Eretico di SienaLa domenica del villaggio: Putin, il Decamerone e l'8 marzo - Eretico di Siena

La domenica del villaggio: Putin, il Decamerone e l’8 marzo

- 08/03/15

 

Consueto, ricco appuntamento cultural-domenicale del blog. Nell’ordine: la Russia putiniana, ad una settimana dall’omicidio di Boris Nemtsov; la recensione dell’ultimo film dei Taviani “Maraviglioso Boccaccio”; una riflessione – tra il serio ed il faceto – sull’attualità dell’8 marzo. Buona lettura!

 

LA DEMOCRATURA PUTINIANA: SBOCCO INEVITABILE?

Più il sangue scorre, più i corpi rotolano lungo le strade moscovite, più la mia ammirazione per i dissidenti antiputiniani aumenta.

Nello stesso tempo, però, inizio a credere che la realpolitik di tanti osservatori ed analisti, forse, non sia campata in aria: la Russia non può davvero permettersi la DEMOCRAZIA. Al massimo, un simulacro della stessa, quella DEMOCRATURA, crasi fra “democrazia” e “dittatura” (coniata dal grande scrittore di Mostar Predrag Matvejevic).

Forse davvero la Russia è troppo grande, estesa, dilatata; forse davvero ha una storia alle spalle tale, da non consentire neanche la speranza di un autentico approdo ad una autentica democrazia compiuta.

Lucio Caracciolo ricordava ieri la emblematica risposta di un Ministro zarista (Sergej Witte) alle forze democratiche russe di allora:

“I nostri intellettuali lamentano che non abbiamo un governo come un Inghilterra. Farebbero meglio a ringraziare Iddio che non abbiamo un governo come quello della Cina”.

Una piccola, minima esperienza personale: parlando con la guida russa che mi accompagnava, nell’estate del 2013, a San Pietroburgo, portai il discorso sulla dissidenza antiputiniana, in particolare sul blogger ed avvocato Navalnyj.

Avevo davanti un’intellettuale poliglotta, abituata all’apertura verso gli stranieri (cosa certo infrequente nei russi, forgiati da un’atavica diffidenza antioccidentale).

“Sì, è uno che si impegna molto, fa molte denunce. Ma c’è chi dice che prenda soldi dall’Occidente…”.

Gli antiputiniani si muovono avendo di fronte buona parte dei russi (non si spiegherebbe altrimenti l’80% di popolarità per il Presidente, ad onta del crollo del rublo) che ragionano in questi termini. Hanno una perseveranza che ha quasi dell’incredibile. E credo che non poche volte si guardino fra loro, e si chiedano chi glielo faccia fare…

 

“MARAVIGLIOSO BOCCACCIO”: I CALLIGRAFICI TAVIANI

Nel complesso, il film dei fratelli Taviani (Iddio ce li conservi!) è fortemente deludente. Un film che illustra 5 novelle (fra le più note) del Decameron boccaccesco in modo essenzialmente calligrafico: ottima fotografia (Simone Zampagni), con Montepulciano in bella evidenza; alcuni attori in stato di grazia (ma non certo tutti), in particolare Kim Rossi Stuart nel ruolo, non facile, del beota Calandrino, alle prese con l’elitropia; la mano ormai iperesperta dei Taviani a fare filare il tutto, con consumata maestria.

Ma è un film che non prende, non cattura, non avvince: non ha pathos. Forse per sottrarsi al paragone con l’antesignano pasoliniano del 1971 – che ebbe problemi di censura a non finire, mostrando tra l’altro i primi nudi integrali maschili -, poi, il film è di una pudicizia certo poco boccaccesca. Perché chi conosce il capolavoro del certaldese ben sa che il Decameron NON è certo SOLO sesso, ma certo è ANCHE quello.

Che i Taviani abbiano da una parte voluto distaccarsi al massimo da PPP, e magari al contempo adeguarsi implicitamente al modello del politicamente corretto renziano? O forse – a differenza che nel post 1968 pasoliniano, in cui il sesso aveva un quid di rivoluzionario – è ormai più eversiva, se non sfacciata, la (semi)castità? O forse è Papa Francesco che fa saltare tutto il banco, a prescindere: la badessa Usimbalda – còlta con le mutande dell’amante in testa mentre fa la predica – tiene un discorso sulla bellezza della corporeità, che forse Francesco avrebbe caricato maggiormente…

 

8 MARZO 2015

C’era una bella canzone di Stefano Rosso, nei Settanta; si intitolava “E allora senti cosa fo'”: bisogna essere, diciamo, maggiorenni per ricordarla.

Di fronte ad un 8 marzo che sembra un “mimosaio” di bassa lega; davanti allo spettacolo dei maschioni tartarugati (tutta invidia, sia chiaro) che allietano questa serata in discoteche o balere, per il tripudio di giovani e carampane varie; soprattutto al cospetto di Ministre che vanno in ferie a Medjugorje o che si sono formate facendo le Madonnine nei presepi di paese, credo che un aggiornato femminismo 2015 forse non farebbe così malissimo.

E allora senti cosa fo’? Divento femminista…

 

Ps Mercoledì 11, alle 17,30 presso la Sala Ferri di Palazzo Strozzi a Firenze, “Serata Leopardi”, in occasione della pubblicazione dell’edizione tematica dello Zibaldone (Donzelli). Presenzieranno Mario Martone, Elio Germano (Leopardi nel film martoniano, si ricorderà), Armando Massarenti (Sole 24 ore) ed il nostro Antonio Prete. L’eretico purtroppo sarà in attesa della sentenza (sic), ma chi può vada!

12 Commenti su La domenica del villaggio: Putin, il Decamerone e l’8 marzo

  1. Silvia Tozzi scrive:

    Ci sono molte ragioni che spiegano il consenso -o l’adesione passiva- della maggioranza dei russi al regime di Putin, ma la realpolitik di tanti occidentali (intellettuali e non) è davvero preoccupante per il suo cinismo. Chi cerca spiegazioni nella storia russa per giustificare l’impossibilità di un cammino verso la democrazia, finisce per adottare una logica putiniana. A me, una intelligente e colta donna russa- guida turistica a Kaliningrad- ha detto nel 2013,che secondo Putin la democrazia potrà essere “insegnata” (fatta imparare?) a tempo debito, ma al momento la cosa più urgente era contrastare i rischi di disgregazione dello stato, come per es. era successo in Libia… Dico: se viene fatto fuori ogni piccolo germoglio di libertà (associazioni, espressione del pensiero ecc.), come potrà mai nascere una democrazia?
    Negli anni bui dello stalinismo,George Orwell e Arthur Koestler dovettero sfidare l’intellettualità occidentale per dire le verità di quel regime. Ma oggi si rischia assai meno di loro, nell’uscire da una comoda realpolitik…

  2. anonimo scrive:

    Caro Eretico
    Il popolo Russo è diffidente verso certe nazioni europee. Forse un po’ troppo interessate a certe materie prime. Insomma tanto per dire vedi Napoleone, la guerra di Crimea, la Germania nell’ultimo conflitto. E che dire della guerra del Donbass.
    Mi meraviglia la nostra classe dirigente, che non è attenta agli interessi.
    Si sa benissimo che la democrazia è una parola per tutto le stagioni, e quindi non vuol dire niente. Sugli interessi invece si reggono i popoli e quindi dovrebbero passare avanti a tutto. Comunque nulla è perduto piano piano lo capiranno anche i muri. Ora noi non abbiamo gli stessi interessi degli inglesi, o dei Francesi, o dei Tedeschi, meno che mai dei Polacchi. Quindi cerchiamo di fare i nostri interessi e le sanzioni si mettono quando ci torna il conto non quando ci si rimette. Speriamo torni lui… il Macchiavelli.
    Il Boccaccio era un uomo del suo tempo e non doveva essere scandaloso , nemmeno per la chiesa. Basta ricordare come era affrescata la cappella sistina, od anche le statue di piazza della Signoria. Insomma prima della controriforma certe ubbie non esistevano.

    • Edoardo Fantini scrive:

      A dirla tutta, circa gli accaparramenti di certe materie prime, agli albori degli anni ’40 fra Stati Uniti e Gran Bretagna detenevano il 75% del mercato del petrolio mondiale, pur rappresentando solo il 10% della popolazione del globo. E con il petrolio non si fa solo la benzina, ma anche tutti i lubrificanti che sono necessari per qualsiasi attività artigianale o industriale di ogni nazione moderna. Alla Germania (visto che la nomini) i pozzi petroliferi erano stati tolti nel 1919, alla fine della prima guerra mondiale,con il trattato di Versailles. Se li presero Inghilterra e Francia, eppure quella guerra la avevamo “vinta” anche noi…

  3. maestro Camarri scrive:

    non c’entra nulla col post ma vorrei far notare che domani nientepopodimenodiche nella Sala delle Lupe del Comune verrà premiato (non si sa bene x cosa…) un ex allenatore della Robur che quando siedeva sulla panca nostrana ha contribuito a vendere 2 partite (con sentenza di condanna passata in giudicato….)!! ma queste cose le sa il signor Sindaco che concede un luogo simile oppure campa sulle nuvole di Monteriggioni?

    • quello di gracciano scrive:

      senza che il portiere di una di quellae partite sia stato incriminato….avrà fatto passare il gol senza saperlo? Indignamoci per Mussari ….

  4. Anna G scrive:

    Anche questo non c’entra niente col post, ma mi sembra una notizia da sottolineare. Dopo tanti annunci questo Presidente, senza parlare, è passato direttamente ai fatti
    http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/03/10/quirinale-presidente-mattarella-taglia-auto-blu

    • Senesediritorno scrive:

      con tutto il rispetto, è come chi si taglia le unghie avendole lunghe..
      quando smetteremo di creare dei “miti”? quanti altri rignanesi dovremo sorbirci prima di scoprirci vittime di un regime che tende a imbambolarci con “miracoli” o gesti esemplari?

  5. Renmar scrive:

    stasera chi può porti i porcini al condannato Andonio di Lecce, li gradisce non poco

  6. SVEGLIA! scrive:

    Chi aveva mi sentito nominare il po’ro nemtsov prima del suo assassinio? ma pensate che a putin desse veramente fastidio? secondo voi chi è che ci guadagna e ci rimette dal suo omicidio? provate a farvi certe domande e avrete le risposte. Visto che vi hanno dotati di cervello provate a utilizzarlo, per quanto le elezioni democratiche e la storia recente di Sienina nostra dimostrino che in pochi sono capaci di farlo…

  7. maestro Camarri scrive:

    ah, ma te sei di Gracciano, sai un tubo, al pari del Sindaco, quale importanza abbia la Sala delle Lupe del Comune

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