Eretico di SienaLa domenica del villaggio: Giordano Bruno, Anghiari e "Birdman" - Eretico di Siena

La domenica del villaggio: Giordano Bruno, Anghiari e “Birdman”

- 16/02/15

Un film (“Birdman”), una ricorrenza (il 17 febbraio, anniversario del rogo di Giordano Bruno) e qualche considerazione su Anghiari: questo propone, oggi, l’appuntamento culturale della rubrica culturale “La domenica del villaggio”.

 

ANGHIARI,UNO SNODO DECISIVO

Quando si parla di Anghiari, inevitabilmente si pensa all’opera di Leonardo, che ha in effetti una vicenda complessa.

Bisognerebbe invece pensare anche ad un po’ di sana virtual history: e se invece che i fiorentini (alleati con i pontifici ed i veneziani), avessero prevalso i milanesi? Quel 29 giugno del 1440, come sarebbe cambiato il futuro di Firenze, dunque in qualche modo della Toscana? Ognuno si sbizzarrisca come meglio può e crede: nel frattempo, una curiosità va sottolineata.

I milanesi cercarono l’effetto sorpresa, quel mercoledì 29 giugno: era, in quell’autunno di Medioevo, una giornata di sentita festività religiosa, dunque c’era la pace da rispettare. Il condottiero milanese Niccolò Piccinino attaccò quel giorno proprio per questo motivo, ma i fiorentini seppero resistere e vincere: un po’ come gli israeliani durante la guerra del Kippur (1973), attaccati dagli arabi mentre celebravano l’importante festività liturgica.

Corsi e ricorsi della Storia: qualche volta chi di sorpresa ferisce, di sorpresa perisce…

Ciò detto, una gita ad Anghiari merita sempre, e non solo per il Museo della battaglia, ben curato. Per esempio, mi permetto di suggerire la statua di Garibaldi che indica con la destra verso la Capitale; sotto all’Eroe dei due mondi, una frase da ricordare: “O Roma o morte”.

Luogo cult? La sede del Pd, con – accanto al simbolo del partito neodemocristiano – una targa ben conservata: del Partito comunista. Falce, martello e stella sovietica. Se la vede Renzi, la fa levare subito…

 

GIORDANO BRUNO

Martedì ricorre l’anniversario del rogo di Giordano Bruno (17 febbraio 1600, Campo dei fiori in Roma).

Per una volta, mi sia consentito suggerire un libro che non ho ancora letto (recensito da Sergio Luzzatto sul Sole di oggi): “Campo dei Fiori. Storia di un monumento maledetto”, di Massimo Bucciantini, Einaudi, pagg.392, euro 32.

La storia di come si arrivò, nel 1889, all’inaugurazione del monumento in onore dell’eretico nolano: il ruolo di Antonio Labriola (uno dei pochi che Marx l’avevano letto davvero, nell’Italia di fine Ottocento); la spinta decisiva del laicissimo Crispi, da un paio di anni Primo Ministro, al momento dell’inaugurazione; il ruolo di contrasto, durissimo, di Papa Leone XIII (che definiva il Bruno “doppiamente apostata, convinto eretico,ribelle fino alla morte all’autorità della Chiesa”. L’avrebbe fatto bruciare anche lui, dunque?).

E pensare che il monumento, se fosse stata seguita  l’idea iniziale, sarebbe stato ben diverso da quello che venne realizzato: non con il filosofo con il capo reclinato, meditabondo; bensì sarebbe dovuto essere un profeta trascinante, un “avatar capitolino della Statua della Libertà montata in quegli anni tra Parigi e New York” (Luzzatto).

Forse è stata una fuga in avanti, quel monumento: che, infatti, testimonia il senso di una laicità di cui nessuno, oggi, si fa portabandiera in modo serio ed autorevole. Purtroppo…

 

“BIRDMAN”: CHE NARCISISMO SIA…

Film complesso, a tratti sfuggente, nonché tagliente, girato con una modalità tecnica straordinaria (per quanto aiutata in modo notevole dal digitale): tutto questo è “Birdman”, ultima opera del messicano Alejandro Gonzalez Inarritu.

Un attore divenuto celebre per un ruolo da supereroe in film di cassetta (non a caso Michael Keaton, che cita se stesso per “Batman”, si lascia intendere), cerca di liberarsi del suo ingombrante (ma ben pagato) passato di star del Blockbuster e si getta anima, corpo e portafoglio in un adattamento teatrale di un racconto di R. Carver (citazione da Altman, dunque).

Nella fase preparatoria della prima, si dipana l’aporia esistenziale di questo sessantenne ancora innamorato della moglie (dalla quale è però separato), con una figlia ribelle e reduce da clinica di disintossicazione, e con una relazione problematica con la nuova compagna, che ha visto bene di fare recitare con lui.

Ma è soprattutto il confronto del protagonista con il più giovane attore di grido (l’eccellente Edward Norton) a fare faville attoriali.

Il tutto, ambientato nel microcosmo omniassorbente di Broadway, con il protagonista che è un inno al narcisismo ed all’egocentrismo.

Morale della pellicola? Chi vuole vivere in questo mondo con un certo successo e conservando un minimo di equilibrio psicologico, oltre ad un buon commercialista deve davvero essere dotato di un eccellente psicanalista.

Che lo aiuti a pensare che esiste un mondo ANCHE fuori dal magico (e feroce) mondo dello star system.

 

 

 

 

 

11 Commenti su La domenica del villaggio: Giordano Bruno, Anghiari e “Birdman”

  1. Anonimo scrive:

    Leggo sempre molto volentieri questa rubrica che spezza con il resto degli argomenti proposti dal blog.
    Caro Eretico, anche di questo i lettori come me ti ringraziano. Mi hai fatto venire voglia di andare ad Anghiari (mai stato) e a vedere il film con Michael Keaton.

    Un sostenitore del blog

  2. Anonimo scrive:

    Vedi, caro Eretico, oggi la Chiesa ti può fare girare i cioglioni in tribunale con gli avvocatoni, ma in altri tempi c’era se non ricordo male l’Inquisizione e la gente finiva abbrustolita. Non ti lamentare tanto…

  3. Anonimo scrive:

    Non c’è niente di “straordinario” nelle riprese di quel film, un unico piano sequenza che si spezza solo verso la fine del film è una noiosità magistrale.

    Ma quale espedimento magistrale suvvia, per favore professore, veda meglio le tecniche di ripresa nei film prima di sparare queste castronerie.

    Veda Shining o Professione reporter: li si imparano i piani sequenza, non ingombranti ma precisi ad hoc nello sviluppo del film; l’unica cosa che capirei se Inarritu utilizza l’unico (o quasi) pianoo sequenza per paragonarlo all’ego imperante di alcuni personaggi del film, quindi quasi claustrofobico.
    Comunque ripeto non vincerà mai l’oscar alla fotografia che è pessima.

    • piani sequenza.. scrive:

      ..non credo si tratti di piano sequenza. Tecnicamente il piano sequenza è la lunga ripresa di una scena senza mai staccare la macchina da presa e dunque libera dal découpage. Orson Wellese ne fu maestro, celebre il piano sequenza in “Quarto potere” e anche nel “Infernale Quinlan”, anche in Hitchcock se ne vedono di mirabili. Mi sembra che qui si faccia piucchealtro uso della steady e di riprese long take. Ma l’Eretico allievo del maestro Micciché mi correggerà se sbaglio.

      margh.

      • Eretico scrive:

        Intanto sono ben contento che si sviluppi un dibattito su questioni ipertecniche come quelle concernenti il piano-sequenza ed il suo uso.

        A Margherita: a mio modo di vedere, quello di “Birdman” è un piano sequenza, certo agevolato dalle tecniche digitali di oggi, di cui Welles ed altri non disponevano.
        Sulla funzionalità rispetto alla narrazione, ognuno la pensi come vuole, as usual.
        Chissà lo straordinario Lino (Miccichè) se me l’avrebbe fatta passare, questa rispostina…

        l’eretico

      • Super piano sequenza scrive:

        Con l’utilizzo della stedy (inventata da Kubrick per Shining, non a caso….) si sono sviluppate nel cinema con maggiore frequenza scene con piani sequenza lunghi; oppure memorabile é il piano sequenza in Antonioni dove per Professione Reporter fece montare addirittura una rotaia sul soffitto per una scena unica (senza tagli appunto) non avendo lui a disposizione la stedy.
        Bravo eretico, Margherita studia….
        Il piano sequenza intendo. :)

        • Anonimo scrive:

          ..io sono una profana self-taught:), però è davvero bello poter fare questo tipo di conversazioni in questo blog! facciamole più spesso :)

  4. Elvetico scrive:

    Queste rievocazioni di inaugurazione di monumenti con gonnellini massonici puzzano di muffetta lontano un miglio. L ‘Italietta post-risorgimentale dei Crispi e dei Nathan aveva bisogno di santi che benedissero le aspirazioni alla grandeur e alla espansione coloniale e doveva cercarli con il lanternino qualche secolo indietro. Certo l’inquisizione romana qualche “roghetto” l’aveva organizzato, ma la illuminata forza vindice della Ragione ha inventato le ghigliottine e i suoi figliolini nazi-bolscevici, altro che roghi in piazza!Fabbriche della morte …senza processi! Quando usciamo dai vecchi schemi?

  5. Birdman.. scrive:

    Direi che vagheggia (ho avuto questa percezione)il pirandelliano metateatro dei “6 personaggi in cerca d’autore”. Uso della steady-cam efficacissimo. Un premio speciale della critica (femminile) alla mamma di Edward Norton per aver messo al mondo un figliolo così belloccio. Well done!

    • margh. scrive:

      ..scusate , non mi ero firmata. Sono sempre margh.
      Già che ci sono aggiungo la battuta del film che mi è piaciuta di più :
      “Questo posto puzza di palle sudate”.
      Mirabile.

  6. Fede Lenzi scrive:

    Visto ieri sera, in lingua originale con sottotitoli. Girare un film in un unico piano sequenza è cosa assai difficilissima, vedere per credere
    http://www.youtube.com/watch?v=DsKdJ2_vh34
    e non è certo il caso di Birdman. Grande uso della macchina a spalla, con effetti un po’ da corridoi di Shining ma su una strada a sterro. Non ho amato tutti i film di Inarritu, ma quello di ieri mi è parso particolarmente bello: per la capacità di scavare in fondo ai suoi personaggi, per la sua comica disperazione. A proposito di piani sequenza, Ophuls è rimasto maestro insuperato, basti pensare alla Ronde, o al Plaisir… in ogni caso se ne vedessero più spesso di film come quello di ieri!

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