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La domenica del villaggio: Citati, Biancucci, libri in Fortezza (e 3 Ps)

Saltato purtroppo il pezzo infrasettimanale (non per le agognate vacanzine, bensì per i troppi impegni di luglio), torniamo oggi con la rubrica cultural-settimanale del blog, con gli abituali tre temi: la scomparsa di Pietro Citati, figura tanto appartata quanto importante dell’intellettualità italiana; poi, una scoperta: un gran bel libro di poesie, scritte da un autore senese, Adamo Biancucci; infine, qualche cenno alla programmazione agostana dei libri e degli eventi culturali in Fortezza. Per concludere, un tris di Ps, per non farsi davvero mancare alcunché…

PIETRO CITATI: NASCE LA SAGGISTICA NARRATIVA

In settimana, ci ha lasciati Pietro Citati, figura davvero originale del panorama culturale – letterario, in particolare – italiano: era nato a Firenze, nel 1930, e viveva gran parte dell’anno – da molto tempo – fra Roma e Castiglion della Pescaia, nella pineta di Roccamare: era stato lui, a consigliare Italo Calvino a prendere casa in zona.

Citati si è occupato, con libri che hanno lasciato un segno, di grandissimi autori – Kafka, Manzoni, Goethe, Leopardi, Proust -, creando un genere, quantomeno per l’Italia, pressoché inedito: la saggistica – le biografie in particolare – narrative. Opere ben documentate, pur con il limite che vedremo, e scritte con una prosa magnetica, scorrevole e coinvolgente, rigorosamente alta ma altrettanto rigorosamente antiaccademica (non a caso, pur normalista di valore, decise di non insegnare all’Università, per avere la maggiore libertà di ricerca e di scelta possibile).

Paolo Di Paolo (Repubblica di venerdì, pag. 33), ricorda una frase di Citati, a proposito di Kafka:

“Ora mi sembrava un fratello maggiore, ora un fratello minore da proteggere”.

Passaggio esemplificativo all’ennesima potenza, del maggior pregio delle biografie di Citate (scritte così bene, e con tale trasporto anche emotivo, da catturare senza riserve il lettore); al contempo, del suo maggior difetto: troppo, per l’appunto, protettive nei confronti dei biografati, fino ad arrivare – in certi punti – a rischiare concretamente di lambire l’agiografia. Che è sempre bene resti confinata ai Santi, come si sa.

Per motivi che i lettori più attenti ben sanno, negli ultimi mesi ho ripreso in mano il suo lavoro su Leopardi (2010): non posso che confermare, per tabulas, ciò che ho scritto in generale sull’atteggiamento citatiano nei confronti del biografato.

Con l’aggiunta di un particolare biografico del letterato appena scomparso – tirato fuori da Giorgio Montefoschi, che lo conosceva assai bene, sul Corriere della sera di ieri l’altro, pag. 38 -, quello concernente i suoi seri attacchi di depressione (“usciva di casa, mi raccontava, arrivava a Villa Borghese, si sedeva su una panchina e piangeva per un’ora”); quando, nella biografia del genio recanatese, Citati cita – gioco di parole scontato, sic – certe lettere leopardiane sulla sua malattia (una delle), il biografo scrive che solo chi ci è passato davvero, riesce a capire il senso della drammaticità di quanto descritto da Leopardi. Definendo come depressione quel sentimento del nulla spesso tirato fuori dal recanatese.

Si intuiva che Pietro Citati parlasse per esperienza personale, oggi lo sappiamo per certo: e ciò ci dimostra ancora di più come sapesse partecipare al massimo grado con il vissuto del biografato. Grande pregio ed inesorabile limite del Citati, come detto…

 

A SIENA ABBIAMO UN POETA: ADAMO BIANCUCCI

Con una lodevole senso della discrezione, pur essendo un amico di vecchissima data, Adamo Biancucci non mi aveva detto niente di niente, a proposito dell’uscita del suo primo – speriamo non ultimo – libro di poesie: a fronte di pletore di conoscenti spuntati chissà da dove, i quali qualche volta fanno carte false per cercare di farsi presentare il loro libro in Comunale o in Fortezza, l’ex compagno delle Elementari (al vetusto Tolomei, poi chiuso: la maestra Lidia Paghi ha insegnato ad entrambi a scrivere…), nonché delle Medie alla San Bernardino (professoressa Pacini per iniziare, professor Sassetti per concludere il ciclo), poi compagno di avventure calcistiche di varia natura (entrambi portieri, entrambi con anche la voglia di giocare in campo, da “libero”, a comandare la difesa), ebbene Adamo non aveva fatto alcun cenno, al suo amico.

Dopo avere saputo (senza potere presenziare) della sua presentazione di maggio nei locali dei Rozzi (Suvera), e visto che ad editare il tutto c’era la Mondadori, mi sono fatto dare copia del libro: e quello che poteva essere un piacere da parte di un vecchio amico, per contribuire a fare conoscere un attempato (coevo dello scrivente, per l’appunto) esordiente, si è subito trasformato nel piacere della lettura di liriche davvero ben calibrate: capaci di squadernare, verso dopo verso, personaggi minori, i famosi ultimi di cui anche la poesia dovrebbe farsi carico, per quel che vale. Con un linguaggio volutamente non ricercato, senza ricerche di figure retoriche ad effetto, ma capace di parlare al cuore del lettore (c’è una lirica anche in onore di Andrea Mari, ma lo diciamo subito, e forte: il tema senese resta ben sullo sfondo).

 

Ecco un esempio, con una poesia il cui titolo è “Il vecchio bagnino” (siamo in periodo balneare, no?):

Mi saluta da lontano,

come si fa con gli amici che non si vedono da tanto.

E mi viene incontro.

Chissà se mi ha riconosciuto davvero, ma non importa.

Chi ama la vita non può essere bugiardo ed io gli credo.

Dalla sigaretta che si è acceso succhia boccate di coraggio.

Il salmastro gli ha indurito il viso,

ma nel cuore è un giovanotto.

I suoi occhiali scuri lo proteggono da ciò che è per sempre,

come le ferite che tutti abbiamo dentro.

E forse anche da una vita che scorre,

che ci ha già rubato la nostra mattina.

Allora se ne va,

senza voltarsi,

come chi ha perso tutte le sue rivincite,

ma con un’altra sigaretta,

ed un’altra riga sul volto.

Il tutto, si salda con i disegni di Ottone Rosai (Firenze 1895-Ivrea 1957), con il quale Biancucci pare avere una sorta di affinità elettiva: ad ogni poesia del senese, corrisponde infatti un disegno del fiorentino, databile anni Venti (sulla figura di Rosai avremmo molto da aggiungere, ma lo spazio è, come sempre, tiranno).

Insomma, per chiudere: a Siena – anche se non se ne sono accorti in molti, per ora – abbiamo un poeta: nel pieno di una così perniciosa caduta libera dell’intellettualità cittadina – date retta -, questa è una gran bella notizia…

 

IL PROGRAMMA DI AGOSTO IN FORTEZZA: DELITTO CALABRESI E LEOPARDI

Agosto è ormai alle porte – giusto qualche minuto ancora -, ed un primo commento sulla nostra programmazione in Fortezza per agosto (la quale continuerà anche per settembre, a Zeus piacendo) la possiamo e dobbiamo pur fare. Da lunedì 1 agosto, sui canali deputati troverete il programma completo; in questa sede, mi permetto di ricordare e di sottolineare giusto i due eventi di cui lo scrivente sarà protagonista solitario, mentre degli altri si parlerà via via, come ci pare giusto che sia.

Il 9 agosto, lo scrivente ripercorrerà ciò che accadde quella sciagurata mattina del 12 maggio del 1972 – se ne sono andati 50 anni, ormai -, in cui il Commissario di Polizia Luigi Calabresi venne ammazzato: non fu un delitto come altri – tutti drammatici, ovviamente – degli anni di piombo, fu qualcosa di altro e di più, ed i Processi che hanno portato alla condanna, come mandante, di Adriano Sofri lo dimostreranno, una ventina di anni dopo, ad abundantiam. Così come questo caso porterà sfacciatamente sulla scena la capacità di “fare quadrato” degli ex compagni di Lotta continua, anche a distanza di molti anni dallo scioglimento del movimento. Per chi, insomma, voglia capire meglio i Settanta (del Novecento), ma anche l’oggi, ci permettiamo di dire che si tratta di un appuntamento assai importante.

Il 18 agosto, giusto il tempo di rifiatare dopo il Palio, ed eccoci ad un’altra lezione su Leopardi; questa volta, dopo avere discettato dei luoghi leopardiani, sarà la volta di una chiacchierata sulle donne del recanatese: molte figure e storie sono ben note, altre molto di meno. In ogni caso, possiamo assicurare almeno una cosa: anche chi pensa di conoscere, e magari bene, la biografia del recanatese, potrà avere delle sorprese. Gradite o meno, non resta che venire in Fortezza, per scoprirlo…

 

Ps 1 Un certo scalpore è stato destato dalla volontà del Sindaco De Mossi di avvalersi del giovane artista Edoardo Tresoldi per un’idea, certamente, ardita; si tratta di una riproposizione – non abbiamo capito di quali dimensioni – della Cattedrale, in Piazza Jacopo della Quercia (Pino Di Blasio, ieri, ha salacemente titolato il tutto “L’opera da tre soldi”); non si vuole certo, qui, essere né misoneisti, né attaccare un amico che è pro tempore Sindaco: per quello che se ne è capito fino ad ora, però, si tratta di un qualcosa di cui si può anche fare a meno, per così dire…

Ps 2 Limite dei due mandati: Grillo umilia Conte, e la cosa ci fa dormire ancora meglio del solito; attenzione, però: tutto ciò, da una parte, facilita l’avvocato pugliese, il quale – oggi più che mai – può scegliere di persona i quattro gatti pentastellati che entreranno in Parlamento. Saranno felini di stretta, strettissima osservanza contiana.

Ps 3 Questione delle “ombre russe” sulla campagna elettorale in vista del 25 settembre: si può dire quel che si vuole dei pezzi di Iacoboni pubblicati in settimana sulla Stampa, ma come si fa a negare la special partnership fra la Lega ed il mondo putiniano? Come fa solo qualche sparuto esponente – non leghista – che si esibisce su Byoblu, dicendosi esplicitamente filoputiniano, sarebbe arrivata l’ora – in piena campagna elettorale – di dire finalmente ai propri (potenziali) elettori che si è a favore di Putin e della sua politica, senza ipocrisie: per una elementare esigenza di chiarezza e decoro, non vi pare?

 

 

14 Commenti su La domenica del villaggio: Citati, Biancucci, libri in Fortezza (e 3 Ps)

  1. UNO DI STROVE scrive:

    Molto interessante il ricordo di Pietro Citati, una figura di intellettuale veramente eccentrico ed appartato rispetto alla media dell’intellettualità italiana.
    Non conosco assolutamente (né come persona, né come poeta) Adamo Biancucci, e certamente la voglia di saperne qualcosa di più mi è venuta.

  2. Paolo Panzieri scrive:

    I russi piano piano ma probabilmente in modo inesorabile (come del resto era prevedibile) stanno vincendo.

    In politica internazionale la ‘real politik’ è sempre molto più intelligente delle roboanti crociate, spesso foriere di imbarazzanti disastri.
    Ed in Ucraina – spero di sbagliarmi – in difetto di una seria ‘exit strategy’, si profila la più grande debacle occidentale di sempre.
    Quindi, invece di seguitare con questa inutile caccia ai veri o presunti filoputiniani (i.e. filorussi), forse probabilmente potrebbe convenire cercare di preservarne l’integrità per l’incombente dopoguerra, con i fanatici filoucraini inevitabilmente fuorgioco.

    A proposito di fanatici, Nancy Pelosi, aka Crazy Nancy, 82 anni suonati, già tritadocumenti ecologica, oggi turista per caso, dopo il Palio di Siena, sembra abbia deciso di fare una gita pure a Taiwan.
    Non si è capito a fare cosa, ma di certo è riuscita a far incazzare come bisce i cinesi.
    Proprio quello di cui il mondo e l’occidente hanno bisogno in questo momento …

    Di disastro in disastro i nostri amici a stelle e strisce (versante Dem) devono aver proprio deciso di suicidare la civiltà occidentale e forse l’umanità stessa sull’altare del loro gretto integralismo ideologico.

    E pensare che qualcuno si lamentava di quel puzzone di Trump …
    Invece, come recita il proverbio dei nostri nonni, ogni peggio addietro viene.

    • Giovanni scrive:

      ..tipo la meloni con tutta la sua marmaglia…il preambolo lo abbiamo visto a Siena!

      • Eretico scrive:

        Caro Giovanni,
        lo scrivo a te, oggi, ma ovviamente vale erga omnes, a “marmaglia” del tutto invertita: sarebbe davvero bello che questo blog continuasse ad essere, nel mese e mezzo di campagna elettorale, un luogo di confronto aspro, anche ironico e sarcastico, ma non offensivo.

        La redazione – senza rinunciare allo humor, anche pepato e salace – si impegna a farlo; e sarebbe contenta che lo facessero anche i lettori-commentatori…

        L’eretico

      • Alberto Bruttini detto "il Cacaccia" scrive:

        Aveva ragione il mio babbo:

        LA MAMMA DEI COMUNISTI E’ – PURTROPPO – SEMPRE INCINTA

      • Daria gentili scrive:

        Ahahahahah…….come Di Maio candidato col PD……mi vien ca ridere ( il grande Lando Buzzanca dixit e per stare sull’ironico)

    • Vedo nero e basta scrive:

      Concordio al 100%. Rimbabbaiden rimarrà nella storia uno dei peggiori presidenti degli USA. E per essere peggio di Trump ce ne vuole. La Pelosi farebbe bene a trovarsi un bel posticino in quelle case dove stanno tanti vecchietti un po’ rincoglioniti, magari insieme al Rimbambaiden. Ricordo il suo ottimo esempio di democrazia e correttezza quando strappò davanti a Trump il discorso di quest’ultimo, anche se non sei d’accordo non è certo corretto tale comportamento da parte di una persona che a livello istituzionale dovrebbe essere imparziale. E noi pecoroni l’abbiamo anche ospitata al Palio, anche a spese nostre? Becchi e bastonati.

      • Paolo Panzieri scrive:

        Sembra che la nostra cara Nancy, già protagonista anni fa di uno inutile show in piazza Tienammen, conscia della sua probabile fine politica (sarebbe pure ora) nelle prossime elezioni di midterm, che i repubblicani pare vadano a stravincere (ma non dire mai gatto, se non l’hai nel sacco …), abbia deciso di sparare (a scopo prettamente elettorale) le sue ultime cartucce, anche a costo di causare inutilmente ulteriori problemi a livello internazionale.
        Tutto ciò anche contro il parere di Biden, che evidentemente conta meno di niente.
        Oggi i cinesi a causa sua stanno facendo esercitazioni a fuoco tutto intorno a Taiwan, violandone anche lo spazio aereo, probabilmente in cerca di un incidente come casus belli. Speriamo bene.
        In sintesi, reputo che siano queste le persone più inutilmente pericolose per il genere umano.

        Sulle “marmaglie” vorrei solo scrivere (l’Eretico ha già incorniciato la cosa) che in ogni schieramento, compreso quello di Giorgia Meloni, ci sono persone degnissime.
        Starebbe a noi elettori (soprattutto se ci ridessero le preferenze, come mi pare sostenga costei) farle emergere.
        Andiamo a votare le persone più che le idee consunte della politica.
        Magari qualcosa di meglio potrebbe anche verificarsi invece del solito peggio che sennò addietro viene.

  3. Il resiliente scrive:

    La visita della Pelosi a Taiwan è un’evidente accelerazione della strategia americana verso una nuova guerra fredda.
    L’Italia esce da questi ultimi 30 anni (post caduta muro) geopoliticamente irrilevante, economicamente declinante.
    Il nuovo contesto potrebbe rappresentare un’opportunità di rilancio

  4. Vedo nero e basta scrive:

    Cronaca quotidiana di Siena. Mentre continuiamo a baloccarci su quali cavalli correranno al Palio prossimo – anche se fossero dieci brenne cambierebbe poco sono le Contrade che contano – in altri luoghi stanno costituendo circoli e gruppi di opinioni per fare la Stazione dell’Alta Velocità in Valdichiana il più possibile vicino ad Arezzo. Ci faranno l’ennesimo scippo se le nostre istituzioni non saranno vigili. Cose successe, purtroppo, nel passato con Siena condannata a rimanere isolata da tutte le vie principali di comunicazione. Ricordiamo che la ricchezza di Siena nel passato è stata propiziata dalla Francigena, l’autostrada del Medioevo.

  5. Vedo nero e basta scrive:

    Riguardo al delitto Calabresi ed i commenti di certi giornalisti di quel periodo, c’è un certo Scalfari che non ci fece una grande figura, anche se poi cercò di rimediare in parte scusandosi dopo anni con la vedova.

  6. Giuseppe Pallini scrive:

    Ho scritto sul mio solito sito il palio.org un sonetto che ti mando, nel caso tu ritenga il caso di pubblicarlo. Verrei tanto volentieri a sentire la tua lezione su Leopardi, ma con questo caldo alla mia età non me la sento di uscire di casa. Auguri

    Il Facciatone

    Io mi domando che bisogno c’è
    di facci accanto al Dòmo quell’affare,
    sia pure provvisorio, dato che
    ci sono tante cose da ammirare

    e lì d’intorno è tutto un bel vede’.
    Un credo ci abbia soldi da buttare
    il Comune, perciò secondo me,
    quel progetto non era da approvare,

    è tanto bello il nostro facciatone
    che col vetro e l’acciaio un ci pòl sta’,
    però ‘l Sindaco ci ha un‘altra opinione

    e credo sian d’accordo l’assessori:
    finora sì, ci hanno saputo fa’,
    ma questa volta pisciano di fòri.

    • Vedo nero e basta scrive:

      Onestamente questa iniziativa del Sindaco mi lascia un po’ perplesso e deluso. Invece di spendere per questa cavolata, facciamolo per tante cose più utili alla comunità e l’elenco sarebbe lunghissimo a cominciare dalla sicurezza la sera, allo stato delle strade cittadine e delle mura e via dicendo.

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