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La domenica del villaggio: Hitler, Gentiloni e la vecchierella

 

In pienissimo tourbillon Mps – fra cronaca giudiziaria e piani di ipotetico salvataggio – noi ci tuffiamo nella rubrica culturale della domenica: con un romanzo su Adolf Hitler, una curiosità tra Storia ed attualità relativa al nostro nuovo Ministro degli Esteri ed una “simpatica” presenza di rubagiornali, oltre alla consueta massima del La Rochefoucauld.

 

“IL SOSIA DI HITLER”

Un romanzone storico in piena regola, quello di Luigi Guarnieri (“Il sosia di Hitler”, Mondadori 2014, pagine 264, 19 euro).

L’autore (romano, classe 1962) non è uno storico, ma dobbiamo riconoscere che la vicenda del crepuscolo del Terzo Reich la conosce e dunque la padroneggia bene assai: per chi conosce l’agonia della Berlino “anno zero” (1945), può essere comunque un utile ripasso di vicende ed aneddoti sui pezzi grossi del nazismo; per gli altri, un eccellente motivo per avvicinarsi a quei terribili giorni.

Attraverso la voce narrante di un agente segreto USA in pensione, ossessionato dalla figura del Fuhrer, la vicenda si snoda toccando anche molte altre realtà, oltre la Berlino “anno zero”, in particolare – ma non solo – un gulag staliniano in cui viene portato il povero Mario Schatten, un musicista divenuto, in seguito alla (inventata) Operazione Janus, il sosia dei sosia di Hitler.

Talmente somigliante al dittatore nazista, che anche Stalin e gli agenti del NKVD lo considerarono tale: con il risultato di punirlo con l’orrore, degradante e disumanizzante, della Siberia.

Forse il romanzo avrebbe fatto volentieri a meno di una trentina di pagine, probabilmente alcune digressioni sono eccessive se non fuorvianti, ma il risultato finale c’è, eccome.

Una delle parti più drammatiche è quella in cui al disgraziato vengono impiantati – manu militari, potremmo dire – ponti dentali identici a quelli del Fuhrer, da parte di un dentista che era stato tale in Polonia al seguito delle famigerate Einsatzgruppen.

“Affidò il trapano all’infermiere, che svitò la punta arroventata e la mise a raffreddare nel lavandino; ignorando i lamenti disperati della vittima, afferrò la tenaglia e con uno strappo secco estirpò il molare cariato, che poi depositò sul tavolo accanto agli incisivi.

Il sosia sussultò e lanciò un urlo da gelare il sangue nelle vene”.

I cinefili collegheranno a “Il maratoneta”, e penseranno a Dustin Hoffman: il libro è dunque potente, a tratti devastante.

Come potrebbe essere altrimenti, ricostruendo la (non autentica, ma benissimo contestualizzata) vita di un musicista che si trovò ad essere torturato prima dai nazisti (per renderlo uguale ad Hitler, dentatura compresa), e poi dai sovietici, fino alla morte per consunzione da dolore?

 

IL MINISTRO ED IL PATTO GENTILONI

Renzi abbandona la rottamazione degli esordi, ed approda all'”usato sicuro”: Ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni.

Discendente di quel Vincenzo Ottorino Gentiloni che – un secolo or sono (1913, per la precisione) – stipulò con i giolittiani il celebre Patto, attraverso il quale i liberali si allearono con i cattolici in chiave antisocialista, all’indomani dell’introduzione del suffragio universale (maschile). Il NON EXPEDIT di Pio IX (1874) era ormai roba da libri di Storia.

Per essere degno dell’avo che fece entrare i cattolici in politica un secolo or sono, il discendente, da par suo, ha attraversato quasi tutto l’arco costituzionale (anzi, di più: da giovane, Paolo Gentiloni era extraparlamentare!).

Rutelliano di acciaio, era stato l’uomo forte della Giunta Rutelli per il Giubileo del 2000, Giovanni Paolo II regnante.

Quando si dicono i corsi ed i ricorsi della Storia…

 

LA VECCHIERELLA CON IL GIORNALE

Il Premio Walter Mariotti sospeso, questa settimana, per rispetto del lutto mussariano, che certo avrà colpito il riccioluto giornalista di origini senesi.

Pongo quindi una questione di galateo giornalistico, nel senso che vedrete; premessa doverosa: l’eretico è un grande compratore di quotidiani, ma i fogli locali NON li compra per principio.

La domenica mattina – essendo il suo abituale bar chiuso – si reca a fare colazione in un altro esercizio, che lodevolmente ha anche una copia del Corriere della sera.

Che succede quando un quotidiano è occupato? Si aspetta con pazienza che si liberi: elementare, Watson.

Ma se una vecchierella si prende il giornale e – mentre sorseggia il caffè – se lo nasconde (o quasi) vicino al cappotto, senza né leggerlo né farlo leggere agli altri?

Mi avvicino, chiedendo se ha già letto; mi dice che deve ancora iniziare la lettura, ma intanto se lo tiene molto ben stretto (e come tutte le persone anziane, la lettura procederà lenta assai: che le interessino i necrologi milanesi, per Dio?).

Domanda delle cento pistole: che si fa, a questo punto? Credetemi: trattasi di una domanda cui è davvero difficile dare una risposta politicamente corretta…

 

LA MASSIMA DI LA ROCHEFOUCAULD

“Far del male alla maggior parte degli uomini non è così pericoloso quanto far loro troppo bene”.

 

3 Commenti su La domenica del villaggio: Hitler, Gentiloni e la vecchierella

  1. LA MASSIMA DI LA ROCHEFOUCAULD scrive:

    LA MASSIMA DI LA ROCHEFOUCAULD di adesso è una bella cavolata per non dire peggio.

  2. margh. scrive:

    Raf, io me lo immaginavo che la gente qui non avrebbe lasciato commenti. Siamo ancora tutti a leggere e a commentare il tuo blog del 31 ottobre! Volevo lasciare un post qui, tanto per non lasciarti solo. Scusa l’ironia eh..

    un abbraccio

  3. Paolo scrive:

    Ma, caro eretico, anche io i giornali locali non li compro per principio. A me basta seguire il mitico Elio Fanali nelle sue lodevoli argomentazioni super partes, sempre critiche e pungenti…
    Ma che è un allievo del Gran Maestro?

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