Eretico di SienaLa domenica del villaggio: "2019" (e 4 Ps) - Eretico di Siena

La domenica del villaggio: “2019” (e 4 Ps)

Questa domenica di fine novembre, rubrica del tutto monografica (a parte i Ps, ovviamente) ed autoreferenziale: si presenta, al vasto pubblico del blog, l’ultima creatura ereticale, il thriller religioso – credo la definizione sia appropriata – “2019”, in uscita giusto venerdì prossimo.

Sempre difficile presentare un libro proprio, senza avere la gente in faccia, in una libreria o altrove: ma ci proviamo lo stesso…

 

“2019”: SIENA SCONVOLTA DAL FANATISMO RELIGIOSO

Il contesto, è quello di una Siena del futuro prossimo, del 2019, per l’appunto: senza più la sua banca (con in Palazzo Salimbeni la filiale di un istituto di credito islamico); con il Palio gestito, smazzato per meglio dire, da Sky tv (offerta irrinunciabile della pay tv, no?); e con il turismo – di ricchissimi e poveri, di giovani ad alto tasso alcolemico e di magnati cinesi ed indiani – a farla da padrone assoluto, autentica monocultura cittadina, cui tutto è dovuto. Anche la costruzione di un resort di extralusso tra San Domenico e Fontebranda, per esempio.

In questa Siena, c’è chi dice no (come dargli torto?); ma non sempre chi si pone contro lo scempio, prende la strada giusta: il rimedio, infatti, può essere ben peggio del Male che vorrebbe lodevolmente contrastare. La Storia ce lo ha insegnato, tante e tante volte.

Ecco allora nascere una sedicente Confraternita ultracattolica, di matrice prettamente lepantina, che ha in San Michele Arcangelo ed in Santa Caterina (vista in modo indubbiamente distonico rispetto alla vulgata corrente: una sorta di Giovanna d’Arco municipalistica, per capirsi…), i suoi punti di riferimento identitari; Confraternita egemonizzata da un “cattivo maestro” davvero coi fiocchi: il professore (di Storia e Filosofia, in pensione) Manlio.

Capace, con grande abilità psicologica e sottigliezza argomentativa, di plagiare un ristretto gruppo di senesi, con l’intento di fare loro spargere sangue, e non poco: unico modo – a suo dire – per fare ritornare Siena alla pristina grandezza, civica e, soprattutto, religiosa.

La Peste del 1348 non servì, forse, a rendere la città più compatta e virtuosa (almeno a suo dire)?

Manlio è diventato il cattivo maestro che è, dopo un soggiorno – nel lontano 1984 – in Andalusia, a Siviglia in particolare (il primo quarto del romanzo, infatti, tutto nella Spagna post-franchista è ambientato); Siviglia ove conobbe don Francisco, il cattivo maestro che ha posto, da par suo, le basi del fanatismo del professore senese.

Don Francisco, figura dal fascino controriformistico, offre la sorella, Dolores, in sposa all’allora quarantenne Manlio. Ma si dimostra anche capace di cambiare la forma mentis del professore senese non solo dal punto di vista familiare…

Così come il professor Manlio sarà, a sua volta, capace di cambiare le menti ed i cuori dei tre personaggi che compongono il “gruppo di fuoco” della sedicente Confraternita: il fedelissimo Roberto, fontebrandino come Manlio; l’ex legionario (nel senso dell’appartenenza alla Legione straniera) Andrea, anch’egli ocaiolo e socio, con Roberto, di un ristorante nella Galluzza; infine il più giovane, Vittorio, nicchiaiolo: un idealista autentico che vorrebbe davvero fare qualcosa per la propria città – che così tanto ama -, ma ha la ventura di trovare sulla sua strada chi gli sa fare un autentico lavaggio del cervello (tra l’altro, in un momento particolare della sua vita).

Il sangue inizierà dunque a scorrere in città, in questo drammatico 2019, eponimo dell’opera; ma dopo la prima vittima (chi sarà? Diciamo che la conosciamo tutti almeno un po’, essendo questi un personaggio vivente e piuttosto noto…), la città – pur addolorata e costernata – non piomba  nel terrore auspicato da Manlio nelle sue elucubrazioni lepantine.

Bisogna quindi cercare di alzare ulteriormente il tiro. Ricordando che  siamo nel corso di un conflitto mondiale con l’estremismo islamico. E che, dunque, nessuno – ed in nessun luogo – può e deve dirsi al sicuro.

Il romanzo – lo dico subito, in conclusione di questa ipersintetica presentazione – è sinceramente spiazzante, tende, nelle sue 224 pagine, a disorientare: ed il primo ad essere stato disorientato, infatti, è per molti versi proprio l’autore. Il quale si è trovato a essere d’accordo su alcune – certo, non tutte! – delle argomentazioni del professor Manlio: il che – a ben guardare – fa venire seri dubbi sulla propria tenuta valoriale…

I fatti parigini del 13 novembre – il romanzo ovviamente era stato terminato prima – hanno fatto scorrere all’autore un brivido aggiuntivo, rispetto a tutti gli altri spettatori di quella immane tragedia; chi vorrà leggere il libro fino alla fine, ben capirà il perchè…

 

Ps 1 A proposito di stimolanti novità editoriali prenatalizie, segnalo “Il codice dei corpi”, l’utimo lavoro del bravo Fausto Tanzarella, giallista di vaglia. Ho visto che anche nel suo libro – che leggerò appena potrò – c’è un ruolo per la Santa di Fontebranda.

Pieno, pienissimo revival per la sponsa Christi, dunque: magari non tutti gradiranno, ma così è, se vi pare…

Ps 2 Concerto di alto profilo, ieri nel tardo pomeriggio, nella Chiesa di San Raimondo (Refugio), ben tenuta dagli amici del Touring club locale e dalla Fondazione Conservatori riuniti. Concerto per flauto ed organo, diretto dall’amico Péaolo Gragnoli. Suggestione assicurata, ed esperienza da ripetere (in “2019” la Chiesa è citata, e spero anche questo possa contribuire a fare conoscere di più questo luogo misconosciuto ai senesi stessi).

Ps 3 Più che potabile “La felicità è un sistema complesso”: che non è una commedia – come scritto da molti -, quanto un amarissimo, a tratti devastante, affresco dell’imprenditoria italiota. Da ridere – ma è un riso amaro, appunto – c’è un po’ solo grazie allo straordinario Valerio Mastrandrea. Senza di lui – questo è certo – il film perderebbe il 70% del suo appeal.

Ps 4 Una segnalazione enogastronomica (inizieremo a farne, perchè no?): se passate dalle parti di Murlo (non Casciano, non Vescovado: Murlo!), fermatevi a mangiare in loco. C’è un locale – gestito con passione sincera – che offre cibo ottimo, ad ottimo rapporto qualità-prezzo. Si chiama il Libridinoso.

E si può mangiare e leggere insieme, come suggerito dal nome stesso del ristorante: piacere nel piacere, no? Quid ultra tendis?

4 Commenti su La domenica del villaggio: “2019” (e 4 Ps)

  1. Montepaschino Tranquillo scrive:

    ma quando è in libreria?

  2. Senesediritorno scrive:

    quando (se) è ipotizzabile la presentazione del libro con l’intervento dell’Eretical Autore? mi piacerebbe poter ripetere l’esperienza di MPS CONNECTION al Tommaso Pendola.
    Grazie

    • Eretico scrive:

      Caro “Senesediritorno”,
      a gennaio partirà un piccolo tour di presentazioni, di cui ovviamente fornirò le coordinate sul blog.

      Per i più ghiotti, il primo (ed unico) appuntamento pre-natalizio è alla libreria Senese: venerdì 11 dicembre, ore 18. Ad introdurre il tutto, la professoressa Simonetta Michelotti.

      Dal numero dei contatti registrati, constato molta attenzione e curiosità, sull’argomento “2019”: e le cose più stimolanti, non si possono anticipare. Altrimenti, che thriller è?

      L’eretico

      L’eretico

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