Passeggiate senesi: da Piazza del Sale a Viale Bracci
Inauguriamo quest’oggi un’altra nuova rubrica estiva (si parte tardi, per essere in sintonia con la stagione…): le “Passeggiate senesi” saranno eretical camminate in luoghi per lo scrivente poco battuti a piedi durante la routine quotidiana delle altre tre stagioni. Con considerazioni di varia umanità, come d’abitudine in questo blog.
Si parte con una passeggiata (effettuata per la cronaca venerdì scorso) che ci porta da Piazza del Sale all’inizio di Viale Bracci; una camminata significativa perché la potremmo definire un viaggio attraverso ciò che, per Siena, è stato economicamente più rilevante negli ultimi due secoli: ferrovia e Monte dei paschi (per la banca, ovviamente faccio riferimento alla struttura di Viale Mazzini).
La Siena che deve reinventarsi, deve (dovrebbe) sapere da dove proviene: del Monte tutti sanno almeno qualcosina, mentre che Siena un secolo or sono avesse un’economia incentrata (grazie soprattutto all’indotto) sulla ferrovia, pochi sanno. Alcune cose ben documentate, anni fa, le ha scritte a tal proposito l’attuale Assessore (ma storico di formazione e professione) Stefano Maggi.
E questa passeggiata, scendendo proprio da Via Garibaldi, ci può suggerire anche un’altra chiave di lettura: la Siena degli inglesi. La Chiesa anglicana (Saint Peter), infatti, la trovate sulla destra, scendendo: è una chiesa piccola, architettonicamente non significativa, ma storicamente importante. Ci parla infatti di una città – fra fine Ottocento ed inizio del XX secolo – in cui il cattolicesimo tradizionalista della città conviveva con religioni ALTRE, questo grazie anche al trend nazionale (si pensi ad un Crispi) liberale e massonico (quando la Massoneria era una cosa seria…).
Per chi fosse interessato, apre anche domani, dalle 11 alle 12 am: non di solo mercato, vive la città il mercoledì mattina…
Si percorre giusto qualche decina di metri, ed eccoci – dall’altra parte della strada – al palazzo cosiddetto della Consuma, immortalato dall’Alighieri (XXIX dell’Inferno): curiosamente la “brigata spendereccia” (con il fratello di Folcacchiero Folcacchieri!) sputtanava i suoi averi (quelli delle proprie famiglie di origine), proprio davanti a dove oggi troviamo la sede di Equitalia. Non è forse curiosa, come coincidenza?
Procedamus, attraversando il primo grande sventramento delle mura cittadine, concepito per fare spazio alla ferrovia, archetipo del progresso Ottocentesco: e fa piacere scoprire che oggi esista almeno una traccia (il nome di un bar…) che ricorda ai passanti l’ubicazione esatta della primigenia stazione ferroviaria, prima dell’attuale sistemazione che tutti conoscono.
Pedibus calcantibus, procedo lungo Viale Mazzini: alla mia sinistra, il travertino del Monte. Proprio lì davanti, all’Assemblea degli azionisti dell’aprile 2012, qualcuno (di cui risparmio il nome) mi profetizzò una Fondazione al 2,5% entro breve tempo. Beh, ci aveva davvero preso…
Per la prima volta in vita mia, attraverso il ponticino che permette di bypassare il traffico di Viale Sardegna, per poi confluire sul ponte di Malizia (attenzione, il nome corretto è “Caduti sul lavoro”, in ottemperanza alla consueta retorica sindacalistica: meglio nomi e cognomi, magari di lavoratori, no?).
Per poi arrivare ad un punto che è la plastica (anzi, cementizia) concretizzazione di alcuni dei poteri forti senesoti: la Coop delle Grondaie (bruttissima a vedersi, ma non si può dire), ed il pomposamente definito (autodefinito) “Quartiere ecologico di Malizia”, all’inizio di Viale Bracci.
Quartiere gestito da persone tutte ben addentro al Groviglio armonioso. Fra il primo blocco ed il secondo, c’è una zona di nessuno, una no man’s land piena di sterpaglie: ecologica, forse, per qualche animale, e non fra quelli considerati più nobili.
Ma il meglio deve ancora venire: qualche geniale architetto aveva infatti previsto di fare scavare delle fosse (non sapremmo come altrimenti definirle), poste fra il marciapiede e l’abitato. Passandoci in macchina, non si notano nemmeno: a piedi, invece, si può apprezzare il mix di fogliame marcio ed acqua stagnante che si trova all’interno delle suddette fosse. Un piacere alla vista, ed un regalo – si immagina – per le zanzare.
La ferrovia efficiente è un ricordo, amaro e beffardo; la banca è andata come è andata: però bravi a progettare e a costruire come a Siena, ce ne sono pochi…
Ps 1 L’Assessore alla Cultura Vedovelli (ex Rettore dell’Università per stranieri) pare pronto alle dimissioni, date per imminenti. Non ci sarebbe da disperarsi più di tanto, ma vedendo i nomi messi in giro dal Corrsiena per gli eventuali sostituti (Petti, Cresti, Piccinni), bisogna intonare all’unisono: Vedovelli, resta con noi, non te ne andar!
Ps 2 A proposito di Cultura, venerdì pomeriggio bel concerto di chitarra acustica nella pieve romanica di Ponte allo spino, molto ben conservata e valorizzata, con eccellente prato all’inglese all’esterno: Giulio Stracciati ha riletto da par suo Bach, De André e Gershwin. Un talento locale, che dimostra bravura ed eclettismo. Bene così.
prendo spunto dal titolo del tuo articolo, per invitarti a scrivere qualcosa sul Professor Bracci, sul suo stile e quello che è stato per la Siena che fu….per ricordare a tutti come è stato sciattato il suo lascito all’Università…la bellissima Certosa di Pontignano…
Della tua passeggiata mi piacerebbe rilevare anche come a Siena siamo stati in grado di fare le cose per bene per poi sciuparle in un secondo momento.
Per un policlinico della dimensione delle scotte una strada urbana di scorrimento a 4 corsie era un progetto eccellente, specie in considerazione delle autoambulanze che vi devono passare ad alta velocità. Oggi la corsia di dx della parte più vicina all’ospedale è adibita a parcheggio, creando così un imbuto. Se mai si dovesse bloccare per coda un mezzo di soccorso a sirene spiegate con dentro un infartuato, mi auguro che costui sia proprio il genio dei parcheggi.
Un altro assente importante nella passeggiata è il mai abbastanza vituperato ponte di malizia, per cui sono stati spesi inutilmente diversi soldi, visto che il numero di corsie è invariato. Dal momento che anche da lì devono transitare delle ambulanze, considerato l’alto livello di congestionamento del traffico, vale lo stesso augurio di cui sopra.
disastro, pensate la Piccinni che da decenni ha in mano rami della universita e´gran parte della impresa SMS: la avete mai Vista lamentarsi die padroni di turno? In effetti per il Valentini mi sembra molto adatta, non Vi pare?
Via Garibaldi a scendere sulla destra: palazzo Franci (quello della fonderia fin de siècle) sede (vituperata)di Equitalia e della Sansedoni (arcivituperata) guarda in fronte il muro del Vanni (circonda il magnifico parco di villa Rubini Manenti) presta violentato per lo scavo dell’autosilo di Siena Parcheggi (ma già venduto a privati).
Alla Stazione vecchia sopra il portico una lapide ricorda Policarpo Bandini colui che realizzo la granducale linea ferrata tra Siena ed Empoli ma chi lo ricorda più…….
La nostalgia……scusate….è l’unico svago per chi diffida del futuro….
Caro Eretico
Qui non è solo malizia. Ma tutta l’italia. Ci si dovrebbe domandare come hanno fatto a distruggere una nazione secolare in trentanni? Come è possibile che nessuno riesca a riformare le istituzioni? Istituzioni agili adatte ad i tempi di internet, leggere, veloci e certe. Per esempio un singolo vuole aprire una impresa? Si presenta alle imposte apre un conto corrente con un iban che puo corrispondere alla partita iva e fa transitare tutto da li . In fondo all’anno aggiunge gli altri renditi da immobili ecc. Il fisco prende suo e li finisce. E se il fisco non trova redditi provenienti da rendite
illegali non ci si torna sopra E per i sigoli e piccole imprese è fatta. Facile no?
Beh nella maggior parte degli altri paesi del mondo funziona più o meno così …..
Tra i ricordi di quando eravamo ragazzi una stazione completamente diversa dall’attuale dal momento che per attraversarla non occorreva scendere al sotto piano. Dove adesso è il piazzale con le fontane multicolori ( cosa, a mio parere, di una bruttezza infinita ) esisteva una un’area pedonale ampia circondata da pini da permettere tutto intorno la sosta dei bus e il passaggio delle automobili del tempo. L’edificio della stazione è rimasto più o meno quello che era anche se rinverdito dai soldi del Giubileo del 2000. Denari che decretarono la fine di Piazzale Rosselli così come tutti ce lo ricordiamo.
Tornando a viale Mazzini gli stessi pini presenti alla stazione facevano bella mostra di sei per tutto il viale da entrambi i lati.
…se per caso passate dalla Stazione di Massa è la fotocopia di come era prima anche quella di Siena, accuratamente ristrutturata in epoca fascista (1939) dall’Architetto Roberto Narducci. Ricordo l’episodio dellla II° guerra mondiale con protagonista Siena, gli alleati volevano effettuare il bombardamento dello scalo ferroviaro senese (tra l’altro Città Ospedale), attributo che salvò la nostra Siena dalla distruzione della Guerra, ma che in quell’occasione non salvò la Chiesa dell’Osservanza.
Oggi 2014 si passa attraverso spigoli vivi, muri, muretti, marciapiedi e sottopassi umidi e le fontane fatte dall’Istituto D’Arte sono un tentativo di colore e dinamismo, nel fallimento architettonico di un progetto che ha snaturato completamente la funzionalità e la semplicità di quello che era nel 39′.
Tutto questo e altro grazie a un partito padrone che in quell’area ha voluto fare di tutto e di più….la ciliegina della torta…
il parcheggio della coop sopra il tetto del centro commerciale!
Caro Eretico, due domande:
da anni ormai nessuno parla di una costruzione enorme giusto sopra il Quartiere Ecologico di Malizia, ben visibile da Viale Don Minzoni a ridosso di Porta Camollia. Grigia, enorme, costruita molto in fretta in via Malizia a ridosso del “palazzone”, disturba la vista ben più delle Grondaie che almeno sono in parte coperte dalla ferrovia. Si sentono narrare storie varie (sequestrato per fondi “strani”, mai terminato per mancanza di fondi ecc ecc). Di cosa si tratta?
Parlando poi della “perla” del Ponte di Malizia invito chiunque ci passi a controllare come funzionano oggi gli attraversamenti pedonali: ogni giorno vedo qualcuno che traversa la strada, in mancanza di strisce dedicate, dalla parte “sbagliata” scavalcando le ringhiere e rischiando di essere investito. In effetti un turista che viene dalla Coop a piedi e deve andare alla Stazione dovrebbe fare ben 3 attraversamenti (viale sardegna, viale mazzini e poi tornare dalla parte giusta davanti ai campi da tennis del DLF). Cosa che non fa nessuno.. Complimenti a chi l’ha progettata e realizzata..
Caro Antonio,
sulla seconda ti do perfettamente ragione; sulla prima, se non erro un sequestro, qualche anno fa, c’era stato, e cercheremo di saperne di più…
L’eretico
Bello l’articolo di Daniele Magrini in prima pagina del Corriere della Sera fiorentino di oggi sul disastro delle mancate nomine in Fondazione MPS. Magrini – insieme a te Eretico – è uno dei pochi che prova a ribellarsi, forse perché lavora fuori di Siena??…. alla totale decadenza da Basso Impero che ha assunto questa città. L’aria che si respira è gravida, chi detiene quel poco di potere che ancora esiste sembra non capire….. ogni giorno è sempre peggio……Boh!!
Ma non hai completato la descrizione della vista verso sud, dove si può ammirare un altro fiore all’occhiello della viabilità cittadina, vanto delle giunte Cenni, cioè viale Sardegna, con annesso “imbuto” causato dall’inutile ed eterno cantiere della provincia.
Non vi dico le scene viste ad ogni nevicata (ma basta un piccolo incidente con uno scooter), con bus e soprattutto ambulanze bloccate in fila senza possibilità di uscire (con la neve un assessore dette la colpa di usare l’auto ai senesi).
scusa Raffaele, ma nella tua passeggiata non ti sei soffermato, mentre attraversavi l’opera architettonica più inutile degli ultimi 50 anni (il ponte come qualcuno ha fatto notare non permette un agevole passaggio alle ambulanza…visto che sarebbe la strada per il pronto soccorso la definirei una genialata), sul meraviglioso panorama seconda traccia di un passato ottocentesco….la ferrovia…a parte il percorso è rimasta più o meno tecnologicamente uguale!!
Riguardo alla ferrovia mi permetto un paio dianeddoti vissuti in prima persona:
1989, l’allora assessore provinciale ai trasporti( molti se lo ricorderanno maggiormente come dirigente Tra.in) una mattina decise di salire sul trenino per Firenze per capire le problematiche, i disagi e i tempi di percorrenza. Durante il viaggio informò tutti che era allo studio un progetto che usando treni più veloci avrebbe permesso di raggiungere il Capoluogo di regione in 1h e 10min.
2011/12: nel corso di una riunione con al centro la problematica di Ampugnano, l’allora primo cittadino ammise di essersi occupato maggiormente di infrastrutture ferroviarie. In particolare affermò che era allo studio il sistema per permettere di giungere a Firenze con il treno con tempi di percorrenza pari a 1h e 10min.
Che io sappia (ma l’augusto padre del padrone di casa saprà certamente correggermi) il tracciato attuale è cambiato solo dalla galleria di Montarioso, per il resto è lo stesso del 1848…almeno le rotaie si spera che le abbiano sostituite da allora!
Una domanda all’Eretico, sembra che una cosa buona nei suoi dieci anni di incarico l’abbia fatta anche il pòro Izyno: mi è giunta voce che fu lui ad alzare la voce contro la soppressione della stazione di Siena. Corrisponde a verità o è solo una diceria?
l’ancticlericale ha ragione: le uniche varianti di tracciato sono state quelle connesse alla realizzazione della nuova stazione nel 1935: variazione del profilo altimetrico per un tratto della galleria di Montarioso (come avranno fatto nel periodo intermedio non si capisce), due gallerie artificiali (oggi solo una) e la rettifica di alcune curve tra Poggibonsi e Granaiolo, in occasione del raddoppio.
Quindi, includendo le modifiche sopracitate, a parte la distruzione del fabbricato di stazione di Poggibonsi durante la guerra, la stazione di Granaiolo (ancora presente il vecchio casotto ma non più usato dai tardi anni 80 in occasione della costruzione della nuova stazione con annesso raddoppio), la linea Empoli-Siena è rimasta praticamente intatta dal 1849,anno di apertura.
Per i curiosi e i morbosi di storia patria: all inaugurazione della linea la galleria di Montarioso non era completata,quindi il treno si fermava nei pressi del suo imbocco nord e vennero costruiti degli impianti provvisori: ancora oggi si possono vedere il casotto della stazione provvisoria, il serbatoio dell’acqua e una scala, incastonata nel muro di contenimento della trincea, che portava al piano binari.
Un anno dopo, dopo aver concesso per due giorni la visita, il tunnel e la stazione sulla cima di Viale Mazzini furono attivati.
Inoltre, ancora oggi è riconoscibile buona parte del vecchio tracciato: sulla strada che porta al poligono di tiro, si possono notare dei muri di mattoni e ponticini, dietro la mens sana si nota un ponte in pietra e dal trafficatissimo viale sclavo si nota una strada a sterro (in senso discendente la si nota per la presenza di un segnale di divieto di transito), mentre in senso ascendente parte accanto alla strada di accesso ai “cubi”, permettendo di arrivare, dopo essere passati in mezzo ad arbusti, orti, un casotto in mattoni (un tempo connesso alla ferrovia, in quanto sede di un apparato elettrico per la gestione della circolazione), lo sventramento della risalita e l’ottima costruzione del magazzino comunale per l’illuminazione pubblica…in via Bixio!
li si trovava il viadotto di Malizia, a 9 archi ed esteticamente simile al ponte Ottarchi sito in località Badesse. se guarderete dietro la costruzione della pubblica assistenza, vedrete un muro di pietre: era la vecchia spalla del ponte. da li il tracciato si perde fino all’augusto edificio terminale, dotato di soli due binari di corsa: l’intero complesso dei magazzini e dei depositi era sito al posto dell’attuale MPS, che al suo interno, per volontà dell’estroso architetto, ha conservato una astratta composizione di archi e binari, a ricordo del precedente impiego dell’area.
Cosa vi sia stato li dal 1935 alla costruzione dell edificio, lo ignoro.
Saluti Dissacranti,
G.
In un bel volume edito nell’anno 1940 da Hoepli, e scritto da Bruno e Franco Moretti col titolo “Ospedali”, sono riportati molti aspetti riguardanti decine di nosocomi situati tutto il mondo. Nel capitolo sulle valutazioni generali, si può leggere che, relativamente all’ubicazione, è raccomandato che l’ospedale non si trovi in vicinanza delle stazioni ferroviarie, perché il traffico legato ai treni può rappresentare un problema ai mezzi di soccorso, e che il terreno dove verrà edificato non sia collinare ma il più possibile pianeggiante, per gestire meglio la costruzione, i necessari parcheggi-auto, i futuri ampliamenti. Dove è stato costruito il policlinico “Le Scotte”? In prossimità della stazione, in un terreno collinare.
Magico Vento, il regionale veloce 3022 in effetti arriva a S. Maria Novella in 1 ora e 9 minuti. Peccato ce ne sia uno solo al giorno.
Considerazione sul ponte di Malizia: alto 10 metri lungo 50,durata lavori più di tre anni, mancante di corsia emergenza per ambulanze, marciapiedi in legno con continue cadute di persone, tralicci per attaccarci a stagionare all’aria i prosciutti della vicina Coop, forse fanno prima a terminare quello di Petriolo alto 100 metri e lungo 2 km, che ne pensi Eretico???
Ma quanti anni ci vorrà a togliere quell’imbuto nella strada di viale Sardegna? Un saluto e attendo una tua risposta.
Sono d’accordo con te: niente di più, niente di meno.
Con un’aggiunta, visto che di “passeggiata” si tratta: sul ponte di Malizia, meglio passarci a piedi che in macchina (o in autoambulanza!). Il che – mi sia consentito – è tutto dire…
Ps Ottima quella dei “tralicci per attaccarci a stagionare all’aria i prosciutti della vicina Coop”, che riutilizzerò!
L’eretico