Eretico di SienaLa guerra dei trattori (e 4 Ps) - Eretico di Siena

La guerra dei trattori (e 4 Ps)

Dopo il triste pezzo dedicato a Laerte Mulinacci, riprendiamo la consueta programmazione bloggeristica, con un pezzo sul fatto che ci è sembrato più rilevante della settimana (e non è certo finita qui): anche più dell’indegno – per gli standard europei – trattamento giudiziario riservato ad Ilaria Salis; verso la quale, purtroppo, le cose più vergognose non sono neanche quelle viste in un’aula di tribunale (e pochi hanno evidenziato la presenza delle due mastodontiche guardie con passamontagna, degne della sorveglianza di un criminale crudele), bensì le condizioni detentive degli undici mesi pregressi…

 

MARX SAREBBE BASITO…

Marx ed Engels consideravano quella operaia la classe sociale predestinata a guidare la Rivoluzione da loro teorizzata ed auspicata; viceversa, ritenevano per loro stessa natura i contadini del tutto refrattari alla novità, e tendenzialmente votati allo status quo ante.

Marx sarebbe stupito di vedere oggi manifestazioni “rivoluzionarie” – quantomeno come modalità – attuate da quei contadini che lui giudicava come sopra detto; si può discutere fino a domani su quanto ci sia di rivoluzionario, oppure di semplicemente corporativistico o altro ancora, in queste sollevazioni.

Ma resta un fatto: in questo drammatico inizio di 2024, ove gli operai si mobilitano (siamo reduci da un grande sciopero delle majors statunitensi, nei mesi scorsi), lo fanno all’insegna del fair play e della non violenza; ove invece siano i contadini a mobilitarsi, si parla di blocchi stradali (pensano di essere forse di Ultima generazione, di grazia?) e financo di violenze, e neanche di pochissimo conto (vedasi Bruxelles). Si sono svegliati di brutto, non c’è che dire.

In una società in cui non c’è categoria che non si lamenti, in cui non c’è un singolo che vomiti sui social la sua insoddisfazione, ecco che, poi, ad atteggiarsi concretamente a rivoluzionari ci sono solo i coltivatori della terra: meditate, gente, meditate…

 

LA GUERRA DEI TRATTORI

La polemica dei contadini coinvolge tutta quanta l’Europa: partita in Francia e Germania, anche in Italia i lavoratori del settore primario in questi giorni invadono le strade con i loro trattori (oggi si segnala anche qualche scontro con le forze dell’ordine). Per intanto, va detto che tutti i farmers sono uniti contro l’Europa, ma ognuno lo è a modo suo: oltre alla polemica antiUE, infatti, c’è solo la presa di posizione negativa sul prezzo del gasolio, ad unire la protesta.

Giusto ricordare alcuni dati (da Andrea Bonanni, Repubblica di ieri, pag. 27): l’Europa, per le sue sovvenzioni agricole, destina il 25% del budget, pur rappresentando il settore agricolo l’1,4 del Pil europeo (anche in questo caso: meditate, gente, meditate); in più, il reddito pro capite degli addetti all’agricoltura in Europa è salito, nel 2022, dell’11%, e rispetto al 2015 è aumentato del 44% (cifre della Commissione europea).

Dati alla mano, e salvo smentita sugli stessi, gli agricoltori non dovrebbero dunque lamentarsi più di tanto, anzi dovrebbero gioire della situazione attuale. Ed invece, solo due giorni fa, abbiamo assistito a scene, a Bruxelles, non così diverse dall’assalto a Capitol Hill del gennaio 2021. E senza un Trump ad aizzare, si badi bene.

Come si spiega, visto che questa rabies collettiva non può essere frutto di un’allucinazione collettiva?

 

SI TORNA AL MAGGESE?

Un aspetto su cui, invece, ci pare di poterci schierare dalla parte dei farmers, è quello della polemica contro la norma che destina il 4% delle superfici coltivabili a maggese, vale a dire a terreno non coltivato, per favorire genericamente l’ecosistema.

Abbiamo tutti studiato che la Rivoluzione agricola – anch’essa creata in Inghilterra nel XVIII secolo – aveva avuto come cardine proprio la riduzione della terra incolta, del maggese insomma; oggi, con ancora più bocche da sfamare e con una concorrenza feroce da parte di altre Nazioni extraeuropee (che bypassano ogni norma e vincolo), francamente questa norma pare una concessione difficilmente sostenibile al green deal. Per anni ci sono stati inculcati alcuni principi, tipo il mitico “chilometro zero”, e oggi si vuole importare carne e verdure dall’America latina, di grazia?

Quanto infatti all’ambientalismo, dobbiamo sapere che nessun pasto è gratis, è proprio il caso di dire: se si vuole rispettare la direttiva sulla qualità dell’aria dell’Unione europea (ovviamente in sé inappuntabile), si sappia anche che nella sola Lombardia andrebbero abbattuti, entro i prossimi 25 anni, circa 250mila vacche e 2,7 milioni di suini, più il 17% delle galline ed il 31 (!) dei polli, secondo quanto scrive Nicolò Rubeis sull’odierno Giornale (pag. 8).

Inoltre, i farmers nostrali hanno ragione da vendere allorquando lamentano di essere pagati troppo poco per la materia prima fornita alla grande distribuzione, la quale poi presenta sugli scaffali la merce ad un prezzo magari 4 volte, o più, superiore (si parla di radicchio pagato 30 centesimi, e rivenduto a 3 euroni).

I trattori contro Coop, Conad e Carrefour, però, difficilmente li vedremo, nei prossimi giorni: se ci si pensa, però, forse sarebbe quella la protesta mediaticamente (e non solo) più efficace. Perché l’Europa è un moloch burocratico (o almeno viene vissuto così), mentre invece ci dicono sempre che la Coop sei tu, nevvero?

 

Ps 1 In settimana, arrivata a superare i 90 anni, ci ha lasciato Sandra Milo; oltre ai film felliniani citati da tutti in questi giorni, suggerisco a chi voglia la sua interpretazione ( del tutto mediocre come qualità attoriale, ma irresistibile a simpatia) in un film poco conosciuto, ma che abbiamo molto amato da giovani: “La visita”, di Antonio Pietrangeli (1963). Irresistibile ritratto della provincia italiana del tempo (del ferrarese in particolare).

Ps 2 A proposito di quelle zone, si è dimesso ieri, da sottosegretario, Vittorio Sgarbi: fatale fu l’Antitrust (così il Governo può evitare l’effetto domino sugli altri indagati o imputati di rango). Noi – come scritto decine di volte – apprezziamo Sgarbi come divulgatore d’Arte, ma come sottosegretario molto meno, e ciò che sta emergendo – a partire dall’ormai famoso quadro di Rutilio Manetti – oggettivamente costituisce un’ombra che si staglia, con nettezza, sul suo profilo.

Ps 3 Stamattina, ci ha lasciato Vittorio Emanuele di Savoia, il “re mancato” (e a nessuno crediamo sia dispiaciuto più di tanto): fra le tante macchie, quella della morte del giovane tedesco Hamer, in quell’agosto 1978, resta la più inquietante. Attenzione, però, a non confondere tutta la dinastia con lui: i Savoia, con tutti gli errori (alcuni imperdonabili), hanno avuto anche molti, moltissimi pregi (en passant: hanno creato l’Italia, ci piaccia o meno; ed hanno sfaldato, dopo secoli e secoli, il potere teocratico dei Papi). Stiamo attenti dunque a non confondere atteggiamenti macchiettistici dell’ultimo (non) re, con i comportamenti di tutti gli altri, a partire dal di lui padre Umberto, esempio di gravitas e senso istituzionale nell’andarsene in quel modo dopo il Referendum); e ricordiamoci di una cosa, tanto scomoda quanto negletta: la polemica antimonarchica più feroce ed aprioristica, vede una linea di assoluta, imbarazzante continuità fra il fascismo di Salò e la neonata Repubblica. Non a caso, eh…

Ps 4 Gran finale su Sienina; stamattina, eravamo alla biblioteca Comunale di San Gimignano, a presentare la biografia leopardiana, e mentre si aspettava di entrare, chi è apparso, in Via Folgòre da San Gimignano? Gabriellone Mancini, ex Presidente della Fondazione MPS, per chi non lo ricordasse: il protagonista di tanti pezzi su questo blog, illo tempore; non nascondiamo di esserci un po’ emozionati, a cotanta vista…

 

 

23 Commenti su La guerra dei trattori (e 4 Ps)

  1. Ics scrive:

    Abbasso i gazzillori, evviva la maestrina falce e manganello!!!

    Succede quando si esagera con il dirigismo per lo più intriso di un’ideologia cieca, ottusa.
    Imporre la dottrina green (in una situazione già complicata da pandemia e guerre) vuol dire regalare ad altri mercati e produzioni strategici (nel caso specifico l’indipendenza alimentare).
    Vuol dire sostituire la naturale produzione della ricchezza con l’economia del sussidio.

    • Gianna scrive:

      Se, dico se, la “maestrina”( poi mi aspetto che si vezzeggi anche altri..) risulterà colpevole è giusto che paghi la “giusta” PENA, se fosse scagionata le dovreste chiedere scusa, allo stesso modo in cui non avete chiesto le scuse a chi è stato condannato ai servizi sociali ( e prescritto una decina di volte)

      • Gianna scrive:

        .. e comunque strano che nessuno abbia speso una sillaba contro i neonazisti ” aggrediti”!. Significa forse che ne condividete i valori? O solo perché aggrediti mentre esprimevano il loro , onesto, pensiero?
        Anche io ho dentro, come tutti, un lato fascista e nazista che vorrebbe ordine conservatorismo e omologazione, disciplina e obbedienza; ma prevale la parte del rispetto dell’altro ( anche di chi non ha lo stesso rispetto), del progresso, del differente.

        • Gp scrive:

          A parte il fatto che anche i ‘neonazisti aggrediti’ meritano un po’ di giustizia (ukraina docet), secondo me di nazista nella vicenda di Ilaria Salis ci sono le aggressioni alle spalle coi manganelli in 6 o 7 contro uno. Su siti esteri (in italia non li ho trovati) si trovano immagini delle aggressioni e degli aggrediti con la testa ricucita o la faccia modello melanzana. L’italiana è stata arrestata in macchina con un manganello in tasca e insieme ad un tedesco poi condannato per le aggressioni, i magistrati magiari hanno accertato che Ilaria ha mentito loro. Ciò non significa che sia colpevole ma qualche dubbio mi viene… e se fossi in lei (innocente o colpevole) credo che le manette in aula sarebbero l’ultima delle mie preoccupazioni

    • Maurizio scrive:

      Per fortuna la compagna verrà processata in Ungheria e li sconterà la sua pena! Onore al Popolo Ungherese!

      • Anonimo scrive:

        Per provocare devi impegnarti un po’ di più….cosí sembri solo un bimbo di 2 anni. Di attenzione ne attiri poca

      • Gianna scrive:

        Vabbe’…la colpa è mia che mi ci confondo nella speranza di un dibattito dialettico ma intelligente. Lei rappresenta esattamente l’elettore medio(basso) salviniano. Auguri, ne avrà bisogno chi le sta vicino

    • Anonimo scrive:

      L’obiettivo di riduzione delle emissioni è una cosa seria, non può essere liquidato come un capriccio radicale chic. È stato calcolato che l’umanità ha già prodotto, nel corso della sua storia, due terzi delle emissioni necessarie per giungere a un punto di non ritorno del cambiamento climatico, un terzo delle quali negli ultimi 20 anni. Una riduzione programmata delle emissioni fino al loro azzeramento non può più essere rimandata. E nemmeno negare questa evidenza, perché i fatti la stanno confermando. Purtroppo di questi problemi l’opinione pubblica non viene correttamente informata come dovrebbe. Una politica e un’informazione seria dovrebbero entrare nel merito dei provvedimenti e delle politiche, perché queste sí dovrebbero essere oggetto di discussione e conoscenza. Ma liquidare le politiche di riduzione delle emissioni riducendolo ad un problema ideologico destra sinistra è una follia

      • Ics scrive:

        Affrontate un tema complesso, articolato con la stessa baldanza con la quale amministravate il monte.
        Pensate di svuotare il mare con le mani. Pensate che la gente campi mangiando aria e vi ringrazi pure. Con l’aggravante che cinesi, indiani e le altre economie emergenti se ne fottono allegramente ed anzi ne approfittano.
        Poi v’incazzate se vi si dice che siete capaci solo a produrre e distribuire miseria.
        Facciamo così: voi intanto cominciate. Rinunciate a tutto: riscaldamento, internet, auto, viaggi ecc.
        Invece di sfruttare il gazzilloro, andate a zappare la terra per produrre il vostro sostentamento poi (con calma) vi raggiungo.

        • Anonimo scrive:

          Ti ringrazio per il Voi, che è senz’altro segno di rispetto..del resto se pensi che abbia amministrato il Monte mi devi attribuire una certa importanza. Ma puoi darmi anche del tu, non c’è bisogno del plurale maestatis, non soffro di sdoppiamento della personalitá, almeno per ora

          • Ci tengo a specificare che quel Maurizio che commenta sopra non sono io, come si noterà dalla differenza di stile.

          • Ics scrive:

            Grazie caro per il tu confidenziale.
            Chiarita la forma, nella sostanza vai tu a zappare la terra o il mondo lo salviamo con il culo del gazzilloro?
            Andate tu e Roberto a spalare merda di vacca per mangiare tutti bio?
            Non facciamo come in pandemia con l’impiegatuccio pubblico che, spaparanzato sul divano a retribuzione garantita, elargiva lezioni di civismo al cassaintegrato o alla partita iva

  2. Cecco scrive:

    Buongiorno, banalmente sul caso Ilaria Salis mi viene da pensare se veramente l’allargamento dell’Europa ad Est sia stato opportuno o forse sarebbe stato meglio aspettare ancora qualche anno per includere paesi la cui liberalità è perlomeno dubbia, per esempio che anche nel voler includere a tutti i costi l’Ucraina c’è il rischio concreto di far entrare nel perimetro europeo un’altro stato poco liberale, ma si sa che geopolitica ed etica sono spesso inconciliabili. Sul caso trattori e le riflessioni sul pensiero di Marx ed Engels viene da pensare che il potenziale rivoluzionario della classe operaia era stato dedotto dalle osservazioni dirette di Engels degli operai delle fabbriche di suo padre. Il riferimento era ad una classe operaia ottecentesca dove nella fabbrica arrivavano le materie prime ed uscivano i prodotti finiti. Oggi con l’estrema parcellizzazione dei processi produttivi (per arrivare ad un prodotto finito non si passa quasi mai da una sola fabbrica ma magari da più fabbriche dislocate nei punti più disparati del mondo) e la proliferazione di più contratti all’interno di una stessa struttura produttiva e addirittura per la stessa mansione svolta, parlare di centralità della classe operaia come classe traino delle conquiste sociali (non parlo di rivoluzione) risulta perlomeno più difficile che ai tempi di Marx ed Engels, inoltre c’è da considerare la trasformazione antropologica dei contadini, ormai certamente più alfabetizzati rispetto a quelli dell’800 e certamente non più isolati grazie anche all’avvento dei social media. Insomma ci vorrebbe un altro teorico del socialismo per sbrogliare la matassa del lavoro contemporaneo, mentre sui meccanismi legati allo sfruttamento i vecchi Marx ed Engels, almeno secondo me, rimangono sempre attuali, anche se a comprenderlo sono stati solo i “padroni” ed infatti la lotta di classe la stanno vincendo loro a mani basse!

  3. Roberto scrive:

    Grande vittoria dei trattoristi, gioiamo per questo: ritirata la legge europea che mirava al dimezzamento dell’uso dei pesticidi nel 2030. Evviva!!! Ma secondo voi chi c’è dietro i trattoristi se non le lobby delle multinazionali chimice e della grande industria alimentare.

  4. Maurizio scrive:

    Chi Maurizio quello del cielo è sempre più blu? Uno stile inconfondibile!

  5. Gianna scrive:

    Caro montigiani, non c’era nessun dubbio.
    Stile è una parola grossa, che lascia emergere un minimo di riflessione filologica .qui siamo alla scuola dell’infanzia..primo anno!

  6. Simone pesucci scrive:

    leggo stamani sui giornali(di destra) commenti lamentosi sul duo di Sanremo che , dichiarandosi antifascista,intona mezza strofa di bellaciao! Un canto di libertà, come il “canto degli italiani”, che dovrebbe appartenre a tutti: chi lo deride o ne soffre manifesta pubblicamente la sua resistenza alla libertà( degli altri). Ma se tutti ci adeguarsi o a tale metodo, oggi quelli di destra sarebbero stati perseguitati come nei totalitarismi di sinistra, invece che essere a sbraitare in tv e nella carta stampata contro un motivetto.
    Ma sono troppo sciacalli per riconoscerlo e si attaccano al fascismo che ognuno di noi ha dentro per fare soldi o per lanciare la volata a chi permette loro di fare soldi.
    Ps.: eretico, soffia nelle orecchie della sindaca di annullare la presentazione del palio di luglio a sgarbi! Non sarebbe opportuno né edificante che un cotanto personaggio, costretto alle dimissioni da sottosegretario, venga anche gratis a siena! E poi , a parte la maleducazione che lo connota, non è quel gran critico che da anni si rappresenta! Siena, i senesi, non lo meritano!

    • VEDO SEMPRE PIU' NERO scrive:

      Sto facendo un record, che spero non sia solo a farlo; non ho visto neanche un minuto del Festival di Sanremo. Semplice evitarlo, basta leggere un buon libro, in questo periodo a me piacciono molto i gialli, ma anche Buzzati, è uscita un’edizione di “Siena dei bisnonni” che leggerò in futuro…insomma ce ne sono tante di occasioni per nutrire la mente senza vedere quella grande boiata, con quei finti tonti che prendono molti soldi per fare i buffoni; con Fazio farebbero un bel trio di stupidità e falso buonismo. Quante canzoni dell’edizione passata si si ricordano? Pochissime si contano con una mano sola. Spettacolo inutile, ipocrita e sciacqua cervello.

    • VEDO SEMPRE PIU' NERO scrive:

      Voglio un Palio Straordinario. Dopo due anni (4 Palii) di assenza, ci vuole davvero.

  7. Lorenzo scrive:

    mi associo all’auspicio del pesucci in merito all’inopportunita della presenza( tanto più se pagata) del critico d’arte sgarbi!
    Un ripensamento sarebbe plausibile: non penso manchino sostituti anche a km 0

    • Sonia scrive:

      1.no sgarbi nell’entrone!sarebbe una mancanza di rispetto per la città e la dignità di chi amministra
      2. Ai trattoristi sara comminata la pena tanto voluta dalla lega di interruzione stradale? Scommetterei di no! Destre impreparate e grottesche

  8. VEDO SEMPRE PIU' NERO scrive:

    Il sito non funziona più. E’ una cosa passeggera o no?

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