Eretico di SienaLa domenica del villaggio: Leopardi, "Contessa", Natale (e XX settembre) - Eretico di Siena

La domenica del villaggio: Leopardi, “Contessa”, Natale (e XX settembre)

Eccoci all’appuntamento con la rubrica cultural-domenicale del blog; si parte con un breve ricordo di Paolo Pietrangeli, autore della canzone cult del 1968 italiano; poi, un’anticipazione della prima delle tre conversazioni leopardiane dello scrivente all’Università popolare (la prima, giusto lunedì); infine, la ormai consueta rubrichetta “Pubblicità-regresso”, con contorno di triplo Ps di ordinanza.

“CONTESSA” CI HA SALUTATO: LA MORTE DI PIETRANGELI

In settimana, ci ha lasciato Paolo Pietrangeli, figura poliedrica di cantante prima e regista televisivo in seguito; persona, comunque, che ha, volente o nolente, interpretato una traiettoria non rara di sessantottini duri e puri, poi passati armi e bagagli al servizio di Berlusconi (vedasi Paolo Liguori, nel mondo del giornalismo): Paolo Pietrangeli – figlio di un grandissimo regista come Antonio, sul quale lo scrivente, ai suoi tempi, si sarebbe voluto laureare – è infatti l’autore della nota “Contessa”, inno generazionale del 1968; dopodiché, giacché anche per i sessantottini vale il primum vivere (meglio se ben remunerati), deinde philosophari, eccolo alla corte berlusconiana, a fare il regista dei popolarissimi programmi di Maurizio Costanzo e poi – toh, la coincidenza – della insopportabile De Filippi.

Francesco Guccini, in questi giorni, ha messo in evidenza come “Contessa” nascesse già anacronistica, visto che in quella temperie sessantottina l’aristocrazia faceva paura solo a chi non sapesse leggere il contesto in cui si trovava; in ogni caso, oltre a Guccini e ad altri, in questi giorni ha preso la parola l’intellettuale egemone di quella temperie: Adriano Sofri.

Sul fido Foglio, infatti, Sofri ha scritto che “nel mondo di “Contessa” c’era bisogno di parole grosse, e le parole grosse erano ancora al riparo dei fatti”. Le parole erano violente assai, come chiunque può agevolmente riscontrare on line, ma non incitavano nessuno alla violenza: questa la tesi sofriana. Se ne potrebbe discutere per ore, ma lasciamo perdere.

Come al solito, da parte di Sofri, siamo di fronte ad una inopportuna – per non dire intollerabile – provocazione autoassolutoria, in particolare se pensiamo che l’intellettuale è stato condannato in via definitiva per essere stato riconosciuto colpevole di essere stato il mandante dell’omicidio del Commissario Luigi Calabresi. Ci pare che questo ennesimo affronto sofriano sia passato un pochino sotto silenzio (ne ha scritto Mario Giordano su La Verità di ieri, ci pare poi pochissimo altro). Anche questo, segno, amarissimo, dei tempi…

LEOPARDI POETA RISORGIMENTALE?

Che Giacomo Leopardi sia nel Pantheon degli intellettuali patriottico-risorgimentali, non vi è dubbio alcuno; lo testimoniano moltissimi leopardisti, e rinnovano l’assunto, da par loro, noti opinionisti, tra l’altro di estrazione la più diversa l’uno dall’altro: Antonio Socci e Roberto Saviano.

Il primo – con un contributo rintracciabile sul suo blog – difende il patriottismo leopardiano, anche in chiave larvatamente antieuropea; tra l’altro, collegandosi a quel filone culturale ciellino che, da don Giussani in avanti, ha sempre guardato con grande favore al pensiero leopardiano: incredibile dictu, viene davvero da dire…Roberto Saviano, poi, in un contributo su L’Espresso del 16 ottobre 2014 (siamo al momento dell’uscita de “Il giovane favoloso”, il bel film di Martone sulla biografia del recanatese), propugna l’attivismo patriottico-risorgimentale di Leopardi con queste, testuali, parole: “Leopardi per tutta la sua vita sogna un’Italia unita”. Due giornalisti-scrittori che, forse, solo Leopardi poteva mettere insieme, facendoli anche, nel caso di specie, concordare.

Anche a livello scolastico (leggasi le migliori antologie liceali), e spesso a livello accademico (ove ovviamente le cose sono più articolate e frastagliate), in linea di massima, partendo dal tandem De Sanctis-Carducci e via via su per li rami, il recanatese viene offerto, in questo peculiare senso, come un compagno di viaggio del Manzoni, vale a dire come un poeta impegnato, nel nome dell’Italia unita (che Leopardi non vedrà mai, morendo nel 1837: ma un quindicennio abbondante di Risorgimento lo vive, almeno quello).

Andando a vedere un po’ più nel dettaglio, e focalizzando l’attenzione solo e soltanto su questo aspetto al crocevia fra Letteratura ed Historia, tuttavia, siamo davvero sicuri che sia compiutamente così? Siamo proprio certi che questa immagine del Leopardi patriota sia aderente a quel tanto di Vero che possiamo ricavare dall’analisi della documentazione complessivamente disponibile?

Beh, sia per mancanza di spazio sul blog, che per rispetto di chi verrà all’Università popolare lunedì pomeriggio, riteniamo più giusto e corretto fermarci qua; almeno per adesso…

W I PAN DI STELLE

Per la rubrichetta “Pubblicità-regresso”, due parole sull’inizio del profluvio degli spot natalizi: i quali, ci erano sempre sembrati, dai nostri 30 anni in su, vieppiù insopportabili, con la loro melassa natalizia. Quest’anno, invece, sarà per il fatto che ormai il Natale – come già scritto – è solo il secondo tempo del Black friday, ed in più in giro si vedono cose francamente opinabili (Babbo Natale gay: era proprio necessario?), insomma le pubblicità in stile classico-natalizio, con la musichetta ed i bambini felici e Babbo Natale con folta barba bianca, beh queste sono tornate a piacerci assai.

In settimana, dunque, abbiamo per esempio apprezzata quella dei biscotti Pan di stelle: weberiano ideal-typus della pubblicità natalizia. E allora, di grazia, che male c’è?

 

Ps 1  In attesa di vedere come si concretizzerà l’accordo bilaterale fra Italia e Francia, per questa domenica basti una frase del grande Philippe Daverio (del quale, postumo, è appena uscito per Rizzoli “Il mio Napoleone”): “Per fare d’un francese un buon megalomane, occorre inserire nella sua mente un pizzico d’italianità”. Aveva precorso il bilaterale, Daverio?

Ps 2 Ieri mattina, inaugurazione della Piazza XX settembre di Siena (quella della fontana di San Prospero, parte del Parco delle rimembranze): discorso efficace del Sindaco, alla presenza dell’Assessore Pugliese e di un drappello di impenitenti laici senesi (quorum ego, ovviamente). Era davvero incredibile che Siena non avesse niente, a livello toponomastico, dedicato alla Breccia di Porta Pia, come scritto da anni su questo blog ogni 20 settembre: da ieri, non è più così.

Ps 3 Per non farci mancare alcunché, dopo avere discettato su Leopardi lunedì, il martedì si indossano i panni del narratore di gialli storici dell’Italia contemporanea (Roxy bar in Piazzetta Luigi Bonelli, ore 18,30 in punto): a questo giro, dopo avere affrontato il Caso della povera Marta Russo martedì scorso, si parlerà del particolare uxoricidio della moglie di un certo marchese Camillo Casati Stampa. Qualcuno, maggiorenne non proprio di fresco, ricorderà la scabrosità della vicenda…

 

22 Commenti su La domenica del villaggio: Leopardi, “Contessa”, Natale (e XX settembre)

  1. Cecco scrive:

    Contessa è una canzone fatta con degli slogan, buona per essere urlata nei cortei non certo per un ascolto intimista (probabilmente è stata costruita con questo intento), Guccini evidenzia come già fosse anacronistica nel ’68 perchè appunto prende di mira l’aristocrazia e non la borghesia come nemico di classe. A pensar male mi verrebbe da dire che lo fa perchè molti di quelli studenti ribelli erano figli della buona borghesia italiana (non tutti per carità) e quindi era più semplice attaccare una odiosa quanto improbabile contessa piuttosto che un concreto imprenditore qualsiasi con il figlio studente evidenziando così un fin troppo semplice cortocircuito pasoliniano. Semplificando molto si può giungere alla conclusione che il ’68 fu soprattutto una rivoluzione del costume e quindi in realtà una rivoluzione di matrice borghese e non certo operaia. Pietrangeli probabilmente capì e seppe cogliere l’attimo che poi mi sembra è quello che ha continuato a fare anche dopo magari sopportando qualche contraddizione tra passato e presente, riposi in pace. Cecco

  2. Un ammiratore di Pistoia scrive:

    Sono d’accordo con l’Eretico: le parole di Sofri sono vergognose, e non hanno trovato grandi critiche. Più facile scandalizzarsi e fare le giornalate per una mano sul culo di una giornalista (cosa da evitare, siamo d’accordo), che per cose che rimandano a morti ammazzati…

    • filippo scrive:

      Già perché fa più morti il comunismo della misoginia.
      Si ricordino, in proposito, le profonde parole del grande sindaco:
      “Ora, siediti, pensa e rifletti”.
      L. De M.

  3. Holden Caulfield scrive:

    Incuriosito dal tuo attacco frontale contro Sofri mi sono andato a leggere l’articolo da te tanto esecrato, avendolo lisciato qualche giorno fa. Intanto ti chiedo: tu lo hai letto? Te lo chiedo perché quando inserisco dei link del Foglio in questo blog mi viene rimproverato il fatto che sono protetti solo per abbonati e quindi di fatto non consultabili. Comunque in buona sostanza stiamo parlando di un coccodrillo per un protagonista del ‘68 (in questo caso in realtà presessantottino) appena deceduto, quindi immagino che si possa concedere un po’ di indulgenza nei confronti di chi lo ha scritto, soprattutto nel caso specifico, in cui si cerca di contestualizzare delle parole violentissime scritte da un ragazzino di estrazione borghese intriso di ideologia. Il tutto è condito da stralci di un’intervista a Pietrangeli nella quale è il defunto e non Sofri a teorizzare “l’intollerabile e auto assolutoria provocazione”. Ti dirò, sulla frase in questione sono francamente d’accordo con te più che con Sofri e Pietrangeli. Nel ‘66 le violenze in Italia erano ancora di là da venire, ma non si può far finta di ignorare un contesto di guerra a volte fredda, ma spesso parecchio calda che non poteva rimanere al di fuori dei confini. Dall’Ungheria alla rivoluzione cubana, dalla crisi dei missili al muro di Berlino per arrivare al Vietnam, il mondo era un campo di battaglia, ad appena 20 anni dalla fine del conflitto più devastante della storia umana. Dire che le parole di Contessa fossero intrise di una violenza necessaria per scuotere una società ingessata è scorretto. Quelle parole erano violente perché la violenza in quel momento, seppur ingenuamente era ritenuta necessaria non a scuotere ma a rivoluzionare.
    Non mi piace però la tua intolleranza nei confronti del diritto di Sofri di esprimere le proprie opinioni. Un uomo che ha passato 8 anni in carcere per davvero, per una delle condanne più controverse e “tortuose” della storia repubblicana, merita rispetto ed ha il diritto di esprimere la propria opinione almeno quanto tu abbia quello di criticarlo.
    Aspetto con curiosità una tua revisione critica del processo Sofri, potrebbe essere uno spunto per un nuovo pamphlet.

    • Eretico scrive:

      Caro Holden,
      è una delle svariate cose che ho nel cassetto; per prima cosa, partirei dal fare vedere come è stato trattato Leonardo Marino, il quale – come ben sai – accusando se stesso accusò anche Sofri (e Bompressi e Pietrostefani, il quale vide bene di togliere il disturbo dall’Italia). La Sinistra che critica, demolisce, insulta uno perché è socialmente il più “Sfigato” dei quattro, l’unico che non ha fatto carriera, vendendo cibo in un baracchino a Bocca di Magra…

      L’eretico

    • .perche indignarsi cara mia signora scrive:

      Ad holden il giovine io preferisco
      Lo william il vecchio del mucchio selvaggio
      O quinto potere che sempre gradisco
      Sto’ giovine che fa’ la parte del saggio
      Che sempre ripete l istesimo disco
      Mi torna alla gola ogni vorta ch assaggio
      La sua correttezza politica/mente
      Che segue scrivendo initerrottamente

      • Holden Caulfield scrive:

        Endecasillabi, rime perfette e il vuoto pneumatico dentro. Strafottenza e sberleffo, maledetta toscanaggine e supponenza (pensa un po’), è sempre e comunque scorretto, altrimenti guardandosi allo specchio rischierebbe di non piacersi, mentre invece ama se stesso di un amore infinito, come dimostra con malcelato compiacimento in ogni parola che scrive. Nessun dubbio, il giullare della val di merse è tornato ad imperversare nel web senese. È un classico, nei periodi di assenza quasi ti manca, ma in tre commenti tre riesce a farti rimpiangere i sui periodi di oblio. Dove finirà nelle sue assenze? Ma soprattutto perché torna? A me ricorda un tafano.

        • Eretico scrive:

          Caro Holden,
          ci sei andato giù pesante, su Manunta-“tafano”: ora che succederà, di grazia? In attesa del peggio, io da subito mi dissocio dalla definizione.
          Anche Gp, con il pur stimolante “Bin Loden” (troppo bello per non pubblicarlo!), ci fa rischiare grosso; ma il nostro Mario, tutto sommato, è persona di spirito, suvvia…

          L’eretico

  4. Paolo Panzieri scrive:

    Anche Mario Monti, detto sciagura in loden, non mi pare ci sia andato troppo leggero neanche stavolta.
    Già adesso l’informazione non brilla per indipendenza, ma metterla addirittura sotto il diretto controllo del governo, sarebbe veramente la mano di coppale …
    Eppure (quasi) tutti zitti.
    Qualche sincero democratico ha detto pure che sarebbe un’ottima idea.
    Tanto vale mandare al Colle direttamnte Ciccio Kim allora.

    • Gp scrive:

      Monti ogni tanto fa intuire quali possano essere gli argomenti alle riunioni della Trilateral… per me è un terrorista: Bin Loden

  5. Vedo nero e basta scrive:

    Occhio Eretico che qualche giovane virgulto venga a scuola in gonna. Personalmente io non me la prenderei, qualcuno fa anche questo per cuccare con le citte o fare un po’ di casotto e conseguente interruzione delle lezioni. Se poi è bel tempo tutti fuori a godersi un po’ di sole in Fortezza ed a vedere il panorama, con la citta vicino. Anche questo passerà, non gli si deve dare importanza; la scuola ha bisogno di tante altre cose importanti. Già tanti anni fa un cantante noto, Miguel Bosè, andò a Sanremo in gonna e la cosa passò nell’indifferenza totale.

  6. Daria gentili scrive:

    Babbo natale gay? La commissione ue che promana raccomandazioni per cancellare la dizione Natale, signore e signora ecc per rendere più inclusiva l’Europa? Un professore è stato costretto ad allontanarsi dalla scuola, perché ha redarguito alcuni alunni maschi che si erano presentati vestiti da donna?
    …..raccapricciante! Con questo trend si cerca di cancellare una realtà di identità sessuale, religiosa, biologica, storica per andare verso una libertà del nulla.

    • filippo scrive:

      Più che altro stiamo provando a sbarazzarci dei rottami del cristianesimo, che è giusto che nel privato trovi tutto lo spazio che si vuole, mentre nelle istituzioni semplicemente non vogliamo più né cristi né madonnine. Ma è una questione soprattutto anagrafica (vedi età media dei frequentatori delle chiese) e dunque solo una questione di tempo. Poi, che c’entra, ci saranno sempre quelli che si sbracciano nel nome del bambinello senza nemmeno pregare o andare in chiesa, ma quella è soltanto ideologia in purezza

      • Paolo Panzieri scrive:

        … e per completare quest’opera (forse in certi casi anche meritoria, dipende dal vescovo o dal prete di turno) importate muezzin, imam e costruite moschee come se non cisse un domani, in modo che nel giro di poche generazioni si diranno tutti per forza le preghierine ogni giorno, più volte al giorno e pure, come si diceva un tempo (prima della rivoluzione culturale buonista-maoista in atto), a buco pillonzi.
        Se a questo aggiungi la sharia,la rinunzia al vino (il nostro Brunello ed il nostro Chianti che fine faranno?) ed al prosciuttino, non credi che stiamo cambiando l’asino a poponi?
        E dei poponi senza il prosciutto, poi, che te ne fai?
        Non sarebbe meglio piuttosto tenerci il buono delle nostre tradizioni (il cristianesimo almeno è una religione di pace …), i nostri preti mansuefatti (a parte i pedofili ed i simoniaci …), fare pagare l’IMU alle proprietà della chiesa (resort e alberghi su tutti) e semplicemente recuperare la laicità dello stato come ai tempi dell’Unità d’Italia?
        Insomma, seguitare con questo anticlericalismo, perdonami, un po’ stucchevole al giorno d’oggi è come continuare ad ululare alla luna senza accorgersi del treno in corsa che sta arrivando a 300 km all’ora contromano.
        Certo a Siena con la ferrovia che abbiamo arriva un po’ più piano (Il lato positivo del sottosviluppo), ma arriva …

        • Vedo nero e basta scrive:

          Mi lamentavo del Papa polacco, ma questo è peggio, uccidono cristiani e ne bruciano le chiese e lui che fa? Parla dei migranti. Vogliono abolire il Natale e nemmeno nominarlo e lui di che parla? Dei migranti. Hanno fatto sfilare nel gay pride un Gesù gay e lui che dice? Parla dei migranti. In Italia aumentano a dismisura i poveri e lui che dice? Pensiamo ai migranti. Sbarcano tutti giorni centinaia di migranti sulle nostre coste e si discute con gli altri Paesi dell’UE per regolare e controllare questo afflusso magari andando ad aiutarli nei loro luoghi di origine e lui invece che propone? Facciamoli venire tutti senza nessun controllo. Con lui la Chiesa ha calato le brache più buonista dei buonisti. Poi alla fine qualcuno darà di matto e quando troverà qualche sgradito ospite a buco ritto a pregare gli tirerà un bel calcione dove non batte il sole; già ci siamo andati vicino a Siena pochi giorni fa con due donne che avevano messo il tappeto per terra e si erano messe in ginocchio bloccando il passaggio a chi passava davanti alla Loggia della Mercanzia e sono mandate a quel paese se non si levavano di mezzo.

        • filippo scrive:

          Allora siamo d’accordo. Via ogni simbolo o idea di matrice religiosa dallo stato, in ogni forma, poi si vota il referendum sul fine vita (si fa, vero?) e tutto va al suo posto. Sul cristianesimo come religione intrinsecamente pacifica, credo parli da sé la storia. Quanto all’islam, be’: se la croce non avesse un posto nelle istituzioni, come potrebbe la mezzaluna sostituirla?

    • .perche indignarsi cara mia signora scrive:

      Ma no signora mia usi il capino
      Cadde la maschera sulla tradizione
      D un vecchio che scendendo dal camino

      Pe’ i bimbi aveva torbida attenzione
      E conquistava con i bei balocchi
      L amore e la fiducia e l affezione

      Di bimbi e genitori strulli e sciocchi
      Era un pedofilo bene mascherato
      Si svegli cara mia et apra ..l occhi

      Ora che l hanno infine battezzato
      Per quel che fu’ che e’ e che sara’
      Mi pare sciocco il tono suo indignato

      Del resto viene lei da una citta’
      Ch al vano s affeziona vanamente
      E cosi pare che sempre restera’……

  7. Vedo nero e basta scrive:

    Pietrangeli Paolo? Il regista di “Maurizio Costanzo Show” ed “Amici di Maria de Filippi”? Ma non prendiamoci in giro. Liguori e Capanna, il primo berlusconiano, il secondo paladino in difesa del mantenimento degli stipendi insieme ai vitalizi per i deputati e senatori. Quanti ipocriti del ’68. Pace all’anima sua.

  8. .come si concretizzerà l’accordo bilaterale fra Italia e Francia ? scrive:

    Si concretizzera’ tra italia e francia
    Che quarcheduno restera’ n mutanda
    E quarcunartro s empira’ la pancia
    Quale sara’ la fortunata landa
    A metter grano dentro la su’ grancia
    Potrebbe dar risposta alla domanda
    Non il defunto ottimo Daverio
    Ma’ quarchedun d onore…legionario

    Ps. Betti puppa i tua nemmeno in banda so’ boni a fa’ pari co’ i tato

  9. .Che siena non avesse a rimembrare porta pia? scrive:

    Or vu’ l aete anche se n ritardo
    Cencinquantanni eran l anno scorso
    E poi nemmen del mese aete riguardo

    Vabbe’ di tempo molto n’e’ trascorso
    E potevate anche sbagliar di pia
    Coi i sindaco a fare i su’ discorso

    Su’ trafficata provinciale via
    Dove’ c’e’ i ponte della tolomei
    A tre chilometri dopo rosia

    Sicche’ l’e’ andata bene io direi
    Con certe genti in giunta …un si sa mai

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