Eretico di SienaBrandano, il Savonarola senese (I parte) - Eretico di Siena

Brandano, il Savonarola senese (I parte)

- 06/02/14

Chissà cosa direbbe oggi Bartolomeo Carosi (o Garosi), alias Brandano, del verminaio in cui un manipoli di cialtroni ha ridotto la sua città: come li apostroferebbe, come li coprirebbe di insulti ed improperi, nel suo linguaggio impastato di alto e di basso, di Dio e di interiora, di cielo e di putridume ipogeo.

Almeno per oggi, però, vogliamo allontanarci dalle miserie della Siena attuale, e scrivere piuttosto di un personaggio certo straordinario del Senese e della Siena fra XV e soprattutto XVI secolo (nacque a Petroio nel 1488, morì a Siena nel 1554): Brandano, una sorta di Savonarola senese, per molteplici aspetti della sua predicazione. Popolare in città per secoli, oggi i giovani niente di lui sanno, e la di lui memoria non può che essere scomoda (ed in quanto tale, attraente…) per gli adulti.

Grazie a Nello Cortigiani, dipendente per anni della biblioteca degli Intronati ed appassionato esperto di cose senesi (morto nel 1975), ed al figlio Marcello (purtroppo scomparso nei giorni scorsi), che ha raccolto il suo lavoro, l’anno scorso Cantagalli ha editato un breve ma denso libro su Brandano (introduzione di Massimo Bianchi, illustrazioni di Simone Bonucci): è leggendo queste pagine, che si consolida l’interesse per questa a dir poco affascinante figura di senese.

Operante nel cuore del Rinascimento, ma ancora imbevuto, fino al midollo, di Medio Evo; uomo di fede (trovata tardi, a 37 anni, dopo un passato di gaudente e di bestemmiatore), ma uomo anche di politica, nella Siena repubblicana in articulo mortis. A differenza di Savonarola, capace di unire i senesi tardorepubblicani, piuttosto che di dividere, spaccare in due la propria città come il Savonarola: non a caso, quando rese l’anima a Dio, nel maggio del 1554 (il 24 maggio, per la precisione), il suo corpo, portato a furor di popolo nella chiesa di San Martino, fu oggetto di un’autentica isteria da reliquia. Ci dice il Cortigiani che c’era chi gli voleva strappare i peli ed i capelli, e non mancò di scappar fuori, ad un certo punto, una tenaglia, per cercare di cavare i denti del defunto (nazismo ante litteram): comunque la si veda, una fine ben diversa da quella del predicatore fiorentino (di origine ferrarese). Molto diversa.

Questo perché il predicatore senese, l’acerrimo nemico di Clemente VII (definito da Brandano “bastardo sodomita”!) ai tempi del Sacco di Roma da lui preconizzato, seppe rappresentare, per la Siena del suo tempo, un punto di riferimento, morale e religioso, per tutti i cittadini senesi, raggiungendo un grado di consenso tale, che anche i suoi eventuali nemici dovevano ben guardarsi dall’attaccarlo.

Con un’aggiunta, rispetto al Savonarola: colui che aveva guidato Firenze alla fine del Quattrocento, ebbe la sventura di vivere (per poco) PRIMA di quel fatal 1517 che, con le 95 tesi luterane, cambiò per sempre il corso del Cristianesimo continentale (Est a parte); Brandano, invece, iniziò ad attivarsi DOPO quel fatal 1517: in un tempo in cui, forse, prima di entrare nella lunga normalizzazione post tridentina, le gerarchie ecclesiastiche avevano paura di creare, obtorto collo, nuovi martiri, nuovi Lutero.

Ciò che era accaduto a Wittemberg quel 31 ottobre del 1517, dunque, ebbe ripercussioni anche fra le pietre senesi: ove la Riforma non arrivò, ma la cui onda, lunga e potente, protesse verosimilmente (ed involontariamente) figure come quella di Brandano.

5 Commenti su Brandano, il Savonarola senese (I parte)

  1. Claudio scrive:

    Tanti di quei cialtroni sono sempre dove non dovrebbero essere.

  2. anonimo scrive:

    Invece di riprendere le solite polemiche contro il potere della Casta concentriamoci sullo spessore dello scritto dell’Eretico, che ci fa conoscere o ritornare alla mente una figura straordinaria della Siena che fu..

  3. Pingback: Rassegna Stampa – Il Sindaco chiede di non fare polemica, noi chiediamo chiarezza… | IL SANTO NOTIZIE DI SIENA

  4. Eretico scrive:

    In margine al pezzo su Brandano, sono lieto di segnalare uno stimolante incontro a sfondo storico, curato da un appassionato di storia locale (proprio come il Cortigiani), Augusto Codogno: sabato, alle 15,30, alla Grancia di Cuna, il bravo Augusto vi porterà a conoscenza di tanti particolari su quei luoghi, fino al 1555 (un anno dopo la morte di Brandano).

    L’eretico

  5. Silvia Tozzi scrive:

    Caro Eretico hai avuto una felice idea nel riparlare di Brandano, oggi dimenticato perfino dai senesi. Cercherò il libro di Cortigiani, finora avevo conosciuto questo “profeta” da un capitolo dei “Mistici Senesi” del Misciattelli (1914), che tra l’altro accosta al suo linguaggio quello del Lazzaretti, e dal libro di un certo Vittorio Gonzi, “Brandano”, stampato a Roma nel 1967….

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