Eretico di SienaLa"acampada", un suicidio, nazisti... - Eretico di Siena

La”acampada”, un suicidio, nazisti…

Nell’appuntamento infrasettimanale del blog, si affrontano tre argomenti: la protesta degli universitari per il caro-affitti, (denominata in modo spagnoleggiante “acampada”); la questione nazista nel 2023; infine, un caso di cronaca nera paradigmatico dell’oggi.

Quanto infatti all’omicidio di Trieste – divenuto poi suicidio -, grazie a chi ben sappiamo, a Siena siamo diventati un apripista anche in questo campo: in attesa che qualcuno paghi concretamente (in soldoni) per il danno di immagine alla collettività, noi restiamo sul pezzo, eccome se ci rimaniamo (and best has yest to come)…

 

STUDENTI IN RIVOLTA: L’ACAMPADA

In questi giorni, è ripresa la protesta degli studenti universitari contro il caro affitti (a Sienina nostra, non risultano – a quanto riporti la stampa – grandi movimenti, in tal senso): come d’abitudine, svilita in toto dai quotidiani di centrodestra o destracentro, ed esaltati aprioristicamente dalla stampa progressista (Repubblica, as usual, sulle barricate).

Noi, in redazione, come sempre proviamo a ragionare con la nostra testina, cercando di fare qualche considerazione sull’argomento. Che gli affitti siano aumentati, specie in certe zone, è palese: un po’ per l’inflazione in generale, un po’ perché la concorrenza delle locazioni ai turisti – inesistente fino ad una decina di anni or sono – va naturaliter a dopare il mercato (una regolamentazione in tal senso ci vuole: forse l’unica cosa buona della Santanché, che però pare essere stata bloccata).

Va anche detto che ci sono almeno due argomenti forti, anzi fortissimi, per contestare la contestazione: in primo luogo, gli affitti sono spesso da ladri da anni, da decenni, ma la cosiddetta “acampada” si fa solo adesso, con chiaro intento antigovernativo (sotto il Governo – che dire – Renzi, gli affitti erano forse calmierati dallo Stato, di grazia? C’erano a quel tempo posti in esubero nelle case dello studente, di grazia bis?).

In secondo luogo, capirete che la diffidenza destrorsa si nutre anche del fatto che la insurrezione, sic, delle tende era iniziata in primavera (stagione buona), per poi fermarsi con l’arrivo dell’estate (e con regolare interruzione nei fine settimana, per permettere il ricongiungimento familiare); adesso, quando arriveranno i primi freddi seri (la notte già ci si mette la copertina, nevvero?), che succederà alle improvvisate tendopoli studentesche? Non ci resta che attendere.

Certo, è curioso che i giovani universitari – di solito pronti a scendere in piazza contro il climate change, che imporrà costi aggiuntivi per macchine e case, almeno ai loro genitori -, poi si battano come leoncini (spesso da tastiera) per l’affitto troppo alto nelle case da loro stessi abitate.

Ma soprattutto, ed infine: se i giovani universitari sono tutti squattrinati così in difficoltà a livello finanziario, ci sapete spiegare il perché – passando accanto a localini e localetti della movida – si vedono frotte di ventenni che fumano e sprizzano senza apparenti problemi? Prendendo una media di un paio di passaggi settimanali in loco (credendo di approssimare assai per difetto), e moltiplicando quindi per 8 (4 per 2) il tandem spritz-cibo – sigarettine d’ordinanza, si arriva di certo a coprire quell’aumento di affitto considerato insopportabile, frutto del neoliberismo dominante.

E se invece di prendere lo spritz, ci si mettesse dall’altra parte del bancone, e addirittura si lavorasse (c’è chi lo fa, sul modello anglosassone, ma è una ridottissima minoranza)? Ci si mettesse a servirli, gli spritz, insomma, invece di consumarli e basta?

 

NAZISTI

Un corollario dell’aggressione russa in Ucraina è il riemergere della questione nazista: Putin sin dal febbraio 2022 dice di volere denazificare l’Ucraina dai nazisti dell’Azov, però al contempo, per farlo al meglio, usa i mercenari – non proprio liberaldemocratici – della Brigata Wagner.

L’ultima novità è che l’altro giorno, nel Parlamento canadese, su invito del Prime Minister Trudeau, si è presentato, per una standin ovation, un 98enne – tale Hunka -, oggi di passaporto canadese ma nella Seconda guerra mondiale combattente fra gli ucraini filonazisti alla Bandera, i quali combattevano contro l’Armata rossa, più o meno inquadrati nelle fila naziste: indubbiamente, i canadesi si sono mossi con l’idea di glorificare il presente, al contempo raccogliendo una figuraccia, poi ammessa dallo stesso Trudeau (discreto gaffeur, e non da ora). Il Centro Simon Wiesenthal ha costretto infatti alle scuse il Governo canadese.

Forse, come in altri settori, sarebbe il caso di consegnare il Nazismo alla ricerca storica, e – quanto al presente – limitarsi ai fondamentali, per così dire: insomma, nazista è, nel 2023, chi da nazista si comporta – aggredendo gli Stati sovrani, facendo strame del Diritto internazionale – , punto e basta. Sarebbe un bel passo in avanti, date retta: e si eviterebbero figuracce, da una parte e dall’altra.

 

DA OMICIDIO BRUTALE A SUICIDIO…

Domenica scorsa, fra le breaking news, arriva quella del macabro ritrovamento di un cadavere attaccato ad un guard rail del raccordo che porta al centro di Trieste (città simbolo del patriottismo italico, ma questa è davvero un’altra Historia): subito si parla di omicidio, infarcendo il tutto con l’aggiunta di sevizie e torture sul malcapitato. Si affaccia subito l’ipotesi di un regolamento di conti, con l’aggiunta del fatto che gli assassini lo avrebbero potuto scaraventare, il povero defunto, nella scarpata: se l’hanno attaccato al guard rail invece di buttarlo di sotto, vuol dire che hanno voluto dare un segnale ben chiaro a chi di dovere. Le esibizioni devono essere pubbliche, il Terrore con le sue ghigliottine – per dirne giusto una – fa sempre scuola…

Emerge poco dopo l’autentica dimensione del fatto (fino a prova del contrario, si capisce): il cadavere appartiene ad un povero iraniano – un senza fissa dimora -, il quale aveva in tasca una richiesta per una visita psichiatrica in quanto aveva manifestato gravi pulsioni suicide (“sindrome ansiosa depressiva”). Delle torture e sevizie, si capisce che sono state verosimilmente provocate dallo sfregamento del cadavere post mortem.  Medico legale e Procura – in attesa dei dati finali del referto autoptico – concordano sulla assoluta plausibilità del suicidio.

In ogni caso, l’ispezione cadaverica (non l’occhio dei giornalisti) “non ha fatto emergere sul corpo alcun segno di tortura, né di violenza”, né “bruciature, lesioni da taglio e traumatismi vari alla testa del deceduto, ma si tratta solo di lesioni post mortem”; infine “gli unici segni rinvenuti sulla salma sono quelli tipici dell’impiccamento”.

A proposito: chissà se il PM di turno avrà usato i guanti in ogni momento del suo procedere in loco, fra strada e guard rail (non lo sappiamo, ovviamente: senz’altro sì); chissà chi ha messo le mani in tasca al poveretto, e chissà se il Pubblico Ministero è arrivato insieme alla Polizia scientifica, ovvero un po’ prima o un po’ dopo: ah, qui ci vorrebbe qualche giornalista – di quelli che sanno andare oltre le apparenze – che ci aiutasse a dipanare le matasse.

L’unico problema è che, in questo caso, dare il microfono alla famiglia dell’iraniano – facendole dire che il congiunto mai e poi mai si può essere suicidato, anzi era pieno di vita, nonché felice di essere un senza tetto – sarà un pochino più difficile; ed anche più arduo sarà il battere la pista dei festini a luci rosse, con il senza fissa dimora con tendenze suicide al centro delle serate piccanti: però, magari, si può provare lo stesso……

 

 

7 Commenti su La”acampada”, un suicidio, nazisti…

  1. Cecco scrive:

    Non condivido del tutto questa faccenda di relegare il nazismo alla sola ricerca storica perchè insomma, come ben evidenziato dallo stesso Eretico questo esiste ancora, nemmeno troppo sottotraccia, almeno a livello ideologico, in entrambi gli schieramenti presenti sul suolo ucraino. Il battaglione Azov, denunciato dall’Alto Commissariato ONU per i Dirirtti Umani nel 2014 per crimini di guerra e torture a danno della popolazione russofila del Donbass, successivamente inquadrato nell’esercito ucraino e prontamente ricostituito dopo la sua distruzione, come ogni gruppo nazista che si rispetti è accusato di omofobia, sessismo, razzismo, creazione di campi di addestramento per bambini per inculare loro il culto della violenza e dell’odio antirusso, sospettati della distruzione della casa dei sindacati ad Odessa, aperti sostenitori della teoria del suprematismo bianco ecc… Di contro l’appena disciolta brigata Wagner, anch’essa accusata dall’Onu di aver commesso crimini di guerra nelle zone dove ha operato, gruppo paramilitare parallelo all’esercito regolare russo, anche se ufficialmente è un gruppo non ideologico, ha tollerato tra i suoi ranghi l’uso di simbologie facenti riferimento al nazismo esoterico ed ha favorito la diffusione di un nuovo culto pagano ovvero la Fede Nativa Slava. Inoltre, lo stesso nome Wagner sarebbe un riferimento al compositore preferito di Hitler. Tutto questo per dire che, se è vero che fascismo e nazismo fanno parte della storia, è altrettanto vero che in forme attualizzate sono ancora sono ben presenti nella nostra società ed anzi, sono persino funzionali agli interessi delle democrazie, ma dovremmo stare attenti perchè questi sono mostri solo apparentemente dormienti. La storia, anche quella recente, non ci insegna niente? Non sono di troppo tempo fa i finanziamenti USA ai talebani in funzione antisovietica …. Però come raccontava un vecchio film di Albertone finchè c’è guerra c’è speranza. Buon pomeriggio

    • m.c. scrive:

      Sì, lho visto proprio pochi gg fa il film di Sordi “Finché c’è guerra c’è speranza”. C’è poco aggiungere. Come diceva qualcuno ‘la storia la scrive chi ha vinto la guerra’. Ma ricordiamoci che chi ha vinto la guerra è stata lunica potenza mondiale che ha sganciato la bomba atomica – roba che se lavessero fatto i nazisti, che certamente non amo e non difendo, si griderebbe ancora all’orrore! – e i suoi scienziati hanno continuato per più di un decennio post bellico a fare sperimentazione sui bambini degli orfanotrofi (elargendo evidentemente da ari all’ente che li ospitava) e sugli strulli dei manicomi. Perciò sarebbe doverosa una rilettura del nostro ‘900. L’orrore è ovunque intorno a noi, basta saperlo cercare. Ecco.

    • Paolo Panzieri scrive:

      Se mi posso permettere ritengo che il rigurgito neonazista in Ucraina (peraltro del tutto sottaciuto dai media dopo che Biden, abbiamo poi scoperto anche per ragioni personali e familiari, lo ha adottato) è in gran parte dovuto all’odio imperituro che porta quel popolo (a parte ovviamente i russofoni ..) per il comunismo e l’hodomodor patiti.
      Ho avuto personalmente occasione di parlare a lungo in tempi non sospetti (quindi molto prima di tutta questa storia …) con una signora ucraina, che come molte altre all’epoca, faceva la badante qui da noi, che mi ha raccontato in ogni raccapricciante particolare quello che lei e la sua famiglia avevano passato ai tempi dell’URSS, a causa dei russi e del comunismo.
      Ti assicuro che dopo quei trattamenti inumani. ingiustificati ed ingiustificabili, anche tu probabilmente inneggeresti a Baderas, alla brigata Azov e probabilmente per reazione pure allo zio Adolfo …
      Verrebbe quasi da dire, quindi, che peggio del nazismo c’è stato solo il comunismo.
      Una cosa, peraltro. che solo gli ucraini – fortunatissimi – possono giudicare avendoli provati entrambi sulla loro pelle …
      Quindi compendo bene (anche se proprio non le posso sposare) le loro ragioni.
      Non così, però, quelle di questa guerra ormai inutile e senza fine (modello Ssturmtruppen di Bonvi …) che solo un guitto (cfr la sonata al pianoforte … senza mani …) ed un vecchio sciroccato incapace (quello che dice che va a letto saltando la conferenza stampa …), ormai possono pensare di tirare ancora avanti sulla pelle del popolo ucraino, a spese di tutti noi.
      Basta, per pietà, facciamola finita.

      • Eretico scrive:

        Caro Paolo,
        fai molto bene a ricordare l’Holodomor, spesso semplicemente sconosciuto (o, peggio assai, furbescamente rimosso) dai putiniani di riporto: credo che, dopo il Novecento ucraino (come quello polacco, e non solo), sia assai difficile essere liberaldemocratici, e non arrivare alla russofobia, se per l’appunto ucraini. In più, mettiamoci l’aggressione del febbraio 2022, come ciliegina finale (finale?).
        Il problema è però sempre quello: che debba finire quanto prima, nessun dubbio, per tante motivazioni, non solo umanitarie; ma come la si fa finire, di grazia, questa guerra che non sarebbe mai dovuta iniziare? Domanda – è davvero il caso di dire – delle cento pistole…

        L’eretico

  2. Ics scrive:

    Dicesi costo opportunità il sacrificio che un operatore economico deve compiere per effettuare una scelta economica.
    Vi garba la rivoluzione verde?!? L’inflazione è il suo costo opportunità. Poi ci sarebbero migliaia di posti lavoro che andranno persi ma questo al piddino o al grillopiteco (generalmente mantenuti da babbo stato) poco interessa.

    Di norme comunistoidi in questo paese ce ne sono fin troppe e fa anche più ridere che a proporne una nuova sia un governo di destra (in realtà è democristiano ma senza lo spessore di un tempo).
    Basterebbero incentivi fiscali ed un sistema giudiziario efficiente.
    Pura fantascienza, più facile fare i padroni con la proprietà altrui.

    Professore, esiste (o è prevista) la biografia non autorizzata in formato digitale?

    • Eretico scrive:

      Caro Lcs,
      io sono un fanatico, in parte passatista, del cartaceo: ergo, ti rispondo in modo negativo.

      Ti aspetto in una delle prossime presentazioni della biografia leopardiana, di cui molto a breve scriverò sul blog: per salutarti, e per consegnarti una copia (cartacea, per l’appunto), con dedica annessa…

      L’eretico

  3. UNO DI STROVE scrive:

    Temo che l’Eretico, ancora una volta, abbia ragione su questa “acampada”: i prezzi saranno ulteriormente saliti, per i motivi che lui dice, ma possibile che nei decenni precedenti non si muovesse foglia su questo aspetto?
    Aggiungo un elemento: potrei sbagliarmi, ma ormai i figli delle famiglie meno abbienti a studiare lontano da casa (a Siena, per esempio) non vengono più, perché non se lo possono permettere. Quindi, quelli che cercano casa nelle città universitarie sono figli di famiglie dal livello economico almeno abbastanza alto, a differenza di prima, quando arrivavano anche figli della piccolissima borghesia.

    Complimenti all’Eretico per la bellissima serata leopardiana, che ho visto sul sito della Comunale.

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