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La domenica del villaggio: Petrarca, Colombo e l’Amore…

- 12/10/14

 

Questa domenica parliamo di grande Letteratura (con Francesco Petrarca), di Storia (oggi, infatti, è il Columbus day), più la ormai consueta rubrica dedicata al peggior esempio di giornalismo italiota della settimana, nonché la massima di La Rochefoucauld scelta per l’occasione.

 

IL SENSO DI COLPA DI PETRARCA

Cominciamo dunque con Francesco Petrarca, se vi sembra poco: il libro di cui si parla è “L’amoroso pensiero – Petrarca e il romanzo di Laura”, dell’italianista Marco Santagata (Mondadori, 234 pagine, 18 euro). Dopo essersi cimentato con una definitiva (per come si possa definire tale una biografia dantesca) vita dell’Alighieri (“Dante il romanzo della sua vita”, 2012), in questo caso il Santagata si cimenta su Petrarca, in particolare sul celebre Canzoniere, ma ovviamente non può esimersi dal fare qualche accenno al Secretum. In coda, niente venenum, anzi: una agile ma documentatissima “Cronologia della vita e delle opere”, con tante curiosità (nell’anno dell’ascensione al Mont Ventoux, il 1336, il Petrarca ad Avignone frequentava Simone Martini: di cosa avranno discusso, nei loro conversari, di certo di altissimo livello?).

Fra gli innumerevoli spunti che il libro sollecita, pagina dopo pagina, ne scegliamo uno: il senso di colpa. Se c’è un intellettuale in cui la forza, l’intensità del senso di colpa agisce di continuo, questo è infatti il Petrarca: ma nel Basso Medio Evo – e prima, e dopo – questa era condizione certo non rara, all’interno dell’intellettualità. Sul perché, non è necessario soffermarsi. Petrarca si sente in colpa per la aspirazione alla gloria e per l’amore verso la povera (vista la prematura morte) Laura: di qui, la stesura del “Secretum”, con l’immaginario e palpitante colloquio fra Franciscus – alter ego del poeta – ed Augustinus (Sant’Agostino).

In sostanza, l’Amore, i sogni di gloria, financo il desiderio di conoscenza tout court (vedasi il XXVI dell’Inferno dantesco, nella esemplare figura dantesca) erano visti come elementi, fattori che allontanavano da Dio, dal Creatore: Franciscus si difende con Augustinus dicendo che l’Amore per Laura l’ha innalzato verso Dio, piuttosto che abbassato?

Augustinus ha buon giuoco a ribadire che, invece, l’amore per la donna (per la creatura) l’ha distolto dall’interesse verso il Creatore. E non parliamo della questione della gloria…

Resta, dunque, una cosa, su cui appuntare l’attenzione: il senso di colpa imposto, in modo esplicito ed implicito, dalla Chiesa, era sì cosa vituperosa, ma almeno serviva a stimolare una riflessione introspettiva che l’intellettuale di oggi (figuriamoci il quisque de populo) ben raramente concretizza, all’interno della sua interiorità (anima, si sarebbe detto una volta).

Dobbiamo rallegrarcene, o piuttosto rimpiangere i bei tempi andati?

 

COLUMBUS DAY: CHI NON FESTEGGIA

Mentre molte città USA (e New York in primo luogo, visto poi De Blasio major) stanno festeggiando in queste ore il Columbus day, c’è anche chi non festeggia, però, sempre negli States.

A Seattle, per esempio, il Columbus day è stato trasformato in Indigenous people’s day: un omaggio non certo a Colombo, ma alle popolazioni indigene che erano “americane” ben prima del fatidico 1492.

La città (Seattle), in effetti, si chiama così in onore di un capo indiano. Ed il concetto di fondo è inappuntabile: nessuno ha scoperto Seattle.

Chi è venuto dopo Colombo, semmai, l’ha distrutta. Come dar loro torto, se non muoiono dalla voglia di festeggiare?

 

PREMIO WALTER MARIOTTI: “IL GIORNALE”

Più che un articolo singolo, una campagna di stampa: oggi il Premio Walter Mariotti per il peggior esempio di giornalismo va dritto dritto al Giornale, indegno erede del giornalismo montanelliano. Il quotidiano berlusconiano, come se il fratello del proprio editore non avesse mai avuto problemi con la Giustizia e in particolare con il Fisco, è partito nei giorni scorsi, lancia in resta, contro il comico Daniele Luttazzi (del quale – per chiarezza – apprezzo certe battute, ma che ritengo in generale sopravvalutato, come artista). Ne ha scritto (concordo in pieno con lui) anche Massimo Fini sul Fatto di ieri: “Daniele Luttazzi infame- Comiche al “Giornale””).

In ballo, c’è una presunta frode fiscale di Luttazzi, ammontante a 140mila euro, e la Procura di Civitavecchia ha iscritto il comico nel registro degli indagati: per Luttazzi, allo stato, c’è solo l’avviso di garanzia, niente di più.

“Il moralista che conduce da anni una campagna contro i misfatti di Silvio Berlusconi (e che da lui fu epurato dalla Rai, Ndr) preso con le mani sulla marmellata. Non ci poteva essere boccone più ghiotto per i giornali della destra”, Fini ha scritto).

Per il fratello del proprietario, invece, qualcosa di più di un avviso di garanzia: d’accordo che chi attacca su basi etiche, dovrebbe essere inattaccabile, ma la storia della pagliuzza (eventuale) e della trave (certa) ha sempre una sua attualità. O no?

 

LA FRASE DI LA ROCHEFOUCAULD

“Il minor difetto delle donne che si sono abbandonate a fare l’amore, è fare l’amore”.

7 Commenti su La domenica del villaggio: Petrarca, Colombo e l’Amore…

  1. temi troppo difficili scrive:

    Il bullettaio avrà mai sentito parlare di Petrarca e Simone Martini? E il prof. Pacco? Perché non dare una mano di magenta anche al Guido Riccio? Il fine ultimo della candidatura – market square docet – non è forse quello di fare dimenticare la storia di Siena e i suoi enormi valori civici? Calci in culo ai Senesi (tranne i soliti raccomandati pd) e tutto in mano a chi viene da fuori e non sa nemmeno dov’è piazza della posta. Con le solite contrade a fare folklore…

  2. Silvia (quell'altra) scrive:

    grande Petrarca, davvero europeo, se ben ricordo fu invitato dall’Università di Parigi ed ebbe il coraggio di mandarli a quel paese per non perder tempo nelle cose serie! Piuttosto Sacco dovrebbe pensare a Enea Silvio, quello sì era una carta di presentazione europea: ci ha scritto anche un libro: per primo?
    Troppo sofisticato. certo la Francigena credo non sapesse neppure cos’era! Lui andava a Petriolo, all’Amiata, a farsi Pienza…pur di non sentire bischerate valentiniane: pensaci, Eretico.
    Perciò direi: meglio occuparsi di cinema, di letteratura ecc. che non di questi incredibilmente modesti senesi di oggi, ora siamo persino al post-Ceccuzzi, che senso ha perderci tempo? Chi l’avrebbe immaginato che con il Cenni non avevamo toccato il fondo?
    Istruttivo come non mai. Ma forse ai ragazzi non è giusto dirlo. Ci devono battere il capo da soli.

  3. giacobbe scrive:

    Complimenti prof., un bellisimo post forse non letto da coloro che frustrati subitori sanno solo piangere, ne’ dai prezzolati che hanno frustrato chi sa solo piangere.
    Invece un po di sana cultura aiuta a schiarisrsi le idee e, guardando indietro, possiamo vedere davanti.

  4. SENESE CONTROCORRENTE scrive:

    A me il Petrarca non è mai stato mai simpatico. Con Laura non fu un amore platonico, cosa certo non coerente con la sua concezione di vita tutta spirito eletto, per benino tutto madonnine, paradiso e altre stucchevolezze. Si le sue poesie sono belle, ma mi toccano superficialmente, meglio Dante che per me è inarrivabile. Nella poesia dantesca c’è il cuore, la rabbia i difetti anche di una persona, Petrarca è il perfettino, tanto cervello e poco cuore. Petrarca ha avuto tutto facile, Dante l’ha passate di tutti i colori E poi il ‘Sommo’, Beatrice l’ha amata solo con lo spirito e se non ci fossero stati i matrimoni combinati ci sarebbe potuto essere trai due una bella storia di amore. Franceschino con Laura faceva le corna al marito. Dante ha angelicato Beatrice. Bella differenza. Prima del Petrarca preferisco il Boccaccio che ha scritto il Decamerone, opera antesignana alla commedia all’italiana e poi il ‘poro’ Boccaccio aveva già i suoi problemi con Fiammetta e questo me lo rende simpatico. Mi piacciono quelli che nonostante le difficoltà sanno sempre uscire dignitosamente.

  5. SENESE CONTROCORRENTE scrive:

    Hanno ragione gli indiani a non festeggiare l’anniversario della scoperta dell’America. Noi europei abbiamo avuto grandi vantaggi e per loro è stata la rovina. Comunque ho letto che ora fortunatamente non se la passano male perché le riserve dove vivono sono ricche di minerali e petrolio.

  6. Michale scrive:

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  7. Marco Scarpini scrive:

    Il senso di colpa degli intellettuali ai vecchi tempi è ben simboleggiato dall’affresco di Rutilio Manetti (Sant’Antonio tentato dal diavolo) nella chiesa di Sant’Agostino a Siena: il diavolo con gli occhiali, che ho conosciuto in Todo Modo di Sciascia, seppur di un paio di secoli successivo al Petrarca, la dice lunga sull’atteggiamento della chiesa riguardo alla conoscenza.
    Riguardo a biografie di grandi del passato, segnalo il bellissimo “Io venìa pien d’angoscia a rimirarti” (è un romanzo,diciamo così, non una biografia) di quel genio di Michele Mari: parla di Leopardi, e in tempi di film sul Giovane Favoloso magari una ripubblicazione non ci starebbe male.

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