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Zibaldone: Checco Zalone, un Fantozzi con la partita Iva…

- 01/12/13

 

Ebbene, sì: come peraltro già anticipato, l’eretico è andato a vedere il film di Checco Zalone “Sole a catinelle” (titolo surreale ed azzeccato). Ho aspettato un mese, ho fatto in modo che la sala fosse piena solo a metà, ho fatto un po’ di training autogeno prima di entrare, e poi via: che Zalone sia!

Vedo che oggi Repubblica dedica allo “Zalonismo” ben due pagine, con un pezzo (cautamente pro) di Benedetta Tobagi (di solito adusa ad occuparsi ben d’altro), ed un altro di Curzio Maltese, penna graffiante del quotidiano romano (più critico, non tanto contro Zalone, quanto con lo strapotere televisivo che ammorba la forma mentis dell’italiano medio). Evidentemente lo zalonismo merita un approfondimento, no?

Premesso che non ho mai visto Zalone in tv e che questo è il primo film suo che vedo, cosa dire?

L’opera, tutt’altro che memorabile, è altresì divertente, godibile (a tratti anche spassosa), con un ritmo narrativo che regge dall’inizio alla fine; quanto al mattatore assoluto (assecondato dalla buona regia di Gennaro Nunziante), all’inizio mi ha ricordato un po’ l’americano Ben Stiller, di cui Zalone ricorda certe movenze.

Sequenza dopo sequenza, mi pare di poter dire che il personaggio possa piuttosto essere definito una sorta di “Fantozzi con la partita Iva”: la goffaggine esibita (a partire dall’osceno fisico), l’ignoranza platealizzata (salvo un certo qual fiuto per la finanza), il cercare sistematicamente un altro da sé ove rifugiarsi per fuggire dalla quotidianità, tornando poi, alla fine dell’avventura, da dove era partito.  Questi elementi, ed altri ancora, lo rendono simile al ragioniere Ugo Fantozzi: solo che per il comico genovese il miraggio sociale era il posto fisso in ufficio, mentre per il pugliese Zalone il miraggio è quello dell’ingresso nel “magico” mondo della finanza facile (dagli aspirapolveri ai derivati…).

Un pregio del film è quello di mostrare, in una cornice parodistica certo non graffiante come la migliore tradizione degli anni Sessante, una grande – e tristissima! – verità del capitalismo italiota di questi ultimi anni: l’elemento della relazionalità. Il perdente, meschino, squattrinato Zalone, reduce da una vacanza no cost dalla zia molisana, per puro caso incontra un bambino che, facendo amicizia con suo figlio, gli apre la porta, in breve, di ingresso nella high society (previa iniziazione massonica, si capisce), nonché in quel mondo – marcio e nauseabondo – fatto di industriali disonesti e di fabbriche lasciate a se stesse, a spoliazione esaurita.

Per fasce di pubblico che non leggono niente di niente, meno che mai testi storico-giornalistici sull’Italietta ipercorrotta di oggi, forse un film come questo rappresenta la prima occasione per vedere come si generano tanti “capitani coraggiosi” del capitalismo italiota. Non è poco, credetemi.

E ad ogni buon conto, all’uscita dal cinema si è contenti: se si è un po’ Zalone, perché ci abbiamo riso catarticamente sopra; se siamo diversi, proprio per il fatto di esserlo.

Tornato a casa, con il classico senso di colpa del cinefilo, mi sono tuffato su uno Chabrol d’annata (in Dvd, ovviamente): “Il tagliagole” (“Le boucher”), inquietante ed ipnotico noir ambientato in un paesino pirenaico, con una bellissima e magnetica Stéfane Audran maestra di scuola, alle prese con due delitti misteriosi, che scuotono dal profondo la minuscola comunità. Da non perdere, se possibile.

 

Ps Domenica prossima, altro Zibaldone monografico (non su Fabio Volo, per ora): tutto incentrato sulla Immacolata Concezione…

10 Commenti su Zibaldone: Checco Zalone, un Fantozzi con la partita Iva…

  1. clemente riccardo scrive:

    Un pó un approccio sinistroradical chic Eretico…. premessa la vergogna di vedere il genere cafonal, qualche spunto di cultura profonda che ha giustificato la visione ed iil godimento …. mi permetto questa critica. In fondo che male c’è a dire: vado al cinema a vedere una cazz…ta divertente, passo due disvago . Poi andrò ad una mostra arte o gurderò un film russo a compensazione e penitenza …. Fellini esclude Silvester Stallone? Eretici saluti

  2. anonimo scrive:

    Quando sono uscito dalla proiezione ho incominciato a pensare a qualcuno “reale” che gli somigliasse. Scommetto che è successo anche a te?

  3. ML86 scrive:

    Ho visto anch’io il film di Zalone, e mi trovo in disaccordo con lei.
    Il film è la classica commedia italiana, che narra le vicende di un personaggio (Zalone) che potrebbe rappresentare l’italiano medio, e che cerca di assegnare all’uomo medio un’aurea di autorevolezza rispetto al mondo circostante, che deve essere per definizione corrotto e privo di principi etici.
    La mia visione dell’uomo medio, tuttavia, non si discosta molto da quella proposta da Pasolini nel film “La ricotta”.
    “Sole a catinelle” suggerisce che il mondo dell’impresa e della finanza sia un mondo sporco, che “uccide” i cittadini, e del quale i cittadini potrebbero fare a meno.
    Capisco che lei, vivendo in Toscana (regione che conosco abbastanza bene, avendoci trascorso parecchio tempo per motivi di lavoro) ritenga che lo statalismo sia l’unica via possibile per raggiungere il benessere sociale, e che ritenga “Sole a catinelle” una valida produzione, che potrebbe fare aprire gli occhi ai cittadini.
    Credo però che dovrebbe ampliare la sua visione, specie in un periodo nel quale l’impresa è tartassata (tasse, burocrazia lenta e personalizzata, crisi globale), e nel quale la finanza, in particolare quella italiana, soffre (quella italiana è l’unica borsa la cui capitalizzazione è ancora inferiore del 50% rispetto ai livelli pre-crisi).
    I “capitani coraggiosi” non sono stati generati dal mondo del libero mercato, dalla massoneria (cos’è, un’entità con un cervello proprio), o dal mondo della finanza, ma da una mentalità che vuole lo stato non solo come ente che legiferi, ma anche come ente che intervenga a risolvere i problemi dove ce n’è necessità. Problemi che, guarda caso, sono sempre legati al fatto che l’uomo medio non riesca a portare a casa lo stipendio.
    Ecco allora che sono dapprima intervenuti i “capitani coraggiosi” (in cambio di cosa?) a salvare Alitalia, ed ecco che ora interverrà Poste italiane (l’unica banca che non è sottoposta a vigilanza da parte di Bankitalia), con una ricapitalizzazione da 75 milioni. La stessa che quota che avrebbe dovuto mettere Air-France, ma che si sapeva benissimo, fin dall’inizio che non avrebbe messo, perché Alitalia non ha un piano industriale di ampio respiro.
    Tutto questo dipende solo da una questione: per accaparrarsi voti, conviene non lasciare a casa i troppi dipendenti di Alitalia, e sperando che EXPO 2015 sia un successone (e sottolineerei la parola “sperando”), si è deciso di fare intervenire lo Stato, con i soldi di tutti.
    Una sorta di FIAT 2.0.
    Sono convinto che non sia del mondo dell’impresa e della finanza che dobbiamo liberarci, ma dal mondo dove l’uomo medio è padrone.
    E non mi si dica che l’uomo medio DEVE essere padrone, perché a parole sono tutti bravi a fare i democratici, ma poi chi è che darebbe una rivoltella in mano ad un pazzo?

  4. Cecco scrive:

    …mio nonno sistematicamente tutte le domeniche, quando possibile, andava al cinema e guardava ogni genere di film, perchè era un vero “cinefilo”…io ho ereditato da lui molte cose, per mia fortuna…amo il cinema come lui, ma i film del genere Zalone…ancora no…..cmq potresti aprire una discussione sui cinema a Siena….io frequento assiduamente Sinalunga…..perchè il problema è chiaro a Siena dove vado a vedere un film….visto che al posto dei cinema hanno fatto appartamenti e uffici per milionari russi!!!!!!!!!!!!!!

  5. ofelia scrive:

    questo mi sembra il classico pezzo in cui l’autore , pur di trovare qualcosa di positivo da raccontare, le “inventa” davvero di tutte…perfino il bestemmioso accostamento con il mitico rag. Fantozzi…
    è inutile poi alla fine consigliare uno Chabrol d’annata per tentare di “ripulirsi”… caro eretic, non andare più , a forza, a vedere zalone o simili, anche solo se consigliato, per rendere il blog più popolare.

  6. Eretico scrive:

    Vedete come è stimolante un pezzo come questo? Il primo commento (by Riccardo Clemente) mi accusa di essere “sinistrorso radical chic”; Ofelia, invece, di cercare di rendere più “popolare” il blog.
    Mi tremano le dita,dunque, a scrivere di Fabio Volo…

    L’eretico

  7. Overtime scrive:

    Eretico sei forte! Anche io ho aspettato un mese per andare a vedere Zalone, ma ho poi desistito. Mi piace però il Tuo commento e le valutazioni che hai dato al film. Cecco ha ragione; a Siena abbiamo solo tre schermi, con il quarto in gestazione, e quando una sala tiene 1 mese lo stesso film e altre 15 giorni per due-tre settimane non ci resta che emigrare a Sinalunga, Poggibonsi. Anche a Grosseto a volte. E Siena è 7^ per il tempo libero! Grazie per l’ospitalità.

  8. Amico T scrive:

    Ottimo post, veramente interessante.
    Io però ammetto un mio limite: non ce l’ho fatta a vedere Zalone, proprio non riesco ad andare; eppure non mi faccio certo mancare i cosiddetti Bmovies.
    Certo, dopo aver visto ieri sera Les enfants du paradis, capolavoro francese del 1945 (grazie al cinema Pendola, è bene sottolinearlo), potrei presentarmi con la vernice anche a Woody Allen o addirittura a Polanski…

  9. Duccio Franzinu scrive:

    Mi permetto di commentare il post relativamente al confronto con il Fantozzi nostro oramai entrato nella storia del cinema italiano.la comicità fine ,acuta,talvolta spietata della regia di quest’ultimo non ha secondo me nulla a che vedere con sole a catinelle.il film di Zalone ,che comunque qualche grassa risata la fa ‘ fare ,si vede essere fatto con scene e contenuti oramai scontati e secondo me male arrangiati.nettamente superiore e’ a mio avviso benvenuto presidente di Bisio.

  10. Ettore scrive:

    L’ho visto e mi sono divertito. Molto meglio dei cinepanettoni fatti in serie e pieni di pubblicità.

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