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Blog agostano (II): lettera da Ventimiglia… (e 2 Ps)

Trovandomi basato proprio a Ventimiglia, nel momento in cui financo Michela Murgia interviene sulla questione dell’immigrazione in loco, mi sembra quasi inevitabile scriverne…ricordando che fu un certo Ugo Foscolo – all’interno dello Jacopo Ortis, a fine Settecento -, a scrivere una memorabile “Lettera da Ventimiglia”: non avendo le capacità di volare così alto come il veneziano, mi limito a qualche considerazione sull’attualità, che ci sta sempre benone…

 

MURGIA: UN INTERVENTO FUORI CALIBRO

Non ce ne sarebbe neanche bisogno, ma lo scriviamo subito: siamo vicini alla scrittrice sarda, la quale – come ampiamente noto – se la sta, per così dire, passando male di salute (ci sia scusato l’eufemismo); proprio perché é lei ad entrare, ed in maniera diretta e virulentemente polemica, su un fatto complesso come quello dell’immigrazione, ed in particolare della gestione della stessa, ci sembra dunque tutt’altro che fuorviante il commentare la sua uscita.

La Murgia attacca il Sindaco leghista ventimigliese Di Muro, eletto nella tornata elettorale di maggio: neo Sindaco, dunque; in particolare, si scaglia con virulenza contro una decisione che sta certamente facendo discutere: quella di mettere un paio di vigilantes a sorvegliare il locale cimitero comunale, all’interno del quale pare – per dirne una – che nei giorni scorsi alcuni extracomunitari siano stati trovati financo a dormire all’interno di qualche loculo. Si parlava di Ugo Foscolo: beh, inevitabilmente non si può certo dire che quello fosse un esempio di “celeste corrispondenza di amorosi sensi” fra il morto ed il vivo, eh. O forse, pur dando, certamente e sempre, la priorità ai vivi – ci mancherebbe! -, i morti, in questa società appiattita sul presente, non hanno più diritto neanche al rispetto ed al decoro delle loro “case”?

La Murgia, poi, oltre ad attaccare il Sindaco, attacca con veemenza anche gli stessi vigilantes, i quali fino a prova del contrario sono lì in quanto lavoratori (non risultano violenze, gratuite o meno, nei confronti di alcuno): illo tempore, la Sinistra difendeva a priori i lavoratori (anche quando qualche criticità sussisteva, per così dire), oggi tende a schierarsi, con riflesso pavloviano, con i percettori di altri tipi di diritti.

La scrittrice si sofferma poi sull’acqua che sarebbe negata ai migranti: che l’accoglienza – soprattutto in linea teorica – si possa e debba fare meglio, non vi è dubbio alcuno, ma la questione dell’acqua, nello specifico intemelio, è veramente fuori luogo. Ventimiglia è piena di fontane, ove giustamente migranti e turisti (immagino e spero anche qualche residente) si abbeverano senza alcun problema. I migranti le usano anche per lavarsi, come anche le docce delle spiagge pubbliche sul lungomare. Non si hanno notizie di fontane negate a chicchessia. Basterebbe, se una persona non può vedere di persona, chiedere.

Di più: nel vedere il Fascismo in loco, cagionato dall’attività della amministrazione, come si fa a tacere del fatto che a Menton – primissima città francese dopo il confine – i francesi come ben noto respingono senza tanti complimenti gli stessi migranti (pare con incremento del 30% rispetto all’anno scorso)? Come si fa a non vedere che – al pari oggi di Orban, di Erdogan e, illo tempore, per esempio di un Fidel Castro con gli USA – Macron sta portando avanti una guerra non dichiarata con l’Italia su questa delicatissima e drammatica vicenda? Se Ventimiglia è fascista – come sostiene la Murgia -, allora Mentone – che respinge tout court – è nazista.

L’intervento della Murgia, insomma, ci pare davvero del tutto fuori calibro, e per svariati motivi: soprattutto e di più, precisando un elemento di base su cui non ci sarebbe neanche motivo di spendere parole: in calderoni come questi – in cui trovare il punto di incontro fra sacrosante esigenze dei residenti e degli extracomunitari è assai arduo – , l’unica cosa certa e garantita è che dividere, tagliare in due con l’accetta i buoni dai cattivi è cosa poco saggia e lungimirante. Basta attraversare il confine per capirlo. Amareggia dovere puntualizzare l’ovvio, ma lo si deve pur fare, quando esso venga sfacciatamente negato…

 

SURFERS E MIGRANTI

Ventimiglia è un luogo “mesopotamico”, nel senso prettamente etimologico del termine: c’è il fiume Roja verso la Francia – il quale sfocia nel cuore della città, fra la parte bassa (quella moderna) e l’acropoli di impianto medievale, con la meravigliosa cattedrale -, c’è poi il fiume (torrente che dir si voglia) Nervia, che saluta, con ponte annesso, chi entri da Levante, da Bordighera.

L’altro pomeriggio, ero sulla spiaggia (sassi, ciottoli: sabbia, solo alla mitica spiaggia delle Calandre, unicum anche in questo senso), proprio là, dove il Roja entra da par suo nel mare: e mi si parava innanzi uno spettacolo che mi faceva riflettere non poco. Andato lì per guardare i gabbiani (ogni tanto, piace allo scrivente anche l’essere un bird watcher) e per l’appunto la foce (che è diametralmente cambiata, spostandosi non di poco verso Est), in mare c’erano 9 surfers (forse francesi), e, a pochi metri da me, lo stesso numero di migranti, i quali si arrabattavano come potevano, con un paio di tende tirate su in qualche modo, e le padelle per cucinare.

In quel momento, si confrontavano non solo due attività diverse (chi con abilità cavalca le onde, e chi cerca di sopravvivere, mediante l’arte di arrangiarsi), quanto si percepiva lo iato antropologico fra i due mondi: i surfers – magari arrivati davanti alla spiaggia con un bel Suv di ordinanza -, cercavano di attivare adrenalina e dopamina sfidando la Natura, con una buona dose di coraggio (le onde erano alte) e di abilità; i migranti, da par loro, sfidavano il dolore e le difficoltà della quotidianità: la loro adrenalina – si lascia immaginare – si attiva senza alcuna necessità di surfare sulle onde. Bastano ed avanzano i marosi della loro quotidianità.

Nel frattempo, guardavo un paio di gabbiani, i quali, a causa del vento, non riuscivano proprio a prendere il volo, come purtroppo temo succederà a non pochi fra i temporanei ospiti della città, nel futuro delle loro vite: siamo vicini al 10 agosto, ed il buon Pascoli ci ricorda sempre che, in fin dei conti, siamo destinati a vivere in “questo atomo opaco del male”…

 

LE TRE VENTIMIGLIE

Ci sono ormai (almeno) tre diverse Ventimiglie, le quali convivono ed intersecano reciprocamente i propri destini. C’è la Ventimiglia dei migranti, quella che – come appena visto – finisce sui giornali nazionali; poi c’è la Ventimiglia dei residenti: città commerciale per antonomasia, oltre che ovviamente di confine; c’è, infine, l’ultima Ventimiglia, la più recente: quella del porto.

Il quale – da porticciolo semiabbandonato, minuscolo e abitato giusto da piccole barche di pescatori – da un paio di anni è diventato una succursale del porto monegasco, su input diretto del Principe Alberto ed investimenti di una società olandese: investimento faraonico, struttura impreziosita da una perimetrazione all’insegna della flora locale (con tanto di sinergia con gli esperti dei Giardini Hanbury che si trovano a 3 km di distanza, pressoché al confine con la Francia), con locali e localini nonché palestra da Vip (con ebete incorporato, a macinare sul tapis roulant al chiuso, invece che correre sul lungomare: ma come si fa, di grazia?).

Il colpo d’occhio è bello, inutile girarci intorno; se si pensa al prima, addirittura impressionante. Ancora di più impressionante, in ogni caso, è che a poche decine di metri da questo impianto (aperto al pubblico, ma migranti non se ne vede mezzo), ci siano i mezzi accampamenti di migranti, tipo quello di cui si è parlato sulla foce del fiume Roja.

Eh sì, perché per l’appunto, con facile metafora calcistico-berlusconiana, ci sono ormai tre città in una: quella degli ultimi, che arrivano non si sa neanche bene da dove; quella dei residenti, con la varietas che ci si può immaginare, e poi gli yacht ed i panfili da urlo, che evidentemente non hanno trovato posto a Montecarlo e si accomodano a Ventimiglia.

C’è dunque la Champions league: il porto; c’è la serie A (con chi lotta per lo scudetto e chi per non retrocedere): i residenti; c’è, infine, la Terza categoria: se ci pensate, in una stessa realtà di (ufficialmente) neanche 25mila abitanti, non è facile trovare tutta questa varietà…

 

Ps 1 Ci ha lasciato Mario Tronti (92 anni), figura importante non solo per l’elaborazione teorica della Sinistra (una forma rivista di marxismo, ribattezzata “operaista”), ma anche per l’Università di Siena: Tronti fu una personalità di spicco della Facoltà di Lettere (Filosofia politica), per molti anni. Di parte, certo, ma non settario come molti suoi compagni – è proprio il caso di dire – di strada.

Ps 2 Credeteci: in redazione, siamo tutti sinceramente convinti che il Presidente e Ad di Visibilia (al posto del Ministro Santanché, per capirsi) Luca Giuseppe Reale Ruffino si sia ucciso, lo scorso 5 agosto; aspettiamo comunque, come minimo, uno speciale delle Iene, se non una bella Commissione parlamentare di inchiesta (magari richiamando come consulente l’ex onorevole Migliorino, detto lo “Sherlock di Via dei Rossi”): la famiglia parla di “fulmine a ciel sereno” (a differenza di quella del povero Rossi, all’inizio schieratissima per il suicidio, senza ma e senza se); i problemi di salute gravi – diffusi ad arte da settori politici – sono naufragati di fronte a ciò che è già emerso da fonti della Procura riportate oggi da tutti i giornali (solo acciacchi, che molti 60enni hanno), e quanto ai motivi potenziali per suicidarsi, non c’è neanche bisogno di iniziare l’elenco (48 ore prima, c’era stato un Cda di Visibilia, per dovere di cronaca). Buon lavoro ai migliori giornalisti di inchiesta sulla piazza, dunque! Noi, nel nostro piccolo, torneremo con calma sull’argomento, e soprattutto sul Caso Rossi: best has jet to come…

 

22 Commenti su Blog agostano (II): lettera da Ventimiglia… (e 2 Ps)

  1. Vedo nero e basta scrive:

    Le tre Ventimiglia? Da noi le tre Siena: la prima dei benestanti che ancora hanno un buon tenore di vita, la seconda, la classe media, sempre più in difficoltà con il caro prezzi e la terza quella dei migranti aumentati in modo esponenziale, come del resto in tutta l’Italia. Una bomba sociale che prima o poi esploderà. Ringraziamo l’Unione Europea che ci aiuta solo a parole, dell’omino in bianco relatore dell’ovvio e degli USA con Biden che ci sta portando alla rovina con una guerra in Ucraina che si poteva evitare. Si dice che la colpa sia anche di Putin che con i suoi della Wagner, stabilitisi in vari Paesi africani, ne favorisce l’arrivo alle coste meridionali del Mediterraneo per migrare verso l’Europa e metterla in difficoltà; finora chi ci rimette siamo solo noi e questi disperati che sono mandati allo sbaraglio senza speranza. Ma tanto all’ONU, alla Fao, all’Unicef, alle ONG che interessa? Nulla, ipocriti.

  2. Un ammiratore di Pistoia scrive:

    La posizione della Murgia rappresenta un comune sentire di molti a sinistra: posizione assolutamente nobile, fra l’altro evangelica. Resta il fatto che (Capalbio insegna) quando poi i migranti dovrebbero arrivare nei loro feudi, certe posizioni si annacquano parecchio…

  3. Eretico scrive:

    Ci ha lasciato, purtroppo, Michela Murgia, a soli 51 anni: la cosa era purtroppo ben prevedibile, nonché annunciata da lei stessa.
    Ha partecipato al dibattito pubblico fino davvero alle sue ultime ore, esponendosi anche alle critiche, come quella del pezzo sopra: sarebbe stata – spero e credo – la primissima, a non volere che le sue opinioni godessero di uno status speciale, che insomma venissero accolte con obbligata benevolenza, solo e soltanto a cagione del suo trovarsi in articulo mortis…

    L’eretico

    • Marco Burroni scrive:

      M’immagino quanti ci avranno piacere…

    • Anonimo scrive:

      michelamurgia (tuttattaccato, come paolorossi) diceva che una caratteristica della democrazia era proprio il “conflitto” di idee, non accettato nei regimi totalitari. Per questo era spesso conflittuale e diremmo “provocatoria” nei suoi interventi. Come a dire: potete essere d’accordo con me oppure no, ma parliamone…

  4. UN DETRATTORE DELLA MURGIA scrive:

    Fatto salvo il sacro rispetto per una morte prematura, che non doveva proprio accadere, vorrei solo fare risaltare quanto segue, in questo momento di beatificazione nazionale: la sinistra, fino a pochi decenni fa, aveva Pasolini, Moravia, Calvino, in parte il radicale ex comunista Sciascia ed altri ancora. Oggi, le rimangono la Murgia, con le sue opere, e Saviano. A destra saranno messi peggio, ma il crollo dell’intellettualità progressista è ancora più fragoroso…

    • Marco Burroni scrive:

      Il declino degli intellettuali di sinistra e’ parallelo al declino della sinistra stessa, cominciato negli anni ’80. Non vedo cosa ci sia da stupirsi, se le idee e i valori di sinistra impallidiscono e scompaiono mi pare evidente che anche gli intellettuali non abbiano piu’ niente da esprimere: la stessa Murgia infatti certe idee era andata a prenderle a prestito dal mondo “liberal’ e “woke” americano e britannico, da una sinistra molto diversa da quella nostrana.

      Riguardo alla destra non e’ che e’ messa peggio, e’ proprio senza speranze, ferma a ruminare idee vecchie di un secolo e incapace di proposte vagamente al passo coi tempi.

      • Gp scrive:

        Secondo me il principio causa/effetto è inverso… è l’espressione degli intellettuali che diffonde i valori non il contrario. Attualmente però c’è una ‘selezione naturale’ di idee e valori per cui a certi pensatori scomodi o non allineati non viene dato spazio o risalto per cui il modello ‘sinistroide’ non è più il lavoratore che lotta per i suoi diritti, ma il vegano con famiglia ‘queer’ e tesla in garage.

        • Marco Burroni scrive:

          Ecco, si vede che della Murgia non sai proprio niente, lei che era diventata famosa con un libro sul lavoro precario nei call center. E’ che a voi ‘destrorsi’’ piace dipingere i”nemici” come delle macchiette, non avete capacita’ di argomentare risposte serie.

          • Gp scrive:

            L’opinione di Murgia, e altri come Virzì, sui precari rientra nei ‘pensieri scomodi’ che la ‘sinistra’ (tra virgolette) a cui non viene dato risalto (come confermato dall’abbondante articolistica funebre di Repubblica, ad esempio).
            ‘Destrorso’ sarai te, a me manca tanto la Sinistra (senza virgolette e con la maiuscola) e comunque non avendo ‘debiti’ ho deciso da anni di non rivotare mai partiti o persone che mi abbiano tradito o deluso, cosa che gioverebbe alla democrazia e che consiglio a tutti

    • Vedo nero e basta scrive:

      Ottimo commento, concordo pienamente. Per me, lo schwa, da lei tanto sponsorizzata, rimane una grande boiata.

    • Gianni scrive:

      No no a destra siete straripanti con il mitico Vannacci ” memento audere semper “

  5. Maurizio scrive:

    La morte della Murgia mi lascia totalmente indifferente. Sui migranti (un tempo si chiamavano clandestini) è un problema che porterà l‘Europa allo sfascio… su questo non ci sono dubbi.

    • Vedo nero e basta scrive:

      Concordo pienamente. Non ce l’ho con loro, ma chi li fa venire qui e poi li lascia in balia della malavita organizzata.

  6. David scrive:

    Eretico caro,
    cerca di vedere su Netflix la mini serie sul suicidio di Mario Biondo. Troverai spunti, ed assonanze, con altro caso di suicidio.

    • Eretico scrive:

      Caro David,
      grazie del suggerimento, che peraltro mi era già arrivato: ti ringrazio anche a nome dei lettori, cui faccio la stessa raccomandazione di guardare il tutto…

      Quanto a Michela Murgia, facciamo trascorrere un po’ di tempo, dopodiché qualche cosa senz’altro si scriverà…

      L’eretico

      • David scrive:

        Buona visione. In un paio di punti sono sobbalzare sul divano.

        Quanto alla Murgia, è una donna che è stata tante cose. Mi ero sempre ripromesso di leggere Accabadora, come attivista non sempre mi ha convinto anche se, da padre di una adolescente, riconosco la centralità della questione femminile. Di certo ha saputo, fuori da ogni retorica, farci fare i conti col tema della morte.

      • Vedo nero e basta scrive:

        Sempre rispetto per una persona che muore, ma della sua produzione letteraria resterà molto poco o nulla.

  7. UNO DI STROVE scrive:

    Io sono un campagnolo, ma fatemelo dire: anche a questo giro mi pare che il vostro Palio sia sempre più Tittiacentrico. Che senso ha parlare ancora di “valzer delle monte”? Quando decide lui, le altre tessere si sistemano e poi si parte: chi monta la prima prova, arriva alla segnatura. Neanche un giovane o una vecchia gloria cui fare fare una apparizione in Piazza. Niente di niente. Un “valzerone”…

  8. Roberto scrive:

    Fuori tema , ma non tanto , con la cavolata di esporre il prezzo medio dei carburanti, quando il prezzo del petrolio sale, ovviamente le pompe alzano i prezzi determinando un aumento del prezzo medio, al quale tutti i gestori a loro volta sono portati ad avvicinarsi. Quando scende, non si ha lo stesso effetto, perché ognuno tende ad accostarsi a prezzo medio, che quindi difficilmente scende. E infatti potete tutti constatare che da quando il pm viene esposto i prezzi non fanno che salire. Grazie ai geni che ci governano.

  9. Vedo nero e basta scrive:

    DIRITTI
    Siena, come è diventata la prima città d’arte sostenibile in Italia
    di Gianluca Schinaia

    Lo ha certificato un organismo delle Nazioni Unite: ma non è merito del Palio. C’entrano sicuramente le contrade come simbolo di sostenibilità sociale, la cultura enogastronomica, la tutela del paesaggio e del patrimonio artistico

    Bello. Peccato che Siena sia isolata sia per auto. sia per treno. Per arrivarci i turisti devono affrontare molte difficoltà. I tempi della della troppo nominata Francigena, autostrada del medioevo, sono molto lontani.

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