Eretico di SienaChiurco e Socini Guelfi: chi scappò, chi rimase - Eretico di Siena

Chiurco e Socini Guelfi: chi scappò, chi rimase

- 03/05/14

 

Nelle settimane scorse, in città si sono svolti due incontri, molto densi, per cercare di approfondire il ruolo di due figure di fondamentale importanza per il periodo terminale (e non solo) del Fascismo senese: l’ingegner Luigi Socini Guelfi ed il professor Giorgio Alberto Chiurco. Per la cronaca, quello su Socini Guelfi c’è stato nei locali del Bruco (e non poteva essere altrimenti, visto lo straordinario Curriculum vitae contradaiolo dell’ex Podestà), con relatore principale Giovanni Buccianti, storico ed amico della famiglia; quello, invece, dedicato alla figura del medico di origine istriana, si è svolto lunedì scorso nella cripta di San Giuseppe (Onda), con relatori Mario Cataldo e Mauro Barni, nonché coordinatore Mario Ascheri: il tutto prendendo spunto dal libro della professoressa Floriana Colao, dedicato proprio al Processo subìto da Chiurco nell’immediato dopoguerra.

Sterminati gli spunti di approfondimento e riflessione; in questa sede, ne proponiamo principalmente uno, per mere esigenze di spazio: il diverso atteggiamento nel momento del trapasso dal Regime fascista – di cui entrambi erano fautori – alla Liberazione (3 luglio 1944).

Nel momento del rischio (anche della vita), nel momento delle “scelte irrevocabili” (per citare il Duce…), i due ebbero un percorso del tutto antitetico: Socini Guelfi RIMASE, cercando – con pieno successo, peraltro – di gestire il passaggio del fronte con il minore spargimento di sangue possibile (italiano e tedesco); l’altro, l’anatomopatologo, se la diede a gambe il 24 giugno, a meno di dieci giorni dal cambio della guardia fra tedeschi ed alleati.

Avendo avuto l’opportunità di intervistare illo tempore l’ingegnere – sempre disponibile, e lucidissimo ad onta dell’età – ricordo più che nettamente l’amarezza con la quale ripercorreva le fasi dell’abbandono della città da parte di Chiurco. Il quale era, in una sorta di ibridazione fra Prefetto e Presidente della Provincia, colui che di fatto aveva in mano il territorio senese. Socini Guelfi ci teneva a fare sapere che lui, in quel frangente, aveva fatto carte false, pur di cercare di far restare l’altro pilastro istituzionale senese in città: senza successo, però.

Socini Guelfi, invece, non solo restò, ma ebbe una brillante ed efficacissima idea, quella cioè di creare la famosa Guardia civica (giugno 1944), infarcita di elementi antifascisti: mossa che – cosa riconosciuta da tutti, compreso il fronte antifascista – contribuì ad evitare il bagno di sangue che ci sarebbe stato senza dubbio.

Ed è stato Mauro Barni, a questo proposito, a porre l’accento su un fatto di grande importanza: se Chiurco fosse rimasto, di certo le infiltrazioni di gappisti (partigiani comunisti) fiorentini all’interno della Guardia civica, non ci sarebbero state.  Forse anche uno degli omicidi più discutibili dei convulsi momenti della Liberazione, quello del professor Brugi (freddato a San Domenico), sarebbe stato evitato: per Mauro Barni, il revolver che uccise Brugi era lo stesso che aveva freddato (anche lì, in modo assai opinabile) il filosofo Giovanni Gentile a Firenze, il 15 aprile del 1944 (segnalo la lettura del libro, appena uscito, di Luciano Mecacci: “La ghirlanda fiorentina”,Adelphi, che sarebbe stimolante qualcuno volesse presentare a Siena…). Barni ha anche rievocato l’incontro fra Mario Bracci, nume tutelare dell’antifascismo locale, e lo stesso Chiurco, sempre nel giugno 1944: anche il professor Bracci chiese a Chiurco di restare, anche lui senza successo…

Chiurco, alla fine del suo tormentato iter giudiziario (il Processo si svolse pubblicamente a Sant’Agata, con testimonianze talvolta sorprendenti a suo favore), fu assolto per le stragi nel Senese, ed amnistiato per il reato di collaborazionismo (Amnistia togliattiana, come si sa); ebbe financo la sfrontatezza di chiedere di tornare all’Università senese (della quale era stato una sorta di Commissario politico, Duce regnante), ma Mario Bracci fece in modo che ciò non avvenisse.

Evidentemente, la sistemica e furbesca captatio benevolentiae che Chiurco aveva profuso negli anni del suo potere in città, era ancora forte (“accomodante con l’élite cittadina, spietato nelle campagne”, ha correttamente detto Cataldo nel suo intervento, in riferimento al medico di origine istriana).

Quanto a Socini Guelfi, uscì invece dalla porta principale del Comune, per avviarsi verso la casa che abitava in quel momento con la famiglia, alla Costarella.

Dalla serata brucaiola, è emerso che Scarlino – realtà in cui la famiglia è radicata – gli ha dedicato una Piazza: Siena cosa aspetta, a fare se non altrettanto, almeno qualcosa di simile?

Gli ebrei, hanno saputo onorare anche fior di fascisti e di nazisti, nel caso in cui avessero salvato loro correligionari: a Siena, l’ingegnere evitò di certo – non da solo, ma primus inter pares – uno spargimento di sangue. Se la pietra serena rimase quasi immacolata di sangue, più o meno innocente, lo dobbiamo a lui.

Chi non lo sa, lo sappia; chi già lo sapeva, lo ricordi…

 

Ps Se la sua città (oltre alla sua Contrada) lo volesse ricordare in modo concreto, sarebbe un gesto carico di significati anche per la storia del Mps: fu l’asse Bargagli Petrucci-Socini Guelfi a trovare la mediazione giusta con Roma per far restare la banca in città, allora. Ad perpetuam rei memoriam, come scriveva il Conte Guido Chigi Saracini in quegli anni…

18 Commenti su Chiurco e Socini Guelfi: chi scappò, chi rimase

  1. Michele scrive:

    Mi sembra che lo slargo dove c’é la fontanina del Bruco gli sia giá stato intitolato 4-5 anni fa

    • Eretico scrive:

      Bisognerebbe che il ricordo di Socini Guelfi andasse OLTRE l’elemento prettamente rionale, in cui si ricorda giustamente il Dirigente di Contrada, come accade ad altre personalità di quasi tutte le Contrade (Sabatino Mori per la Civetta, per esempio): questo è il senso della proposta.

      L’eretico

      • ConteBerio scrive:

        Lo slargo davanti alla nostra fontanina, opera del grande Architetto Borgogni, brucaiolo anche lui, è ancora Via dei Rossi. Nel 2009 il Rettore Pacciani propose di intitolargliela, proprio con le motivazioni appena elencate dall’Eretico, e ricordate il 22 Marzo scorso: fu stoppata sul nascere con grande clamore e “starnazzare di oche” dai Sellati.

  2. Edoardo Fantini scrive:

    Caro Eretico, siccome dopo averti letto non so da che parte rifarmi, te ne dico solo tre.
    1) Chiurco non scappò per salvare la pelle, anzi: andò al nord dove, a differenza che a Siena la si rischiava ancora;
    2) non era anatomopatologo ma specializzato in chirurgia generale;
    3) fu assolto dal reato di collaborazionismo non solo perché decretato da una legge retroattiva, fu infatti promulgata il 27/7/44, cioè nove mesi dopo la proclamazione della Repubblica Sociale Italiana, ma perché quest’ultima Repubblica, come ogni Stato al mondo, poteva scegliersi gli alleati che più desiderava senza , per questo, commettere alcun reato.

    • Edoardo Fantini scrive:

      Dimenticavo: stendo un velo pietoso sull’affermazione del Prof. Barni secondo la quale la presenza di Chiurco a Siena avrebbe impedito al gappista Paolo di assassinare il Prof. Brugi.

  3. Pingback: Rassegna Stampa – Il Cambiamento alla Senese… 1/2ROMA suda freddo… Alle Scotte il furto delle mafie internazionali… | IL SANTO NOTIZIE DI SIENA

  4. Ma anche chi resta.... scrive:

    Interessante il dibattito storico tra chi restò e chi preferì allontanarsi. Ma non sempre il restare è sinonimo di scelta giusta.
    Prendete ad esempio, ieri sera, il mitico Grasso e la Rosinda da sinalunga, con sciarpa viola (un corteggio a Renzie???) in tribuna stampa all’Olimpico per la sciagurata partita tra Fiorentina e Napoli. Ebbene: di fronte alla resa dello Stato davanti a dichiarati malviventi ultrà, che hanno dimostrato di contare di più di prefetti, questori ecc.., che fanno Grasso e la Rosinda presidente della commissione antimafia (sic): rimangono impavidi nelle loro poltroncine di pelle, sorridenti e convinti che restare sia giusto!!! Anzichè prendere i loro augusti didietro e andarsene per rimarcare che lo stato non si fa ricattare da Genny la carogna.

    Ps: Renzie non è stato da meno. Un consiglio: si rivolga a Genny la carogna per dirimere il contenzioso con i sindati. Chissà che….

  5. Giuliano da Siena scrive:

    A Michele: lo slargo dove c’é la fontanina del Bruco doveva essere intitolato a Luigi Socini Guelfi, ma non mi risulta che l’Amministrazione Comunale si sia pronunciata in tal senso.
    All’Eretico complimenti per il resoconto sui due eventi cittadini e sulle annotazioni storiche, molto gradite. Non sarebbe male un appuntamento mensile dedicato a questi temi.
    Approfitto per segnalare la lettera di una studentessa fiorentina, pubblicata oggi sulla prima pagina dell’inserto Domenica del Sole 24 Ore, dove viene descritto il degrado del nostro Museo Civico.

  6. Anonimo scrive:

    Ho avuto l’onore di conoscere l’Ing. Socini Guelfi in eta’ avanzata, ed era un uomo di una lucidita’ straordinaria. Un uomo di grande valore, molto lungimirante, i ricordi del passato erano nitidi, cosi’ come chiara la visione attuale e futura.
    Persone cosi’ si incontrano poche volta nella vita.
    Siena oggi piu’ che mai avrebbe bisogno di gente con questo grande spessore, che sappiano ragionare con la propria mente e facciano gli interessi dei cittadini…..e non i loro, solo cosi’ riconquisterebbe la sua dignita’!

  7. Fabio Pacciani Rettore della Nobil Contrada del Bruco scrive:

    Carissimo Raffaele,
    la richiesta di titolazione di uno spazio cittadino all’Ing. Socini Gulfi è stata fatta dalla Nobil Contrada del Bruco nei primi mesi del 2009, a pochi mesi dalla sua scomparsa e, non avendo ricevuto risposta, rinnovata negli ultimi mesi dello stesso anno. La Contrada aveva a suo tempo suggerito lo spazio di fronte all’attuale fontanina battesimale spazio che, grazie anche ai recenti restauri, ha acquisito una sua maggiore dignità.
    Ci rifaremo avanti sperando in un maggior successo convinti non solo del valore del contradaiolo ma soprattutto di quello dell’ uomo e del senese
    Cordiali saluti

  8. anonimo scrive:

    Caro Eretico
    Io ho sempre saputo e considerato la resistenza una guerra civile. I vincitori hanno scritto la storia. Il Fascimo ammoderno’ molto il paese. Dalle linee ferroviarie, alla luce elettrica, alle ferrovie, e che dire l’istituzione delle pensioni, la regolamentazione del lavoro umana, la riforma della scuola, e senza nulla togliere porto’ la nazione fra le più avanzate nelle telecomunicazioni, in fondo aveva sempre un anima socialista. Poi fece anche dei grossi errori e quelli si sanno tutti. Perche i vincitori ce li hanno ripetuti contunuamente fino alla noia. Quindi se ci furono persone meritevoli vanno ricordate e ce ne furono. Consegnamo alla storia detto periodo ma consegnamo anche alla storia dal 1990 al 2007, con tutti quelli che hanno amministrato. Mi pare che si debba andare avanti o no.

  9. BARBICONE72 scrive:

    La versione che avvalora la partenza di Chiurco da Siena diversi giorni prima della liberazione di Siena (tu citi il 24 giugno) non è avvalorata da alcun documento. Socini Guelfi ricordava addirottura che Chiurco avesse abbandonato Siena l’8 giugno, per poi tornarvi brevemente qualche volta. Esiste un documento datato 13 giugno nel quale Chiurco sembrava volesse lasciare ai posteri una specie di messaggio sul suo operato prima di lasciare Siena, ma in realtà ciò non accadde. Anzi questo atteggiamento impensierì molto gli antifascisti ed il CNL che lo contattarono perchè non lasciasse Siena in balia dei tedeschi. Sicuramente, anche se la cosa è poi stata smentita da qualcuno, Bracci parlò con Chiurco e lo convinse a restare, anche se non sappiamo con certezza se ufficilamente il CNL lo avesse autorizzato a garantirgli l’immunità personale. Certo è che lo stesso CNL pubblicò un volantino invitando il prefetto a restare a Siena. Del resto, come ricordato anche in tempi abbastanza recenti da studiosi senesi, Pavolini scrisse a Mussolini affermando che Chiurco era rimasto a Siena fino all’ultimo.
    Pertanto, così come non è sicuro che Chiurco sia partito soltanto il 30 giugno, come alcuni hanno ipotizzato, non è neppure provato che sia andato via il 24.
    Una considerazione anche relativa alla dichiarazione di Barni che se Chiurco fosse stato a Siena avrebbe evitato l’infiltrazione di gappisti fiorentini nella Guardia Civica, con la possibilità di evitare l’assassinio del professor Brugi. Stando alla testimonianza del comunista fiorentino Gino Taglaferri, fu lui stesso a mandare a Siena un gappista, probabilmente lo stesso che aveva ucciso Gentile a Firenze, che assassinò probabilmente sia Brugi che il giovane Cimino, perchè i senesi non avevano il fegato di farlo. Quindi il gappista non faceva parte della Guardia Civica e Chiurco, anche se fosse stato a Siena come probabilmente c’era, non avrebbe potuto bocciare la sua inclusione nella Guardia Civica perchè il caso non si presentò.
    Tutto questo non per difendere Chiurco, ma nella convinzione che la storia non si fa con i ricordi, di sicuro non più lucidi e spesso citati per sentito dire, a distanza di decenni.

  10. Pia Torregiani scrive:

    Certo Chiurco non è scappato: ha abbandonato il campo, è andato via, ha lasciato la città e tutti quelli che credevano in lui. Era o non era il capo? Era il capo e non doveva uscire dalla città. Che poi fosse specializzato in chirurgia generale invece che anatomia patologica non sembra di grande importanza per l’ultimo atto senese del dott. Chiurco. Forse a distanza di 70 anni si potrebbe cercare di vedere i fatti come realmente sono avvenuti. Così semplicemente, ma è dura. Capisco.

    • Edoardo Fantini scrive:

      Vedi Pia, visto che fai la superiore, al punto che ti mostri sicura quanto sia dura la mia difficoltà a capire, ti faccio notare che le amministrazioni di uno Stato vengono istituite affinché abbiano delle ben determinate funzioni. Bene, in quella circostanza c’era la Provincia di Siena, con a capo il Prefetto Chiurco e il Comune di Siena con a capo il Podestà Socini. Questi due Enti di Stato erano organi periferici della Repubblica Sociale Italiana che era in guerra contro gli Alleati. Siccome, cara Pia, in nessun caso un popolo deve essere abbandonato senza un’autorità a lui superiore, le leggi di guerra prevedono che questa autorità possa essere rappresentata anche da un potere che risiede in un’altra nazione, che non a caso, si chiama “potenza occupante”. Ora, siccome questi Alleati in guerra con la Repubblica Sociale stavano per arrivare a Siena, era chiaro sia a Chiurco che a Socini che sarebbero stati mandati via dai rispettivi uffici, che al loro posto sarebbero stati messe delle persone di fiducia delle “potenze occupanti” e trassero, entrambi, le rispettive conclusioni. Socini se ne andò a casa a Siena dove i combattimenti non c’erano più, Chiurco al Nord Italia dove era ancora attiva e belligerante la Repubblica Sociale.
      Cara Pia, la vita degli adulti è abbastanza complicata: creano gli Stati, che sono pieni di uffici; fanno le leggi che sono piene di articoli; fanno le guerre, con delle norme perché anche per uccidere non sia l’arbitrio. Se non ti va di studiare tutta ‘sta roba non farlo, ma risparmiati l’ironia che è meglio.

  11. WOLF scrive:

    Intitolare la piazzetta della fontanina del Bruco a Socini Guelfi sarebbe opportuno, e non sarebbe neanche uno sdoganamento del Fascismo visto che la piazzetta ad inizio della Stufa Secca si chiama ormai da molti anni Piazzetta Fabio Bargagli Petrucci. Il buon comportamento del Socini Guelfi mi sembra anche testimoniato dal fatto che per il resto della sua vita non ha dovuto difendersi da attacchi politici, ha portato aventi tranquillamente la propria attività vivendo da senese al 100% senza discriminazioni. E credo che questo sia un attestato di valore anche maggiore della piazzetta, perchè riconosciuto in vita.

  12. Alessandro Di Piazza scrive:

    Invece di disquisire se fosse stato meglio partire o restare ( ed era una scelta che poteva determinare la vita o la morte), credo che sarebbe più utile, per la verità storica, evidenziare che se Siena fu risparmiata dagli orrori e distruzioni della guerra fu anche per merito di Chiurco.
    Ma capisco, dopo 70 anni, ancora, non è possibile fare storia senza che sia colorata politicamente.

  13. lorenzo Anichini scrive:

    So passati 70 anni….ho ingollato da parte delle migliaia di partigiani nati nel frattempo,gesta eroiche,atti di coraggio,commemorazioni ecc.ecc.
    Ma ho avuto anche il piacere di conoscere personalmente il giornalista G.PANSA, e le sue VERITA’. Facciamola finita una volta per tutte con la demagogia e le verità assolute.Ho avuto un parente fucilato a Montaperti dai fascisti, ma anche uno picchiato a sangue a Boccheggiano dai ” ROSSI” finita la guerra….BASTA tifare per CHIURCO ! BASTA tifare per SOCINI! oppure parliamone ma senza giudicare…parliamo invece delle nefandezze perpetrate a Siena negli ultimi ventanni,e giudichiamo questi personaggi,molto piu’attuali e degni di essere messi alla gogna.Non fosse altro per il rispetto che dobbiamo ai morti e alle persone che non si possono piu’ difendere.

    • Edoardo Fantini scrive:

      Caro Lorenzo, guarda che è proprio per stabilire le verità storiche che siamo qui al computer. Quanto a Pansa attento a non “innamorarti” troppo: le storie che ha raccontato qualche anno fa, le aveva già scritte Giorgio Pisanò negli anni sessanta, quando proprio Pansa e il 99% dei giornalisti italiani facevano finta di niente. Questo, evidentemente, è il loro modo di informare gli italiani.

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