Eretico di SienaUcraina, il vergognoso silenzio dell'Italia - Eretico di Siena

Ucraina, il vergognoso silenzio dell’Italia

- 20/02/14

 

L’accelerazione degli eventi ucraini, che ha portato ad una guerra civile asimmetrica, impone una doverosa serie di riflessioni. Che non possono prescindere da un dato di fatto: tra gli insorti, c’è un’ala paramilitare di estrema destra (“Pravi sektor”), connotata da estrema violenza (Yanukovich, da par suo, ha assoldato, per la bisogna, autentici delinquenti comuni – i “tituska” – da affiancare ai famigerati Berkut). Ma la maggioranza degli insorti è mossa da ideali che rappresentano il meglio di ciò che abbiamo ereditato dall’Illuminismo (libertà di opinione, diritti civili, una Giustizia uguale per tutti): ideali per cui noi non combattiamo più, perché l’apatia prevale su tutto, e poi perchè ci illudiamo che questi valori da noi siano profondamente radicati (cosa profondamente falsa e in larga parte smentita dai fatti, sfortunatamente).

Già dieci anni fa, gli ucraini ci avevano provato, con straordinaria partecipazione popolare NON VIOLENTA (la Rivoluzione arancione): ma non c’è spazio per i Gandhi, a Kiev. La Storia ci insegna questo. L’Ucraina oggi ha Vitali Klitchko, straordinario boxeur divenuto politico, con impensabili doti di mediatore e di “pompiere”, rispetto alle ali estreme del movimento.

Il nerbo degli insorti è rappresentato da giovani studenti, spesso reduci da esperienze di studio o lavoro all’estero; lottano contro l’arroganza e la protervia di un regime tanto corrotto, quanto asservito al soldo putiniano (2 miliardi finanziati poche ore fa; il 17 dicembre scorso, maxi-accordo Mosca-Kiev, per chiudere all’Europa la porta in faccia: Putin presta 15 miliardi di euro a Kiev, e riduce di un terzo i prezzi del gas russo).

I più anziani e coloro che sanno di Storia, si trovano di fronte ad un deja-vù: Stalin, circa 80 anni fa, affamò il popolo ucraino, fino a spingerlo al cannibalismo (Holodomor); oggi, Putin cerca di bloccare la pulsione europeista dell’Ucraina, usando la leva del petrolio e del gas.

L’Europa reagisce in ordine sparso, senza sapere usare una lingua unica, unitaria: Putin, invece, non ha problemi di rissosità interna.

Quanto all’Italietta renziana, statene certi: non si sposterà di un millimetro dalla realpolitik energetica dell’andreottiano Letta; il quale, ormai dead man walking, ci ha voluto deliziare con la sua presenza a Sochi (c’erano anche i cinesi, wow!). Fonzie-Renzi, sulla politica estera, è un’incognita assoluta: ammesso che sappia dove si trova l’Ucraina (forse sì, perché le squadre di Kiev giocano in Champions League), aspetterà che De Benedetti gli suggerisca la linea: così Repubblica, finalmente, lo potrà presentare anche come statista di rango europeo.

Chi vincerà, tra lo judoka Putin (ed il suo fantoccio Yanukovich) ed il pugile Klitchko?

Siccome battaglia già è (e pace, ormai, non può più essere), a noi piace sperare che i valori della libertà prevalgano su quelli della neo-autocrazia imbevuta di gas e petrolio.

Tanto di cappello, dunque, a chi combatte in Piazza Maidan, difendendo la sua dignità di popolo contro la corruzione e la protervia dello strapotere russo.

Oggi, dovremmo sentirci tutti un po’ ucraini.

 

Ps1 Cose nostre: all’Università di Siena – mi comunica Giovanni Grasso, il Tiresia dell’Ateneo – le iscrizioni sono calate del 14%. Il dato mi pare un pochino stridente con altri, strombazzati dai pifferai del Sistema Siena. I quali ora potrebbero scrivere: meno studenti? Vuol dire si starà più larghi, e ci sarà meno coda a mensa…

 

Ps2 Stasera rinnovo l’appuntamento per “I panni sporchi della sinistra” (Mondadori, ore 18). Il coautore Stefano Santachiara scalpita per raccontarci cosine stimolantissime, e noi lo pungoleremo in tal senso.

 

9 Commenti su Ucraina, il vergognoso silenzio dell’Italia

  1. Silvia Tozzi scrive:

    A forza di parlare di euro e forniture di gas, ci si è scordati di che cosa abbia significato sentirsi europei- dell’Europa dell’ovest, del centro, dell’est. E’ davvero una vergogna….

    • zhanna scrive:

      Sono una ucraina,che venuta 14 anni fa a lavorare in Italia per dare possibilita ai mie figlie avere un futuro.Durante quest”anni abbiamo superato una “revoluzzione” che non”e servita nulla, stiamo facendo una guerra e non servera a niente, perche non sta comoda a molti per suoi motivi logici. Moiono tanta gente, si dimentica e si distrugge idea con quale sono morti i nostri ragazzi. Adesso ci chiamano “nacisti, nacionalisti, benderovzi”, e se dire piu semplice – assassini del suo popolo. Per la paura del gran Re della Russia e dei suoi poteri permettono distruggere il mio popolo e la terra. Io mi rivolgo la parola ai tutti poveri e deboli: “Non credete ai ricchi e potenti, loro non ci pensano, neanche un poco per tradirre a noi poveri, ma noi abbiamo la nostra forza – che e unita. E come ha scritto K.Marcs , noi non abbiamo niente da perdere, tra ne nostra poverta. SLAVA UCRAINI – GHEROIAM SLAVA.

  2. Pino scrive:

    L’Europa intesa come Comunità non esiste. E’ un’accozzaglia dove tra i Paesi che la costituiscono vige l’1=1. Viene tenuta in piedi solo x fare business finanziario (non economico)da chi ha le protezioni politiche e giudiziarie fornite dal SISTEMA tenuto in piedi dai partiti e da un novantenne non eletto da nessuno.
    Se l’Ucraina è alla fame e asservita a Putin grazie a gas e petrolio a poco prezzo,l’Italia a chi è asservita? Non di certo al popolo.Se l’ebetino di Firenze non andrà oltre le nomine delle poltrone di Stato che avverrano fra un paio di mesi,quando agli italiani si prosciugheranno gli ultimi risparmi ci si renderà a breve che il grillismo in confronto a quanto potrà accadere è un movimento di frati comboniani.
    Ho il presentimento che gli italiani,distratti da ebetini,nani,ballerine e festival,non stiano sfruttando l’ultima occasione per tentar di venirne fuori dal pelago del debito pubblico,mentre invece è forzata ad entrare nel buco nero del mef-mes che la porterà al baratro.A quel punto,si salvi chi può.

  3. Anonimo scrive:

    Mi pare tu ti sia scordato del presidente eletto democraticamente (la bionda coi capelli raccolti tipo crostata, Julia Timoshenko, se non erro) sbattuta in galera per far posto all’uomo forte del cremlino ….
    Certo che lì c’è Putin coi rubli ed il gas, qui da noi c’è la Merkel con l’Euro-Marco e lo spread.
    Anche per noi sarebbe difficile, se volessimo, lasciare l’Europa, anche noi abbiamo avuto un nano vulcanizzato, reiteratamente eletto a torto o ragione dal popolo recidivo, sbattuto (quasi) in galera e due “premier” (ma di che cosa poi premier?!?) fantoccio ….
    Loro hanno un pugile a guidare la rivolta noi un comico.
    Questioni di civiltà. Questioni storiche: gli ucraini ricordano bene quello che hanno patito sotto il giogo russo e sono pronti a battersi per la libertà.
    Meglio, invece, riderci sopra, finchè è possibile, che passare alle mani.
    Infatti, noi l’abbiamo già imparato sulla nostra pelle che la libertà non esiste e che la democrazia, come già teorizzava Aristotele, sconfina sempre prima o poi nella demagogia ingovernabile.
    Comunque, hai ragione, confermo: oggi mi sento parecchio …. ucraino.

    PS: Criticare, però, quel fiorentino rampante, visto che ancora non ha neppure giurato, mi pare eccessivo … dagli tempo, si farà, anche lui si farà. La scuola è buona.

  4. anonimo scrive:

    Caro Eretico
    Presto termineranno le olimpiadi. Conoscendo, Putin che non è un tipo che dice una cosa e ne fa un’altra, da una giratina alle manopole del gas e tutto torna al posto. E per rigirare le manopole in apertura vorra’ anche le scuse.

  5. Alessandro Di Piazza scrive:

    Premetto: NON SONO IN GRADO DI GIUDICARE CHI HA TORTO O RAGIONE.
    Ma mi viene da fare alcune considerazioni.
    Attenzione a giudicare tramite il filtro del informazione, si può incorrere in madornali errori.
    L’ esperienza della guerra dei Balcani dovrebbe, nel piccolo insegnare; chi erano i buoni e i cattivi?
    Si può pensare che la Russia, possa accettare passivamente questa opera di accerchiamento del proprio ex impero?
    Che gli USA possano, come è successo, installare basi nei territori di stati che un tempo facevano parte del URSS, senza che qualche timore possa suscitare ?
    Quello che è successo pochi anni fà in Giorgia non bastava a far capire che la Russia di Putin non avrebbe più accettato ?
    E che in Ucraina esiste anche una numerosa percentuale di popolazione di etnia russa, non vien considerato?
    Che l’ attuale governo è stato eletto democraticamente, cosa ne pensano gli esportatori della democrazia in servizio permanente?
    Non è forse un caso che l’ Europa, interessi economici a parte, abbia difficoltà a prendere posizione?
    Che succederebbe se domani i Sudtirolesi si svegliassero e a Bolzano alzassero barricate chiedendo la secessione? Non sarebbero legittime le loro istanze?
    Non è una schizofrenia del pensiero buonista imperante sposare cause di cui non si conoscono i profili, salvo poi scoprire che si è preso delle madornali cantonate ?
    Chiudo con un ultima considerazione: I MORTI, DI ENTRAMBI I FRONTI, NON POSSONO NON SUSCITARE ORRORE.

  6. Stuart scrive:

    Se i media italiani riportano i fatti in maniera così bovina e approssimativa, come fa notare Il Manifesto nell’articolo sotto, e come sinceramente fa lei nel suo articolo del blog, allora sì: meglio un vasto e incontaminato SILENZIO. S.

    PS: Professore, mi scusi la franchezza, ma lei, così autorevole e preciso nelle analisi politiche provinciali e “autocto-piddine”, perché sente spesso e volentieri il bisogno di commentare in pubblico fatti internazionali su cui palesemente mostra un’ ignoranza così documentata? Cui prodest?

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    Sab Feb 22, 2014
    «Muoio»

    Crisi ucraina.
    Diventata il simbolo delle proteste, è una militante del gruppo neonazista Settore Destro

    Ieri i media di tutto il mondo — spe­cie gli ita­liani — hanno ser­vito un «sim­bolo» degli scon­tri di Kiev: l’infermiera Ole­sya Zhu­ko­v­ska che, ferita nella batta­glia, twit­tando «Muoio» è diven­tata «mar­tire di Mai­dan». In realtà è ancora viva e il suo viso ange­lico ha finito per rap­pre­sen­tare l’Ucraina che «vuole l’Europa, con­tro il regime filo russo». Ieri però su Vkon­takte, il facebook russo, lei ha rac­con­tato la sua sto­ria e la sua mili­tanza. Pro­viene dalle regioni occi­den­tali, le più anti russe, ser­ba­toio delle forze in piazza a Kiev. E non solo. Per­ché Ole­sya ha sot­to­li­neato di fare parte di Pra­viy Sektor (Set­tore Destro), gruppo non solo di destra, ma pro­pria­mente neo­nazista e tra i più anti­se­miti e vio­lenti nella piazza di Kiev. Sì, è il sim­bolo della «rivolta» ucraina.

    Il Manifesto

    • Eretico scrive:

      Caro anonimo,

      lei ha le sue opinioni, io le mie: che mi dia del poco informato, però, non lo accetto. Se mi fornirà il suo nome e cognome, molto volentieri accetterò un confronto sulla conoscenza specifica della Storia della Russia e dell’Ucraina.
      Nel caso di specie, ho iniziato il pezzo proprio scrivendo delle presenze neonaziste in Ucraina: basterebbe leggere, prima di criticare.

      L’eretico

  7. Stuart scrive:

    Guardi, non è questione di accettare o meno le critiche.
    Lei mostra volontà esplicita, materializzata con l’esistenza stessa del suo blog, di mostrare le sue opinioni ad un pubblico. E lascia commenti liberi. Quindi accetta, per le regole del web, che chiunque possa commentare (entro i limiti dell’offesa e della legge, ca va sans dire).
    Io commento in primis perché lei me lo consente. E commento in maniera educata e corretta. Ma non vedo perché dovrei fare sconti.
    Come si dice a Siena: lei da me un ci avanza niente.

    Come dicevo, lei commenta dunque.
    Lo fa, a mio parere, molto bene sui fatti cittadini e provinciali. Perché evidentemente non è informato da Corriere di Siena o dalla Nazione, ma da fonti proprie, approfondite e documentate.
    Lo fa, sempre a mio parere, molto male (oppure in mala fede, ma non lo credo) quando tratta questioni internazionali. Perché, credo, invece si informa dall’equivalente di Nazione e Corriere di Siena a livello internazionale. Vuole 3 esempi su tutti: New York Times, Le Figaro, Corriere della Sera.

    Il confronto non lo faccia con me. Lo faccia pure, ad esempio, con Giulietto Chiesa (uno dei massimi esperti italiani di storia contemporanea Russa). Le allego, per sua comodità, quello che scrive oggi, con grandissima cognizione di causa, sulla questione.
    Se poi lei si informa invece solo sui libri di testo approvati dal minculpop della NATO oppure dalla Repubblica … be’ buona fortuna.
    Ne avrà bisogno in un futuro che si fa sempre più minaccioso e imprevedibile…dentro e soprattutto fuori dalle mura senesi.
    S.

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    IN UCRAINA L’OCCIDENTE APRE IL VASO DI PANDORA
    DI GIULIETTO CHIESA

    «L’assistente del segre­ta­rio di Stato Vic­to­ria Nuland ha detto al Natio­nal Press Club di Washing­ton, lo scorso dicem­bre, che gli Stati Uniti hanno inve­stito 5 miliardi di dol­lari (…) al fine di dare all’Ucraina il futuro che merita», così scrive Paul Craig Roberts sul suo blog. Lui è ex assi­stente al Tesoro degli Usa e dice cose docu­men­tate. E ho letto che la Nuland ha già scelto i mem­bri del futuro governo ucraino per quando Yanu­ko­vic sarà stato spo­de­stato (o fatto fuori). L’Ucraina potrà avere così «il futuro che merita».

    Ma quale futuro merita l’Ucraina, gli ucraini? Per come stanno andando le cose nes­suno: non ci sarà l’Ucraina. Nell’indescrivibile clan­gore delle men­zo­gne che gronda dai media main­stream la cosa prin­ci­pale che manca in asso­luto è la banale con­sta­ta­zione che Yanu­ko­vic, l’ennesimo «dit­ta­tore san­gui­na­rio» della serie, è stato eletto a larga mag­gio­ranza dagli ucraini.

    Nes­suno ne con­te­stò l’elezione quando scon­fisse Vik­tor Yushenko, anche se fu un boc­cone amaro per chi di Yushenko aveva finan­ziato l’ascesa. E gli aveva per­fino pro­cu­rato la moglie. Pochi sanno che la seconda moglie di Yushenko si chiama Kate­rina Chu­ma­cenko, che veniva diret­ta­mente dal Dipar­ti­mento di Stato Usa (inca­ri­cata dei «diritti umani»). Ancora meno sanno che Kate­rina, prima di fare car­riera a Washing­ton, era stata uno dei mem­bri più attivi e influenti dell’organizzazione neo-nazista OUN-B della sua città natale, Chi­cago. OUN-B sta per Orga­niz­za­zione dei Nazio­na­li­sti Ucraini di Ste­pan Ban­dera. L’OUN-B, tutt’altro che defunta, ha dato vita al Par­tito Svo­boda, il cui slo­gan di bat­ta­glie è «l’Ucraina agli ucraini», lo stesso che Ban­dera innal­zava col­la­bo­rando con Hitler durante la seconda guerra mon­diale. Del resto Kate­rina era stata lea­der del Comi­tato del Con­gresso ucraino, il cui ispi­ra­tore era Jaro­slav Ste­tsko, brac­cio destro di Ste­pan Ban­dera. Che è come dire che il governo ame­ri­cano si era spo­sato con i nazi­sti ucraini emi­grati negli Usa, prima di met­tere Kate­rina nel letto di Yushenko.

    Anche di que­sto il main­stream non parla. Ma ho fatto que­sta digres­sione per dire che, certo, gli ucraini hanno tutto il diritto di essere scon­tenti, molto scon­tenti di Yanu­ko­vic. E di avere cam­biato idea. Anche noi abbiamo tutto il diritto di essere scon­tenti di Napo­li­tano o del governo, ma que­sto non signi­fica che pen­siamo sia giu­sto assal­tare il Qui­ri­nale a colpi di bombe molo­tov prima e poi di fucili mitragliatori.

    Essen­ziale sarebbe stato tenere conto di que­sti dati di fatto. Ma il piano, di lunga data, degli Stati Uniti era quello di assor­bire l’Ucraina nell’Occidente. Se pos­si­bile tutta intera. Sen­tite cosa scri­veva nel 1997 Zbi­gnew Brze­zin­ski, polacco: «Se Mosca ricu­pera il con­trollo sull’Ucraina, con i suoi 52 milioni di per­sone e le grandi risorse, ripren­dendo il con­trollo sul Mar Nero, la Rus­sia tor­nerà auto­ma­ti­ca­mente in pos­sesso dei mezzi neces­sari per ridi­ven­tare uno stato impe­riale». Ecco dun­que il per­ché dei 5 miliardi di cui parla la Nuland. Caduto Yushenko, in que­sti anni decine di Ong, fon­da­zioni, isti­tuti di ricerca, uni­ver­sità euro­pee e ame­ri­cane, e cana­desi, hanno invaso la vita poli­tica dell’Ucraina. Qual­che nome? Free­dom House, Natio­nal Demo­cra­tic Insti­tute, Inter­na­tio­nal Foun­da­tion for Elec­to­ral Systems, Inter­na­tio­nal Research and Exan­ges Board. E, men­tre si «faceva cul­tura», e si com­pra­vano tutte le più impor­tanti catene tele­vi­sive e radio del paese, una parte dei fondi ser­vi­vano per finan­ziare le squa­dre para­mi­li­tari che vediamo in azione in piazza Mai­dan. Che, gra­zie a que­sti aiuti, si sono mol­ti­pli­cate. Adesso emerge il Pra­vij Sec­tor («Set­tore di destra» e «Spilna Prava»), ma il gior­nale polacco Gazeta Wiborcza ha par­lato di squa­dre para­mi­li­tari polac­che che agi­scono a Mai­dan. E la piazza pul­lula di agenti dei ser­vizi segreti occi­den­tali: lo fanno in Siria, per­ché mai non dovreb­bero farlo a Kiev? È per­fino più facile: Yanu­ko­vic, dit­ta­tore san­gui­na­rio, appare più molle di Milo­se­vic, altro strano dit­ta­tore san­gui­na­rio che si fece scon­fig­gere elet­to­ral­mente da Otpor (fon­dato e ampia­mente finan­ziato dagli Usa). Tutto già visto. C’è solo un pro­blema: Putin non è un pel­le­grino sprovveduto.

    È que­sto il popolo ucraino? Certo sono migliaia, anzi decine di migliaia, a mostrare il livello della rab­bia popo­lare con­tro un regime inetto (non più inetto di quelli dei pre­ce­denti amici dell’Occidente, Krav­chuk, Kuchma, Yushenko, Timo­shenko), ma chi guida è chiaro per­fino dalle imma­gini tele­vi­sive. E que­sta è la ex Gali­zia, ex polacca, e la Transcarpazia.

    Se crolla Yanu­ko­vic e pren­dono il potere costoro, sarà una dia­spora san­gui­nosa. I primi ad andar­sene saranno i rus­so­foni dell’est e del nord, del Don­bass dei mina­tori, che già stanno alzando le difese. E subito sarà la Cri­mea, che ha già detto quasi una­nime che intende restare dalla parte della Rus­sia, anche per ten­tare di sal­varsi dalla furia anti­russa di coloro che pren­de­ranno il potere. È l’inizio delle seces­sioni, oggi per­fino dif­fi­cili da pre­ve­dere, dai con­torni inde­fi­niti, che pro­dur­ranno non fronti mili­tari ma sel­vagge rap­pre­sa­glie all’interno di comu­nità che non saranno più solidali.

    L’Europa, fedele ese­cu­trice dei piani di Washing­ton ha aperto il vaso di Pan­dora. Che adesso le esplo­derà tra le mani. I nuovi inqui­lini saranno di certo con­cor­dati (sem­pre che Putin abbia la garan­zia che non sarà vali­cato il Rubi­cone dell’ingresso nella Nato), ma coloro che sono scesi in piazza armati hanno in testa un’idea di Europa molti diversa da quella che si figura Bru­xel­les. E quelli in buona fede che sono andati die­tro i neo­na­zi­sti – e sono sicu­ra­mente tanti – si aspet­tano di entrare in Europa domani. E saranno tre­men­da­mente delusi quando dovranno comin­ciare a pagare, e non potranno comun­que entrare, per­ché nei docu­menti di Vil­nius que­sto non è pre­vi­sto.
    L’unico tra i com­men­ta­tori ita­liani che ha scritto alcune cose sen­sate è stato Romano Prodi, ma le ha scritte sull’Inter­na­tio­nal New York Times. Rivolto agli euro­pei li ha invi­tati a non met­tere nel mirino solo Yanu­ko­vic, bensì con­dan­nare anche i rivol­tosi. E ha aggiunto: «Coin­vol­gere Putin», visto che tutte le parti hanno «molto da per­dere e nulla da gua­da­gnare da ulte­riori vio­lenze». Giu­sto ma otti­mi­sta. Chi ha pre­pa­rato la cena adesso vuole man­giare e non si fer­merà. E l’isteria anti­russa è il miglior con­di­mento per altre avventure.

    Giulietto Chiesa

    Fonte: http://www.ilmanifesto.it

    22.02.2014

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