Eretico di SienaIl mercoledì scolastico: come spiegare Priebke ai nativi digitali - Eretico di Siena

Il mercoledì scolastico: come spiegare Priebke ai nativi digitali

Stamattina, stravolgendo in parte il piano operativo, ho provato a spiegare ai ragazzi il perché di tanto clamore intorno al corpo senza vita di un centenario. Come sempre in questi casi – a parte qualche lodevole eccezione -, le informazioni che aveva la maggioranza di loro erano poche, e per giunta confuse.

Nella prima parte della spiegazione, ho cercato di dire loro chi fosse questo Erich Priebke (peraltro ancora non sono arrivati al Novecento, essendo alla Guerra di Crimea, quanto a programmazione), legando la spiegazione all’attualità; dopodiché, grazie ai prodigi della lavagna elettronica, abbiamo visto tre video sui fatti di Albano (uno dalla homepage del Fatto quotidiano, che con questo evento apriva; gli altri da you tube); terza ed ultima fase, una sintesi dei fatti da conoscere (rastrellamento del Ghetto romano, di cui oggi ricorre l’anniversario;  eccidio delle Fosse ardeatine in seguito a Via Rasella).

Il problema di fondo è come comunicare l’Orrore a ragazzi che passano il loro tempo a chattare o a mandare messaggini vari: alla generazione dei cosiddetti nativi digitali, insomma. Abituati ad essere interattivi e multitasking come nessuna generazione umana prima della loro (su questo, c’è pieno unanimismo), manca  l’attitudine alla concentrazione ed alla meditazione su di un singolo evento. Concentrazione propedeutica alla seppur minima comprensione dell’evento.

Per ricreare l’Orrore, la strada migliore sarebbe ripercorrere gli eventi con un sopravvissuto: cosa evidentemente non fattibile, nel caso di specie. Si cerca dunque di alternare l’oralità del docente, la vis delle immagini degli scontri (peraltro poco chiare, inevitabilmente), la fisicità di un libro (ovviamente lo Steinacher, con la visione della documentazione fotografica del falso documento con cui Priebke potè tranquillamente emigrare in Argentina).

Aggiungendo – sperando nello choc da immedesimazione – che in Via Rasella morì anche un loro coetaneo, il tredicenne Piero Zuccheretti.

Rimarrà qualcosa, dell’Orrore, dentro di loro, o piuttosto verrà, il tutto, metabolizzato come niente fosse? Stimolante domanda, direi: a cui bisogna rassegnarsi di non potere dare risposta. Sarà il tempo a parlare, attraverso di loro.

L’insegnamento, in fondo, è un Bot a lungo termine…

 

Ps Notazione significativa di come la “monarchia” instaurata di fatto da re Giorgio (Napolitano) funzioni in pieno, plasmando le menti degli imberbi: i ragazzi, infatti, conoscono quasi tutti re Giorgio, mentre ignorano (salvo eccezioni) chi sia Enrico Letta. Meditate, gente, meditate!

29 Commenti su Il mercoledì scolastico: come spiegare Priebke ai nativi digitali

  1. Amico Renato scrive:

    Giustifico il docente che deve rispondere alle domande dei discenti….ma su Le Ardeatine, via Rasella, ma anche le Foibe……. per favore cominciamo a non parlarne più…..cerchiamo una buona volta di superare la sindrome di Piazzale Loreto….pacifichiamo questa nazione, basta con il mito della Resistenza tradita, con la nostalgia filofascista nel mezzo ci sono settanta anni ed innumerevoli altri orrori. Anche le vittime degli attentati dell’11 settembre sono oggi ricordate con dolore ed emozione, ma l’odio e la vendetta sono sulla strada dell’oblio…….

    • wolf scrive:

      Giusto, non facciamo sapere ai ragazzi cos’era il fascismo, cos’erano le squadracce di camicie nere che manganellavano i non allineati sottoponendoli ad umiliazioni di ogni genere (tipo infilare la testa nel cesso ed altre amenità). Diciamo loro che Giovanni Amendola era quello che cambiò il nome a Piazza d’Armi, Aldo Borri il lattaio dei Pispini ecc.. No signori, i giovani devono sapere e capire cosa è e dove porta il totalitarismo (di destra e di sinistra allo stesso modo). Chiedetelo agli ormai vecchiotti figli di chi fu mandato in Russia senza attrezzature e con vestiti molto più adatti a Honolulu, i soldati mandati in Africa, più fortunati quando catturati dagli Americani e molto meno quelli catturati dagli inglesi. Queste cose fanno parte di un bagaglio culturale che non può mancare, l’unica conseguenza può essere solo quella descritta da Raffaele, spippolatori di professione, superficiali e leggeri come galle. Forse saranno talmente piatti che saranno pacificati, ma bambini-adulti che si riferiranno solo all’ultimo smatphone. E poi non dura nemmeno così, alla fine quelli che non se lo possono permettere l’ultimo smartphone s’incazzano e viene fuori un qualcosa comunque di non gradevole (vedi banelieu).

  2. anonimo scrive:

    Caro eretico penso sarà molto difficile spiegare cose che ai dializzati non interessano. Vedi nonostante le chiacchiere della televisione, della politica, gli insegnamenti della scuola , ecclesiali , sotto i vostri piedi scorre un immenso fiume carsico, con le sue verità non condivise da chi sta in superficie. Però il fiume carsico scorre sotto e fa una grotta enorme e nessuno può fermare il fiume, con le sue verità forgia il nuovo vedere e quella sarà la verità . L’unica cosa che si può dire è che la guerra è un crimine e che i bot a lunga scadenza nessuno li riavra’.

  3. Joe scrive:

    Un appunto che non c’entra niente con il tema …. Non si può fare niente per evitare la faccia di sua Sanità in primo piano ogniqualvolta ci si collega al blog? A me da’ veramente fastidio! Grazie

  4. Edoardo Fantini scrive:

    Caro Eretico, alla fine della prima guerra mondiale la Germania, siccome aveva perso, fu spogliata delle sue colonie,ridotta nel territorio, privata di importanti miniere di ferro e carbone e condannata a pagare cifre così esorbitanti che Keynes, a quei tempi Ministro del tesoro Britannico, scandalizzato da tanta durezza non volle partecipare alle sedute conclusive del trattato di “pace”, sostenendo e ben argomentando nel suo libro “Le conseguenze economiche della pace”, che così fatto non era un trattato di pace ma uno che ne conteneva tutti gli elementi per una futura guerra. Secondo conflitto che infatti scoppiò nel 1939 quando Francia e Inghilterra aprirono le ostilità perché, si dice, la Germania aveva invaso la Polonia. Ma anche la Russia invase la Polonia eppure fu risparmiata dalle cannonate francesi e inglesi: perché? Come andò poi a finire si sa, i paesi democratici vinsero la guerra e…ridussero la Germania nel territorio (Hitler era già morto), fecero un muro a Berlino che arrivava fin sotto la sede del Parlamento ( ma i nazisti non c’erano più da un pezzo). Con tutta evidenza le due guerre mondiali servirono a ridurre la potenza della Germania, a partire dalla prima che col nazismo, ovviamente, non c’entra affatto. Per vincerle i democratici, con le loro bombe democratiche e liberatrici, hanno massacrato tanti civili (solo a Dresda 300.00 e poi Hiroshima, Nagasaki tanto per citare i maggiori), un po’ più i Priebke, ma non sono mai stati processati. Spiega questo ai tuoi ragazzi.

    • wolf scrive:

      Non ti viene in mente che Dresda, Hiroshima ecc. siano state le conseguenze dell’efferato espansionismo con sottomissione delle popolazioni perpetrato da Germania e Giappone? Se fossero rimasti al loro posto ci sarebbero state qulle stragi di cui sopra. Quando c’è un’azione devastante, la reazione non può che essere uguale e forse più forte, ma bisogna sempre analizzare dov’è l’origine del male.

      • wolf scrive:

        a questa frase manca il punto interrogativo finale….
        Se fossero rimasti al loro posto ci sarebbero state qulle stragi di cui sopra?

        • Enrico Paoli scrive:

          caro Wolf, mi sembra evidente che non hai letto tutto quello che ha scritto il Fantini …ad esempio: “… sostenendo e ben argomentando nel suo libro “Le conseguenze economiche della pace”, che così fatto non era un trattato di pace ma uno che ne conteneva tutti gli elementi per una futura guerra. ”
          La tua domanda potrebbe diventare: “se avessero concesso delle condizioni più umane, ci sarebbero state qulle stragi di cui sopra?”

  5. MaxVinella scrive:

    Ai miei tempi, anni ’60, al liceo il programma di storia veniva invariabilmente stoppato subito dopo la prima guerra mondiale, con la scusa che non c’era tempo oppure, ma questo lo dicevano solo i professori più avveduti, per il motivo che i fatti di storia recente non potevano essere ancora giudicati con oggettività e con il giusto distacco scientifico : dovevano passare almeno cento anni per potersi liberare dalle passioni di parte e dall’influenza fuorviante del ricordo di chi i fatti li aveva vissuti !!

    Il vero motivo in realtà era che non volevano farci conoscere che cosa era stato il nazifascismo e le sue nefandezze, essendo ancora il corpo insegnante di formazione clerico-fascista e di cultura conservatrice e reazionaria !!

  6. Muschietti Giovanna scrive:

    Ricordi ai suoi ragazzi che proprio perché certi orrendi episodi della storia non vengano dimenticati, il club unesco senese nel 1995 – Anno Internazionale per la Tolleranza – fece intitolare parte del centro sportivo dell’Acquacalda ad Anna Frank. Bene sarebbe completare l’informazione con la lettura del Diario della ragazzina, o farlo interpretare, è stato adattato a tale scopo, così resterebbe più impresso.
    Il pannello che ne riporta un brano,messo all’inizio del parco che porta alle piscine, è stato sfregiato qualche tempo fa e preso a sassate (l’ho sostituito, ma durerà?). Ma credo (spero) sia stato fatto solo come atto di vandalismo.
    Suggerisca di leggere ai suoi studenti ed ai loro genitori, anche il bellissimo libro indicato da Alessandro di Piazza tempo fa: “Perché i tedeschi? Perché gli ebrei?”. (Ma non dimenticherei che nei campi di sterminio morirono circa dodici milioni di persone, sei milioni di ebrei, altrettanti perché zingari, Testimoni di Geova, oppositori politici, handicappati, etc.).
    ATTENZIONE, invece, perché seguo la storia e l’argomento interessa: qualche anno fa girava per le università europee un documento che invitava i docenti a boicottare gli insegnanti di religione ebraica, Israeliani, per le note solite storie . Per fortuna, ne seguì un altro di protesta. In internet si dovrebbe trovare.
    Ritengo l’attentato di via Rasella un episodio criminoso ideato ed attuato da parte dei partigiani romani, che erano ben coscienti del fatto che ci sarebbe stata la ritorsione.
    In quanto al rastrellamento degli ebrei romani da parte del comando tedesco, quella povera gente venne tenuta a Roma per alcuni giorni, quasi aspettando in una reazione del Vaticano (e della popolazione, io spero!!!), che non ci fu. Venne quindi portata in Germania e ne ritornarono ben pochi (Dalla testimonianza di una persona che è intervenuta ieri a Radio3-Prima pagina).
    Ma non siamo immuni dall’indifferenza che, a volte, ci fa complici. Ricordo la recentissima guerra in Bosnia con Srebrenica: altro orrore vissuto da noi quasi in diretta televisiva; come abbiamo reagito?
    E Il resto?
    Che complicato spiegarlo ai ragazzi, l’argomento è talmente vasto e delicato.
    Come club Unesco senese con la collaborazione del Comune di Siena, facemmo dedicare un parco “Ai ragazzi di Sarajevo” (scuola Tozzi/Petriccio Belriguardo)e distribuito, in collaborazione con l’Amministrazione Provinciale, un poster con la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948: sarà anche superata, ma da qualcosa bisogna pur partire.
    Mi scuso per il lungo intervento.

  7. Edoardo Fantini scrive:

    Caro Max Vinella, il nazifascismo? Il nazismo era in Germania e faceva le sue leggi là, il fascismo in Italia e faceva le sue leggi qua. Ti risulta un posto sulla terra dove si fossero fusi e avessero fatto leggi assieme? Non conosco il nazismo e posso dire il contrario del fascismo: sindacalismo dal 1924-26 al 1934, corporativismo dal 1934 al 1943. Nefandezze? Ma leggiti la “Carta del lavoro” e dimmi se hai mai visto qualcosa di più giusto.

    • MaxVinella scrive:

      Ma quale “Carta del lavoro” !! Non ti sono bastate le guerre che hanno fatto insieme e le leggi razziali scritte sotto dettatura di Hitler ??!!

      Te invece leggiti la storia della disfatta dell’Armir e ” Se questo è un uomo” di Primo Levi e poi ne riparliamo !!

  8. Anna G scrive:

    Hai ragione Eretico, penso proprio che anche se lì per lì credi che le tue siano parole gettate al vento, col passare del tempo acquisteranno di sicuro valore. Per esperienza personale ti posso dire che spesso mi restano utili gli insegnamenti che ho ricevuto addirittura dalla maestra delle elementari. E sono una cinquantenne…

  9. Amico Renato scrive:

    Come vedi Eretico il popolo se solleticato è di nuovo dietro le barricate dei blocchi contrapposti… e nessuno arretra dietro le proprie convinzioni….tutti hanno sacrosanta ragione…..ma intanto siamo fermi lì non progrediamo….non superiamo l’infausto pur conservandone la memoria. Hanno fatto più danni il Sessantotto (che solamente in Italia è durato quaranta anni) la Chiesa cattolica ed il conservatorismo piccolo borghese di stampo fascista che occorreranno altre due o tre generazioni per smetterla una volta per tutte.

  10. esmeralda scrive:

    A dei giovani studenti io parlerei anche del cosiddetto “olocauto rom”..accennerei anche al ruolo che le Assicurazioni (Allianz e generali) ebbero nell’olocausto,,,

  11. Carlo scrive:

    Il Ps sembra sottendere una eccessiva impropria ingerenza di re Giorgio nelle questioni di governo e nella politica in generale. Era questo il sottinteso? Oppure no, il contrario: il buon monarca si deve sorbire un doppio lavoro, e quindi prende la scena, per la pochezza della politica nel suo reame. Non sono imberbe e ormai la mia mente si plasma poco ma non ci trovo niente di strano o di pericoloso se un Presidente, vecchio ma ancora lucido, si allarga un po’ nei vuoti assordanti delle nostre istituzioni. Tante volte, in passato, ho meditato chiedendomi che ci stesse a fare il Presidente della Repubblica!

  12. Muschietti Giovanna scrive:

    I fatti andrebbero esposti con molta obiettività, specialmente ai ragazzi: non ci sono popoli formati da persone totalmente “buone”, o – altri – da “cattive”, è la guerra che scatena nelle persone gli istinti più bestiali. E’ grande la responsabilità degli educatori che, peraltro, per amore del quieto vivere non dovrebbero ignorare certi argomenti. Potrebbero pure farsi aiutare da qualche psicologo noto ed affidabile.
    Trovo orrendo, da Telefono Azzurro, che ai ragazzini di prima media si facciano vedere le immagini di saponette, paralumi, con quel che segue…- Le parole ed i fatti potrebbero essere più che sufficienti.
    Riguardo a Primo Levi, si legga, anche in rete, cosa fece quand’era partigiano: il suo “segreto brutto”. Comportamento scontato, poi, col resto della vita? Mah, come si può commentare..
    Naturalmente non ci sono parole per giustificare il nazismo, le guerre, certe azioni dei fascisti, altre di certi partigiani (l’attentato di via Rasella, la ritorsione prevista ed auspicata..), ma…finisco qua: c’è troppa pena.
    Bisognerebbe potenziare le Nazioni Unite, cambiare certi regolamenti e formare qualcosa di simile, di meglio, anche noi in Europa. Basta con le guerre e le bombe “intelligenti”!
    A Siena abbiamo, promosso dall’UNESCO, un simbolo “messaggero di pace nel mondo”: la “Allegoria della Pace” del Buongoverno, che, accompagnato dalle allegorie delle qualità che accompagnano il Governo del Bene Comune e della Giustizia, potrebbe ben servire da logo per la città, far meditare e suggerire qualche spunto.
    Mah!

  13. Edoardo Fantini scrive:

    Max Vinella, non conosci la ” Carta del lavoro” quindi non conosci il fascismo eppure ne parli. Gli Stati fanno le leggi ed anche le guerre. Lo Stato fascista fece le leggi in attinenza ai trenta punti della Carta del lavoro e si diversificò dal resto del mondo in virtù di quelle. Se non ti piacciono gli Stati che fanno le guerre, indicamene allora uno di tuo gusto sulla faccia di questa terra. “Le leggi razziali scritte sotto dettatura di Hitler”…? Leggi le norme razziali tedesche del 1935 e confrontale con quelle italiane del 1938 e dimmi se sono simili.

    • wolf scrive:

      una sola domanda signor Fantini, c’è un bene più prezioso della libertà? Ebbene durante il fascismo questa non c’era, o allineati o emarginati. O con la tessera o ai margini della società. Emergeva chi si allineava, non chi meritava. Sa, per caso chi fossero i ragazzi di via Panisperna? Forse con loro l’Italia ha perso più di qualcosa, no?

    • MaxVinella scrive:

      Se conosci la storia, come credo, sai benissimo che le guerre sono sempre il risultato del fallimento della politica e Mussolini fallì due volte perchè volle entrare in guerra a fianco di Hitler non solo senza che gli fosse stato richiesto, ma addirittura a dispetto : i tedeschi erano infatti perfettamente a conoscenza dell’inadeguatezza del nostro apparato militare ed industriale e fecero di tutto per convincere Mussolini a lasciar perdere, come del resto gli suggerivano i suoi più avveduti consiglieri , in primis suo genero Galeazzo Ciano !!

      Per le leggi razziali invece successe l’esatto opposto perche tutto l’establishment fascista, Mussolini compreso, era contrario e lo era anche perchè quasi tutta l’alta borghesia ed imprenditoria ebrea aveva appoggiato il fascismo sin dall’inizio e senza se e senza ma !!

      Dovettero però piegarsi al diktat Hilteriano e sposare le turpi ed assurde teorie della difesa della razza ( ma quale razza in Italia ??), approvando le leggi razziali.

      Queste leggi non erano meno dure e stupide di quelle naziste,solo che qui in Italia, specie all’inizio, furono applicate in maniera molto blanda, all’italiana insomma.

    • wolf scrive:

      estratto dalla carta del alvoro, basta per poter parlare tranquillamente ed inequivocabilmente di discriminazione?

      XXIII. Gli uffici di collocamento sono costituiti a base paritetica sotto il controllo degli organi corporativi dello Stato. I datori di lavoro hanno l’obbligo di assumere i prestatori d’opera pel tramite di detti uffici. Ad essi è data facoltà di scelta nell’ambito degli iscritti negli elenchi con preferenza a coloro che appartengono al Partito e al Sindacato fascisti, secondo la anzianità di iscrizione.

  14. Edoardo Fantini scrive:

    Max Vinella, Mussolini non era favorevole alla guerra e infatti Inghilterra, Francia, Russia e Germania la iniziarono nel 1939 e L’Italia nel 1940. Il “patto a quattro”, detto anche patto Mussolini, era un accordo di smilitarizzazione che ideato nel 1934 proprio da Duce, doveva servire ad evitare un nuovo, certo conflitto. Sai da chi non fu accettato? Dalle democratiche Francia e Inghilterra: perché’? L’alta borghesia ebraica in Italia non ha mai avuto un o spessore di riguardo, in quanto gli ebrei erano solo 60-70.000 e in una Italia povera anch’essi riflettevano le possibilità economiche del tempo. Le leggi razziali italiani li colpirono sul lavoro: non potevano fare libere professioni né impieghi pubblici. Nulla di più. Le avesse consigliate o dettate Hitler non sarebbe stata la stessa cosa.

  15. Edoardo Fantini scrive:

    Wolf, Il Partito Nazionale fascista nel suo massimo ha avuto 2.500.000 iscritti e gli italiani dediti al lavoro erano 33.000.000; l’iscrizione ai sindacati era gratuita e non obbligatoria. Il datore di lavoro era obbligato ad assumere tramite gli uffici di collocamento ma aveva facoltà di scelta dei suoi lavoratori. Le iscrizioni erano raccomandate ma non obbligatorie perché la loro perentorietà avrebbe tolto il diritto soggettivo dell’imprenditore a scegliere le maestranze a lui più gradite.

    • Anonimo scrive:

      Ovvio, per fare il bracciante o per la fonderia forse no, ma per i lavori più qualificati o tessera o niente. Ho avuto mio nonno e suo fratello fortemente discriminati, non ho letto barzellette, ma passato serate a farmi raccontare da chi le cose le ha vissute in prima persona. Ha davvero il coraggio di dire che durante il fascismo c’era libertà? Su Fermi, Maiorana e c. cosa mi dice? E’ stata gettata al vento la possibile di essere un paese all’avanguardia, ma gli scienziati facevano paura…..

  16. Edoardo Fantini scrive:

    Caro Anonimo, non esistevano le discriminazioni dei lavori in quelli più o meno qualificati. I cosiddetti produttori erano suddivisi in datori di lavoro, lavoratori, professionisti e artisti. Per essere assunti ci voleva quello che ho scritto nei post precedenti. Tutto ciò era stabilito dalla legge del 3 Aprile 1936 n. 563, detta “legge sindacale” che fu quella che iniziò il trapasso dallo Stato liberale a quello fascista. Ti risulta che questa norma venga accennata nelle scuole, Anonimo? Sotto il fascismo c’erano le libertà stabilite dalle leggi, come del resto da sempre in tutto il mondo. Elencami quelle oppressive: tuo nonno e tuo fratello te le avranno pur riferite. Enrico Fermi fu nominato da Mussolini membro della Reale Accademia d’Italia il 28 ottobre 1929. Fu segretario del dipartimento di Fisica del Centro Nazionale Ricerche, che fu istituito nel 1923 da un governo Mussolini. Non fu mai infastidito nei suoi lavori ed emigrò dopo le leggi razziali perché, si disse, sua moglie Laura era ebrea: peccato che quelle leggi in realtà non la riguardavano. Di Maiorana non so, ma che l’Italia fascista avesse gettato al vento la possibilità di crescere con cultura, so che è vero il contrario: in quel tempo fu istituita l’Istat, il CNR, edita l’enciclopedia Treccani, fatta una riforma della scuola, dal filosofo Giovanni Gentile, che ci fu copiata in tuta Europa…E’ oggi che gli scienziati vanno all’estero, durante il ventennio erano stimati, trattenuti e sovvenzionati.

    • wolf scrive:

      mancavano “solo” le libertà di stampa, e di libera espressione, forse sulla carta c’erano, ma se qualcuno manifestava le proprie idee al difuori dei binari riceveva “gradite visite di squadristi” che gli facevano subito notare da molto vicino “quanto era pulito il cesso” ed altre simili amenità. sono cose inventate, non ti risultano nemmeno queste??????

  17. Edoardo Fantini scrive:

    Caro Wolf, durante il regno d’Italia molte furono le leggi sulla stampa i cui principi originavano dall’art. 28 dello Statuto Albertino che recitava:” La stampa sarà libera, ma una legge ne reprime gli abusi.” Molte furono le leggi dal 1852 al 1929, ma quella di matrice fascista che ne dette i maggiori cambiamenti fu quella del31 dicembre 1925 n. 2307.Prevedeva che ci fosse in ogni giornale un direttore responsabile e che il suo nome fosse comunicato al Procuratore generale presso la Corte d’Appello. L’autorizzazione riguardava il direttore e non il giornale ed era revocata se questo veniva condannato per reati a mezzo stampa che non erano d’opinione: altrimenti sarebbe stata incostituzionale. La stampa italiana, semmai, fu pesantemente condizionata dall’art. 16 dell’armistizio lungo firmato a Malta il 29 settembre 1943 dal Maresciallo Badoglio e dagli “Alleati”, che recitava: ” Nessun impianto di radio o di comunicazione a lunga distanza sotto controllo italiano potrà trasmettere finchè disposizioni per il controllo di questi non saranno impartite dal Comandante supremo delle Forze Alleate. le autorità italiane si conformeranno alle disposizioni per il controllo e la censura della stampa e delle altre pubblicazioni, delle rappresentazioni teatrali e cinematografiche, della radiodiffusione e di qualsiasi altro mezzo di comunicazione che potrà prescrivere il Comandante supremo delle Forze Alleate. Il Comandante supremo delle Forze Alleate potrà, a sua discrezione, rilevare stazioni radio cavi o altri mezzi di comunicazione.” Questo, caro Wolf, decisero non i fascisti ma i democratici, mentre bombardavano, paesi e città d’Italia. Democraticamente, s’intende, bombardavano democraticamente e non per occupare, no no, lo facevano per liberare: tiravano bombe per liberare.

  18. Massimiliano Valenti scrive:

    E’ già tutto metabolizzato, tranquilli. Voi discutete di chi ha chiuso la porta in un giorno, di un anno, della storia. Ma oggi qualcuno sa come è finita questa vicenda di Pribke? Finito il clamore, finita la storia… Il Corriere di Siena in morte del capitano nazista ne ha fatto un ritratto interessante, legandolo alle sue forti amicizie senesi con tanto di pubblicazione di scambi epistolari. Orbene, la storia oggettiva è difficile da raccontare, ma ci sono almeno spunti su cui riflettere. Quelli dell’Eretico e del Fantini li trovo molto interessanti e stimolanti, altri un mix di retorica. Se riesco trovo anche l’articolo del Nuovo Corriere senese e lo metto, anch’esso con spunti di riflessione. Buona giornata.

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