Eretico di SienaLa morte di Silvione (e 3 Ps) - Eretico di Siena

La morte di Silvione (e 3 Ps)

- 13/06/23

E ora, che Silvio Berlusconi è morto (86enne), da che parte si inizia a raccontarlo? Una biografia indubbiamente troppo vasta (larger than life), la sua, per essere racchiusa in un semplice pezzo bloggeristico, sebbene decisamente più lungo del normale. Anche perché il personaggio pubblico è stato divisivo come pochi altri, per non dire come nessuno, negli ultimi 30 anni.

Ma bisogna anche aggiungere che era capace di una carica empatica e di un ottimismo vitalistico sconosciuto ai politici dell’era preberlusconiana: se il Giulio nazionale (Andreotti, ovviamente) preferiva comandare che f…..e, a Berlusconi sono piaciuti entrambi gli aspetti dell’umana commedia. E le facce da austerity, alla Moro o Berlinguer, gli erano distanti anni luce.

In attesa di tornarci ovviamente su – come non farlo, di grazia? -, eccovi qualche spunto iniziale, tanto per alimentare un po’ la discussione…

 

IL PARTITO LIBERALE DI MASSA (FALLITO)

Tornando ab origine, andiamo al 1994: quando tutto – a livello politologico – poteva succedere, con un Partito – il quale (caso mai successo nella Historia dell’Italia repubblicana) era stato creato una manciata di settimane prima -, riuscì a conquistare il potere. Incredibile a dirsi: visto oggi, ci può sembrare normale; allora, si trattò di una rivoluzione copernicana, dell’inizio della politica iperpersonalizzata.

A quel punto, la Forza Italia di allora – capace di portare con sé intellettuali di livello, e proveniente da fronti diametralmente opposti, con Lucio Colletti massimo esponente in tal senso – aveva davanti due strade, una fallita e l’altra invece riuscita.

Quella riuscita, fu il capolavoro tattico-elettorale di Berlusconi: la creazione del centrodestra, con la capacità di unire due forze, per molti aspetti ossimoriche, come il fu Movimento sociale (in versione pre-Fiuggi), e la Lega (allora Lega Nord, con venature secessionistiche), egemonizzata da Umberto Bossi. Il mettere insieme il patriottismo finiano e il secessionismo bossiano non era per niente facile, e senz’altro tutt’altro che scontato (difatti arrivò prima la momentanea rottura con Bossi – a fine 1994 -, che costò a Berlusconi la sconfitta del 1996; poi quella con Fini, una quindicina di anni dopo), ma Berlusconi riuscì a comporre il tutto.

Dove invece Berlusconi ha fallito, pur avendo un’occasione forse irripetibile di successo, è nella creazione di quell’autentico Partito liberale di massa, che lui stesso aveva preconizzato, e che aveva saputo attrarre tante teste non da poco a metà dei Novanta (si pensi a Urbani, Martino, Melograni ed altri ancora): avviluppato dal combinato disposto del conflitto di interessi e dei guai giudiziari, Berlusconi ha via via abdicato rispetto a questa ambiziosissima progettualità iniziale.

Non pare elegante, in un giorno comunque di lutto e di cordoglio, andare di nuovo ad esaminare i Processi (fra condanne, assoluzioni e prescrizioni), o i complessi rapporti con Marcello Dell’Utri (che qualche anno di carcerazione se lo è fatto, peraltro): diciamo che, comunque la si pensi, il Silvio nazionale è stato distratto – nel senso etimologico del termine – rispetto all’idea del Partito liberale di massa. Con la particolarità – tutta italiana e berlusconiana -, che quando in Italia tutti sono stati pronti a dirsi liberali (non solo i berlusconiani), un Partito che fosse autenticamente tale (defunto quello di Giolitti, Croce e Zanone, sic) non esisteva più…

 

LA POLITICA ESTERA (FRA USA E RUSSIA)

Come era riuscito a tenere insieme Fini e Bossi, così Berlusconi è stato capace – anche in questo caso, fino ad un certo periodo – di tenere insieme USA e Russia (quando non voleva più essere URSS), vale a dire Bush junior e Vladimir Putin: il tante volte richiamato “spirito di Pratica di mare”, per capirsi. Vent’anni fa, che sembrano ormai secoli.

Come ebbe a riconoscergli financo Eugenio Scalfari, il Cavaliere era un grande anfitrione, capace di essere un padrone di casa – o in Sardegna, ovvero ad Arcore, oppure a Pratica di mare – che, con un sorriso ed una pacca sulla spalla, otteneva i suoi risultati (lo faceva anche con leader progressisti, come Blair o Obama, per dire); i quali, di volta in volta, si potevano declinare in due modi: a favore dell’interesse nazionale italiano (la distensione sempre lo è, a maggior ragione per un a potenza più commerciale che militare), ma anche pro domo sua (chi saprà mai, fino in fondo, di cosa avranno parlato, nella dacia putiniana, di grazia?).

Filoeuropeo, filoatlantico, filoputiniano convinto (fino alla fine, inutile nasconderlo, pur facendo votare i suoi a favore degli aiuti all’Ucraina), nonché amico di Gheddafi (fin tanto che fu possibile esserlo, dopodiché si arrivò al “sic transit gloria mundi”…), la politica estera del Silvio nazionale fu a dir poco variegata: pirotecnica, la potremmo chiosare…

 

LE DONNE, CROCE E DELIZIA

Anche qui: come si fa a sintetizzare un argomento sì complesso (Berlusconi e l’universo femminile) in poche, bloggeristiche, righe? Beh, limitiamoci giusto ai punti cardinali, diciamo ai fondamentali.

Il Silvio nazionale si trovò ad ereditare una Italia che era già profondamente secolarizzata, anche in tema di costumi sessuali: in pieno post ’68 (che – lui non lo avrebbe mai ammesso – lo ha aiutato assai), con il divorzio e l’aborto (nonché il delitto di onore, eliminato nel 1981!) ormai metabolizzati da grandissima parte dell’opinione pubblica, Berlusconi ebbe – da scaltrissimo imprenditore televisivo quale è stato, in chiave antipedagogica rispetto alla paludatissima tv democristiana fino ad allora monopolista – la idea di Drive in: programmi diventati oggi semicult, in realtà mero strumento per solleticare il voyeurismo italico, efficacissime macchine da audience e da soldi. Al contempo, sapendo furbescamente rassicurare la Chiesa (con l’alto clero che lo ha sempre lusingato, vedasi il peana odierno di Camillo Ruini), con programmi che esaltavano l’unità usque ad mortem della famiglia (fra tutti, il godibilissimo “Casa Vianello”).

Del fatto che gli piacessero le donne, non faceva certo mistero alcuno, con contorno di barzellette francamente indigeribili (nel senso più drammatico della short story ironica: facevano di solito ben poco ridere); sulla questione delle olgettine-odalische, poi, si vuole in questa sede solo ricordare che i Processi non si sono originati dall’avere avuto frequentazioni libertine – e ci sarebbe mancato altro! -, bensì dalle ipotesi accusatorie collegate agli annessi e connessi (soldi dati in cambio di silenzio: con Berlusconi peraltro poi assolto, anche dal Tribunale di Siena). Ha insomma sdoganato – fra le altre cose – il porno soft e casalingo, in anticipo su Internet: in questo, è stato davvero un visionario.

 

QUALCHE RICORDO PERSONALE

Ovviamente, lo scrivente non ha mai conosciuto di persona Silvio Berlusconi, ma  – come tutti i coetanei – ha attraversato il berlusconismo, di potere e di opposizione, in tutte le salse: avevamo 25anni quando scese in campo (26 gennaio 1994), ne abbiamo dunque 29 in più, adesso che ci ha salutati. Sarà arduo, non sentirne almeno un po’ la mancanza (non si sente forse la mancanza anche di chi si critica?).

Due episodi del tutto personali, voglio sottoporre ai lettori del blog: il primo, data il 2005, o forse il 2006; ero a Roma, passeggiante accanto a palazzo Grazioli, e guardando la vetrina di un antiquario a pochi metri da Piazza Venezia, riconobbi la guardia del corpo che dal 1994 lo accompagna, un fustacchione dal naso importante. Subito dopo, riconobbi il Presidente, intento a comprare qualche oggetto (avrà tirato sul prezzo?). Insomma, quando un personaggio si riconosce financo dalla sua guardia del corpo, prima ancora di vederlo di persona, beh questo è indice di una popolarità – piaccia o meno – davvero fuori dal comune: e di questo, nel suo narcisismo, Berlusconi si compiaceva assai.

Il secondo curioso ricordo personale (di un evento del tutto pubblico, però) concerne il Family Day, che si svolse in Piazza San Giovanni nel maggio del 2007: lì – anche se non ce n’era gran bisogno – capii che le capacità camaleontiche del Silvio nazionale erano pressoché inesauribili. Io ero in loco come osservatore (stavo raccogliendo materiale per l’inchiesta sulle false apparizioni mariane di Medjugorje), e – fra una chitarrata di Kiko Arguello e sermoni tipici del tradizionalismo cattolico – sul palco fece capolino, con discorso annesso, Berlusconi. A dimostrazione del fatto che – come scriveva Indro Montanelli -, il Silvio nazionale è stato davvero un arcitaliano: e non nel senso che frequentasse i circoli Arci, ecco…

 

LA PIETAS, QUESTA SCONOSCIUTA (PER MONTANARI)

In conclusione, sul Silvio nazionale: perfino Giuseppe Conte ha detto che, adesso, è il momento del cordoglio, mentre Tomaso Montanari ha deciso che domani l’Università per stranieri di Siena non parteciperà al lutto nazionale in onore di Berlusconi. La cosa è sorprendente, ma fino ad un certo punto: è solo l’ultimo passaggio di quella deriva che riguarda colui il quale, fino a pochi anni fa, era un validissimo storico dell’Arte (con le sue idee politiche, ci mancherebbe), ed oggi è diventato soprattutto un agit prop massimalista (ma sempre col sederino ben piazzato).

Il cattocomunista fiorentino, il quale da tempo – nella foga di interpretare il ruolo dello Sgarbi di Sinistra – non perde occasione per mostrare il suo intransigentismo massimalista, poteva forse farsi sfuggire un’occasione come questa, di grazia?

Eppure, di sicuro Montanari sa che il senso più autentico e profondo del finale dell’ Iliade (non della oscena “Lettera ad una professoressa” di don Milani, che tanto gli piace: dell’Iliade!) è proprio quello del rispetto, della pietas per l’appunto, fra nemici, fra gente che si scanna sul campo di battaglia: Achille, dopo la riluttanza iniziale, di fronte all’anziano e dolente Priamo restituisce il corpo del figlio (di Priamo, ovviamente), di quell’Ettore che pure gli aveva sottratto l’amatissimo Patroclo.

Omero – ammesso che sia mai esistito – ha indirizzato, nell’VIII secolo a. C., la civiltà occidentale verso una strada, che gente come Montanari non è ancora in grado di percorrere: ci sono dei casi – Montanari non è certo il primo -, in cui la Cultura è davvero un’aggravante, più che un arricchimento interiore…

 

Ps 1 Un articolo a parte meriterebbe il rapporto fra Berlusconi e Siena: è cosa notoria, il rapporto ombelicale fra banca MPS ed il giovane imprenditore edile, il quale per costruire Milano 2 si è servito dei soldi “senesi”.

Sulla odierna Nazione, Giovanni Buccianti – illo tempore in Deputazione MPS – ricorda i due fronti, a livello di finanziamenti: il Presidente Coda Nunziante era sfavorevole, il Provveditore Cresti invece a favore. Vinse il secondo, e l’impero edilizio di Berlusconi ebbe inizio…

 

Ps 2 Ieri pomeriggio, il Comune ha dato notizia della ufficializzazione dei 9 Assessori: sono 9, per l’appunto, ma – a differenza degli amministratori fra Due e Trecento – resteranno in carica per ben più di due mesi…

Il Sindaco Nicoletta Fabio ha tenuto per sé le due importanti deleghe del Palio e della Cultura: per tutto il resto, ci sarà ovviamente tempo e modo di scrivere (qualche lettore, peraltro, ha già iniziato a farlo, fra i commenti del pregresso articolo).

 

Ps 3 Francesco Nuti (68 anni), ci ha lasciato, nella giornata di ieri: come accadde a Giuseppe Impastato (ammazzato proprio il giorno di Aldo Moro, 9 maggio 1978), ha avuto anche la sfortuna di morire in un giorno egemonizzato dalla scomparsa di cui sopra. O forse ne sarà stato contento, chi lo può sapere.

Negli anni Ottanta, seppe sfornare film originali ed intelligenti, raccontando la provincia toscana (il biliardo, le donne, il fumo, certi personaggi dalla variegata umanità) con estrema acutezza. Poi, il demone della depressione, e quello del bere, prevalsero su tutto il resto (come non pensare agli ultimi anni di Luciano Bianciardi, fra gli altri?); fu il buio, a prevalere: fino all’ultimissimo dei suoi giorni, pare purtroppo di capire…

 

23 Commenti su La morte di Silvione (e 3 Ps)

  1. Daria gentili scrive:

    A mio parere con la morte di Berlusconi andrà a finire anche Forza Italia, perché il partito si identificava essenzialmente nel suo leader e chi lo votava votava sostanzialmente la sua persona.
    Ciò che ( non) ha fatto Montanari è scandaloso; come rappresentante di un Istituzione Pubblica doveva rispettare il lutto nazionale che è stato dichiarato e se questo gli faceva torcere lo stomaco poteva rimette il mandato, libero poi di fare ciò che più gli pare e piace. A questo punto ritengo che l’Universita di Siena potrebbe fare a meno di questa persona, che spero torni a fare il suo, pregevole, lavoro.
    Lo dico da una che non ha mai condiviso figura politica di Silvio Berlusconi

  2. Paolo Panzieri scrive:

    Proprio perché la sua morte rischia di passare inosservata, vorrei ricordare invece proprio Francesco Nuti.
    Soprattutto quello degli inizi, dei fantastici Giancattivi o dei primi film in solitaria, prima che lo cogliesse una certa malinconia e poi la depressione e la malattia.
    Ai più giovani consiglio caldamente la visione dello psichedelico “ad ovest di Paperino”, ma pure il successivo “Caruso Paskosky di padre polacco”.
    Veramente un grande attore comico.

  3. Gp scrive:

    Aspetterei il terzo giorno… non si sa mai

  4. Cecco scrive:

    Nel descrivere Berlusconi racconterei di un visionario che ha realizzato il suo progetto. Il progetto naturalmente non era un progetto politico in senso stretto, la paventata rivoluzione liberale credo fosse la foglia di fico per legittimare le sue vere ambizioni ovvero la costruzione del polo mediatico-culturale che risponde oggi al nome di Mediaset. La politica non era il fine ma un mezzo (tra i tanti) per raggiungere il suo obiettivo ed alla fine appunto, si è visto costretto (credo all’inizio suo malgrado) ad essere lui stesso un interprete del parterre politico. Conoscendo bene il mondo dell’imprenditoria e quello della televisione ha creato un nuovo modo di porsi nell’agone politico rinnovando soprattutto il linguaggio, e contribuendo così a demolire i vecchi partiti storici con i loro riti e le loro litanie. In questo gioco, perchè di questo si tratta, Berlusconi ha contribuito a creare un sistema bipolare usando l’anticomunismo come discrimine tra chi è con me e chi contro di me (usando anche l’anticomunismo come un brand e non in modo strettamente ideologico), riuscendo a coagualare in questo modo intorno alla sua figura forze allora molto diverse come la Lega e Alleanza Nazionale e favorendo così la nascita del centrodestra ancora oggi funzionante. La politica vista all’inizio come necessità è diventata infine un progetto politico stabile, una ennesima visione berlusconiana che alla fine si realizza, vediamo se i figli di quella stagione saranno in grado di reggere alla prova del tempo, di certo l’assenza di un progetto politico alternativo opposto contribuisce a questo risultato. In sintesi un visionario pragmatico.

  5. UNO DI STROVE scrive:

    Caro Eretico, aspettavo con una certa ansia (di quelle salutari) il tuo pezzo su Berlusconi, e non mi hai deluso: si rende la complessità del personaggio, c’è la partecipazione al cordoglio pur non abdicando alla critica su più punti, si colgono vari aspetti su cui immagino, e soprattutto spero, vorrai tornare sul blog.
    Quanto a Montanari, il motivo principale per cui non vuole onorare la memoria del Cavaliere è il fatto di avere sdoganato i post fascisti. Non si capisce proprio perché, previe dimissioni immediate dal ben remunerato incarico, non stia ancora organizzando una Brigata partigiana, anti-Meloni e Berlusconi (pericoloso anche da defunto): qui nei boschi vicino a Strove c’è tanta memoria dell’epopea partigiana, anche se la stagione stenta un po’ a decollare…spazio insomma ce n’è: a quando la Brigata (partigiana) Tomaso?

  6. Ics scrive:

    In genere i leader sono sintesi della collettività, ne colgono i sentimenti, le aspirazioni, i pregi ed i difetti.
    Meglio l’imprenditore (simbolo di una nazione viva e produttiva) che il politico (di un paese declinante e rattrappito).

    Ha lasciato questo mondo anche lo scrittore Cormarc McCarthy

  7. Giulio scrive:

    Lutto nazionale?
    Un pregiudicato, prescritto quasi sempre e una volta condannato in via definitiva( come al capone) degradato dal titolo di cavaliere, colluso con la mafia, generoso con una specifica categoria di lavoratrici, corruttore di parlamentari…e il parlamento resta chiuso 7 giorni? In questo periodo? Una vergogna! Tutti loro dovrebbero dimettersi all’istante e non chi ha il coraggio di esprimere le proprie idee e di ribellarsi a qls di profondamente ingiusto e sbagliato!

  8. Stryx5 scrive:

    Ciao eretico,
    su Montanari sono in totale disaccordo con te.
    Per me il rettore di Unistrasi esprime con spirito critico una sua analisi, (condivisibile o meno) sulla base di elementi oggettivi, del tutto legittima. Che si sottragga alla deriva agiografica imperante è, a mio parere, del tutto legittimo e auspicabile. Condivido la sua posizione, peraltro ho sempre apprezzato chi ha il coraggio di definire aspetti non condivisi dell’agire di una persona quando, sull’onda dell’emotività conseguente ad un lutto, ci si aspetta totale uniformità di risposta. È inelegante?
    Senz’altro meno di tette e c…i.Su una cosa ti dò ragione, non se ne può parlare sulla pagina di un blog, sono tanti, troppi, gli aspetti che meriterebbero un approfondimento serio, a mio parere.
    Quindi, o sposti la chiesa, o vai n’i Perù

  9. Pierpaolo scrive:

    Silvio Berlusconi è stato e rimarrà per sempre un Simbolo per tutti coloro che come me fanno impresa! Fonte di ispirazione immensa, genio allo stato puro!

  10. duccio scrive:

    per modesta e insignificante esperienza personale/deformazione professionale, sottolineo che la “catena decisionale” sull’esposizione delle bandiere a lutto in simili circostanze è la seguente : trattasi di “telegramma” – 15 anni fa perveniva un bel fax, oggi viaggia via PEC – con la quale la Prefettura territorialmente competente dirama A TUTTI GLI UFFICI PUBBLICI uno scarno comunicato che potrei addirittura recitare a memoria….
    mi concentro solo sull’espressione GIUSTAMENTE UTILIZZATA : la Presidenza del Consiglio dei Ministri HA DISPOSTO, per la giornata xxx…bla bla bla….

    HA DISPOSTO

    punto

    non è contemplato nè contemplabile che un Rappresentante PRO-TEMPORE di una Istituzione Pubblica si rifiuti di adempiere ad una DISPOSIZIONE di tal fatta.

    Faccia pure il rettore Unistrasi le sue puntualizzazioni, si scagli contro il defunto Cavaliere, per carità ognuno la può pensare come crede, ma la striscia nera a lutto sulle bandiere le deve mettere. punto e basta.
    altrimenti DEVE DIMETTERSI

    questa non è fuffa, non è mera forma. è SOSTANZA

    • Giulio scrive:

      La presidenza del consiglio dei ministri ha disposto la chiusura della camere parlamentari x 7(!) Giorni causa lutto nazionale!
      Si dovrebbero dimettere loro…

      • Eretico scrive:

        Caro Giulio, il tuo secondo commento l’ho dovuto censurare, obtorto collo: dubito che i legali di Berlusconi leggano il blog, ma un paio delle cose che hai scritto sul Cavaliere non sono provate (le altre sì, peraltro), ergo, se per caso qualcuno vuole, può senz’altro partire a livello legale.
        Ho tanto lavoro da svolgere, non ho proprio tempo per la Polizia postale…

        L’eretico

  11. Giuseppe Pallini scrive:

    La Nazione, 14 Giugno 2023 – Morte di Berlusconi. Montanari, il prof contro le bandiere a lutto. Ma ora rischia l’inchiesta… Una scelta che ’spacca’ e ora rischia di avere strascichi penali. Come ha detto Pier Paolo Rivello, penalista e professore all’Università di Torino di Diritto penale, nonché procuratore generale emerito presso la Corte di cassazione, “il lutto nazionale proclamato dall’Autorità, se non rispettato è sanzionabile secondo l’articolo 650 del Codice, fino a tre mesi di reclusione o con ammenda fino a 200 euro”.

    Un s’è adeguato

    Berlusconi ha lasciato un gran ricordo,
    ma d’osservare il lutto nazionale
    non tutti l’italiani so’ d’accordo
    e i compagnucci l’hanno presa male,

    il Montanari non ha inteso a sordo,
    ha detto niente lutto, è naturale,
    è di sinistra ed è in disaccordo,
    ma questo non lo so se sia legale,

    a sentire un illustre penalista
    lui potrebbe anche esse’ sanzionato.
    Berlusconi era un anticomunista

    e al Montanari questo un gli è garbato,
    lui lo considerava antagonista
    e al lutto nazionale un s’è adeguato.

    P.S. Già pubblicato su IlPalio.org

  12. Michele scrive:

    È’ morto Berlusconi, siamo morti un po’ tutti noi che pensiamo di essere furbi, scaltri, donnaioli eccetera eccetera.

  13. Pino Mencaroni scrive:

    Ciao Raf,
    non sono un cultore dei trapassi ma riguardando le vicende di importanti personaggi passati a miglior vita, mi sembra che la questione del lutto nazionale per il decesso di Silvio Berlusconi sia stata caratterizzata
    da elementi di pressapochismo e partigianeria.

    Ad esempio, é stata profusa la vulgata che i funerali di Stato determinino automaticamente la proclamazione del lutto nazionale. Assolutamente falso,Falcone e Borsellino, insieme agli agenti della scorta e alla moglie del primo, saltarono in aria per mano di Cosa Nostra & Co.,le esequie furono di Stato ma nessun lutto nazionale.

    Facendo una ricerca sulla rete, per quanto possa essere attendibile, risulta che il lutto nazionale sia stato proclamato per i seguenti Pontefici:
    Papa Pio XII
    Papà Giovanni XXIII
    Papà Paolo VI
    Papà Giovanni Paolo II

    Poi per i soldati italiani uccisi a Nassirya, per le vittime del terremoto in Centro-Italia e per le vittime della recente alluvione in Emilia Romagna.

    Tra i politici, due ex Presidenti della repubblica: Carlo Azeglio Ciampi e Giovanni Leone, in questo ultimo caso un risarcimento per la vergognosa campagna di stampa organizzata dal quotidiano La Repubblica che lo costrinse alle dimissioni.

    Nessuno dei citati era pregiudicato né tanto meno era stato dichiarato decaduto, dal soglio pontificio o dal Parlamento, per la mancanza dei requisiti di onorabilità, al contrario di Berlusconi.

    La stramba decisione del governo di proclamare il lutto nazionale per Berlusconi appare più che altro una questione di parte. Forse un generoso gesto di riconoscenza verso colui, che per il suo indiscutibile carisma, ha trovato lavoro ai molti saliti sul suo carro e poi paracadutati in
    Parlamento.

    La scelta del rettore Montanari di non ottemperare alle decisioni del governo non mi sembra così grave considerando la disponibilità ad assumersi la responsabilità del gesto. Il dissenso é il sale della democrazia, talvolta aiuta a riflettere.E Berlusconi non é Dreyfus.

    • Eretico scrive:

      Caro Pino,
      grazie per il tuo contributo, come sempre articolato e documentato: che Berlusconi non sia un Dreyfus, non vi è dubbio alcuno (né mi pare di averlo non solo detto o scritto, ma neanche pensato). E che ci sia stata una sovraesposizione mediatico-politica dell’evento luttuoso, allo stesso modo non c’è dubbio (18 canali a trasmettere il funerale).
      Sul Tomaso nazionale, invece, continuo a pensarla come ho scritto: si possono anche non rispettare le Leggi di uno Stato, ma allora – come ha scritto giustamente un lettore – si va in montagna, ad organizzare la resistenza contro lo Stato totalitario; o almeno, in subordine, si lascia il lauto stipendiuccio, da quello stesso Stato elargito…il diritto di critica è sacrosanto, e costituzionalmente garantito: ma, in questo caso di specie, si poteva benissimo criticare (anche duramente) Berlusconi, senza però rifiutare il lutto…

      L’eretico

      • Gp scrive:

        Credo che la copertura politico/mediatica della morte/funerale di Silvio possa essere di grande ispirazione in un prossimo futuro per i giornalisti nordcoreani

  14. Pierpaolo scrive:

    Licenziare il Montanari! Mi sembra semplice! A proposito di licenziamenti… ma la professoressa del Bandini che faceva campagna elettorale con i suoi studenti è stata licenziata?

  15. Off topici scrive:

    vittima di un incidente stradale ho provato sulla mia pelle la necessità che i fondi pnrr vadano pe la maggior parte immediatamente alla sanità .
    Personale sottomessa, strumenti obsoleti, oggettistica da rinnovare e pochi medici, pochi infermieri.
    L’obiettivo di declassare la sanità pubblica è chiaro( cOme la scuola) ma non è giusto!
    Ce ne accorgiamo quando siamo coinvolti personalmente.
    Dunque in calo alle armi e soldi agli ospedali( pubblici)

  16. Pino Mencaroni scrive:

    Ciao Raf,
    pacifico che anche nel tuo pezzo Berlusconi non è Dreyfus.
    Sulla questione Montanari, una considerazione giuridica.
    L’inosservanza di uno specifico provvedimento disposto dalle Autorità pubbliche, governo incluso, è penalmente rilevante quando riguarda giustizia, igiene, sicurezza pubblica ed ordine pubblico: quindi a tutela di un interesse collettivo.
    La proclamazione del lutto nazionale non tutela alcun interesse collettivo, come la sua inosservanza non lede penalmente alcun interesse collettivo.
    A mio avviso la scelta di Montanari è stata legittima sebbene viziata da un eccesso di motivazioni, alcune mal riposte.
    L’unica motivazione doveva limitarsi all’esame della prassi consolidata che ha portato alla proclamazione del lutto nazionale per la morte di personaggi politici e al contestuale esame del loro curriculum.
    Prima della morte di Berlusconi, per i politici, il lutto nazionale aveva riguardato solo Leone e Ciampi, due ex Presidenti della repubblica, nessuno di loro pregiudicato o dichiarato decaduto dal Parlamento per mancanza del requisito di onorabilità, al contrario di Berlusconi.
    Nel loro curriculum vitae tutti e tre sono stati Presidenti del consiglio. Leone, due volte, si distinse per aver lottato, in largo anticipo sui tempi, per l’abolizione dei dazi doganali tra i paesi europei.
    Ciampi, nel suo unico mandato, si distinse per aver portato l’Italia fuori dalla crisi economica-finanziaria del 1992.
    Berlusconi è stato Presidente del consiglio tre volte, nel suo ultimo mandato portò il paese a un centimetro dalla bancarotta, novembre 2011.
    Invece, ho trovato poco convincenti le motivazioni di Montanari sulla critica a Berlusconi per lo
    sdoganamento dell’estrema destra, per i contenuti delle sue tv e così via, perché qui siamo nel campo delle opinioni di parte, dunque sempre opinabili.
    Altrimenti potremmo arrivare al paradosso che Leone non era degno del lutto nazionale in quanto eletto al Quirinale con i voti decisivi dell’allora Movimento Sociale Italiano.

  17. Pino Mencaroni scrive:

    Caro Raf,
    nell’ultimo capoverso ho messo un imperfetto (era) al posto del congiuntivo imperfetto (fosse), chiedo venia

  18. Marianna scrive:

    Sinceramente non riesco a capire l’invocazione della pietas in questo caso particolare per dipiù accostata alla figura del dolente vecchio Priamo che sicuramente si rivolterà nella tomba. L’onore delle armi si riconosce a chi ha combattuto lealmente, ha mantenuto le promesse, ha lottato per il bene di tutti e non solo per il proprio.
    Il funerale di stato, d’obbligo in quanto ex presidente del consiglio, ha dimostrato che il defunto non era uno statista, intorno alla bara abbiamo visto in stragrande maggioranza, sportivi, gente dello spettacolo, dipendenti, avvocati, un emiro, Orban, rappresentante di San Marino… assente Putin per impegni precedenti.
    Il lutto nazionale? Non c’è stato nel passato per veri statisti e figure di altissimo rilievo politico e intellettuale.
    Ad oggi quasi 170.000 persone la pensano come Montanari.

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