La domenica del villaggio: Wertmuller, Pearl Harbor, parmigiano (e 3 Ps)
Eccoci al consueto appuntamento cultural-domenicale del blog, nel 52esimo anniversario della strage di Piazza Fontana, che – come una volta era ben risaputo, oggi parecchio meno – diede inizio alla cosiddetta “strategia della tensione”; oggi si scriverà della scomparsa di Lina Wertmuller, ovviamente; dipoi, dell’anniversario (in leggero ritardo, suvvia) dell’attacco nipponico di Pearl Harbor; per la rubrichetta “Pubblicità-regresso”, infine, ci occuperemo di parmigiano, che è sempre un bel parlare. Tre Ps, per concludere (con freddura anticlericale annessa).
PEARL HARBOR, 80 ANNI DOPO
Non è facile dire qualcosa di nuovo sull’attacco nipponico di Pearl Harbor, in cui – quel 7 dicembre 1941 – la Seconda guerra divenne compiutamente, e definitivamente, mondiale: in ogni caso, è un anniversario su cui non si può non tornare. Anche perché l’evento ebbe indirette ripercussioni anche sull’Italia fascista, che – come risaputo – di Tokio era alleata (qualcuno ricorderà il famoso “Roberto”: Roma, Berlino, Tokio).
Una cosa, per i non contemporaneisti, va detta: il Giappone del Primo Ministro Tojo, esponente dei falchi all’interno dei militari (quelli che non si volevano arrendere neanche dopo le due bombe atomiche, per capirsi), entrò in guerra contro gli USA per cercare di garantirsi il proprio spazio vitale sui possedimenti strappati alla Cina sin dagli anni Trenta, e contesi dagli States; insomma, gli americani in quel caso difendevano i cinesi dalle mire nazionalistiche di Tokio, a differenza di oggi (gli americani hanno sempre badato, nel Pacifico, ad avere garantita la navigabilità dell’Oceano: quello è il loro lebensraum, mentre per altre terre – vedasi oggi l’Ucraina – difficilmente sono disposti a morire).
Tornando a Tojo, questo dunque è il motivo per il quale i falchi nipponici non attaccarono l’URSS (scelta la quale, in un’ottica da “Roberto”, sarebbe stata di gran lunga la più lungimirante, con Stalin aggredito da Ovest e da Est), ma si concentrarono sugli USA, cambiando il corso della Second world war. E mettendo la firma sulla propria fine: da aggressori degli americani, ne diventarono a colonia di fatto. Se non è una eterogenesi dei fini questa…
LINA WERTMULLER CI HA LASCIATO
L’età era veneranda (93 anni), soddisfazioni ne ha avute a bizzeffe, con in più il fatto di essere stata l’unica regista-donna del cinema italiano per decenni, insieme a Liliana Cavani; eppure, va anche aggiunto che negli ultimi anni (rectius: decenni), Lina Wertmuller faceva film che non incontravano né il favore della critica, né quello del grande pubblico, come invece nei Settanta.
Come ha scritto Mereghetti sul Corriere della sera di venerdì, quello stesso timbro grottesco che ne aveva decretato il grande successo – spesso più di pubblico che di critica, peraltro -, era diventato un limite, una sorta di ritornello non più apprezzato.
“I basilischi”, risposta meridionale ai vitelloni felliniani (lei, che aveva collaborato con il Maestro ne “La dolce vita” ed “Otto e mezzo”), era del 1963: secondo alcuni, il suo miglior film; certo, nella memoria popolare c’è anche la Tv, con la Rita Pavone Gian Burrasca (1964), e – per tornare subito al grande schermo – “Travolti da un insolito destino…” e “Pasqualino Settebellezze”, entrambi con l’attore-feticcio Giancarlo Giannini. A modo suo, in “Travolti da un insolito destino…” aveva affrontato la lotta di classe, con la rivincita del mozzo – siciliano e comunista – Giannini, su una splendida Mariangela Melato, che interpretava la più snob delle sciure ( in politica, delusa dal Partito repubblicano di La Malfa, nisi fallor).
La Wertmuller è stata anche una donna di grande potere, potere che usava e che le piaceva assai utilizzare, all’interno del piccolo mondo del cinema italiano: questo va ricordato. Chiamarla “combattente” come fa Alberto Crespi (Repubblica, sempre di venerdì), ci pare francamente esagerato, nonché distonico rispetto alla sua biografia di ottima artigiana della pellicola, con punte di autentica genialità. Di certo, la sua scomparsa ci farà riscoprire qualche film non visto da anni, oppure proprio mai: come tutti i protagonisti di quel mondo, la Wertmuller ha il meritato privilegio di occupare almeno un cantuccino, nell’animo di ogni cinefilo.
W IL PARMIGIANO, E CHI LO LAVORA!
Nei giorni scorsi, si è creata una curiosa polemica attorno ad uno spot del Consorzio del Parmigiano reggiano, nota eccellenza della filiera agroalimentare italiana; il tutto, causato dal fatto che un lavoratore caseario, in questo commercial diceva, ad un gruppetto di giovani dall’aria gozzovigliante, che lui lavorava 365 giorni all’anno, dando anche l’impressione di essere felice di così fare.
Levata di scudi (quando è a costo zero, viene sempre bene): ma come, qui si legittima lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, perdinci. E giù vagonate di polemiche dei leoni da tastiera.
Ordunque, sia chiaro che in questo blog i diritti dei lavoratori, la qualità del lavoro, sono un traguardo cui tendere; come sempre, però, ci vuole discernimento, ogni caso essendo a sé. Ci possono essere dei lavori – molti di quelli del settore primario sono così – che inevitabilmente impegnano pressoché tutti i giorni, e che nonostante questo vengono svolti con gratificazione dal worker. Insomma, ci sono condizioni di lavoro in cui uno soffre, pur con tutti i fine settimana liberi e le ferie da godersi (se se le gode), e lavori che prevedono pochissimi stacchi, ma che un lavoratore svolge volentieri, e non solo per la retribuzione (anche perché quando ti licenziano, magari non te lo dicono su Teams). Sembra banale, comunque ovvio, ma evidentemente non è così…
Ps 1 Martedì, per “L’aperitivo con il giallo”, al Roxy bar (Piazzetta Luigi Bonelli, ore 18,30), lo scrivente discetterà del delitto per il quale fu condannata Maria Luigia Redoli, la cosiddetta “Circe della Versilia”. Un giallo che fece parlare molto di sé, per tanti motivi, i quali – per chi lo vorrà – verranno snocciolati per l’occasione. Ricordando che – sempre martedì, ma alle 17 – in Palazzo Patrizi c’è uno stimolante incontro leopardiano (mentre lo scrivente continua a scrivere sul recanatese, con sempre maggiore acribia): Gaspare Polizzi e Valentina Sordoni presentano il manoscritto del giovanissimo Leopardi “Compendio di storia naturale”; interviene l’ottimo Antonio Prete, presiede don Robertino Barzanti (chi scrive, presenzia, fino a circa le 18,26…).
Ps 2 A proposito del pezzo di domenica scorsa, è accaduta una cosa davvero curiosissima (e per lo scrivente un pochino frustrante): a fronte di uno scritto che era meramente tecnico – per avvertire che non si aveva tempo di scrivere la rubrica, e per pubblicizzare un evento su Tozzi -, ci sono stati più lettori del pezzo culturale della domenica pregressa, che conteneva materiale su Leopardi, Pietrangeli et alia. Viene da pensare che la cosa migliore sarebbe forse quella di scrivere due bischeratine e basta, per poi passare subito la parola ai lettori: e, magari, ci si arriverà…
Ps 3 Alla vigilia della Immacolata (Festa voluta da Pio IX per cercare di mantenere il potere temporale, ma lasciamo perdere), Papa Francesco, tornando in aereo da Atene, ha detto che “il peccato della carne non è fra i più gravi”. Quello del pesce, evidentemente, è peggiore…
PS 3:L’Imam Bergoglio sta portando alla rovina la Chiesa. Considera il peccato di carne poco grave riferendosi forse ai peccatucci del prelato francese costretto alle dimissioni. Parla sempre meno di religione limitandosi a parlare di migranti e di accoglienza incondizionata di gente di religione mussulmana che in netta maggioranza non ci stima per niente. La Madonna trans, Gesù gay nessun commento, per lui tutto regolare.
Se lei è un credente, dovrebbe sapere che il Papa è scelto da Dio che come Spirito Santo illumina i partecipanti al conclave. Quindi se il Papa fa certe affermazioni esprime la volontà di Dio. E lei come cattolico dovrebbe condividere quello che sostiene il Papa . Se non è cattolico, allora nulla quaestio .
Nel 39 ci avevano anche provato ma le buscarono da quello Zukov che avrebbe lasciato un segno nella storia della seconda guerra mondiale.
Il ritorno agli investimenti militari, le dichiarazioni esplicite a difesa Taiwan, la rivendicazione delle isole Curili.
L’attualità sembra cancellare le pagine sul pacifismo giapponese dei libri scolastici.
Un cambiamento incentivato proprio da chi li aveva piegati a forza di atomiche.
Altro segnale dell’evoluzione in atto e di quanto sarà difficile per noi europei continuare a sollazzarsi con le certezze cumulate negli ultimi 80 anni.
Caro prof. Sul ps 2 resto di stucco, che i lettori preferiscano certe estemporaneo gnorantesche esibizioni di pseudo cultura ,sciorinate con rozzo e rustico malgarbo da alcuni commentatori ,ali suoi dotti e sempre interessantissimi articoli ,e’ cosa barometricamente indicativa , del basso livello culturale e comunicativo necessario per attirare maggior numero di lettori.
Male ha fatto a rendercene edotti.
Spero che dai mala tempora culturali attuali ella non voglia stimolare o auspicarne di pejora parantur.
Ci ridia un po’ di de amicissiana/manzoniana spes.
Non cada la prego, nell apologia, seppur involontaria, d un istrionismo ,becero,volgare, dannoso ed umiliante per una cultura degna d esser chiamata tale.
Domenica scorsa ,si e’ verificato sul blog, un diluvio di sberleffi indegni, verso le piu’ nobili ed antiche istituzioni accademico culturali cittadine.
Perpretato da persona indegna anche solo di rammentare il grande illustre scrittore cittadino e le dovute commemorazioni a lui dedicate .
Lei ha dato spazio a tale tristissima esibizione, additittura l ha voluta provocare ecocando il pessimo soggetto autore del misfatto, passi, per una volta la perdoniamo.
Ma…..se lei incita o auspica il ripetersi di tali ruinosissimi eventi, se ne dovra’ assumere la responsabilita’ morale ,la qual cosa la porrebbe ai margini et oltre li suddetti ( margini) del universo culturale sanese.
Lo sappia, e’ avvisato.
Caro Manunta,
a questo punto penso che occorra chiarire che Lorenzo Mistretta, mio carissimo e personale amico, non è un professore, ma un avvocato francese.
Devi sapere peraltro che in Francia, a differenza che da noi, gli avvocati sono pochi, selezionati e quindi ancora stimati ed importanti.
Le sue ascendenze italiane ed il suo amore per il paese dei suoi avi, però, l’hanno portato negli anni a sviluppare una cultura letteraria nell’ambito dei nostri classici ben superiore alla maggior parte di noi italiani, si sarebbe detto un tempo, regnicoli.
Io stesso faccio fatica pur con i miei cinque specchiati anni di Piccolomini a stargli dietro, per esempio su Dante, che lui ama ed io detesto cordialmente da sempre.
La sua presenza su questo blog, quindi, alla fine è soltanto colpa mia, perché quando gliel’ho segnalato, mi era parso un giusto apporto ai temi sempre proposti (a parte domenica scorsa) dal nostro ospite ed un divertimento per lui.
Tra l’altro con la garanzia uno sguardo diretto ed attento sui fatti d’oltralpe, che rappresenta – mi pare – un valore aggiunto in assoluto per tutti.
Quindi, in virtù del nostro antico patto della difesa gratuita che ebbi a suo tempo a garatirti in caso dovesse insorgere, non sia mai, un qualche problema con le tue argute scorribande, ti pregherei di non cagionare sua la dipartita con critiche troppo feroci, che non mi pare peraltro possa meritare.
Magari quando ritorna a Siena, si organizza quella famosa merenda che si era detto e si invita pure l’Eretico, se viene, in persona. Così tra amici, come deve essere. Grazie.
Carissimo Paolo,
ti ringrazio della tua squisita gentilezza. Come sai, per me, la tua amicizia (del resto pienamente corrisposta), è non solo un motivo di mera felicità, ma anche un immenso onore.
Quanto alla merenda, non essendo d’animo rancoroso, ritengo e accetto volentieri la proposta.
Se tutti conoscono la storia dell’attacco a Pearl Harbour pochi ricordano che solo 3 giorni dopo, il 10 Dicembre, un altro attacco distrusse la “forza Z” ovvero la flotta inglese del Pacifico. Eppure fu un evento che nell’immediato ebbe conseguenze ben piu’ gravi; con l’affondamento delle corazzate “Repulse” e “Prince of Wales” nel Mar Cinese meridionale la marina imperiale rimase padrona del campo ed i giapponesi dilagarono in Malesia, nelle Filippine, in Indonesia e nuova Guinea, arrivando a minacciare l’Australia e addirittura l’India.
Non e’ un caso che 80 anni dopo la Cina e gli USA siano ai ferri corti proprio per il controllo del Mar Cinese meridionale, una zona strategica che permette il controllo dell’estremo oriente, oggi come allora. Corsi e ricorsi storici direbbe Vico… sperando che questa nuova guerra fredda resti tale.
Travolti da un insolito destino….per me film mito.
Adattissimo ad un periodo storico, primi anni 70, in cui tutto veniva buttato in politica, il tutto, del resto, di cui parla lo stesso film. Nord-sud, borghesia-proletariato, sesso, femminismo….
Temi che, seppure in una declinazione diversa, mi sembra siano sempre attuali
Come sempre densissimo il pezzo culturale del blog. Mi limito, per non abusare dello spazio e dell’altrui tempo, all’unico argomento non commentato dagli altri lettori, la pubblicità del parmigiano reggiano. Aggiungo a quanto scritto dall’Eretico: i ragazzotti che guardano e commentano (che prendono per il sedere?), sono dei mantenuti dai genitori-nonni o percettori di reddito di cittadinanza, quello che lavora non è un raccoglitore di pomodori schiavizzato, è un operaio discretamente pagato, che lavora con impegno e passione. Nell’Italia che era riuscita a diventare una potenza economica, il lavoratore, pur con tanta retorica, era la persona seria da elogiare, il modello cui tendere, e i mantenuti erano figli di papà da esecrare. Oggi l’Italia è parecchio cambiata, si può dire? Cambiata in meglio?
A chiosa del ps3 posso rammentare che, già nel 1965, Papa Montini meglio conosciuto come Paolo VI, nella Costituzione Pastorale “Gaudium et Spes” suggeriva quanto segue:
“Le popolazioni siano opportunamente informate sui progressi della scienza, nella ricerca di quei metodi che potranno aiutare i coniugi in materia di regolamentazione delle nascite, una volta che sia ben accertato il valore di questi metodi e stabilito il lor accordo con la morale”.
Ecco, mi pare che Bergoglio sia arrivato un tantino in ritardo su Paolo VI. Vorrei sottolineare la lungimiranza di Montini, che già in tempi non sospetti (ancora non era arrivato il ’68 con tutti i suoi cascàmi) aveva individuato la contraccezione come mezzo di prevenzione delle nascite indesiderate. Non condannava l’atto del coito come peccato, suggeriva anzi di praticarlo in modalità più sicura e più civile.
Pur troppo nell’immaginario collettivo maschile è ancora fortemente radicata l’idea della femmina che si sottopone con voluttà al volere sessuale del maschio, un bel paio di sganassoni dal “signor Carunchio” e giù a farsi trombare come se non ci fosse un domani. E c’è ancora qualche simpatico (o simpatica) buontempone che porta avanti le istanze dell’aborto come pratica da promulgare e promuovere tra le giovani coppie alle prime armi con il sesso. E’ comodo per voi maschietti eh, trombare senza il preservativo (perché si gode di più nevvero?) e poi ve ne lavate le mani, tanto la poveretta sedotta e abbandonata (di solito è così che fate voi supereroi, no?) finirà da sola su un freddo tavolo operatorio per sottoporsi a un intervento dolorosissimo sia fisicamente che psicologicamente (oltre che pericoloso talvolta!). Bravi bravissimi!!! Eh, no, cari belli, così non va per niente bene. Ora che anche il papa Bergoglio, che vi garba tanto, vi ha dato la sua indulgenza plenaria per trombare senza peccato, ricordatevi (brutte teste di cazzo) di usare il preservativo!! Primo per evitare di contrarre o trasmettere patologie a trasmissione sessuale – rammentatevi che fine ha fatto il po’ro Freddy Mercury a forza di pigliallo nel cacapranzi senza preservativo? -, secondo per evitare gravidanze indesiderate.
E a chi trasgredisce…verrà tagliato il billo. Zac!
p.s.: ..e per quanto riguarda Lina Wertmuller (scusate non come caxxo si fa la umlaut), direi che la sequenza di Nanni Moretti sul balcone di “Io sono un Autarchico” riesce a condensare nella scena del vomito verde tutto ciò che si può dire a riguardo.
Per quello c’è anche la pillola del giorno dopo, quella normale, ma il miglior metodo è sicuramente il preservativo, sotto tutti gli aspetti anticoncezionali e sanitari. Appendice spiritosa: sapete perché il preservativo viene chiamato anche goldone? Perché la prima marca di profilattico che arrivò in Italia era il “Gold One” che la non conoscenza della lingua inglese di tanti maschietti italiani lo ribattezzò “goldone”.
E principalmente massimo rispetto per le donne. L’altra metà del cielo.
Grazie per il rispetto. Invero graditissimo! La pillola è terribile, ha spiacevoli effetti collaterali, ritenzione idrica, smagliature, gambe gonfie. Alla lunga può addirittura portare al rischio trombosi. Oltre a questo aspetto sanitario, non da poco conto, c’è l’altro secondario e non meno odioso aspetto del liquame maleodorante che per giorni continua a emenare uno sgradevolissimo odore di orina e pesce fradicio. Del resto lo sappiamo tutti che il liquido seminale e il piscio escono dallo stesso pertugio, noi donne almeno abbiamo pertugi diversi destinati a differenti e separate funzioni. Anche in questo siamo meglio di voi. Sapevatelo.
Se è così allora un piccolo sacrificio per i maschietti ed uso del preservativo, che ora hanno fatto dei prodotti che riducono l’eventuale allergia al lattice. Sesso sicuro e responsabile innanzitutto.
Vedo Nero e basta, ma ‘nfatti non era difficile arrivarci.
Vedo nero, se anonima ti dovesse dare un appuntamento galante, ti consiglio di rifletterci bene, che rischi di trovare una sorpresina…
Hahahaha..!!
Tasto BlockNum, poi ALT+129 (da tastierino)
Grazie