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Un altro tassello su Antonveneta: il Patuelli parlante

- 02/06/14

L’Abi, la cosiddetta Confindustria delle banche, è sotto pressione: ancora non si era rialzata per il caso Mps, che la sua residuale credibilità viene ulteriormente messa in dubbio dal caso Berneschi (Carige); nello spazio di un annetto e mezzo, il Presidente ed il vice, Berneschi appunto, che si devono dimettere per gravi problemi giudiziari, del tutto inerenti alla loro attività di banchieri, non per altro.

Resta, dunque, solo la stentorea voce di quell’ex liberale Antonio Patuelli, successore di Mussàri Giuseppe alla presidenza dell’Abi stessa; domenica scorsa (intervista al Sole 24 ore), ci regala prima una chicca di “benaltrismo” d’antan:

“…l’Expo o il caso Scajola non sono questione di banche, ma questione di persone”.

Allora è questione di persone, dice Patuelli; non a caso, poco prima, aveva detto quanto segue, a Rossella Bocciarelli che l’intervistava:

“Mussari era presidente a titolo individuale mentre Berneschi, anche dopo l’uscita da Carige, era vicepresidente della Cassa di risparmio di Carrara”.

Forse, a questo punto, sarebbe il momento di chiarire, una volta per tutte, perché Mussàri, dopo avere demolito una banca (incidentalmente, quella che presiedeva) sia riuscito a fare in modo che lo Statuto Abi venisse modificato pro domo sua, cioè per permettergli di restare Presidente, pur senza presiedere in quel momento nessuna banca (visto che la fila per averlo non c’era stata, dopo l’esperienza Mps…).

Bastava aspettare giusto una domenica (Patuelli parla solo la domenica), e l’ex fan di Renato Altissimo ci svela, finalmente, l’arcano, che era sempre rimasto nel dubbio (chi ha fatto in modo che lo Statuto Abi venisse clamorosamente cambiato? Domanda chiara, risposta sempre elusiva, da parte di tutti).

Il Patuelli parlante (a causa degli scandali Mps e Carige, sennò zitti e mosca), su Repubblica di ieri (pagina 20, intervista di V. Puledda), non si sa quanto consapevolmente, si fa scappare l’arcano, donandoci uno scoop di inizio giugno: adesso il quadro è chiaro!

“…stiamo studiando dei correttivi (per i requisiti di onorabilità dell’Abi, Ndr). Ad esempio io vorrei che venisse abolita la modifica – VOLUTA DALLO STESSO MUSSARI A SUO TEMPO – che gli consentì di restare presidente dell’Abi nonostante non fosse più a capo di una banca”.

A questo punto, tutti vorremmo sapere: chi dava la credibilità, la forza, la legittimità politico-finanziaria a Mussàri Giuseppe di permettersi di chiedere ed ottenere una modifica statutaria all’interno di un organismo da cui si sarebbe dimesso con la coda fra le gambe solo pochi mesi dopo?

Prima che ci arrivi la Procura della Repubblica (lo speriamo con tutte le forze, visto il fascicolo su Antonveneta e politica), magari qualcuno lo potrebbe chiedere in giro…

 

Ps 1 L’ottimo Berneschi ex Carige è passato direttamente dai domiciliari alla galera per una chiamatina, dal cellulare di un amico, alla adorata moglie: chiedeva di movimentare soldi e titoli, ma la moglie era intercettata. Mussàri, su Antonveneta, NON è stato intercettato (neanche Ceccuzzi): il Giudice Bellini ha scritto che non era necessario.

Ps 2 L’eretico, con qualche giorno di ritardo, è approdato al blog di Beppe Grillo (mi ha chiamato Piero Ricca, ancora non ho visto niente); tutto si potrà dire, non che le elezioni gliele abbia fatte perdere lo scrivente…

Ps 3 Un dilemma esistenziale, da settimane, tormenta l’eretico: perché, in Pescaia, la lunga zona verde (aiuola?) centrale è tagliata tipo Wimbledon, e quella appena un po’ più in alto potrebbe servire per un addestramento di un corso di sopravvivenza in ambito tropicale? Vi prego, anche l’anno scorso era così: dateci una risposta!

 

 

9 Commenti su Un altro tassello su Antonveneta: il Patuelli parlante

  1. clemente riccardo scrive:

    Non capisco come sia possibile che ancora si parli al cellulare di spostare soldi, conti in svizzera ecc… l’aveva capito Totò Riina che usava i pizzini! O sono stupidi o si sentono con le spalle molto coperte … seconda ipotesi inquietante.

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  3. anonimo scrive:

    Caro Eretico
    Credo propio che Beppe Grillo abbia raggiunto un risultato eccezionale avendo contro tutte le altre forze. Secondo me il pd ha fatto la vittoria di Pirro che vinse la battaglia e perse la guerra. Gli squlibri sono tutti in piedi e si accentuano di giorno in giorno, il governo in carica ha fatto ben poco, perché forse non può fare niente. Semmai Grllo sta facendo un errore ad allearsi con un inglese questo perché si sta formando un blocco Euroasiatico di enorme portata economica.
    Quindi Grillo o non Grillo, vincerà quella forza politica o nazione che salira su quel carro.
    un saluto da Lugano

  4. Alexandria Santorini scrive:

    Quello che ci consola è che nel dover istruire nuovamente il dibattimento su Milano per il secondo filone Antonveneta in merito alle intercettazioni potrebbe esserne deciso l’utilizzo. E questo è bellissimo: conti totali, Fassino, c’è tutto!

  5. Romolo scrive:

    Solo per memoria storica riporto il comunicato di Pietraserena.
    Siena 31 maggio 2012
    “La mancata conferma di Mussari alla guida dell’Abi sarebbe un danno per il sistema bancario e non sarebbe una bella cosa per Banca MPS”: parole dell’attuale presidente di Banca MPS Profumo, intervistato dalla giornalista Lucia Annunziata.
    Per molti Senesi certe dichiarazioni appaiono incomprensibili, se non offensive. Chi ha assistito al disastro patrimoniale del Monte dei Paschi, che ha chiuso l’ultimo bilancio con un passivo di 4 miliardi e mezzo sotto la presidenza Mussari, coinvolgendo nella crisi la Fondazione MPS e tutto il territorio, proprio non sa spiegarsi quale altro tipo di ‘danno’ si potrebbe avere dall’uscita di scena dal mondo finanziario di un uomo che ha ammesso di essere estraneo a quel tipo di mestiere.
    Eppure sembrerebbe che qualcuno vorrebbe riconfermare Mussari alla presidenza dell’Associazione delle Banche Italiane. Per quali meriti, ai più appare ignoto. Né è lo stesso Presidente Profumo a chiarirlo: si limita a dire che “la mancata conferma sarebbe un danno al sistema bancario e al MPS”. Sarebbe interessante capirne il motivo. La frase appare sibillina.
    A voler ragionare niente giustificherebbe la conferma di Mussari a capo dell’ABI, dopo il disastroso risultato di esercizio del MPS portato all’ultima assemblea degli azionisti. Un’occasione dove il Presidente del collegio dei Sindaci revisori di MPS, ha ammesso – pubblicamente – che “il valore della banca Antoveneta era di 2,3 miliardi e fu acquistata per oltre 9 miliardi”, un prezzo apparso ai più poco “appropriato” e su cui ci sono accertamenti giudiziari in corso: una delle tante discutibili operazioni avallate da Mussari, e principale causa della crisi MPS. Debole è apparsa la difesa dell’avvocato ‘prestato alla banca’: “puniti oltre i nostri demeriti”.
    Le domande che molti in città si fanno sono queste: saprà tutelare Mussari gli interessi del sistema bancario italiano, visto che in pochi anni, dopo secoli di gloriosa storia, ha portato alla crisi la banca che presiedeva, che era la più antica, la più solida e la più liquida del sistema? I risparmiatori, le imprese e gli operatori si sentiranno sufficientemente garantiti da un sistema creditizio con a capo un uomo che ha fatto registrare questi risultati? Quale danno al ‘sistema bancario e socio economico’ può essere causato dalla mancata riconferma di Mussari? E altrimenti: quali meriti e quali competenze possono essere fatte valere? Risulta al vero che Mussari ha già un avviso di garanzia per la vicenda Ampugnano e che è aperta un’altra indagine sulla Banca da lui presieduta in questi anni?
    E’ legittimo che la gente abbia certi dubbi, come è legittimo e auspicabile che qualcuno dia delle risposte, anche sulle parole di Profumo, a partire dalla Fondazione MPS e dal Comune di Siena, nominanti lo stesso Profumo. Perché proprio non si trova una ragione a ‘premiare’ chi non si è mostrato all’altezza della situazione. Tanto meno si capisce come mai a scontare gli errori di chi ha determinato scelte alla prova dei fatti fallimentari siano i dipendenti della Banca e i cittadini del territorio, ovvero le persone senza alcuna responsabilità. Appare assai preoccupante infatti che il presidente Profumo, pur parlando di ‘estrema ratio’, prefiguri comunque scenari di esuberi, cessione di asset e chiusura di filiali. Gli errori e le sopravvalutazioni sono stati altrove. E non è difficile capire dove.

    • clemente riccardo scrive:

      Mi permetto un commento. Basta dare il merito o la colpa ad un solo uomo…. dove erano tutti i consiglieri di amministrazione della Banca, persidente della Fondazione e consiglieri, audit interni? Dove erano e dove sono tutti i politici locali che Mussari lo hanno scelto e mantenuto? Dove erano i cittadini senesi che la casta e tutto il sistema hanno sfruttato finchè dava soldi ed ora che i soldi sono finiti condannanno il sistema? Se tra un anno i soldi tornassero …. Mussari sarebbe il nuovo salvatore e tutto tornerebbe come prima.

  6. investor scrive:

    La modifica dello statuto Abi è del luglio 2011 a valere sul 2012, anno in cui va riconfermato o meno il presidente Abi, anno che coincide, quando si dice il casi,con lo stesso anno in cui Mussari lascia Mps. La modifica aveva suscitato anche qualche mal di pancia, perplesse alcune banche di minori dimensioni, ma era voluta da grandi nomi del credito, in primis Intesa Sanpaolo dire che è stata tutta farina del sacco di Mussari è come sparare sul pianista..

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  8. anonimo scrive:

    Eretico, in effetti sono passato poco fa da Pescaia e la parte verde vicina al Total, fra i due sensi di percorrenza, è veramente VERGOGNOSA. Un serpaio da città europea della cultura..

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