Eretico di SienaBruciamo tutto: anche ciò che non esiste più (e Ps con Piccini) - Eretico di Siena

Bruciamo tutto: anche ciò che non esiste più (e Ps con Piccini)

Eccoci al consueto appuntamento settimanale con il blog: dopo la parentesi sportivo-sinneriana (vediamo, e con grande piacere, che anche Cazzullo sta battendo sul ferro della residenza monegasca di Sinner, per inciso), come non scrivere qualcosina sull’argomento che ha fatto mettere mediaticamente in secondo o terzo piano due guerre, il contesto socio-economico ed altro ancora (financo l’inopinato “vorrei scendere” dal treno del Ministro Lollobrigida) ?

Siccome oggi è il 25 novembre – Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, in ricordo di tre sorelle uccise per motivi politici nel 1960, in Centro America – non possiamo dunque non parlare del caso della povera Giulia, affrontando una serie di problematiche – soprattutto una: il patriarcato – annesse e connesse.

 

FIGLIO DI FEMMINISTA…

Chi scrive – molti lo sanno, molti altri no – è figlio di una femminista: ma non una femminista all’acqua di rose, con vaghe simpatie per la causa delle donne, bensì una militante (capace di ragionare con la sua testa, comunque tale); chi scrive, per dirne giusto una, ha trascorso tanti pomeriggio fanciulleschi, nei Settanta, nella fu sede senese dell’Udi (Unione donne italiane), a cagione delle riunioni materne, le quali si tenevano in un ambiente che definire tossico (a causa del fumo di sigarette, non mi si fraintenda!) sarebbe poca cosa.

Quel Femminismo – che aveva tutti i suoi difetti e limiti – sapeva però amalgamare ideologia (eccome, se c’era: anche se a me, illo tempore, dava noia solo il fumo) e concretezza, duttilità e pragmatismo; quella prassi politica, non a caso, ha saputo portare a casa almeno 4 passaggi cardine della Storia dei diritti (femminili ed anche maschili), in Italia.

Li ripetiamo, sicuri che una rinfrescata sia ben salutare per tutti: divorzio (Legge 1970, Referendum vittorioso 1974); Diritto di Famiglia (cruciale: 1975); aborto, pubblico e gratuito (Legge 1978, Referendum vittorioso 1981); Legge contro il cosiddetto delitto d’onore (1981: si badi bene!). Chapeau, insomma.

Oggi – che si vuole “bruciare tutto” – le buone leggi ci sono, eccome (il problema è l’applicazione concreta), e nessuno – dicasi nessuno – vuole concretamente mettere mano ai 4 caposaldi di cui sopra. Come ha scritto Michele Serra (non Daniele Capezzone: Serra), forse molti di questi giovani farebbero meglio a leggere, studiare, parlare – non solo fra loro, anche con le persone che ne sanno qualcosa di più -, perché il rischio di clamoroso velleitarismo, quello è l’unico dato di concretezza che rischia di restare agli atti…

 

INAUGURAZIONE ANNO ACCADEMICO

Ieri mattina ero alla cerimonia di inaugurazione dell’Anno accademico della gloriosa Universitas senese, con i suoi ormai quasi 800 anni di storia alle spalle: cerimonia sempre suggestiva – per tanti motivi, i quali non ho in questa sede il modo di raccontare -, alla presenza fra gli altri del Ministro Bernini, oltre alle varie autorità municipalistiche.

Dopo il Rettore Di Pietra (buona l’idea del nuovo leccio per ogni nuovo iscritto: ricordando anche, magari, quelli per i soldati morti nella Grande Guerra, al Parco delle Rimembranze), ha preso la parola – come ogni anno – uno studente: si immagina democraticamente votato, ergo rappresentativo del sentire della maggioranza dei frequentanti l’ateneo.

Trattasi di Samuele Picchianti, presentato come “presidente del Consiglio studentesco”; il ragazzo parla bene, con il cipiglio debitamente determinato: il problema, però, è ciò che dice. Insieme al proporre all’ateneo senese di rompere di brutto l’equidistanza, difesa dal Rettore, fra Israele ed Hamas mascherato da Palestina (Di Pietra si era appellato alla “diplomazia culturale”), ha preteso che l’istituzione si schieri decisamente a favore della Palestina contro Israele (facendo “cessare le collaborazioni con le aziende produttrici di armi”: riferendo la questione solo ad Israele, come se Hamas durante il 7 ottobre – da lui mai ricordato! – avesse agito a mani nude), e a tutto il repertorio classico dell’attuale ribellismo giovanile, il buon Picchianti ha voluto dire la sua anche sulla violenza di genere.

Dalla odierna Nazione (Eleonora Rosi): “i femminicidi sono l’apice di una violenza patriarcale che si insinua nei nostri comportamenti”. Il mantra del patriarcato, dunque, è arrivato anche nell’Aula magna. Ed è stato applaudito da buona parte dei presenti.

Sia consentito, a questo punto, dare la parola a chi di certo conosce meglio il significato – e le sue ricadute psicologiche – di questa parola: per noi, uno non vale uno, come è noto…

 

IL PATRIARCATO ESISTE SEMPRE?

Il patriarcato, dunque, esiste sempre? Per la stampa filogovernativa, decisamente no: esiste semmai nel mondo islamico – Gaza, ed alleati di Hamas, compresi -, vale a dire quello per cui – fino al ritrovamento del corpo della povera Giulia, una settimana fa – scendevano nelle piazze i giovani virgulti italiani, europei e dei più costosi ed elitari atenei USA. Francamente, al di là dei toni, su questo pare difficile smentire Il Giornale, La Verità e Libero.

Ma a noi – come ben noto – piace il confronto dialettico; ecco che abbiamo compulsato Repubblica di ieri, venerdì 24 novembre: le prime 7 pagine, tutte dedicate al binomio femminicidio-patriarcato, dopodiché insertone dal titolo “Femminicidi – fermiamo la strage”, con contributi delle migliori penne del quotidiano romano.

Ecco che, però, a pagina 33 – quasi nascosto -, si trova un denso intervento dello psichiatra Massimo Ammaniti, forse il più esperto di questioni tipo il patriarcato sulla scena italiana. 82 anni, ed una esperienza sterminata sul campo, condita da svariate pubblicazioni.

Ammaniti demolisce l’idea che il patriarcato possa essere il responsabile delle tragedie cui stiamo assistendo, Giulia compresa: semplicemente, in quanto il patriarcato è un retaggio di un contesto che – dopo la pasoliniana “mutazione antropologica”, che ha avuto una devastante accelerazione negli ultimissimi anni – non esiste più. Lo scrive Ammaniti, non qualche giovanotto in cerca di like da sfoggiare durante lo spritz serale.

“Sì, è vero che tracce della cultura patriarcale continuano a permanere nella mente degli uomini, ma anche delle donne, ma quello che caratterizza il mondo attuale è la fragilità dell’identità personale…ritornando alle violenze e alle sopraffazioni maschili, queste non nascono oggi dal potere patriarcale, che le usava per legittimare la sua supremazia, originano piuttosto dalla debolezza e dalla fragilità degli uomini, che sentendosi impotenti e impauriti per essere sopravanzati affettivamente e socialmente dalle donne, reagiscono con rabbia e odio”.

Come si vede, una violenza che nasce esattamente dall’opposto di ciò che i giovanotti e le giovanotte denunciano: meno social, più Ammaniti. Questa sarebbe la rivoluzione da fare, la slavina da attivare: ma costa fatica, ci vuole applicazione, meglio “bruciare tutto” e dare la colpa ad un qualcosa che – secondo un autentico luminare – non esiste più…

 

Ps 1 Hamas-Israele: molto bene per la tregua (già rivendicata come successo politico da Hamas, ovviamente), piccolo spiraglio, comunque positivo, per gli ostaggi; una cosa giusta, il Bibi israeliano, l’ha pur fatta, sebbene in ritardo e con consueto deficit comunicativo (queste cose si fanno, e si annunciano solo dopo, vedasi il post Monaco 1972): ha dato mandato al Mossad di uccidere tutti i capi di Hamas rimasti, ovunque si trovino. Qatar compreso, evidentemente.

Ps 2 Uscito il programma degli eventi dicembrini in Comunale, molto denso (ci dispiace per Pierluigi Piccini); ma ci sono ancora un paio di eventi novembrini: lunedì, per esempio, si parlerà di don Milani – nel centenario della nascita – con uno dei pochissimi testimoni – Alessandro Mazzerelli – che possa dire di averlo conosciuto davvero. Un appuntamento davvero da non perdere.

Ps 3 Pierluigi Piccini non ha gradito che il Sindaco abbia scelto di rinnovare la fiducia allo scrivente, dopo la nomina del 2018 da parte del Sindaco De Mossi a Presidente della Biblioteca comunale: ne prendiamo atto, e non entriamo certo nel commento di procedure che concernono l’attività del Comune. In ogni caso, ringraziamo di cuore l’ex Sindaco Piccini per la sua caparbietà nel cercare di contrastare il nostro operato: poche, davvero pochissime cose ci spronano a fare del nostro meglio, più dei suoi attacchi. Grazie di tutto, davvero.

 

 

 

 

 

9 Commenti su Bruciamo tutto: anche ciò che non esiste più (e Ps con Piccini)

  1. Daria gentili scrive:

    …sono d’accordo con Ammanniti sul fatto che il patriarcato nulla c’entri con i recenti fatti di violenza.
    Dico di più, molte volte sul blog hai affrontato il problema dell’interazione scuola/famiglia e della sua influenza sull’educazione dei pargoli, denunciando il fatto che oggi i genitori non sono più una “spalla” per gli insegnanti, ma che giustificano i propri figli qualunque atteggiamento questi abbiano .
    Ecco dove a mio avviso si può annidare la violenza……in ragazzi che non sono più abituati ad un no o ad un rifiuto e che hanno sempre ragione

  2. Un ammiratore di Pistoia scrive:

    Siamo alla fine di questo 25 novembre, mai celebrato in Italia come in questo 2023. Come ha scritto, in modo davvero perfetto l’Eretico, esaurita la fiammata di questa settimana in cui la vicenda della povera Giulia ha catalizzato tutta l’attenzione, resterà solo il velleitarismo di questi giovani. Un velleitarismo sterile (quindi inutile), rabbioso e settario, come dimostrato dalla presa di posizione unilaterale filo Palestina ed anti-Israele. Questo articolo di questo blog è una delle cose più sensate che abbia letto in questi giorni.

  3. Gp scrive:

    L’Italia è uno dei paesi al mondo con meno femminicidi…
    Le generalizzazione della colpa (il patriarcato… cioè siamo tutti colpevoli) è un fenomeno preoccupante e molto praticato dai media ultimamente. Porta senz’altro non individuare cause e colpe reali, già immagino il legale del Turetta appellarsi alle colpe della società. Quel che è peggio, a livello molto più ampio, è che questa filosofia di ‘generalizzazione globale delle colpe’ tende potenzialmente a giustificare, come ha fatto in passato, una serie di nefandezze (gli ucraini sono nazisti, gli ebrei usurpatori di terre, i palestinesi terroristi ecc…) per cui un Putin, Hamas o un Nethaniau avranno ragione a generalizzare le loro azioni criminali contro popoli interi o civili inermi.

  4. Cecco scrive:

    Alcune sacche di patriarcato resistono oggi anche da noi, magari sempre più isolate, ma insomma non è una cultura completamente scomparsa. Sull’omicidio della povera Giulia però sono molto in sintonia con il pensiero ereticale, probabilmente l’analisi dello psichiatra Ammaniti, quella che evidenzia la fragilità del maschio incapace di accettare il ruolo indipendente della donna, è quella che mi convince di più. Non è appunto la volontà di sopraffazione ma l’incapacità di accettare le opinioni e i sentimenti dell’altro, ne esce fuori un ritratto molto misero del maschio contemporaneo, addirittura più preoccupante della figura patriarcale del passato. Sulla velleità dei giovani invece non mi trovo così maldisposto, si sono identificati con la loro coetanea barbaramente uccisa ed hanno espresso naturalmente un moto di ribellione (per fortuna), forse hanno sbagliato il bersaglio su cui scaricare la propria rabbia ma intanto si sono, almeno temporaneamente staccati dai telefonini, per tentare di migliorare questa società, magari ci stupiranno in positivo con la nascita di un nuovo femminismo capace di raggiungere nuovi traguardi, perchè no?

  5. casmar scrive:

    Caro Eretico,
    leggo stamani un articolo apparso su Repubblica:
    Gaza, il coraggio di Fatma: “Bado a tutti, mio marito ora non mi picchia più”
    di Sami al-Ajrami.
    Risulta singolare la disinvoltura con la quale i promotori delle manifestazioni di questi giorni abbiano accostato la violenza di genere a quella che sta esercitando Israele nella Striscia. Ci sarà mai spazio per un circolo dell’UDI nel mondo islamico ? Quando dall’Indonesia al Marocco, passando per Teheran, si rifletterà sui diritti delle donne (uno per tutti come è regolata l’eredità alla morte del capofamiglia) forse un dialogo con quella società sarà possibile. Il diffondersi del fondamentalismo fra i giovani musulmani di seconda generazione in Europa è dovuto in primis ad una impossibilità di accettare da parte loro i costumi del mondo occidentale (pur essendone follemente attratti) e, con essi, la condizione della donna. Né un padre, né un giovane figlio islamico sopportano che una donna della loro famiglia voglia assumere atteggiamenti di stampo occidentale, né pretendere emancipazione (v. caso Saman).
    Mi chiedo anche: perché chi manifesta nel modo che sappiamo non cita mai la condizione Curda ? oppressi da secoli con inaudite sofferenze proprio da quegli stati che oggi sostengono Hamas. All’interno della società Curda, la condizione della donna è assai emancipata e la particolarità della loro organizzazione ha spinto certi giovani anarchici italiani ad arruolarsi nelle milizie YPG, come il fiorentino Lorenzo Orsetti, ucciso dalle forze dell’ISIS in Siria. I Palestinesi sono, per partito preso, evidentemente più fashion

  6. casmar scrive:

    Mirabile la sintesi espressa tramite un cartello apparso alla manifestazione di Torino di sabato scorso:
    “Non avrete controllo né sui nostri corpi né sui nostri territori”.

  7. Roberto scrive:

    Non ho una opinione chiara sulle cause scatenanti l’episodio della povera ragazza, ma non comprendo un passaggio logico. Quando si scrive : “ritornando alle violenze e alle sopraffazioni maschili, queste non nascono oggi dal potere patriarcale, che le usava per legittimare la sua supremazia, originano piuttosto dalla debolezza e dalla fragilità degli uomini, che sentendosi impotenti e impauriti per essere sopravanzati affettivamente e socialmente dalle donne, reagiscono con rabbia e odio”.
    Non sarà che la incapacità di accettare di essere “sopravanzati dalle donne” derivi proprio dal substrato culturale (inconscio e inculcato dal contesto sociale) del “patriarcato” che impedisce tale accettazione e porta alcuni (una minoranza per fortuna) a commettere gesti mortali per se o per gli altri?
    Mi pare che volendo smontare l’ipotesi patriarcato, in realtà la si sostenga. O no?

  8. Marco Burroni scrive:

    Riguardo al PS 5 mi stupisce lo spazio che la Biblioteca Comunale si è ritagliata negli ultimi anni. Quando vivevo a Siena era un’istituzione semi sconosciuta, nessuno sapeva chi ne era il presidente mentre ora sembra essere diventata uno dei centri del potere senese. Della Comunale si legge sui giornali, della comunale si interessano i notabili locali, dalla comunale arriva il sindaco… ne e’ passata di acqua sotto ai ponti da quando a Siena c’era solo il Monte.

    • Eretico scrive:

      Caro Marco,
      credo che tu abbia toccato un punto effettivamente significativo del contesto senese: stai forse sopravvalutando l’importanza della istituzione, ma è certo che la visibilità sia in modo deciso aumentata negli ultimi anni, per vari motivi che non sto, qui ed ora, ad elencare (anche perché un po’ mi riguardano, e non è certo elegante l’esercizio dell’autoelogio); tutto ciò, comporta anche che ci siano prese di posizione alla Piccini.
      A cotal proposito, salvo che mi sia sfuggito qualcosa (nel caso, colpa delle mie “sentinelle dei social”), farei volentieri notare come perfino il Pd non abbia avuto niente da dire sul fatto che, per altri 5 anni, ci sia lo scrivente a presiedere la Comunale: come si suol dire – in questo caso, riferito all’ottimo Pierluigi Piccini – l’hanno rimasto solo…

      L’eretico

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