Eretico di SienaManovra, Soumahoro, Caso Rossi (ed un Ps) - Eretico di Siena

Manovra, Soumahoro, Caso Rossi (ed un Ps)

Eccoci al consueto pezzo settimanale del blog, di una settimana densa di eventi assai stimolanti dal punto di vista politologico e dell’attualità: e si resta solo all’Italia, giacché se si entrasse nel salceto degli Esteri, bisognerebbe raddoppiare lo spazio (ed il tempo), ed il tempo – lo sappiamo tutti – ha una sua peculiare particolarità: è sempre tiranno…

 

LA PRIMA MANOVRA DELLA MELONI

Anche se non poco resta da chiarire (sulle coperture, per esempio), la Manovra finanziaria targata Giorgia Meloni è partita; premesso che i tempi sono stati in effetti strettissimi (ma lo si sapeva), che ben più della metà dei dindini sono per frenare l’emergenza energetica (anche questo è un inevitabile portato dell’attuale contesto geopolitico), andiamo a fare due o tre considerazioni di fondo che non possono essere eluse. In attesa di riparlare dell’argomento, dopo l’iter parlamentare.

In primo luogo, resistendo alle sirene salviniane e berlusconiane, la Premier ha tenuto la barra ben dritta contro lo scostamento di bilancio: non era affatto scontato, sic stantibus rebus. Di ciò le hanno dato atto anche molti commentatori non certo sospettabili di facile “melonismo post 25 settembre”, e noi, nel nostro piccolo, ci accodiamo a loro.

In secondo luogo, va però detto che ci si sarebbe aspettati una Finanziaria da Destra sociale, e certi rumors che arrivavano (via l’Iva da pane e pasta, per esempio), tali erano, ma sono rimaste proposte senza alcun seguito concreto; siamo invece di fronte ad una Manovra che è oggettivamente sbilanciata a favore del cosiddetto “popolo delle partite Iva”, più che sui lavoratori dipendenti, i quali ottengono solo un “taglietto” in più sul cuneo fiscale, non paragonabile alla Flat tax (quella che c’è), di cui – sembra di capire – si avvantaggeranno in massimo grado, all’interno del variegato mondo delle partite Iva, i monocommittenti con fatturati relativamente bassi.

Quanto alla Sanità, in effetti i soldi sono davvero pochi: 2 miliardi, di cui si stima circa 1,5 per pagare le bollette ospedaliere; il concreto rischio è che tanti, tantissimi medici – fra quelli che non lo hanno ancora fatto! – optino per il privato o direttamente per l’estero: cosa che – ricordiamocelo sempre – ha ripercussioni serie sulla qualità del Servizio sanitario nazionale. Inutile girarci intorno.

Quanto infine al Reddito di cittadinanza – in attesa di riparlarne, soprattutto dopo avere visto le barricate in piazza del nuovo “48 contiano” -, ci limitiamo a dire che tutto dipende da ciò che la Meloni vorrà, o saprà, fare nel futuro sul tema povertà: se saprà modificare seriamente il Reddito di cittadinanza (con maggiori controlli e politiche di ricerca del lavoro decenti), sarà un piccolo capolavoro; se non vorrà, o saprà, riformarlo in siffatto modo, e l’aiuto statale sarà dunque perso anche dagli effettivamenti bisognosi ed inabili al lavoro, sarà la sua Waterloo.

 

 

SOUMAHORO? UN ITALIANO VERO

La vicenda dell’ex sindacalista Soumahoro, portato in Parlamento – previo collegio blindato nella rossa Emilia, uno dei non molti, peraltro – da Angelo Bonelli, cioé di fatto dal Pd, è una vicenda triste per alcuni, trionfale per altri: diciamocelo pure, è uno di quei casi in cui la pubblicistica meloniana può sguazzare per mesi, e – va detto – con una quota di inevitabile ragione.

Pare evidente un fatto: che l’onorevole non sia neanche indagato, e che magari nemmeno lo sarà mai, importa solo alla Giustizia: Soumahoro non può però certo fare finta di ignorare ciò che sta accadendo alla moglie ed alla suocera (adesso ufficialmente indagata dalla Procura di Latina); e non a caso si è autosospeso, ieri, dal suo stesso Gruppo parlamentare. Come naturaliter si sta scrivendo nella stampa filomeloniana (ma non solo, va detto), siamo in una situazione che, cambiate le cose da cambiare, ricorda il berlusconiano “non poteva non sapere”: il quale, se vale per l’uno, non può non essere cogente anche per l’altro.

L’immagine del pugno chiuso di Soumahoro il giorno dell’insediamento del nuovo Parlamento, stivaloni ai piedi, resterà emblematica ed iconica: e a questo giro, non perché la Sinistra sia capalbianamente radical chic, ma esattamente per il motivo opposto. Una volta che prova a riconquistare il pueblo unido, poi raccatta figure come questa: pensare che sembra che le voci sull’italo-ivoriano si rincorressero da mesi e mesi, con denunce di organizzazioni come la Caritas (stipendi non pagati, et alia).

Soumahoro – ieri sera da Corrado Formigli – ha fatto quello che fanno tutti i potenti (lui ormai tale è) di fronte al mondo che gli crolla addosso: minima ammissione autocritica sui fatti oggettivi imparabili (salari non pagati); difesa del difendibile, sfidando il ridicolo (il “diritto all’eleganza” della moglie è già, per lo scrivente, un autentico cult); a fronte della opportuna domanda dell’intervistatore su come avesse campato fino all’ingresso in Parlamento (un mese fa!), ha risposto di avere scritto un libro, sic; infine, vittimismo mediatico e politico d’ordinanza (non ha tirato fuori la giustizia ad orologeria, ma, forse, solo perché si è cambiato canale per i Mondiali…).

Mettiamola così: l’origine sarà ivoriana, ma Aboubakar Soumahoro – lo possiamo ben dire – è diventato un italiano; come diceva il Toto nazionale, anzi, è realmente “un italiano vero”…

 

QUANDO ROSSI SI ERA SUICIDATO (I)

Nella settimana in cui Renzi attacca a testa bassa la Magistratura che ha osato indagare su di lui (ed in particolare il PM Nastasi – sentito a Genova in settimana, con relativa segretazione d’ufficio -, nel 2013 senese, il quale insieme al PM Turco ha portato avanti l’indagine sulla renzianissima Open), noi da par nostro iniziamo questa rubrichetta sul Caso Rossi, dal titolo “Quando Rossi si era suicidato”: vale a dire quando tutti – senza esclusione di alcuno, a partire dalla famiglia – sostenevano che il povero David Rossi si era ammazzato: soldi e politica ancora non facevano parte della narrazione che è stata proposta in seguito, negli anni a venire. Una narrazione avvincente, complottisticamente coinvolgente, diciamo pure una autentica manna dal cielo per i terrapiattisti di ogni colore: ma che, purtroppo, si infrange contro la realtà delle testimonianza rilasciate a caldo, non davanti a microfoni amici ma in una Procura della Repubblica.

Non partiamo dalla famiglia, però, bensì dalla mental coach Carla Ciani, l’ultima persona ad avere parlato a lungo con il suicida, la mattina del 6 marzo 2013; quello che segue, è un estratto – che, stante la sua lunghezza ed importanza, divideremo in due parti – di ciò che, a fronte di tre Pubblici Ministeri, ebbe a dichiarare la consulente aziendale il 13 marzo 2013, ad una settimana dal suicidio. Sul fatto che la coach Ciani, sentita in Commissione nel dicembre 2021, abbia edulcorato assai le sue considerazioni, che dire? Ciò che si fa mettere a verbale (ad una settimana di distanza, non ad anni ed anni), in una stanza di una Procura di fronte a tre PM, è ciò che è insuperabile, punto e basta.

“Mi ha manifestato una situazione di ansia derivante dalla perquisizione da lui subìta (il 19 febbraio 2013, Ndr), in un contesto già problematico: disse che questa cosa per lui rappresentava un dramma; disse che era un momento in cui gli stava cadendo addosso il mondo, perché c’erano tante cose che gli erano accadute lo stesso momento: la morte del padre (novembre 2012, Ndr)la crisi del Monte; lo stato di salute della moglie; le perquisizioni da lui subìte, in ufficio e nell’abitazione (anche nella sua macchina, Ndr). Insomma, lui si sentiva dentro una serie di situazioni negative che non riusciva a gestire…”.

Attenzione: best has yet to come, ma aspettiamo la settimana prossima, suvvia…

 

Ps La morte di Bobo Maroni: luci ed anche ombre – sia consentito dirlo – sulla sua attività politica; parce sepulto, ci mancherebbe altro: ma le ramazze tirate fuori dieci anni or sono per fare vedere che l’era Bossi era ormai superata, pur essendo una ottima trovata propagandistica, si sarebbero potute anche evitare, diciamocela proprio tutta…

20 Commenti su Manovra, Soumahoro, Caso Rossi (ed un Ps)

  1. Ics scrive:

    Il RDC è come il comunismo: alla fine funziona solo nella teoria.
    La sensazione è che siamo già oltre al posticino pubblico di Checco Zalone. Siamo ad una vita da pensionato, al sussidiato da divano.
    D’altronde, in un paese dominato dai pensionati, il farsi mantenere dallo stato si configura come un diritto acquisito, naturale.

    I casi Soumahoro & Gigino ambasciator d’Arabia hanno il pregio di chiarire all’uomo della strada quanto sia fasulla una certa narrazione (l’accoglienza, la competenza dei migliori, l’Europa ecc)

    • A.C scrive:

      Tutto corretto, ma preciserei su un punto, il farsi mantenere dallo stato non sarà e non è solo un diritto acquisito e naturale, ma si configura anche come un dovere innaturale, infatti ti rende dipendente dallo stesso Stato, fidelizzato ad esso e quindi accondiscendente su tutto.

  2. Il sagrestano scrive:

    “Capalbianamente radical chic” è meraviglioso!
    Quanto ti infighio ..

  3. Vedo nero e basta scrive:

    Il nuovo governo? Poche novità ed una conferma (sperando di essere smentito) del sospetto che finora tutte le iniziative di controllo del flusso migranti siano state finora delle tristi Waterloo per l’Italia. Le ONG non sono state fermate e ci sono solo vaghe promesse dei nostri soci dell’UE sul loro ricollocamento. Intanto Sienina nostra è ormai invasa da un numero crescente di ospiti non graditi; basta vedere alla Stazione, nel centro ed in tanti altri luoghi cittadini per vedere quanti ne girano di questi individui, seduti ai tavolini dei bar, rumorosi, nullafacenti, spesso fastidiosi per le persone a fianco. Sarà che il nostro vescovo è dentro alla Congregazione Vaticana per il flusso migranti, ma ultimamente il numero di questi intrusi è cresciuto molto in fretta. Speravo che questo Governo cambiasse la trotta, ma, come detto, ha battuto nel muro dei buonisti dell’UE. Il caso Rossi? E che p…e, arriveremo al prossimo decennio e ne parleremo ancora. La novella dello Stento che dura tanto tempo. Qualcuno se ne faccia una ragione, non si avrà mai la prova dell’assassinio, è ormai passato troppo tempo dal triste fatto. E’ ovviamente da condividere il dolore della famiglia perché, da tutto quello che si è saputo, Rossi non è stato materialmente ucciso, ma è stato portato alla disperazione ed al suicidio dai vari fatti negativi che stava vivendo. Un assassinio indotto in un suicidio.

    • leonardo scrive:

      “Intanto Sienina nostra è ormai invasa da un numero crescente di ospiti non graditi; basta vedere alla Stazione, nel centro ed in tanti altri luoghi cittadini per vedere quanti ne girano di questi individui, seduti ai tavolini dei bar, rumorosi, nullafacenti, spesso fastidiosi per le persone a fianco”

      Ha mai pensato a cosa farebbe lei se vestisse i panni di chi sta giudicando e se anche avesse vissuto quella vita, e lui fosse invece al posto suo ?

      • Pierpaolo scrive:

        Zero tolleranza per questi clandestini!

      • Vedo nero e basta scrive:

        Facciamo un po’ di considerazioni, al bar che consumano gratis? Com’è che sono tanto poveri, ma i soldi per comprare uno smartphone ce l’hanno. Fumano come turchi, vizio costoso dannoso per la salute, ma le sigarette costano e, giustamente, parecchio, meglio spendere per un panino invece? Io più che con loro ce l’ho con chi li fa arrivare con le cooperative buoniste prendono molti soldi statali e le briciole per i migranti. Soumahoro è l’ultimo scandalo, tanto Pantalone (noi) paga. Sarebbe meglio aiutarli a casa loro con progetti stanziati dai Paesi più ricchi, magari anche dagli enti carrozzoni inutili, ONU, FAO, UNICEF e ONG varie. Invece arrivano con i barconi pilotati dagli scafisti e dopo essere aiutati per un po’ di tempo dalle cooperative buoniste e mangiasoldi, vengono mandati allo sbando e preda della delinquenza organizzata. Tutto questo grazie a gente buonista come quella persona, saltuariamente presente prima delle elezioni al mercato del mercoledì, che certi senidioti hanno accettato e sostenuto nel nostro collegio elettorale, che non dovrebbe nemmeno amministrare un condominio ed invece le è stata data una poltrona da scaldare al Parlamento.

        • Anonimo scrive:

          Mamma mia che grettume! Sei parecchio più povero te di loro

          • Vedo nero e basta scrive:

            Se c’è un gretto non sono io. Sono realista, forse troppo pessimista, ma le cose in Italia devono cambiare non c’entriamo tutti né in Italia e neppure in Europa. Aiutiamoli a casa loro.

    • A.C scrive:

      Preciserei anche qui sul fatto che il muro UE non è fatto da buonisti, ma da ben altri loschi figuri. Ma la cara Meloni lo sà e lo sapeva molto bene, chi credeva e chi crede che qualcosa possa cambiare è un sognatore.

  4. Vedo nero e basta scrive:

    E Soumahoro? Essere presuntuoso, prepotente, ipocrita, finto amico dei suoi connazionali? Che bella figura per i buonisti. E come lui quanti ce ne sono e ce ne saranno in futuro, da italiani amministratori fraudolenti di cooperative e ad ex migranti protetti dai buonisti. E l’UE rema contro. ma a noi conviene ancora stare nell’Unione Europea? Tanti obblighi e nessuno aiuto per il problema migranti. I nostri cugini francesi ci stanno facendo la guerra anche ai nostri prodotti alimentari mettendo nei supermercati il bollino rosso (dannoso alla salute) a tutte le nostre eccellenze (dal parmigiano, al vino ecc.) e quello verde (cibo salutare) a cibi spazzatura come le patatine, le noccioline, ed altre schifezze con etichette falso italiane di pasta, formaggio e vino. Vive la France (sig)!!!

  5. Daria gentili scrive:

    Soumahoro, mi ricorda la giovane Serracchiani, le Sardine, Greta ecc….simboli in cui la sinistra cerca disperatamente di ritrovarsi senza esito fausto

  6. ginocacino scrive:

    … a proposito di Soumahoro e della attuale “sinistra” (nel senso di tremenda e paurosa) itaGliana … tratto dal Corriere della Sera intervista alla ex senatrice Elena Fattori

    Si sapeva tutto? Che cosa? Chi sapeva?
    «La dirigenza di Sinistra italiana sapeva, li avevo avvisati io».

    Come faceva lei a sapere?
    «Ho visitato la cooperativa Karibu durante un giro di centri per richiedenti asilo che ho fatto quando ero con i Cinque Stelle. Non sapevo nemmeno che fosse gestita dalla suocera di Soumahoro, me lo ha detto lei quando mi ha accompagnato nella visita».

    In che stato ha trovato la cooperativa?
    «Era sporca, fatiscente, c’era la muffa, mi dissero che la caldaia funzionava male. Ne ho viste tante di strutture ma quella è stata la peggiore, in mezzo al nulla com’ era. Per questo segnalai la struttura anche all’allora sottosegretario all’Interno Gaetti»

    Ne parlò anche con Nicola Fratoianni?
    «Sì certo»

    E lui?
    «Non ha pensato che fosse un fatto rilevante. D’altronde Soumahoro aveva un grande peso mediatico. Era appena comparso su una copertina di un settimanale come futuro leader della sinistra. Purtroppo nessuno è voluto entrare nel merito delle sue proposte»

    … ogni altro commento mi pare superfluo

    buona domanica all’Eretico capo e a tutti i suoi lettori

  7. Cecco scrive:

    La Sinistra: ridotta ad inseguire la Destra su un terreno che è incapace di padroneggiare ovvero quello dell’immagine. Fratoianni, noncurante degli avvertimenti di Caritas e USB candida Soumahoro, ma lo fa solo per dare l’immagine di difensore dei più deboli e non certo per le qualità morali del candidato. Mi viene in mente Berlinguer e la questione morale: quanta miseria intellettuale in quel che resta dei brandelli del grande PCI. La Destra: poco sociale e molto liberista, la Sanità pubblica rimane sottofinanziata ed al governo rimangono sordi al grido di dolore delle regioni che chiedono più soldi per il caro bollette dato che le strutture sanitarie sono energivore. Ma anche qui è difficile parlare male solo del governo in carica, il quale si inserisce nel solco dei governi precedenti, che hanno usato spesso la Sanità come un bacomat per ripianare bilanci disastrati. La Sanità pubblica avrebbe bisogno di una grande riforma in grado di rilanciarla e renderla efficace più che efficiente, chissà se gli attuali governanti sarranno in grado di realizzarla, certo è che sarebbe questa forse una delle priorità del paese Italia, molto più del rilancio dello Stretto di Messina spa, naturlmente, al solito, è solo la mia opinione.

  8. Vedo nero e basta scrive:

    Il Ponte sullo Stretto di Messina è, purtroppo, un errore di questo Governo. Nel fondale marino dello Stretto ci sono due faglie che si muovono in direzioni opposte; fu una delle cause del rovinoso terremoto che all’inizio del ‘900 colpì gravemente Messina e Reggio Calabria. Questo luogo fin dall’antichità è stato considerato pericoloso per le navi (ricordiamo la leggenda di Scilla e Cariddi) per le forti correnti che rendono difficoltosa la navigazione. Quindi fare un ponte in questo luogo sarebbe una spesa immensa e di difficilissima realizzazione. Temo che, invece, sarebbe un grande regalo per la delinquenza organizzata che facilmente si infiltrerebbe nella cosa; a questa non interesserebbe la riuscita o meno dell’opera, ma dei soldi che verrebbero stanziati e possibilmente incassati.

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