Eretico di SienaPrigozhin, Putin, Palio (e Ps d'ordinanza) - Eretico di Siena

Prigozhin, Putin, Palio (e Ps d’ordinanza)

Eccoci all’ultimo pezzo di questo intensissimo giugno 2023: e sarà un pezzo dedicato, in grande parte, alla politica estera (ci sarebbe da scrivere anche della vittoria di Mitsotakis in Grecia, con tanto di ritorno degli “Spartani” sulla scena politica), condito da qualche pillolina senese (sul Palio in sé, ovviamente si scriverà post eventum).

 

PUTIN RINGRAZIA GLI USA

Da che parte iniziare, a parlare del Putin post 24 giugno, di grazia? Uno Zar nel pieno delle sue forze e funzioni, non lascia mai in vita chi abbia attentato al proprio potere (per quanto poi Prigozhin abbia negato di averlo fatto, sic), e – se non riesce ad ammazzarlo -, questo è peggio che se fosse stata una scelta di deliberata magnanimità: così è, non si scappa.

L’unica cosa certa, è che Putin ha perso quell’aura se non di invincibilità (quella, l’aveva già persa ad abundantiam non arrivando dentro Kiev, nel febbraio-marzo dell’anno scorso), quantomeno di uomo forte, di leader dotato di forza inscalfibile; anche perché pare sempre più evidente che i tanto odiati yankees abbiano fatto il possibile per avvertirlo e, dunque, salvarlo, pur di non fare arrivare a Mosca colui che era soprannominato “il cuoco di Putin” (Prigozhin).

La Russia aveva provato a tornare grande – in parte, anche riuscendoci -, agitando sempre lo spettro del nemico esterno (USA, Nato): adesso, dopo questo incredibile San Giovanni in salsa putinian-prigozhiano, l’idolo di tanti intellettuali e politici nostrani dovrebbe andare ad accendere un cero (ortodosso, si capisce) in qualche cattedrale moscovita, dedicandolo proprio a coloro che ha brandito come nemici per anni, con una virulenta accelerazione dal febbraio 2022. Se Putin per ora resiste, è anche grazie agli States, i quali giustamente temono la torbida anarchia post putiniana più di Putin stesso.

Ma attenzione: quando nel 1774, il leader cosacco della Rivolta antizarista Pugachev – il quale era partito proprio da Rostov, come Prigozhin – finì nelle mani della zarina Caterina II, sapete che fine fece? Fu portato a Mosca, poi decapitato ed infine squartato: altri tempi, ma la sostanza – fra macellai – è sempre la medesima. O si macella, o si dimostra debolezza nel non farlo: e quando un macellaio dimostra fragilità, rischia di finire macellato lui stesso…

 

 

PRIGOZHIN: SUCCESSO O FALLIMENTO?

Al momento (30 giugno 2023), l’unica cosa che pare certa è che niente sarà come prima, per il “cuoco di Putin”: che si sia cucinato da sé, o che abbia compiuto un autentico capolavoro personale (entrare nella Historia russa come l’unico ad avere sfidato il Cremlino, conservando la pelle nonché i privilegi), così è. Per ora, non si sa neanche se sia sempre a Minsk, in quell’hotel davvero particolare, senza finestre (ma come hanno fatto a trovarlo, di grazia?).

Lo scenario più probabile – come sottolineano gli analisti più onesti intellettualmente – è una sorta di spezzatino della Brigata Wagner: una parte, inglobata dall’esercito regolare, guadagnando non più del 15% di quanto raccattavano sotto Prigozhin; un’altra parte invece sempre al soldo (è proprio il caso di dire) di Prigozhin, basata nei plurimi scenari del continente africano, ove c’è un gran bisogno della loro presenza (per minacciare, rubare e fare razzie varie: non per portare la musica del grande Richard in loco…).

Fra i tanti fatti, per mancanza di spazio ci preme sottolinearne almeno uno: nella Russia putiniana, in particolare in quella post 24 febbraio 2022, se un cristiano (ortodosso) dice una mezza frase fuori posto (tipo che in Ucraina è in corso una guerra, financo d’aggressione), rischia seriamente fino a 15 anni di galera (se è un dissidente riconosciuto, molto di più, ovviamente); se quel brav’uomo di Prigozhin arriva a circa 200 km da Mosca, dopo avere preso Rostov (centro di fondamentale importanza, dal punto di vista psicologico e logistico) come niente fosse, l’inchiesta su di lui e sui suoi accoliti viene immediatamente archiviata. Così è, se vi pare.

Va benissimo la realpolitik, e poi magari i vari Surovikin, Gerasimov e financo lo stesso Prigozhin saranno ritrovati incaprettati da qualche parte; in ogni caso, qualunque cosa sia, Putin non potrà mai fare “meglio” di Stalin, da lui stesso ampiamente riabilitato (non certo a caso), in questi ultimi anni: né a livello di purghe (volete mettere, cosa fu il Terrore staliniano rispetto a quello putiniano?), né a livello di successi militari (vedasi alla voce Seconda Guerra mondiale), né inventando un novello Holodomor. Per il resto, certo, resta l’opzione nucleare: nel caso, se ne riparlerà, eh…

 

UN PALIO DA “TREMUOTO” (ED IL CENCIO DI DI JULLO)

Debitamente avvertiti dal solerte Alert regionale, poco oltre il mezzodì del 28 giugno, la città è stata interessata da una scossetta (3,7 Richter), peraltro con epicentro in Val d’Elsa (a differenza di quella dell’8 febbraio, si ricorderà); ma il giorno della “orribil scossa” ricordata dall’abate Soldani, del “tremuoto” più devastante della storia municipalistica – i lettori attenti lo ricorderanno – è scolpito in quel 26 maggio 1798, i cui segni sono ancora assai ben visibili (a livello di rinforzi, di ferro e di mattoni) sulla parte superiore della Cattedrale. Il 2 luglio del 1798 il Palio, in una città ancora in buona parte non agibile, non si corse (quello di agosto sì, con la vittoria della Chiocciola).

Della giornata di ieri, niente si dice: il pezzo sul Palio si pubblicherà – come sempre – un paio di giorni dopo la carriera; due parole – neanche nuove ed originali, ce lo diciamo da subito – le dedichiamo però alla presentazione del drappellone del maestro Roberto Di Jullo, introdotto da Duccino Balestracci.

Premesso che la redazione, per altro impegno, non era presente nel Cortile di Fabio Bargagli Petrucci (perché non chiamare il Podestà con il suo nome?), ci preme sottolineare questo aspetto – solo uno dei tanti – dell’unicum antropologico senese: una collettività, nella quale per due tardo pomeriggi all’anno, nel cuore dell’estate, tutti i cittadini di fatto dicono la loro su un’opera di arte. Cosa, in sé, non solo originalissima: cosa bella, per capirsi.

Il tutto, però, un pochino diventa stridente allorquando poi si vede che – solo per fare l’esempio che ci pare più evidente – la nostra straordinaria Pinacoteca vede poche manciate di presenze senesi, financo quando apre gratuitamente a tutti (la prima domenica di ogni mese): con tutto il rispetto, ed anche la simpatia, che Roberto Di Jullo ci ispira, sarebbe troppo chiedere che la di lui conoscenza fosse affiancata a quella dei maestri della Scuola (delle scuole) pittoriche senesi, purtroppo oggi sempre più rara da trovarsi (e non solo fra i giovani)?

 

Ps  Legandoci all’articolo della settimana pregressa: lo youtuber (con 600mila followers, eh) che ha provocato la morte del bambino di Casal palocco, secondo le verifiche effettuate viaggiava circa 100 km oltre il consentito in quel tratto di strada (pieno di immissioni, fra l’altro), e lasciamo stare tutto il resto (ieri è stato arrestato un giovane gentiluomo che ha accoltellato a morte una ragazza che lo rifiutava, a Roma, infilandone il corpo senza vita in un carrello: lui era a qualche migliaio di followers su Instagram, da par suo, però in questo caso pare non fosse una challenge).

Però è un ragazzo, signori, lo youtuber, e va capito: poi, ha detto al Gip che lui prega tutti i giorni per la povera vittima. Siamo a posto, dunque: il reprobo è anche orante; non vorremo mica impedirgli – adesso che si è pentito a favore di giornali e di Gip -, di godersi le meritatissime vacanze estive, per carità? Dai, suvvia…

10 Commenti su Prigozhin, Putin, Palio (e Ps d’ordinanza)

  1. Ics scrive:

    Obiettivo USA é probabilmente una sconfitta per logoramento. Un po’ come successo negli anni 80 con la guerra in Afghanistan.
    In comune la tenacia con la quale gli occupati hanno deciso di resistere.

    Da segnalare l’intervento di Kuleba su La 7

  2. GODZILLA scrive:

    Caro Eretico, va bene che il tuo pezzo è lodevolmente impostato sulla politica estera, di ampio respiro, ma fai dire ad un provincialotto senesone come me: come selvaiolo, sei un bel b…one!!!

  3. Vedo nero e basta scrive:

    Tanto per scherzare sul Palio, ce n’è bisogno purtroppo, ma come definire la Selva? Una contrada b…uona e fortunata. Sempre il cavallo migliore.

  4. Vedo nero e basta scrive:

    Parlando seriamente. Il romano youtuber pazzo al volante ed il povero profugo che fa le prove di macelleria. Tutti a parlare di vuoto morale dei social, di periferie senza punti di riferimento e nido dei peggiori vizi. Tutti a dire che deve essere la scuola che deve non punire, ma educare, della famiglia che deve essere più attenta ai figli. Tante belle parole, ma che ai fatti restano tali. La scuola da anni è stata depotenziata nel nome del sei politico e della tolleranza; gli insegnanti se sono un po’ più severi vengono subito bollati come retrogradi. Le famiglie, sempre più assediate dai vari problemi economici di una crisi che non cessa di tartassarle, con la difesa della privacy dei ragazzi, se i genitori sono un po’ più severi sono bollati dai soliti sociologi e psicologi post sessantottini come oppressori della fantasia e libertà dei loro figli. Però alla televisione si continua a fare vedere serie televisive e film in genere americani in cui tutto è permesso, il bullo, il più incosciente è sempre l’eroe della scena. Un vero bombardamento di scene al limite. Poi ci sono i videogiochi ovviamente più sono violenti, più sono pubblicizzati. C’è la libertà di opinione, mai la censura, certo, però un minimo di limite a tutto ci vorrebbe. Non vedo rimedi alla situazione attuale, la scuola e la famiglia, a cui hanno legato le mani, mi sembrano due istituzioni assediate. Grazie ad una cultura post 68, il termine di autorità è stato depotenziato, rifiutato e molti sociologi si baloccano con teorie utopistiche ed inutili fuori della realtà, un esempio trai tanti il 9 in condotta a dei burloni che hanno sparato dei pallini ad una insegnante. Non dico oltre, mi sembra di aver detto anche troppo, se no divento ripetitivo. Vedo nero.

  5. Giulio scrive:

    Buoni festeggiamenti all’eretico, ma il titolo del corrsiena sarebbe dovuto essere: strapotere tittia!( sottotitolo: della prostrazione dei capitani e delle contrade)

    • Eretico scrive:

      Cari Giulio e Vedonero, che dire?
      Sarà piuttosto arduo scrivere qualche bischerata sul Palio di ieri: da osservatore esterno, vengono in mente certe cose, da interno (nel senso di selvaiolo) ovviamente ne emergono in prevalenza altre; ci vorrebbe un autentico capolavoro di equilibrio, che non so se riuscirà, ma almeno ci si prova…

      L’eretico

    • Vedo nero e basta scrive:

      La colpa è di certi capitani che hanno scelto di scartare cavalli ottimi come Tale e Quale e Remorex e lasciare Violenta da Clodia unico bombolone tra tanti cavalli a lei inferiori. Chi prendeva lei aveva una grandissima possibilità di vincere, poi i soliti bu.oni selvaioli sono stati baciati per l’ennesima volta dalla fortuna e vai col Palio!

  6. Off topici scrive:

    Ritengo sia giunto il momento di sospendere la folle corda del mossiere e della sua scorta ad abbassamento di canale…inutile, pericolosa e fuori dal tempo.
    Mi auguro che la sindaco col prefetto offrano al mossiere la possibilità di assistere alla corsa dal verrocchio.

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