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Il mercoledì scolastico: la “Buona scuola” di Renzi…

- 26/02/15

 

Sì, è giovedì, dunque siamo un pochino in ritardo: ma il feticismo del nome della rubrica prevale su tutto e tutti…

Inizia, con oggi, un viaggio all’interno della tanto sbandierata “Nuova scuola” renziana. Buona lettura a tutti: docenti, discenti e genitori!

 

IL MERITO: DECIDERANNO I PRESIDI

Una nota di merito l’attivismo scolastico del Premier (marito di precaria, come ormai anche i muri scialbati sanno) ce l’ha di sicuro: non solo avere riportato la scuola al centro (o quasi) del dibattito politico italiota; in subordine, l’affrontare la questione del merito, il tabù della tanto osannata meritocrazia applicata al microcosmo scolastico (il 94% di chi ne parla, non l’ha mai praticata, e forse arrotondiamo per difetto…).

Uno dei punti qualificanti, dunque, della “Buona scuola” renziana sarebbe il superamento dell’avanzamento per anzianità, in favore di quello per merito; a quello che risulta, però, gli scatti di anzianità continueranno ad esserci (con cadenza triennale, però), ma si arriverebbe a professori più pagati di altri per merito.

Per intanto, più pagati QUANTO?

A leggere Il Sole 24 ore (Armando Massarenti di domenica scorsa), si tratterebbe di “aumenti risibili da prevedere ogni tre anni e che dovranno intreressare il 66% dei docenti, il che produrrebbe lo strano effetto di pensare che il 33% rimanente non sia adeguato al compito che svolge, e in ragione di uno scarto minimo di stipendio”.

Che ci sia chi guadagna di più, a noi sta benissimo; ma chi decide chi debba guadagnare di più?

Pare proprio toccherebbe al Dirigente scolastico, al buon vecchio Preside: a chi, altrimenti?

Allora l’asticella va spostata ancora più in alto: con quali criteri, su quali basi il Preside deciderebbe? Come, in base a cosa formerebbe la sua squadra iperpagata (sic)?

Una proposta seria (tutt’altro che ereticale, direi) sarebbe la seguente: almeno per una parte, fare giudicare i ragazzi, gli studenti, i discenti. Ma – attenzione – non certo gli studenti delle classi in corso, quelli che ogni giorno si trovano davanti il docente su cui si sarebbero espressi: bensì gli ex studenti, che potrebbero valutare con un minimo di distacco storico (si fa per dire), e, soprattutto, senza avere più interesse alcuno (o quantomeno un interesse infinitamente minore rispetto agli studenti dell’anno in corso). Ipotesi perfettibilissima, ma sfido a trovarne di migliori (contento di essere smentito, in piena sincerità).

Il concreto e serio rischio di delegare in toto al Preside la questione meritocratica, d’altro canto, è che si creino (rectius: che si rafforzino ulteriormente) gruppetti e gruppuscoli di potere, spesso del tutto svincolati dall’effettivo merito scolastico-didattico (dunque professionale): una sorta di riproposizione, nel microcosmo scolastico, di ciò che accade fuori dalla scuola.

O, forse, si vogliono preparare al meglio i ragazzi, in vista di ciò che si troveranno fuori?

 

Ps Stasera puntata ghiotta di “Siena diretta sera”, a Siena tv: da Danielito Magrini, si parlerà di Isola d’Arbia. Io non la perderei…

18 Commenti su Il mercoledì scolastico: la “Buona scuola” di Renzi…

  1. Fede Lenzi scrive:

    Mah, l’idea degli ex alunni sinceramente mi convince poco, visto con quali epiteti ancora apostrofo, a distanza di 17 anni, alcune mie prof del liceo. In Francia il discorso del merito è deciso dagli ispettori, che praticamente tutti i giorni vanno a vedere gli insegnanti al lavoro. Sistema discutibile per vari motivi, ma in un certo modo pure efficace. I parametri per giudicare un insegnante sono tantissimi, il problema è decidere quali siano più importanti (è meglio un insegnante che ti riporta i compiti corretti dopo tre giorni, e corretti bene, ma che fa lezione leggendo il libro, o uno che ti riporta gli stessi compiti dopo un mese ma che fa lezioni da urlo?). Lavorando a scuola sappiamo che alcuni dei nostri colleghi sono dei mangiapane a tradimento, ma non possiamo mica denunciarli! Perché poi è anche una questione di organizzazione, di serenità nella vita privata, di stimoli: insomma, tante di quelle cose… qui intanto se fai più ore guadagni di più, e poi dipende dal tuo échelon (una scala di valori che va da 0 a 11). Al mio liceo ci sono differenze di migliaia di euro fra il mio stipendio e quello di certi colleghi. Però so che tra vent’anni il mio stipendio sarà raddoppiato, vent’anni nel peggiore dei casi, con un po’ di fortuna (e di visite) anche prima. Mi dispiace che il mio discorso sia sconnesso, la carne al fuoco mi sembra tanta. L’anno scorso durante lo scambio parlavo con i colleghi italiani, e io al mio secondo anno di insegnamento guadagnavo più della mia corrispondente con più di trent’anni di servizio sulle spalle… poi noi non abbiamo la tredicesima, ma a conti fatti guadagniamo molto di più… e i miei colleghi si lamentano! Per concludere, visite del provveditorato per giudicare i prof, una parte del voto può metterla il preside, ma non l’integralità. Sennò diventerebbe la peggiore delle mafie. D’accordo per il giudizio dei ragazzi (all’università qui si fa) ma a condizioni rigidissime, nel senso che se uno lo fa per fare il pirla, il suo giudizio non deve essere considerato. Infine, pagare di più i prof che portano avanti progetti, cioè che si sbattono, spesso senza avere nulla in cambio. Voilà, spero di aver contribuito, seppur in maniera caotica, alla stimolante discussione.

  2. Cherubino scrive:

    L’idea della valutazione a posteriori degli studenti, secondo me, è buona soprattutto se applicata agli insegnanti delle superiori, mentre la vedo più difficoltosa con quelli delle medie se non altro per la tenera età dei discenti 8 a meno di attendere 2-3 anni per farli esprimere).

    Credo poi che un’altra fetta importante nella valutazione del merito del docente dovrebbe venire da una summa dei risultati ottenuti dagli studenti stessi, magari considerando un arco di tempo ALMENO triennale, in prove standardizzate (tipo invalsi per capirsi) a livello nazionale , che dovrebbero essere incentivate ed aumentate di frequenza; per le lingue straniere si potrebbero tenere in considerazione le certificazioni degli istituti linguistici di riferimento, per per altre materie se ne potrebbero creare ad hoc.

    Altra parte dovrebbero averla corsi di formazione, e funzioni aggiuntive svolte dai docenti oltre alle mere ore di lezione (organizzazione di attività di approfondimento, coordinamento di progetti vari, fino anche a funzione amministrative quali il vicariato o l’attività di vicepreside che ad oggi sono valorizzate in maniera ridicola)

    Si avrebbe così un impianto di valutazione piuttosto bilanciato, sicuramente non facile da attuarsi, soprattutto per quello che riguarda l’impianto delle prove standardizzate, ma credo abbastanza funzionante

    Per quanto ai presidi anche io, come l’Eretico, li terrei fuori dalla questione (tanto più che anche il loro operato avrebbe bisogno di una valutatina eh!). Semmai sarebbe interessante coinvolgerli sull’aspetto della mobilità del personale docente. Faccio un esempio: laddove si arrivasse ad un sistema di valutazione del merito del docente che funzionasse, perchè il dirigente di un liceo linguistico non dovrebbe potersi opporre all’arrivo di un insegnante di lingua (insegnamento fondante del percorso formativo offerto dal suo istituto) che non ha titoli di merito sufficenti?

    Per il “pagati quanto?” caro Eretico, credo che il punto stia non tanto del valore assoluto delle retribuzioni, quanto nell’applicare una sostianziale e sostanziosa differenza di retribuzione fra chi fa bene il suo lavoro e chi vivacchia campando di rendita.

    Vogliamo scommettere che se viene fuori che gli insegnanti che non fanno bene il loro lavoro guadagnano un 30% in meno di chi si spacca le mele con profitto non se ne ha a male nessuno?

  3. Lobotomizzato scrive:

    Mi sembra una riforma in perfetto stile italianrenziano. A parità di merito I più furbi e scaltri fanno carriera.
    Giustamente come dici tu i ragazzi si devono preparare al meglio per quello che troveranno fuori. Quindi devono capire come funziona il sistema Italiota (cit.).
    Amico, amico dell’amico, amico dell’amico dell’amico… Del resto delegare tutto al Preside creerebbe un potere “totalitario” che tanto piace al renzino. Bravo Matteo!!

  4. Roby scrive:

    Ottima proposta quella del questionario di valutazione del docente da far compilare agli studenti. Purtroppo si raggiunge la maggiore età solo quando si frequentano le ultime classi delle superiori. Non credo che si possa, da un punto di vista giuridico ed etico, effettuare la valutazione in tutte le scuole di ogni ordine e grado.

  5. Edoardo Fantini scrive:

    Si potrebbero far valutare i docenti solo dagli studenti che hanno riportato le migliori valutazioni, così verrebbero scongiurate le “vendette”. Poi, ogni 5 anni tirare le somme per ogni professore.

  6. Precaria i. scrive:

    Sono curiosa di leggere quali criteri dovrebbero usare i Dirigenti per valutare il merito, martedì prossimo. Immagino un’italianata, che genererà il solito codazzo di ruffiani e lecchini, presenti più o meno in tutte le scuole.

  7. Simone Passaponti scrive:

    Scusa Eretico un off topic ; è finito anche febbraio ma questo piano B del sor pierluigi sacco che fine ha fatto ? I 40 milioni della regione ? La capitale italiana 2015 della cultura ? Mah……

    • Eretico scrive:

      Caro Simone,
      il tuo è un off topic fino ad un certo punto: il mitico professor Sacco è sempre nei nostri pensieri, infatti!
      Si era parlato, da parte dell’Assessore Vedovelli, di Stati generali della Kultura entro febbraio, nisi fallor: ci saranno, a sorpresa, domani?

      L’eretico

  8. Pinocchio scrive:

    Quali sono gli alunni piu’ difficili di una classe? nessuno ricorda mai che ci sono anche gli alunni cosiddetti “certificati”? ..ebbene il merito si potrebbe valutare anche in base alla capacita’ di recuperare i casi piu’ difficili e non lasciare indietro nessuno..non per buonismo ma per effettive capacita’ pedagogiche……..

    • Cherubino scrive:

      Certamente!
      Infatti andrebbe valuatato non solo il valore assoluto dei risultati, ma anche (e soprattutto) la progressione degli stessi nell’arco del percorso di studi in cui il docente ha lavorato sugli studenti.

      Però si dovrebbe consentire/imporre un minimo di continuità dei docenti nelle classi.

  9. TTTIIINNN TTTIIINNN TTTIIINNN scrive:

    Il suono del tin tin si avverte sempre più forte … forse si avvicina il momento?
    Qualcuno incomincia già ad avere bisogno di un lifting per ritirare su le muscolature facciali che si sono fatte pese, ma così tanto pese che il viso non appare più quello bello disteso, sorridente che esprime tutta l’arroganza dell’IDIOTA.

    • chi sarà ??? scrive:

      Aspetta…penso di aver capito a chi ti riferisci… sarà mica quello che adopera sempre una fascia con i colori dell’Italia (o dell’oca ?) e che taglia sempre un monte di nastri e che prima rideva sempre, ma sempre sempre ?
      O come si chiama,gnamo….ovvia lui insomma…..ma badate,ce l’ho sulla punta della lingua e non mi viene.

  10. Anonimo scrive:

    La “buona scuola” di Renzi è una cazzata pazzesca!

  11. giacobbe scrive:

    Ok.
    Facciamo degli esempi:
    1.maestro di primaria a bosco tre case (napoli), 4dsa, 1 handicap in via di certificazione (senza ins.sostegno) e 4 bambini con almeno un genitore in carcere.
    Valutiamolo secondo i risultati
    2. Docente di sostegno, di qualsiasi grado, con 3 o 4 casi di cui due gravi.
    Criteri di valutazione please!
    3. Insegnante di scuola privata paritaria cattolica esclusiva o con utenza di alto rango…tutti stimolati, seguiti e possibilitati. Tutti 10 e lode.
    Scatti tutte le volte.
    Il sistema fa acqua, e al governo sono incompetenti quanto noi che ci dilettiamo a fare due chiacchere su un blog, o peggio, dei mascalzoni che con promesse e chiacchere in stile berlusconfascita vorrebbero abbindolare le menti più semplici ( tante) per soverchiare e zittire il pensiero critico (di pochi)

  12. Anonimo scrive:

    APPLAUSI

  13. pinocchio scrive:

    Non sono convinta del fatto che se l’utenza scolastica “e’ di alto rango” i risultati dell’insegnamento sono garantiti……allora le variabili socio ambientali sono tutto e l’insegnante non e’ nulla?

    • giacobbe scrive:

      pinocchio,
      era un esempio che avrebbe dovuto far riflettere sul merito e metodo valutativo degli insegnanti….
      no, non è garantito che l’alto rango comporti ottimi risultati scolastici, ma probabile; e con l’aggiunta, testuale, ” stimolati, seguiti e possibilitati” la probabilità di ottenere buoni “voti” aumenta, ed il ruolo e il compito dell’insegnante potrebbe(?) essere facilitato.
      ti do un consiglio, non seguire lucignolo, fai un giro nelle scuole, anche del comune di siena, magari dove in una classe di 22 bambini ci sono 2 handicap, 3 dsa e una decina di bisogni educativi speciali(i bes, sai?)come nella mia scuola

  14. giacobbe scrive:

    pinocchio,era un esempio che avrebbe dovuto far riflettere sul merito e metodo valutativo degli insegnanti….no, non è garantito che l’alto rango comporti ottimi risultati scolastici, ma probabile; e con l’aggiunta, testuale, ” stimolati, seguiti e possibilitati” la probabilità di ottenere buoni “voti” aumenta, ed il ruolo e il compito dell’insegnante potrebbe(?) essere facilitato.ti do un consiglio, non seguire lucignolo, fai un giro nelle scuole, anche del comune di siena, magari dove in una classe di 22 bambini ci sono 2 handicap, 3 dsa e una decina di bisogni educativi speciali(i bes, sai?)come nella mia scuolaRispondi

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