Eretico di SienaUna lapide da recuperare: 3 luglio 1944, Porta San Marco - Eretico di Siena

Una lapide da recuperare: 3 luglio 1944, Porta San Marco

- 20/06/14

A grandi passi si sta avvicinando il 3 luglio: saranno i 70 anni dalla Liberazione della città. Quando cioè i nazifascisti (di fatto, senza combattere, a differenza che da molte altre parti, Firenze in primis) lasciarono Siena.

Sarà – come tutti gli anni (ma non in quel 3 luglio 1944) – il giorno dopo il Palio: sarebbe bello che fosse ANCHE (per non dire di più) il giorno in cui la città ricorda, in modo autorevole, l’evento.

Ogni giorno passo accanto alla lapide che fu fatta apporre, a Porta San Marco, in occasione dei 50 anni dall’evento (1994, dunque); per la precisione, siamo in piazza Marcello Biringucci, di fatto davanti alla suddetta porta.  La lapide è in condizioni letteralmente pietose (come peraltro la Porta, che non ha avuto un intervento simile a quello – lodevole – di Camollia di qualche settimane or sono: qui il “prato sulla porta” c’è ancora, eccome se c’è…).

Facciamo dunque un appello, davvero sine ira ac studio: lasciamo ad altri momenti la polemica politica, più o meno pugnace.

Il Sindaco e la Giunta ce la possono fare a ridare dignità (vale a dire leggibilità piena) a questa lapide, unica testimonianza – che l’eretico conosca, almeno – che sia sempre presente, 365 giorni all’anno ed anche lontano dai momenti delle celebrazioni?

Ce lo auguriamo (di cuore, prima che si attivi invece il fegato): se il Comune non sa fare questo in quasi 15 giorni, può alzare bandiera bianca. La dignità di una Amministrazione si misura anche da questi piccoli gesti, che poi celebrano eventi gestiti da giganti della Storia (le truppe che entrarono da Porta San Marco quella mattina del 3 luglio 1944, pochi giorni prima erano state passate in rassegna dal Maresciallo De Gaulle in Val d’Orcia, per dirne una).

Diceva George Orwell che chi controlla il passato, controlla anche il presente; mi permetto di aggiungere: chi cialtroneggia con il passato, cialtroneggia anche con il presente…

25 Commenti su Una lapide da recuperare: 3 luglio 1944, Porta San Marco

  1. Edoardo Fantini scrive:

    Alla metà degli anni settanta un’industria di biscotti di Perugia, la Colussi, inventò un un personaggio e lo chiamò Gioele. Questo aveva degli amici dalle caratteristiche più disparate e di loro me ne ricordo sopratutto uno: il FOCCAPRINGHIALE. Cioè era un po’ foca, un po’ capra e un po’ cinghiale. Per scherzo si crearono gli amici di Gioele e parlando sul serio si sono creati i nazifascisti: evidentemente un po’ nazisti e un po’ fascisti, vero Eretico? Ma te la passo, non perché non sia una stupidaggine colossale, ma perché stasera reggo anche questa. Dunque, continuando a scorrere lo sguardo sulle tue parole: i “nazifascisti” lasciarono Siena senza combattere. E’ vero non spararono, ma sai perché? Perché quel “nazifascista” di Chiurco ed altri “nazifascisti” come lui, avevano fatto di Siena una città ospedaliera, la quale per essere considerata tale dalle leggi di guerra non doveva essere fornita di forze armate e perciò non sarebbe stata teatro di nessun combattimento, né da terra né dall’aria. Per questo fu risparmiata dai bombardamenti che i tuoi Liberatori erano soliti effettuare su tutti i borghi italiani. Già i Liberatori: la più grande compagine di forze armate che abbia mai varcato i confini italiani, composte da un numero di eserciti che provenivano da più di cinquanta Stati sovrani! Da quando l’uomo abita la terra le guerre vengono fatte per conquistare, ma quella volta per quale motivo si mossero tutti quei paesi? Per Liberare, spiega l’ Eretico, che diamine, e non volete mettergli una targa alla Liberazione, stolti? I primi ad entrare a Siena furono i francesi che avevano arruolato le truppe marocchine che, anche nella nostra provincia, avevano violentato donne di tutte le età (a Montalcino persino un’ottantacinquenne) bambine di dieci- undici anni, e anche i partigiani. Racconta Enzo Nizza, il partigiano La Pietra, nel suo libro “Lo strano soldato” che ad Abbadia i marocchini invitarono un partigiano di nome Paolo a fumare una sigaretta in un bosco e lo violentarono in quattro. Liberavano, Eretico? Vatti a leggere il trattato di pace che ti hanno fatto firmare a Parigi nel 1947. Lo imposero agli italiani perché si erano sempre considerati in guerra contro l’Italia. Firmò De Gasperi, non uno che era stato nella Repubblica sociale, uno che era stato antifascista durante il Ventennio e nel Regno del sud dal 1943 al 1945. Era l’Italia che volevano indebolire, a lei, ormai non più fascista, tolsero le colonie, la flotta, limitarono l’esercito. La fecero rinunciare a chiedere i danni per i suoi civili maltrattati dalle forze alleate, così non fu mai possibile chiedere le riparazioni per tutte quelle migliaia di stupri: in un paese di 2500 abitanti, Esperia, le donne violentate furono più di settecento. Non ti ho mai letto a solidarizzare con quelli che ebbero a patire per i Liberatori, e stasera addirittura suoni il violino a una targa messa lì a celebrare genti venute in Italia a bombardare, a sparare, a violentare e a impoverirla. E queste cose ti hanno dato anche la licenza di poterle insegnare a scuola. Mamma mia…

    • anonimo scrive:

      Beh…. se fossero rimasti i tedeschi sarebbe stato peggio…….
      mi scusi infine se le pongo un paio di domande; l’Europa comunitaria, dopo settanti anni, ad esclusione dell’Inghilterra, è piegata agli interessi economici della sola Germania, crede sia proficuo per gli altri popoli? E se la guerra avesse avuto un esito diverso?

      • Edoardo Fantini scrive:

        Caro Anonimo, Hitler nel suo libro “Mein Kampf” ha scritto più volte che la sua volontà era quella di stare in pace sopratutto con l’Inghilterra, ritenuta l’alleato privilegiato. A noi garantì il rispetto dei nostri interessi nel mediterraneo, dato che lui voleva che quelli della Germania si sviluppassero ad Oriente, secondo il famoso detto Drang nach Osten. Circa l’Europa comunitaria dove si realizza la prevalenza della politica tedesca, cosa ti devo dire? Senza dubbio nei sistemi liberali primeggia che ha più soldi, mentre invece in quello sindacalista-corporativo fascista, le banche erano controllate dallo Stato che decideva sia gli interessi che queste dovevano applicare sui prestiti, sia i costi che dovevano gravare sui correntisti per tutte le operazioni bancarie. Questo fu possibile con il Regio decreto del 12 marzo del 1936, n.375 artt.1-2- 32 commi b) e c), e come puoi ben capire fu fatto per limitare gli appetiti dei istituti di credito a tutto favore dei loro clienti. Ne vedi traccia nell’Europa di oggi?

    • Luca Gonnelli scrive:

      Caro Fantini, le guerre si fanno per vincerle; noi l’avevamo dichiarata (nell’ordine) a Francia, Gran Bretagna, Unione Sovietica e Stati Uniti. Forse c’era qualche motivo perché ci guardassero in cagnesco alla conferenza di pace… Quegli eserciti che entravano da porta San marco erano dei vincitori (se non le piace la parola Liberatori) e noi sconfitti. Vale la pena almeno ricordare che aveva aggredito chi (ho tralasciato la Grecia a cui dovevamo spezzare le reni…). E’ a seguito di quella sconfitta (se a lei non piace la parola Liberazione) che nella nostra Costituzione è scritto che L’Italia ripudia la guerra. Era una lezione che i nostri padri e nonni avevano imparato sulla loro pelle e che noi non dobbiamo dimenticare. Gli stessi nonni e padri allora bambini che battevano le mani a quelle truppe facendo festa perché il peggio era passato.

      • Edoardo Fantini scrive:

        Caro Luca, la preparazione di quella guerra fu molto lunga e se noi la avessimo voluta Mussolini non si sarebbe dato da fare per evitarla all’incontro di Monaco del 1938. Alla conferenza di pace Parigi, se fosse vero che erano venuti per liberarci, non ci avrebbero dovuto convocare come paese perdente, ma avrebbero dovuto considerare il solo fascismo comequello che si era cercato tutte quelle disgrazie, non ti pare? Invece tolsero tutto ciò che potevano e ci impedirono di chiedere i danni anche per gli edifici civili che ci avevano distrutti( le leggi di guerra, infatti, permettono di bombardare solo gli obbiettivi militari). Sia nell’armistizio corto, del 3 settembre 1943, che in quello lungo del 29 settembre, gli Alleati si definivano come “potenza occupante” ( cosa di per sé veramente ovvia). Non c’è ragione perché noi li si debba considerare “liberatori”. Certo che da San Marco entrarono i vincitori e i vinti eravamo noi, ma sai qual’è la cosa buffa: che la targa per la quale si dispera l’Eretico non l’hanno messa i francesi ma i senesi…L’Italia ripudia la guerra ma è sempre stata presente in tutte le missioni, cosiddette, di “pace”. Fatto sta che dietro alla NATO ha sempre mandato i soldati armati e non i missionari. Ti pare che non partecipi? Lo fa al pari di tutti gli altri.

  2. antonio scrive:

    caro edoardo fantini, tutto giusto, ma perchè non fai anche una bella lista delle malefatte del regime fascista, magari anche delle violenze dei nostri antenati nelle colonie, visto che sei così preparato? così, per onor di verità….

    • Edoardo Fantini scrive:

      Caro Antonio, i professori di storia attuali non raccontano che il primo provvedimento che fu preso dal nostro Governo in Etiopia fu quello di abolire la schiavitù. A tutti i popoli delle colonie fu estesa la nostra legislazione sul lavoro, cosicché non ci fosse differenza fra gli operai di tutto l’Impero. Nel 1937 fatta la legge 880 che comminava da 1 a 5 anni di carcere per chiunque avesse una relazione carnale con una indigena africana ( la si poteva sposare al pari di chiunque altra e a quel punto tutto era lecito). A differenza dei francesi nessuno dei nostri ufficiali ha promesso 50 ore di impunità alle proprie truppe per violentare a piacimento. Ti risulta il contrario?

      • antonio scrive:

        caro edoardo, il comportamento degli italiani in africa è noto, tu difendi le tue idee e fai finta di niente, tutto qui. io credo che nelle guerre, tutte, ci siano episodi deplorevoli da ambo le parti, ma sono e sarò sempre grato a chi intervenne per liberarci da una dittatura ( o non era nemmeno una dittatura quella del ventennio con tutti pro e i contro?)

        • Anonimo scrive:

          No, Antonio, non era una dittatura. Tutte le leggi del Ventennio sono state fatte da Camera e Senato e Mussolini era stato incaricato di fare il Capo del Governo dal Re, perché così recitavano gli artt. 5 e 65 dello Statuto Albertino. L’Italia in tutta la sua storia non è mai stata guidata da un dittatore.

          • antonio scrive:

            non non è stata una dittatura… certamente, i partiti erano tutti legali, nessuno è stato perseguitato etc etc.. se non ci sarebbe da piangere verrebbe da ridere.

  3. Brandano scrive:

    La storia,caro Edoardo,la scrivono i vincitori!
    ….con una sola eccezione:la Germania che oggi fa la morale a tutti…!!!!

    • Edoardo Fantini scrive:

      Caro Brandano, sono d’accordo con te che la storia la scrivono i vincitori e, da una parte li capisco. Ma che vengano celebrati da chi ha perso, addirittura con delle targhe, mi lascia letteralmente esterrefatto.

  4. Fede scrive:

    “Caro Luca, la preparazione di quella guerra fu molto lunga e se noi la avessimo voluta Mussolini non si sarebbe dato da fare per evitarla all’incontro di Monaco del 1938”. Durante il Ventennio avevano diritto al sabato fascista, qui sul blog invece è la domenica… Edoardo, ti leggo volentieri perché apparentemente credi a quello che dici, ma dire che Mussolini a Monaco nel ’38 si sia dato da fare per evitare la guerra è una boutade bella e buona. All’epoca lo osannarono al ritorno in Italia, credo che fecero una lunghissima catena umana, ed è commovente vedere che 80 anni dopo qualcuno ancora crede alla bontà dell’operato di Mussolini, alla sua geniale idea di politica estera.

    • Edoardo Fantini scrive:

      Caro Fede, sotto un certo punto di vista hai ragione a scrivere che è sbagliato sostenere che Mussolini a Monaco volle salvare la pace in Europa: perché trattare solo di quel singolo episodio è molto riduttivo, rispetto a tutta la politica mussoliniana in senso della pace. Infatti, preoccupato al pari di altri (leggi “Gli effetti economici della pace” scritto da Keynes e vedrai se la seconda guerra mondiale era ritenuta inevitabile e in quali modi) da una seconda conflagrazione europea, il Duce lavorò per anni per scongiurarla, fino a programmare quello che alla storia è passato come il “Patto a quattro”. Nel Giugno del 1933 fu presentato a Roma agli ambasciatori di Francia, Inghilterra e Germania. Ideato personalmente da Mussolini, verteva su un piano di smilitarizzazione dei paesi più armati per obbligarli ad una parità di potenziali offensivi con tutti gli altri. Se nessuno prevale chi avrà il coraggio di scatenare a far parlare i suoi cannoni? L’unico capo di governo che firmò fu Mussolini, perché quando gli ambasciatori trasmisero il documento nei rispettivi paesi nessun altro esecutivo fece come il nostro, e così fu guerra. Ti commuovo, Fede, perché ci credo? Ma io ci credo perché queste cose le ho viste, lette e studiate. Fallo anche te che insegni: fra una lezione e l’altra trova la voglia di studiare e vedrai che prima o poi il Ventennio lo conoscerai anche te.

      • Fede scrive:

        Viste in che senso? Mussolini voleva smilitarizzare i principali paesi perché sapeva di essere militarmente molto inferiore agli altri, ma ora farlo passare per un candidato Nobel alla pace mi sembra una barzelletta!! Come la spieghi allora la guerra d’Etiopia? E l’alleanza con la Germania, che a differenza dell’Italia aveva un esercito di tutto punto? Un po’ meno spocchia non sarebbe male.

        • Edoardo Fantini scrive:

          Vedo che nemmeno consigliato ti sei letto il “Patto a quattro”, anzi, hai dedotto che il Duce voleva la smilitarizzazione perché era inferiore agli altri. Ma sbagli anche stavolta, perché il pericolo era nel riarmo della Germania che fino a quel momento non c’era stato perché a lei vietato dal trattato di Versailles. Solo che dal marzo di quell’anno era diventato capo del Governo Hitler che aveva avvertito che voleva andare a riprendersi tutto ciò che la Germania aveva perso con la prima guerra mondiale. I venti di guerra cominciavano e bisognava prenderne atto. Mussolini nobel per la pace non l’ho mai consigliato, però un raccontino da fartelo ce l’ho. Nel 1923 una missione italiana diretta dal generale Tellini, fu inviata preso Gianina, in Grecia, per delimitare il confine greco-albanese. Tutti i membri della missione furono assassinati e allora il Governo italiano inviò una nota di protesta a quello di Atena col quale richiedeva le scuse e le dovute riparazioni. Di fronte alla riluttanza del Governo greco, Mussolini ordinò l’occupazione di Corfù, che fu effettuata causando dei morti alla popolazione locale. Dopo molti contatti diplomatici, la Grecia pagò a titolo di riparazione cinquanta milioni di lire e Mussolini propose, e il suo Governo accettò, che dieci di quei milioni fossero destinati ai profughi greci e armeni ricoverati presso Corfù. Il tutto fu sancito dal Decreto-legge del 7 ottobre 1923, n. 2192. Senz’altro qualcosa di simile può essere successo anche alla Francia da dove ci scrivi, visto che nel 1935 aveva il possesso dell’Algeria, del Marocco, della Tunisia, dell’Africa occidentale francese, di quella equatoriale, della Siria, del Libano, della Nuova Caledonia e di parte dell’Indocina, della Guyana, delle Antille e della Polinesia. Tutto questo ben di Dio, secondo te, i francesi se lo saranno procurato coi cannoni, o convincendo gli indigeni che essere comandati da gente con la erre moscia faceva chic? Quella che, leggendomi, ti pare spocchia in realtà si chiama studio, ma guarda che non ti è vietato, sai?

  5. Luca Fantuzzi scrive:

    Caro Eretico. Solo per dirti che la Fondazione Mps ha organizzato una piccola mostra a Palazzo Sansedoni per celebrare la ricorrenza.

  6. Andrea Pagliantini scrive:

    Caro Edoardo, nel 1938 vennero promulgate le leggi razziali e qualche anno prima venne sprangato il Parlamento, vennero soppressi i partiti e le associazioni,negata la libertà di stampa, ucciso Giacomo Matteotti e Mussolini rivendicò tale barbaria e chiuse il Parlamento con l’avallo di Vittorio Emanuele di Savoia.

    • Edoardo Fantini scrive:

      Abbastanza male informato, caro Andrea. E’ vero che nel 1938 furono varate le leggi razziali, ma se le vai a leggere vedrai che vietavano agli ebrei le libere professioni e gli impieghi pubblici. I “democratici” nel 1944 fecero una legge di “razzismo politico”, retroattiva di 22 anni, che ai dirigenti fascisti comminava la pena di morte. Questo per farti capire di come si ragionava a quei tempi. Comunque il Parlamento no è mai stato sprangato; i partiti furono soppressi perché in un anno e mezzo avevano attentato ben 4 volte alla vita del Duce; la libertà di stampa non fu mai negata (fu imposto un direttore come responsabile, ma quello è così anche oggi); Giacomo Matteotti fu ucciso da alcuni fascisti, che dopo una settimana erano in galera; Mussolini non ha mai rivendicato quell’omicidio (altrimenti perché avrebbe fatto arrestare i responsabili?); il Parlamento non fu chiuso con l’avallo di Vittorio Emanuele e ha continuato a funzionare per tutto il Ventennio.

      • Eretico scrive:

        Caro Edoardo,
        dopo avere aspettato un paio di giorni, prendo la parola solo per dirti che – come vedi – nel mio blog c’è spazio di parola per tutti.

        Sulle Leggi razziali ( che “vietavano le libere professioni e gli impieghi pubblici”, sic), mi sembra che tu difenda l’indifendibile (e non c’entra niente il 1944, evidentemente: ma se lo vuoi pensare, fai pure…); che la libertà di stampa non sia mai stata negata, mi pare un’oscenità da dire ed anche da pensare (io li ho letti i quotidiani di allora, magari anche tu: dove era la libertà di stampa? Boh); Mussolini, infine, si è assunto la responsabilità politica, morale e storica dell’omicidio Matteotti, nel celebre discorso del 3 gennaio 1925, effettivo inizio della DITTATURA fascista.
        A me hanno insegnato queste cose, fra le altre: ed io cerco di insegnarle ai miei studenti. Tutto qua.

        Quanto alle violenze delle truppe marocchine in Ciociaria, mai taciute: credo che i miei studenti siano fra i pochi (purtroppo) ad essere edotti, nei dettagli, su quei fatti.

        Scrivi dunque quello che vuoi: io – nei limiti del possibile, vista la tua prolificità – ti pubblicherò i commenti. Senza alcuna facile retorica, se i blog fossero esistiti durante la Golden age mussoliniana, questo non sarebbe stato possibile.

        Ad majora, l’eretico

        • Edoardo Fantini scrive:

          Caro Eretico, le leggi razziali italiane vietavano solo ciò che ho scritto, ma se non trovi che sia stato così, non essere criptico, scrivi la tua verità che poi ci confrontiamo. Ho scritto la verità anche sulla legge sulla stampa, che senz’altro era vergata nero su bianco. Se ho mentito non avrai difficoltà a mostrarcelo. Dai che ci confrontiamo anche su quello. Mussolini non si è mai assunto la responsabilità dell’omicidio Matteotti ( infatti nessuno lo ha mai denunciato o arrestato) e dopo il 3 gennaio 1925 non è mai iniziata nessuna dittatura. Dimostra il contrario con documenti e leggi (non ci riuscirai perché è quello che faccio io, con conclusioni opposte alle tue). Lo so che queste cose (non vere) te le hanno insegnate ma tu a quanto pare non le hai approfondite, bevendole tutte non certo come un Eretico, ma come un perfetto conformista. E le insegni esattamente come te le sei sentite raccontare, sennò che te le avrebbero raccontate a fare. Certo ai tuoi studenti parli delle violenze marocchine e gli dici anche che quelli facevano la guerra per conquistarci, che ci tolsero le colonie per impoverirci, che ci tolsero la flotta per prendersela loro, che ci obbligarono a non chiederci i danni che ci avevano fatto…spieghi senz’altro tutto questo a scuola. Sul blog, però, mai una parola, anzi: polemizzi con me che invece riporto tutta questa che è verità sacrosanta.

          • Eretico scrive:

            Caro Edoardo,
            visto che avrei anche altro da fare (sia per il blog, che nella vita), la chiudo così: se scrivi che dittatura NON c’è mai stata (e lo scrivi); se scrivi che Mussolini NON si è assunto la responsabilità dell’affaire Matteotti (e lo scrivi); se scrivi difendendo o minimizzando le leggi razziali (e lo scrivi), io – “perfetto conformista” come sono – non mi sento di dovere aggiungere altro.

            Hai vinto tu. Storici di ogni ordine e grado, di qualsivoglia estrazione politica, di qualunque università o liceo, arrendetevi: non c’avete capito niente. SOLO il buon Fantini sa decodificare il Fascismo. Questo blog, almeno, sarà servito a qualcosa…

            L’eretico

  7. Edoardo Fantini scrive:

    Caro Eretico, fra non molto dovrebbe uscire un libro del quale sono coautore. L’argomento, come si può ben intuire, ė il fascismo e si basa solo sulle leggi che furono disposte per il popolo italiano. Le ho trovate alla biblioteca della facoltà di Scienze politiche, luogo nel quale chissà quante volte sarai stato, luogo dove, mi dicono, ci insegnano 26 professori di storia contemporanea…

  8. Paolo Fioravanti scrive:

    Lasciando da parte le diverse “interpretazioni” storiche non sembra molto opportuno rinvangare una data poi non così gloriosa, anzi tragica, che ha visto entrare in Siena e festeggiare nel Campo delle truppe recrutate dai nazionalisti francesi tra le più incivili tribù magrebine e mandate al macello al posto dei veri “galli”. Resta una vergogna della Francia coloniale avere scatenato dei poveri selvaggi promettendo la loro libertà di saccheggio e violenza contro gli infedeli italiani . La presenza di De Gaulle in Val d’Orcia ispezionante i “goumiers” aggrava la vergogna. Lasciamo stare ,evitiamo il ridicolo e altre “marocchinate” !!

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