Eretico di SienaLa grande abbuffata del Santa Maria della Scala (e non solo) - Eretico di Siena

La grande abbuffata del Santa Maria della Scala (e non solo)

- 10/02/14

Domani si preannuncia un Consiglio comunale piuttosto caldo, soprattutto sul caso Santa Maria della Scala (d’ora in avanti, Sms): ovviamente con la politica senesota che fa scempio della Cultura, ma non poteva altrimenti essere. Politicamente parlando, la sortita dei ceccuzziani contro Valentini, nei giorni scorsi, ha tutto il sapore di un tentativo di revanche verso l’attuale Sindaco: un grimaldello per cercare di fare cadere il Sindaco, come messo in evidenza dal “nazionale” Strambi nel suo editoriale di ieri. Staremo a vedere come andrà a finire, dunque: chi raccoglierà la sortita ceccuzziana?

Certo, i ceccuzziani, dal loro punto di vista, fanno bene a dare fiato alle trombe: arrivano voci di un Franchino che non andrebbe a processo a Salerno (ma la questione politica resterebbe del tutto intatta, sia chiarissimo da subito), e la difesa valentiniana del suo Capo di Gabinetto (plenipotenziario sul Sms), architetto Paola D’Orsi, non fa altro che farci venire la voglia matta di approfondire il Curriculum vitae del braccio destro (o sinistro) del Sindaco Valentini.

Torniamo però all’importante articolo sul Fatto dello storico dell’Arte Tomaso Montanari, uno dei più lucidi critici del renzismo applicato allo spappolamento dei Beni culturali (do you remember l’affitto di Ponte Vecchio?). Come era prevedibile, sono partiti i trombettieri del Sistema Siena a fare le pulci allo storico: sta con Matera, gli sta sulle palle Siena et alia. Basterebbe leggere con onestà intellettuale ciò che Montanari ha scritto, che è solo un forte pungolo all’amministrazione: cioè che Siena è ad un bivio, niente di più. Bivio, tra una ulteriore commercializzazione dei suoi tesori (a favori di pochi furboni, come sempre, con annesse mancette d’ordinanza a qualche giovane disoccupato), ed una seria gestione dello straordinario patrimonio artistico-storico.

Dopo avere regalato il Duomo e la Torre del Mangia a Gianni Letta con la sua Civita, oggi assistiamo dunque al dibattito sul Farinetti nazionale (molto ne ha scritto il Santo, in settimana scorsa): un pezzo del patrimonio senese non si nega a nessuno, no? Se uno è renziano fino al midollo, meno che mai.

Fermi tutti: noi siamo tutti per Eataly, ci mancherebbe altro. Un marchio ormai ben conosciuto e, in genere, apprezzato: che i giovani dipendenti siano pagati poco e che siano perquisiti all’uscita dal turno di lavoro per vedere se hanno in tasca il lardo di Colonnata, lo accettiamo (meglio poco che niente, e l’occasione fa il dipendente ladro). Ben venga il baffino farinettiano (magari con la licenza in regola, per un minimo di decenza e di rispetto verso gli altri ristoratori).

Però – come sostiene giustamente Montanari – non osiamo accostare Farinetti alla Cultura; il cibo e la sua tradizione sono oggetto di studi della migliore tradizione storiografica, ma l’operazione di Farinetti è tutt’altra cosa: è fare mangiare la gente, facendole credere di essere in un luogo di Cultura perché si mette qualche immaginetta patinata afferente al Rinascimento o ad altro.

Come per la kermesse del 31 dicembre: andava anche bene, ma non osiamo spacciare per Cultura una discoteca a cielo aperto. A quando il Kentucky fried chicken nel Cortile del Podestà?

Accogliamo dunque a braccia aperte il profeta del buon cibo (?), ma non lo rendiamo ciò che non è; Farinetti è un valido imprenditore, con le sue furbizie e la sua genialità. Come detto da Carlone Regina, Eatitaly mettiamolo all’Enoteca agonizzante, o altrove: ma non al Sms.

Farinetti mena vanto che il suo locale a New York City vada a gonfie vele, e fa bene, beato lui; ma al Metropolitan museum ci sono caffetterie e ristoranti in abbondanza: Farinetti, però, non ce l’hanno messo. Chissà perché…

Ps1 Oggi, Giornata della Memoria per le vittime delle foibe. Segnalo un sacrosanto intervento di Marcello Veneziani sul Giornale, in cui si scrive che l’unica giornata che in Italia sempre vince è quella dell’oblio, meglio se interessato politicamente. E giustamente si difende il lavoro teatrale, coraggioso ed isolato, di Simone Cristicchi (che non a caso Raiuno trasmette, stasera, in orario da sonnambuli).

Ps2 A proposito di ricorrenze, in questo caso locali: il 12 febbraio ricorre l’anniversario della fondazione del Corpo di Polizia municipale di Siena. Ogni anno, c’era una manifestazione per celebrare il tutto. Quest’anno ci sarebbe stato da ricordare la figura dell’ex Comandante Mario Bastianini. Non risulta nessun evento previsto: qualcuno sa dire perché?

30 Commenti su La grande abbuffata del Santa Maria della Scala (e non solo)

  1. foloso scrive:

    Mi domando: ma a Siena abbiamo bisogno di Farinetti??? Se proprio conveniamo che il cibo eccellente si sposa con l’arte ma allora perchè non aprire un punto Qualivita all’interno del Sms?? Magari sarebbe l’occasione per vedere se la Fondazione Qualività serve a qualcosa…, no?? Concludo dicendo che l’idea di Bastardo Senza Gloria di offrire a farinetti i locali dell’Enoteca è, secondo me ottima.

    Saluti

  2. Anonimo scrive:

    Sarebbe meglio avere un serio progetto per la riqualificazione di tutto il complesso del Santa Maria, in mancanza accettiamo e ragioniamo su Eataly. Avete pensato che per arrivare al Santa Maria occorre attraversare la città o, almeno, fare un bel pezzo a piedi se si utilizzano i parcheggi vicini (Duomo, Campo, Santa Caterina)? Camminando si incontrano bar, negozi, ecc.. si può decidere di fermarsi o, quantomeno, di guardare qualcosa. La Fortezza è ‘fuori’ chi arriva con la sola idea di andare a Eataly non viene invogliato a visitare la città o curiosare per negozi. Arriva, mangia o non mangia, riparte. Fine della gita a Siena. Ma non è questo lo spirito con il quale accogliere un imprenditore e non è, sicuramente, neanche lo spirito di Farinetti.

  3. Michele scrive:

    KFC nel Cortile del Podestà? Il Boteriano è già con l’acquolina in bocca!

  4. Caterina scrive:

    Faccio presente che in piazza del Duomo non c’è un luogo di ristoro che tale si possa chiamare, esiste una bancarella da tempo immemorabile, squallida e inadeguata per un luogo del genere, esiste un bar completamente abbandonato dentro il sms, però chi dirigeva in passato amava invitare nel museo i suoi amici per cene luculliane mi sembra a spese dei contribuenti.
    È possibile che i senesi non siano MAI riusciti ad aprire un luogo decente nel sms che sia un luogo dove si possa bere un caffé,mangiare qualcosa di tipico, degustare il vino toscano e ammirare la facciata del Duomo?
    Bene, non essendo mai venuto in mente ai senesi evidentemente a qualcun altro può venire in mente di occupare uno spazio vuoto e abbandonato traendone vantaggio.
    Una domanda che sia una domanda si è in grado di porla?
    Ora sono tutti in subbuglio, oh no, Farinetti quello sfruttatore di luoghi di cultura no, per carità.
    La prima volta che sono entrata in un Eataly è stato a Bologna in via Orefici alcuni anni fa, non conoscevo EATaly, né sapevo chi fosse Farinetti, personalmente sono stata piacevolmente sorpresa di potermi SEDERE a leggere un libro, chiacchierare con un’amica e bere un bicchiere di vino.
    Forse si è dimenticato che cosa significa accoglienza, boh!

    • francesco scrive:

      E per avere una buona accoglienaz si devono fare manfrine e/o proclami fuori luogo per far arrivare un magnate della ristorazione? Non metto in dubbio la qualità di Eataly, ma c’è bisogno di qualcuno di fuori? Non ci sono realtà locali che possano essere anche tirate su alla bisogna?
      A Siena mancano tanti luoghi decenti ed in genere l’accoglienza degna di tale nome perchè nel periodo delle vacche grasse nessuno aveva bisogno di lavorare. Si chiedeva alla FMPS e ti davano i quattrini. Questa è una città di bighelloni e ancora non s’è intesa tanto bene la lezione tanto che invece di rimboccarsi le maniche e provare a costruire qualcosa per il futuro si preferisce dare in appalto o anche regalare le nostre cose agli altri in cambio di un obolo per fare un po’ di cassa. Pensa come siamo messi….

  5. Emanuele Papi scrive:

    Caro Eretico,
    anche io credo – come lei – che il patrimonio storico dovrebbe essere mantenuto a spese della comunità. Nel passato prossimo, tuttavia, il SMS è rimasto in vita grazie alle magnifiche largizioni della Fondazione Monte dei Paschi di Siena, che non era in verità un ente propriamente benefico, gestito con limpidezza e dedito alla salvaguardia della cultura. Sarebbe opportuno però che Montanari non si limitasse soltanto a dirci quel che non siamo e quel che non vogliamo ma avanzasse qualche proposta quando le casse sono drammaticamente a zero (è un dato della realtà che purtroppo contrasta con la filosofia dei beni culturali e con lo Stato/Comune perfetto). Eataly non è certo il Fatebenefratelli né Farinetti è Federico da Montefletro, fa i suoi interessi ma in questo caso credo che farebbe anche gli interessi dei senesi. Eataly non è solo una coop per palati raffinati ma anche un Victoria and Albert (si parva licet…) di una parte della cultura alimentare italiana, si trovano prodotti destinati a sicura estinzione, si conoscono le culture produttive della zona che spesso vengono anche riesumate, si crea lavoro nei campi e il passaggio agricolo ne trae di certo qualche vantaggio (ultimo ma non ultimo si mangia bene e a prezzi contenuti). Le caffetterie dei musei del mondo sono luoghi miserevoli (per la qualità delle cibarie) e forse potrebbe essere un esperimento italico destinato al successo (ovviamente non si dovrebbe collocare una friggitoria nel Pellegrinaio). L’intervento dei privati non è certo il peggiore dei mali, il male peggiore è lasciar andare il patrimonio storico: a Londra il Parliement House (!) è affittato ai privati per cene e festini per fare i soldi necessari ai restauri e nessun Solone inglese ha finora tuonato contro l’esecranda iniziativa. Credo anche che Eataly al SMS potrebbe attirare molti senesi in alternativa alle passeggiate nei capannoni commerciali di via Massetana Romana, almeno starebbero in un bel posto e forse imparerebbero qualcosa di più sulla storia patria tra un raveggiolo delle crete e una bruschetta con l’olio di S. Quirico (ma se imparassero qualcosa solo sulla cultura del raveggiolo e la produzione dell’olio non sarebbe comunque male).
    Cordialmente
    Emanuele Papi

    • WOLF scrive:

      Concordo pienamente, il problema a quanto vedo è il renziano Farinetti. Premesso che a me non sta molto simpatico, bisogna ammettere che Farinetti ha un intuito fenomenale, fa prodotti di ottima qualità e la qualità dell’accoglienza è sicuramente superiore a quella che i nostri concittadini ci riservano quando andiamo a ristorante…
      Non vedo assolutamente niente di male all’inserimento di un buon locale all’interno del SMS, che sia Farinetti o no, non rimaniamo sempre fermi alla sacralità dei luoghi, che sia fatto con buon gusto, ma non ci vedo niente di male, anzi è un servizio in più per il turista o anche per il senese che vuole passare un pomeriggio o una sera in un ambiente unico.

  6. anonimo scrive:

    Visti interventi di Valentini e di Paolinooo Mazzini in giornata (visibili sul Cittadino): la paura per domani fa novanta!
    Sulla Capo di gabinetto D’Orsi restiamo in attesa, speranzosi…

  7. Giorgio Finucci scrive:

    Anche per me va divisa l’arte dalla gastronomia. Sia l’una che l’altra costituiscono però due aspetti fondamentali da cui ripartire per cercare di risollevare la città. L’arte senza dubbio al sms cercando di concentrare le cose già presenti e disponibili e di incrementare l’offerta con mostre itineranti e/o con mostre tematiche ad hoc, organizzate periodicamente. Ma il sms deve avere una statura enorme, se no non decollerà mai, l’inizio deve essere rappresentato dai “fondi oro” per cui Siena e’ famosa a livello mondiale. La gastronomia, spostiamola tutta verso la fortezza, dove già abbiamo il mercato del mercoledì, i mercatini altoatesini, l’enoteca, il mercatino a km zero del venerdì., ecc.ecc., magari cerchiamo di potenziare queste iniziative e di migliorarle, ma al sms per me i vuole solo un bel bar, nulla di più.

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  10. anonimus scrive:

    Due veloci considerazioni.
    Per quanto riguarda il risveglio degli zombie ceccuzziani (forse accompagnato da quelli riferibili a un datato ex sindaco e da quelli di uno degli ultimi candidati sindaco – mamma mia che schifezza), ho paura che l’Eretico abbia visto giusto. Penso che il SMS sia solo un grimaldello per attaccare di nuovo la Città. Ci mancherebbe solo questa ultima buffonata, o mannaia, per giustiziare la democrazia a Siena.
    Per quanto riguarda l’Enoteca, e il suo futuro rilancio, dopo la sua distruzione, anch’essa dovuta al Sistema Siena e ai suoi bravi, penso anche io che sarebbe un’ottima idea, come detto ormai da tanti, ancora prima di questo Regina che non conosco. Ma lasciamo fare Qualivita, carrozzone mangiasoldi di epoca mussariana, con alla guida ancora uno dei suoi fedelissimi che ne ha fatto un giochino personale. Sarebbe anzi l’ora, in nome di una necessaria alternanza, che Qualivita fosse completamente rinnovata, con un nuovo consiglio di persone competenti. Quelle persone della città che, come dice qualcuno, potrebbero essere preferite ai vari Farinetti, avendo dimostrato di avere capacità manageriali pur essendo sempre stati estranei, o contro, il detto Sistema Siena.

  11. Anonimo scrive:

    Tanto ci s’hanno pochi di scienziati a Siena, ci mancava altro che Farinetti

  12. bellasenzanima scrive:

    che ne pensate di fare, almeno una volta al mese, anche un bel braciere nella curia? Chi accende il fuoco …si troverà

  13. Caterina scrive:

    Farinetti fa il SUO interesse facendo finta di fare il vostro, ma voi siete capaci di fare il vostro? Non mi pare che finora qualcuno abbia un’idea che sia un’idea manageriale. Qualivita? Ma vogliamo scherzare?
    Mi dispiace, non è carino dirlo, ma secondo me i giochi ora si fanno altrove perché i senesi viziati non sono stati capaci di fare il loro. E mi dispiace davvero perché Siena e molti senesi sono delle persone meravigliose, molto nïves, ma uniche.
    Ho un rapporto contraddittorio con questa terra non essendo senese, ma se ho deciso di viverci è perché ha qualcosa che altri non hanno.

  14. Francesco scrive:

    Ma per me Farinetti a Siena puo’ anche andare, io mica dico di no. Pero’ non davanti al Duomo, per carità, sarebbe uno scempio. Sarebbe come se a Firenze lo avessero aperto nel Battistero.
    Che si comprasse un ristorante in buona posizione ma non dentro il Metropolitan Museum, come giustamente dice l’Eretico. Oppure gli si vende la fortezza medicea…

  15. Emanuele Papi scrive:

    In questo blog il Metropolitan Museum di New York è frequentemente citato come confronto e specchio di virtù. Vorrei segnalare che all’interno di quel museo (che è un’istituzione privata) si trovano 8 (otto) ristoranti, che viene usato per feste a pagamento (i tavoli sono apparecchiati nel tempio egiziano di Debod) e che accoglie una grande rivendita di vari oggetti (dai mestoli da cucina alle ciotole per i cani, dai libri ai vestiti).

    • Eretico scrive:

      Caro Emanuele,
      il Metropolitan (visitato un mese fa) è citato proprio per dire che, nei musei, i ristoranti ci DEVONO ESSERE. Guarda caso, però, Farinetti non c’è…

      Ho dovuto censurare un paio di commenti sull’architetto D’Orsi: della quale, comunque, si riparlerà.

      L’eretico

  16. Emanuele Papi scrive:

    Caro Eretico,
    in principio sarebbe bene che i mercanti stessero fuori dal tempio ma l’ente da cui proveniva il sostentamento del SMS non era lo stinco del santo: non devo ricordare certo a lei cosa sia rapinare una banca a paragone del fondare (o condurre) una banca. Il SMS poteva essere riempito con il museo di sé stesso, degli ospedali, della città, del gotico senese, delle contrade, etc. etc. etc. (bastava ricordarsi di Brandi, farsi venire qualche idea o guardare in giro per ispirarsi). E’ ridotto a un immane falansterio vuoto, destinato così a marcire, con straordinari stanzoni gelidi e un museo archeologico arredato per i gonzi. Un ristorante o anche due non bastano da soli a salvare un posto (pensi alla tetraggine della Fortezza) . Conosco Farinetti solo per sentito dire e non seguo più tanto gli affari della res publica. Mi sta però molto a cuore il patrimonio e il SMS , e forse Eataly (che invece conosco) poteva essere una possibilità, a quanto si dice già svanita. Preferirei di più lo spaccio del “leggiadretto moscadelletto di Montalcino” della vendita museale di borse di plastica fabbricate da bambini schiavi nel Bangala e trasportate consumando metri cubi di ozono. Chi viene a Siena anche per qualche ora, si interessa i di più alla salumeria con testa occhialuta e mummificata di cinghiale che alle Papesse o a Palazzo Chigi (questo prevede il turismo di massa). Io solamente mi domando e dico: come si potrebbe anche solo preservare un guscio vuoto stratificarto nel tempo e affrescato che si estende per qualche ettaro? Forse le ricotte di Monteroni o il riso di Brenna potevano portare un vantaggio. Ma forse l’empirismo e il bene sono nemici dell’ottimo.
    Grazie della sua risposta e saluti cordiali

    • Universitarius scrive:

      Caro Sig. Papi,
      io rispetto quello che lei pensa ed asserisce nel blog tuttavia credo che alcune cose non le siano del tutto chiare. In primis il livello qualitativo di Eataly è veramente molto basso. Può essere una eccellenza in altre realtà dove mangi solo hamburger e patatine fritte ma certamente non da noi. I premi che ha vinto Farinetti sono solo politici ma su questo non voglio dilungarmi perchè Lei sa meglio di me come vanno in Italia queste cose (ci raccomandiamo con i professori di scuola figuriamoci per business come questi). Sa poi che c’è dietro di Lui … la COOP!!!! Infine Le domando se ha provato a chiedere a tutti i commercianti alimentari del nostro Comune cosa ne pensano. Dobbiamo continuare a far chiudere i negozi dei senesi per dare spazio alla politica? Allora faccio una proposta: facciamo un Eataly con i nostri commercianti. Diamo a loro la possibilità di avere degli spazi all’interno del SMS? Altra cosa … lei pensa che verranno assunti ragazzi meritevoli e come al solito avviene da noi servi di partito e ricattati a vita?
      La saluto cordialmente sperando di averle fatto venire solo qualche dubbio.

  17. clemente riccardo scrive:

    Non si potrebbe usare il SMS per mostre speciali a pagamento?: a Londra molti musei sono gratis ma poi le mostre speciali sono a pagamento e rendono milioni di sterline ….. oppure spostare la pinacoteca al SMS e dare i locali liberati ad Eataly?

  18. anonimo scrive:

    aggiungo io che Eataly genera un traffico notevole di merci e di rifiuti, per cui sarebbe opportuno metterlo dove l’accesso di furgoni furgoncini e camion vari non impatta troppo sulla città.
    già a firenze in quel palazzo che è un labirinto non so come fanno a gestire il riassortimento e lo smaltimento dei rifiuti. per me il modello da seguire è quello davanti al Lingotto, non certo quello di Firenze.

  19. Angeli Giovanna scrive:

    Nel corso degli anni le mostre speciali a pagamento sono già state fatte e, NUMERI alla mano, bisognerebbe vedere che risultato hanno avuto.
    Lo stesso discorso vale per l’attuale Pinacoteca: quanti sono in media i visitatori? Perché una cosa dovrebbe essere chiara: la cultura deve ANCHE rendere, ne sanno qualcosa paesi come la Spagna e la Francia che sanno ben valorizzare anche le più piccole cose.
    Un immenso museo della civiltà figurativa senese rischierebbe di costare moltissimo e di essere poco frequentato, mentre la città abbisogna di strutture capaci di produrre occupazione e benefici economici. Una proposta, comunque, non ne esclude un’altra ed un punto Eataly potrebbe dare quella spinta necessaria a rivitalizzare tutta la zona. Il dr. Farinetti, se indispensabile, ha già agganci in varie parti del mondo.
    In ogni caso spero che venga attuata la proposta dell’arch. Mazzini di organizzare un incontro pubblico per confrontare le diverse opinioni.

  20. Angeli Giovanna scrive:

    Spero che la città, dopo l’Accademia Italiana della Vite e del Vino, non si lasci portare via anche l’Enoteca Italiana che potrebbe, secondo me, essere completata con una scuola di alta cucina legata alla DIETA MEDITERRANEA, patrimonio immateriale UNESCO, settore dell’Organizzazione abbastanza recente e quindi..chi prima arriva meglio alloggia.

  21. Giovanni scrive:

    Ma se vuole aprire a Siena lo faccia in un altro posto,s’è liberato il Locale ex “Spizzico-Ciao” il Piazza del Campo,meglio li Eataly che la CONAD

  22. Angeli Giovanna scrive:

    Giovanni, vista l’età io punto solo alla presidenza della Repubblica (ci saranno pizzerie al Quirinale, o solo minestrine?).

    Considerata la grave situazione economica senese, è indispensabile pensare a qualcosa che produca in tempi brevi occupazione sicura. Cerco di dare il mio contributo nel modo che ritengo più efficace, sperando nel confronto delle idee.
    Credo che l’attuale pinacoteca per Siena sia sufficiente, semmai le andrebbe data più risonanza. DATI ALLA MANO: quanti sono stati nell’anno i visitatori e quanto i ricavati?

    Poi, Siena è tutto un museo.

    Pinacoteca nazionale di Siena: da “tutta SIENA” DI Pietro Torriti:

    “Uno dei più grandi musei italiani, specialmente per quanto riguarda i cosiddetti “fondi oro” del Tre e Quattrocento senese. Certamente la grande arte di Siena, da Duccio di Boninsegna ai Lorenzetti, da Simone Martini al Sassetta, a Francesco di Giorgio o a Giovanni di Paolo….”

    Sono convinta di una cosa, per esperienza personale, ma non solo: dopo aver visto/ammirato quadri per un’oretta, uno non riesce più a concentrarsi. Meglio visite mirate, costi abbordabili, se non gratuiti, tramite sponsorizzazioni e tanta pubblicità; ma mi potrei sbagliare.
    Un metodo però c’è per valutare la bontà di una iniziativa: vedere i risultati.

    Ritorno al chiodo fisso, piatto del giorno:

    A Nairobi nel 2010 l’UNESCO ha messo nella Lista del Patrimonio Immateriale la Dieta Mediterranea.
    Nel 2011 il dr. Farinetti ha ricevuto il Premio Artusi “per aver saputo diffondere l’immagine del cibo italiano e quindi della cultura italiana nel mondo”.
    Noi la dieta mediterranea ce l’abbiamo in casa, il resto del discorso lo faccia chi legge.

    Buona domenica

  23. Giovanni scrive:

    Posti di lavoro del Dott.Prof.Grand.Uff.Sig.re ILLUMINATO Farinetti ma ha letto un pochino quanto paga i suoi schiavi con contratti(Ag.Lavoro Interinale,perchè lui non assume nessuno)di 90 gg. lavorare 6 giorni la settimana con orari Spezzati e assurdi,cosi che nessuno abbia la possibilita di trovare qualche altro lavoretto, LA STRABILIANTE CIFRA DI 500 dicasi CINQUECENTO EURI IL MESE. E questo secondo lei porterebbe il lavoro a Siena,Ultima e poi fò festa ho sentito dire che faranno dei TOUR Dedicati alla visita del tempio del GUSTO dello CHEF pluristellato Farinetti

  24. as57 scrive:

    Farinetti al sms non piace neanchè a me, però ben venga se vuole investire a Siena, mi sembra ci sia poco da buttare in questo momento….non capisco perchè tutta questa ribellione di una parte politica contro Farinetti (se era di altra sponda andava bene)e nessuno che inorridisca per il supermecato in piazza del Campo! Strano, no?

  25. Angeli Giovanna scrive:

    Ho saputo dell’esistenza e dell’attività del dr.Farinetti in questi giorni, leggendo quanto indicato in altro blog. Le persone che si comportano come dice lei mi disgustano. Ma bisogna approfondire la conoscenza delle cose: molti personaggi pubblici stimabili di indubbia esperienza e politicamente di sinistra (non facciamo battute!) lo apprezzano. Com’è il discorso? Poi, ma pensavo fosse la segnalazione scherzosa di qualcuno, ho visto alla TV il dr. Farinetti indicato come ministro di qualcosa. E allora?
    Per altro settore, avevo stima e ammirazione per il prof. Giancarlo Elia Valori (Legion d’Onore-ambasciatore di buona volontà dell’UNESCO-cittadino onorario di Chiusi): poco tempo fa è stato condannato a due anni per imbrogli vari. Ma intelligenza e competenze varie di questa persona non si discutono.
    Forse,di certa gente bisognerebbe prendere e valorizzare la parte positiva e stare bene in guardia sul resto.
    Ho appena letto il libro “Una storia operaia” del SIGNOR Riccardo Ruggeri (scrive anche su “Italia Oggi”). Interessantissimo, ammirevole, ma è una sua autobiografia…
    Ritornando a noi:
    Il complesso del Santa Maria per poter entrare in funzione abbisogna di enormi risorse economiche e di tempi biblici. A Siena c’è bisogno del contrario e mi senbra vada sempre peggio. Il dr. Farinetti è stato a Siena qualche tempo fa per vedere un locale in via Montanini dove aveva una mezza idea di fare un suo punto vendita, idea poi lasciata andare.
    Ma, intanto, a Siena aveva pensato.
    Prendendo spunto dalla sua parte positiva, dinamica, fantasiosa,creativa, ci sarà pure qualcuno qui che potrebbe realizzare l’iniziativa, in altro modo? Ci vuole poi tanto?
    Giochiamo: Il Sindaco, lo conosco da tempo, è intelligente e sveglio, (condivido con lui la passione per la Francigena), pensa ad una specie di Ostello in una parte del Santa Maria. In un’altra parte non ci starebbe bene un imporante punto di ristoro,,etc, riservando all’arte quella centrale, ma lasciando la Pinacoteca dov’è, e lo stesso dicasi per il museo delle contrade?
    Sono stata qualche volta al Louvre: sotto la Piramide,ingresso/bigliettera del museo (per qualcuno struttura orrenda relizzata in quel posto, per altri bellissima; ma fu lo stesso per la Torre Eiffel,no?) c’era di tutto, compresi prodotti di nicchia senesi!
    (un altro supermercato in piazza del Campo, però, proprio no!!!).
    Discorsi complessi, non tornerò sull’argomento tanto più che non ho alcun ruolo o il potere di poter fare qualcosa, solo idee. Prima di mettermi a fare concorrenza agli Uffizi, però, ci penserei.
    Auguri a tutti.

  26. Angeli Giovanna scrive:

    “…sembra!!”, mi scuso, per questa svista e per altri errori.

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