetterebbe: e non è (o, comunque, non è solo) la gentilezza e la cordialità del commerciante, che ha un suo interesse precipuo; è anche quella di chi non può in nessun modo ambire a spillarti qualcosa dal portafoglio.

Delle grandi tradizioni della stampa, purtroppo, pare essere rimasto ben poco, a Subiaco: nella cittadina che ha dato i natali ai libri stampati in Italia (grazie a due benedettini tedeschi che arrivarono nel 1464), resta poco, solo una libreria (cartoleria e giornalaio ad un tempo: non il massimo); sembra quasi, però, che i Benedettini, per vie recondite, siano riusciti a portare la gentilezza ai sublacensi. Ora, labora et saluta?

IL SANTUARIO DELLA SANTISSIMA: IL “TRASHCATTOLICESIMO”

Leonardo Sciascia, in “A ciascuno il suo”, fa dire ad un personaggio che la Sicilia sarebbe meravigliosa, se solo non ci fossero i siciliani (citazione fatta spesso, ma quando ci vuole…); si potrebbe dire lo stesso del santuario della Santissima Trinità di Vallepietra, in Provincia di Roma, collocato fra Lazio ed Abruzzo. Il luogo è paesaggisticamente meraviglioso: i monti Simbruini da una parte, con la loro verde maestosità; un costone di rocca calcarea dall’altra, dal quale viene fuori questo santuario – aperto alla pubblica devozione solo nel 1886, ma frequentato da secoli -, in cui si trova un affresco con tre figure identiche, benedicenti alla greca (da qui la Trinità: “in his tribus personis Dominum credimus”). L’opera è anonima, databile XI secolo (con dubbio personale annesso); si intravedono altre due figure di monaci, a pochi metri di distanza: uno – secondo il sito del luogo – potrebbe essere San Bernardino.

Perché dunque scomodare una espressione indubbiamente forte come quella di “trashcattolicesimo”, dunque? Per un semplicissimo motivo: reduce da un luogo di grande spiritualità quale il Sacro speco, qui il visitatore si trova invece, squadernato al suo cospetto, un insieme di paccottiglia che con la spiritualità non dovrebbe avere alcunché a che fare, secondo gli stessi dettami evangelici. E via con le bancarelle in cui formaggi, porchetta e souvenir vari la fanno ovviamente da padroni: passi, anche perché il percorso finale di avvicinamento al santuario non è iniziato; ma che dire delle bancarelle che vendono le candele tradizionali (di mezzo metro), più immagini sacre di ogni genere, fino ad una manciata di metri dal luogo sacro? Insomma, la Trinità del pellegrino locale – la blasfemia è di chi consente il tutto, sia chiaro – sta tutta nel “candela, santuario, porchetta”.

Inutile, comunque, fare tanto gli schizzinosi: il Cattolicesimo ormai le grandi folle le aduna quasi solo così (Medjugorje docet); se si andasse avanti con lo scriptorium dei Benedettini, in Vaticano potrebbero alzare bandiera bianca.

Lo scrivente, ad ogni buon conto, dopo una breve ma davvero significativa permanenza sul posto, si è buttato nella foresta. Ci rendiamo perfettamente conto dell’attacco di misantropia, che ammettiamo e di cui ci scusiamo con i lettori, però lasciatecelo scrivere: meglio i faggi, di certa gente che si trova in zona…

CAMMINANDO PER I SIMBRUINI

Ne avevo letto bene, ma la concreta realtà ha di gran lunga superato la lettura: i boschi dei monti Simbruini sono davvero eccelsi; un trionfo di faggi (in certi sentieri, sembra di essere sull’Amiata), che si alternano ad aceri montani di enorme foggia e bellezza, il tutto ben condito dalle onnipresenti genziane. Sentieristica eccellente, come segnalazione e pulizia dei sentieri. Punto più alto toccato, i quasi 1900 metri del Monte Autore, dopo avere ascoltato, circa 200 metri sotto, un più che suggestivo concerto en plein air di violoncello, all’insegna di Bach e non solo.

Per esigenze di spazio, segnalerò solo un episodio di domenica; dopo la visita di cui sopra al santuario della Santissima Trinità, e la conseguente scelta di buttarsi nella più vicina faggeta (la quale, tra l’altro, vicinissima non era: tutta salute), dopo una mezz’ora di buon passo nel bosco quasi incantato, ci si ferma per consumare un frugale panino. Ecco che, dopo poco, in vicinanza spunta all’improvviso un gruppetto di bikers: sono loro i nuovi padroni delle foreste, un po’ come i cavalieri medievali illo tempore. In questo caso, non disturbano, anzi fa piacere che qualche umano sia in zona (viene ovviamente segnalato il rischio cinghiali e financo lupi).

Ecco invece arrivare, poco dopo, quattro cavalli allo stato più che brado: prima una coppia, che si muove a passo, brucando, poi un’altra coppia, sempre a testa bassa sull’erba. Siamo ad una manciata di metri di distanza: che fare? Chiaramente, calma e gesso, e su questo siamo quasi imbattibili; il problema cui inevitabilmente si pensa, però, è cosa fare se i quattro quadrupedi, per chissà mai quale motivo, iniziassero ad essere molesti. In questo caso – lo si ammette candidamente – il piano di azione non sarebbe stato così chiaro (si accettano consigli dagli esperti, tante volte in futuro la situazione si ripresentasse). Fortunatamente, tempo qualche decina di secondi, i 4 se ne vanno, sempre a coppie: tutto è bene ciò che finisce bene…

Ps 1 In settimana, ricco articolo sulle appena concluse Olimpiadi nipponiche: con i loro indubbi pro (per l’Italia, si intende), dei quali gioire; ma anche – sia consentito scriverlo – con qualche ombretta – reale e potenziale -, peraltro subito annichilita dal neonazionalismo pantofolaio di stampo draghiano…

Ps 2 Il 10 agosto 1996, a soli 22 anni, ci lasciava un giovane che sarebbe diventato un punto di riferimento culturale per la città, e verosimilmente non solo: Simone Ciani (figlio del buon Mario, demiurgo di Mesesport); oggi, sulla Nazione Siena, ci ricorda la sua figura il professore Alessandro Fo, che lo aveva avuto come studente di Letteratura latina. Oggi, Simone Ciani avrebbe dunque 47 anni: chissà quanto avrebbe scritto, dando concreto seguito a quella passione culturale di cui aveva già fornito bella mostra di sé. La terra sia più lieve che mai, a chi ha avuto solo la possibilità di iniziare a mettere a frutto il proprio talento.

 

14 Commenti su Vacanze autarchiche (III): Subiaco, foreste, “Trashcattolicesimo” (e 2 Ps)

  1. UN AMMIRATORE DA TEMPI NON SOSPETTI scrive:

    Caro Eretico, scusa la battuta, ma consoliamoci così: per quei quattro cavalli allo stato brado, avresti avuto bisogno di quattro barbareschi. Sienina ne è sempre stata piena, specie quando c’è il cavallo bono da portare in giro…

  2. alberto bruttini detto "Il Cacaccia" scrive:

    Accoglienza e gentilezza le ho trovate in abbondanza ad Alghero.

    E magari un giorno scrivo due righe su questo splendido popolo “catalano”

  3. Fra l’altro in codesto paese dell’ex Stato Pontificio, c’è nata anche una gloria nazionale come Francesco “Ciccio” Graziani, Campione del Mondo, nell’unico Mondiale riconosciuto e sentito da tante persone, in un’Italia più maccheronica, prima ci si montasse un po’ troppo la testa di presunzione, mamme, buoni sentimenti e marketing al posto delle prese di posiozione e pensieri celebrali.

    • Eretico scrive:

      Caro Andrea,
      grazie della aggiunta, che avevo dimenticato di citare, come tante altre cosette (e sul 1982 – come scritto tante volte – concordo in toto); aggiungo allora che, oltre a Ciccio Graziani e a Lucrezia Borgia, a Subiaco è nata anche una certa Gina Lollobrigida: c’è una targa, in un palazzo di discreto pregio della parte bassa del paese, che ne ricorda la nascita in quel luogo.

      L’eretico

  4. UNO DI STROVE scrive:

    Caro Eretico, complimenti al tuo reportage, godibile e molto interessante. Purtroppo credo che la categoria di “trashcattolicesimo” sia pregnante.
    Mi concedo un off topic: il Sindaco De Mossi, secondo la stampa locale, sta ridisegnando le attribuzioni delle deleghe agli Assessori (la Pugliese dai Lavori pubblici alla Cultura? Mah). Politicamente sembra un ulteriore avvicinamento ai partiti del centrodestra, ai danni dei civici (Marzucchi, se civico lo possiamo considerare). Credo che a questo punto non si possa tacere il fatto che lo stesso De Mossi dovrebbe finalmente prendere una tessera di partito (Lega, direi), e farla finita con questo residuale civismo di facciata..

  5. Pasquino scrive:

    A chi la do stasera…

    La delega al partito.
    La presidenza all’amico.
    La squadra all’armeno,
    e la piazza nondimeno.
    La poltrona del consiglio,
    a chi nega ogni groviglio,
    senza troppo controllare
    o nessun si può trovare.
    La musica è cambiata,
    ma per strada va suonata.
    Il ricorso all’avvocato
    che sta a Rimini beato.
    Dico a Siena un bel legale,
    poco pagato per l’ideale,
    Non si può proprio cercare,
    tra le lastre a ravanare,
    per ricorrer contro il Monte
    e lo faccia di sua sponte?
    Per fortun tra poco arriva
    agognata tra gli evviva,
    straordinaria la carriera,
    che a Sienina quando e sera
    tutto fa dimenticare,
    anche una giunta da rigettare.

    • Vedo nero e basta scrive:

      Ci vedo lo zampino di un certo Manunta. Comunque sia l’autore, purtroppo dice la triste verità.

      • Eretico scrive:

        Ed invece, senza minimamente violare la sacrosanta privacy dell’autore effettivo, NON di Manunta trattasi…

        Grazie poi a Casmar per la testimonianza sull’abate Gavazzi, il quale aveva davvero nonni importanti, esponenti della migliore tradizione della Sinistra italiana (chissà che direbbero della situazione odierna?).

        L’eretico

  6. casmar scrive:

    Caro Eretico,
    Subiaco mi ricorda un breve mio soggiorno di quasi 50 anni fa. In quella occasione conobbi l’abate Egidio Gavazzi. La sua fu una scelta difficile: era membro di una ricca stirpe di industriali ed era un ingegnere, destinato a dirigere le aziende di famiglia. Tuttavia, l’educazione ricevuta lo spinse in un’altra direzione: i suoi nonni materni erano infatti Andrea Costa e Anna Kulischoff. Fu un grande abate, capace di fare di Subiaco un punto di riferimento del pensiero cattolico

  7. Vedo nero e basta scrive:

    Fuori argomenti odierni. Sarà una bufala o vero che certi elementi leghisti hanno perso la testa proponendo la sostituzione della dedica di alcune piazze a brave ed oneste persone (Falcone e Borsellino ed i partigiani) con quella di cupi personaggi già squalificati nella Storia italiana ed internazionale (il fratello di Mussolini ed Hitler). Non mi sembra possibile che un partito di cui si prevede che avrà una valanga di voti nelle prossime elezioni possa fare questo incredibile autogol. Preferisco pensare che sia una bufala e resto in attesa di una smentita. Comunque il fatto che a Tirrenia esista ancora un ex colonia a cui non è stata tolta la scritta “Colonia Vittorio Emanuele III”, il Re vigliacco e tappo, mi fa pensare che ancora non esista una memoria storica anzi si stia perdendo.

    • Eretico scrive:

      Purtroppo, così invece è (ci sarà un Ps ad hoc nel prossimo, imminente, pezzo)…

      L’eretico

    • Gianni scrive:

      caro vedo nero…
      Se lei stesse meno sulla tastiera e camminare tra la gente avrebbe più coscienza dei veri sentimenti di molti leghisti( per non parlare dei fratelli) ma soprattutto di ques substrato di mercenari che x motivi propri solleticano istinti più bassi.
      È una vergogna che amministratori non si dichiarino antifascisti( seguendo la legge) e anticomunisti( seguendo il buon senso), evidentemente ……

  8. Roberto scrive:

    Assolutamente fuori argomento.

    Ma è possibile che in piena era della digitalizzazione non sia possibile farsi spedire via mail i referti di visite ed esami ospedalieri? O si va alle Scotte oppure te li mandano per posta cartacea.
    Per me è incomprensibile, non so per voi.

    • Eretico scrive:

      Caro Roberto,
      hai ragione da vendere (ma nessuno te la comprerà): anche perché è da un anno e mezzo che si dice che all’ospedale bisogna andare il meno possibile, causa Covid, no? E quanto alle poste, c’è da sperare in bene: a me diverse bollette arrivano dopo la scadenza (ma sarà colpa mia che sto in campagna, dai)…

      L’eretico

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