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Zibaldone: Berlinguer secondo il Vangelo di Walter…

Puntata monografica, dedicata al film “Quando c’era Berlinguer”, opera prima (temiamo non ultima) del fondatore del Pd Walter Veltroni. Lasciamo da parte tutto ciò che concerne il (penoso) rapporto tra Veltroni e Siena: abbiamo già dato venerdì, e ci limiteremo ad un significativo Ps finale (venenum in cauda).

Qui si analizza il film, per quanto possibile scisso dalla personalità iperetoricheggiante del regista (ma si capirà quanto sia difficile, visto il “conflitto di interessi” proposto dallo stesso Veltroni nei rapporti con Berlinguer: militante, dirigente, regista del film e via dicendo).

Francamente (come avrebbe detto il viticoltore di Otricoli: quello con i baffetti, per capirci), dal fil mi aspettavo qualcosa di più: non molto di più, ma qualcosina sì.

Che sia, in certi momenti, commovente e toccante, nessun dubbio. Specie per chi – come lo scrivente – da quella storia politica viene ( e gli piacerebbe tornarci, se solo cambiassero certe faccine…).

Vedi i funerali del giugno 1984, guardi quelle facce di gente, magari ingenua, ma in grandissima parte per bene, tocchi con gli occhi la spontaneità di un sentimento, popolare e politico ad un tempo, autentico: “E se non piangi, di che pianger suoli?”, adattando il Della Gherardesca alla bisogna.

E che dire di quell’interminabile discorso finale, in cui Berlinguer impastava, schiumava, eppure continuava a parlare: segno tangibile di una passione da totus politicus, di chi alla Politica (consustanziale alla ideologia) aveva consacrato la vita.

Ciò detto, però, l’opera veltroniana non riesce MAI a staccarsi dalla pura e semplice agiografia della figura berlingueriana: è come assistere ad un documentario su padre Pio girato da padre Livio Fanzaga, il direttore di Radio Maria.

Ottimo per i fedeli, intellettualmente disonesto per chi sa, subdolo per chi vorrebbe imparare dal film stesso.

Che lo scopo didattico sia del tutto fallito, lo scrive apertis verbis uno storico autorevole come Giovanni De Luna (La Stampa di ieri): Veltroni manca “quello che si potrebbe definire l’obbiettivo didattico del suo film”. Nell’incipit, fa vedere una lunga sequenza in cui molti giovani (compresa una docente!) non sanno chi sia stato Enrico Berlinguer: cosa tristissima, ma da chiunque frequenti gli ambienti della formazione (scolastica o accademica) ben conosciuta. Veltroni scopre dunque l’acqua calda, in questo caso. Ma questo glielo perdoneremmo volentieri, come anche gli interventi di Jovanotti e quelli, densi di ipocrisia, del Presidente Napolitano, tutti registrati da una terrazza romana (citazione da Ettore Scola?). Così come riconosciamo a Veltroni la bellezza del cameo di Marcello Mastroianni sulla importanza della Memoria.

Non perdoniamo però a Veltroni, nella sua ansia da santificazione, di avere perso una buona occasione per restituirci un Berlinguer più credibile, più aderente alla complessità della Storia (la storia della sinistra italiana è la quintessenza della complessità) e della sua storia personale.

Le cose più imbarazzanti (i finanziamenti moscoviti, per esempio), sono rimosse tout court; ciò che non è cancellabile, è solo accennato (Berlinguer che parla dietro un’immagine di Stalin: ma dura due secondi, e non si sente cosa dica…); ciò che di buono ha fatto, al contrario, è enfatizzato, talvolta in modo storicamente imbarazzante (lanciò la questione morale, nel 1981: su come la sua sfida sia stata raccolta dai suoi successori, silenzio totale…). E quando Berlinguer ha sbagliato (la marcia dei 40mila a Torino), ha sì sbagliato, ma a fin di bene (lo asserisce Tortorella stesso, anch’egli dalla consueta terrazza romana).

Ma ciò che è imperdonabile è la disonestà intellettuale strisciante, di cui vogliamo fare un ultimo esempio (fra i tanti, purtroppo, presenti): nel Referendum sul divorzio (1974), furono le forze laiche (Pannella in primis) a schierarsi, contro l’ingerenza clericale sostenuta dalla Dc fanfanian-andreottiana. Dal film, sembra che solo Berlinguer sia stato il paladino del divorzio, mentre si accodò alla dura battaglia politica solo nelle ultime settimane. Con la trasfigurazione veltroniana, nel “Berlinguer secondo il Vangelo di Walter”, il segretario del Pci diventa financo un paladino della laicità dello Stato. Lui, che come modello femminile di donna italiana non esitava ad indicare Maria Goretti…

 

Ps 1 Uscito dal cinema insieme a Robertino Barzanti, a fianco del cinema Pendola (in piena Ztl), c’era una Mercedes con autista ad aspettare Veltroni, atteso a Firenze per un’altra presentazione del film (detto da lui). Con tutte le buche e buchette della Siena-Firenze, mica lo volevate fare guidare, magari con una macchina popolare, il nostro Walter ormai fattosi anche regista?

L’austerità promossa da Enrico Berlinguer (nel 1977) va bene, anzi benissimo: nei film, però…

 

Ps 2 Venerdì sera, stimolante serata al ristorante La mossa: cena (ottima ed abbondante), e lettura – a cura di Annamaria Tiberi – di brani del libro dell’augusto padre (“Storia di Siena”, con introduzione dell’incontro curata da Fausto Tanzarella della Pascal edizioni). Una iniziativa positiva, da ripetere senz’altro con altri libri locali (e non): non con quelli ereticali, però. Essi, infatti, ostacolano la digestione…

20 Commenti su Zibaldone: Berlinguer secondo il Vangelo di Walter…

  1. anonimo scrive:

    Caro Eretico
    Penso che finanziamenti l’urss ne abbia mandati sempre pochi; ma tanto gas a prezzi ridotti si. Stalin è stato un grande della storia ed ha fatto la Russia potente, la russa ortodossa non cattolica. Oggi ci risiamo, cerca di dire a quell’insegnanre ed alla scolaresca: chi non impara la storia è costretta a riviverla.

  2. perchè due volte scrive:

    La stampa locale scrive oggi che il buon Barzanti si è sorbito il film di veltroni per ben due volte. Ora, scontato che la pellicola non è tra quelle che passerranno agli annali del cinema, se uno è spinto a vedersela due volte in due giorni la spiegazione non può essere che una tra le tre:a)il film è di difficile lettura, onde per cui anche il dettaglio, che può sfuggire alla prima visione e recuperato nella seconda, può dare un’intepretazione autentica dell’opera; b) oppure…oppure robertino sta perdendo qualche colpo (nulla di male vista l’età e l’intenso consumo di neuroni avutosi nei decenni)ragione per la quale occorre favorire un assorbimento lento; c)da pensionato di lusso(occhio alle forbici di renzies)non aveva di meglio da fare.
    Io propendo per la terza ipotesi….

    • Eretico scrive:

      Anche io, di recente, ho visto per due volte (e di fila!) un film, tra l’altro parecchio più lungo di “Quando c’era Berlinguer”: “The wolf of Wall street”; la differenza è che il mio, è un film (pur non il migliore) di Martin Scorsese, quello di Robertino è l’opera prima (ripeto: temiamo seriamente non ultima) di Uòlter…

      L’eretico

  3. anonimo scrive:

    Io c’ero sabato sera al cinema Pendola. Mentre Veltroni rallegrava il folto pubblico sulla buona politica berlingueriana, ho scorto all’ingresso della sala il Segretario provinciale Guicciardini. Non dico altro, perché non c’è molto altro da dire…

  4. Edoardo Fantini scrive:

    Enrico Berlinguer parlò di “questione morale” ma non era il pulpito adatto per quella predica, essendo proprio il suo il partito che più aveva approfittato del cosiddetto “oro di Dongo”e lui non è possibile che non abbia mai conosciuto l’argomento. Questo era rappresentato da un bel numero di miliardi di lire, si parla di dieci, del 1945, soldi che la Repubblica Sociale Italiana aveva chiesto come tasse agli italiani residenti al centro-nord negli anni 1943-45. Furono presi dai partigiani comunisti che subito si divisero sul come destinarli, al punto che fra di loro ci furono anche degli assassini e degli assassinati, i più famosi fra questi ultimi senz’altro furono Gianna e Neri, due limpidi partigiani che avevano accompagnato le ultime ore del Duce e di Claretta. Nel 1957 a Padova iniziò un processo che stabilì, tramite le numerose testimonianze, le responsabilità di molti comunisti che il partito di Berlinguer, allora trentacinquenne, ebbe cura di fare emigrare nei paesi dell’est, al fine di evitarne le sacrosante condanne. D’avvero al buon Enrico nessuno raccontò mai niente? Non lo sappiamo, anche se ci è facile pensare che qualcosina dovrà pur aver subodorato. Di sicuro sull’oro di Dongo e sul processo che ne seguì Veltroni un film non lo farà mai. E, a quanto pare, nemmeno tutti gli altri…Così va l’Italia

  5. cittadina stufa scrive:

    Torna ad occuparti di asl….ci sono novita`!

  6. pesci d'aprile e don Sturzo scrive:

    Leggo sul Cittadino on line della ‘idea’ (sic!) della Palma d’Oro Tarantino di girare un film sulla vita di Mussari , film ispirato alla biografia, non autorizzata, scritta da un noto blogger senese. Tanti i particolari ‘inediti’:addirittura contatti sarebbero già stati avviati durante un viaggio in Usa del suddetto blogger. Non solo: il budget del film sarebbe di 9 miliardi(pagabili forse con gli assegni staccati per Antonveneta) e ci sarebbe lavoro per 1066 persone (magari gli esternalizzati del Monte?).
    Oddio, se questa ‘notizia fosse’ uscita, sia pure il primo aprile (e meno male che c’è ancora chi ha voglia di scherzare), un primo di aprile , dicevo, di qualche anno fa, quantomeno avrebbe trovato qualche gazzetta locale pronta ad enfatizzarla, di inserirla tra gli accadimenti possibili in natura perchè…siena è siena e farla bere a migliaia di concittadini . Come, infatti, dimenticare i milioni e milioni di euro sborsati da Mps per pubblicità ‘firmate’ da registi cult, ma tali ormai solo per il cachet, o per cofinanziare film rispetto ai quali il flop della Grande bellezza diventa un successo alla Checco Zalone, senza che mai si sia levata una voce in dissenso, che uno straccio di giornalista abbia mai rivolto al povero rossi l’unica domanda possibile: ma che stai a fà, meglio, chi te lo fa fà?.
    E siccome siamo in tema di pesci d’aprile come dimenticare che questa mattina all’Istituto Don Sturzo in quel di roma sarà presentato illibretto scritto da un gazzettiere pisano sui personaggi che hanno caratterizzato Mps negli ultimi vent’anni, master chef , come già accaduto anche con quel gran signore di Bisignani,il signor Brandani Alberto che il Corriere economia presenta come presidente della fondazione Formiche e ex presidente della Spoleto stendendo un velo pietoso o forse semplicemente dimenticando gli anni ruggenti del ‘prof’ ai vertici di Mps che pure qualche guaio gli procurarono. Corifei della giornata il buon Divo Gronchi (che ha l’unico merito di essersi sfilato al momento buono) e l’ex senatore Grillo da La spezia, ahimé sì, proprio lui). Questo sì che è un bel pesce d’aprile riuscito!!!

  7. epitaffio scrive:

    Uolter nostro viene a siena per proiettare il suo filmuccio nel giorno in cuila città perde definitivamente il controllo della banca. Grazie Uolter, grazie Mansi, grazie Mussari, grazie Vigni, grazie Ceccuzzi, grazie Valentini e Renzies eccc e grazie a tutti voi gentili spettatori di siena e provincia che ci avete fin qui sostenuti con il vostro entusiasmo, ridendo alle battute anche quelle più cretine perchè l’importante non eravate voi ma chi stava su o dietro il palcoscenico. ma oggi si chiude, il sipario si abbassa.
    Caro Eretico un’idea: perchè non lanci un concorso on line sul migliore epitaffio per Mps? Scelto il più azzeccato si chiude il discorso e parleremo d’altro: ma de che???

    • anonimo scrive:

      Caro Epitaffio
      Mi sembra l’urlo del coyote……. alla luna ……….huuu……..huuu….. il monte non c’è più. Pero’ come ho fatto bene quando ho preso magione a Lugano, tutto diverso, con i risparmi al sicuro, e la partita a scacchi. Siena ha preso scacco matto, d’altra parte il gioco è gioco o si sa giocare o si perde. E se si perde non non ci si riprede più…..

      • epitaffio scrive:

        magari, avendo casa (e risparmi) a verbier, ci possiamo anche incontrare. senza però giocare a scacchi.

  8. Overtime scrive:

    Ma è vero che Quentin Tarantino girerà un film su Giuseppe Mussari basandone la sceneggiatura sul tuo libro “Una biografia (non) autorizzata”? GRANDE ERETICO!

  9. Edoardo Fantini scrive:

    Caro Eretico, noto che non hai ancora passato il mio post delle 13,57 di ieri, ma ce ne sono quattro scritti alcune ore dopo. Non è la prima volta che succede (semmai la ventesima). Scrivo verità scomode?

    • Edoardo Fantini scrive:

      Caro Eretico, prendo atto che mandi i post che vuoi ( in questo caso hai evitato quello relativo al “oro di Dongo”). Ma non ti piace l’informazione libera?

      • Eretico scrive:

        Caro Edoardo,
        calma e gesso: l’ho recuperato ora, e subito pubblicato. Mi dispiace del ritardo, ma non è sempre facile gestire tutti i commenti.

        L’informazione libera mi piace abbastanza, dai…

  10. Anonimo scrive:

    (ANSA) – SALERNO, 1 APR – Il pm della Procura della Repubblica di Salerno Enzo Senatore ha chiesto il rinvio a giudizio per l’ex presidente della fondazione Mps, Giuseppe Mussari, l’ex sindaco di Siena, Franco Ceccuzzi, l’ex presidente della commissione Finanze della Camera dei deputati Paolo Del Mese e 11 componenti del consiglio di amministrazione della Banca della Campania. L’indagine riguarda il crac del pastificio Amato.

  11. Anna G scrive:

    Lungo e interessante post sul blog di Sergio Di Cori Modigliani su Banca MPS. E purtroppo è notizia di ieri, per cui non c’è neanche da sperare che sia un pesce d’aprile!

  12. FRANCO scrive:

    VEDENDO IL FILM SU BERLINGUER E’ PIU CHE EVIDENTE CHE LUI ERA UN POLITICO VERO E QUELLI DI ORA SONO DEI BUFFONI CORROTTI E INCAPACI CHE HANNO DISTRUTTO IL PAESE. ,

  13. Anonimo scrive:

    Sempre la stessa fonte (credo tu lo abbia letto su Il Cittadino) dice che Mussària sia stato interpellato anche per Masterchef. Piatto forte PASTA!!!

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