Eretico di SienaUn eroe partigiano in Val Pellice - Eretico di Siena

Un eroe partigiano in Val Pellice

- 28/08/14

Lunedì arrivo nella piazzetta principale (direi unica!) di Villar Pellice. Una tipica piazza da paesino di montagna: il bellissimo affaccio sui monti, i fiori (gerani in primis) in bella mostra, le indicazioni turistiche ben curate. In questa piazzetta, però, c’è qualcosa che ben poche altre “consorelle” possono vantare: è intitolata a Guglielmo “Willy” Jervis, figura di spicco della lotta partigiana in Val Pellice. In questa piazza fu prima fucilato, poi subito dopo impiccato, affinché tutti vedessero.

La lotta partigiana in loco è stata egemonizzata, a differenza che in Toscana ed altrove, dai gruppi legati a Giustizia e Libertà, al partito d’Azione: una matrice liberal-democratica, dunque, non comunista. Partigiani fra le montagne, come il giovane Giorgio Bocca, che nelle Alpi conobbe l’antifascismo militante, dopo avere avuto simpatie in senso opposto.

Qui in Val Pellice in particolare, pare quasi che la determinazione e la lotta per la dignità di esistere, tipiche della storia valdese, si siano, dopo l’8 settembre 1943, innestate naturaliter nei cuori e nelle menti di molti partigiani: sarà un caso che Willy Jervis fosse valdese?

La sua figura l’ho ricostruita attraverso le testimonianze orali delle persone con le quali ho parlato, guardando ciò che la Memoria ufficiale tramanda di lui in questa piazza di Villar e per mezzo del (poco) che si ritrova su Internet. Ne viene fuori una figura di straordinaria levatura morale: un idealista coraggioso.

Sempre tenendo presente che ci sono persone coraggiose, che si battono però per ideali sbagliati (secondo i canoni valoriali riconosciuti dalla maggior parte degli esseri umani); e persone di grandi ideali, che purtroppo non hanno il coraggio, di fronte al pericolo, di fare alcunché.

Jervis, invece, fu un idealista che seppe portare sul campo di battaglia i propri ideali.

Classe 1901, discendente da famiglia inglese, laureato in Ingegneria a nemmeno 24 anni; lavorava alla Olivetti di Ivrea, formando i giovani operai. Nel 1943, aveva dunque 42 anni: non era un ventenne renitente alla leva, come moltissimi divenuti, per questo motivo, partigiani; aveva un ottimo lavoro, una moglie e tre figli. Eppure, scelse la lotta armata: con piena consapevolezza, e con l’alternativa di restarsene al tepore della propria quotidianità.

Accompagnò ebrei, attraverso i valichi alpini, in Svizzera, mettendo a frutto la sua abilità di rocciatore (era accademico del Club alpino italiano). Braccato ad Ivrea, andò in Val Pellice, ove coordinò un importante lancio di armi da parte degli inglesi ai partigiani locali (pare il primo in assoluto). Diventò Willy qui, dunque, fra le montagne.

Catturato l’11 marzo del 1944 dalle SS, fu ovviamente torturato, con le modalità con le quali le SS torturavano: ma non disse niente. Nella notte fra il 4 ed il 5 agosto 1944, lo portarono (insieme ad un altro partigiano conosciuto, ed a tre altri ancora oggi sconosciuti, incredibile a dirsi!) in piazza, a Villar Pellice: prima lo trascinarono attaccato ad una macchina, ancora in vita, per fargli assaggiare ancora dolore e sopraffazione; poi una raffica di mitra lo finì. Ultimo atto, l’impiccagione: secondo alcuni restò impiccato per un giorno, secondo altri per due. Resta il fatto che la sorella, infermiera, stentava a riconoscerne il viso, post mortem.

In tasca, gli trovarono una Bibbia, da buon valdese; con su scritta una frase, che mette i brividi addosso:

“Non compiangermi, né chiamami “povero”…muoio per avere servito un’idea”.

Adriano Olivetti si offrì di mantenere a vita la moglie ed i figli di questo eroe, dicendo che per lui era un onore, il farlo; così come – per quello che valga – è stato per me un onore venire a conoscenza di questo eroe, la cui figura meriterebbe di uscire da queste vallate…

21 Commenti su Un eroe partigiano in Val Pellice

  1. Edoardo Fantini scrive:

    Giorgio Bocca fu partigiano di “Giustizia e Libertà” proprio in Piemonte, e nel suo libro ” I partigiani della montagna” da pag. 149 a pag.163 elenca tutti i caduti che stavano dalla sua parte. Fra quei morti non c’è segnalato il nome di Guglielmo Jervis, né nelle altre parti del libro si trova descritta una storia così atroce. Su Wikipedia, invece, l’episodio è riportato come una fucilazione, senza impiccagione successiva. Faccio presente che il codice penale militare di guerra, tutt’ora in vigore, nella parte che riguarda i “reati contro le leggi e gli usi di guerra” all’art. 167 specifica che ” Gli atti di ostilità commessi da persone diverse dai legittimi belligeranti” saranno puniti con la pena di morte mediante la fucilazione al petto. Quindi anche se Willy fu fucilato lo fu a termini di una legge non certo fascista, visto che è tutt’ora in vigore. Tutti coloro che volevano combattere contro le armate tedesche o quelle italiane dal 1943 in poi avrebbero potuto farlo arruolandosi nelle formazioni Alleate e allora sarebbero stati considerati belligeranti in piena legalità. Nel libro ” Lo strano soldato” Fortunato Avanzati (il partigiano Viro) alle pagg.75 e 76 racconta che nel settembre 1944 gli Alleati in primo momento disarmarono la divisione partigiana “Arno”, poi il generale inglese Alexander in un proclama ordinò a tutti i partigiani di sospendere le operazioni militari e nascondere le armi, quindi che fu concesso loro di partecipare alla guerra, ma che avrebbero dovuto farlo solo come “soldati regolari” ( il virgolettato è di Viro).

    • Eretico scrive:

      Probabilmente la storia dell’impiccagione post mortem se l’è inventata la popolazione locale: gente montanara, facile alla fantasia; sarà stato uno spaventapasseri o qualcosa di simile, quello che penzolava dal balcone ove ora ha sede una banca locale. La sorella, poi, sarà per questo che non riuscì a riconoscerlo…

      L’eretico

      • Edoardo Fantini scrive:

        Veramente la storia dell’impiccagione non risulta a chi ha scritto su Wikipedia, e quella della morte ( come partigiano di “giustizia e libertà” ucciso in Piemonte) a Giorgio Bocca.

        • Eretico scrive:

          “La sua salma (di Willy Jervis) fu lasciata appesa ad un albero”, è scritto su Wikipedia (documentazione orale: ad un terrazzo).
          Se citi una fonte, almeno leggila

          • Edoardo Fantini scrive:

            Ma certo, Eretico, che Wikipedia l’ho letta, altrimenti come avrei fatto a proportela? L’ho indicata perché ci ho trovato una difformità importante rispetto al tuo racconto. Tu scrivi che “…prima lo trascinarono attaccato ad una macchina, ancora in vita, per fargli assaggiare dolore e sopraffazione”, ma su Wikipedia questo non si trova. il mio errore è stato nell’indicare la difformità nell’impiccagione, quando, invece, era sul trascinamento. Rettifico, quindi, il mio sbaglio e confermo tutto il resto: Giorgio Bocca, l’art.167, il disarmo della divisione “Arno” e il proclama del generale Alexander. Punti sui quali non ti soffermi neanche un attimo. E fai bene.

    • L'Anticlericale scrive:

      In effetti un trattamento così efferato da parte di personcine a modo come i fascisti è particolarmente anomalo. Se Bocca non ne fa menzione dev’essere certamente parte di quel complotto comunisplutogiudaicomassonico che ha fatto sì che Mussolini e i fascisti venissero dipinti come dei mostri nei libri di storia, quando invece era gente dedita al dialogo pacato che non ricorreva mai all’uso della violenza se non in selezionatissime occasioni quando ciò non poteva essere evitato.

      • Edoardo Fantini scrive:

        Caro Anticlericale, se ti vuoi fare un’idea della pasta con la quale erano fatti i nemici della Repubblica sociale, leggi la storia della malga di Porzus. Non vi implicato neanche un fascista eppure…

  2. L'Anticlericale scrive:

    Commento di Edoardo Fantini che ci spiega quanto erano birbi i partigiani che si ribellavano a quel fulgido esempio di lungimiranza politica e di amore per il popolo che fu la Buonanima in: 3, 2,1…

    • Edoardo Fantini scrive:

      Non sono le mie spiegazioni, Anticlericale, ė il codice di guerra che prese forma a partire dalla legge sulla guerra che fu firmata nel 1907 all’Aja da 43 paesi. I cosiddetti “illegittimi belligeranti” sarebbero stati fucilati in ognuno di quegli Stati.

    • Francesco scrive:

      Puntuale come i treni ai vecchi tempi!

  3. Roberto scrive:

    Bravo !

  4. pierpaolo scrive:

    e soprattutto preciso..
    Buona permanenza in quei luoghi poco conosciuti ma meravigliosi. Non farti mancare una passeggiata al Pra al rifugio Jervis!

  5. Uno che qualcosa capisce scrive:

    Questo Fantini è un fenomeno! Ha preso fischi per fiaschi sull’impiccagione del grande partigiano piemontese (non comunista, vallo a spiegare agli “omini degli orti”) poi fa una mezza ammissione di errore e ribalta la frittata sul trascinamento del poveretto, che immagino l’Eretico avrà sentito da testimonianze orali.
    Va bene che siamo di Siena, ma proprio strulli del tutto non siamo!

    • Uno che non capisce una sega scrive:

      A Siena so’ spariti soltanto circa 17 miliardi, proprio strulli del tutto no? Ma magari chi c’ha la tessera del partito qualcosa c’ha guadagnato, e allora forse non è proprio strullo del tutto, hai ragione. Ma è una vecchia storia, tipo quella dell’oro di Dongo: immagino Fantini la vicenda la conosca, e forse la sanno anche tanti altri, ma se la tengono per sé, perché non è conveniente dire che quelli che sono considerati gli eroi della libertà(?) erano soprattutto dei ladri, proprio come i loro nipotini…
      Per i valdesi è diverso, non erano stati abbeverati coll’acqua santa…, beati loro!

      • Edoardo Fantini scrive:

        Sulla vicenda dell’oro di Dongo fu celebrato un processo a Padova nel 1956. Sarebbe interessante farci un film. Mi pare di ricordare che per quei soldi persero la vita trenta o quaranta comunisti, uccisi dai loro stessi compagni.

  6. Cherubino scrive:

    Eh!…fascisti e nazionalsocialisti!…loro si che rispettavano le convenzioni internazionali e i codici penali, magari emendati dalle loro menti eccelse (soprattutto quando si parlava di fucilare, incarcerare a vita, torturare….no torturare non si poteva!), altra gente a confronto di degli attuali smidollati abituati al pressapochismo dello stato di diritto…

    • Edoardo Fantini scrive:

      Caro Cherubino, ti faccio notare che ai tempi della storia narrata dall’Eretico non era in vigore lo stato di diritto ma il codice penale militare valevole in tempo di guerra. Lo puoi trovare in internet.

  7. Ma la storia no!! scrive:

    Caro Eretico ancora qui a trastullarti con le nobili figure partigiane, di destra , centro o sinistra , che siano? Lasciamole nel Pantheon della memoria collettiva, cosìcchè ciascuno possa omaggiare questo o quello come più gli aggrada ma lo faccia nel silenzio del cuore e della mente. Perchè stà storia dei partigiani buoni, belli e sorridenti davanti alla morte (perquanto valdesi) ha avvelenato un cinquantennio d’italietta nostra visto che poi si è scoperto che proprio non è sempre stato così e che quelle pagine possono essere riscritte all’infinito.
    Insomma goditi il viaggio, anzi no: torna a presto a siena che ne stanno accadendo delle gustose (oltretutto, se non erro, dovresti già essere in servizio a scuola: o no?)

    • Eretico scrive:

      Caro anonimo,
      forse qualcuno non l’ha compreso, ma qui si parla (si scrive) di un eroe come Jervis proprio per fare vedere come esistessero davvero partigiani senza macchia: il che significa che qualcuno le macchie ce le ha avute…

      Sono già tornato, comunque, ed il mio servizio alla Patria lo riprenderò martedì (lunedì riposo, dopo un’estate di lezioni…).

      L’eretico

  8. Edoardo Fantini scrive:

    Caro Eretico, evidentemente sei tu quello che non hai compreso il perché di quella fucilazione: il Jervis non fu passato per le armi in quanto partigiano con qualche macchia, ma in quanto partigiano ovvero illegittimo belligerante secondo l’art. 1 della Convenzione dell’Aja sulle leggi e gli usi della guerra. Da questa legge, firmata da 43 paesi, in Italia prese origine l’art. 167 del codice penale militare in tempo di guerra. Che la cosa ti piaccia oppure no, Jervis sarebbe stato fucilato anche in Francia, se avesse (lui senza una divisa militare) brigato contro l’esercito francese, in Inghilterra, negli Stati Uniti, insomma in ognuno di quei 43 paesi firmatari la convenzione. E sai perché? Perché quella legge fu fatta per morire di meno e non per morire di più. Se ci si uccide solo fra eserciti, la morte colpirà meno soggetti che se invece vengono coinvolti tutti i cittadini. Quindi è ammesso uccidersi fra militari ma è vietato a questi di uccidere i civili. Naturalmente anche ai civili è vietato uccidere i militari, altrimenti ai primi sarebbe concesso un insopportabile vantaggio sui secondi, i quali, fra l’altro, sono riconoscibili perché portano una divisa. Ecco perché se un civile viene riconosciuto come illegittimo belligerante viene fucilato al petto.

  9. anonimo scrive:

    siamo di siena e ora c’è da pagà qualcuno che deve andà via prima dalla banca. Siamo bravi, forza f…….o e b…..o. Avanti cosi

Rispondi a Edoardo Fantini Annulla risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.