Eretico di SienaL'arringa del Superavvocato, nel giorno della sentenza (e 3 Ps) - Eretico di Siena

L’arringa del Superavvocato, nel giorno della sentenza (e 3 Ps)

- 16/04/15

 

In attesa della sentenza, che sarà letta domattina dal Giudice del Tribunale di Siena Valchera, ecco – come promesso sabato scorso – la sintesi della eccellente arringa del Superavvocato Luigi De Mossi (effettuata lo scorso 10 aprile, per la precisione).

Questi dunque i punti salienti, premettendo che l’arringa è durata dalle 16,40 alle 18,42:

1) il cittadino Antonio Buoncristiani (sul quale torneremo alla fine), nell’udienza in cui è stato interrogato, fra le altre cose ha detto di avere querelato perché lo scrivente era andato a casa sua (Foligno, Sellano, Forfi), con ciò intendendo che avrei messo in atto una sorta di accanimento verso di lui. Peccato che LE SUE STESSE PAROLE dimostrino piuttosto altro: cioè che il sottoscritto ha svolto un attento, e documentato autopticamente, lavoro di indagine e scavo giornalistico. Come ogni giornalista di inchiesta fa o dovrebbe fare. Lui è abituato ai velinari, io le notizie le vado a cercare;

2) la Sentenza di assoluzione sulla questione del cosiddetto Commendone (prodotta dalla Difesa, con clamoroso autogoal) è durissima, dal punto di vista dell’immagine e dell’etica, per Acampa Giuseppe, descritto dal Giudice Pagliai con parole durissime (che adesso non inserisco per mancanza di spazio, ma che in futuro riprodurremo per intero). Assolto nel penale, ma demolito a livello di immagine: non da me, dalla Magistratura giudicante;

3) sempre a proposito del Commendone, c’è la questione del macchinone da 27.000 euroni REGALATO dall’acquirente ad Acampa Giuseppe. Il Superavvocato – diritto canonico alla mano – ha dimostrato che Acampa avrebbe dovuto DONARE il bene ricevuto alla collettività, cosa che ovviamente si è ben guardato dal fare;

4) sempre a proposito di soldi (piatto forte del Processo): la famosa parcellona della doppia perizia difensiva dell’ingegner Inzaghi. In aula, è stato DIMOSTRATO (detto da esponenti curiali) che l’ha pagata la Curia; Acampa poi avrebbe provveduto a pagare, dopo. Perché la Curia ha anticipato i soldi, allora?

5) il materiale bruciato durante l’incendio doloso (rimasto clamorosamente impunito) del 2 aprile 2006. I curiali sostengono da quel giorno di avere ricostruito ogni passaggio, come ha continuato a ribadire il loro avvocato, De Martino (faceva satira?): peccato che in questo documentino prodotto dalla Curia non ci siano nomi, cognomi, numeri di conto corrente e dettagli vari;

6) il problema del CELIBATO del clero (articolo 247 del Codice del Diritto canonico): la Chiesa obbliga i sacerdoti al celibato, e – dato che il sesso è solo matrimoniale – conseguentemente alla castità.

L’omosessualità di Acampa NON è una chiacchiera da bar – come sfrontatamente riferito da De Martino -, bensì è stato riferito dal defunto Mino Marchetti: non al bar, bensì davanti ad un ufficiale di Polizia giudiziaria (con tutti i rischi che ciò comportava);  resta, poi, l’elemento più dirompente: Acampa NON fu giudicato idoneo al sacerdozio da monsignor Benedetto Rossi, “non perché non sapesse giocare al pallone”. Poi arrivò l’intervento gerarchico dell’allora Arcivescovo, Gaetano Bonicelli, che si impuntò: Acampa DOVEVA essere sacerdote, punto e basta;

7) l’amico intimo di Acampa, il sacerdote Andrea Bechi, a precisa domanda sui viaggi all’estero insieme ad Acampa, ha candidamente ammesso (PRIMA ancora che gli venisse chiesto!) di avere trascorso un ultimo dell’anno (2005 o 2006) a Budapest, andando in giro per le vie della Capitale magiara con tanto di parrucca in testa. Ha fatto benissimo, è giovane e che se la goda: poi però non si offenda tanto se si mette in risalto la stranezza del comportamento, per un sacerdote. Fosse stato una drag-queen, no problem!

8) arriviamo alla questione (centrale) del Diritto di Satira; De Martino ha tirato fuori che fare Satira va benissimo, ma bisogna dichiararlo preventivamente, meglio se per iscritto (sic).

Il Superavvocato ha sic et simpliciter tirato fuori una sentenza della Cassazione (anno 2007), nella quale molto chiaramente si dice che quando si fa Satira (leggasi “Banda della Curiana”), il linguaggio è svincolato dai normali canoni. La mia Satira può ovviamente piacere o meno (statisticamente, piace parecchio), ma che sia tale è di palmare evidenza (a parte per l’avvocato De Martino).

9) questione (spinosissima) dei rapporti fra Acampa e l’allora Procuratore Capo, dottor Nino Calabrese (di cui era confessore!). Tra le altre cose, casa data in pieno centro alla figlia, al modico prezzo di 180 euro mensili (che Acampa c’entrasse, eccome, nell’assegnazione della stessa, è stato dimostrato per tabulas).

Almeno 4 clamorose circostanze sono emerse, durante il lungo dibattimento: la prima, che i locali della Curia – dopo l’incendio – furono dissequestrati il giorno dopo. Cosa del tutto irrituale, visto che i sequestri di solito hanno una durata superiore alle 24 ore. In secondo luogo, che l’Acampa aveva orientato i sospetti dell’incendio sul professor Franco Nardi, dopo che tutti gli esponenti della “Banda della Curiana” (a parte il Vescovo) avevano partecipato ad un pranzetto post incendio al Costone. Terzo, che l’Acampa incontrò – in modo riservato – il dottor Calabrese (testimonianza dell’allora Capo della Squadra mobile Manganelli), nel pieno svolgersi delle indagini sull’incendio. Nessun cittadino “normale” lo potrebbe mai fare, e se lo facesse verrebbe INDAGATO all’istante. Non Acampa, però.

Last but not least, Acampa SAPEVA benissimo che il povero don Mino Marchetti aveva detto alla Polizia della sua omosessualità. Come faceva a saperlo? Chi glielo aveva spifferato?

10) dopo il Procuratore Capo (di allora), i Giudici (di allora): come faceva a scrivere il Giudice Cavoto (peraltro già in pensione) che Acampa Giuseppe era stato assolto, mentre il suo Processo era ANCORA IN CORSO? Fino a che non si chiarirà questo punto – come già scritto, ma mai abbastanza – ogni peggiore idea può albergare nella mente di ciascuno…

I fatti, dunque, sono stati tutti quanti (senza eccezione) SMONTATI, uno per uno, dal Superavvocato; resta il problema della continenza: giusto.

E qui ci torna di nuovo comodo uno dei due querelanti, il cittadino Buoncristiani (da ringraziare pubblicamente, per quanto detto in aula). Offeso da morire per l’espressione “banda della Curiana”, il solerte cittadino umbro NON si dice (lo afferma terstualmente lui stesso) per nulla scosso se la sua augusta figura viene associata ad una vignetta sul web in cui lui ed i suoi accoliti vengono paragonati alla banda Bassotti (forse semplicemente perché la vignetta NON è mia…). “Sa, un po’ d’ironia non mi dà fastidio, la banda bassotti mi è simpatica, io leggevo Topolino”, ha detto Buoncristiani in aula, ovviamente senza accorgersi del formidabile assist per la mia Difesa. Banda bassotti, dunque, sì; della Curiana, invece no. Boh…

Quanto alle espressioni ingiuriose, infine, il primo ad essere oggetto di querela dovrebbe essere proprio il cittadino Antonio Buoncristiani; il giorno dopo la richiesta di rinvio a giudizio per il suo pupillo Acampa Giuseppe, nel giugno 2007, scrisse (di suo pugno, l’ha testimoniato lui stesso in aula) un comunicato, in cui il Pm Marini veniva attaccato duramente per avere osato mandare a Processo l’Economo della Curia.

In un passaggio, si ipotizzava, per Marini, financo un “acuto disagio mentale”. Gli dava del cretino, in buona sostanza. Ed anche per iscritto.

Il Processo, la sua essenza, è tutta qui, inutile girarci tanto intorno: è un Processo in cui il Giudice deve sentenziare se un cittadino possa permettersi di dire la verità fattuale su certe figure istituzionali. Le quali – come appena dimostrato – possono permettersi, oltre che di FARE, anche di DIRE e SCRIVERE quello che vogliono.

 

Ps 1 Martedì, salvo sorprese, si ritorna a scrivere di Sanità: c’è materiale in abbondanza. Francamente…

Ps 2 Conferenza stampa del tandem Mps: Profumo è Arrogance, e se lo merita tutto; ma quell’altro, che non alza nemmeno la faccina di fronte a chi lo interroga e invece di rispondere rimanda ai comunicati stampa? Forse per renderlo più loquace, bisognerebbe alzargli lo stipendio (è una battuta, avvocato De Martino, è una innocente  freddurina…).

Ps 3 Bagarre in Consiglio comunale, e parole di fuoco (ieri) di Albertone Monaci contro il Sindaco: tutto sempre più in salita, per Valentini. Per me, una sana, drastica soluzione giudiziaria sarebbe quella più meritata ed equa (non certo per reati d’opinione, eh!).

 

 

21 Commenti su L’arringa del Superavvocato, nel giorno della sentenza (e 3 Ps)

  1. Tonfo scrive:

    Il PD sta deflagrando. La Paita sottosegretario oppure assessore a Siena, 930 lo cerca disperatamente uno, ma nessuno accetta. Potrebbe esserci il masi dell’aerroporto di ampugnano, che nella sua banchina hanno confinato. L’ex sindaco di monteroni è’ già a Sei Toscana, tanto pagano i senesi. L’omino che ride loc cercano i creditori in via Rosi…

  2. Edoardo Fantini scrive:

    Ma i passi incriminati non li hai scritti, eppure me lo avevi promesso. Noi lettori così non possiamo farci un’idea della faccenda: non sarebbe intelligente da parte nostra credere che era solo satira la tua, visto che ce lo dici tu che sei l’imputato…

  3. Battersi per la verità! scrive:

    Caro Eretico, dopo la sentenza di domani, niente sarà più come prima. Comunque vada. Non so se all’epoca ti rendevi conto del ginepraio in cui ti stavi cacciando. Di certo la tua vicenda segnerà un piccolo pezzo di storia di questa città, che, se esiste ancora un po’ di pubblica onestà intellettuale, dovrà sancire una volta per tutte il sacrosanto diritto alla libertà di pensiero, senza timori di ripercussioni giudiziarie o, cosa, se possibile, anche peggiore, in ambito lavorativo. Un grande in bocca al lupo!
    p.s. non sempre sono del tutto d’accordo con te, attribuendoti una scarsa volontà propositiva (peraltro ampiamente e volontariamente dichiarata e giustificata da parte tua). Ma non c’è dubbio che sul diritto di satira e libera di pensiero in questa città non si può certo indietreggiare, ribadendone la piena legittimità e importanza.

  4. Francesco Galli scrive:

    Insomma più rileggo queste vicende più mi vergogno di aver frequentato la chiesa. Si me ne vergogno profondamente e mi chiedo come possa ancora sussiste una realtà così marcia. I protagonisti di questa storia, anzi di queste storie, hanno profili inquietanti,profili malati, sono davvero personaggi squallidi. Possibile che nel 20015 la comunità cattolica non possa scegliersi il proprio vescovo, il proprio parroco, i cardinali, il papa? Non me lo sono chiesto solo io, cosa che comunque penso da anni, se lo è chiesto pubblicamente Don Sergio Volpi durante l’omelia, si è posto la domanda ed ha invitato tutti a porsela. E invece tutto viene imposto, raccontando la storiella ormai consunta dello spirito santo, questa entità strana ed immateriale che fa comodo per tappare la bocca a tutti. Ecco allora che in questo clima di falsità ed infantilismo, si producono le brutte vicende come questa di siena che vede il clero arrampicarsi sugli specchi, con inevitabili e ridicoli scivoloni. Francesco Galli

    • Teresa scrive:

      Signor Galli, io sono felicissima per quest’assoluzione proprio perché amo la Chiesa e credo nello Spirito Santo, che è Luce e Verità. E la Verità, come già intuirono gli antichi greci, è ciò che non può non manifestarsi, quindi è tutto il contrario del tappare le bocche e non ha bisogno di democratiche elezioni del clero per affermarsi. Nessuno è prefetto in questo mondo, infatti non è la perfezione che si pretende dai nostri preti, ma almeno l’autenticità! Perché ciò che manca a queste persone è proprio l’autenticità, che è qualcosa di imprescindibile per un essere umano! Ma, come dimostra la sentenza di oggi, chi costruisce la propria vita su oscurità, ambiguità e prepotenza, è destinato a crollare in un modo o in un altro. Sta all’intelligenza e alla buona fede degli interessati considerare questo crollo come una grazia per riprendere in mano la propria vita con umiltà e amore, prima di tutto nei confronti di se stessi e poi delle persone che gli sono state affidate per essere guidate e custodite nella Verità, e che invece hanno sofferto, soffrono o soffriranno a causa loro. Mi auguro davvero che questa sia l’occasione per una sincera revisione di vita per i coinvolti in questa vicenda e un nuovo inizio per tutta la Chiesa senese.

  5. guido Sani scrive:

    ho saputo ora dell’assoluzione con formula piena,sono molto contento.

  6. Damiano scrive:

    Ho letto su Facebook dell’assoluzione. Sono molto contento.

  7. ASSOLTO!!! scrive:

    E vai !!!
    In culo agli altri (i sacrileghi dell’abito talare e a quelli dei grembiulini).
    E ora avanti come buldozzer, vanno non schiacciati, ma ammazzati schiacciandogli il capo come alle vipere!!

  8. Edoardo Fantini scrive:

    Diavolo di un Superavvocato!!!

  9. Edoardo Fantini scrive:

    Ma in questo caso le spese dell’imputato le deve pagare lui?

  10. Simone Passaponti scrive:

    Grande Raffaele !!!!!!!!!!!!!
    Giorno di festa per i senesi , non per tutti , per tanti oggi c’è lo sformato a pranzo.

  11. Senesediritorno scrive:

    non ho Facebook ma leggo con grandissima frequenza questo blog e allora mi associo al tripudio per l’assoluzione dell’Eretico!! fargli i complimenti e le congratulazioni sembra quasi esercizio rituale ma non saprei cosa dire di più forte e solidaristico di questo.
    P.s. x il Sig. Edoardo Fantini: non so cosa occorra a lui per farsi un’idea della faccenda: sarò senz’altro meno intelligente di lui, ma ho capito benissimo soprattuto ciò che serve alla “Verità” e ciò che é funzionale alla polemica!!!

  12. L.A. Confidential scrive:

    MA QUESTA NOTIZIA SULL’ASSOLUZIONE METTE PROPRIO DI BUON UMORE!

    PS: Lo sapevo, ci speravo ….un grande apprezzamento all’Homo novus!

  13. Il Divin Pittore scrive:

    Je suis Eretico!

  14. Sfiduciato scrive:

    speriamo che sia l inizio della fine per tanti personaggi. purtroppo non ci credo. Almeno vadano sotto processo.
    E tante felicitazioni all ‘Eretico!

  15. Il Giaguaro scrive:

    felicitazioni all’Eretico !
    Ora è auspicabile che le gerarchie ecclesiastiche trovino il coraggio di mettere il loro lungo nasone nel verminaio curiale senese e ne traggano le dovute conclusioni.
    Magari con la nota legge pretina del ” promoveatutr ut amoveatur “.
    Anche per dimostrare che almeno la Chiesa,a Siena,sa cambiare aria non con l’incenso dei turiboli ma aprendo le finestre dei propri palazzi.
    Aspettiamo fiduciosi….!

  16. Anonimo scrive:

    GIUSTIZIA E’FATTA!

    Avvocato De Mossi,non la vedrei male come candidato Sindaco,in futuro…sempre che Raffaele stesso non voglia gettarsi in prima persona nell’agone,sia chiaro!

    E adesso,goditi il Trentino ed i Sentieri della Grande Guerra, non dimenticando di brindare,con gli ottimi “bianchi” locali,alla”salute”di coloro che vogliono male alla NOSTRA città.

    Congratulazioni,un abbraccione ed a presto.

    Michele Scialoja.

  17. Stefano Neri scrive:

    Complimenti a te e all’avvocato!!

  18. SUSTA scrive:

    Sono davvero contento per te e per tutti noi anche se non c’è da brindare! Mi spiego meglio: se un povero cane cade nelle mani della giustizia e non ha magari una cassa di risonanza o le capacità/possibilità di dimostrare le sue ragioni che per qualsiasi motivo legale (o di arroganza del potere) gli vengono negate come probatorie del torto subito, ditemi voi come ne esce…. E “soprattutto” se il giudice non fa il giudice: il bianco diventa nero ed il nero bianco tanto che alcuni fatti concreti come l’incendio nella Curia da cui tutto è partito, anche come possibile chiave di lettura di tutta la complessa vicenda che riguarda i soliti personaggi, diventa un “optional” nel racconto od incidente di percorso!

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