Eretico di SienaIl Palio, la Selva ed il Tittia - Eretico di Siena

Il Palio, la Selva ed il Tittia

Non è per niente agevole scrivere un pezzo su un Palio vinto dalla propria Contrada, essendo per formazione allenati – quasi come il Tittia a cavallo! – ad esercitare la funzione critica su ciò di cui si scrive.

Ciò detto, si è deciso – non sembri blasfema, l’affermazione – di diventare uno e trino: ci sarà spazio per qualche considerazione e ricordo da contradaiolo, poi per qualche freddura da osservatore, infine ci si abbandonerà a qualche considerazione sull’indubbio protagonista del Palio, il Tittia.

 

PALIO 2 LUGLIO: IL CONTRADAIOLO (SIMPLEX)

La prima bischerata che mi viene in mente, è che questo Palio mi ha fatto sentire più agée: durante i 4 giorni, mi è venuto in mente che giusto 30 anni or sono ero divenuto Cancelliere, e lo ero sotto il mandato priorale di quel Flavio Mocenni, il quale è padre dell’attuale Priore, Benedetta. Inutile fare finta di niente, insomma: gli anni passano, tempus irreparabile fugit…

Seconda considerazione: una giornalista de La Nazione, beccandomi al volo in Piazzetta della Selva bandierafornito, mi ha chiesto un parere sul Palio; le ho risposto – come è stato correttamente riportato sul quotidiano – che “la Selva aveva un rigore a sua disposizione, e non l’ha sbagliato”. Dopo anni spesi a criticare le abusate metafore calcistiche (dal Silvio nazionale abbondantemente sdoganate nel dibattito politologico), ci sono cascato subito. Invoco le attenuanti generiche da quasi immediato post Palium…

In terzo ed ultimo luogo, detto che il giubilo si vive e non si racconta (non solo per il rischio retorica: più che rischio, peraltro, una granitica certezza), ci tengo a dire che è davvero difficile non lanciare un pensiero a chi, nel 2019, era a festeggiare l’ultima vittoria, e adesso – almeno in loco – non festeggia più: l’avvocato Francesco Pletto, ex Priore; Giorgino Brenci, di cui scrivemmo a suo tempo; Oliviero Brogi, veterano del Cross dei rioni; Sandrina Chiavai ed Ylenia Mazzeschi; Grazia Galardi, moglie del tonitruante Giancarlo (scomparso un paio di anni prima); Massimo Fabio (pater dell’attuale Sindaco), Nedo Partini (il Gino Paoli selvaiolo: copyright dello scrivente), e poi Eugenio Conte e Maurino Borghi, nonché Marco Meini, con cui tanti anni fa rivaleggiavamo per fare il portiere del Rinoceronte, e purtroppo senz’altro anche qualcun altro di cui adesso non mi sovviene il nome. L’arenaria del successo, sia in qualche modo un balsamo, anche per loro.

 

PALIO 2 LUGLIO: L’OSSERVATORE

Non si deve essere un Richelieu delle arcane cose paliesche (in giro, ce ne sono anche troppi, a lume di naso), per vedere come gran parte del Palio del 2 luglio si sia deciso la mattina del 29 giugno, al momento delle votazioni dei Capitani sul lotto dei cavalli che avevano davanti: su questo, concordano tutti.

Ciò detto, la situazione – a quanto si apprende dalla stampa del 4 luglio e di stamattina – è la seguente:  la Giraffa, la Chiocciola e la Torre volevano il lotto con due o tre punte (Tale e quale, per capirsi, lo avrebbero preso): così hanno affermato i loro stessi Capitani; manca giusto una consorella (la cui dirigenza – salvo che ci sia sfuggita la cosa – non ha rilasciato dichiarazioni in tal senso), per arrivare alle 4 che avrebbero votato (a scrutinio segreto, peraltro) per un lotto più alto, differenziandosi dalle 6 le quali, invece, evidentemente hanno optato per il lotto con una unica punta (Violenta, ovviamente).

Chi dice che il Palio è finito il 29 giugno (compleanno di Leopardi, eh: non ci entra molto, ma si scrive lo stesso…), non può non pensare a questo passaggio: tutto il resto, ne consegue e deriva.

Ergo, si capisce sin troppo bene che la Selvina magari non sarà la Contrada più amata fra le 17, in questo contesto: ma la situazione della quale la vittoria selvaiola è figlia, questa è, e le dirigenze che hanno votato per favorirla non sono poi così ardue, da scovare. Non c’è bisogno di scomodare Report, insomma…

 

PALIO 2 LUGLIO: IL TITTIA

Che sia stato il protagonista indiscusso di questa tornata paliesca, nessun dubbio; che sia capace di mantenere la concentrazione come pochi – insomma, che sia bravissimo -, idem; Pino Di Blasio, sulla odierna Nazione, lo definisce “Amministratore delegato della Palio Spa”: e Pino, è giornalista che viene dal settore finanziario, per chi non lo sapesse o ricordasse.

Da contradaiolo simplex di cui sopra, Giovanni Atzeni non posso che ringraziarlo ed augurargli ogni bene: ha vinto nella, e per la, Selvina nel 2015, nel 2019 e l’altro giorno: si potrebbe forse altrimenti fare?

Si dipinge – e pensiamo con piena legittimità – come uno Stakanov da Palio, capace di vivere per il lavoro (rectius: per vincere), più che di lavorare per vivere: che sia un perfezionista, è del tutto pleonastico il sottolinearlo.

Da persona che a livello di comunicazione, negli anni, qualcosina qua e là ha imparato, mi permetto di dargli un consiglio: al posto suo, si desisterebbe dal parlare di se stesso in terza persona. Nonostante i 5 Palii consecutivi vinti (ed i 10 complessivi), ancora non è paragonabile a Caio Giulio Cesare…

 

Ps Nel frattempo, ci sarebbe da scrivere della nuova rivolta delle banlieu francesi, dopo quella del 2005; della possibile escalation fra Ucraina e Russia, con Medvedev tornato in piena forma; del più violento raid di Tsahal in Cisgiordania (Jenin), da 20 anni a questa parte. Nonché di varie cosette italiote. Diamo tempo al tempo, suvvia…

19 Commenti su Il Palio, la Selva ed il Tittia

  1. Ics scrive:

    I record dei fantini si appendono nel museo di contrada?

    Icche dire… Contente le contrade più affamate contenti tutti. Poi la volta che capita il bombolone c’è la rivale in piazza ed il Giovanni lo fanno ruzzolare in terra.

    Già dal monte s’era intuita una certa predisposizione del senese alla cieca obbedienza.
    L’è un peccato in quanto il giochino (fatto a maniera) avrebbe anche una funzione di formazione manageriale

    Congratulazioni alla Selva ed al Tittia

  2. Cecco scrive:

    In questi giorni ho sentito un sacco di chiacchere vuote sulla presunta poca correttezza paliesca della vittoria del Tittia, il tono è pressapoco questo: il Palio così non sa di niente, le contrade non comandano più niente e sono serve dei fantini, il Tittia decide tutto ecc… Fermo restando che mi verrebbe da pensare che sono più il frutto di vari sformati che di una lucida analisi vorrei tentare un approccio di tipo storico per dimostrare che, è vero che i tempi sono cambiati e che i fantini non si pagano più con un piatto di minestra, ma certe logiche fanno riferimento a comportamenti presenti anche molto tempo fa. Pensate ai tempi del TONO nato per contrapporsi alla fratellanza (celebrata in una canzoncina dell’epoca) tra Chiocciola, Lupa e Torre … Bene, se ci si ferma a riflettere la famigerata corte del Tittia è semplicemente un TONO allargato al quale si contrappongono quelle che guardacaso fanno riferimento a Scompliglio e Gingillo (tra l’altro autore di un bel palio, giusto per riaffermare che il Tittia non correva da solo). Insomma siamo di fronte ad una divisione non ufficiale (anche con radici storiche) tra due gruppi di contrade che si coccolano due gruppi distinti di fantini, poi c’è qualcuno che per sua scelta rimane fuori dal giro e che si aggiusta di volta in volta, ora, siccome alla fine i capitani sono eletti dai rispettivi popoli, se questi non concordano con il metodo scelto dal proprio capitano non devono far altro che andare in assemblea e sfiduciarlo, ma siccome quando poi ti tocca il meglio cavallo aspireresti anche a montarci un fantino di punta spesso si preferisce rimanere nel giro e accettarne le regole. La Selva per sua scelta diciamo che momentaneamente fa parte del TONO allargato, avendo più culo che anima ha spesso un buon cavallo, il meglio posto alla mossa e si trova quello che forse è potenzialmente l’anti Tittia di rincorsa, poi la gente si meraviglia se stravince il Palio, e se qualcuno pensa che ci siano contrade che per qualche arcano motivo si meriterebbero di più mi verrebbe da rispondergli: e allora fate come fa la Selva se vi riesce! Detto questo mi viene da pensare che questa è la fotografia di oggi ma può darsi, che in un futuro prossimo, molti fantini si svincolino del tutto dalle contrade offrendosi semplicemente al miglior offerente e decidendo di volta in volta chi montare senza rispettare nessuna logica di schieramento e già mi sembra di sentire le polemiche: erano meglio i tempi del Tittia, almeno lui aveva delle contrade di riferimento … Non siamo mai contenti.

  3. Gp scrive:

    Una domandina al contradaiolo simplex… che ne pensi del comportamento fra i canapi nei confronti della Torre?

    • Eretico scrive:

      Caro Gp, ti rispondo come rispondono i Capitani la sera del Palio, davanti ai microfoni (sempre amici, va detto): devo ancora rivedere tutte le fasi (in effetti, 45 minuti circa), poi mi esprimerò…

      Il contradaiolo simplex (Copyright di Gabriello Lorenzini)

      • uno qualunque scrive:

        che ne pensi del Vicario di una contrada che colpisce con un cazzotto alla schiena il fantino vittorioso in una contrada nemmeno sua nemica?

        • Eretico scrive:

          Caro “Uno qualunque”,
          la tua è una domanda a risposta davvero semplice: ne dovrei forse pensare bene, magari financo plaudendo al gesto?

          Faccio – dato l’argomento – una considerazione generale, la quale davvero esula dal fatto del 2 luglio 2023: picchiare i fantini è ovviamente sbagliato (lo scrivo, pur non potendo scagliare la prima, evangelica, pietra); ma ritengo, per il rito paliesco nel suo complesso, ben più perniciosa la attuale “calcistizzazione” della figura del fantino…

          L’eretico

        • Vedo nero e basta scrive:

          Che penso? Che chi l’ha fatto è un bischero. Ora la sua Contrada, anche la mia, rischia una squalifica e quindi il prossimo anno si dovrà vedere il Palio da spettatori, ma non da turisti perché la rivale a luglio sarà in Campo. L’aggravante è che molti contradaioli lo difendono. Io no. Non si picchia il fantino, al limite il nostro se non ha fatto il suo dovere. Il Tittia non mi è simpatico, ma lo stimo perché ha sempre dato sempre il massimo per chi corre. Ci sono stati altri fantini che avrei lasciato a piedi sotto la pioggia se l’avessi trovati con la macchina in panne, perché spesso non hanno rispettato il proprio giubbetto per farci perdere. Speriamo che la punizione sia la più bassa possibile.

  4. Vedo nero e basta scrive:

    Tittia? Indubbiamente bravo ed anche un po’ fortunato per due volte, la prima nel luglio del 2011 con Gingillo nel Bruco primo di molti colonnini che va a sbattere da solo al Casato e dietro lui, purtroppo, sul papero che vince; la seconda l’agosto del 2019 che se Remorex non faceva quella corsa lui era andato solo a Terranzano. Di questo Palio, con tutto il rispetto per la Selva, sarebbe stato meglio avesse vinto il Bruco col poro Brio, grande fantino e bravissimo ragazzo un po’ troppo imprudente.

  5. Daria gentili scrive:

    Selvina di un’altra categoria, non c’è corsa con nessun’ altra contrada!
    Tittia? In questo momento storico il più bravo.
    Ha montato tre volte Violenta da Clodia: 2 vittorie.
    Il Bartoletti ha montato 2 volte Violenta da Clodia: 0 vittorie.
    Capitani con poca personalità, subordinata a quella del fantino.

  6. A.C scrive:

    Come avevi intitolato il tuo pezzo a luglio scorso? Ecco io lo mutuerei in “Il palio delle contrade sepolte e dei fantini birbi”. Onestamente fà sorridere chi cerca giustificazioni di tipo storico alla deriva di questo palio (in minuscolo), pertanto non trovo necessario dilungarmi nell’analisi di questa carriera di luglio, chi vuol vedere ha visto (e rivisto). Ma io so un quarantenne esodato, per cui contenti i senesoni, contenti tutti!

  7. GODZILLA scrive:

    Credo che l’Eretico abbia fatto benissimo a sottolineare questo vezzo del Tittia di parlare di se stesso in terza persona. Fra l’altro, questo fantino, sulla cui bravura tecnica non si può certo discutere, è un personaggio che rappresenta antropologicamente il contesto in cui siamo a livello paliesco: in lui non c’è niente di quel maledettismo dei fantini di una volta, e neanche di quel birbo, un po’ fumino che c’era in personaggi come il Bruschelli e soprattutto il povero Andrea Mari. Il Tittia pensa solo a lavorare e a vincere, è veramente un secchione della carriera: in effetti davvero più un Amministratore delegato che un “assassino” vecchia maniera.

  8. Giuliano la prostata scrive:

    Stamattina ho letto l’intervista del Capitano del Drago, Gotti. Senza girarci tanto intorno, Gotti dice che è stato il Palio delle Contrade, nel senso che ormai si è creata un’alleanza fra alcune consorelle, con al centro il Tittia. A parte varie altre considerazioni: questa alleanza (siamo passati dal Tono al Tittia?) è stata portata a conoscenza delle varie assemblee e ai vari popoli?

    • Vedo nero e basta scrive:

      Alleanza tra alcune consorelle non penso proprio, tra l’Oca e la Selva c’è dell’attrito, difatti il papero non ha sventolato alla vincente in quest’ultimo Palio. E’ il Tittia che decide dove andare a prescindere dai rapporti tra le consorelle. Questo se non si ferma, batte tutti i record.

  9. Stryx5 scrive:

    Il Tittia ha preparazione, professionalità, determinazione.
    A me piacciono parecchio le persone così. Specialmente sul lavoro. E per lui fare il fantino è un lavoro.
    Averne di persone così. Se il palio è una metafora della vita, i risultati sono proporzionali all’impegno e alla preparazione. Mi pare una bella lezione, ecco.
    Ciao! (e grazie di essere arrivati primi…)

  10. Federico Antolini scrive:

    Se c’è un TONO allargato, bisognerebbe ben trovargli un nome! Quante contrade ha Tittia, 10? Vediamo… GLADISTONO… STONDAGLIO… GODOLANTIS… mah, ha ragione il Masoni che in 10 è come prendere il numerino al banco macelleria e aspettare che ti chiamino, e allora ecco, GODO ‘N LISTA ! Il problema è che gode uno solo, e se tu GODI (io) ‘N SALTO, mi tocca un fantino stipendiato da Tittia, che gli dico al capitano, NO ST’IDALGO? Ohimé, non vorrei che per questi contradoni che non vincono da un pezzo finisce che, come a luglio, NIL D’AGOSTO…

  11. Giulio scrive:

    Off topic
    Santanche,sanguinano, la russa, del mastro, lollobrigida, donzelli, Sgarbi, nordio e …meloni!
    Ma davvero non abbiamo una classe dirigente migliore di questi?
    Cioè questo è il meglio che la destra esprime?
    Occorre una scuola di politica seria e funzionale!
    E menomale che il pres della camera, furbamente, tace….

    • Off topici scrive:

      In effetti sembra che invece di dare ruoli ai più competenti, si sia preferito sistemare sodali, a scapito del paese.
      Se , in un afflato di coscienza, la presidente del consiglio si liberasse di queste zavorre, avrebbe l’apprezzamento anche di chi non vota a dx.
      Ps.a siena è stato fatto uguale…speriamo con esiti diversi!

  12. Michele Scialoja scrive:

    Un plauso sincero all’amico Eretico per il ricordo delle persone care che “si sono avviate altrove”.

    Le Contrade vivono nel Presente ma devono essere plasmate dalla Memoria e perpetuarsi SEMPRE nel ricordo di coloro i quali(e sono tanti,troppi…)non è più possibile stringere in un abbraccio quando si riescono a vivere momenti di gioia.

    Complimenti alla Selva,che quando c’è da vincere,vince:chapeau.

  13. Uno che ci sforma scrive:

    Come da nick, a vedere vincere la Selva ogni due per tre, ci sformo.
    E ci sformo ancora di più quando ripenso a dopo le vittorie del 2006 col Ricceri e del 2010 col Mulas quando si bellavano di essere la contrada antisistema e antiimpero del Bruschelli.
    Capisco però perfettamente che chi perde non cogliona e che ora che sono dalla parte giusta della ruota ne approfittino.

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